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Una rigenerazione per condividere, essere ed agire Essere per fare...
di Marco Crovara (dedicato a Giuliano Rizzerio)
Parlando, spesso e appassionatamente, del nostro Serra si è cercato di dare varie interpretazioni alle finalità che hanno ispirato i fondatori e che ancor oggi ci vedono perfettamente allineati al concetto moderno (post-conciliare) di Chiesa Universale Le opinioni personali sono molteplici e tutte cercano di portarci verso un unico obiettivo che è quel “sostenere e favorire le vocazioni sacerdotali e religiose” che ben conosciamo Oggi a servizio di queste ne aggiungiamo un ’altra: diffondere e far conoscere la cultura cristiana. Ѐ finito lo stato di cristianità generale e non è più possibile proporre modelli del passato Bisogna intercettare la domanda culturale sollecitata dalla situazione attuale Ma tutti sono d’accordo che è peculiare del Serra essere un movimento che fa della preghiera, della formazione e dell’azione i mezzi, assolutamente necessari, per giungere allo scopo.
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Vogliamo ripetere, ancora una volta per chi non lo avesse mai sentito o letto, cosa diceva il Card Siri, padre, creatore, iniziatore del Serra italiano nei lontani anni cinquanta: “Il Serra ha uno stile senza pleonasmi inutili, con la visione immediata di uno scopo estremamente pratica, che deve usare l’intelletto tanto quanto l’intelletto è necessario affinchè le opere pratiche siano ragionevoli ed equilibrate, ma non di più…” . Solo una brevissima riflessione su uno degli elementi culturali cristiani, uno dei fondamentali: i programmi, che, naturalmente, devono contenere i famosi services La cultura, sappiamo, è una composizione di varie cognizioni intellettuali che si acquisiscono con studio ed esperienza Queste ripensate ed elaborate in maniera personale si convertono da semplice erudizione in “personalità”, cioè nei vari componenti della concretezza morale e spirituale dell’agire quotidiano che a sua volta diventa cultura Ma, sappiate, che tutto questo, che tutto ciò che rappresenta i valori sociali del singolo socio devono essere riversati nel club per la sua massima immagine: dobbiamo pensarci come un collettivo Ed è da questa base, da questo fondamento appunto che scaturiscono i programmi di un Serra Club. La “spiritualità della comunione”, affermata dalla Chiesa, non è altro che un ’ulteriore conferma di questo aspetto.
Ed ora analizziamo più in profondità questo caposaldo fondamentale che sono i programmi proprio per sottolineare l’affermazione: “Una rigenerazione per condividere, essere ed agire” E dovranno assolutamente contribuire a queste tre esigenze!
1. Condiviso, cioè che incontra largo consenso. Il condividere significa anche visibilità, farsi conoscere, “diaconia delle coscienze” Comunicare il Serra è destare interesse, un valore aggiunto per il Club E gli ambienti della comunicazione sono una delle frequentazioni più importanti per un club moderno e significativo per quello che svolge e rappresenta: una meritata immagine. E questo fa anche bene alle estensioni: essere rappresentativi nella società laica.
Il carisma serrano dobbiamo pensare a trasformarlo in un “bene” Renderlo fruibile, accessibile, essendo dispensatori, attraverso sì le nostre personalità individuali, di quella fiducia, che chi avviciniamo ci dovrà inizial- mente dare poiché non conosce ancora in profondità l’originalità e la qualità del nostro messaggio Certo, poi, una formazione testimoniata
Il Serra deve essere conosciuto per quello che è: un club cattolico di laici che pregano, si formano ed agiscono a favore delle vocazioni con metodi e struttura tipiche di un club service e nulla più.
