Alberghi fiumani • di Kristina Blecich
Nel 1914 erano venti. Oggi sono quattro... “Alberghi fiumani di ieri e di oggi”. S’intitolava così la mostra e la conferenza tenutesi di recente nella Galleria Principij in Cittavecchia. Nato da un’idea di Ingrid Jerković e Borislav Božić, basata sul volume “Riječka gostoljubivost” (L’ospitalità fiumana) dello storico dell’arte Igor Žic, il progetto, realizzato in collaborazione con la Plava laguna, è stato presentato dallo stesso Žic.
a farne un centro di attrazione per le popolazioni che la circondavano. Esse, per ragioni di lavoro e migliori condizioni di vita si trasferivano in città. Se le attività commerciali di Fiume e la speranza di un benessere alettavano gli slavi a stabilirvisi, lo stesso si può dire per gli abitanti del litorale adriatico italiano da Venezia alle Marche (Marca d’Ancona) da dove molti mercanti trapiantarono
e in “terra”. La vecchia Fiume s’era sviluppata in altezza e le case accalcate si affacciavano sulle anguste stradicciole dette venezianamente ’calli’. Il popolo si dedicava alla navigazione, alla pesca, al piccolo commercio, all’artigianato o lavorava nelle industrie; nel ceto borghese si contavano molti armatori, capitani di lungo corso, industriali, professionisti e commercianti.
a Fiume la loro base per acquistare le merci che affluivano dalla Croazia, dalla Carniola. Questi, prima o poi acquistavano la cittadinanza fiumana. La “zitavecia” circondata da una cerchia di case e palazzi moderni, come prima dalle mura, corrisponde alla città medievale e romana, ed alla forma del castro da cui si era trasformata in “civitas”
Il 12 settembre 1919 (notte di Ronchi) la città di Fiume fu occupata da ’volontari italiani’ con alla testa Gabriele D’Annunzio, il quale dopo un anno proclamò la Reggenza del Carnaro. Col Trattato di Rapallo (12 novembre 1920) fu creato lo Stato libero di Fiume, che però non riuscì a costituirsi formalmente. L’accordo di Roma fra l’Italia e la
Fiume, città con un passato travagliato
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Incuneata in uno splendido golfo racchiuso da una chiostra di isole, quasi a baluardo da incursioni nemiche, posta a cavallo tra oriente e occidente, apertura ideale sull’Adriatico per l’entroterra continentale, Fiume, fin dai primordi, attirò le genti più svariate: levantini, mitteleuropei, slavi del sud, Friulani e Veneti. Erano tutti spinti dal desiderio di dedicarsi al commercio, alla marineria, ai traffici di ogni genere, che la sua posizione ideale favoriva. Fiume ha una storia molto lunga e in questa sede cercheremo di tracciare in breve i fatti che l’hanno resa unica. Dopo l’anno Mille, ai piedi dell’antica città, sorse la Terra Sancti Viti ad flumen (Terra di San Vito al Fiume), l’odierna Fiume. La città è bagnata dall’Eneo (o Fiumara), così chiamato per contrapporlo al croato Rječina, il corso d’acqua che fino al 1945 divideva Fiume dalla Jugoslavia e dalla città di Sušak, sorta sulla riva orientale nel 1800. La felice posizione geografica di Fiume contribuì in modo prevalente al suo sviluppo economico e