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AMBIENTALISMO SCIENTIFICO, APPROCCIO RADICALE SENZA VELLEITÀ E IDEOLOGIE” intervista a Ermete Realacci

Ermete Realacci Presidente Symbola

La terribile emergenza coronavirus e L’Europa stava lanciando prima del la difficilissima ripartenza credo ablockdown la centralità del tema del biano spostato l’attenzione e la sensi“Green Deal”. Come le appare oggi: bilità di molti anche sui temi ambienpiù vicino o più lontano? tali. L’idea di rinunciare a viaggiare e La spinta in favore del “Green Deal” a spostarsi ha perso il suo ingenuo si è rafforzata. E’ ormai evidente che smalto. Che strade prenderà allora il forte cambiamento in corso nella l’impegno per l’ambiente? politica europea per affrontare la criIl periodo complicato che stiamo visi prodotta dall’epidemia da COVID19 vendo, gli esiti della pandemia da orienterà i finanziamenti, oltreché a Coronavirus, sollecitano rapidi camtemi legati alla sanità e alla coesione biamenti. Cambiasociale, alla grementi che vanno en economy e al nella stessa direzio ne di quelli neces Ambientalismo scientifico digitale. Chi non lo capisce o fresari per affrontare era ed è la volontà di na resterà indiecon coraggio la crisi analizzare in maniera tro. Ci sono nel climatica. A partire, completa i problemi, di mondo spinte per dirla con le paindividuare soluzioni diverse con un role del Manifesto possibili, di chiamare a crescente prodi Assisi promosso raccolta tutti i saperi tagonismo della dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento, da un’economia e una per affrontare la sfida ambientale: è il necessario complemento di una Cina soprattutto in alcuni settori, penso ad esempio alla mobilisocietà più a miradicalità non velleitaria o tà elettrica. Poi sura d’uomo e per ideologica c’è l’America di questo più capaci di Trump, la cui forfuturo. Per andare za nell’economia in questa direzione è più utile ascole nella società non va però sopravvatare le parole di un uomo forte e genlutata. Oltre al muro con il Messico uno tile che parla sotto la pioggia in una dei temi forti della campagna elettopiazza San Pietro deserta, o quelle del rale di Trump è stato ad esempio il riPresidente Mattarella, che aspettare lancio del carbone americano. È facile i vaticini di qualche agenzia di rating. trovare sulla rete immagini di comizi di Perché “nessuno si salva da solo” e Trump in cui centinaia di persone alzaperché “peggio di questa crisi c’è solo no cartelli con scritto “TRUMP DIGS il dramma di sprecarla”. COAL” (Trump scava carbone). Ma, nonostante i suoi sforzi, da quando è al potere, il consumo di carbone negli Stati Uniti è molto diminuito, hanno chiuso 50 centrali e nell’ottobre scorso tutti i nuovi impianti per la produzione di energia elettrica, sia negli stati democratici che in quelli repubblicani erano alimentati da fonti rinnovabili. “I fatti sono argomenti testardi”.

Un approccio razionale e scientifico all’obiettivo della "decarbonizzazione" è condiviso da chi come lei ha una lunga storia di ambientalismo? Sono stato a lungo alla guida di Legambiente da quando si è costituita anche a partire dalla parola d’ordine “dell’ambientalismo scientifico” e ne sono tuttora il presidente onorario. Ambientalismo scientifico era ed è la volontà di analizzare in maniera completa i problemi, di individuare soluzioni possibili, di chiamare a raccolta tutti i saperi per affrontare la sfida ambientale. E’ il necessario complemento di una radicalità non velleitaria o ideologica. Non certo una maniera per indebolire il coraggio delle scelte necessarie. Del resto sono, fortunatamente, oggi tanti i soggetti che nella società, nell’economia, nella finanza sostengono scelte molto diverse da quelle di qualche anno fa. Ho sempre nutrito una grande stima, per molti motivi, per Gian

