sport, vita cronache dal ‘machiavelli’, tra storia, restauri e goliardia ffondano nel passato della repubblica di lucca le radici del liceo ginnasio «niccolò machiavelli», la più antica scuola superiore della provincia e una delle più antiche d’italia, dal 1998 costola dell’isi machiavelli, che accorpa anche l’ex istituto magistrale «paladini» e, dal 2013, l’istituto professionale «civitali». la costituzione di quello che diventerà, con le parole del grande giorgio marchetti, il «secondo liceo classico d’italia (per tacer del primo)» viene autorizzata infatti già nel 1369 dall’imperatore carlo iv, che concederà ai lucchesi, resisi indipendenti dai pisani, la possibilità di creare uno studium universitario cittadino. ma pare che la leggendaria diffidenza (o prudenza?) lucchese avesse la meglio, e, per timore che frotte di studenti e goliardi stranieri importassero nella respublica lucensis cattivi costumi e corruzione morale, la concessione imperiale non venne sfruttata e si dovette attendere il 1785 perché in città venisse istituito il pio istituto san Frediano, che nel 1795 contava già quindici cattedre. il nome fu successivamente mutato in pubblico istituto di studi, per diventare poi università degli studi. e proprio la dotazione strumentale della cattedra di chimica, istituita nel 1790, fu probabilmente all’origine della straordinaria e preziosa raccolta di strumenti scientifici tuttora custodita presso il liceo. l’università lucchese resiste ai rivolgimenti storici e politici e il decreto del 3 luglio 1819 della duchessa maria luisa di Borbone istituisce un nuovo centro di studi, il liceo reale, presieduto dal figlio carlo ludovico e collocato nel seicentesco palazzo lucchesini, ancora oggi sede del liceo. contemporaneamente, l’università viene dotata di una serie di fondamentali complementi: l’orto botanico, che diventerà l’attuale orto botanico comunale, la specola, presso la villa reale di marlia, un gabinetto di fisica, un teatro anatomico e un gabinetto di storia naturale. proprio la collezione degli antichi strumenti di fisica e il
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FCRLmagazine 18 | 2021
Valentina Picchi
Storia e curiosità sul «secondo Liceo Classico d’Italia» al termine degli interventi di restauro sostenuti dalla Fondazione CRL
gabinetto di storia naturale rappresentano ancora oggi una porzione rilevante del patrimonio culturale dell’istituto che, dopo il 1861, viene definitivamente trasformato in liceo classico secondo la legge casati. il gabinetto di fisica venne acquistato dalla duchessa maria luisa di Borbone, con fondi personali, per ridare vita alla ricostituita cattedra universitaria. una ricca e variegata documentazione ci informa sugli acquisti di macchine e strumenti, curati da padre gabriello grimaldi, direttore del gabinetto fino al 1836. si tratta di riferimenti a cataloghi, a note di acquisto e di spesa, accuratamente e prudentemente conservati (alla lucchese, verrebbe quasi da dire), che ci parlano di attrezzature realizzate a parigi e dedicate allo studio della meccanica, dell’idrostatica, della pneumatica, del galvanismo, in un vero e proprio compendio della scienza naturale della prima metà dell’ottocento. le acquisizioni continueranno poi sino al 1930, portando la collezione alla ragguardevole cifra di circa seicento oggetti. ancora oggi gli strumenti più antichi e più belli, sottoposti a restauro nel 2003, sono esposti nell’aula magna dell’istituto. altrettanto fascinoso ed evocativo è il gabinetto di storia naturale, che ospita una collezione costruita nel tempo, dal 1785 ai primi decenni del XX secolo. nelle sale allestite all’interno del liceo sono conservati, in teche e vetrine dal sapore ottocentesco, esemplari e reperti di grande bellezza. il percorso tra i minerali, i numerosissimi fossili, gli insetti e gli esemplari di mammiferi imbalsamati risulta estremamente suggestivo, accogliendo il visitatore in un’atmosfera squisitamente d’antan, quasi gozzaniana, a metà strada tra la Wunderkammer barocca e le eclettiche raccolte di curiosità scientifiche tanto care agli illuministi. e quindi minerali, fossili, pesci e rettili, ma anche due mummie tebane risalenti al vii-vi secolo a.c., dono del granduca leopoldo ii, una straordinaria collezione ornitologica che raccoglie oltre trecento esemplari, molti dei quali donati dall’esplora67