Come affermava appunto il Card Siri
Un club service di tipo anglosassone è caratterizzato, anche, da pochi e giusti fondamenti di struttura, d’immagine e di cerimoniale al di là dello scopo Certo, guai, poi non lo si perseguisse! Tutto questo caratterizza in generale il movimento serra: laici che vivono la loro chiamata di laici, che testimoniano e comunicano il loro credo in ambienti laici qualificati, significativi, anche scomodi, lontani, dove devi essere preparato a sostenere intelligentemente e discretamente la tua cultura Campi di azione dove esprimi la tua missione, il tuo perché sei entrato a far parte di un “Club Service” , cattolico! E che cercano di essere vera chiesa in ogni occasione al di fuori degli schemi clericali (Card. Siri).
E il chierico che ha capito ne trova soddisfazione: sa di avere come amici su cui contare persone efficienti, impegnati nella società attiva che sono prima di tutto fratelli in Cristo Mi viene in mente un ’antica affermazione di un amico: Mons Luca Bonari, penso che molti di voi l’abbiano conosciuto! Fu direttore dell’allora Centro Nazionale Vocazioni della CEI In un suo intervento tra noi disse: “ … Avevo sentito vagamente parlare del Serra, ma in termini abbastanza ambigui. Quando poi vi ho conosciuto sono cascato dalle nuvole! Ma come, accanto alla Chiesa ci sta questo ben di Dio e si può permettere ad un prete, di non sapere che cosa sia il Serra?! quale attesa e quale desiderio da parte nostra c’è nei vostri confronti quando ci si conosce io non posso nascondervi la sorpresa quando mi scopro a non dire mai di no quando qualche club serra italiano mi invita per un incontro !”

2. Essere L’essere è senz ’altro il risultato di una profonda e sentita formazione Non vi può essere una convinzione interiore dell’importanza della missione terrena dei consacrati se non si raggiunge una sensibilità particolare che solo il conoscere ed il pregare possono dare Aderire ad un serra club e frequentarlo senza aver capito a quale compito ci ha chiamato Nostro Signore, significa non aver risposto a quella chiamata Formalmente non ci sembrerà così ma prima o poi cominceranno i disagi che ci porteranno o a vivacchiare o, peggio, a lasciare il club
E noi non vogliamo che questo accada.
Oggi l’uomo è un bene prezioso. Ovvero, oggi il tempo dell’uomo è un bene prezioso Quanto di più caro ci possa essere al mondo, scarso e non riproducibile bisogna averne rispetto
Pertanto se nei club non vi è formazione per “ essere serrani”, vi è disprezzo per il tempo Vi è spreco di tempo
E la formazione è anche speranza Anzi, quando ci si forma è perché abbiamo speranza! È perchè abbiamo posto fiducia in quello che apprendiamo….. che ci insegna ad “ essere ” Vi espongo alcune considerazioni che mi sono state ispirate dalla lettura di un t e s t o d i u n P a d r e D o m e n i c a n o f r a n c e s e , A d r i e n Candiard: “La speranza non è ottimismo Note di fiducia per cristiani disorientati” La speranza, però, non è ingenuo ottimismo è la capacità di guardare in faccia alla realtà del nostro cammino in tutte le sue difficoltà. La speranza del cristiano di oggi richiede coraggio perché bisogna accettare di rinunciare alle illusioni Bisogna appoggiarsi a Colui che dice e promette: “Io sarò con te, qualsiasi cosa accada Ma sperare non è attendere senza dare nostri contenuti, apporti Ѐ essere protesi verso qualcosa Uno sperare non a nostra misura di gradimento, ma condiviso, che contribuisca ad avvicinare e a insegnarci a crescere. E neanche è rimanere a guardare che sia Dio a faticare al nostro posto
Il club dovrà essere veramente squadra per infondere all’appartenenza consapevolezza, fierezza, orgoglio, per creare il necessario entusiasmo con cui vivere questo affascinante “club service cattolico”
Citando la Chiesa: “in particolare, sarà da scoprire sempre meglio la vocazione che è propria dei laici, chiamati come tali a cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” (NMI)
Certo tutto questo senza una generosità interiore non può neanche partire Generosità, significa essere coscienti che senza il Suo aiuto il nostro animo non può acquisire quella dimensione di carità la cui com- ponente sensibile ci porta a capire l’importanza dell’essere serrani per fare i serrani: quindi non possiamo “fare per fare”! Cioè solo un atteggiamento, anche di autocompiacimento
Mi sembra interessante citare alcuni passi contenuti nei nostri incontri di club che provenendo dalla base operativa ed essenziale di Serra International rivestono una particolare importanza.
