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LA CALLAS

Sull'orrido, verdissimo di muschi, una croce in memoriam racconta, con lettere d'ombra, del folle balzo, ricomposto sotto il lenzuolo di silenzio dagli angeli calati a valle per Lui, tradito nell'amore e per Lei che, velata di tulle nero, implora in catene di bollicine: oooh pescatooor dell' ooonda, pescaaatemi l' aneeeel. Il pescatore si tuffa là dove rosati salmerini un po' dandy, allacciati a pelose esche imbellettate, guizzano in macabra danza. La bambola si dissolve nei larghi cerchi del tempo e dall'acqua affiora lentamente una bambina accucciata ad allineare ciottoli bianchi, contando e ricontando l'infinito, da dieci a uno. Il pescatore cavalca l'onda, riemerge senza anello e, poiché "quel che non c'è e non ci sarà, è in fondo tutto ciò che abbiamo", licenzia gli angeli (pietrificati) e s'invola per Londra con Lei, velata (festosamente) di tulle bianco. Isolette di fango si sgretolano, trascinate via dalla corrente con la palettina, il secchiello, due formine, un sandalo di plastica rossa.

LACALLAS

Una mosca cieca sbatte le ali nel vuoto, urta le pareti, sospesa per un attimo gira su se stessa, mulinella e precipita tramortita nel silenzio. Alitato dal sonno, un tepore leggero stempera il freddo della stanza. La sveglia, ticchettando luminosamente, libera un tempo inquieto e la notte, vernice liquida e densa, torna a spandersi, fagocitando a una a una le altre novantanove mosche che volano, zigzagando impudenti sopra il letto, imitando il brusio delle stelle. La luce, la luce ... dov'è? L'uomo appare ingabbiato nelle righe del pigiama, seduto sul letto, il braccio proteso verso il vuoto e l'altro alzato a proteggere gli occhi dalla bianca iridescenza dell'abat-jour appoggiato sul comodino. La sua sagoma, sdoppiata all'infmito accarezza le pareti di un teatro d'ombre, dalle cui quinte, gorgoglia la voce: Hai visto mia madre? Morbida e forte mi solleva. Esile e fragi.le dorme, qui, nella mia mano. No, non è pietra gelida. Scorticature di estremi scatti fotografici, bruciati dal rimorso o lavati dal pianto, i ricordi premono da una cavità vuota. L'uomo alzandosi, trascina un manto che, ondeggiando nelle pieghe di gesti secchi e sonorità metalliche, ani-

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