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Il presente che prepara il futuro
nel sociale
il presente che prepara il futuro
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Barbara Ghiselli
Acorsagna è nata una nuova realtà che parla di autonomia, indipendenza e futuro concreto. È stata infatti inaugurata lo scorso 27 giugno la struttura social housing «Dopo di noi», intitolata a nicola marescalchi, giovane volontario diversamente abile della misericordia di corsagna recentemente scomparso. il progetto si è sviluppato negli anni con l’obiettivo di offrire ai ragazzi della mediavalle del serchio l’oppor-
Nella nuova struttura di Corsagna la Misericordia costruisce il «Dopo di Noi» a partire dalla pratica del ‘durante’
tunità di sperimentare che cosa significhi diventare autonomi, essere parte attiva di una comunità, mettendo alla prova se stessi in una chiave diversa: da figli ad adulti indipendenti, dal legame familiare alla crescita e costruzione di una ‘famiglia’ rappresentata sia dai compagni di abitazione, sia dalla comunità paesana in senso più ampio. proprio la scelta di un luogo come corsagna ha dato l’opportunità di portare avanti attività lavorative in ambienti protetti e la possibilità di integrarsi con gli abitanti, come accade in queste piccole realtà territoriali. in tal modo, anche le attività della misericordia possono ampliarsi attraverso questo percorso e favorire progetti di inclusione lavorativa e di

potenziamento delle abilità cognitive e relazionali. Un’altra finalità di questo centro di accoglienza consiste nell’offrire un concreto supporto alle famiglie di questi ragazzi. l’indipendenza viene raggiunta tramite interventi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare, interventi che raggiungono lo scopo di benessere e di piena inclusione sociale delle persone con disabilità psicologica, intellettiva e relazionale, anche quando un giorno non avranno più i loro genitori. Quindi, grazie alla collaborazione di vari soggetti pubblici e privati, fra cui spicca la Fondazione per la coesione sociale, la misericordia di corsagna ha ampliato la propria attività di ente no profit con una nuova unità abitativa per il progetto «Dopo di noi» (ex lege 112/2016).
La ‘Casa’ entrando più nel dettaglio, si tratta di un’abitazione – in cui hanno già iniziato a risiedere quattro ragazzi – composta da tre piani collegati da un ascensore, monitorata da telecamere e campanelli collegati all’adiacente residenza sanitaria assistenziale ‘Don Bachini’, in modo da permettere ai residenti di sperimentare questa loro nuova e completa indipendenza. infatti i due piani superiori, quelli in cui i ragazzi e adulti con disabilità dormono, hanno una porta collegata direttamente alla rsa da dove i professionisti che vi lavorano, possono intervenire 24 ore su 24, 7 giorni su 7. la convivenza degli abitanti di questa casa sta procedendo a grandi passi in questa sorta di palestra alla vita, creando un nucleo ed un gruppo sempre più unito. tutto questo è sotto il controllo di uno psicologo, di una tutor e di vari professionisti che li seguono nelle loro attività. negli appartamenti, attraverso un esercizio continuo e ripetuto, si lavora con i singoli utenti o in gruppo, per incrementare e accrescere le autonomie legate al quotidiano come cucinare, lavare e gestire i propri oggetti. in questo modo si stimola a sviluppare le abilità



di gruppo, quali la condivisione degli spazi comuni, il rispetto dei tempi e turni di lavoro legati alla collettività e alla cooperazione per la gestione delle attività. al contempo si garantisce l’opportunità di vivere anche momenti d’indipendenza, fuori dal consueto ambiente domestico. a tal proposito mariano giampaoli, presidente della misericordia di corsagna ha evidenziato: «stiamo sperimentando un altro percorso importante per la vita dei nostri ragazzi e delle loro famiglie, quello dell’autonomia abitativa, ovvero il saper vivere da soli in modo indipendente. Finora infatti, si è sempre pensato al «Dopo di noi» immaginando solo il dopo quando invece è necessario preparare le basi di questo percorso ben prima». giampaoli lo ha dichiarato: il sogno della misericordia di corsagna è quello di poter garantire a persone adulte disabili il diritto a una vita indipendente, dando loro una casa accogliente in cui condividere la quotidianità come in tutte le famiglie. «la parte centrale di questo progetto – ha proseguito il presidente – è la cura della persona con disabilità: tutto questo deve avvenire

anche durante il percorso e proprio in quest’ottica, è quindi necessario creare un’integrazione ottimale tra il sostegno offerto dalle famiglie e quello messo a disposizione dai servizi». la portata delle attività e la qualità della vita è assicurata dall’assenza di barriere architettoniche e dalla disponibilità del tutor che accompagna i ragazzi, li motiva e li indirizza nelle varie attività programmate e in continuo divenire. la prima fase di sperimentazione rappresenta un’opportunità per imparare a vivere senza la costante presenza dei genitori e preparare così il proprio futuro di adulti, ma anche un’opportunità per i genitori di vedere il proprio figlio «sotto una nuova luce». prepararsi al cambiamento, ossia prevenire, cercando di anticipare e di gestire, anziché subire prevedibili situazioni di difficoltà o di emergenza: per comprendere cosa si può fare da soli e in cosa possano essere aiutati, per imparare a condividere una casa con altre persone, per scoprire il piacere di saper fare e di sentirsi adulti fino in fondo. il presidente giampaoli ha ricordato come la Fondazione per la coesione sociale sia stata fondamentale a partire dall’acquisto, ristrutturazione e arredamento; e naturalmente per l’avviamento dell’intero progetto. ha aggiunto inoltre: «È stata il perno attorno e sul quale è stato possibile realizzare la struttura che ospita i ragazzi. il supporto della Fondazione ha reso possibile la costruzione di un’abitazione con tutte le caratteristiche necessarie per viverci. l’aiuto che ha rappresentato è quindi riassumibile come l’opportunità per quattro famiglie e altrettanti ragazzi di sperimentare un modo di vivere più vicino all’autonomia, la speranza per loro di un futuro libero da ansie e pieno di opportunità e relazioni».
il «dopo di noi»
la legge n. 112/2016, contenente «Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare», è conosciuta come la legge «del Dopo di noi, partendo dal durante noi», ossia come quel provvedimento legislativo che ha introdotto un finanziamento e agevolazioni per misure finalizzate a garantire un progetto di vita delle persone con disabilità grave, da continuare anche quando perdano il sostegno familiare. con tale legge si sta realizzando un nuovo modo di intendere il «Dopo di noi»; per la prima volta, si inizia a pensare alla persona con disabilità come persona, che, come ogni altra, ha diritto a non veder «spezzato il filo» della sua vita, cercando strumenti e strategie per renderlo continuo anche quando vengono meno, per le ragioni più disparate, le necessarie cure dei cari.