TECNOLOGIE PER IL FUTURO
LE TUTE SPAZIALI: DAL FUTURIBILE AL REALE Il futuro è qualcosa che va ancora scritto, ma a volte la realtà supera la fantasia. L’industria aereospaziale spesso lo ha fatto e lo sta facendo ancora. Il viaggio della navicella Space X sarà ricordato non solo perché è stato il primo di una navicella costruita da privati, ma anche per tute spaziali dalle caratteristiche avveniristiche.
L’industria aerospaziale, per permettere all’uomo di inseguire il sogno di scoperta dell’universo, è da sempre uno dei settori a più intensa innovazione, e un modello molto efficace di trasferimento tecnologico verso filiere ad impatto diretto sulla vita quotidiana.
42
MUOVERSI
La partenza, lo scorso 30 maggio, di due astronauti della Nasa, Doug Hurley e Robert Behnken, con la Crew Dragon di Space X rappresenta in questo senso un ulteriore fondamentale passaggio, dal momento che per la prima volta il viaggio verso la Stazione Spaziale internazionale è avvenuto a bordo di una navicella realizzata da un’azienda privata fondata nel 2002 dal profeta dell’auto elettrica, Elon Musk, con l’obiettivo di arrivare a colonizzare Marte. Si rende concreto uno spazio di mercato per voli nello spazio, e si avvicina ancora di più la capacità di innovazione dell’aerospazio a tutte le filiere tecnologiche che ne possono trarre benefici (ricordando che già oggi numerose imprese interagiscono con la Stazione internazionale per attività di ricerca e sviluppo). Oltre alla stessa navicella e al razzo Falcon 9 che ha permesso il lancio, uno degli elementi più innovativi del viaggio del 30 maggio è stato nelle tute spaziali indossate dagli astronauti, chiamate Starman, con uno stretto collegamento con l’ambito di provenienza di chi ne ha curato il design, il costumista Jose Fernandez, abituato agli eroi spaziali di Hollywood (ha realizzato i costumi per quattro film di Batman, per Wolverine, Wonder Woman, Captain America). Tute futuristiche, pensate specificatamente per il viaggio (e quindi non adat-
te alle passeggiate spaziali e a tutte le attività extra veicolari), che oltre a proteggere i membri dell’equipaggio dalla depressurizzazione, permettono di garantire ossigeno sufficiente e di regolare la temperatura, con un collegamento unico di aria e comunicazione agganciato al sedile e connessioni elettroniche posizionate sulla coscia. I guanti sono sensibili al touch screen e i caschi sono stampati in 3D, con microfono integrato, valvole integrate e meccanismi per la retrazione e il bloccaggio della visiera. I modelli sono poi personalizzati su ogni singolo astronauta. Simili caratteristiche hanno le tute spaziali sviluppate da Boeing, del 40% più leggere rispetto al passato, con diversi strati per conservare l’interno fresco e il casco che assomiglia a un cappuccio, con una visiera in policarbonato che offre una visione anche periferica. Le tute realizzate per le esplorazioni esterne alla stazione spaziale sono invece più voluminose, per la necessità di specifica protezione sia dalle temperature molto fredde sia da possibili particelle di detriti spaziali che possono colpire gli astronauti. Confort, maneggevolezza, integrazione tecnologica, sicurezza: gli ambiti di innovazione sono numerosi e di grande prospettiva per un insieme largo di filiere industriali e di benefici per imprese e consumatori.