Il serrano 157 - gennaio/aprile 2023

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P o s t e I t a l i a n eS p e d i z i o n e i n a b b o n a m e n t o p o s t a l e a r t . 2 c o m m a 2 0 / c L . 6 6 2 / 9 6D C B S i c i l i a 2 0 0 3 Gennaio-Aprile 2023
Organo dell’Associazione Serra International Italia Inaugurato l’Oratorio San Junipero Serra In ricordo di Gigi Ferro L’intervista a Greg Schweitz, presidente internazionale
N. 157
Verso il XVIII Congresso del Serra Italia

editoriale

® 3 Per Crucem ad Lucem: una nuova Pasqua di speranza di Piergiorgio Aquilino

Pasqua 2023

® 4 La lettera verso il congresso. A partire dal cuore dell’uomo di Paola Poli

vita della chiesa

6 «Signore, ti amo», le sue ultime parole Grazie, santo Padre Benedetto! di Piergiorgio Aquilino

7 A Roma, il nuovo Convegno nazionale sulle vocazioni

Un meraviglioso poliedro a cura della Redazione

vita del serra

8 Prato, 24 marzo 2023: storica data per il Serra Inaugurato l’Oratorio San Junipero Serra di Piero Ceccatelli

11 11 marzo 2023: il nuovo Cnis

“Siempre adelante!”

a cura della Redazione

12-18 Il Serra piamge la scomparsa del segretario nazionale Luigi Ferro di Maria Gemma Sar teschi – Dino Viti – Antonio Ciacci

Maria Luisa Coppola – Manuel Costa – Enrico Mori – Paola Poli

19 Già cappellano del Serra club di Aversa

Don Stefano Rega, il nuovo Vescovo Serrano di Maria Luisa Coppola

20 Una rigenerazione per condividere, essere ed agire Essere per fare... (dedicato a Giuliano Rizzerio) di Marco Crovara

l’inter vista

24 L’intervista al Presidente di Serra International Greg Schwietz

“I Serrani devono ricordare a se stessi l’importante dono che hanno: essere consiglieri e guide per i giovani!”

a cura di Piergiorgio Aquilino

l’angolo del serra international

28 Lettera alla Redazione

”La rivista Il Serrano ci rende orgogliosi di essere serrani!”

la voce della fondazione BJS

29 Progetto “Auxilium. La voce ai seminaristi beneficiati di Marco Crovara

cultura e società

30 In cammino...sempre, insieme! Il Sinodo guarda al futuro di Maria Luisa Coppola

vocazioni

32 La chiamata al sacerdozio di don Andrea Santoro di Maddalena Santoro

dai club e distretti

34 Notizie ed iniziative

PERIODICO TRIMESTRALE N 157

ASSOCIAZIONE SERRA INTERNATIONAL ITALIA

Gennaio-Aprile 2023 (XLVII)

Finito in redazione il 20 marzo 2023

Registrato presso il Tribunale di Palermo n. 1/2005 del 14 gennaio 2005

Iscrizione al Roc n 21819 del 16/01/2012

Spedizione Abbonamento Postale Gr IV Pubblicità inferiore 50%

Direttore responsabile

Piergiorgio Aquilino

Redazione

Manuel Costa

Filly Franchino

Dino Melis

Comitato di Direzione

Paola Poli, Presidente del C N I S

Flavio Fontana, V Presidente del C N I S

Maria Lo Presti V Presidente del C N I S

Michele Guidi, V Presidente del C N I S

Giuliano Faralli, V. Presidente del C.N.I.S.

Trustee italiani di Serra International

Hanno inoltre collaborato a questo numero:

Oreste Arconte Alessio Emanuele Biondo

Mario Biscardi Antonio Ciacci

Maria Lucia Coppola Manuel Costa

Marco Crovara Maria Lo Presti

Enrico Mori Paola Poli

Vera Pulvirenti Roberto Razzano

Maddalena Santoro Gemma Sarteschi

Dino Viti Greg Schwietz

Norme essenziali

per redattori e collaboratori

1. Inviare il materiale per la stampa entro e non oltre il 10 giugno 2023

2. Inviare i contributi all’e-mail sotto indicata.

3. Inviare foto molto chiare con soggetti inquadrati da vicino

I redattori distrettuali, i collaboratori ed i Vice Presidenti di Club responsabili delle comunicazioni sono pregati di attivarsi per l’inoltro di brevi (max 2.000 battute s.i.) cronache relative alle attività svolte dai Club e dai Distretti alla Segreteria di redazione

E-mail: news@serraclubitalia it

Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dei rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente la linea editoriale della testata. La Direzione si riserva di pubblicare in tutto o in parte le foto, gli articoli e i servizi pervenuti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale, anche se non pubblicato, non sarà restituito

-nauguratol’Oratorio Gigi Ferro L’intervista GregSchweitz, erso XVIIICongresso N. 157
Stampa Tipografia Publistampa s.n.c. Piazza Bartolomeo da Messina 2/e • Palermo tel. 091 6376142 • tel. fax 091 546543 (e-mail: graficapublistampasnc@gmail.com)
In copertina: Copy Foto: Sr
Anastasia
Parole de Vie
Marie
Carré, Christ

Per Crucem ad Lucem: una nuova Pasqua di speranza

Ogni Pasqua ci presenta uno scenario diverso su cui riflettere.

Negli ultimi anni, gli eventi ci hanno costretto a considerare tre panorami completamente lontani tra loro, ma tutti carichi di quello stesso silenzio. E di quella stessa preghiera.

Prima, dopo il tempo di Quaresima vissuto come Quarantena di conversione, una Pasqua di speranza. Poi, dopo il grido di pace per fermare il massacro in terra ucraina, una nuova Pasqua di speranza. Oggi, in questo martoriato tempo dopo il terremoto tra Turchia e Siria – là, dove non bastava la guerra, la fame o la povertà –, una sempre nuova Pasqua di speranza.

Ogni Pasqua: tutte diverse, ma accolte nello stesso silenzio. Quel silenzio che, ancora oggi, cede il passo alla sola invocazione che non cessa di levarsi da ogni angolo della terra: “Signore, pietà”!

Supplica che, quotidianamente, si concretizza nei “sacrifici” dei nostri giorni

Anche quest’anno ci ha accompagnato alla Pasqua una dura realtà, metafora di una Quaresima-penitenza incarnata nell’oggi della storia. «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 2,6): tempo favorevole, tempo opportuno, tempo di grazia, per la riflessione personale, per la remissione dei peccati, per la conversione del nostro ego, anzitutto Anche questo periodo di preparazione quaresimale è stato, davvero, grazia della penitenza. Sono sempre attuali le parole dell’alto Magistero del compianto papa Benedetto XVI, quando ci ricorda: «La penitenza è grazia; è una grazia che noi riconosciamo il nostro peccato, è una grazia che conosciamo di aver bisogno di rinnovamento, di cambiamento, di una trasformazione del nostro essere. Penitenza, poter fare penitenza, è il dono della grazia. […] Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter fare penitenza è grazia. E vediamo che è necessario far penitenza, cioè riconoscere quanto è sbagliato nella nostra vita, aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare Il dolore della penitenza, cioè della

purificazione, della trasformazione, questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della misericordia divina, è grazia che ci trasforma» (Concelebrazione Eucaristica con i membri della Pontificia Commissione Biblica, 15 aprile 2010). La Parola che la Chiesa ci offre, seppur in una proclamazione apparentemente statica – sempre la stessa –, si fa dinamismo puro – sempre nuovo –. Ogni tempo, allora, è davvero “il tempo” propizio per andare incontro alle ferite del fratello, per rinnovare all’umanità intera i sentimenti della carità cristiana, per farsi convintamente più prossimi alle esigenze degli ultimi, mossi da quella compassione evangelica della quale il Cristo incarnò il più pieno significato: «Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). Infatti, come ci ricorda la liturgia del Venerdì Santo per mezzo di un’antica antifona di origine bizantina: «Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo»! E, ancora, la domanda che sant’Agostino rivolge ai suoi interlocutori in un celebre discorso: «Non era forse quel sangue il prezzo dei peccati?» (Augustinus Hipponensis, Discorso 335/I).

Per Crucem ad Lucem, dunque!

È questo il mistero che siamo chiamati a meditare, anche in questa nuova Pasqua di speranza È per gli effetti scaturiti dalla Croce del Cristo che il mondo intero riceve la salvezza.

La luce della Pasqua, quella che rischiara ogni tenebra di morte, non deve farci dimenticare, quindi, il suo momento fondante: la Croce del Cristo, nostra gloria, nostra salvezza, nostra risurrezione. «Egli – il Cristo –, sacrificando se stesso immacolata vittima di pace sull’altare della Croce, portò a compimento i misteri dell’umana redenzione; assoggettate al suo potere tutte le creature, offrì alla tua maestà infinita il regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace» (Messale Romano, Prefazio: Cristo Re dell’universo, III ed.).

È questo il Regno di Dio a cui aneliamo.

È Lui la nostra Pasqua!

È Lui la nostra speranza!

Buona Pasqua di speranza a ciascuno di voi, cari amici serrani!

Per info e approfondimenti: www.serraclubitalia.it; www.serrainternational.org. editoriale

La lettera verso il Congresso

A partire dal cuore dell’uomo

Amiche e amici carissimi,

in questo ultimo periodo tutti noi abbiamo dovuto affrontare la dura prova, a distanza di poco tempo, di due gravissimi lutti che hanno causato sconcerto e disorientamento: la scomparsa annunciata nello scorso numero di questa rivista di Peppino Savino e, oggi, di Luigi Ferro

Dopo tanti anni alla guida della tesoreria e della Segretaria nazionali, hanno lasciato un grande vuoto, avendo rappresentato dei punti di riferimento per tutti i Serrani, esemplari modelli di seria, generosa, fraterna disponibilità nell’esercizio di funzioni centrali per la gestione amministrativa ordinaria della nostra Associazione

Abbiamo ricevuto tanto da ciascuno di loro e ricambiato l’offerta del dono di una leale amicizia con l’ammirazione e l’affettuosa gratitudine che la forza di un legame ben saldo e sincero vuole consegnare alla memoria, al ricordo che in questo numero riserviamo all’amato Luigi, stringendoci ai suoi cari. Non è stato facile riorganizzarci, ma proprio nel loro ricordo ci siamo impegnati ad andare avanti, lavorando in squadra, sorreggendoci nell’affrontare le difficoltà e impegnandoci tutti a continuare a costruire, a rimanere uniti, fedeli al servizio cui tutti noi abbiamo scelto di aderire

Ogni azione che ci vede coinvolti nella programmazione, realizzazione di incontri e delle tante attività di grande interesse di club e di Distretti, come pure l’adesione e la partecipazione a incontri e progetti nazionali (i lavori del CNIS e della formazione, le iniziative delle commissioni, il Concorso di musica sacra dello scorso novembre, il Contest fotografico e il Concorso scolastico, i cui termini stanno scadendo in questi giorni) conferiscono concretezza a obiettivi e finalità proprie del nostro operato, attingendo a quella spinta motivazionale che si rafforza nella bellezza di conoscersi e riconoscersi mentre si percorre un tratto di cammino insieme A tale riguardo, vi ricordo l’ultimo appuntamento in presenza del mio mandato presidenziale che ci vedrà riuniti dal 26 al 28 maggio all’Aquila e che sarà caratte-

rizzato sia da importanti impegni istituzionali, che da momenti di piacevole condivisione tra tutti i soci. Nel pomeriggio del venerdì sono previsti i lavori dell’Assemblea dei delegati dei club per il rinnovo delle cariche dei quattro Vicepresidenti, del Segretario e del Tesoriere Nazionali, seguiti dalla riunione della Fondazione BJS

Nella giornata di sabato 27 maggio si svolgeranno i lavori del Congresso nazionale nella Sala ipogea e Giardino d’Inverno del Palazzo del Consiglio regionale d’Abruzzo che la Presidenza del Consiglio regionale, nella persona del Dott Lorenzo Sospiri, ha gentilmente concesso per l’occasione, unitamente al patrocinio dell’Istituzione

Ricordo il tema del Congresso: “«Col sangue versato sulla croce pacificò il cielo e la terra» (Col 1,20) - Itinerari per costruire il perdono e la pace a partire dal cuore dell’uomo”

Introdotto nella città di Assisi, scelta per nesso non casuale, con interventi di grande spessore quali quello di Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale Gualtiero Bassetti e di padre Emanuele Gelmi, il tema verrà ripreso e approfondito su altre tracce da illustri relatori che in questi giorni stanno facendo pervenire i titoli dei rispettivi interventi Vi anticipo che saremo accolti dai saluti di Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale Giuseppe Petrocchi e delle diverse rap-

di Paola Poli Presidente Nazionale
4 Pasqua 2023 il serrano n 157

presentanze istituzionali; al nostro Consulente Episcopale, Sua Eminenza Reverendissima il Sig Cardinale Beniamino Stella, sarà riservata l’apertura dei lavori del sabato mattina e a Don Michele Gianola, Direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale vocazionale, quella della sessione pomeridiana Scopo del Congresso, e quindi della scelta del tema, come già indicato, è quello di richiamare l’attenzione, in questo particolare momento storico, sull’appello che il Papa ci rivolge chiedendoci di pregare e operare per la pace e invitandoci «a riflettere sulla necessità di essere cristiani che trasformino le strutture e possano creare ponti in tutti i settori della società, illuminando il pensiero, affinché porti ad azioni che possano dare pace ed unità a tutti i livelli, a cominciare dalle nostre famiglie e comunità» (Papa Francesco, Videomessaggio V I c o n g r e s s o N a z i o n a l e L e a d e r s h i p C a t t o l i c a d e l Ministero Ispano, 26 aprile 2022)

La città dell’Aquila, che con Assisi rappresenta un luogo di convergenza penitenziale di richiamo di grandi folle di fedeli, assume un forte significato storico-simbolico per le vicende che la legano a papa Celestino V, alla memoria di un evento che verso la fine del XIII secolo ha proiettato la città al centro della Chiesa universale; inoltre, l’estensione dell’indulgenza plenaria che Papa Francesco ha voluto concedere in occasione della sua recente visita, e che tutti voi potrete ricevere, ha elevato la Basilica di Collemaggio a Santuario eletto di irradiazione di spiritualità per un intero anno

Il Congresso terminerà proprio nella detta Basilica, con la Santa Messa presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Beniamino Stella, per procedere infine, nella conviviale che seguirà, alla cerimonia del passaggio delle consegne con il nuovo Presidente nazionale, Giuliano Faralli Nonostante i forzati rallentamenti subiti, si sta lavorando alacremente e la Commissione eventi, coordinata da Samuele Labita, già da tempo all’opera, sta ora creando

tutte le condizioni per poter garantire un gradevole soggiorno a tutti voi, naturalmente con la vostra collaborazione in quanto sarà indispensabile conoscere, entro i termini stabiliti, il numero dei partecipanti che condiziona inevitabilmente la definizione di dettagli organizzativi importanti e che porrà al riparo dal rischio di sgradite esclusioni Gli accompagnatori avranno l’opportunità di visitare, venerdì pomeriggio, il MuNdA (Museo nazionale d’Abruzzo) e apprezzare i tesori storico-artistici del territorio abruzzese nella sede che lo ospita dopo il grave evento sismico del 2009; accompagnati da una guida, sarà inoltre possibile visitare la Fontana delle 99 Cannelle, monumento identitario della città dell’Aquila, confinante con i locali del MuNdA

La sera del venerdì, all’interno dello storico edificio del Palazzetto dei Nobili, gentilmente concesso dall’amministrazione comunale, è previsto per tutti i soci uno spettacolo che ci introdurrà al tema del Congresso e ci proietterà nell’atmosfera del tempo di papa Celestino

V, il papa del perdono

Il nostro incontro aquilano si concluderà domenica, per chi vorrà e potrà restare, con la visita al Mammut, il reperto fossile di gigantesche dimensioni conservato presso il Castello Cinquecentesco, per poi visitare la suggestiva Chiesa della Madonna d’Appari, inserita in un contesto naturale di straordinaria bellezza, dove Sua Eminenza il Sig Cardinale Beniamino Stella, che ci onorerà della sua presenza, celebrerà la S Messa; il vostro soggiorno aquilano terminerà con il pranzo in un locale tipico alle falde del Gran Sasso, dove ci saluteremo con la promessa di ritrovarci tutti al primo appuntamento di un nuovo anno sociale

Considerata l’importanza dell’incontro di fine maggio, auspico la più ampia partecipazione per avere l’opportunità di ringraziare la ‘mia’ squadra e tutti voi della preziosa collaborazione, dell’affettuosa vicinanza che mi avete sempre offerto, insieme all’accoglienza riservatami quando ho partecipato a importanti momenti di vita di club o di distretto, consentendomi di conoscere, cogliere e trattenere nel cuore il vostro calore, il vostro orgoglio di essere Serrani Desidero aggiungere che, con il passaggio delle consegne, potremo formulare a Giuliano e alla nuova squadra i nostri auguri di buon lavoro e assicurare tutto l’impegno a sostenere le progettualità del suo nuovo mandato.

Con l’approssimarsi della Santa Pasqua, non mi resta che augurare a tutti noi e ai nostri cari che la luce del Signore Risorto illumini i cuori e, come ci ricorda Madre Teresa di Calcutta, che questa Pasqua sia un momento per far scoprire «la vera essenza dell’amare e dell’essere amati»

Un abbraccio

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Gennaio-Aprile 2023

vita della chiesa

ti amo», le sue ultime parole Grazie, santo Padre Benedetto!

