ATTUALITÀ
Claudio Spinaci Presidente Unione Petrolifera
UNA LEZIONE PER IL FUTURO di Claudio Spinaci
La progressiva uscita dalla fase emer- hanno risolto ben pochi dei problemi genziale più dura, la fine del lockdown che si proponevano di risolvere, anzi, e la ripresa di larga parte delle attività in qualche caso, non affrontando le economiche e produttive ci stanno fa- tematiche in modo coerente li hanno cendo tornare ad una sorta di norma- aggravati. lità che, oltre ad affrontare una crisi Il settore petrolifero rientra senza economica unica per la rapidità con dubbio in questa ultima casistica e le cui si è manifestata e per le incertezze prove sono sotto gli occhi di tutti. A che ne condizioneranno l’evoluzione, partire dalla raffinazione, che a parole fa riemergere inalterati anche i tanti viene considerata strategica, ma che problemi che avevamo prima del bloc- nei fatti viene messa nelle condizioni co forzato. di non poNei decenni passati più ter operare L’industria petrolifera volte siamo stati caa causa di si sta trasformando per tapultati in crisi da cui una normasiamo sempre usciti, tiva che va fronteggiare la sfida anche se faticosamenben oltre le della decarbonizzazione te. Nell’immediato doprescrizioni dei prossimi decenni, poguerra, ad esempio, che valgosoprattutto nel campo la voglia di riscatto e beno in tutta del trasporto di merci e nessere erano tali che Europa e persone: le alternative, non si è andati troppo totalmente come ad esempio l’elettrico per il sottile e le sceldisomoo anche l’idrogeno, avranno te di quegli anni, con il genea sul sicuramente il loro spazio, senno di poi, forse non territorio. sono sempre state le più Lo stesso si ma non sono ancora mature lungimiranti. Abbiamo può dire per per rispondere alle esigenze assistito ad una crescita la rete di didi una mobilità di massa importante, ma a volte stribuzione poco governata, sia dal carburanti, punto dello sfruttamento del terri- che negli anni è stata oggetto di un torio che di espansione urbanistica numero spropositato di interventi leche ci hanno reso, in seguito, fragili e gislativi e regolamentari che non hanpoco resilienti. Per ripartire in modo no certo attratto investimenti, nuovi deciso dobbiamo recuperare lo spirito operatori più efficienti o reso più fundi allora, evitando gli errori di visione zionale il servizio. Anzi, hanno portaprospettica delle scelte. In materia di to ad una sua totale polverizzazione, energia, poi, abbiamo alle spalle una al moltiplicarsi dei centri decisionali, lunga storia di piani e strategie che al dilagare dell’illegalità e alla fuga di
molti operatori che non vedono più un futuro nel mercato italiano. La pandemia ha in un certo senso svelato tutte le debolezze e fragilità di un settore quasi mai considerato per ciò che ha fatto per il Paese, soprattutto nei momenti più difficili della sua storia, ritenuto semmai un male necessario da superare e dimenticare presto. In realtà, stiamo parlando di un comparto produttivo e distributivo che ha ancora molto da dire e da dare. Come ha fatto lungo tutta la sua storia centenaria, l’industria petrolifera si sta ancora una volta trasformando per fronteggiare la sfida della decarbonizzazione dei prossimi decenni, soprattutto nel campo del trasporto di merci e persone. Le alternative che si stanno sviluppando, come ad esempio l’elettrico o anche l’idrogeno, avranno sicuramente il loro spazio, ma non sono ancora mature per rispondere alle esigenze di una mobilità di massa e per farlo avrebbero bisogno di un vero breakthrough tecnologico che oggi è difficile scorgere. Si può senz’altro dire che al momento non ci sono alternative veramente valide che possano sostituire i carburanti liquidi su larga scala, considerata la loro capacità di contenere enormi quantità di energia in poco spazio, ciò che si chiama densità energetica e che fa la vera differenza. È evidente però che dovranno essere carburanti in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione. Servirà quindi un percorso evolutivo
TRIMESTRALE UNIONE PETROLIFERA
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