Marco Moratti. Quando era presidente dell’Unione Petrolifera facemmo un faccia a faccia per “La Nuova Ecologia”, allora diretta da Paolo Gentiloni. Avevamo molte questioni aperte, dal doppio scafo e della responsabilità nei trasporti di petrolio, alla qualità dei carburanti, alla sicurezza delle raffinerie. Su alcune trovammo anche punti di intesa. Stava emergendo, alla fine degli anni 80, il problema del climate change. Gli chiesi dal suo punto di vista cosa pensava si dovesse fare con il petrolio in quella prospettiva: avrebbe potuto aggirare la questione, rispose Invece con grande onestà “usarne di meno e piantare alberi”. Chapeau! lentamento. La sfida della sostenibilità non incrocia solo una crescente sensibilità dei cittadini, ma fa bene all’economia e alla società. Secondo il rapporto Green Italy, elaborato da Symbola e da Unioncamere, negli ultimi 5 anni 432.000 imprese italiane, un terzo nel settore manifatturiero, hanno investito nell’ambiente: dalle fonti rinnovabili all’efficienza energetica, dal recupero di materie prime alla chimica verde, ad innovazioni legate a processi e prodotti. Queste imprese esportano di più, innovano di più, generano più posti di lavoro: i green jobs hanno ormai superato i 3 milioni di unità.

Crede che la crisi economica proSiamo davanti in Italia ad un parco vocata a livello planetario dal coroauto invecchiato, crede che misure navirus rallenterà la spinta verso gli come la rottamazione siano praticaobiettivi di sostenibilità ambientale, bili? E se sì vanno applicate anche alle magari spingendo più risorse verso auto a benzina e diesel di ultima gealtri settori come quello della sanità? nerazione e a bassissime emissioni o Come ho detto, non credo in un ralriservate solo all’elettrico? Sul tema penso che la scelta giusta sia quella fatta dal governo di Angela Merkel, ovvero In molti campi l’Italia vanta di dare incentivi solo alle auto importanti primati: siamo elettriche ed ibride. Ricordo la superpotenza europea che la Germania è il più grande dell’economia circolare e produttore europeo di auto, e recuperiamo il doppio delle la sua produzione manifattu

materie prime della media europea, molto più della Germania e questo ci fa risparmiare ogni anno 21 milioni di Tep e 58 milioni di emissioni di CO2

riera è ampiamente legata all’automotive italiano di qualità.

La ricerca scientifica quali strade può approfondire per l’obiettivo di una piena decarbonizzazione nel 2050: e-fuel, idrogeno, efficienza, uso nella mobilità di intelligenza artificiale, elettrico, nuovi modelli di consumi energetici? Anche se pochi lo sanno in molti campi l’Italia vanta importanti primati. Siamo ad esempio la superpotenza europea dell’economia circolare e recuperiamo il doppio delle materie prime della media europea, molto più della Germania. Questo ci fa risparmiare ogni anno 21 milioni di Tep e 58 milioni di emissioni di CO2. Secondo una recente ricerca dell’Università di Oxford e della School of Entreprise and Environment l’Italia insieme a Cina, Germania, Stati Uniti e Regno Unito potrebbero “vincere alla grande nella transizione globale verso un’economia green nei prossimi decenni”. L’Italia sarebbe addirittura prima nelle potenzialità. Questo non è il risultato di politiche e tantomeno di una burocrazia efficiente, ma dei nostri cromosomi antichi. Siamo un paese povero di materie prime e abbiamo nei secoli imparato a puntare su quella grande forma di energia rinnovabile e non inquinante che è l’intelligenza umana. A incrociare innovazione e cultura, comunità e bellezza, empatia e tecnologia. A produrre , per dirla con Carlo Maria Cipolla, “all’ombra dei campanili cose belle che piacciono al mondo”. È anche da qui che possiamo ripartire per affrontare la crisi che stiamo attraversando. Senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. La Fondazione Symbola cerca portare il suo contributo a questa economia più a misura d’uomo con i suoi rapporti, i suoi appuntamenti, la sua rete. Incrociando visione, numeri e storie, nella convinzione che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia.

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