Città del Vaticano, 31 dicembre 2022 «Signore, ti amo», le sue ultime parole. Poi, qualche ora dopo, l’annuncio con una dichiarazione della Sala Stampa della

Santa Sede: «Il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9.34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano»

Silenziosamente, così come ha sempre vissuto – incarnando perfettamente quell’indole monastica che naturalmente gli apparteneva –, se n’è andato un grande degli ultimi tempi In silenzio e dal silenzio di quell’anonimo Monastero, dove ha offerto, negli ultimi dieci anni, tutto se stesso per il bene della Chiesa. È stata la promessa, quotidianamente mantenuta, espressa tacitamente nel suo ultimo e più umile gesto, in quell’11 febbraio 2013, quando annunciò la sua abdicazione al ministero petrino e al Soglio Pontificio Un silenzio assordante accompagnò la sua voce: «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio […], ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro»

Poche, ma intense e sentite parole Istanti di incredulità e sgomento sommati a momenti di profonda riconoscenza e ammirazione E così, il 28 febbraio seguente, Benedetto XVI «salì sul monte», lasciando dietro di sé otto lungimiranti anni di pontificato, segnati da verità apostolica e profonda fedeltà al Signore. Il Teologo della fede, con quel gesto, incarnò totalmente in sé il soffio ispiratore dello Spirito, che sempre guida la barca della Chiesa, affidando-

ne il timone «alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo»

La salma di Benedetto XVI esposta nella Basilica di San Pietro in Vaticano (2-4 gennaio 2023).

La salma di Benedetto XVI esposta nella Basilica di San Pietro in Vaticano (2-4 gennaio 2023)

Foto: Piergiorgio Aquilino

Foto: Piergiorgio Aquilino

Dal 16 aprile 2005 – giorno della sua elezione a Sommo Pontefice – il suo ministero petrino fu in piena continuità con quello del suo predecessore, Giovanni Paolo II, da lui stesso proclamato beato; così tanto integrato, da costruire quasi una sorta di unico “pontificato del Nuovo Millennio”, senza creare fratture. Già nel giorno della sua elezione e durante la sua prima omelia, papa Ratzinger sottolineò, tra gli altri, il suo forte «impegno di proseguire nell’attuazione del Concilio Vaticano II», avendo come bussola del suo papato le tre virtù teologali: fede, speranza e carità, alle quali dedicare, dopo un primo omaggio al DioAmore (Deus caritas est, 25 dicembre 2005), le riflessioni magisteriali pubblicate nelle sue lettere encicliche (Spe salvi, 30 novembre 2007; Caritas in veritate, 29 giugno 2009; Lumei fidei, a quattro mani col successore Francesco, 29 giugno 2013)

Tanti sono i ricordi che stanno riaffiorando. Troppi, fino a quelli che sfociano nel più intimo, in quelle occasioni strettamente personali, mentre, durante un abbraccio, la sua voce ti sussurra di aprire il cuore alla fede Ognuno serberà emozioni proprie, che ti segnano, regalandoti quelle singole e stupende occasioni che porti dentro per tutta la vita!

Una cosa è certa: mentre la luce radiosa del suo fruttuoso pontificato si confonde già con le ombre più assolute della storia, sarà proprio quest’ultima a dire a tutti la tua vera grandezza e la tua umanità!

Grazie, Santo Padre Benedetto!

il serrano n 157
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«Signore,
R o m a , P i a z z a S a n P i e t r o , 5 g e n n a i o 2 0 2 3 . L e e s e q u i e d i B e n e d e t t o X V I . F o t o : P i e r g i o r g i o A q u i l i n o

A Roma, il nuovo Convegno nazionale sulle vocazioni Un meraviglioso poliedro a cura della Redazione

ei primissimi giorni dell’anno nuovo, promosso dall’Ufficio Cei per a pastorale vocazionale, è tornato il Convegno nazionale su “vocazione e sinodalità” dal titolo: “Un meraviglioso poliedro”

“Il tema del nostro convegno ‘Un meraviglioso poliedro’ nasce da un ’espressione di Papa Francesco dedicata alla Chiesa e per noi significa trama, intreccio, di molteplici vocazioni di cui ciascuno è un filo, una tessera del mosaico, un faccia del poliedro”: così, don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni Cei nell’aprire il Convegno, tenutosi dal 2 al 4 gennaio 2023 “Un meraviglioso poliedro” è il tema della tre giorni di lavori che, quest’anno, si è svolto in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia Cei E, proprio padre Marco Vianelli, direttore dell’ufficio Famiglia, ha sottolineato come la famiglia sia un pezzo di questo poliedro “Con Amoris laetitia – ha detto p Vianelli – Papa Francesco ha rilanciato questo tema: quindi c’è un progetto di Dio che va compreso e accompagnato E chiediamoci anche: cosa ha da dire la famiglia alla vocazione sacerdotale o religiosa?”. Un convegno ricco di spunti, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del card Oscar Cantoni, vescovo di Como, e mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei «Quando lo sguardo amorevole e creativo di Dio ci raggiunge in modo del tutto singolare in Gesù, la nostra vita cambia E nella misura in cui lo accogliamo tutto diventa un dialogo vocazionale, tra noi e il Signore ma anche tra noi e gli altri Un dialogo che, vissuto in profondità, ci fa diventare sempre più quelli che siamo: nella vocazione al sacerdozio ordinato, per essere strumento della grazia e della misericordia di Cristo; nella vocazione alla vita consacrata, per essere lode di Dio e profezia di una nuova umanità; nella vocazione al matrimonio, per essere dono reciproco e generatori ed educatori della vita» (cfr. Francesco, Messaggio per la 59ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Roma 8 maggio 2022)

Queste parole di papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le

Nvocazioni fanno da sfondo ai lavori del Convegno che ha riunito operatori pastorali, presbiteri, laici, consacrati e consacrate per confrontarsi sulla tematica vocazionale e per rinnovare la passione per il suo annuncio La vocazione è sempre una sorpresa, sorge da una parola che nel Battesimo il Signore ha seminato nel cuore di ogni credente e prende avvio da un evento inatteso che sempre meraviglia. Somiglia, la vocazione, ad una reazione a catena una «fissione nucleare portata nel più intimo dell’essere capace di suscitare una catena di trasformazioni che a poco a poco cambieranno il cuore e trasformeranno il mondo» (cfr Benedetto XVI, Omelia in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù 2005) Fare memoria dell’opera creatrice di Dio nella propria vita, riconoscere il suo sguardo amorevole e creativo che ci ha raggiunto in Gesù e trovare uno spazio per raccontarne la forza e la semplicità, è occasione per rinverdire le radici della propria vocazione e contemplare la meravigliosa e sobria fantasia dello Spirito che opera nella vita degli altri In questi anni, la Chiesa ci invita a riscoprire quel tratto essenziale del nostro essere credenti che è il camminare insieme, che la strada della salvezza – della santità, della felicità, della vita che è vita semplicemente (cfr. Benedetto XVI, Spe salvi, 11)

è una via che non si percorre da soli

Il pellegrinaggio sinodale della vocazione trova la sua radice nella contemplazione della Pasqua di Cristo della quale è intrisa tutta la Creazione e la storia di ogni persona: «Mors et vita duello conflixere mirando» (“La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno vinta” – Gv 1,5) Non si tratta, primariamente, di cose da fare ma anzitutto di narrarsi a vicenda i semplici e quotidiani prodigi della vita che sconfigge la morte «Animati da questo spirito, potremo procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza delle varietà di cui si compone [ ] In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo Essa può attrarre i giovani proprio perché non è un ’unità monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova, nonostante le sue miserie» (Francesco, Christus vivit, 206-207).

7 Gennaio-Aprile 2023 vita della chiesa

25 marzo 2023: storica data per il Serra

Inaugurato l’Oratorio San Junipero Serra

Prato - La piccola chiesa detiene due primati È la sola in Italia ad esser dedicata a padre Junipero Serra, il missionario spagnolo, che nel Settecento evangelizzò il Messico e la California. Ed è la sola in Europa con le sembianze delle piccole chiese dei villaggi assolati nel centro America o nel sud degli Stati Uniti Le chiesette in calce bianca, abbacinanti e sinuose, che abbiamo conosciuto grazie a film western e saghe televisive E infatti c’è chi la chiama “la chiesa di Zorro”: piccola, luminosa, con un arco sulla facciata a far da campanile In più, l’oratorio di San Junipero Serra sorge in un quartiere di frontiera, denominato “il Cantiere” Un quartiere che - e non per lo stile coloniale del suo edificio di culto - è stato definito a lungo il Far West di Prato Ma da tempo ormai ha consumato il suo pieno riscatto. Il Cantiere si è riunito a festa sabato 25 marzo 2023, presentando la “riqualificazione artistica” dell’interno della piccola chiesa, che il Serra club pratese, toscano e nazionale ha finanziato, affidandone la realizzazione all’artista pratese Gabriella Furlani Ispirandosi al clima desertico, richiamato dalla facciata, e al messaggio che il Serra club lanciava il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione (“il seme diventi germoglio”), Furlani ha scelto il motivo dell’arbusto che spunta dal suolo, per farne sostegno del nuovo piano d’altare e del leggìo dell’ambone Inoltre, ha fatto incassare nella parete il tabernacolo, fino allora poggiato su una mensola e ha reso l’ambiente più luminoso L’insieme trova compimento nel Cristo crocifisso sulla parete di fondo, addossato alla finestra dove la luce esterna, naturale, restituisce “la forma del suo corpo come Risorto, impronta di luce La Croce si taglia sul vetro opalino che con la sua forma circolare accompagna l’idea di un Cristo che abbraccia, accoglie e si dona attraverso l’ostia” Per la realizzazione degli arredi sacri l’artista sceglie materiali poveri, naturali e di recupero, non solo nella dimensione francescana di semplicità e di vicinanza fraterna alla comunità del luogo, ma anche nel sentire contemporaneo che al loro utilizzo affida un forte valore simbolico

A cogliere l’importanza dell’opera di rilancio dell’edificio è stato il cardinale Beniamino Stella, consulente episcopale del Serra International Italia, intervenuto all’inaugurazione. L’invito è giunto da Elena Baroncelli, governatore del distretto 71 del Serra, con giurisdizione sulla

Toscana nord A conferma del valore che l’oratorio riveste per la popolazione, primo ad accogliere il cardinale sulla piazzetta antistante l’ingresso era Antonio Biancalani, presidente del Comitato cittadini del Cantiere, che ripercorreva la storia di quel lembo di terra, racchiuso fra la riva sinistra del fiume Bisenzio e due linee ferroviarie: l’ottocentesca Firenze-Lucca-Viareggio e la ex Direttissima per Bologna, completata nel 1932. Gli operai che costruirono i binari diretti a nord stabilirono lì il cantiere, lasciandovi, una volta dismesso, piccoli fabbricati destinati a rimesse, magazzini e alloggi. Nel Dopoguerra, in quel fazzoletto, si insediò una piccola parte delle decine di migliaia di immigrati giunti a Prato, in prevalenza dal Sud Italia. Costruirono case a uno o due piani, con piccoli orti e giardinetti, lungo poche strade disposte a triangolo e confluenti nei due sottopassi ferroviari che ancor oggi connettono il quartiere alla zona residenziale della Pietà, la più esclusiva della città Il Cantiere germogliò spontaneo e abusivo, ospitando onesti lavoratori e fatalmente frange dedite all’illegalità Nel Cantiere, pur citandone appena il nome, lo scrittore Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega nel 2006 e nel 2020, ambientò il romanzo Brucia Troia, opera giovanile, pubblicata solo nel 2007 Con la sanatoria edilizia, la costruzione della pista ciclabile lungo il fiume e il prevalere del seme buono su quello cattivo, da alcuni decenni la comunità del Cantiere vive il suo rilancio, basato sulla coesione e un forte senso di appartenenza Chi ci è nato, non se ne va E vuol migliorare il contesto Remo Cavaciocchi, novantenne dal fisico minuto, considerato “sindaco del Cantiere” era commosso nella piazzetta, mentre il cardinale Stella rispondeva al saluto con parole di elogio e incoraggiamento rivolte alla comunità Ai pratesi, che definiscono “chiesino ” l’oratorio, come tutti i luoghi di culto di ridotte dimensioni, il cardinale

Prato,
8 il serrano n 157 vita del serra
Piero Ceccatelli P r a t o , 2 5 m a r z o 2 0 2 3 L ' i n a u g u r a z i o n e d e l l ' O r a t o r i o S a n J u n i p e r o S e r r a .
di

chiedeva perché quel cambio di genere - da femminile a maschile - per descrivere le piccole chiese Nessuno sapeva rispondere, se non appellandosi a una consuetudine antica e forse irreversibile Era Paola Poli, Presidente nazionale del Serra ad intuirne la ragione: “Un modo intimo ed affettivo per riferirsi al luogo di culto più vicino fisicamente e più vicino al cuore ” . All’interno del “chiesino” il cardinale veniva accolto dal vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini, dal vicario don Daniele Scaccini, da don Carlo Gerace, parroco della basilica di Santa Maria della Pietà Presenti il sindaco Matteo Biffoni, la consigliera regionale Ilaria Bugetti e Gabriele Alberti, presidente del consiglio comunale. Il Serra club era rappresentato ai massimi livelli dal Presidente nazionale Paola Poli Soci serrani erano giunti da tutta la Toscana e da fuori regione: fra loro Enrico Mori e Giuliano Faralli, rispettivamente Past President e presidente incoming del Serra Nazionale Carmela Perucchetti, dell’associazione per l’arte Le Stelle di Brescia, illustrava le opere realizzate da Gabriella Furlani per l’oratorio, leggendole nel contesto di una poetica sviluppatasi in massima parte della produzione sacra e culminata nella riqualificazione della cappella che a Concesio, nel Bresciano, accoglie il fonte battesimale di Giovan Battista Montini, futuro Papa Paolo VI Durante la messa concelebrata assieme al vescovo Nerbini, il cardinale Stella ha rivolto un pensiero all’attuale condizione dei seminari: “In un momento difficile, invito a pregare per le vocazioni sacerdotali e la vita consacrata Dice il Vangelo: ‘preghiamo perché il padrone delle messi ci mandi operai’ Impegniamoci dunque con la preghiera, affinché possiamo vivere la vita cristiana sostenuti dal rinnovo delle guide, dei pastori”. Per chiosare: “Fratelli e sorelle, l’odierna solennità dell’Annunciazione diventa per noi occasione per chiedere al Signore d’imparare a scoprire le sue «visite» dentro l’ordinarietà della vita A comprenderecome Maria - che «tutto è segno» per chi crede, e che spetta a noi aderire con fiducia a quanto il Signore ci domanda attraverso gli incontri e le occasioni della vita. Il nostro fondatore San Junipero ha ascoltato e

meditato la Parola di Dio, e custodendola nel cuore si è da essa lasciato guidare nel riconoscere la volontà del Signore dentro la sua storia concreta Se lui è partito per l’America e l’ha percorsa per migliaia di chilometri, è proprio perché ha saputo ascoltare Dio nel suo cuore, trovando poi disponibilità nei suoi superiori. Così come imparerà ad ascoltare le esigenze dei popoli presso i quali era stato inviato Vedete, molto spesso noi pretendiamo di avere tutto chiaro, prima di dare la nostra adesione e di pronunciare il nostro «Eccomi»: ma non sarà mai così. Perché la chiamata di Dio è questione di Amore, e così lo è la risposta, questione di amore: a un Amore che chiama non si può che rispondere con un amore che si dona E nell’amore non ci sono prove matematiche che possono dare certezza Amare è un rischio quotidiano, me è proprio rischiando che si dimostra di amare. Se san Junipero avesse dovuto attendere segni chiari e certi, non avrebbe fatto nulla, invece si è fidato e, nell’amore, si è donato con pratica eroica delle virtù cristiane Come accennavo, la solennità dell’Annunciazione non solo è una bella cornice per inaugurare questo Oratorio, ma costituisce pure la bussola per orientarci nel comprendere il significato di questo luogo di preghiera che oggi inauguriamo Venendo qui a pregare, possiamo incontrare e fare esperienza di un Santo che ha saputo ascoltare la voce di Dio dentro la vita quotidiana, e affidarci così alla sua intercessione, affinché ci aiuti a riconoscere ogni attimo della vita quale luogo dove Dio ci dà appuntamento per rivelarci la sua volontà, e poterci così donare con amore a chi con Amore ci chiama a collaborare con Lui, accanto e a sostegno delle vocazioni”

Al pranzo nel refettorio del Seminario, il cardinale Stella salutava don Nedo Mannucci, vicario emerito della diocesi di Prato, ricordando il tempo in cui entrambi furono compagni di studi Paola Poli, presidente nazionale del Serra club si congratulava con il club pratese e il distretto per l’opera svolta al fine di rendere sempre più fruibile l’oratorio di San Junipero Serra, ringraziando per l’accoglienza e il dono di un artistico monile realizzato per lei da Gabriella Furlani

L’artista consegnava una propria opera in ricordo della giornata al cardinale Stella e insieme alla governatrice Elena Baroncelli hanno consegnato un omaggio a tutti gli intervenuti, un piccolo “germoglio” creato da Gabriella Furlani con l’augurio “che ognuno raccolga sul proprio terreno il seme della Parola per diventare germoglio di vita gioiosa e generosa ”

Nel congedare le autorità religiose, civili e i rappresentanti del Serra, Elena Baroncelli ribadiva l’importanza dello spirito comunitario che anima gli appartenenti al club e si

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era tradotto nella condivisione dell’attività organizzativa che ha portato a un evento “che ci ha visti accogliere una figura eminente come il cardinale Stella” La cui partecipazione è stata “motivo di festa ed orgoglio per il Serra e l’intera città” Intanto, dopo una conferenza del critico d’arte Carmela Peruchetti e di Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Prato, il chiesino di San Junipero era meta di visite da parte di appassionati d’arte e curiosi che Gabriella Furlani guidava alla scoperta delle nuove opere.

