A 96 anni si è spenta a Senigallia, ma non ha mai dimenticato la “sua” Fiume • di Bruno Bontempo
Suor Maria Pia DallʼAsta, generosa e umile; forse lʼultima benedettina di Podmurvice
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"La suora benedettina Madre Maria Pia Dall’Asta è stata religiosa umile e generosa, in gioventù dedita con passione soprattutto alla sua missione di educatrice delle ragazze e delle giovani. Nonostante la sua breve permanenza a Fiume, ha lasciato segni indelebili tanto per la sua grande fede quanto per l’accoglienza tenera e compassionevole di quanti si rivolgevano a lei ed è per questo che la ricorderemo con rispetto, affetto e riconoscenza”. La nostra connazionale Katia Jerković Starčević, attivista di lunga data presso il Gruppo di ceramisti della Società artistico culturale “Fratellanza”, ricorda così suor Maria Pia Dall’Asta, che aveva conosciuto quando, appena bambina, aveva frequentato l’asilo e mosso i primi passi da scolara nell’ex Convento di via Trieste, in zona Podmurvice. Nel triste frangente della scomparsa dell’indimenticabile suora benedettina, spentasi serenamente il 12 agosto scorso a Senigallia alla veneranda età di 96 anni, più che mai tornano vivi i ricordi della sua opera caritatevole svolta anche dopo che aveva lasciato Fiume, impegno che assunse particolare rilievo nei primi Anni ’90, quando in queste terre tornò l’orrore della guerra e per molti lo spettro dell’esodo e della povertà. Nata a Parma nel 1921, Maria Pia Dall’Asta scelse la vita monastica che la portò a Fiume, dove prese
Madre Maria Pia Dall’Asta i voti nel Convento di Podmurvice, un complesso ampio, elegante e modernissimo che comprendeva cenobio, collegio, scuola e chiesa. Una costruzione a forma di lettera E, nella cui parte occidentale aveva trovato posto l’edificio conventuale, nel lato orientale era sistemata la scuola mentre l’ala centrale era il luogo di culto. Opera degli architetti Traxler di Graz e Celligoi di Fiume (che soltanto due mesi prima erano saliti agli onori della cronaca per l’apertura del Teatro Fenice, una delle opere d’avanguardia per l’Europa del tempo), fu inaugurato nel 1914, per prendere il posto dell’ormai inadeguata sede che, sempre in zona Podmurvice, aveva ospitato questa congregazione di suore dal 1908.
Il complesso benedettino era parte integrante di un più vasto progetto urbanistico per il sottocomune di Plasse, destinato a cambiare il volto della parte alta dell’ex via Trieste: progetto molto ambizioso, comprendeva pure l’ex Caserma Diaz e altri spazi che, verso sud, erano previsti per la nascente nuova zona industriale. I lavori del monastero, iniziati nel 1912, furono portati a termine nell’arco di due anni ma ritardò invece la costruzione della chiesa parrocchiale, realizzata appena nel 1929 e - intitolata a San Giuseppe - consacrata nel 1931. La presenza a Fiume delle religiose che nella loro dottrina spirituale prendono come norma di vita la regola dell’Ordine di San Benedetto, come risulta dal Kobler, risale al 1663. Ricevuta la necessaria bolla pontificia e il sovrano indulto, fu decretato che per fondare il convento benedettino (la municipalità dispose di assegnare per uso del convento un’edificio adiacente la chiesa di S. Rocco, nei pressi del Duomo) era necessario trasferire a Fiume tre monache da Trieste ed una da Arbe. Furono introdotte nella formale clausura il 20 di luglio e “due giorni dopo vi entrarono in noviziato otto zitelle fiumane, che portarono in dote ciascuna 300 ducati... Per lo spazio di più di 100 anni continuarono a entrare in questo convento zitelle,