Canone in verso. La poesia conquista il San Francesco C’è bisogno di poesia nel mondo. Ce la chiedono questi tempi incerti ed un po’ opachi. Ce la chiede la nostra quotidianità, che ha bisogno di colore e luce. Ce la chiedono le generazioni future, che hanno il diritto di crescere in un pianeta migliore. e la poesia ci rende migliori». Queste le parole con cui il presidente Marcello Bertocchini ha introdotto il pubblico del San Francesco ad un nuovo ciclo dedicato alla poesia e ai suoi rapporti con la musica. Una scelta coraggiosa da parte della Fondazione, quella di dedicare ben quattro incontri ad una branca della letteratura mondiale che tutti affascina ma che molti spesso ‘allontana’, per la sua natura molto singolare: misteriosa, arcana, talvolta criptica e allegorica. Ma la poesia è fatta così. Ci sembra di non averne bisogno. La consideriamo elitaria e lontana dal mondo reale, ma non appena ci si avvicina ai versi, quelli veri, toccanti ed eterni, veniamo travolti dall’immediatezza con cui i poeti hanno saputo tradurre in poche righe brandelli di umanità, frammenti di realtà e riflessi dei loro stati d’animo. poeti che hanno descritto le parabole dei loro umori, cantato l’impegno civile, descritto la felicità e lo sconforto, creando talora una sorta di vetrina del loro Io, in cui contenere la luce brillante della gioia vissuta o accumulare le macerie cadenti della loro anima spezzata. tanto, forse troppo, per pensare a occasioni divulgative aperte al grande pubblico, ma, come spesso accade, le preferenze delle persone sono insondabili e non facilmente prevedibili. e così un pubblico numeroso ha seguito gli incontri che hanno animato i week end di un ottobre dalle temperature straordinariamente miti, forse guidati da una ‘fame’ di cultura sempre più forte a seguito delle necessarie serrate pandemiche, ma sicuramente attratti da un’urgenza di porsi a contatto con l’arte e con la bellezza.
FCRLMAgAzINe 19 | 2021
GLI InConTRI
Un successo quasi inatteso per l’edizione ‘zero’ della nuova rassegna dedicata a musica e poesia
Se, nell’immaginario collettivo, si è associata la poesia a un movimento forse quello del Romanticismo è uno dei primi ‘filoni’ che vengono in mente. e da lì abbiamo iniziato, con una full immersion nei fiumi di parole che si dipanano tra i boschi e le selve tanto care a John Keats. Come musica, la poesia è il titolo della conferenza spettacolo che, con la regia di Alessandro Fabrizi, ha condotto il pubblico, attraverso componimenti poetici del poeta britannico, nella speciale magia di una poesia che è essa stessa musica, un’arte del suono. La serata ha visto la critica Nadia Fusini, studiosa e traduttrice di Keats, condurre gli spettatori in un viaggio attraverso le sue parole, lette dal poeta Franco Marcoaldi, accompagnato dalle musiche che Keats prediligeva, eseguite da Ivano Battiston alla fisarmonica. John Keats, una delle voci forse più celebri del Romanticismo inglese, di cui quest’anno si celebra il bicentenario dalla morte, avvenuta proprio in Italia, a Roma, il 23 febbraio 1821, amava infatti profondamente la musica, soprattutto quella di Mozart, Arne e händel. La rassegna è proseguita poi con una serata al femminile. Ti chiamo poesia è infatti reading poetico per voci e musica interamente dedicato alla celebrazione della poesia femminile, che partendo dalla sacerdotessa sumera enḫeduanna, figlia del re accadico Sargon vissuta intorno al XXIV secolo a.C., e, passando da Saffo, ha proposto un viaggio nei secoli, fino ad arrivare ad Alda Merini, celebrata in intermezzi canori come leitmotiv dello spettacolo. e così la compagnia teatrale dell’Associazione culturale “Il Circo e la Luna” ha ‘schierato’ due attrici, Laura Martinelli e Michela Innocenti, accompagnate dalla giovanissima arpista Celeste Canali, per raccontare versi e vicende di una folta schiera di poetesse meno note alla storia come la lucchese Chiara Matraini o Christine de pizan, interprete del Medioevo, poetessa e scrittrice italiana
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