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QUI GArfAGNANA: Il palazzo Comunale di Castiglione di Garfagnana

Chi non desidera visitare un vero castello? Passeggiare a fianco di alte mura medievali interrotte da maestosi torrioni circolari; sporgersi dai camminamenti di ronda per scorgere in lontananza le aspre cime delle alpi apuane o quelle dolci dell’appenino; nascondersi dietro le strette feritoie di controllo immaginandosi un arciere, che difende la propria rocca; attraversare la Porta del Ponte levatoio aspettandosi di trovare un fossato a circondare la cinta muraria; infine sedersi in Piazza del Castello sui bordi del pozzo osservando di fronte a sé il monumentale Palazzo della Vicaria. il castello di Castiglione di garfagnana, intatto nella sua cinta muraria del XiV secolo, permette di vivere queste esperienze e di immergersi ancora oggi nella suggestiva atmosfera medievale. La rocca difensiva di origine romana (Castrum Leonis), la cortina muraria ricostruita dalla repubblica di Lucca nel 1371, il palazzo del Parlamento, sede del Vicario e oggi del municipio, testimoniano la passata importanza strategica di Castiglione nelle battaglie per la difesa del territorio e per il dominio dell’unica via, che conduceva al passo sull’appennino di san Pellegrino. il contesto storico, paesaggistico e architettonico ha permesso a Castiglione di divenire uno tra i più importanti e suggestivi esempi di ‘castello vivente’ della valle del serchio, anche se il tempo in realtà cerca lentamente di erodere le bellezze antiche che lo caratterizzano. il restauro della facciata del Palazzo comunale, un tempo sede del governo della Vicaria, si inserisce fra gli interventi di conservazione, che ritardano il processo di degrado del borgo medievale e permettono di percepire nuovamente i luoghi come se tornassimo indietro nel tempo.

IL PALAZZO il palazzo risale al 1509 e annovera far i suoi autori lo scultore Vincenzo Civitali, fratello del più noto matteo, e il nipote come progettista.

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L’edificio è stato, nel corso del tempo, oggetto di numerosi interventi di restauro interno, con modifica degli spazi esistenti e l’adozione di nuove soluzioni architettoniche e di arredo. ora è arrivato il momento di intervenire sulla facciata rinascimentale e in particolare sugli elementi lapidei di pregio che la caratterizzano. L’opera di restauro della facciata, la prima dopo un periodo di incuria a partire dagli anni ottanta, è stata promossa dal Comune di Castiglione di garfagnana e curata dalla soprintendenza di Lucca e di massa Carrara. su progetto dell’architetto saverio mustur, l’intervento ha visto un investimento per un importo lavori pari a 80.0000 euro, risorse in gran parte provenienti dalla Fondazione Cassa di risparmio di Lucca. sulla facciata si possono ammirare lo stemma in pietra grigia di Castiglione, riconoscibile dal leone rampante e dalla scritta «Fortis et Fidelis», e lo stemma di Lucca con la scritta «Libertas», posto in memoria della liberazione dal giogo pisano nel 1369. Come i migliori esempi architettonici rinascimentali, il fronte è arricchito da un basamento bugnato su tutta la fascia corrispondente al piano terra, interrotto da un magnifico portale di ingresso e da due aperture laterali. Quella di destra accoglie la famosa fontana monumentale detta «Pilon», una pila di pietra are-

naria dalla quale conviene bere un sorso, seguendo il famoso motto popolare di buon auspicio che dice «chi beve l’acqua dal pilòn torna sempre a Castiòn».

IL RESTAURO il progetto di restauro ha previsto il consolidamento e la pulizia dell’apparato lapideo in arenaria che contraddistingue la facciata. gli antichi stemmi, le cornici delle aperture e la vasca della fontana sono stati oggetto, prima, di operazioni di rimozione meccanica dei depositi superficiali di polvere, terriccio e guano, poi di pulizia mediante impacchi di soluzioni saline e successivi risciacquo e spazzolatura. terminata la fase di pulizia e lavaggio preliminare, prodotti biocidi sono stati applicati su tutte le superfici per eliminare le patine biologiche persistenti e, successivamente, il processo ha previsto il consolidamento delle parti lapidee sofferenti mediante microstuccature delle esfoliazioni e delle fessurazioni con un impasto a base di grassello di calce e di inerti dalla granulometria fine. Le fratturazioni più rilevanti sono state sanate realizzando iniezioni con resine epossidiche finalizzate a colmare le spaccature formatesi nel tempo per azione degli agenti atmosferici e per il naturale processo di degrado. tutte le superfici precedentemente trattate sono state infine protette grazie all’applicazione di prodotti idrorepellenti e traspiranti garantendo la conservazione delle cromie esistenti. L’altro intervento rilevante ha riguardato la fascia dipinta posta tra il secondo e il terzo piano, che si trovava in uno stato avanzato di degrado, tanto da rendere illeggibile l’apparato decorativo. il consolidamento degli intonaci e delle pellicole pittoriche sono state operazioni preventive ai lavori di stuccatura e di integrazione pittorica delle parti ormai andate perse nel corso degli anni. Vista la scarsa coesione della membrana superficiale al supporto retrostante, è stato necessario ricorrere alla tecnica della velinatura, applicando prodotti consolidanti a pennello su un rivestimento delle superfici con ‘carta giapponese’ protettiva. il consolidamento delle parti che avevano subito un completo distacco dalla muratura di sostegno è avvenuto mediante iniezioni di miscele di leganti idraulici e resine acriliche previa sigillatura e stuccature delle fessurazioni presenti. il restauro è stato completato con la tinteggiatura di tutte le parti intonacate e con la sostituzione degli infissi con nuovi serramenti dotati di requisiti prestazionali di isolamento termico al fine di migliorare l’efficientamento energetico dell’immobile. ecco quindi un palazzo riportato alle sue antiche vestigia ed eccoci quindi di nuovo ad ammirarlo, sempre più coinvolti nell’atmosfera e nelle suggestioni storiche, che ci portano indietro nel tempo.

N.S.

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