che resiste un intenso anno di studi e pubblicazioni per la Fondazione ragghianti Paolo Bolpagni tempi che stiamo vivendo sono al di fuori dell’ordinario e particolarmente complicati per tutti. nel settore culturale, la chiusura delle biblioteche, degli archivi, dei musei e delle università ha reso più difficoltosa la ricerca storico-artistica. la Fondazione ragghianti però non si è mai fermata e, quando le norme l’hanno consentito, è sempre rimasta aperta, ovviamente su prenotazione e a numero chiuso, nel rispetto scrupolosis-
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Nei mesi della pandemia tra chiusure obbligate e mostre interrotte la Ragghianti ‘archivia’ un anno da record per la produzione editoriale simo delle misure anti-contagio, peraltro non facendo mai mancare, nemmeno durante la fase del più duro confinamento, il proprio aiuto concreto a tutti gli studiosi. se si considera il periodo che va dall’aprile del 2020 al marzo del 2021, emerge che la produzione editoriale della Fondazione è stata ricchissima, segnando anzi un primato assoluto nella storia dell’istituzione. andando in ordine cronologico, si comincia con la pubblicazione degli atti del convegno Carlo Ludovico Ragghianti e l’arte in Italia tra le due guerre. Nuove ricerche intorno e a partire dalla mostra del 1967 «Arte moderna in Italia 1915-1935», che si era svolto nel dicembre del 2017 a lucca e a Pisa, da me curata insieme con mattia Patti, con i testi di ben diFCRLmagazine 18 | 2021
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