• Potremmo definire la formazione come il momento ed il luogo in cui fede e vita s’incontrano, ove assieme cerchiamo le parole per dire la vita da credenti e, allo stesso tempo, per dire una fede provata nell’incontro con il mondo, insieme come laici, insieme come credenti;
• Vogliamo essere persone adulte, libere e perciò responsabili, attivi nella responsabilità educativa verso se stessi e verso gli altri, ma responsabili non si nasce, in un ’associazione come il Serra dove l’impianto formativo deve essere vocazionale e dove l’attenzione è rivolta alle vocazioni consacrate, tutti devono essere e farsi responsabili Il cammino formativo, vissuto insieme, crea amicizia e familiarità aperte ed ospitali Vogliamo essere persone che allenano lo sguardo a vedere la realtà in modo libero, esercitato in una lettura che rifiuta gli approcci di moda per vedere in profondità; che sanno coinvolgere altri che, anche se non condividono appieno gli ideali serrani, trovano interessante il nostro sguardo sulla realtà
• La nostra attendibilità di serrani passa attraverso la capacità di essere sempre in cammino, con spirito missionario, laici formati che offrono la testimonianza di chi vive la maturità della fede e non si tira mai indietro ma, anzi, si mette dentro i problemi della società accogliendo il disegno di Dio;
• Se tutti noi serrani fossimo radicalmente convinti, con una visione di fede, dell’importanza della causa a cui siamo stati chiamati, dovremmo avere piena coscienza dei nostri compiti e della necessità di una crescita personale e del club per il bene della Chiesa comune;
• Noi serrani riceviamo tanto dal Signore quindi tanto più dobbiamo rendere E più rendiamo, più ci sarà dato e più dovremo rendere: un orizzonte che è appassionante non raggiungere mai!
• Il Serrano, come tutti i battezzati, ha un suo specifico compito sacerdotale Il sacerdozio dei ministri dell’altare e dei laici differisce per essenza e non solo per grado, come affermava il Vaticano II (LG), ma non nella finalità;
• La serranità è un sentire naturale vivere una dimensione particolare di vicinanza al clero diversa da quella di un semplice cristiano;
• Ѐ formazione la presenza agli incontri, la partecipazione attiva alle riunioni, ai services, l’assunzione di cariche sociali nella struttura organizzativa del club Partecipare per formarsi, non solo osservare o, peggio ancora, criticare; è anche sede di formazione il confronto giornaliero negli impegni professionali che devono riservare agli scopi ed alla missione del Serra un particolare spazio di coerenza;
• Il cappellano deve accompagnare il serrano alla ricerca di una responsabilizzazione a tutto campo in una visione antropologica cristiana

3. Ed ora chiudiamo questo circolo virtuoso con l’agire, il fare.
Certo virtuoso perché le tre cose, condividere, essere ed agire, quasi si generano a vicenda innescando un moto che diventa la vera ed essenziale forza aggregativa. Noi abbiamo chiamato il beato Junipero Serra a proteggerci ed a ispirarci. Ebbene il beato Junipero Serra, uomo di profonda cultura e spiritualità, diceva “ sempre avanti” non per caso, ma agendo concretamente per creare i fondamenti dell’evangelizzazione
Allora anche noi non possiamo accontentarci di osservare inerti il mondo che cammina
Se gli approcci di azione vocazionale che hanno caratterizzato gli anni degli inizi del movimento Serra sono stati efficaci era perché erano giusti per quei tempi Oggi non sono più sufficienti Oggi questa missione, e dico con tutta la mia convinzione rivolgendosi verso le nuove generazioni, dovrà usare un “linguaggio” immediato e comprensibile, legato alla vita, che comunichi direttamente Inteso più che mai, anche, come atteggiamento di sensibilità nei loro riguardi. Si rischia l’inutilità o il corto circuito. E la semplicità è vincente. La concretezza, il segreto dell’essere compresi
Ѐ stato detto del Serra che “è una struttura che si adatta bene al cambiamento della società perchè è nella societa” Dimostriamolo!
