LA TORE 28

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Presentato a Palazzo Modello “Storia di Fiume” dello Stelli • di Ilaria Rocchi Rukavina

Un’opera che coniuga accademia e divulgazione

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“Una storia esemplare per l’Europa del futuro”, è stato detto negli incontri in cui il libro di Giovanni Stelli “Storia di Fiume” (Edizione Biblioteca dell’Immagine) è stato presentato finora. “L’Europa prima dell’Europa” era invece il titolo di una mostra che il Consolato generale d’Italia nel capoluogo quarnerino aveva organizzato nella nostra città, focalizzando l’attenzione sulla Modiano, gloriosa fabbrica di carte che produceva anche a Fiume e che a tutt’oggi continua a mantenere relazioni con il Quarnero. E difatti, nell’intricato, complesso, ma allo stesso tempo affascinante groviglio fiumano possiamo scorgere i semi, intesi come valori, dell’odierna Europa unita. Arrivi e partenze di genti, lenta e non sempre facile integrazione dei nuovi arrivati, processi assimilatori, incontri e scontri di civiltà, convivenza e incroci tra etnie diverse, multiculturalità e plurilinguismo...

Ma se è vero che la vicenda fiumana ha appassionato pubblico e studiosi, che hanno concorso alla comprensione del passato della città con contributi storiografici che l’hanno scandagliato sotto vari aspetti, d’altra parte si sentiva la mancanza di un lavoro, sì scientifico, ma con un taglio pubblicistico, che offrisse una sintesi oggettiva, completa e aggiornata; un excursus sintetico e organico; un compendio che contenesse l’analisi delle più recenti fonti - sia archivistiche che bibliografiche -, le scoperte e le nuove chiavi interpretative che si sono affermate grazie all’apporto di ricercatori che si sono accostati alla materia senza pregiudizi, in modo anche innovativo. In verità, negli ultimi anni non sono mancati tentativi in questa direzione - ricorderò la “Breve storia della città di Fiume”, uscita dieci anni fa per i tipi dalla Adamić anche nella versione in lingua italia-

na -, da prendere però con le pinze per le lacune nell’impostazione e le evidenti forzature: in Croazia (ma non è solo un problema croato) la “storia patria” si trasforma spesso in arma di politici o dei nazionalismi che vogliono fare un uso (ideologico) della Storia, del tutto indifferenti al fatto se quello che viene raccontato ha qualche fondamento. Quel che caratterizza il libro di Stelli e lo rende interessante e particolare è appunto il fatto che si colloca al di fuori degli schemi ideologico-nazionalistici. Beninteso, siamo consapevoli che è quasi impossibile arrivare a una cosiddetta verità oggettiva, a un’“imparzialità” asettica, preclusa dai nostri stessi limiti di esseri umani; lo storico può, però, e anche deve, cercare di avvicinarsi a essa, operare come se tale verità fosse attingibile e quindi mettere sempre a distanza critica, tenere a bada le sue idee, le sue preferenze e i suoi sentimenti soggettivi. Stelli ci riesce abbastanza bene - supera i ristretti punti di vista nazionalisti, che contraddistinguono altre opere - anche se qua e là affiora il suo background familiare autonomista e irredentista, che egli correttamente riconosce, “avvisando” in un certo senso il lettore. La sua “Storia di Fiume”, ha il pregio di coniugare in sé termini come “accademia”, “storia” e “divulgazione”, termini che s’incrociano e si mischiano, con una ricostruzione a tutto campo che rimanda un po’ a “Istria nel tempo”, il manuale con riferimenti (in verità assai pochi) anche a Fiume, del Centro di Ricerche


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