ATTUALITÀ
Silvio Brusaferro Presidente Istituto Superiore di Sanità
“SUI CONTAGI I SEGNALI SONO BUONI, MA VIGILARE ED ESSERE PRONTI” intervista a Silvio Brusaferro
risposto il sistema? Che tipo di supporto avete dato al Governo? L’istituto ha supportato la risposta alla pandemia a tutti i livelli, dalla partecipazione del Presidente e di diversi esperti al Comitato tecnico scientifico, all’aiuto “sul campo” alle Regioni, oltre a mettere a disposizione i propri laboratori per l’analisi dei tamponi e a condurre da subito la ricerca sul virus, ad esempio per sequenziarne il genoma. La risposta del sistema è stata la migliore possibile compatibilmente con il fatto che abbiamo avuto a che fare con un virus completamente nuovo, di cui ancora oggi non si conoscono a fondo tutte le caratteristiche, e che un aspetto fondamentale è l’aggiornamento ISS rappresenta il principale centro di continuo dei provvedimenti man mano ricerca in materia di sanità pubblica. A che si accumulavano nuovi dati ed che punto siamo su possibili vaccini? evidenze. A rendere più complessa la In tutto il mondo decine di gruppi di ri- risposta è stata anche la circostanza cerca sono al lavoro su candidati vac- che il virus è arrivato in coincidenza con il picco influenzacini, e alcuni di questi sono già entrati nella le, trovando quindi un “fase 1” della sperisistema sanitario già Lo sforzo è senza “sotto stress” peralmentazione sull’uomo. Lo sforzo è senza tro per una patologia precedenti, e la precedenti, e la speche ha diversi sintosperanza concreta ranza concreta è che mi iniziali in comune è che si riesca ad si riesca ad arrivare con il Covid-19. arrivare ad uno o più ad uno o più vaccini C’è qualcosa che povaccini efficaci in efficaci in tempi molteva essere gestito diversamente? to più rapidi del sotempi molto più rapidi È ancora presto per lito, anche se molto del solito, anche se una analisi di questo difficilmente saranno molto difficilmente tipo, che sicuramendisponibili su larga saranno disponibili su scala prima del proste andrà fatta per larga scala prima del prepararci meglio ad simo anno. prossimo anno affrontare situazioni simili, che purtropSecondo lei, come ha A che punto possiamo dire di essere con la gestione dell’emergenza? In questo momento possiamo senz’altro dire che la fase acuta dell’emergenza è alle spalle. Questo però non ci deve far abbassare la guardia, anche perché nonostante il calo marcato dei contagi e dei decessi il virus circola ancora in molte parti del territorio, e un allentamento eccessivo delle precauzioni potrebbe favorire un nuovo aumento della circolazione. L’ISS è impegnato nel monitoraggio dell’evoluzione dell’epidemia e della risposta dei territori proprio al fine di cogliere per tempo eventuali segni di una possibile recrudescenza del Covid-19.
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MUOVERSI
po potrebbero ripresentarsi in futuro. Come vediamo ormai periodicamente la minaccia di virus nuovi è sempre attuale, e dobbiamo essere pronti. Come mai ci sono state così tante differenze nella mappa dei contagi da Regione a Regione? Quello che possiamo dire con certezza è che le misure di lockdown hanno “protetto” una parte importante del paese ed in particolare le regioni del Sud, impedendo che lì si estendesse l’epidemia. Sul perché in particolare le regioni del Nord Italia siano state più colpite, sarà necessario acquisire più dati ed è prematuro trarre conclusioni. Cosa possiamo aspettarci per i prossimi mesi, soprattutto in vista dell’autunno? Al momento i segnali che abbiamo dalle regioni sono buoni, e nonostante le riaperture il monitoraggio non ha registrato fino ad ora situazioni allarmanti. Bisogna però continuare a vigilare e a rispettare le misure di distanziamento sociale oggi raccomandate, l’igiene delle mani, l’uso delle mascherine e le regole da seguire per minimizzare i rischi nei luoghi pubblici. Al momento non è possibile prevedere con certezza se ci sarà o no un ritorno del virus in autunno, ma bisogna essere preparati a questa evenienza, mantenendo alta la capacità di intercettare nuovi casi e di assistere i pazienti, soprattutto nei reparti di terapia intensiva. In questa prospettiva il SSN è fortemente impegnato quotidianamente.