7 minute read

25 marzo 2023: storica data per il Serra Inaugurato l’Oratorio San Junipero Serra

Prato - La piccola chiesa detiene due primati È la sola in Italia ad esser dedicata a padre Junipero Serra, il missionario spagnolo, che nel Settecento evangelizzò il Messico e la California. Ed è la sola in Europa con le sembianze delle piccole chiese dei villaggi assolati nel centro America o nel sud degli Stati Uniti Le chiesette in calce bianca, abbacinanti e sinuose, che abbiamo conosciuto grazie a film western e saghe televisive E infatti c’è chi la chiama “la chiesa di Zorro”: piccola, luminosa, con un arco sulla facciata a far da campanile In più, l’oratorio di San Junipero Serra sorge in un quartiere di frontiera, denominato “il Cantiere” Un quartiere che - e non per lo stile coloniale del suo edificio di culto - è stato definito a lungo il Far West di Prato Ma da tempo ormai ha consumato il suo pieno riscatto. Il Cantiere si è riunito a festa sabato 25 marzo 2023, presentando la “riqualificazione artistica” dell’interno della piccola chiesa, che il Serra club pratese, toscano e nazionale ha finanziato, affidandone la realizzazione all’artista pratese Gabriella Furlani Ispirandosi al clima desertico, richiamato dalla facciata, e al messaggio che il Serra club lanciava il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione (“il seme diventi germoglio”), Furlani ha scelto il motivo dell’arbusto che spunta dal suolo, per farne sostegno del nuovo piano d’altare e del leggìo dell’ambone Inoltre, ha fatto incassare nella parete il tabernacolo, fino allora poggiato su una mensola e ha reso l’ambiente più luminoso L’insieme trova compimento nel Cristo crocifisso sulla parete di fondo, addossato alla finestra dove la luce esterna, naturale, restituisce “la forma del suo corpo come Risorto, impronta di luce La Croce si taglia sul vetro opalino che con la sua forma circolare accompagna l’idea di un Cristo che abbraccia, accoglie e si dona attraverso l’ostia” Per la realizzazione degli arredi sacri l’artista sceglie materiali poveri, naturali e di recupero, non solo nella dimensione francescana di semplicità e di vicinanza fraterna alla comunità del luogo, ma anche nel sentire contemporaneo che al loro utilizzo affida un forte valore simbolico

A cogliere l’importanza dell’opera di rilancio dell’edificio è stato il cardinale Beniamino Stella, consulente episcopale del Serra International Italia, intervenuto all’inaugurazione. L’invito è giunto da Elena Baroncelli, governatore del distretto 71 del Serra, con giurisdizione sulla

