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La Battana lungo un anno • acura di Kristina Blecich

Ricordando Gramsci e Toscanini, Matvejević e Brešan Arte, poetica, saggistica e recensioni, sono le tradizionali e nutrite sezioni che costituiscono i numeri 203, 204 e 205 della rivista culturale trimestrale della Comunità Nazionale Italiana, “La battana”, redatta da Corinna Gerbaz Giuliano e pubblicati finora durante il 2017. In apertura del numero 203 troviamo la sezione “Uomini e segni”, che compende due omaggi ad altrettante figure di intellettuali che ci hanno lasciato recentemente. Il primo saggio, a firma di Sanja Roić, dal titolo “Per Predrag Matvejević (Mostar, 1932 ‒ Zagabria, 2017)”, è incentrato sulla figura di Matvejević, uomo di frontiera, autore di libri, intellettuale impegnato, membro della comunità accademica italiana e personaggio che si è inserito a pieno titolo nella vita pubblica italiana attraverso i suoi libri. Come scrive l’autrice del saggio, Matvejević è stato sempre chiaro, aperto; ha sostenuto la causa della pace con tutti i mezzi che aveva a disposizione. È stato questo il suo modo di commentare i fatti, gli eventi e le situazioni nei Balcani in Italia, dove viveva dal 1994, nella comunicazione quotidiana con i suoi studenti all’Università “La Sapienza” di Roma. Nella Città eterna non aveva dimenticato la Comunità degli Italiani in Istria e a Fiume, consigliando al giovane dottorando Christian Eccher di ricercarne i contributi letterari affidandolo al relatore Tullio De Mauro. I saggi di Matvejević pubblicati in Italia e nella Svizzera italiana recano prefazioni o postfazioni curate da scrittori e intellettuali italiani o stranieri e attestano non solo dell’a-

micizia di quegli autori, ma anche il sostegno, l’appoggio e la solidarietà intellettuale nei confronti di questo uomo di cultura di fama europea che non ha mai smesso di sognare. Il secondo contributo dal titolo “Ivo Brešan drammaturgo e scrittore” di Gina Šakić, ricorda la figura e l’opera del noto drammaturgo scomparso a gennaio di quest’anno. Come spiega la caporedattrice della rivista nella Premessa, il saggio è stato estrapolato dalla tesi di laurea in Storia del teatro moderno e contemporaneo discussa da Gina Šakić presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna ‒ Corso di laurea in DAMS nell’anno accademico 2003‒2004 sotto la guida del chiar.mo Prof. Giuseppe Liotta. Ricordiamo che la commedia che ha inaugurato la stagione 2017‒2018 del Dramma Italiano, il 30 settembre scorso, è stato proprio “La rappresentazione dell’Amleto nel villaggio di Merduscia di sotto”,

del Brešan, per la regia di Luca Cortina. Nell’appendice l’autrice riporta l’intervista concessale da Brešan nel settembre del 2003, in cui egli parla di alcuni dei problemi fondamentali della propria opera e in questo modo getta le fondamenta teoriche per la sua comprensione. La seconda parte dell’appendice contiene la biografia di Brešan, con alcuni dati essenziali, e una rassegna dell’opera drammaturgica e romanzesca completa. Molto interessanti le origini della famiglia del drammaturgo. Nell’intervista leggiamo come segue: “Sono nato a Vodice, vicino a Sebenico, anche se i miei vengono da Traù, mio nonno si è trasferito a Vodice. Questa parte della mia famiglia è di origini italiane, mio nonno si firmava come Bressan, con due ’s’. È un cognome veneto, altri lo scrivono Brescian, altri Bressan. Visto che si è trasferito a Vodice dove era circondato da gente croata, anche lui è diventato croato e da Giovanni Bressan è diventato Ivan

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