Già a suo tempo, passati attraverso il Concilio Vaticano
II, ci siamo trovati quanto mai allineati alle nuove tendenze perché eravamo all’avanguardia Un brano di un decreto conciliare sull’attività missionaria della Chiesa diceva “ non può il Vangelo penetrare ben addentro nella mentalità, nel costume, nell’attività, nella cultura di un popolo se manca la presenza dinamica dei laici… la ragione è che i fedeli laici appartengono allo stesso tempo al popolo di Dio ed alla società civile” Quel dinamismo che tanto invoca il Santo Padre Quando vale la pena spendere energie niente è troppo gravoso. E, ripeto, bisogna intercettare la domanda culturale sollecitata dalla situazione attuale. Vivendo, noi, la varietà delle vocazioni, possiamo aprire nuove strade per arrivare, così, al senso ultimo del nostro scopo: le vocazioni consacrate e religiose Consapevoli che dobbiamo sostenere intelligentemente e discretamente la nostra cultura, per comunicarle, per valorizzarle, guardando ai giovani come interlocutori privilegiati, agli ordinati come veri amici condividendone la loro umanità
Ma, in sostanza, cosa dobbiamo fare per essere utili? Interessanti?
Qualche esempio?
– Entrare a far parte, come componente laica, nei Centri Diocesani Vocazioni e dove non vi fossero cercare di essere i promotori di questo organismo di coordinamento e propositivo;
– Promuovere e realizzare incontri spirituali, in sedi attraenti, aperti a tutti i giovani indistintamente (vicini o lontani) di una o due classi delle scuole superiori, che possano entrare nel loro quotidiano Naturalmente in collaborazione con la diocesi e i responsabili d’istituto. Con l’aiuto di tutor appena più grandi di loro, di un serrano o due tra i più idonei, di un sacerdote, o del vescovo stesso, che parlino in semplicità a questi giovanissimi della vocazione alla vita, alla famiglia, al lavoro, tanto per iniziare; poi alla vita consacrata o religiosa, prendendo spunti da quello che oggi la società laica offre ancora di validamente etico
– Promuovere concorsi per chierichetti e ministranti con giornate gioiose e solenni espressamente dedicate;
Collaborare alla realizzazione di campi estivi vocazionali giovanili, di strutture parrocchiali di aggregazione, non dimenticando che questi servizi sono rivolti anche a quelli a noi lontani;
Celebrare con impegno la Giornata Mondiale per le
Vocazioni, nostro Serra Day, animando le sante Messe con la lettura di un messaggio, facendo anche così conoscere il Serra;
Istituire una giornata dedicata alla “Famiglia Serrana” con ampio significato: con i nostri figli, i seminaristi ed i sacerdoti anziani in un contesto di semplice, sincera e confidenziale amicizia;

Organizzare convegni pubblici, services, rivolti all’esterno anche in collaborazione con altre associazioni, per inserire con discrezione in questi contesti la nostra cultura, l’etica cristiana;
Partecipare ai services nazionali;
– Creare un piccolo nostro “oratorio” con un gruppo, anche minimo, di giovani, giovanissimi da ascoltare e con cui lavorare insieme Il nostro “ S e r v i c e Giovani” lanciato nel 2018 al Congresso di Genova, ha queste finalità Ѐ inteso come atteggiamento di sensibilità nei loro riguardi come soggetti principali del nostro cammino, che, lo accennava anche il Card Siri, è parallelo a quello della Chiesa per raggiungere lo stesso obiettivo.
Devo ancora citare il Santo Padre: “La Chiesa deve insegnare testimoniando”
L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più alla vita, ai fatti che alle teorie La testimonianza della vita cristiana è la prima e insostituibile forma della missione (R M )
Possiamo dire, dunque, azione uguale testimonianza come fatto concreto del nostro essere.
“Sale della terra e luce del mondo”
Questo brano del Vangelo di Matteo rende bene il significato di cosa occorra per rigenerarci: condividere, essere e agire!
Per questo nuovo numero de “Il Serrano” proponiamo l’intervista esclusiva rilasciata dal Presidente di Serra International, Greg Schwietz, al nostro Direttore responsabile, Piergiorgio Aquilino, grazie al lavoro di mediazione linguistica del redattore Manuel Costa, Vicepresidente internazionale alle vocazioni. L’idea, lanciata dalla presidente nazionale Paola Poli durante il summit romano del mese di ottobre 2022, è stata ben accolta: la loro conversazione, raccolta nelle pagine che seguono, offre spunti di riflessione su come vivere lo spirito serrano fino in fondo
Carissimo Greg – permettici di chiamarTi familiarmente così –, grazie per aver accolto l’invito della redazione “Il Serrano” per la rubrica periodica destinata alle interviste. Abbiamo avuto modo di apprezzare la Tua graditissima presenza nel corso del mese di ottobre 2022 quando, a Roma, erano riuniti tutti i presidenti in carica e quelli eletti del Serra Italia per il corso di formazione (8-9 ottobre). Un bellissimo incontro, durante il quale ci hai accolto con un ringraziamento: “Grazie a voi di essere Serrani!”. Ecco la prima domanda, che ritorna, come unico fil rouge, nelle ultime interviste proposte da “Il Serrano”: cosa significa per Te essere Serrani? Come siamo chiamati a viverci, cioè, questa “serranità”?

Amico Piergiorgio, grazie per l’opportunità di condividere i miei pensieri sul Serra.

Essere Serrano significa rispondere alla particolare chiamata di Dio al fine di incoraggiare e sostenere i sacerdoti e i religiosi consacrati in un modo molto speciale È la nostra vocazione particolare Per me, essere Serrano ha significato una straordinaria opportunità di incontrare e sostenere i giovani in quel periodo importante della loro vita, quando cercano la volontà di Dio per loro, possibilmente in una particolare vocazione. In seguito, mi permette di mantenere una relazione di amicizia e di sostegno con coloro che hanno preso la decisione definitiva di dire “sì” alla chiamata di Dio Infine, la comunità in cui tutto questo avviene è un club locale, un piccolo gruppo di cattolici impegnati e che la pensano allo stesso modo, che non solo desiderano sostenere i presbiteri e i consacrati – servitori della Chiesa –, ma che vogliono anche continuare ad aiutarsi reciprocamente per crescere nella propria fede cattolica.
Prima di essere Presidente internazionale del Serra, hai scalato ovviamente un po’ tutte le tappe intermedie: District Governor, USA Council Region Director, USA Council Board Member, Trustee Serra International Board, President of the United States Council Club, Southeast Region Director on the USA Council Board, fino ad essere Vicepresidente con delega alle comunicazioni del Serra International Board. Fermiamoci su quest’ultima tappa, in un tempo in cui la comunicazione è di primaria importanza. Quali valori siamo chiamati a testimoniare e come comunicarli oggi, soprattutto alle giovani generazioni?