Advertisement

Toscana nord A conferma del valore che l’oratorio riveste per la popolazione, primo ad accogliere il cardinale sulla piazzetta antistante l’ingresso era Antonio Biancalani, presidente del Comitato cittadini del Cantiere, che ripercorreva la storia di quel lembo di terra, racchiuso fra la riva sinistra del fiume Bisenzio e due linee ferroviarie: l’ottocentesca Firenze-Lucca-Viareggio e la ex Direttissima per Bologna, completata nel 1932. Gli operai che costruirono i binari diretti a nord stabilirono lì il cantiere, lasciandovi, una volta dismesso, piccoli fabbricati destinati a rimesse, magazzini e alloggi. Nel Dopoguerra, in quel fazzoletto, si insediò una piccola parte delle decine di migliaia di immigrati giunti a Prato, in prevalenza dal Sud Italia. Costruirono case a uno o due piani, con piccoli orti e giardinetti, lungo poche strade disposte a triangolo e confluenti nei due sottopassi ferroviari che ancor oggi connettono il quartiere alla zona residenziale della Pietà, la più esclusiva della città Il Cantiere germogliò spontaneo e abusivo, ospitando onesti lavoratori e fatalmente frange dedite all’illegalità Nel Cantiere, pur citandone appena il nome, lo scrittore Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega nel 2006 e nel 2020, ambientò il romanzo Brucia Troia, opera giovanile, pubblicata solo nel 2007 Con la sanatoria edilizia, la costruzione della pista ciclabile lungo il fiume e il prevalere del seme buono su quello cattivo, da alcuni decenni la comunità del Cantiere vive il suo rilancio, basato sulla coesione e un forte senso di appartenenza Chi ci è nato, non se ne va E vuol migliorare il contesto Remo Cavaciocchi, novantenne dal fisico minuto, considerato “sindaco del Cantiere” era commosso nella piazzetta, mentre il cardinale Stella rispondeva al saluto con parole di elogio e incoraggiamento rivolte alla comunità Ai pratesi, che definiscono “chiesino ” l’oratorio, come tutti i luoghi di culto di ridotte dimensioni, il cardinale chiedeva perché quel cambio di genere - da femminile a maschile - per descrivere le piccole chiese Nessuno sapeva rispondere, se non appellandosi a una consuetudine antica e forse irreversibile Era Paola Poli, Presidente nazionale del Serra ad intuirne la ragione: “Un modo intimo ed affettivo per riferirsi al luogo di culto più vicino fisicamente e più vicino al cuore ” . All’interno del “chiesino” il cardinale veniva accolto dal vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini, dal vicario don Daniele Scaccini, da don Carlo Gerace, parroco della basilica di Santa Maria della Pietà Presenti il sindaco Matteo Biffoni, la consigliera regionale Ilaria Bugetti e Gabriele Alberti, presidente del consiglio comunale. Il Serra club era rappresentato ai massimi livelli dal Presidente nazionale Paola Poli Soci serrani erano giunti da tutta la Toscana e da fuori regione: fra loro Enrico Mori e Giuliano Faralli, rispettivamente Past President e presidente incoming del Serra Nazionale Carmela Perucchetti, dell’associazione per l’arte Le Stelle di Brescia, illustrava le opere realizzate da Gabriella Furlani per l’oratorio, leggendole nel contesto di una poetica sviluppatasi in massima parte della produzione sacra e culminata nella riqualificazione della cappella che a Concesio, nel Bresciano, accoglie il fonte battesimale di Giovan Battista Montini, futuro Papa Paolo VI Durante la messa concelebrata assieme al vescovo Nerbini, il cardinale Stella ha rivolto un pensiero all’attuale condizione dei seminari: “In un momento difficile, invito a pregare per le vocazioni sacerdotali e la vita consacrata Dice il Vangelo: ‘preghiamo perché il padrone delle messi ci mandi operai’ Impegniamoci dunque con la preghiera, affinché possiamo vivere la vita cristiana sostenuti dal rinnovo delle guide, dei pastori”. Per chiosare: “Fratelli e sorelle, l’odierna solennità dell’Annunciazione diventa per noi occasione per chiedere al Signore d’imparare a scoprire le sue «visite» dentro l’ordinarietà della vita A comprenderecome Maria - che «tutto è segno» per chi crede, e che spetta a noi aderire con fiducia a quanto il Signore ci domanda attraverso gli incontri e le occasioni della vita. Il nostro fondatore San Junipero ha ascoltato e meditato la Parola di Dio, e custodendola nel cuore si è da essa lasciato guidare nel riconoscere la volontà del Signore dentro la sua storia concreta Se lui è partito per l’America e l’ha percorsa per migliaia di chilometri, è proprio perché ha saputo ascoltare Dio nel suo cuore, trovando poi disponibilità nei suoi superiori. Così come imparerà ad ascoltare le esigenze dei popoli presso i quali era stato inviato Vedete, molto spesso noi pretendiamo di avere tutto chiaro, prima di dare la nostra adesione e di pronunciare il nostro «Eccomi»: ma non sarà mai così. Perché la chiamata di Dio è questione di Amore, e così lo è la risposta, questione di amore: a un Amore che chiama non si può che rispondere con un amore che si dona E nell’amore non ci sono prove matematiche che possono dare certezza Amare è un rischio quotidiano, me è proprio rischiando che si dimostra di amare. Se san Junipero avesse dovuto attendere segni chiari e certi, non avrebbe fatto nulla, invece si è fidato e, nell’amore, si è donato con pratica eroica delle virtù cristiane Come accennavo, la solennità dell’Annunciazione non solo è una bella cornice per inaugurare questo Oratorio, ma costituisce pure la bussola per orientarci nel comprendere il significato di questo luogo di preghiera che oggi inauguriamo Venendo qui a pregare, possiamo incontrare e fare esperienza di un Santo che ha saputo ascoltare la voce di Dio dentro la vita quotidiana, e affidarci così alla sua intercessione, affinché ci aiuti a riconoscere ogni attimo della vita quale luogo dove Dio ci dà appuntamento per rivelarci la sua volontà, e poterci così donare con amore a chi con Amore ci chiama a collaborare con Lui, accanto e a sostegno delle vocazioni”

