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Tornare è come ringiovanire
from LA TORE 28
by Foxstudio
Sposati da 58 anni: Mario e Clara Stalzer, una coppia inossidabile • di G. Miksa
Foto: G. M.
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Mario e Clara Stalzer sono sposati dal 1959.
Come tante coppie fiumane hanno dedicato l’intera esistenza alla famiglia affrontando momenti drammatici, specie nel corso del Secondo conflitto bellico, ma anche subito dopo con l’esodo forzato della popolazione italiana dalla città.
Mario è nato a Fiume nel 1924, mentre sua moglie, Clara Rubichi, classe 1930, è fiumana d’adozione. È, infatti, arrivata nella città quarnerina a soli tre anni, dopo che il padre trovò impiego nella Ferrovia statale.
Si considerano fortunati e felici, soprattutto per aver condiviso tanto tempo insieme. Nonostante l’età e gli acciacchi, sono venuti da Padova, dove vivono, per il concerto di Ognissanti, offerto tradizionalmente dal violista connazionale Francesco Squarcia e dal pianista e fisarmonicista Aleksandar Valenčić. Nell’occasione, la presidente della CI, Orietta Marot, ha donato a Mario Stalzer, una ceramica realizzata dalla Sezione arti figurative “Romolo Venucci”, per la sua pluridecennale attività volta al riallacciamento dei rapporti con i connazionali e concittadini rimasti.
In esilio, Stalzer ha svolto attività impiegatizia e nell’ambito dell’associazionismo degli esuli ha ricoperto - e tuttora ricopre, sin dal 1991 - la carica di Segretario generale del Libero Comune di Fiume in esilio. E’ stato insignito del Cavalierato della Repubblica italiana nel giugno del 2013. Ha svolto, inoltre, un importante ruolo di “ricerca sul campo” per recuperare preziose testimonianze, ma anche per localizzare la posizione delle foibe nell’area quarnerina. Grazie alle sue indagini è stata scoperta la fossa nei pressi di Castua, dove le spoglie del senatore Riccardo Gigante, assieme a quelle di altri militari italiani, erano state sepolte dopo essere stati uccisi. Il frutto del lavoro dello Stalzer è quindi divenuto pubblico grazie alle edizioni della Società degli Studi fiumani di Roma.
In occasione del concerto/ricevimento alla Comunità, abbiamo incontrato i coniugi Stalzer. un FIdanzamento segreto
“Ci siamo fidanzati di nascosto, quando io avevo 15 anni. Mario ne aveva 21”, esordisce la signora Clara, e prosegue, “però prima di
convalidare la nostra unione sono passati ben 15 anni. Infatti, Mario diciottenne fece il servizio di leva, e successivamente, con il ribaltone del settembre ’43, fu fatto prigioniero, passando il resto degli anni di guerra nei campi di concentramento tedeschi”.
due annI neI campI dI concentramento nazIstI
“Fui catturato a Trieste e trasferito subito nella Germania nazista - dice il 92.enne Mario Stalzer -. Passai i due anni da prigioniero militare, in vari lager nazisti, dalla Lituania alla Polonia, dove fui trattenuto fino al 1945, quando venni liberato dagli Alleati. Compì i miei 19 anni in prigionia. Terminata la II Guerra mondiale, l’unico desiderio che avevo, era quello di ritornare a casa, a Fiume, e riabbracciare la famiglia che non vedevo dall’inizio del conflitto. Mi dissero, invece, che oltre a essere distrutta, la città non era più italiana, e quindi il ritorno non era un’eventualità da prendere in considerazione. Grazie alla Croce Rossa venni a scoprire che i miei avevano abbandonato la città quarnerina e si erano sistemati al Campo profughi di Brescia, dove potei finalmente ricongiungermi a loro. Durante l’intero periodo della guerra i miei non avevano avuto alcuna notizia di me. Fu, quindi, grande stupore misto a tanta gioia quando potemmo riabbracciarci. I miei, inoltre, avevano perso tutto. Gli immobili, come la casa e l’esercizio della cartolibreria, furono confiscati dalle nuove autorità jugoslave. Alla famiglia, una volta scelta la via dell’esodo, non fu permesso di portare via neanche le masserizie. Giunsero al campo profughi che non possedevano assolutamente nulla”.
“Ci siamo ritrovati al campo profughi - interviene la signora Clara -, però mio padre era contrario e per sposarci dovemmo aspettare fino al 1959. Nel 2009 il Sindaco del Comune di Padova ha organizzato per noi una cerimonia in cui abbiamo festeggiato i 50 anni di matrimonio. Nel 2017 abbiamo segnato, invece, la soglia dei 58 anni passati insieme come coniugi”. Il processo
“A Fiume la mia famiglia abitava in Braida - prosegue Mario Stalzer -. Mio padre, Francesco, possedeva una cartolibreria in via Parini, in cui vendeva articoli non solamente di cancelleria e libri, ma anche tante altre cose. Ideologicamente era del Partito Popolare e venne processato dalle autorità jugoslave dopo la conquista di Fiume per aver tramato contro il regime insieme a Mario Dassovich, Oscar Pukinje, Guerrino Minuttti nei primi di agosto 1946. L’accusa era di aver destinato delle bottigliette d’inchiostro per manifesti in cui veniva espressa attività sovversiva contro il regime jugoslavo. Al processo fu condannato a due anni o a una pena pecuniaria di 80mila lire. Per pagarla dovette cedere la cartolibreria alle nuove autorità e solo poi gli permisero di andarsene. Fu così che la famiglia lasciò definitivamente Fiume”.
Il rItorno a FIume
“Ho lavorato come caposcalo al Porto Marghera di Venezia fino al 1982, quando ho concluso il mio rapporto di lavoro andando in pensione.
Ritornai a rivedere Fiume per la prima volta dall’inizio della guerra, solamente nel 1974. Fu un’esperienza emozionante. Sia io che Clara non stavamo nella pelle. Rivedere Fiume era una catarsi. Ci passava ogni dolore. Ci pareva di ringiovanire”.
