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Il desiderio di saperne di più

Come da una “ciacolada” nasce il desiderio di saperne di più • di Tullio Iliassich

La storia nel cassetto

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Per cominciare devo dire che, a parer mio e dalle mie esperienze personali, il rispetto e l’ attaccamento dei fiumani per la loro città natale, si trova su un gradino molto alto nella scala dei valori affettivi.

La maggior parte di noi si porta sempre appresso almeno una piccola parte di Fiume. Nei nostri cassetti, cantine e soffitte, ci sono cimeli, “strafanici” che fanno volare la memoria verso posti, persone e fatti legati alla nostra città.

Fotografie, lettere, pagelle, giocattoli e tante altre piccole cose ci fanno ricordare periodi più o meno belli passati in riva al Quarnero. Sono tema di racconti e di ricordi che passano da generazione a generazione. Tutti questi nostri “ricordini” contribuiscono, (probabilmente sono soggettivo), a rendere così bello il luogo dove si trovano le nostre radici. Queste poche righe fanno da introduzione a un fatto che mi è accaduto. Niente di speciale, sono sicuro che ce ne sono ancora tanti come me che potrebbero raccontare storie simili. Buon divertimento.

“Ciacolando” con un amico, come disemo noi fiumani, a parte i temi triti e ritriti, saltano fuori, ogni tanto, anche notizie interessanti. Piccole cose, che però contribuiscono a rinnovare e ad arricchire la memoria storica della nostra città.

Questa volta lo spunto è partito dal mio amico Giuseppe “Pino” Simcich, fiumano patoco, nato e residente tutt’ ora in Montegrappa.

Tutta la sua vita lavorativa l’ ha trascorsa nelle officine della Torpedo, come si chiamava ai suoi tempi, oppure nel Silurificio Whitehead, nome che portava prima della Seconda guerra mondiale, a quando risaliamo con le nostre ciacole. I ricordi che gli vengono in mente riguardano suo zio Renato Simcich, morto di tifo nel 1945, che come lui era operaio dello stabilimento, a quei tempi di fama mondiale.

Gli viene in mente una fotografia, che suo figlio ha incorniciato, dove c’è suo zio, assieme ad altre maestranze della fabbrica, riuniti in occasione della consegna di un siluro. Ci ritornano alla memoria

le fabbriche di Fiume, che operavano in vari campi con perizia ed alto livello tecnico. Oggi la tecnologia è avanzata e la nostra produzione, ormai purtroppo, appartiene alla storia.

Per quanto riguarda la storia di Fiume sono un curioso incorreggibile e mi sento subito stuzzicato dal suo racconto, lo prego, perciò, di prestarmi la foto, per vedere se riesco a scoprire qualche cosa di interessante.

Molto gentile da parte sua, si fa dare la foto da suo figlio che la tiene in casa come ricordo e me la presta.

Qui comincia la ricerca, con i seguenti risultati, che forse, per gli amanti di Fiume potranno risultare interessanti.

Mi porto a casa la foto, la digitalizzo e la ingrandisco. Sono i piccoli particolari ad aiutarmi a scoprire la trama nascosta nell’ immagine.

La tecnica fiumana, dell’ epoca,

girava tutto il mondo, grazie al lavoro dei nostri operai e ingegneri.

Cerco di definire l’ anno di produzione e mi viene in aiuto un particolare.

In alto a destra, nella foto, c’è un manifesto con la scritta: “Starace porta i nostri saluti al Duce”. Il cognome mi è sconosciuto, ma lo cerco in rete e lo trovo, finalmente, collegato a Fiume, in una pubblicazione, sul sito della Società di studi fiumani di Roma “Sussidi 12” degli Archivi di stato Italiani.

Come si vede la foto fu scattata nell’ officina di montaggio del Silurificio. Il siluro, ordinato dal Brasile, contrassegnato dalla bandiera della Repubblica del presidente Getulio Vargas.

Achille Starace, è stato per otto anni (dal 1931 al 1939) segretario del Partito Nazionale Fascista, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, commissario straordinario della Lega navale italiana e luogotenente generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.

Gli archivi confermano una sua visita a Fiume nel 1937, ed eccolo in mostra (cerchiato) in prima fila, al centro, dietro al nostro siluro.

Attorno a lui vari dirigenti, che forse i vecchi fiumani riusciranno a riconoscere.

Per arrivare alla foto-ricordo il nostro siluro ha dovuto passare tutte le prove tecniche richieste.

Tra le più importanti, quelle di lancio dai pontili di prova ubicati sul molo davanti alle officine.

Lancio in mare, con conseguente recupero che veniva effettuato con l’aiuto e il controllo delle famose zattere, me le ricordo anch’ io, negli anni sessanta erano ancora in mare e un grosso motoscafo con due motori Packard che aveva la sua darsena vicino al confine del Silurificio e i Cantieri riuniti del Quarnaro (al tempo) oggi cantiere 3 Maggio.

Non possiedo abbastanza tecnologia nè sapere per poter ingrandire questa foto e vedere chi è la persona con la bandiera di segnalazione, magari il nonno di qualcuno di noi, ai nipoti e ai pronipoti verrà in mente il dato che il loro avo lavorava al Silurificio.

Questo particolare non sono riuscito a svelarlo, ma ne ho trovato un altro, che appartiene alla storia di Fiume...

"calearI FIume"

Altre ricerche su internet e mi salta fuori uno studio fotografico di Genova. “Studio Chiaroscuro”, titolare Fabrizia Caleari. Mi metto in contatto e vengo a sapere che lo studio di Fiume apparteneva a suo bisnonno Rodolfo (Rudy) Caleari. Mi manca solo un piccolo dettaglio. Dove si trovava lo studio del signor Caleari ? In questo momento mi vengono in aiuto gli amici fiumani. Mi forniscono un elenco telefonico di Fiume del 1941 ed ecco apparire “Caleari Rodolfo studio fotografico telefono: 13-19, via Mazzini 1”. Trovato, ma non so dov’ è. Altro aiuto fiumano, sfoglio lo Stradario di Massimo Superina e scopro che via Mazzini 1 corrisponde all’ odierna via Adamić. Anche se con poche speranze, faccio un giro in città, ma non riesco ad individuare con esattezza il posto, in tutti i casi essendo il numero 1 doveva trovarsi vicino all’ odierno Jadranski Trg o piazza Regina Elena del 1937. Questa è la storia nascosta dietro alla fotografia del mio amico, sono sicuro che nei Vostri cassetti ce ne sono ancora molte che potrebbero raccontare altrettante piccole storie che formano il mosaico di vita della nostra cara Fiume. Io mi sono divertito cercando, spero che voi vi siate divertiti leggendo.

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