Una comunicazione efficace è per me uno dei pilastri fondanti dell’azione di Serra Mentre la maggior parte delle volte pensiamo alla necessità di comunicazione come una attività tra e all’interno delle diverse componenti del Serra nel mondo, altrettanto importante è per noi considerare come possiamo promuovere il valore del sacerdozio ministeriale e della vita religiosa consacrata, per la Chiesa cattolica, nel suo insieme Questo è stato un obiettivo del Serra fin dai suoi primi giorni. L’altra componente della comunicazione che ritengo importante è il mio continuo ricordare ai Serrani di tutto il mondo quanto siano importanti, per la Chiesa tutta, la nostra straordinaria missione del Serra e le attività che sostengono questa missione Quello che facciamo come Serrani e “chi siamo” quali Serrani è molto impor- tante per la gerarchia della Chiesa. Infatti, ricevo continui e frequenti ringraziamenti, come rappresentante dell’organizzazione, per la promozione delle vocazioni religiose e per il sostegno fraterno che si vede e si riceve dai Serrani Ciò che facciamo come Serrani deve rimanere “importante e rilevante” per la Chiesa Potrem-mo parlare qui della sfida di come “ creare una cultura per le vocazioni” a livello parrocchiale o diocesano, ma credo che sarebbe meglio elaborarla in un articolo più ampio.

Di questi valori che ci proponi, ci fermiamo proprio su uno, ultimamente definita quasi come una “virtù”: la vocazione. Vocazione come chiamata, invito, offerta di sé. Vocazione ancora come “accogliere la grazia che bussa”, quale valore universale, in una società sempre più in affanno, presa da cose talmente frivole da non lasciar spazio a ciò che conta: il bene delle anime. D’altronde era proprio questa la testimonianza di vita del nostro Santo, Junipero, che – cito papa Francesco – «ha saputo vivere quello che è “la Chiesa in uscita”; ha imparato a generare e ad accompagnare la vita di Dio nei volti di coloro che incontrava rendendoli suoi fratelli». Come è possibile rendere ancora oggi attuale il suo messaggio vocazionale?
Il mistero della chiamata vocazionale è un mistero con cui abbiamo a che fare continuamente. In particolare, il nostro sostegno a giovani uomini e donne in questa fase della vita è significativo. Ci siamo passati tutti, alcuni meglio o peggio di altri, ma tutti abbiamo dovuto decidere di fare un passo verso l’ignoto seguendo le strattonate delle corde del nostro cuore, corde che crediamo Dio metta nel cuore di tutti Nel nostro sostegno ai seminaristi affermiamo che il processo di individuazione della chiamata di Dio deve essere riconosciuto per quello che è, e cioè che Dio ha un piano per ciascuno di noi e che il nostro e il loro compito è quello di scoprirlo, con l’aiuto di altri, mentre percorriamo il cammino con loro Dio promette a tutti noi che c’è un lavoro importante che Lui vuole per noi. Abbiamo talenti, esperienze, speranze e desideri, e Dio li metterà al servizio del Suo piano I Serrani devono ricordare a se stessi l’importante dono che hanno e che possono condividere con i giovani come consiglieri e guide nella loro vita. Non c’è compito troppo insignificante o troppo grande che non possa essere offerto per la gloria di Dio e a beneficio del Suo piano! Abbiamo grandi santi che fungono da modello per i nostri giovani, alcuni sono stati grandi papi o teologi, ma anche portinai, agricoltori e commercianti Dire che san Junipero Serra è vissuto in tempi più semplici è probabilmente una grande sottovalutazione, poiché ha affrontato egli stesso delle significative sfide per essere soddisfatto della sua iniziale condizione di professore in Spagna È stato il suo continuo ascolto della chiamata di Dio che lo ha spinto a professare subito il suo “sì” quando gli è stato lanciato l’appello ad essere missionario in terra straniera Si è lasciato tutto alle spalle, andando incontro al grande ignoto, ma con la fiducia che solo la fede può portare Questo è il messaggio che dobbiamo condividere con i giovani di oggi
Torno a papa Francesco e all’omelia nella celebrazione della canonizzazione del beato Junipero (Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, Washington D.C., 23 settembre 2015): «Scelse un motto che ispirò i suoi passi e plasmò la sua vita: seppe dire, ma soprattutto seppe vivere dicendo: “Sempre avanti” (“Siempre adelante”). È stato sempre avanti, perché il Signore aspetta; sempre avanti, perché il fratello aspetta; sempre avanti per tutto ciò che ancora gli rimaneva da vivere; è stato sempre avanti». “Sempre avanti”, dunque, seguendo l’esortazione evangelica di essere, nella società, “sale del mondo” e “luce della terra”. Quale senso ha, og-gi ancora, questo motto?