La “riqualificazione artistica” appena inaugurata rappresenta una tappa fondamentale nella storia di quella piccola chiesa, nata dal lascito ereditario di una delle tante case a schiera del Cantiere Negli anni Ottanta l’erede, privo della vista e uomo devoto, rinunciò all’abitazione dei genitori lasciatagli dal padre, donandola alla parrocchia di Santa Maria della Pietà Don Virginio Fogliazza la offrì in gestione al Serra club che, considerando l’aspetto sociale del Cantiere e lo spirito missionario dell’allora beato Junipero Serra, decise di convertirla in chiesa. La prima pietra, ben visibile a fianco dell’ingresso, fu posta il 19 marzo 1986, in occasione della visita a Prato di Papa Giovanni Paolo II Nel 1990, l’inau-

gurazione di quell’oratorio dal candore abbacinante della facciata e dall’aspetto così inconsueto, nella Toscana delle chiese bicrome del Medioevo e del Rinascimento Ma perché quella facciata esotica, che si richiama alle lontane Americhe? “Architetto” fu il parroco don Fogliazza, di cui si ricorda lo schizzo, vergato su un foglio, del campanile incastonato nella facciata Si ispirò alle tre campane effigiate nello stemma del Serra club, volle che quell’immagine diventasse realtà di calce e mattoni. Ed ecco l’oratorio di San Junipero, con la denominazione dedicata a Serra come santo e la forma ispirata al simbolo del Serra, inteso come club Per nome e per aspetto, oggi quella di Prato è forse la chiesa più “ serrana ” al mondo Sarebbe il terzo primato di questo oratorio, che abbraccia e unisce due continenti lontani, pur essendo piccolo come una casa.

Preghiera di S.E. il Sig. Cardinale Beniamino Stella, Consulente Episcopale

Vergine Santissima, Madre del nostro Signore Gesù, sotto il tuo manto noi oggi veniamo a cercare rifugio, conforto, incoraggiamento. Come tu sei stata capace di riconoscere la visita di Dio dentro la tua vita quotidiana, così aiuta anche noi a comprendere che ogni attimo della vita è appuntamento con il tuo Figlio Gesù. Vergine Santissima, in questo santo luogo dedicato alla memoria di san Junipero, noi innalziamo con fiducia la nostra supplica: fa’ che guardando con santo desiderio alla sua testimonianza e affidandoci alla sua intercessione, impariamo anche noi a dire il nostro «Eccomi», accompagnando e custodendo con la preghiera, con la parola e soprattutto con l’esempio il dono della vocazione posta nel cuore dei giovani dallo Spirito Santo. O Clemente o pia, o dolce vergine Maria.

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“Siempre adelante!”

11 marzo 2023: il nuovo Cnis

Si è tenuto sabato 11 marzo scorso il nuovo incontro del Consiglio Nazionale, a cui hanno preso parte le cariche di Serra Italia

Convocato in modalità online per favorire un ’ampia partecipazione da parte di tutti, l’appuntamento è cominciato alle ore 10, sotto la guida della presidente nazionale Paola Poli Così come da Ordine del Giorno, si è proceduto a ratifiche ed aggiornamenti sullo stato di salute del Serra Italia.

Un incontro particolare, apertosi, da parte della presidente Poli, col ricordo degli indimenticabili Gigi Ferro e Peppino Savino, rispettivamente segretario nazionale e tesoriere nazionale, che ci hanno lasciato negli ultimi tempi Più che doveroso è stato il ricordo per questi due storici pilastri di Serra Italia, per i quali ci si è associati in un unico ed accorato ringraziamento

A prendere le redini e ad onorare il lavoro per lunghi lustri svolto dai due, sono subentrati temporaneamente Adolfo Gusman e Samuele Labita che, collaborati dagli storici amici di Peppino, Emanuele Pirato e Dino Viti, hanno permesso di chiudere in piena tranquillità la banca dati e l’esercizio finanziario 2022. A presentare il bilancio preventivo 2023, invece, è stato Michele Guidi, attuale vicepresidente nazionale ai programmi

L’attenzione dei lavori dell’Assise è ricaduta sulla ricchezza che il Serra possiede: tanti laici impegnati che, con forte zelo e autentica passione, donano il proprio tempo a servizio della Chiesa e delle vocazioni Così come hanno raccontato i singoli governatori, da Nord a Sud, in tutta la Penisola, si continuano ad organizzare eventi locali e distrettuali. Pur nelle difficoltà, mai continua a mancare quella particolare vocazione che anima lo spirito di ogni serrano.

Uno spirito autentico di piena fratellanza: è quello che hanno confermato

anche i singoli delegati dei clubs dello Stivale, riunitisi alle ore 11.30 in apposita Assemblea.

Il grande incontro al quale la Presidenza sta lavorando ininterrottamente, però, sarà vissuto nei giorni del XVIII Congresso Nazionale, previsto a L’Aquila dal 26 al 28 maggio prossimi, quando la presidente Poli saluterà il suo mandato per passare il testimone al presidente eletto Giuliano Faralli. “Inutile dirvi – ha commentato la Presidente – quanto importante possa essere questa occasione per ringraziare personalmente non solo coloro che mi sono stati accanto offrendomi il loro incondizionato supporto, ma tutti voi che, in momenti e per motivi diversi, mi avete fatto sentire il calore della vostra amicizia Mi permetto di sottolineare, certa di non essere inopportuna, che anche per Giuliano sarà un momento emozionante che vorrà condividere con la squadra che presenterà ufficialmente”

Un prossimo appuntamento, comunque, è previsto prima di tali date, per l’ultimo Cnis firmato Poli

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a cura della Redazione
Un frame dell'ultimo Cnis in streaming

Il Serra piange la scomparsa del segretario nazionale Luigi Ferro

a cura della Redazione

La famiglia del Serra International Italia piange la scomparsa dell’amatissimo amico dott. Luigi Ferro, Segretario nazionale e Presidente del club di Viterbo

L’annuncio, giunto nella mattinata di mercoledì 8 febbraio, è stato dato dalla Presidente nazionale, Paola Poli, che ha chiesto a tutti i serrani di “ accompagnare Luigi con la preghiera in questo suo ultimo viaggio verso la Casa del Padre”

Il rito delle Esequie è avvenuto giovedì 9 febbraio, alle ore 14 30, in Viterbo, presso la Basilica

Madonna della Quercia (Via del Santuario, 59).

Alla moglie Franca e all’intera sua famiglia, l’abbraccio più affettuoso da parte di tutta la comunità serrana, sempre grata per l’incessante lavoro di Gigi a favore della promozione dei valori cristiani e a sostegno delle vocazioni sacerdotali.

Nelle pagine che seguono, il Direttore e la Redazione de “Il Serrano” hanno voluto raccogliere, a mo ’ di interventi sparsi, i ricordi dei presidenti nazionali che Gigi ha affiancato nel suo lungo lavoro, con relative foto storiche a corredo

Gigi, il mio “Virgilio”

Caro Ferro, per tutti “Gigi” Nessuno di noi avrebbe immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così all’improvviso e che sarei stata a ricordare la bella persona che sei stato Il tuo coraggio, il tuo entusiasmo, la tua forza, la tua grinta, la tua generosità, la tua determinazione serrana ma anche la tua allegria Era un giorno uggioso quando un messaggio è arrivato sul mio cellulare dando la notizia.

Te ne sei andato senza poterti salutare e senza essere preparata a un distacco così doloroso.

Sei stato un grande amico per me e per il Serra italiano

Ricordo ancora i miei primi passi nel Serra Nazionale e tu sei stato il mio “Virgilio” il maestro che mi ha accompagnato in questa stupenda avventura Non mi hai mai abbandonato

Mi hai onorato, rallegrato, arricchito. Questo, per me, era un segno Divino Sono sicura che è stato così anche per tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerti

Quanti giorni abbiamo passato insieme nel tuo studio a Viterbo dentro una nuvola di fumo a controllare i programmi nazionali, il bilancio per giungere preparati in assemblea nazionale e Franca, la tua stupenda moglie, che ci portava il caffè e si adirava con noi per il troppo fumo e ci apriva le finestre

Adesso questo capitolo della tua vita ma anche della mia è concluso ma di certo tu di questo capitolo rimani il personaggio principale e per questo te ne sarò per sempre grata.

Ho fatto tesoro dei tuoi insegnamenti per ogni incarico nazionale e internazionale che ho ricoperto

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Gigi, nella sua funzione di segretario, durante un inter vento di Maria Gemma Sarteschi

Eri il mio “archivio parlante”, così ti definivo Caro amico, ti porto nel cuore insieme a tanti amici che ti hanno preceduto Mi piace immaginarvi tra gli angeli in festa

Riposa, riposate in pace, Grazie di tutto

Ti abbiamo “conosciuto” davvero, Gigi!

“Grazie, Gigi” “Di cosa Donato?”, mi starai chiedendo…! Della bella e vera Amicizia che hai donato a me, a Piera e a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di “conoscerTi” Eri uno dei pochi a chiamarmi sempre con il mio nome di battesimo ogni qualvolta ci sentivamo sia per telefono che di persona e questo mi faceva piacere. Ho rimesso a posto la mia libreria e cosa mi ritrovo tra le mani ?

Gli atti del XIII congresso nazionale tenutosi a Bari a conclusione del mio mandato.

Ho sfogliato le foto che erano state inserite e la mia mente è andata ancora più indietro a quando nel 1996 il club di Altamura ebbe a ricevere la charter e iniziammo, noi nuovi al Serra, a sentire parlare del Segretario Nazionale Gigi Ferro e a “conoscerTi”

Il “ conoscere ” però che Ti ha riguardato non significava un sapere esteriore così come avviene quando si conosce un episodio della storia.

Nel nostro caso “ conoscere ” ha significato essere vicino all’altro Volergli bene Hai fatto conoscere meglio, a me e a tutti, il nostro compito di Serrani nei confronti della Chiesa e della società

Hai camminato con me e tutti sulla via dell’Amicizia e l’Amicizia è una comunione spirituale, che ha la sua origine nella socialità della persona, nelle sue ricchezze affettive, razionali, spirituali

Per Aristotele è una virtù indis p e n s a b i l e alla vita: nessuno, infatti, a suo dire, p o t r e b b e vivere senza amici.

Essa è un bene inestimabile, che tuttavia sem-

bra ap-partenere a pochi, coloro che hanno raggiunto una part i c o l a r e consapevolezza del senso dell ’ a l t r u i s m o e che aborriscono la pratica dell’amicizia solo per scopi utilitaristici, per trarne dei benefici

E Tu, caro Gigi, per tutti noi sei stato un vero Amico anzi un grande e vero Amico fraterno

In maniera naturale e non artefatta conquistavi l’affetto, la stima, l’affiatamento di chi ha avuto la fortuna di conoscerTi, di esserTi vicino, impadronendosi del Tuo sorriso.

Sono stato fortunato ad averTi conosciuto perché mi hai arricchito di bontà, di dolcezza, di benessere

E sono stati fortunati i Tuoi figli, i tuoi nipoti, la Tua amabile e dolce sposa Franca ad averti avuto e goduto sino a quando il Signore Ti ha voluto accanto a sé.

Quando abbiamo appreso della Tua partenza abbiamo avvertito smarrimento e sgomento per un grande senso di vuoto, quello che Tu, caro Gigi, hai lasciato in tutti noi, nei tuoi cari, nelle persone che Ti hanno accompagnato nella vita

Per tutti noi e in particolare per i Tuoi cari hai rappresentato da sempre, con la Tua dolcezza e pacatezza, un punto di riferimento, una persona cara che aggiungeva valore e piacere allo stare insieme allargando, così, la propria famiglia

Non dimenticherò mai la pace che mi ha avvolto quando sono venuto a trovarTi in ospedale prima dell’ultimo addio Eri con Tuo figlio che Ti vegliava e guardandoTi ripercorrevo le tante telefonate che avevamo avuto, i tanti consigli da Te elargiti a piene mani

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Dino Viti con Gigi Ferro, durante il XIII Congresso di Bari Dino Viti con Gigi Ferro, durante il XIII Congresso di Bari. Un momento di convivialità. Un momento di convivialità.

e, al di là delle mie parole maldestre, come Tu vedevi in me semplicemente l’uomo

Ho ritrovato vecchie foto caro Gigi come quelle di allorquando Ti invitai a venire da me prima della mia presidenza e Tu, con Franca, immediatamente raccogliesti l’invito ad unirTi per qualche giorno qui a casa mia con gli altri amici che in quel biennio avrebbero guidato il Serra

Custodirò gelosamente quelle foto come quelle che ti vedono insieme a Renato, Ugo, Peppino ma, soprattutto custodirò per sempre il Tuo ricordo, insieme a tutti gli amici non più con noi, nel mio cuore perché le persone muoiono davvero quando i vivi li dimenticano e noi serrani non Ti dimenticheremo mai

Ciao Gigi!

Gigi, testimone di chi fa bene il bene

In ricordo di un uomo perbene

Gigi non era mai invecchiato, è arrivato al capolinea con molti acciacchi, manifestatisi solo a fine strada, ma è stato sempre uguale a se stesso, i lineamenti, l’espressione, la classe nel vestire, l’inconfondibile accento lievemente calabrese e una generale straordinaria eleganza

Così l’avevo conosciuto, circa venti anni fa, così se n’è andato e non volevo crederci, lo ritenevo davvero un Higlander

Non era un mero “segretario”, disbrigatore di pratiche e redattore di verbali, era un fantastico organizzatore, implacabile guardiano dell’ortodossia regolamentare, non per amore del formalismo o per la vena burocratica legata alla sua esperienza lavorativa da dirigente nella Pubblica Amministrazione, piuttosto era perfettamente cosciente del fatto che, come dice il proverbio, toscano ma non solo, “dove non c’è regola non c’è frati”.

Ecco, le regole: per Gigi non erano orpelli barocchi, trabocchetti per la fantasia o ostacoli alla creatività, erano la custodia del cuore Il Serra era (ed è) un ’ associazione fondata sulla generosità delle persone, sulla loro voglia di stare insieme e di percorrere un cammino di Fede, ma senza le regole quella stessa associazione non sarebbe cresciuta e non si sarebbe mantenuta degna custode di un progetto tanto ambizioso per la

Chiesa intera, il servizio, laico, alle Vocazioni di speciale consacrazione

Senza la puntuale osservanza delle regole ognuno sarebbe andato per la propria strada, molti si sarebbero fermati ed altri si sarebbero imbarcati sulla nave sbagliata, come purtroppo talvolta è capitato a chi quelle regole non le aveva capite e non le ha seguite Gigi, giustamente, considerava l’osservanza delle regole un segno d’amore verso il Serra e si impegnava costantemente a che fossero utili, chiare, assennate e non frenassero l’agire.

Quando venni eletto Presidente Nazionale (2012) mi pose subito il tema dei nuovi regolamenti da introdurre per snellire la struttura. In particolare il Consiglio Nazionale, il CNIS, si era appesantito, non per colpa di chi lo animava, ma in ragione della composizione e del modo con il quale doveva essere gestito seguendo norme vetuste; nel corso delle riunioni si mischiavano,

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Serrani in visita a Montecassino Durante la nomina del presidente eletto Antonio Ciacci.

per fare un semplice e s i n t e t i c o p a r a g o n e , p a r l a m e n t o e governo: si parlava di tutto, però si dovevano, in pari tempo, prendere decisioni operative Il dibattito, su tutto e parlando di tutto, era appassionante, stimolante, una cosa bella che, però, rendeva difficile operare, poi, con la necessaria concretezza richiesta dal ruolo di governo, controllo e sostegno riservato al CNIS

Così iniziammo, tutti insieme, un arduo cammino verso una riforma dello Statuto e del Regolamento; fu un percorso difficile, nel quale vennero coinvolti, oltre a tutti i preziosi componenti del Consiglio, i Presidenti dei Club, non sempre sensibili a quelli che ad alcuni sembravano, a torto, inutili cavilli; il tragitto, tanto accidentato e faticoso quanto entusiasmante, si concluse a Napoli, nel 2014, con l’approvazione dei testi che furono, come si doveva, sottoposti al Board di Serra International che, alla fine, li ratificò Ecco, non ho raccontato una storia propriamente “religiosa”, ma ho ricordato un momento importante della storia del nostro Club, con Gigi indiscusso protagonista che, credendo nel Serra e amando il Serra, mise

tutto sé stesso al servizio di un progetto che voleva migliorarne l’efficacia apostolica

Per me fu non un collaboratore, per quanto prezioso, ma un maestro per l’accuratezza con cui trattava le questioni, per la enorme disponibilità che gli consentiva di rispondere sempre a tutti, per la straordinaria generosità che lo induceva a lavorare per il Serra a tempo pieno, accettando il dialogo su qualunque tema e ascoltando attentamente ogni interlocutore. Il suo attaccamento al Serra lo manifestava soprattutto quando, nelle periodiche relazioni che proponeva al CNIS, esponeva i numeri, talvolta drammatici, su età, crescente, e numero, decrescente, dei soci, sui Club che non mandavano le prescritte comunicazioni e poi, ahimè, sparivano, sul carente ricambio degli officers ai vari livelli e tutto ciò senza alcun atteggiamento supponente e senza alcun intento censorio o polemico, ma perché si avesse piena conoscenza e coscienza dei problemi e si operasse, davvero, per risolverli Gigi ha testimoniato con la propria vita e con le proprie opere, quanto sia importante non solo fare il bene, ma farlo bene E allora come potremo proseguire il nostro cammino senza di lui? Difficile trovare un sosia, doveroso seguirne l’esempio per onorarne concretamente la memoria Guardaci da lassù, caro Gigi, con la stessa tenerezza che riservavi a Francesca, la tua splendida compagna di vita, e ti sia lieve la terra

La vita serrana di Gigi, compiuta con generosa dedizione

Quando un amico viene chiamato alla vita eterna, a contemplare il mistero della beatitudine celeste, si avverte prepotente il ricordo del lega-

me che ci ha unito e dei tanti motivi per cui l’amicizia è rimasta inalterata nel tempo Accade così con te, caro Gigi. Faccio fatica a tornare indietro alla nostra prima conoscenza, circa venticinque anni fa, a Viterbo per un convegno distrettuale cui partecipavo e fummo presentati dall’indimenticato amico Ugo La Cava che di te mi aveva detto ogni bene Nel tempo, ho apprezzato la tua cortesia e l’incondizionato amore per il Serra Italia negli incarichi ricoperti, specialmente nel ruolo di segretario nazionale Dire ruolo è limitativo, perché tu lo hai inteso come servizio e missione, dedicando tempo competenza, come cristiano impegnato “ con la mente e con il cuore ” a favorire le vocazioni sacerdotali ed a far capire ai sacerdoti la buona volontà di noi laici a sostenerle

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Durante il passaggio di consegne tra la presidenza Viti e quella Ciacci La famiglia serrana attorno alla presidente Maria Luisa Coppola

La nostra amicizia è diventata ancor più stretta negli anni della mia presidenza nazionale (2014-2016), ci siamo confrontati su tutto, ti ho chiesto pareri sull’attuazione del regolamento che tu hai padroneggiato con totale conoscenza di ogni dettaglio, ti ho sentito vicino ed alleato nei momenti più delicati come la santificazione di san Junipero per cui dovemmo costruire tanti eventi nazionali ed internazionali, insieme con Peppino Savino rigoroso tesoriere Non cancello le tue email, tantissime, con avvisi di riunioni, sollecito di risposta, dati statistici per la banca dati che tu hai voluto ma che, francamente, ti ha dato ancor più lavoro per le inadempienze dei governatori e dei presidenti che avresti voluto come te solerti, puntuali e chiari Nelle riunioni del consiglio nazionale, i tuoi interventi sono stati decisi e motivati, sostenuti da ricerca e da analisi talvolta impietose, ma reali Se di queste avevi dispiacere, la gioia la manifestavi nel rapporto umano, nelle

conversazioni mentre fumavi una sigaretta o bevevi un caffè al bar e ti lasciavi andare ad aneddoti e racconti personali Un uomo perbene come pochi, che da fondatore del club di Viterbo circa cinquant’anni fa ha concluso la sua vita da presidente del suo club Una Dio-incidenza non da poco, quello il tuo posto come guida e testimonianza di un impegno grande, appassionato Se negli ultimi tempi hai accettato incontri a distanza, che non ti soddisfacevano, era per dimostrare che continuavi a studiare documenti e relazioni, nonostante il precario stato di salute

Caro Gigi, ti penso in bella compagnia con gli amici serrani che ti hanno preceduto nella pienezza della vita cristiana, una rimpatriata fra molti, affettuosa e sorridente, a raccontare storie ed imbastire ricordi di una vita serrana compiuta con generosa dedizione

A Dio nulla è sfuggito Maria Luisa Coppola Past President nazionale

Gigi: un amico, un Serrano unico e perfetto

Una persona unica, come ciascuno di noi lo è in questo mondo, ma per me, come credo per tutti i serrani, Luigi era un Serrano speciale, unico in quanto a passione, conoscenza, rigore, stimolo ed esempio Era Impossibile non volergli bene, nonostante la sua proverbiale disciplina nel richiamare tutti al proprio dovere. Luigi era sempre presente, sempre con la risposta pronta e giusta, sempre attento ai dettagli, di forma come di sostanza Unico con il suo sorriso, unico nel suo ottimismo misto a un pessimismo sempre realista e costruttivo Unico nel suo incrollabile affetto e dedizione alla missione serrana, senza mai mettere sé stesso davanti agli altri, senza mai far pesare la sua autorevolezza; in altre parole, davanti a tutto e a tutti c ’ era il bene del Serra, non la sua persona con il suo sapere È tutto questo che lo ha reso un perfetto serrano A partire dal desiderio e dalla volontà di essere un buon cristiano, una delle finalità del Serra: “Aiutare i propri membri a riconoscere e rispondere, ciascuno nella propria vita, alla chiamata di Dio alla santità”, e certamente Gigi aveva imboccato quella strada! Al modo di essere segue l’azione, ed è difficile pensare a un altro serrano (e non solo in Italia!) che abbia dedicato, come ha fatto lui, tanto del suo tempo ad una associazione di volontariato come il Serra in modo totalmente gratuito e disinteressato Il Serra era la sua

vita! Ma non a scapito della sua attenzione alla famiglia, che ha saputo capirlo e aiutarlo. L’affetto e l’ammirazione per quanto Gigi ha fatto per gli altri e in particolare per il Serra erano palpabili il giorno del suo funerale a Viterbo.

Ricordo l’ansia del giorno, circa sette anni fa, in cui mi domandai: “Continueranno Luigi e Peppino a ricoprire il loro incarico rispettivamente di Segretario e di Tesoriere?”, e poi la gioia di chiamarli al telefono e ricevere una risposta forse scontata ma necessaria e rassicurante In seguito, come non ricordare le centinaia di telefonate e le richieste di aiuto, ricevendo sempre delle risposte chiare e precise. In realtà Luigi era molto di più di un Segretario sempre presente e disponibile e di grande professionalità: era anche un consigliere

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Durante il passaggio di consegne al nuovo presidente Manuel Costa

unico e indispensabile, e soprattutto un amico, profondo e sincero. Ecco l’amicizia, un ’altra caratteristica del perfetto serrano!

Non mi resta che dirgli grazie, di tutto cuore, e dire grazie alla sua famiglia, in particolare alla cara Franca che

Gigi, da segretario a secondo “papà”

La redazione della rivista “Il Serrano” ha chiesto a tutti i Past Presidenti nazionali che hanno avuto il privilegio e l’onore di avere al proprio fianco il Segretario Luigi Ferro, per tutti noi semplicemente “Gigi”, un pensiero, un ricordo sulla collaborazione intercorsa ma devo confessare che la cosa non è semplice. Durante il mio mandato di Presidente che, a causa della pandemia, è durato un triennio, ho avuto modo di parlare con Gigi innumerevoli volte del nostro amato Serra e ogni volta era una gioia trovare dall’altra parte del telefono, prima ancora del segretario, un amico sincero.

sempre è stata al suo fianco, condividendo con lui le gioie e i dolori della sua missione. Luigi avrà sempre un posto privilegiato nel cuore di tutti noi

“Ciao Enrico”, rispondeva con tono affabile, ogni volta che lo chiamavo

Dopo oltre 40 anni di impegno, conosceva il Movimento come nessun altro, era la “banca dati” cui fare riferimento per quanto riguardava regolamenti, statuti o semplicemente modi di comportarsi in ambito associativo.

Ricordo quando, a Genova, dopo la mia elezione a Presidente Nazionale, mi disse che dovevamo subito sentirci per cominciare a mettere a punto i diversi impegni che nei mesi successivi avrei/avremmo incontrato, dovuto affrontare e risolvere; ripensandoci, sono stati davvero tanti!

Anche dopo la fine del mio mandato, i contatti sono stati frequenti, per confrontarci su cose fatte e da fare, per sapere come stava quando purtroppo la sua salute era diventata precari; anche allora il suo attaccamento al Serra era comunque immutato, importante, era non andare oltre l’orario della Santa Messa pomeridiana che Gigi, da fervente credente, seguiva in tv Gigi aveva la stessa età di mio padre e in lui ho ritrovato, mi permetto di dirlo, un secondo “papà”, infatti, come lui, era sempre presente per ogni mia qualsiasi richiesta di aiuto

Ciao Gigi, ti voglio bene, mi mancherà tantissimo non sentirti più!

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Durante la presidenza Enrico Mori, con Peppino Savino

Ti abbiamo amato per il tuo rigore, la tua lealtà, Gigi

Carissimo Luigi, ci si dice sempre che non si è mai p r o n t i a d a c c e t t a r e l a s c o m p a r s a d i u n a persona che ci è cara, perché il cuore oppone r e s i s t e n z a a l s o l o p e n s i e r o d i u n a s e p a r a z i o n e definitiva, irreversibile da chi si ama

E negli ultimi mesi questa resistenza, per tutti noi, è stata messa a dura prova, prima con il caro Peppino e oggi con te, risultando ancora una volta vana Eppure, il senso di una vita, il valore di una persona non si misura sulla mancanza, sulla privazione della sua presenza, ma nel riempimento, nell’arricchimento di ciò che permane di sé nelle vite degli altri

E tu, caro Luigi, hai lasciato tanto in chi ha avuto il privilegio di incontrarti, in quanti si ritrovano uniti in un unico abbraccio alla tua amata Franca, agli adorati figli, nipoti e parenti tutti che testimoniano la tua presenza viva nella stessa filigrana di valori e ideali di cui è intessuta tutta la tua esistenza Se mi soffermo a riflettere da quanto tempo ti conosco, beh, con tanti soci Serrani, mi trovo a rispondere: “Da sempre”! Perché da quando è avvenuto il mio incontro con il Serra, e parlo di qualche decennio fa, tu c ’eri, e come altri amici che non sono più tra noi, ne hai tracciato la storia, fin dal lontano 1975, come socio fondatore del c l u b d i V i t e r b o , e p i ù a v a n t i c o m e S e g r e t a r i o nazionale, contribuendo a garantirne la continuità nella stabilità

Chi ti conosce da tempo, sa infatti quanto tu sia sempre stato ben ancorato a quei principi solidi, non negoziabili, che vedono nella lealtà, nel rispetto e nell’amicizia la costruzione di rapporti duraturi, maturi

Ti abbiamo amato e ammirato per quel rigore al quale ci hai sempre richiamati nell’applicazione di norme che nessuno conosceva meglio di te, offrendo sempre soluzioni a questioni talvolta

delicate, spinose, r a p p r e s e n t a n d o un faro che indica sempre la rotta per non incorrere in falle che sgretolano la sacralità delle relazioni o la credibilità delle azioni.

Personalmente, soprattutto in questi ultimi due anni, ho avuto il privilegio di averti accanto, in un leale, a f f e t t u o s o l e g a m e d i c o l l a b o r a z i o n e c o s t a n t e , quotidiana e ti dico grazie per non avermi/averci fatto mai mancare il tuo sostegno; grazie per esserci stato s e m p r e , p e r u n s u g g e r i m e n t o , u n c o n s i g l i o , u n c o n f r o n t o i n q u a l u n q u e m o m e n t o , s e n z a m a i derogare al rispetto dei ruoli, senza mai prevaricare con l’autorevolezza che la tua grande esperienza e l’età ti riconoscono e che ti avrebbero consentito di fare; grazie per il tempo che mi hai/ci hai dispensato senza preoccuparti degli orari perché spinto solo da un senso del dovere che racconta tutto il tuo amore per il Serra

Un solo limite hai posto ai nostri contatti, la fascia oraria pomeridiana in cui seguivi il rosario e la santa Messa in televisione da quando le tue condizioni non ti consentivano più di uscire

Vedi Luigi, hai scelto il Serra perché sei un uomo di grande fede, quella che ha orientato tutto il tuo percorso su questa terra e oggi vegliano su di te i due labari, quello del club di Viterbo e quello nazionale, per accompagnarti in questo ultimo viaggio con il simbolo che hai portato orgogliosamente sul petto per tanti, tantissimi anni

So che negli ultimi giorni, nonostante le difficoltà causate dal tuo stato di salute, i tuoi cari ti hanno sentito pregare Sono certa che quando ti sei consegnato al Signore, implorando la protezione per l’amata Franca e per tutti i tuoi familiari, avrai invocato, anche per il tuo Serra, un piccolo spazio di cielo

Ciao, Amico caro!

Viterbo, 9 febbraio 2023

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Durante la nomina di Paola Poli, presidente Assisi, giugno 2022 L'ultimo Cnis a cui ha partecipato Gigi Ferro

Già cappellano del Serra club di Aversa Don Stefano Rega, il nuovo Vescovo Serrano

Dal 10 dicembre 2022, solennità della Madonna di Loreto, la notizia pubblicata sul Bollettino Vaticano si è rapidamente diffusa in Italia, specialmente nelle diocesi interessate di Aversa e di San Marco Argentano-Scalea. Non sono sufficienti le parole a raccontare la gioia e l’emozione di tale nomina, perché davvero l’abbiamo sentita come gioia personale, familiare, parrocchiale, diocesana, serrana Don Stefano amico di tutti, dai bimbi ai nonni, fratello di una numerosa famiglia di nascita e di una famiglia allargata con i fratelli sacerdoti Don Stefano padre di generazioni di seminaristi e padre putativo di tante famiglie dalla vita complicata; Don Stefano figlio dei suoi genitori ora in cielo, di tanti genitori acquisiti come noi serrani che da venti anni abbiamo avuto il privilegio di un cappellano amorevole, simpatico, guida spirituale preziosa

L’ordinazione episcopale si è svolta il 18 febbraio 2023 nella Cattedrale di Aversa, nella solenne celebrazione presieduta dal vescovo di Aversa Angelo Spinillo e con la presenza di quarantatre vescovi e due cardinali, con l’intero clero della Diocesi di Aversa e di San Marco Argentano-Scalea convenuto con ben otto pullman

L’organizzazione dell’eccezionale evento ha comportato un possente lavoro di tutti gli uffici della Curia, con la mobilitazione dell’intera città che tutto ha predisposto per l’accoglienza delle autorità e dei pellegrini. Il lunghissimo corteo ha accompagnato don Stefano

sull’altare: gli amici del distretto 72 e la cara Filly hanno ascoltato il tripudio, gli applausi, i cori e l’esplosione festosa della sua ordinazione episcopale!

Il 4 marzo 2023 è avvenuto l’insediamento nella diocesi di San Marco Argentano-Scalea del Vescovo Stefano, già accolto cordialmente dalla gente calabra, dai sacerdoti calabresi che sono venuti ad incontrarlo per rapirlo Il Serra club Aversa è felice, entusiasta ed in questo lasso di tempo (10 dicembre 2022-4 marzo 2023) lo ha accompagnato, sostenuto e seguito con infinito affetto, come sempre ha meritato.

Lo stemma scelto dal vescovo Stefano è connaturato al suo stile sacerdotale e porta i segni della sua vita personale, delle sue origini vocazionali, del martirio del Santo di cui porta il nome, del mare calabrese che ha orizzonti ampi e qualche insidia e su tutte la stella di Maria, in segno della sua fedeltà mariana.

I l g r a n d e d o n o a l l a C h i e s a d i C a l a b r i a è d i u n Vescovo giovane, cordiale e semplice, che sa ascoltare tutti e non vive nei corridoi e nelle sagrestie ma i n d o s s a l a v e s t e d e l s e m i n a t o r e p e r i n c r o c i a r e v o l t i e persone, per aiutare chi è nella prova, per nutrire d e l l e s u e c a r n i i figli proprio come i l p e l l i c a n o r a pp r e s e n t a t o n e l suo stemma

Al vescovo Stefano auguri di un fecondo ministero episcopale e, ma non sarebbe il caso di ricordarlo perché lo conosce benissimo, “ sempre avanti con gioia ed entusiasmo”!

E con te, caro vescovo Stefano, viva il Serra che ti vuol bene ed a cui tu vuoi bene!

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di Maria Luisa Coppola Aversa, 4 mar zo 2023 Al termine dell'ordinazione episcopale del neovescovo Stefano

Una rigenerazione per condividere, essere ed agire Essere per fare...

Parlando, spesso e appassionatamente, del nostro Serra si è cercato di dare varie interpretazioni alle finalità che hanno ispirato i fondatori e che ancor oggi ci vedono perfettamente allineati al concetto moderno (post-conciliare) di Chiesa Universale Le opinioni personali sono molteplici e tutte cercano di portarci verso un unico obiettivo che è quel “sostenere e favorire le vocazioni sacerdotali e religiose” che ben conosciamo Oggi a servizio di queste ne aggiungiamo un ’altra: diffondere e far conoscere la cultura cristiana. Ѐ finito lo stato di cristianità generale e non è più possibile proporre modelli del passato Bisogna intercettare la domanda culturale sollecitata dalla situazione attuale Ma tutti sono d’accordo che è peculiare del Serra essere un movimento che fa della preghiera, della formazione e dell’azione i mezzi, assolutamente necessari, per giungere allo scopo.

Vogliamo ripetere, ancora una volta per chi non lo avesse mai sentito o letto, cosa diceva il Card Siri, padre, creatore, iniziatore del Serra italiano nei lontani anni cinquanta: “Il Serra ha uno stile senza pleonasmi inutili, con la visione immediata di uno scopo estremamente pratica, che deve usare l’intelletto tanto quanto l’intelletto è necessario affinchè le opere pratiche siano ragionevoli ed equilibrate, ma non di più…” . Solo una brevissima riflessione su uno degli elementi culturali cristiani, uno dei fondamentali: i programmi, che, naturalmente, devono contenere i famosi services La cultura, sappiamo, è una composizione di varie cognizioni intellettuali che si acquisiscono con studio ed esperienza Queste ripensate ed elaborate in maniera personale si convertono da semplice erudizione in “personalità”, cioè nei vari componenti della concretezza morale e spirituale dell’agire quotidiano che a sua volta diventa cultura Ma, sappiate, che tutto questo, che tutto ciò che rappresenta i valori sociali del singolo socio devono essere riversati nel club per la sua massima immagine: dobbiamo pensarci come un collettivo Ed è da questa base, da questo fondamento appunto che scaturiscono i programmi di un Serra Club. La “spiritualità della comunione”, affermata dalla Chiesa, non è altro che un ’ulteriore conferma di questo aspetto.

Ed ora analizziamo più in profondità questo caposaldo fondamentale che sono i programmi proprio per sottolineare l’affermazione: “Una rigenerazione per condividere, essere ed agire” E dovranno assolutamente contribuire a queste tre esigenze!

1. Condiviso, cioè che incontra largo consenso. Il condividere significa anche visibilità, farsi conoscere, “diaconia delle coscienze” Comunicare il Serra è destare interesse, un valore aggiunto per il Club E gli ambienti della comunicazione sono una delle frequentazioni più importanti per un club moderno e significativo per quello che svolge e rappresenta: una meritata immagine. E questo fa anche bene alle estensioni: essere rappresentativi nella società laica.

Il carisma serrano dobbiamo pensare a trasformarlo in un “bene” Renderlo fruibile, accessibile, essendo dispensatori, attraverso sì le nostre personalità individuali, di quella fiducia, che chi avviciniamo ci dovrà inizial-

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mente dare poiché non conosce ancora in profondità l’originalità e la qualità del nostro messaggio Certo, poi, una formazione testimoniata

Il Serra deve essere conosciuto per quello che è: un club cattolico di laici che pregano, si formano ed agiscono a favore delle vocazioni con metodi e struttura tipiche di un club service e nulla più.

Come affermava appunto il Card Siri

Un club service di tipo anglosassone è caratterizzato, anche, da pochi e giusti fondamenti di struttura, d’immagine e di cerimoniale al di là dello scopo Certo, guai, poi non lo si perseguisse! Tutto questo caratterizza in generale il movimento serra: laici che vivono la loro chiamata di laici, che testimoniano e comunicano il loro credo in ambienti laici qualificati, significativi, anche scomodi, lontani, dove devi essere preparato a sostenere intelligentemente e discretamente la tua cultura Campi di azione dove esprimi la tua missione, il tuo perché sei entrato a far parte di un “Club Service” , cattolico! E che cercano di essere vera chiesa in ogni occasione al di fuori degli schemi clericali (Card. Siri).

E il chierico che ha capito ne trova soddisfazione: sa di avere come amici su cui contare persone efficienti, impegnati nella società attiva che sono prima di tutto fratelli in Cristo Mi viene in mente un ’antica affermazione di un amico: Mons Luca Bonari, penso che molti di voi l’abbiano conosciuto! Fu direttore dell’allora Centro Nazionale Vocazioni della CEI In un suo intervento tra noi disse: “ … Avevo sentito vagamente parlare del Serra, ma in termini abbastanza ambigui. Quando poi vi ho conosciuto sono cascato dalle nuvole! Ma come, accanto alla Chiesa ci sta questo ben di Dio e si può permettere ad un prete, di non sapere che cosa sia il Serra?! quale attesa e quale desiderio da parte nostra c’è nei vostri confronti quando ci si conosce io non posso nascondervi la sorpresa quando mi scopro a non dire

mai di no quando qualche club serra italiano mi invita per un incontro !”

2. Essere L’essere è senz ’altro il risultato di una profonda e sentita formazione Non vi può essere una convinzione interiore dell’importanza della missione terrena dei consacrati se non si raggiunge una sensibilità particolare che solo il conoscere ed il pregare possono dare Aderire ad un serra club e frequentarlo senza aver capito a quale compito ci ha chiamato Nostro Signore, significa non aver risposto a quella chiamata Formalmente non ci sembrerà così ma prima o poi cominceranno i disagi che ci porteranno o a vivacchiare o, peggio, a lasciare il club

E noi non vogliamo che questo accada.

Oggi l’uomo è un bene prezioso. Ovvero, oggi il tempo dell’uomo è un bene prezioso Quanto di più caro ci possa essere al mondo, scarso e non riproducibile bisogna averne rispetto

Pertanto se nei club non vi è formazione per “ essere serrani”, vi è disprezzo per il tempo Vi è spreco di tempo

E la formazione è anche speranza Anzi, quando ci si forma è perché abbiamo speranza! È perchè abbiamo posto fiducia in quello che apprendiamo….. che ci insegna ad “ essere ” Vi espongo alcune considerazioni che mi sono state ispirate dalla lettura di un t e s t o d i u n P a d r e D o m e n i c a n o f r a n c e s e , A d r i e n Candiard: “La speranza non è ottimismo Note di fiducia per cristiani disorientati” La speranza, però, non è ingenuo ottimismo è la capacità di guardare in faccia alla realtà del nostro cammino in tutte le sue difficoltà. La speranza del cristiano di oggi richiede coraggio perché bisogna accettare di rinunciare alle illusioni Bisogna appoggiarsi a Colui che dice e promette: “Io sarò con te, qualsiasi cosa accada Ma sperare non è attendere senza dare nostri contenuti, apporti Ѐ essere protesi verso qualcosa Uno sperare non a nostra misura di gradimento, ma condiviso, che contribuisca ad avvicinare e a insegnarci a crescere. E neanche è rimanere a guardare che sia Dio a faticare al nostro posto

Il club dovrà essere veramente squadra per infondere all’appartenenza consapevolezza, fierezza, orgoglio, per creare il necessario entusiasmo con cui vivere questo affascinante “club service cattolico”

Citando la Chiesa: “in particolare, sarà da scoprire sempre meglio la vocazione che è propria dei laici, chiamati come tali a cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” (NMI)

Certo tutto questo senza una generosità interiore non può neanche partire Generosità, significa essere coscienti che senza il Suo aiuto il nostro animo non può acquisire quella dimensione di carità la cui com-

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Il Serra all'Angelus di papa Francesco in Piazza San Pietro (2022)

ponente sensibile ci porta a capire l’importanza dell’essere serrani per fare i serrani: quindi non possiamo “fare per fare”! Cioè solo un atteggiamento, anche di autocompiacimento

Mi sembra interessante citare alcuni passi contenuti nei nostri incontri di club che provenendo dalla base operativa ed essenziale di Serra International rivestono una particolare importanza.

• Potremmo definire la formazione come il momento ed il luogo in cui fede e vita s’incontrano, ove assieme cerchiamo le parole per dire la vita da credenti e, allo stesso tempo, per dire una fede provata nell’incontro con il mondo, insieme come laici, insieme come credenti;

• Vogliamo essere persone adulte, libere e perciò responsabili, attivi nella responsabilità educativa verso se stessi e verso gli altri, ma responsabili non si nasce, in un ’associazione come il Serra dove l’impianto formativo deve essere vocazionale e dove l’attenzione è rivolta alle vocazioni consacrate, tutti devono essere e farsi responsabili Il cammino formativo, vissuto insieme, crea amicizia e familiarità aperte ed ospitali Vogliamo essere persone che allenano lo sguardo a vedere la realtà in modo libero, esercitato in una lettura che rifiuta gli approcci di moda per vedere in profondità; che sanno coinvolgere altri che, anche se non condividono appieno gli ideali serrani, trovano interessante il nostro sguardo sulla realtà

• La nostra attendibilità di serrani passa attraverso la capacità di essere sempre in cammino, con spirito missionario, laici formati che offrono la testimonianza di chi vive la maturità della fede e non si tira mai indietro ma, anzi, si mette dentro i problemi della società accogliendo il disegno di Dio;

• Se tutti noi serrani fossimo radicalmente convinti, con una visione di fede, dell’importanza della causa a cui siamo stati chiamati, dovremmo avere piena coscienza dei nostri compiti e della necessità di una crescita personale e del club per il bene della Chiesa comune;

• Noi serrani riceviamo tanto dal Signore quindi tanto più dobbiamo rendere E più rendiamo, più ci sarà dato e più dovremo rendere: un orizzonte che è appassionante non raggiungere mai!

• Il Serrano, come tutti i battezzati, ha un suo specifico compito sacerdotale Il sacerdozio dei ministri dell’altare e dei laici differisce per essenza e non solo per grado, come affermava il Vaticano II (LG), ma non nella finalità;

• La serranità è un sentire naturale vivere una dimensione particolare di vicinanza al clero diversa da quella di un semplice cristiano;

• Ѐ formazione la presenza agli incontri, la partecipazione attiva alle riunioni, ai services, l’assunzione di cariche sociali nella struttura organizzativa del club Partecipare per formarsi, non solo osservare o, peggio ancora, criticare; è anche sede di formazione il confronto giornaliero negli impegni professionali che devono riservare agli scopi ed alla missione del Serra un particolare spazio di coerenza;

• Il cappellano deve accompagnare il serrano alla ricerca di una responsabilizzazione a tutto campo in una visione antropologica cristiana

3. Ed ora chiudiamo questo circolo virtuoso con l’agire, il fare.

Certo virtuoso perché le tre cose, condividere, essere ed agire, quasi si generano a vicenda innescando un moto che diventa la vera ed essenziale forza aggregativa. Noi abbiamo chiamato il beato Junipero Serra a proteggerci ed a ispirarci. Ebbene il beato Junipero Serra, uomo di profonda cultura e spiritualità, diceva “ sempre avanti” non per caso, ma agendo concretamente per creare i fondamenti dell’evangelizzazione

Allora anche noi non possiamo accontentarci di osservare inerti il mondo che cammina

Se gli approcci di azione vocazionale che hanno caratterizzato gli anni degli inizi del movimento Serra sono stati efficaci era perché erano giusti per quei tempi Oggi non sono più sufficienti Oggi questa missione, e dico con tutta la mia convinzione rivolgendosi verso le nuove generazioni, dovrà usare un “linguaggio” immediato e comprensibile, legato alla vita, che comunichi direttamente Inteso più che mai, anche, come atteggiamento di sensibilità nei loro riguardi. Si rischia l’inutilità o il corto circuito. E la semplicità è vincente. La concretezza, il segreto dell’essere compresi

Ѐ stato detto del Serra che “è una struttura che si adatta bene al cambiamento della società perchè è nella societa” Dimostriamolo!

Già a suo tempo, passati attraverso il Concilio Vaticano

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II, ci siamo trovati quanto mai allineati alle nuove tendenze perché eravamo all’avanguardia Un brano di un decreto conciliare sull’attività missionaria della Chiesa diceva “ non può il Vangelo penetrare ben addentro nella mentalità, nel costume, nell’attività, nella cultura di un popolo se manca la presenza dinamica dei laici… la ragione è che i fedeli laici appartengono allo stesso tempo al popolo di Dio ed alla società civile” Quel dinamismo che tanto invoca il Santo Padre Quando vale la pena spendere energie niente è troppo gravoso. E, ripeto, bisogna intercettare la domanda culturale sollecitata dalla situazione attuale. Vivendo, noi, la varietà delle vocazioni, possiamo aprire nuove strade per arrivare, così, al senso ultimo del nostro scopo: le vocazioni consacrate e religiose Consapevoli che dobbiamo sostenere intelligentemente e discretamente la nostra cultura, per comunicarle, per valorizzarle, guardando ai giovani come interlocutori privilegiati, agli ordinati come veri amici condividendone la loro umanità

Ma, in sostanza, cosa dobbiamo fare per essere utili? Interessanti?

Qualche esempio?

– Entrare a far parte, come componente laica, nei Centri Diocesani Vocazioni e dove non vi fossero cercare di essere i promotori di questo organismo di coordinamento e propositivo;

– Promuovere e realizzare incontri spirituali, in sedi attraenti, aperti a tutti i giovani indistintamente (vicini o lontani) di una o due classi delle scuole superiori, che possano entrare nel loro quotidiano Naturalmente in collaborazione con la diocesi e i responsabili d’istituto. Con l’aiuto di tutor appena più grandi di loro, di un serrano o due tra i più idonei, di un sacerdote, o del vescovo stesso, che parlino in semplicità a questi giovanissimi della vocazione alla vita, alla famiglia, al lavoro, tanto per iniziare; poi alla vita consacrata o religiosa, prendendo spunti da quello che oggi la società laica offre ancora di validamente etico

– Promuovere concorsi per chierichetti e ministranti con giornate gioiose e solenni espressamente dedicate;

Collaborare alla realizzazione di campi estivi vocazionali giovanili, di strutture parrocchiali di aggregazione, non dimenticando che questi servizi sono rivolti anche a quelli a noi lontani;

Celebrare con impegno la Giornata Mondiale per le

Vocazioni, nostro Serra Day, animando le sante Messe con la lettura di un messaggio, facendo anche così conoscere il Serra;

Istituire una giornata dedicata alla “Famiglia Serrana” con ampio significato: con i nostri figli, i seminaristi ed i sacerdoti anziani in un contesto di semplice, sincera e confidenziale amicizia;

Organizzare convegni pubblici, services, rivolti all’esterno anche in collaborazione con altre associazioni, per inserire con discrezione in questi contesti la nostra cultura, l’etica cristiana;

Partecipare ai services nazionali;

– Creare un piccolo nostro “oratorio” con un gruppo, anche minimo, di giovani, giovanissimi da ascoltare e con cui lavorare insieme Il nostro “ S e r v i c e Giovani” lanciato nel 2018 al Congresso di Genova, ha queste finalità Ѐ inteso come atteggiamento di sensibilità nei loro riguardi come soggetti principali del nostro cammino, che, lo accennava anche il Card Siri, è parallelo a quello della Chiesa per raggiungere lo stesso obiettivo.

Devo ancora citare il Santo Padre: “La Chiesa deve insegnare testimoniando”

L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più alla vita, ai fatti che alle teorie La testimonianza della vita cristiana è la prima e insostituibile forma della missione (R M )

Possiamo dire, dunque, azione uguale testimonianza come fatto concreto del nostro essere.

“Sale della terra e luce del mondo”

Questo brano del Vangelo di Matteo rende bene il significato di cosa occorra per rigenerarci: condividere, essere e agire!

vita del serra Gennaio-Aprile 2023 23

Per questo nuovo numero de “Il Serrano” proponiamo l’intervista esclusiva rilasciata dal Presidente di Serra International, Greg Schwietz, al nostro Direttore responsabile, Piergiorgio Aquilino, grazie al lavoro di mediazione linguistica del redattore Manuel Costa, Vicepresidente internazionale alle vocazioni. L’idea, lanciata dalla presidente nazionale Paola Poli durante il summit romano del mese di ottobre 2022, è stata ben accolta: la loro conversazione, raccolta nelle pagine che seguono, offre spunti di riflessione su come vivere lo spirito serrano fino in fondo

Carissimo Greg – permettici di chiamarTi familiarmente così –, grazie per aver accolto l’invito della redazione “Il Serrano” per la rubrica periodica destinata alle interviste. Abbiamo avuto modo di apprezzare la Tua graditissima presenza nel corso del mese di ottobre 2022 quando, a Roma, erano riuniti tutti i presidenti in carica e quelli eletti del Serra Italia per il corso di formazione (8-9 ottobre). Un bellissimo incontro, durante il quale ci hai accolto con un ringraziamento: “Grazie a voi di essere Serrani!”. Ecco la prima domanda, che ritorna, come unico fil rouge,

l’intervista 24 il serrano n 157
a cura di Piergiorgio Aquilino Direttore
“I Serrani devono ricordare a se stessi l’importante dono che hanno: essere consiglieri e guide per i giovani!”
L’intervista al Presidente di Serra International Greg Schwietz
Greg Schwietz, Presidente di Serra International

nelle ultime interviste proposte da “Il Serrano”: cosa significa per Te essere Serrani? Come siamo chiamati a viverci, cioè, questa “serranità”?

Amico Piergiorgio, grazie per l’opportunità di condividere i miei pensieri sul Serra.

Essere Serrano significa rispondere alla particolare chiamata di Dio al fine di incoraggiare e sostenere i sacerdoti e i religiosi consacrati in un modo molto speciale È la nostra vocazione particolare Per me, essere Serrano ha significato una straordinaria opportunità di incontrare e sostenere i giovani in quel periodo importante della loro vita, quando cercano la volontà di Dio per loro, possibilmente in una particolare vocazione. In seguito, mi permette di mantenere una relazione di amicizia e di sostegno con coloro che hanno preso la decisione definitiva di dire “sì” alla chiamata di Dio Infine, la comunità in cui tutto questo avviene è un club locale, un piccolo gruppo di cattolici impegnati e che la pensano allo stesso modo, che non solo desiderano sostenere i presbiteri e i consacrati – servitori della Chiesa –, ma che vogliono anche continuare ad aiutarsi reciprocamente per crescere nella propria fede cattolica.

Prima di essere Presidente internazionale del Serra, hai scalato ovviamente un po’ tutte le tappe intermedie: District Governor, USA Council Region Director, USA Council Board Member, Trustee Serra International Board, President of the United States Council Club, Southeast Region Director on the USA Council Board, fino ad essere Vicepresidente con delega alle comunicazioni del Serra International Board. Fermiamoci su quest’ultima tappa, in un tempo in cui

la comunicazione è di primaria importanza. Quali valori siamo chiamati a testimoniare e come comunicarli oggi, soprattutto alle giovani generazioni?

Una comunicazione efficace è per me uno dei pilastri fondanti dell’azione di Serra Mentre la maggior parte delle volte pensiamo alla necessità di comunicazione come una attività tra e all’interno delle diverse componenti del Serra nel mondo, altrettanto importante è per noi considerare come possiamo promuovere il valore del sacerdozio ministeriale e della vita religiosa consacrata, per la Chiesa cattolica, nel suo insieme Questo è stato un obiettivo del Serra fin dai suoi primi giorni. L’altra componente della comunicazione che ritengo importante è il mio continuo ricordare ai Serrani di tutto il mondo quanto siano importanti, per la Chiesa tutta, la nostra straordinaria missione del Serra e le attività che sostengono questa missione Quello che facciamo come Serrani e “chi siamo” quali Serrani è molto impor-

25 l’intervista Gennaio-Aprile 2023
M i s s i o n e S a n D i e g o d ’ A l c a l a , l a p r i m a f o n d a t a d a s a n J u n í p e r o S e r r a i n A l t a C a l i f o r n i a
Da sinistra: il vicepresidente internazionale alle vocazioni, Manuel Costa, col presidente Schwietz. Da sinistra: Il presidente Greg Schwietz e il direttore de "Il Serrano" Piergiorgio Aquilino.

tante per la gerarchia della Chiesa. Infatti, ricevo continui e frequenti ringraziamenti, come rappresentante dell’organizzazione, per la promozione delle vocazioni religiose e per il sostegno fraterno che si vede e si riceve dai Serrani Ciò che facciamo come Serrani deve rimanere “importante e rilevante” per la Chiesa Potrem-mo parlare qui della sfida di come “ creare una cultura per le vocazioni” a livello parrocchiale o diocesano, ma credo che sarebbe meglio elaborarla in un articolo più ampio.

Di questi valori che ci proponi, ci fermiamo proprio su uno, ultimamente definita quasi come una “virtù”: la vocazione. Vocazione come chiamata, invito, offerta di sé. Vocazione ancora come “accogliere la grazia che bussa”, quale valore universale, in una società sempre più in affanno, presa da cose talmente frivole da non lasciar spazio a ciò che conta: il bene delle anime. D’altronde era proprio questa la testimonianza di vita del nostro Santo, Junipero, che – cito papa Francesco – «ha saputo vivere quello che è “la Chiesa in uscita”; ha imparato a generare e ad accompagnare la vita di Dio nei volti di coloro che incontrava rendendoli suoi fratelli». Come è possibile rendere ancora oggi attuale il suo messaggio vocazionale?

Il mistero della chiamata vocazionale è un mistero con cui abbiamo a che fare continuamente. In particolare, il nostro sostegno a giovani uomini e donne in questa fase della vita è significativo. Ci siamo passati tutti, alcuni meglio o peggio di altri, ma tutti abbiamo dovuto decidere di fare un passo verso l’ignoto seguendo le strattonate delle corde del nostro cuore, corde che crediamo Dio metta nel cuore di tutti Nel nostro sostegno ai seminaristi affermiamo che il processo di individuazione della chiamata di Dio deve essere riconosciuto per quello che è, e cioè che Dio ha un piano per ciascuno di noi e che il nostro e il loro compito è quello di scoprirlo, con l’aiuto di altri, mentre percorriamo il cammino con loro Dio promette a tutti noi che c’è un lavoro importante che Lui vuole per noi. Abbiamo talenti, esperienze, speranze e desideri, e Dio li metterà al servizio del Suo piano I Serrani devono ricordare a se stessi l’importante dono che hanno e che possono condividere con i giovani

come consiglieri e guide nella loro vita. Non c’è compito troppo insignificante o troppo grande che non possa essere offerto per la gloria di Dio e a beneficio del Suo piano! Abbiamo grandi santi che fungono da modello per i nostri giovani, alcuni sono stati grandi papi o teologi, ma anche portinai, agricoltori e commercianti Dire che san Junipero Serra è vissuto in tempi più semplici è probabilmente una grande sottovalutazione, poiché ha affrontato egli stesso delle significative sfide per essere soddisfatto della sua iniziale condizione di professore in Spagna È stato il suo continuo ascolto della chiamata di Dio che lo ha spinto a professare subito il suo “sì” quando gli è stato lanciato l’appello ad essere missionario in terra straniera Si è lasciato tutto alle spalle, andando incontro al grande ignoto, ma con la fiducia che solo la fede può portare Questo è il messaggio che dobbiamo condividere con i giovani di oggi

Torno a papa Francesco e all’omelia nella celebrazione della canonizzazione del beato Junipero (Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, Washington D.C., 23 settembre 2015): «Scelse un motto che ispirò i suoi passi e plasmò la sua vita: seppe dire, ma soprattutto seppe vivere dicendo: “Sempre avanti” (“Siempre adelante”). È stato sempre avanti, perché il Signore aspetta; sempre avanti, perché il fratello aspetta; sempre avanti per tutto ciò che ancora gli rimaneva da vivere; è stato sempre avanti». “Sempre avanti”, dunque, seguendo l’esortazione evangelica di essere, nella società, “sale del mondo” e “luce della terra”. Quale senso ha, og-gi ancora, questo motto?

Siempre adelante è uno dei migliori motti del mondo, di tutti i tempi. Il procedere in avanti è la chiave per rispondere alla “Grande Missione”, quella di portare il Regno di Dio a tutte le nazioni Perché? Perché lo ha detto Gesù Cristo Come sappiamo, questo motto è un ’altra dichiarazione di fede nel grande piano di Dio A prescindere dal fatto che a noi sia chiaro o meno, Lui solo sa quale bene Lui realizzerà semplicemente con il nostro “sì”, con il nostro fiat Nonostante le nostre debolezze, le nostre fragilità, i nostri cuori spezzati, mettiamo tutti noi, buoni

l’intervista 26 il serrano n 157
natale
La tomba di san Junipero in California
La casa

e cattivi, forti e deboli, sull’altare di Dio, chiedendoGli di benedirci, e poi dobbiamo andare nel mondo con fiducia Questo motto – che siamo così orgogliosi di ripetere

faceva parte di una lettera consolatoria che san Junipero Serra indirizzò a sua madre e a suo padre Questa lettera li informava per la prima e ultima volta della sua decisione di andare nel nuovo mondo come missionario

Scrivendo a un amico, che a sua volta avrebbe letto la lettera ai suoi genitori analfabeti, disse: “Vorrei poter condividere con loro la grande gioia che riempie il mio cuore Sicuramente mi incoraggerebbero ad andare avanti e a non tornare mai indietro Che siano consapevoli che l’effettivo lavoro e la pratica di un predicatore apostolico è la più grande vocazione che avrebbero potuto desiderare per me Che i miei genitori si rallegrino di avere un figlio sacerdote... che ogni giorno, nel santo sacrificio della Messa, prega per loro con tutto il fervore della sua anima ” È su questo “andare avanti” che papa Francesco riflette nel suo discorso ai Serrani presenti al grande Convegno del Serra, tenutosi a Roma nel 2017 È l’abbracciare le possibilità illimitate del Vangelo

Greg, un’ultima domanda, così, di getto, mentre ci salutiamo. Qual è il Tuo suggerimento per il nostro Serra Italia – che poi in realtà si ripercuote su tutti i Serrani in generale –, per far sì che possiamo crescere sempre più nell’amore a Dio e ai fratelli? Come commento conclusivo, vorrei ricordare agli amici Serrani in Italia l’importanza della preghiera, sia individuale che comunitaria. Quando recitiamo la Preghiera serrana per le vocazioni, ricordiamo le parole della Scrittura in Ezechiele 33,11: «O Dio che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva»; preghiamo per l’aumento di operai per la messe di Cristo, invocando l’intercessione di Maria, di san Giuseppe, dei

santi e in particolare del nostro Patrono, san Junipero Serra. Tradizionalmente pensiamo a questi operai come ai giovani uomini e donne che “si spendono e si consumano per le anime”, ma credo che stiamo pregando anche per i laici, affinché possano agire secondo questa preghiera, come Serrani, all’interno dei nostri numerosi Serra club in tutta Italia e in tutto il mondo, promuovendo e affermando queste vocazioni che servono e sostengono la Chiesa di oggi e di domani

Grazie del Tuo tempo, Greg! Oggigiorno, il tempo è la cosa più preziosa che si possa donare. Grazie per averci accolti, incoraggiati, sostenuti. Siempre adelante! Sono io a ringraziare ancora una volta Te, Piergiorgio, per avermi dato l’opportunità di condividere i miei pensieri con Te e, tramite la rivista “Il Serrano”, con i vostri numerosi e meravigliosi Serrani Vi assicuro la mia riconoscenza e le mie preghiere.

Siempre adelante!

San Junipero Serra, prega per noi!

Papa Francesco durante la canonizzazione del beato Junipero Serra (Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, Washington, D.C., 23 settembre 2015).
27 l’intervista Gennaio-Aprile 2023
Il Board internazionale a Roma nell’ottobre 2022 Roma, settembre 2022. L’intervista tra il card. Stella e il direttore Aquilino.

Carissimo Direttore, Carissimi Emanuele e Redazione tutta,

ho ricevuto l’ultimo numero della rivista I l Serrano. È molto ben fatto ed è sempre un piacere leggerla (mi aiuta avere il mio dizionario italiano accanto a me) e passarla ad altri italiani del mio Serra Club. Siamo orgogliosi di trasmetterla perché Il Serrano e i serrani in Italia che producono questa meravigliosa pubblicazione ci rendono orgogliosi di essere serrani!

Infatti, una delle serrane del mio Club, che ha studiato come avvocato in Italia e poi ha deciso di emigrare a Toronto per stare con sua sorella e la sua famiglia, è sempre ansiosa di vedere la prossima pubblicazione perché le piace molto leggerla. Non ha intrapreso la carriera di avvocato qui in Canada, ma è entrata a far parte della CIBC, una delle cinque principali banche canadesi e quella in cui anch’io ho avuto una carriera di successo e ricca di soddisfazioni, che durano da oltre quarant’anni Ogni volta che le passo Il Serrano, la volta successiva che la vedo, mi dice sempre quanto le sia piaciuto leggere gli articoli e conoscere il Serra Italiano Gli articoli sono davvero molto ben scritti e presentano il Serra in modo meraviglioso, fedele alla nostra Fede, e ci aiutano anche a raggiungere il nostro terzo obiettivo del Serra, vale a dire cercare di crescere in santità. Vi prego di trasmettere le mie lodi, i miei complimenti e il mio apprezzamento a tutti coloro che sono coinvolti in questa meravigliosa pubblicazione

Con viva cordialità

Toronto (Canada), 12 dicembre 2022

Lettera alla Redazione

Carissimo Mario,

sempre al massimo. Gli anni della pandemia ci hanno rafforzato ancor di più come unica, unita famiglia – più che come Redazione – ed è per questo che, pubblicamente, desidero associarmi alle Tue parole per esprimere il mio più cordiale ringraziamento a Manuel, Filly e Dino, incessantemente impegnati in questa “vocazione alla vocazione”: quella di comunicare il nostro essere serrani, nella società prima ancora che nella Chiesa Siamo, infatti, chiamati a muovere passi, effettuando scelte che, da sempre, hanno avuto come esigenza quella di puntare alla formazione e all’educazione, come sinonimo perfetto della comunicazione Lungo questi due pilastri abbiamo tutti potuto vedere svilupparsi i primi centocinquantasette numeri della nostra prestigiosa rivista, con l’unico obiettivo e ideale di comunicare, “servi inutili” della sola Verità, della vera “grande Bellezza”, del “perfetto Comunicatore”. Dobbiamo sentirci, soprattutto nel nostro campo comunicativo, membra vive di una Chiesa che, come vuole papa Francesco, attorno alla semplicità e all’essenzialità, fonda la propria comunicazione, così come, proprio nella semplicità e nell’essenzialità, Dio si è autocomunicato all’uomo lungo il corso della storia della salvezza

Past

di Serra International * * *

Tramite l’amico Manuel, accolgo e accogliamo con gioia il Tuo apprezzamento, giunto in via del tutto inaspettata, al quale voglio dare seguito, nella sua sede naturale, con questo mio scritto pubblico. Complimenti del genere ci spingono – come Redazione tutta – a dare ogni volta di più, a sforzarci di puntare

È una sfida che abbiamo preso di petto nella Chiesa, consapevoli che Essa, fattasi ultima tra gli ultimi, allo stare a guardare ha sempre preferito camminare virtuosamente di pari passo con l’avanzamento culturale e tecnologico e, seppur tra le burrasche del mondo mediatico, è stata sempre pronta ad offrire ad ogni navigatore la bussola della Verità, mai stancandosi di comunicare l’Ora della Redenzione E se questo aiuta anche i nostri lettori “ a crescere in santità”, che dire? Semplicemente grazie!

Roma, 15 marzo 2023

l’angolo di serra international 28 il serrano n 157
Mario Biscardi, Past President internazionale.
“La rivista Il Serrano ci rende orgogliosi di essere serrani!”

Progetto Auxilium La voce ai seminaristi benef iciat i

La carità invocata dal Progetto Auxilium è stata un esempio di come possiamo svolgere fino in fondo il compito che ci viene indicato Il successo è stato grande e grande ciò che abbiamo potuto donare Questo ci ha fatto capire che occorre andare avanti, “ sempre avanti”, quando il cuore e la ragione rispondono! Vi invito a continuare nel nostro cammino e a far sì che anche il “Progetto Auxiulium 2” possa essere ancora un dono, che con l’aiuto di Chi ci guida, renda possibile ascoltare e concretamente rispondere alle chiamate che a tutti invia. La Fondazione richiede sempre ai seminaristi beneficiati di inviare alcune note sulla loro vita, sulla loro personalità e non potendole pubblicare tutte abbiamo scelto quelle di due seminaristi del Seminario Vescovile di Arezzo che per la prima volta, tramite il locale Serra Club, ha inviato le sue richieste di aiuto.

Mi chiamo Donald Pooda, sono nato il 3 o t t o b r e 1 9 8 9 , a d A p p r o m p r o n o u i n Costa D’Avorio, in una famiglia con 8 fraelli Durante la mia crescita ho potuto studiare nella mia città frequentando la scuola cattolica e successivamente il Liceo. Terminando la scuola dell’obbligo (2009), ho scelto di continuare i miei s t u d i i s c r i v e n d o m i a l l a f a c o l t à d i Giurisprudenza. Dopo il primo anno di università ho dovuto interrompere gli s t u d i a c a u s a d e l l a g u e r r a ( 2 0 1 0 ) Successivamente appena è stato possibile ho ripreso nel 2011 frequentando anche un corso di comunicazione nell’università privata Dopo tre anni mi sono diplomato in “ ressources humaines et communication” (DUT) Dopo aver frequentato diversi campi vocazionali, organizzati da ordini religiosi, e dopo aver collaborato nella pastorale con alcuni di essi, ho fatto anche un momento di riflessione e discernimento sulla mia vita e sulla vocazione Dopo alcuni colloqui con il mio d i r e t t o r e s p i r i t u a l e , h o d e c i s o d i e n t r a r e i n S e m i n a r i o Maggiore Pertanto ho scelto di venire in Italia, per poter studiare e proseguire nel cammino di discernimento Per comprendere ciò che il Signore voleva da me ho iniziato nel 2018 a frequentare il Seminario Vescovile di Arezzo Dopo l’anno propedeutico, attualmente sono al 4° anno di teologia presso la Facolta Teologica dell’Italia Centrale ”

Il mio nome è Reginald Madeus, seminarista della Diocesi di ArezzoCortona-Sansepolcro Sono nato il 13 febbraio 1993 a Baie-de-Henne (Haiti) , sono l’ultimo figlio della mia famiglia di credo protestante composta di 6 figli. Ho frequentato la scuola della mia parrocchia ad Haiti, diretta dalle suore “Figlie della saggezza ” e lì, ogni pomeriggio, accompagnavo i miei compagni di classe per recitare tutti insieme il rosario Essendo protestante me ne stavo sempre in silenzio perché non lo sapevo recitare, quindi, spinto da non so quale voce, ho parlato con la madre superiora chiedendole di insegnarmi a pregarlo. Lei, dapprima, mi ha consigliato di ricevere il battesimo cristiano Dopo due anni di formazione catechistica, a 12 anni, durante la funzione della Vigilia di Pasqua del 2005, ricevo il battesimo e la prima comunione; posso dire che quel giorno è stato il più importante della mia vita! Facendo servizio come ministrante mi sono detto dentro di me: ‘Voglio diventare prete!’

Il Signore ha usato come suo strumento parlato il mio parroco che, con la sua grazia che proviene da Dio mi ha aiutato a capire bene la scelta che volevo fare. Dopo quell’incontro, terminati gli studi superiori, ho fatto 5 anni di seminario minore e un anno di propedeutico ad Haiti, nella Diocesi di Hinche, fino al 2014 e successivamente, dopo essermi trasferito a Roma, ho fatto 4 anni di studi filosofici e teologici frequentando il Pontificio Seminario Romano Maggiore, fino al 2018 Dal 2018 al 2021 ho svolto il servizio pastorale in Haiti nella parrocchia San Michele di Laplate (diocesi di Port de Paix) e nella parrocchia San Giorgio di Bassin Bleu (diocesi Port de Paix).

Nel Giugno del 2021 sono entrato nel Seminario Diocesano di Arezzo per continuare la mia formazione e come Pietro voglio dire ogni giorno:

‘Signore, sulla tua parola getterò le reti’

Sono due esempi di quanto sia importante la nostra unità d’intenti: ricordiamoci che la Fondazione è nostra! Non è staccata dal Serra, appartata, con vita, sentimenti e risorse proprie Ci appartiene, come appartengono al nostro cuore, alla nostra gioia i seminaristi che sosteniamo e vediamo ordinati sacerdoti per la gloria di Nostro Signore Senza di Voi la Fondazione non vive!

Il seminarista Donald Pooda
Gennaio-Aprile 2023 29 voce della fondazione BJS
Il seminarista Reginald Madeus.

In cammino... sempre, insieme! Il Sinodo guarda al futuro

Da tempo ci affanniamo a rincorrere le novità di questo mondo inquieto che, dopo la pandemia, stenta a riprendersi e barcolla Affanna anche lo stato dell’associazionismo laicale, con comunità diminuite per numero di partecipanti ed anche per mancanza di proposte creative e originali Danno speranza i movimenti giovanili che, con la freschezza dell’età, interpretano questo modo di vivere dei coetanei

Bisogna a questo punto della vita associativa fare una scelta ponderata per capire come modificare - innovare - un cammino che non dà più frutto, se non guarda ad orizzonti ampi L’aveva temuto fortemente Papa Francesco che ci saremmo atrofizzati se fossimo rimasti da soli, se non avessimo guardato all’esterno delle nostre storie comunitarie, se non avessimo fatto esperienza di comunione In questo momento particolare il Sinodo ci viene incontro: le parole-chiave sono tre: comunione, partecipazione, missione Comunione e missione sono espressioni teologiche che designano il mistero della Chiesa e di cui è bene fare memoria La Chiesa universale ha tempi ed urgenze differenti: il primo è il Sinodo speciale della Chiesa universale sull’Amazzonia, che è iniziato nel 2017, ha avuto la fase assembleare a Roma nel 2019, ed è tuttora in c o r s o I l s e c o n d o è l a I A s s e m b l e a e c c l e s i a l e dell’America Latina e dei Caraibi, che è iniziata a gennaio 2021, ha avuto la fase plenaria nel novembre

dello stesso anno e prosegue, in piena attività, in connessione con il Sinodo della Chiesa universale sulla sinodalità Si tratta quindi di processi non conclusi e limitati, ma pieni di insegnamenti in quanto sono cammini di discernimento in comune e di sincero ascolto del popolo di Dio, che in particolare ci interessano per la presenza serrana in Brasile ed in Messico soprattutto. L’aria nuova viene dal basso, chi ascolta a sua volta impara, ognuno ha voce perché crede nella missione salvifica della Chiesa

Ѐ straordinario per me il grande afflato ecumenico, tutti i popoli dei continenti invitati da Papa Francesco ad essere lievito della grande storia umana, nessuno escluso. Non si ignorano i grandi dolori causati dalla guerra, dalla povertà, dallo sfruttamento del avoro, dalle dittature, dagli abusi sui minori che rendono triste il volto del cristiano ma si guarda avanti in una prospettiva di futuro da ricostruire totalmente Mi commuovono le esperienze dei nostri ratelli missionari che raccontano a gioia della Messa celebrata nelle

cultura e società 30 il serrano n 157
Alcune scene del Sinodo.

baracche, con canti ed offerte, un momento di festa atteso per accogliere Gesù amico in semplicità I poveri che non hanno niente, hanno tutto con l’Amore di Gesù La Chiesa italiana si appresta a vivere il secondo anno sinodale, dall’ascolto al cantiere Come si sta procedendo, ce lo racconta il Comitato organizzatore nazionale; nelle realtà diocesane vi sono vari cantieri in atto e, per quel che seguo, il coinvolgimento dei laici nella fase formativa

L’Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ha affidato alle prof.sse Adriana Valerio e Maria Pia Condurro, referenti sinodali per il settore Laicato, un corso biblico “Le donne dei Vangeli”, aperto al grande pubblico della rete multimediale, che sta riscuotendo grande interesse Ho l’opportunità di ascoltare bibliste molto brave, che danno una lettura particolareggiata ed attuale, dell’universo femminile ai tempi di Gesù, di riflettere su argomenti creduti assimilati ed invece da rivedere Anche nella mia esperienza parrocchiale, le novità non mancano: partecipando agli incontri, mi sono sentita nel posto giusto, ho ascoltato storie incredibili di coraggio e di dolore, di sacrifici e di intolleranze accadute in contesti familiari poco protettivi, dove l’unico baluardo è la Chiesa dalle porte aperte, in cui sacerdoti giovani vivono con il popolo di Dio ad ogni ora, che non stanno in sagrestia ma all’esterno delle mura cittadine, dove “ stenta ad arrivare il sole” Questa dimensione allargata ed eterogenea produce ricchezza di vissuti, di conoscenze, di relazioni; ora in parrocchia ci conosciamo meglio, non più saluti di sfuggita ma di intesa.

Reciprocamente accolti, perché nel nostro piccolo stiamo facendo esperienza di fede, di comunione, senza titoli accademici né badge di appartenenza, ma sobri ed essenziali come ci chiede Papa Francesco: “Ribadisco che il Sinodo non è un parlamento, che il Sinodo non è un’indagine sulle opinioni; il Sinodo è un momento ecclesiale, e il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo Se non c’è lo Spirito, non ci sarà Sinodo” La grande libertà individuale di partecipare alla vita della Chiesa non da spettatori ma da protagonisti viene offerta a tutti i cristiani dell’Universo, in virtù del battesimo ricevuto siamo figli di un unico Padre che ci chiama a raccolta, nel deserto che attraversiamo sappiamo ascoltarne la voce? Nella nostra vita associativa serrana, vorremmo incontrarci di più, confrontarci sui nostri cammini spirituali, per far ritornare quello spirito di gioiosa fraternità che ci piaceva tanto!

Ci siamo abituati ai collegamenti on line veloci ma senz ’anima, in cui si risolvono fatti amministrativi ma di certo non si può discutere di principi fondanti né di metodologia, in un ’ ora Si avverte il bisogno di itinerari comuni di consapevolezza cristiana, di maturazione della fede, per noi stessi in dialogo con altre aggregazioni Considerando che difficilmente potremo essere adulti di riferimento per tanti giovani (siamo abbondantemente nonni), contiamoci un po ’ noi e domandiamoci se vogliamo imparare noi dai giovani a vivere la Chiesa della speranza, della gioia e della semplicità

Il Sinodo ce ne dà l’opportunità, cogliamola al volo, camminiamo insieme.

cultura e società Gennaio-Aprile 2023 31

La chiamata al sacerdozio di don Andrea Santoro

Il 2 dicembre 2022, il corpo di don Andrea Santoro (Priverno, 7 settembre 1945 – Trebisonda, 5 febbraio 2006), ucciso in Turchia mentre era in chiesa, è stato traslato nella parrocchia dei santi Fabiano e Venanzio, da lui guidata dal 1994 al 2000 Accogliamo di seguito la testimonianza della sorella

Prete diocesano

Andrea manifesta una profonda religiosità fin da fanciullo, amava partecipare alla Celebrazione Eucaristica anche nei giorni feriali, e liberamente, dopo il gioco pomeridiano, si recava nella chiesa parrocchiale per fare il chierichetto nella Messa serale Ecco cosa scrive nell’ottobre del 1958, appena tredicenne al Parroco, don Paolo Rossi – di cui si ricorderà sempre –, il giorno prima di recarsi in seminario: «Come già sapete, domani mattina mi recherò in Seminario, quindi malgrado senta un dispiacere nel dovervi lasciare, provo però un’immensa gioia potendo dopo tanto raggiungere il mio ambiente e formare lì la mia cultura per il sacerdozio, incoraggio così quelli che avessero come me questa intenzione di rispondere senza indugio alla chiamata del Signore Non nascondo però che nell’andare via da questa parrocchia, nell’accomiatami da voi provo un senso di grande dispiacere, vi assicuro però che il mio cuore sarà sempre in mezzo a voi, come una volta e vorrei che anche voi faceste altresì ricordandovi di me soprattutto nella preghiera Concludo così queste brevi parole di commiato, scusandomi con quelli con i quali ho potuto mancare e porgendo un po ’ a tutti, in prima fila al Presidente e ai Capigruppo, dei ringraziamenti perché veramente oltre ad essere degli amici sono stati per me anche dei fratelli, ma soprattutto ringrazio lei don Paolo che con i suoi più fervidi consigli ha saputo instradarmi

nella strada del Sacerdozio» (lettera di saluto al parroco e ai capi-gruppo della parrocchia, cf. l’epistolario L’anima di un pastore, Ed San Paolo 2019, n 65)

Così Andrea, dopo gli anni di studio e di formazione nel seminario romano lateranense, riceve l’Ordine Sacro il 18 ottobre 1970 a 25 anni

Nei suoi scritti (diari e lettere) ricorda spesso l’anniversario della sua ordinazione, quanto vissuto in quel momento e negli anni, che via via trascorrono, del suo sacerdozio Andrea sentiva fortemente la vocazione a prete diocesano, nel suo percorso di vita ha fatto molti pellegrinaggi (a Roma, in Italia, In Europa, in Medio Oriente) e conosciuto molti ‘santi’ apprezzandone la spiritualità legata al Vangelo per viverla anche lui nella vita quotidiana di sacerdote ovunque il Signore lo volesse, nella gioia e nel dolore.

Un Anno Speciale

Nel 1980 chiede al suo superiore, il cardinale Ugo Poletti vicario di Roma, un anno sabbatico da trascorrere nella Terra Santa e l’ottiene Di questo viaggio ci rimane un bellissimo diario (cf Diario di Terra Santa 1980-1981, Ed San Paolo 2010) Il 18 ottobre 1980, nel decimo anniversario del suo sacerdozio, ricordando quel giorno e rinnovando il suo impegno, scrive nel diario: «Decimo anniversario di messa. San Luca… Rito dell’ordinazione presbiterale. Esercitare la funzione di maestro, pastore, guida, capo, adunatore della famiglia di Dio. Dare gioia, con la mia condotta, al popolo di Dio. Credere in ciò che faccio, imitare ciò che faccio Insegnare ciò cui credo, praticare ciò che insegno Agire in comunione col vescovo, subordinatamente a lui Offrire il popolo nell’offerta eucaristica, santificarlo, facendolo partecipe dell’offerta santa di Cristo, annunciando il perdono, rigenerando col battesimo, pregando nella liturgia delle Ore, annunciando la Parola Accogliere i doni del popolo nel pane e nel vino» Riguardo all’azione pastorale rivolta verso ogni persona scrive: «Non solo il servizio della carità medica e sociale o psicologica o fraterna, non solo la solidarietà nella giustizia, ma il servizio della carità liturgica, l’ufficio sacerdotale di Cristo ... Chi andrà Signore? Se vuoi, manda me… se lo vuoi mostramelo dimmi dove, come, quando, con chi » Non dimenticherà mai quel viaggio è lui stesso a confi-

il serrano n 157 vocazioni

darlo al suo superiore ancora nel 1989, narrandogli il suo vissuto dopo circa dieci anni dal viaggio e venti dalla sua ordinazione: «Il Signore in questi anni mi ha provato: mi ha fatto provare cose che non avrei mai immaginato, mi ha scavato come forse è giusto che accada per un pastore Non voglio abbandonare il gregge ma servirlo in un modo diverso: dal di dentro, in un modo nascosto, occupando il cuore delle persone, in un modo che io stesso ho scoperto in quel “viaggio” che non riesco a dimenticare e che è fresco come se fosse di ieri. È tirarsi indietro? È un’illusione? È un ’evasione?

Ma è giusto avvertire che trascuro sempre di più “l’essenziale”, non solo per me ma per il gregge A volte mi guardo dall’esterno e scuoto la testa: è come se stessi riducendo male il mio ministero, anzi il ministero del Signore»

Don Andrea era molto attento alla sua formazione e crescita spirituale, durante quell’anno prezioso della sua vita scrive ai suoi genitori: «Diciamo, anche noi preti, di credere in Dio, ma poi non gli diamo spazio e tempo. Alla fine ci accorgiamo di credere solo in noi stessi e che le nostre parole sono vuote, le nostre azioni e le nostre iniziative sbiadite, la nostra vita opaca, i nostri progetti senza grinta, ma molto terra terra Sto rileggendo la Bibbia, ma come una cosa che parla di me, come una strada mia. Sto seriamente pensando a quello che c’è scritto, seriamente cerco di mettermi davanti a Dio, seriamente prendo in considerazione come ci presenta la vita, cosa ci propone».

La sua particolare vocazione

Nel 2000, anno della sua partenza come Fidei Donum in Turchia, trent’anni dopo la sua ordinazione, così parla ai parrocchiani che lo interrogano sulla sua vocazione, riassumendo anche un po ’ la sua vita: «Da ragazzo il Signore mi ha concesso il desiderio di portare gli uomini a lui e di mettermi a loro servizio. Mi ha concesso di farlo in mille modi, servendosi della mia totale povertà e nonostante i miei ripetuti tradimenti Dopo dieci anni di sacerdozio mi ha portato in Medio Oriente per un periodo di sei mesi, per un desiderio impellente che sentivo di silenzio, di preghiera, di contatto con la parola di Dio nei luoghi dove Gesù era passato. Lì ho ritrovato la freschezza della fede e la chiarezza del mio sacerdozio Andando io vorrei (se Dio lo vorrà), attingere e consegnare anche a voi un po ’ di quella luce antica e darle nello stesso tempo un po ’ di ossigeno perché brilli di più Sento questo invio, che affronto a nome della Chiesa di Roma, come uno scambio: noi abbiamo bisogno di quella radice originaria della fede se non vogliamo morire di benessere, di materialismo, di un progresso vuoto e illusorio; loro hanno bisogno di noi e di questa nostra Chiesa di Roma per ritrovare

slancio, coraggio, rinnovamento, apertura universale». Questa chiamata particolare don Andrea l’avvertiva da tanti anni e ne aveva fatto richiesta fin dal 1980, dopo il viaggio nella terra di Gesù e degli Apostoli, della Chiesa nascente Amava la Chiesa ‘popolo di Dio’, ma era rispettoso anche della sua istituzione, di cui a volte soffriva quando essa chiudeva le porte invece di aprirle, quando non era abbastanza ‘Chiesa in uscita’, come oggi papa Francesco ci esorta a fare, quando non è ‘attrattiva’ con la testimonianza

L’11 settembre 2000 parte per la Turchia, stabilendosi, su richiesta del vescovo del luogo, in Anatolia, prima a Urfa-Harran e poi a Trabzon Ogni tre mesi doveva uscire dalla Turchia per rinnovare il passaporto. In quei periodi si recava nelle parrocchie dove lo invitavano, in tutta l’Italia, per dare testimonianza

Il 15 settembre del 2004 scriveva ai parrocchiani di Roma: «Tre cose servono: l’amore per Cristo, l’amore fraterno, l’amore per gli altri prestando se stesso a Cristo perché Lui possa essere in mezzo a loro Un altro desiderio occorre: quello di fare da “finestra” cioè passaggio di luce per comunicare ciò che abbiamo di più prezioso e accogliere ciò che gli altri hanno di più prezioso abbiamo cercato di essere noi una Chiesa vivente, spargendoci in preghiera e col cuore aperto in mezzo nella città, abbiamo condiviso la parola di Dio e le domande che salgono dal cuore quando gli si concede un po ’ di riposo e un po ’ di silenzio Dio parla: è l’ascolto che permette di sentirlo Certo mette un po ’ in subbuglio ma poi la pace dilaga e lo spirito riprende vita» (i brani scritti dalla Turchia sono pubblicati in Lettere dalla Turchia, Ed Città nuova 20162)

Era cara a lui anche l’immagine della ‘porta aperta’ tra noi vicini e con i lontani perché scriveva: «Dialogo e convivenza non è quando si è d’accordo con le idee e le scelte altrui ma quando gli si lascia posto accanto alle proprie e quando ci si scambia come dono il proprio patrimonio spirituale, quando a ognuno è dato di poterlo esprimere, testimoniare e immettere nella vita pubblica oltre che privata. Il cammino da fare è lungo e non facile»

Nell’ultima lettera scritta a noi ex-parrocchiani di Roma il 22 gennaio 2006, pochi giorni prima di ricevere il martirio, così ci saluta:

«Vi lascio ringraziandovi dell’accoglienza nelle tre settimane trascorse a Roma Ringrazio Dio di quanti hanno aperto il loro cuore. Ma sia ancora più aperto e ancora più coraggioso La mente sia aperta a capire, l’anima ad amare, la volontà a dire “sì” alla chiamata Aperti anche quando il Signore ci guida su strade di dolore e ci fa assaporare più la steppa che i fili d’erba Il dolore vissuto con abbandono e la steppa attraversata con amore diventa cattedra di sapienza, fonte di ricchezza, grembo di fecondità Ci sentiremo ancora Uniti nella preghiera vi saluto con affetto Potete scrivere i vostri pensieri, fare le vostre domande, esprimere le vostre proposte Insieme si serve meglio il Signore don Andrea»

vocazioni 33

n o t i z i e e i n i z i a t i v e

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Fabio Bolzetta e la sua

“Chiesa nel digitale” fanno tappa a Roma

Una serata di riflessione e approfondimento sulle tematiche relative alla consapevolezza, formazione ed educazione alle tecnologie Il Serra Club di Roma ha promosso, martedì 28 febbraio 23, la presentazione del libro “La Chiesa nel digitale”, con la efazione di Papa Francesco, pubblicato da Tau editrice e promosso ll’Associazione dei WebCattolici Italiani (WECA). Dopo la elebrazione Eucaristica presieduta da mons. Vittorio Formenti, appellano del Serra Club di Roma, Fabio Bolzetta, presidente di WECA, nella sua relazione ha sottolineato la sfida per la formazione he riguarda non solo i comunicatori sociali, ma tutti: come genitori, onni, insegnanti, preti ed educatori Presente, per l’occasione, il Governatore del Distretto 72, Avv Marcello Bonotto, che ha rivolto il proprio saluto ai relatori ed a tutti i convenuti.

Danilo Di Leo, Consigliere di WECA, ha mostrato il portale digitale che, dalla copertina del volume, da accesso a uno spazio dedicato ccesso ai tutorial realizzati dall’Associazione dei WebCattolici Italiani. A margine dell’incontro, da una domanda posta dal sottoscritto e dal Past President Gianni Sapia, è stata fatta una dimostrazione: all’intelligenza artificiale, attraverso una ‘chatbox’, è stato chiesto di comporre un discorso per il Serra Club Creato in tempo reale è stato condiviso con i presenti

Il Cappellano Mons Vittorio Formenti “pur ammettendo la distanza generazionale”, ha affermato che “sono spazi da abitare da cristiani” Al termine dell’incontro, il sottoscritto, rifacendosi a quanto era stato detto in precedenza circa le potenzialità degli strumenti informatici a disposizione, ha concluso che gli stessi “costituiscono un mezzo preziosissimo per realizzare la missione di tutti i battezzati, oltre che dei sacerdoti, che è quella di annunciare il Vangelo, ovvero la Verità rivelata direttamente da Nostro Signore Gesù Cristo”.

La registrazione dell’intervento verrà messa a disposizione come spazio formativo per tutti gli altri Circoli del Serra Club Italia.

Dott. Roberto Razzano - Presidente Serra Club di Roma

La grande sfida del mondo contemporaneo

Un libro interattivo: parole capaci di non rimanere scritte soltanto sulle pagine, ma di trasformarsi in immagini, grazie ai contributi web con i quali è possibile interagire inquadrando i vari QrCode che accompagnano i capitoli del testo. È l’ultimo libro di Fabio Bolzetta, giornalista inviato di Tv2000, docente a contratto presso l’Università Lumsa e la Pontificia Università Antonianum e presidente del WeCa, l’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani, nata nel 2003

Il titolo parla chiaro: La Chiesa nel digitale, edito dalla Tau Editrice, con la preziosa e prestigiosa prefazione di papa Francesco, sempre attento ai nuovi strumenti di comunicazione per poter diffondere, tra parole in rete, la Parola per eccellenza. E tutto ciò lo abbiamo vissuto particolarmente durante il periodo del lockdown a seguito della pandemia: la Chiesa è stata vicina ai propri fedeli, grazie a un click. Nella prefazione, infatti, il Pontefice scrive: «In

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quei frangenti molti si sono ingegnati per mantenere vive le relazioni umane e comunitarie. Penso a tanti sacerdoti che hanno usato bene tecnologie e reti sociali per non far mancare al popolo di Dio il contatto con la Sua Parola, offrendo la possibilità di assistere alla Messa”. Ed è avvenuto così che molti sacerdoti si sono attivati “con creatività per mantenere il contatto con i fedeli e per accompagnarli Non sono mancati errori – continua il Pontefice – ed eccessi Ma quando questi tentativi hanno messo al centro il messaggio da comunicare, e non il protagonismo del comunicatore, dobbiamo riconoscere che sono stati utili»

Quello che Fabio Bolzetta propone al lettore è un cammino attraverso quattro tappe: riflettere, scoprire, condividere e pubblicare.

«Sono pagine che si propongono come un punto di partenza per «abitare il digitale» anzitutto con la consapevolezza», così spiega l’autore nella prima interessante parte del testo dedicata proprio al riflettere su ciò che vuol dire “mondo digitale” e sulle tematiche

e problematiche anche – annesse Poi, la navigazione continua nella seconda sezione, quella dello scoprire: si passa dall’analisi delle varie app utilizzate dai fedeli per la preghiera alle newsletter in parrocchia; d a l l ’ a p p r o f o n d imento di termini ormai in uso da tutti come W i k i p e d i a e Cathopedia all’indagine dell’immancabile canale video di Youtube Nella terza parte dal titolo condividere vengono, poi, proposti alcuni strumenti per la navigazione web: come aprire un profilo Facebook per i sacerdoti? Che tipo di contenuti condividere? Come gestire il gruppo Facebook di una parrocchia? Come andare in diretta sui social e sbarcare su Instagram, Twitter o su TikTok? Chiude il volume, la quarta sezione dedicata al verbo pubblicare, un vero e proprio vademecum del buon comunicatore della Chiesa

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Catania 717 Ritrovare il Concilio: una riflessione attualissima

Il Seminario Interdiocesano di Catania ha recentemente ospitato un evento di grande rilievo, organizzato dal Serra Club di Catania, dedicato a una riflessione sul Concilio Vaticano II, che profondamente ha inciso nella vita e nella fenomenologia della vita della Chiesa e che ancora oggi tanto ha ancora da rivelare, da sviluppare, da significare. L’incontro è stato tenuto, con la delicatezza e la profondità che gli sono consoni, da don Nino La Manna, ex rettore del Seminario stesso e attualmente Vicario Episcopale per la Cultura della Diocesi di Catania.

L’incontro, a cui ha partecipato anche S E Mons Salvatore Gristina, Vescovo Emerito della diocesi, il quale ha diretto l’incontro assieme alla presidente eletta del Club, prof ssa Renata Gentile e alla past president, prof ssa Marinella Cocuzza Ferlito, ha raccolto un folto numero di soci attorno a questo affascinante ed incisivo tavolo tematico.

Il Vicario per la Cultura ha condotto la sua relazione su un binario costituito da visione storica del periodo e dei protagonisti principali del Concilio e da introspezione personale, in senso spirituale ed ecclesiale, risultando illuminante nella spiegazione della fondamentale importanza dell’attività conciliare e dei documenti che da essa sono scaturiti. Ripercorrendo la visione guidata dal suo maestro di teologia fondamentale, don Pino Ruggieri, che ci ha regalato una mirabile sintesi del Concilio nel densissimo libretto Ritrovare il Concilio, edito da Einaudi nel 2012, don La Manna ha sottolineato i caratteri di pastoralità e di ecumenicità come lineamenti distintivi della concezione stessa del Concilio Esso fu portatore di una carica “esplosiva” per tutta una serie di ragioni, ampiamente discusse e rinvenibili a chiare lettere nei documenti conciliari, che a tutt’oggi non hanno terminato di esprimere la loro influenza, rimanendo guida e obiettivo: dall’atteggiamento davanti alla Parola, alla concezione della Storia, della Chiesa e del suo ruolo in essa, alla relazione fra i fedeli del popolo di Dio e con la libertà religiosa di fratelli di altre religioni.

Una riflessione, in particolare, è stata ricordata da don La Manna, che ha riportato il messaggio dei vescovi, inviato il 20 ottobre 1962, a Concilio appena iniziato, a tutti gli uomini: “Desideriamo inviare a tutti gli uomini e a tutte le nazioni il messaggio di salvezza, di amore e di pace che Cristo Gesù, figlio di Dio vivo, ha portato al mondo e ha affidato alla Chiesa” Un messaggio che rivela la nuova considerazione della storia umana e della modernità in essa come “luogo teologico” e non più come “realtà malvagia” da cui la Chiesa deve difendersi Il ragionamento che ne è seguito ha riportato al centro dell’attenzione quella prospettiva intrisa della profondità spirituale di Papa Giovanni XXIII, iniziatore del Concilio, che si volge a “tutti gli uomini di buona volontà che Dio vuol fare salvi e condurre alla conoscenza della verità”. Il cammino conciliare è poi andato avanti con il sostegno dei papi successivi, giungendo vivo e forte fino a noi, desiderosi di proseguirlo nella molteplicità delle vocazioni che colorano la storia umana. Questo aspetto è particolarmente caro ai soci del Serra che, della cura delle vocazioni fanno il loro obiettivo statutario.

La straordinaria capacità comunicativa e la profonda conoscenza che il relatore ha saputo rendere fruibile a tutti i partecipanti ha innescato un costruttivo e sentito dialogo fra i presenti, animando molti interventi, fra i quali quelli dei soci Greco, La Licata, Licitra, Triscari Sangiorgio, Spampinato, Biondo e Siena Furnari La serata si è conclusa con arricchimento formativo importante per tutti gli intervenuti e con una pregiata riflessione conclusiva da parte di S.E. Mons. Gristina.

36 dai club e distretti il serrano n 157

Acireale 1035

Acireale ospita due importanti eventi

Dcon due illustri relatori: S Ecc Mons Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, Cappellano del Club e Presidente della CESI e il Prof. Rosario Faraci del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania. Tanti ospiti tra cui il Governatore eletto del Distretto 77 Gaetano Cammarata, il Presidente del club di Catania Massimo Martino, il Vice Sindaco Palmina Fraschilla, i Presidenti dei club service cittadini, dell’Accademia Zelantea, dell’Università Popolare, tanti soci, Padri formatori e seminaristi Dopo i saluti del Presidente Alfio Cristaudo ha preso la parola S E Mons Raspanti, parlando della “dottrina della Chiesa e l’economia di Francesco”. Parlando del Papa ha affermato come un’economia che si ispiri a Francesco d’Assisi possa trasformarsi in un’economia che non uccide ma che diventi un’economia della vita. Pensando a Papa Francesco sappiamo come insiste sul tema di un’economia che sappia trovare nuove modalità, che pensi agli altri Il Prof Faraci ha parlato di buona impresa, della responsabilità sociale dell’impresa o del fare impresa; ha citato ad esempio, quella che pensa e aiuta gli autistici o le aziende che non guardano ai profitti ma che distribuiscano lavoro, ricchezza e sempre riferendosi al Papa ha parlato del patto di “Sorella economia” sociale, sostenibile non capitalistica.

Il secondo appuntamento, nell’affollata Basilica Cattedrale, presente anche S Em Il Cardinale Paolo Romeo, per la presentazione del Sussidio “Quaresima per i Fannulloni alla scuola dei Santi” di P Max huot de Longchamp, giunto alla 18esima edizione Un testo che propone un percorso di quaranta giorni per prendere maggiore coscienza di ciò che ci rende cristiani: la Resurrezione. Lo scritto è stato presentato da S. Ecc. Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della CESI, che così ha dichiarato: “È una scuola la Quaresima: la scuola del battesimo, la scuola della sequela di Gesù, va fatta, trovare il tempo, anche poco, ma seguendo veramente la parola di Dio e, come sta scritto nel sussidio, alla scuola dei santi Passo dopo passo, anche un quarto d’ora al giorno, seguendo la liturgia del giorno” La Quaresima è il tempo per fare spazio alla parola di Dio Insieme al vescovo, il sacerdote don Cosimo Andrea Gangemi, vicario parrocchiale, che ha presentato tre momenti del Sussidio, il tutto preceduto dal saluto del parroco Don Mario Fresta, moderatore Mario Agostino, direttore dell’ufficio Cultura. Bellissimo il Concerto del “Quinquies Domina Ensemble” patrocinato dai club service: Fidapa, Lions, Rotary, Serra, Unesco, con: Maria Motta mezzosoprano, Simona Postiglione violino, Alessandra Platania violino, Valentina Spoto viola, Lucia inguscio violoncello, Vera Pulvirenti pianoforte e Mario Licciardello Fagotto che hanno eseguito brani tratti da Bach, Vivaldi, Cohen, Gomez.

37 dai club e distretti Gennaio-Aprile 2023
Il Governatore eletto Gaetano Cammarata, S. Ecc. Mons. Antonino Raspanti, il Presidente Alfio Cristaudo, il Prof. Rosario Faraci

Reggio Calabria 1060

A teatro, per aiutare 21 seminaristi

Un gremito Teatro “Cilea” di Reggio Calabria restituisce alla letteratura calabrese una nuova cifra identitaria. Tutto nasce dall’idea del noto regista ed operatore culturale Oreste Arconte che è riuscito ad organizzare coinvolgendo il mondo dell’associazionismo e attori per “amore e per passione”, una serata di beneficenza per il Seminario Pio XI di Reggio Calabria unendo così il Club Serra reggino in collaborazione del Lions Club “Fata

Morgana” di Villa San Giovanni e l’Associazione Culturale

“Le Muse”- Laboratorio delle Arti e delle Lettere

Il Club Serra International Italia è un’associazione laica cattolica che si propone la diffusione della cultura cristiana e si impegna a promuovere nella società civile una cultura favorevole alle vocazioni, al sacerdozio ed alla vita consacrata. Il Club Serra di Reggio Calabria, fondato da mons. Vittorio Mondello e dal compianto Notaio Gregorio Gangemi, a ottobre prossimo compie 20 anni e come sua sede operativa è il Seminario Pio XI. Da questo rapporto nasce l’idea di proporre una messa in scena affinché si possano raccogliere aiuti attivi e fattivi per le attività del Seminario così come ha ricordato il rettore don Nino Pangallo: una occasione per aiutare i 21 giovani che si stanno formando, creando un supporto alla bella esperienza educativa che svolge appunto questo centro importante per la Chiesa Giuseppe Livoti presentando la serata ha fatto memoria che la commedia rappresentata “I Cari parenti”, è stata ridotta da Oreste Arconte dall’omonimo romanzo di Saverio Strati, l’ultimo omanzo di Strati pubblicato dalla Mondadori nel 1987. Un omaggio ed il ricordo della grande figura del più grande narratoe italiano del ‘900. Arconte ha al suo attivo su Saverio Strati avendo avuto con lui un rapporto privilegiato per il teatro dalle novelle ‘U Cesthru” (La Silvaggina), ‘A morti ra ngura” (Paesani n città), “La camicia dell’uomo felice”, “Il Natale dei Poveri”, “U mulu è menu testa i sceccu” (Per la giumenta), “I Polifroni – storia di una ricca famiglia reggina” (tratta dal romanzo “La Conca degli Aranci). La Compagnia “La Bottega Teatrale di Giangurgolo” ha realizzato una messa in scena suddivisa in due atti con momenti di tensione emotiva, umana ed al tempo stesso riflessioni che possono essere ancora attuali nella nostra contemporaneità. La commedia esprime un genere “amaro” e descrive la situazione di una ristretta famiglia composta da padre, don Antonio (Antonio Scorziello), la figlia, Mariarosa (Catarina Anamiati), e Teresa (Gisella Rescigno) con il marito Nino (Elpidio Di Vaio). Una storia che fa meditare profondamente su come viene intesa la politica locale basata soprattutto sulla clientela sfruttando il bisogno della gente a causa dell’atavica assenza di lavoro Ma anche su quella della donna irrealizzata perché oppressa dalle sue mancate scelte Gli altri interpreti che hanno dato il meglio di se sono: Tina Calabrò (Isabella), Anita Scordo (Donna Agatina), Antonio Benestare (P. Guadagnu) e Antonio Buffon. (Gimì). Tra le presenze di rilievo a questa prima teatrale, la nipote di Saverio Strati Palma Comandè, continuatrice del percorso letterario dello zio. La nota intellettuale calabrese ha espresso parole di grande compiacimento nei confronti di Arconte che consegna a Strati la sua dignità riportando in un teatro istituzionale come il Cilea un autore calabrese. Il presidente del Lions Club “Fata Morgana” di Villa S dott Mimmo Praticò ai saluti finali ha ribadito il ruolo delle associazioni utili e necessarie alla promozione di centri di formazione come il Seminario mentre per il presidente Muse prof Giuseppe Livoti, la messa in scena, pone la questione di un ritorno di autori del Sud nella storia della letteratura e dunque non si può non essere che orgogliosi dell’operato di Arconte. A fine spettacolo lo stesso regista ha augurato il recupero di uno spazio scenico importante come il Teatro di Gallico cantiere abbandonato da 4 anni e forse dimenticato dalla collettività.

38 dai club e distretti il serrano n 157

Rossano Calabro 1120

Incontro con l’Arcivescovo di Rossano-Cariati

ICariati, ha accolto in Arcivescovado il Serra Club di Rossano, guidato da Michele Montalto, Governatore del Distretto 77 e da Maria Lo Presti, PastGovernatore e Vice Presidente Nazionale Vocazioni

Il Governatore ha presentato il Serra Club nelle sue caratteristiche fondamentali e l’Arcivescovo ha mostrato il suo interessamento per la crescita del Club

L’incontro è stato cordiale e tutti i presenti sono intervenuti con vivacità Francesco Siecola, Presidente del Club di Rossano, ha esposto le esigenze riguardanti la nomina di un nuovo cappellano e l’assegnazione di una sede.

Don Pino De Simone, attuale cappellano del Club, ha esposto le problematiche che lo costringono a lasciare l’incarico, ma ha assicurato di continuare a seguire il Club con attenzione, come sempre ha fatto, fino alla nomina del nuovo cappellano; e, comunque, rimarrà vicino al Club che conosce e apprezza

Tutti i membri del Club sono intervenuti, mostrando l’interesse per la vita del Club, ricchezza di idee ed esponendo quanto fatto per la diffusione dei concorsi nazionali del Serra Si sono anche avanzate proposte per la crescita del gruppo, anche dal punto di vista numerico.Infine, l’Arcivescovo ha impartito al gruppo la sua benedizione.

Dopo il bel momento attorno all’Arcivescovo, il gruppo ha goduto di un tempo di convivialità: l’accoglienza e l’ospitalità del Club di Rossano è stata vissuta in clima di fraternità e amicizia, mentre si è avviata la programmazione di altri momenti di incontro, a partire dal prossimo in aprile che vedrà il Distretto 77 riunito a Palmi. Maria Lo

39 dai club e distretti Gennaio-Aprile 2023

ALLA CHIESA CATTOLICA

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ti chiediamo di confermare la tua firma anche nel 2023 per sovvenire a necessità di seminari e seminaristi (non dimenticare il codice fiscale della Fondazione qui di seguito riportato)

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