FCRL Magazine n. 19-2021

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al futuro la san michele del futuro: devozione, arte e aggregazione l 27 luglio scorso, alla presenza dell’arcivescovo di lucca Paolo giulietti, del parroco del Centro storico del capoluogo don lucio malanca e di marcello Bertocchini Presidente della fondazione Crl, è stato annunciato il progetto di diagnosi preliminare, propedeutico al restauro della chiesa di san michele in foro. insieme a loro, in rappresentanza di una variegata equipe di studio e lavoro c’era anche l’architetto marco mei: trentaduenne lucchese, «ho sempre abitato nel centro storico», lo abbiamo incontrato per rivolgergli alcune domande.

I

Architetto, lei è tra gli autori di questo progetto che tocca un simbolo della Chiesa e della Città di Lucca. Chi con lei si sta impegnando per la chiesa di san Michele? l’approccio conoscitivo in generale è un processo complesso e ponderato, soprattutto in relazione all’oggetto da indagare e alle finalità da perseguire: siamo di fronte ad un iter necessariamente multidisciplinare che richiede non solo impegno di carattere tecnico ma anche economico, organizzativo, gestionale e amministrativo, con le relative tempistiche. Questa importante fase di indagini preliminari che proseguirà anche nell’auspicato futuro cantiere, coinvolge ad oggi vari settori professionali (che non saranno i soli in futuro) e non solo, rappresentati ciascuno da più di una persona (piccoli sotto-team di ambito), per un totale di una squadra che conta più di dieci tecnici tra architetti, ingegneri, restauratori, geologi, dottori forestali, archeologi, etc., ai quali si affianca anche un rappresentante della Parrocchia. È chiaro quindi come questo processo ‘critico’ di conoscenza è e sarà frutto di un ponderato, attento e trasparente confronto interno a questo gruppo eterogeneo di tecnici, differenti per età e percorsi professionali ma quasi tutti radicati con le proprie attività sul territorio e legati in modi diversi ma significativi alla nostra Città di lucca. È questo l’inizio di un percorso di conoscenza (complessivo per certi versi e FCRLmagazine 19 | 2021

a cura di Lorenzo Maffei

Intervista a Marco Mei, il giovane architetto a capo di una équipe che sta svolgendo una diagnostica d’avanguardia sull’edifico in vista del restauro

mirato per altri) che, da un lato, vuole evitare la raccolta indistinta di quantitativi crescenti di dati, difficili poi da gestire, e dall’altro vuole operare in maniera che definiamo «incrementale ed incrementabile nel tempo», nel rispetto della propedeuticità delle indagini e in considerazione dei finanziamenti e dei tempi a disposizione. Ci tolga una curiosità. Lei personalmente, appena si è affacciato a questo lavoro, ha avvertito più il peso della sfida, nel dover intervenire su un edificio storico, o l’emozione di poter fare qualcosa di importante per il futuro di un simbolo? tutti gli interventi sull’esistente – e un intervento su un bene come san michele in foro ancora di più – rappresentano senza dubbio delle sfide da affrontare con calcolo, studio e impegno, ma anche, e soprattutto, cura e passione che spesso vanno oltre il mero termine ‘lavoro’ ricordato nella domanda. Questa idea di ‘rinnovamento’ è stata molto accelerata dal periodo storico che stiamo vivendo ma sicuramente non è nata da un giorno all’altro: essa è frutto di un confronto con la Parrocchia che dura ormai da oltre due anni. mi trovo a cogliere l’occasione per ringraziare da un lato, don lucio, col quale negli ultimi mesi (ed anni) sono stati possibili continui scambi di vedute e approfondimenti che hanno contribuito a instradare su più fronti questo progetto e dall’altro lato credo sia doveroso ringraziare la fondazione Crl: una presenza, forse sempre più spesso ed erroneamente data troppo per scontato nel nostro territorio, ma che deve essere invece ricordata per il costante impegno e l’ampia sensibilità che anche in questo frangente non ha mancato di dimostrare, consentendo in maniera determinante e decisiva l’avvio di questo processo. sono nato e cresciuto nel Centro storico, dove tutt’oggi abito orgoglioso della città che è lucca. non posso certo negare un misto di emozione e responsabilità – credo sia naturale! – nel compiere queste operazioni che per me significano mettere le 83


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