Siempre adelante è uno dei migliori motti del mondo, di tutti i tempi. Il procedere in avanti è la chiave per rispondere alla “Grande Missione”, quella di portare il Regno di Dio a tutte le nazioni Perché? Perché lo ha detto Gesù Cristo Come sappiamo, questo motto è un ’altra dichiarazione di fede nel grande piano di Dio A prescindere dal fatto che a noi sia chiaro o meno, Lui solo sa quale bene Lui realizzerà semplicemente con il nostro “sì”, con il nostro fiat Nonostante le nostre debolezze, le nostre fragilità, i nostri cuori spezzati, mettiamo tutti noi, buoni e cattivi, forti e deboli, sull’altare di Dio, chiedendoGli di benedirci, e poi dobbiamo andare nel mondo con fiducia Questo motto – che siamo così orgogliosi di ripetere faceva parte di una lettera consolatoria che san Junipero Serra indirizzò a sua madre e a suo padre Questa lettera li informava per la prima e ultima volta della sua decisione di andare nel nuovo mondo come missionario




Scrivendo a un amico, che a sua volta avrebbe letto la lettera ai suoi genitori analfabeti, disse: “Vorrei poter condividere con loro la grande gioia che riempie il mio cuore Sicuramente mi incoraggerebbero ad andare avanti e a non tornare mai indietro Che siano consapevoli che l’effettivo lavoro e la pratica di un predicatore apostolico è la più grande vocazione che avrebbero potuto desiderare per me Che i miei genitori si rallegrino di avere un figlio sacerdote... che ogni giorno, nel santo sacrificio della Messa, prega per loro con tutto il fervore della sua anima ” È su questo “andare avanti” che papa Francesco riflette nel suo discorso ai Serrani presenti al grande Convegno del Serra, tenutosi a Roma nel 2017 È l’abbracciare le possibilità illimitate del Vangelo
Greg, un’ultima domanda, così, di getto, mentre ci salutiamo. Qual è il Tuo suggerimento per il nostro Serra Italia – che poi in realtà si ripercuote su tutti i Serrani in generale –, per far sì che possiamo crescere sempre più nell’amore a Dio e ai fratelli? Come commento conclusivo, vorrei ricordare agli amici Serrani in Italia l’importanza della preghiera, sia individuale che comunitaria. Quando recitiamo la Preghiera serrana per le vocazioni, ricordiamo le parole della Scrittura in Ezechiele 33,11: «O Dio che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva»; preghiamo per l’aumento di operai per la messe di Cristo, invocando l’intercessione di Maria, di san Giuseppe, dei santi e in particolare del nostro Patrono, san Junipero Serra. Tradizionalmente pensiamo a questi operai come ai giovani uomini e donne che “si spendono e si consumano per le anime”, ma credo che stiamo pregando anche per i laici, affinché possano agire secondo questa preghiera, come Serrani, all’interno dei nostri numerosi Serra club in tutta Italia e in tutto il mondo, promuovendo e affermando queste vocazioni che servono e sostengono la Chiesa di oggi e di domani
Grazie del Tuo tempo, Greg! Oggigiorno, il tempo è la cosa più preziosa che si possa donare. Grazie per averci accolti, incoraggiati, sostenuti. Siempre adelante! Sono io a ringraziare ancora una volta Te, Piergiorgio, per avermi dato l’opportunità di condividere i miei pensieri con Te e, tramite la rivista “Il Serrano”, con i vostri numerosi e meravigliosi Serrani Vi assicuro la mia riconoscenza e le mie preghiere.
Siempre adelante!
San Junipero Serra, prega per noi!
Carissimo Direttore, Carissimi Emanuele e Redazione tutta, ho ricevuto l’ultimo numero della rivista I l Serrano. È molto ben fatto ed è sempre un piacere leggerla (mi aiuta avere il mio dizionario italiano accanto a me) e passarla ad altri italiani del mio Serra Club. Siamo orgogliosi di trasmetterla perché Il Serrano e i serrani in Italia che producono questa meravigliosa pubblicazione ci rendono orgogliosi di essere serrani!
Infatti, una delle serrane del mio Club, che ha studiato come avvocato in Italia e poi ha deciso di emigrare a Toronto per stare con sua sorella e la sua famiglia, è sempre ansiosa di vedere la prossima pubblicazione perché le piace molto leggerla. Non ha intrapreso la carriera di avvocato qui in Canada, ma è entrata a far parte della CIBC, una delle cinque principali banche canadesi e quella in cui anch’io ho avuto una carriera di successo e ricca di soddisfazioni, che durano da oltre quarant’anni Ogni volta che le passo Il Serrano, la volta successiva che la vedo, mi dice sempre quanto le sia piaciuto leggere gli articoli e conoscere il Serra Italiano Gli articoli sono davvero molto ben scritti e presentano il Serra in modo meraviglioso, fedele alla nostra Fede, e ci aiutano anche a raggiungere il nostro terzo obiettivo del Serra, vale a dire cercare di crescere in santità. Vi prego di trasmettere le mie lodi, i miei complimenti e il mio apprezzamento a tutti coloro che sono coinvolti in questa meravigliosa pubblicazione
Con viva cordialità
Toronto (Canada), 12 dicembre 2022
Lettera alla Redazione
Carissimo Mario,
Mario Biscardi


sempre al massimo. Gli anni della pandemia ci hanno rafforzato ancor di più come unica, unita famiglia – più che come Redazione – ed è per questo che, pubblicamente, desidero associarmi alle Tue parole per esprimere il mio più cordiale ringraziamento a Manuel, Filly e Dino, incessantemente impegnati in questa “vocazione alla vocazione”: quella di comunicare il nostro essere serrani, nella società prima ancora che nella Chiesa Siamo, infatti, chiamati a muovere passi, effettuando scelte che, da sempre, hanno avuto come esigenza quella di puntare alla formazione e all’educazione, come sinonimo perfetto della comunicazione Lungo questi due pilastri abbiamo tutti potuto vedere svilupparsi i primi centocinquantasette numeri della nostra prestigiosa rivista, con l’unico obiettivo e ideale di comunicare, “servi inutili” della sola Verità, della vera “grande Bellezza”, del “perfetto Comunicatore”. Dobbiamo sentirci, soprattutto nel nostro campo comunicativo, membra vive di una Chiesa che, come vuole papa Francesco, attorno alla semplicità e all’essenzialità, fonda la propria comunicazione, così come, proprio nella semplicità e nell’essenzialità, Dio si è autocomunicato all’uomo lungo il corso della storia della salvezza
Past
President
di Serra International * * *
Tramite l’amico Manuel, accolgo e accogliamo con gioia il Tuo apprezzamento, giunto in via del tutto inaspettata, al quale voglio dare seguito, nella sua sede naturale, con questo mio scritto pubblico. Complimenti del genere ci spingono – come Redazione tutta – a dare ogni volta di più, a sforzarci di puntare
È una sfida che abbiamo preso di petto nella Chiesa, consapevoli che Essa, fattasi ultima tra gli ultimi, allo stare a guardare ha sempre preferito camminare virtuosamente di pari passo con l’avanzamento culturale e tecnologico e, seppur tra le burrasche del mondo mediatico, è stata sempre pronta ad offrire ad ogni navigatore la bussola della Verità, mai stancandosi di comunicare l’Ora della Redenzione E se questo aiuta anche i nostri lettori “ a crescere in santità”, che dire? Semplicemente grazie!
Roma, 15 marzo 2023
Piergiorgio Aquilino Direttore responsabile “Il Serrano”









