70º anniversario della ricostituzione della Comunità ebraica a Fiume • di Helena Labus Bačić
Le Giornate del patrimonio ebraico Ospite d’onore, Tobia Ravà
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Gli ebrei sono presenti in questi territori da più di cinque secoli, ma si sono organizzati ufficialmente a Fiume nel 1781. Nel 1947, anno in cui venne consolidata la pace in seguito alla Seconda guerra mondiale, in via Ivan Filipović si ricostituì la Comunità ebraica. Le Giornate del patrimonio ebraico sono state, pertanto, un’occasione per affermare l’importante ruolo della Comunità ebraica nel tessuto cittadino. L’evento centrale della manifestazione, svoltasi in collaborazione con PaRDeS, Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, e con il patrocinio e il supporto finanziario della Città di Fiume, della Regione litoraneo-montana, dei Consigli della minoranza nazionale italiana della Regione e della Città e della Società “Dante Alighieri”, è stata la mostra di Tobia Ravà, intitolata
“Da’at - I numeri della creazione”, curata da Rina Brumini e Maria Luisa Trevisan. Tobia Ravà si occupa di cultura mistica ebraica (kabbalah e ghematrià), logica matematica e arte contemporanea. È autore della “Congettura di Ravà”, una congettura matematica dimostrata e accolta, sui numeri teosofici della sequenza di Fibonacci, e cofondatore, con Maria Luisa Trevisan, di PaRDeS, Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea. Il percorso espositivo era composto da una quarantina di opere tra quadri e sculture ispirati alla mistica ebraica che sono al centro dell’interesse filosofico, matematico e artistico di Ravà, il quale ne esplora da decenni il significato simbolico. L’autore crea paesaggi e ritratti utilizzando i numeri. Infatti, la kabbalah è un metodo di inter-
pretazione del testo biblico ebraico, sviluppato in Europa tra il XII e il XVII secolo, mentre la ghematrià è una parte della kabbalah che analizza i valori numerici di ogni parola. L’alfabeto ebraico è composto da 22 lettere. Ciascuna lettera ha un corrispettivo numerico e ogni numero ha un riferimento anche oggettuale. Ad esempio, in ebraico, la parola “padre” si dice “av” e ha il valore numerico 3. “Madre” si dice “em” e ha un valore numerico 41. La loro somma dà 44, che è il valore della parola che significa “bambino”. Attraverso il percorso di riduzione teosofica delle lettere, Ravà ha fatto una scoperta matematica nel 2002, chiamata appunto ’congettura di Ravà’, secondo la quale le radici digitali in base 10 (numeri teosofici) della sequenza di Fibonacci sono una sequenza periodica con periodo 24. “Il canone biblico ebraico è in 24 volumi, mentre il nome di Davide, quando è ancora pastore (si scrive ’DVD’ nel testo biblico) vale 14. Quando diventa re DAVID, il suo nome acquista il valore di 24, che corrisponde alla completezza della maturità”, spiega Ravà. “Questi lavori scaturiscono da un percorso di studi. Nello specifico, sono laureato in semiotica all’Università di Bologna, per cui mi sono avvicinato all’arte in maniera diversa da come operavo prima di questi studi. Per questo motivo ero più attento ai diversi livelli di lettura e di significato. Attraverso un percorso di studi legato alla