Ripristinata l’Aquila • di Ilaria Rocchi (Fotoservizio di B. Bontempo)
Le disavventure di un rapace
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L’aquila sulla Torre Civica: un’emozione infinita, dal valore inestimabile. Simbolo passato e presente della città, mutilato dai legionari dannunziani nel 1919 e rimosso dalle autorità jugoslave nel 1949, il suo ripristino, avvenuto il 19 aprile di quest’anno, corona un lungo lavoro, avviato dall’Associazione Stato Libero di Fiume nel 2006, portato a termine dalla Lista za Rijeku/ Lista per Fiume, e rilanciato in occasione del centenario della prima sistemazione dell’aquila sulla Torre Civica nel giugno 2016, di concerto con la Città. L’idea nasce dieci e più anni fa, ma i primi passi concreti avvengono nel 2009, quando l’Amministrazione cittadina si rivolge alla Soprintendenza ai beni culturali per il via libera al progetto. Ottenuto l’ok,
si procede con una perizia tecnica sulla stabilità della Torre, che confermerà la “salute” della costruzione e dunque l’esistenza delle condizione necessarie per poter rimettere la statua in cima alla cupola del monumento. Seguirà nel 2011 uno studio storico-artistico incentrato sulla scultura del 1906, considerata l’intenzione di replicare nel modo più fedele possibile l’originale. Sulla base delle poche fonti disponibili, lo scultore Hrvoje Urumović crea un modellino-replica della statua storica, che poi è stato fuso nella fonderia dell’Accademia di Arti Figurative di Zagabria. La presenza del rapace in cima alla Torre ha una lunga storia, che comincia - in base alle fonti dispo-
nibili - nella seconda metà del Settecento. O, meglio, del Seicento, a quel momento particolare del passato della città in cui l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo le concesse lo stemma civico. Con diploma imperiale rilasciato a Vienna il 6 giugno 1659, il Comune di Fiume aveva ottenuto il seguente “signum”: sopra un fondo azzurro damascato, con contorno d’oro, alla cui base corre un nastro con la scritta “Indeficienter”, nel centro appare uno scudo ovale rosso carminio damascato, racchiuso in una cornice d’oro arabescata, con figura d’aquila, con ali spiegate, composta di due corpi, con le teste, ambedue rivolte a sinistra e sormontate da una corona ducale, rostrate e occhiute d’oro, linguate di rosso, l’artiglio destro è posato su una rupe lambita dall’acqua, mentre