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“La Maria”, tra tombola e carte

Nada Mataija, chiamata Maria, tra le “fiumane belle” (o anche “fiumanine”, come ci è stato detto, quale seconda denominazione) è quella che vanta lo status più lungo, in qualità di attivista del Sodalizio. Vi mise piede negli anni Cinquanta; tutt’ora lo tiene la... Per un periodo si occupò pure della cucina, non era ancora l’epoca della cucina quasi ristorante, con Argeo e la mamma della nostra Rita Pavone, la Mariucci, tuttavia riusciva ad accontentare la clientela. Eh sì, una volta, ai tempi del “Circolo” c’era una cucina che, insieme al bar, lavorava a tutto spiano. D’altronde, aveva per chi farlo, poiché non c’era spazio del secondo piano di Palazzo Modello che non fosse occupato da gente dai quindici ai novant’anni: chi giocava a biliardo e chi a tennistavolo, chi a “calcio balilla” e chi a scacchi e dama. E chi, infine, a carte... E proprio a carte, Maria era ed è rimasta una forte giocatrice, prendendo parte, e vincendo non poche volte ai tornei sociali e intercomunitari. Ed era anche brava al gioco delle bocce. In parecchi soci ci hanno raccontato che spesso metteva in riga anche gli avversari con i pantaloni. “Secondo me, la lasciavate vincere per spirito di cavalleria”, dissi ad uno degli interlocutori. “Macché cavalleria e cavalleria - fu la risposta - tante volte avrebbe dovuto lei fare “il cavaliere”, per quanto era forte”...

Ma Maria è nota soprattutto per il suo apporto dato alla promozione del gioco della tombola. Inizialmente, le giocate si tenevano negli spazi della ex Radio Fiume Cosala, di fianco al Camposanto. La partecipazione delle connazionali non era altissima rispetto alle amiche e conoscenti della maggioranza, quanto bastava però per dare fastidio a qualche sedicente “drugarica” sentirle esprimersi in fiumano. Al che, Maria ebbe la splendida idea di prendere “baracca e burattini” e, con l’assenso di Ettore Mazzieri che all’epoca era uno dei dirigenti del Circolo, approdare in sede e organizzarvi le tombole; ogni lunedì. E’ ovvio, al di là del piacere di passare un’oretta tra numeri e cartelle, le giocate sono sempre state un pretesto per stare insieme, per non perdersi di vista, anche per conoscersi meglio.

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S.D.

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