Al pranzo nel refettorio del Seminario, il cardinale Stella salutava don Nedo Mannucci, vicario emerito della diocesi di Prato, ricordando il tempo in cui entrambi furono compagni di studi Paola Poli, presidente nazionale del Serra club si congratulava con il club pratese e il distretto per l’opera svolta al fine di rendere sempre più fruibile l’oratorio di San Junipero Serra, ringraziando per l’accoglienza e il dono di un artistico monile realizzato per lei da Gabriella Furlani

L’artista consegnava una propria opera in ricordo della giornata al cardinale Stella e insieme alla governatrice Elena Baroncelli hanno consegnato un omaggio a tutti gli intervenuti, un piccolo “germoglio” creato da Gabriella Furlani con l’augurio “che ognuno raccolga sul proprio terreno il seme della Parola per diventare germoglio di vita gioiosa e generosa ”

Nel congedare le autorità religiose, civili e i rappresentanti del Serra, Elena Baroncelli ribadiva l’importanza dello spirito comunitario che anima gli appartenenti al club e si era tradotto nella condivisione dell’attività organizzativa che ha portato a un evento “che ci ha visti accogliere una figura eminente come il cardinale Stella” La cui partecipazione è stata “motivo di festa ed orgoglio per il Serra e l’intera città” Intanto, dopo una conferenza del critico d’arte Carmela Peruchetti e di Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Prato, il chiesino di San Junipero era meta di visite da parte di appassionati d’arte e curiosi che Gabriella Furlani guidava alla scoperta delle nuove opere.

La “riqualificazione artistica” appena inaugurata rappresenta una tappa fondamentale nella storia di quella piccola chiesa, nata dal lascito ereditario di una delle tante case a schiera del Cantiere Negli anni Ottanta l’erede, privo della vista e uomo devoto, rinunciò all’abitazione dei genitori lasciatagli dal padre, donandola alla parrocchia di Santa Maria della Pietà Don Virginio Fogliazza la offrì in gestione al Serra club che, considerando l’aspetto sociale del Cantiere e lo spirito missionario dell’allora beato Junipero Serra, decise di convertirla in chiesa. La prima pietra, ben visibile a fianco dell’ingresso, fu posta il 19 marzo 1986, in occasione della visita a Prato di Papa Giovanni Paolo II Nel 1990, l’inau- gurazione di quell’oratorio dal candore abbacinante della facciata e dall’aspetto così inconsueto, nella Toscana delle chiese bicrome del Medioevo e del Rinascimento Ma perché quella facciata esotica, che si richiama alle lontane Americhe? “Architetto” fu il parroco don Fogliazza, di cui si ricorda lo schizzo, vergato su un foglio, del campanile incastonato nella facciata Si ispirò alle tre campane effigiate nello stemma del Serra club, volle che quell’immagine diventasse realtà di calce e mattoni. Ed ecco l’oratorio di San Junipero, con la denominazione dedicata a Serra come santo e la forma ispirata al simbolo del Serra, inteso come club Per nome e per aspetto, oggi quella di Prato è forse la chiesa più “ serrana ” al mondo Sarebbe il terzo primato di questo oratorio, che abbraccia e unisce due continenti lontani, pur essendo piccolo come una casa.

This article is from: