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A Roma, il nuovo Convegno nazionale sulle vocazioni Un meraviglioso poliedro a cura della Redazione

ei primissimi giorni dell’anno nuovo, promosso dall’Ufficio Cei per a pastorale vocazionale, è tornato il Convegno nazionale su “vocazione e sinodalità” dal titolo: “Un meraviglioso poliedro”

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“Il tema del nostro convegno ‘Un meraviglioso poliedro’ nasce da un ’espressione di Papa Francesco dedicata alla Chiesa e per noi significa trama, intreccio, di molteplici vocazioni di cui ciascuno è un filo, una tessera del mosaico, un faccia del poliedro”: così, don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni Cei nell’aprire il Convegno, tenutosi dal 2 al 4 gennaio 2023 “Un meraviglioso poliedro” è il tema della tre giorni di lavori che, quest’anno, si è svolto in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia Cei E, proprio padre Marco Vianelli, direttore dell’ufficio Famiglia, ha sottolineato come la famiglia sia un pezzo di questo poliedro “Con Amoris laetitia – ha detto p Vianelli – Papa Francesco ha rilanciato questo tema: quindi c’è un progetto di Dio che va compreso e accompagnato E chiediamoci anche: cosa ha da dire la famiglia alla vocazione sacerdotale o religiosa?”. Un convegno ricco di spunti, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del card Oscar Cantoni, vescovo di Como, e mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei «Quando lo sguardo amorevole e creativo di Dio ci raggiunge in modo del tutto singolare in Gesù, la nostra vita cambia E nella misura in cui lo accogliamo tutto diventa un dialogo vocazionale, tra noi e il Signore ma anche tra noi e gli altri Un dialogo che, vissuto in profondità, ci fa diventare sempre più quelli che siamo: nella vocazione al sacerdozio ordinato, per essere strumento della grazia e della misericordia di Cristo; nella vocazione alla vita consacrata, per essere lode di Dio e profezia di una nuova umanità; nella vocazione al matrimonio, per essere dono reciproco e generatori ed educatori della vita» (cfr. Francesco, Messaggio per la 59ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Roma 8 maggio 2022)

Queste parole di papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le

Nvocazioni fanno da sfondo ai lavori del Convegno che ha riunito operatori pastorali, presbiteri, laici, consacrati e consacrate per confrontarsi sulla tematica vocazionale e per rinnovare la passione per il suo annuncio La vocazione è sempre una sorpresa, sorge da una parola che nel Battesimo il Signore ha seminato nel cuore di ogni credente e prende avvio da un evento inatteso che sempre meraviglia. Somiglia, la vocazione, ad una reazione a catena una «fissione nucleare portata nel più intimo dell’essere capace di suscitare una catena di trasformazioni che a poco a poco cambieranno il cuore e trasformeranno il mondo» (cfr Benedetto XVI, Omelia in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù 2005) Fare memoria dell’opera creatrice di Dio nella propria vita, riconoscere il suo sguardo amorevole e creativo che ci ha raggiunto in Gesù e trovare uno spazio per raccontarne la forza e la semplicità, è occasione per rinverdire le radici della propria vocazione e contemplare la meravigliosa e sobria fantasia dello Spirito che opera nella vita degli altri In questi anni, la Chiesa ci invita a riscoprire quel tratto essenziale del nostro essere credenti che è il camminare insieme, che la strada della salvezza – della santità, della felicità, della vita che è vita semplicemente (cfr. Benedetto XVI, Spe salvi, 11) è una via che non si percorre da soli

Il pellegrinaggio sinodale della vocazione trova la sua radice nella contemplazione della Pasqua di Cristo della quale è intrisa tutta la Creazione e la storia di ogni persona: «Mors et vita duello conflixere mirando» (“La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno vinta” – Gv 1,5) Non si tratta, primariamente, di cose da fare ma anzitutto di narrarsi a vicenda i semplici e quotidiani prodigi della vita che sconfigge la morte «Animati da questo spirito, potremo procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza delle varietà di cui si compone [ ] In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo Essa può attrarre i giovani proprio perché non è un ’unità monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova, nonostante le sue miserie» (Francesco, Christus vivit, 206-207).

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