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Gigi, testimone di chi fa bene il bene

In ricordo di un uomo perbene

Gigi non era mai invecchiato, è arrivato al capolinea con molti acciacchi, manifestatisi solo a fine strada, ma è stato sempre uguale a se stesso, i lineamenti, l’espressione, la classe nel vestire, l’inconfondibile accento lievemente calabrese e una generale straordinaria eleganza

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Così l’avevo conosciuto, circa venti anni fa, così se n’è andato e non volevo crederci, lo ritenevo davvero un Higlander

Non era un mero “segretario”, disbrigatore di pratiche e redattore di verbali, era un fantastico organizzatore, implacabile guardiano dell’ortodossia regolamentare, non per amore del formalismo o per la vena burocratica legata alla sua esperienza lavorativa da dirigente nella Pubblica Amministrazione, piuttosto era perfettamente cosciente del fatto che, come dice il proverbio, toscano ma non solo, “dove non c’è regola non c’è frati”.

Ecco, le regole: per Gigi non erano orpelli barocchi, trabocchetti per la fantasia o ostacoli alla creatività, erano la custodia del cuore Il Serra era (ed è) un ’ associazione fondata sulla generosità delle persone, sulla loro voglia di stare insieme e di percorrere un cammino di Fede, ma senza le regole quella stessa associazione non sarebbe cresciuta e non si sarebbe mantenuta degna custode di un progetto tanto ambizioso per la

Chiesa intera, il servizio, laico, alle Vocazioni di speciale consacrazione

Dino Viti

Past President Nazionale

Senza la puntuale osservanza delle regole ognuno sarebbe andato per la propria strada, molti si sarebbero fermati ed altri si sarebbero imbarcati sulla nave sbagliata, come purtroppo talvolta è capitato a chi quelle regole non le aveva capite e non le ha seguite Gigi, giustamente, considerava l’osservanza delle regole un segno d’amore verso il Serra e si impegnava costantemente a che fossero utili, chiare, assennate e non frenassero l’agire.

Quando venni eletto Presidente Nazionale (2012) mi pose subito il tema dei nuovi regolamenti da introdurre per snellire la struttura. In particolare il Consiglio Nazionale, il CNIS, si era appesantito, non per colpa di chi lo animava, ma in ragione della composizione e del modo con il quale doveva essere gestito seguendo norme vetuste; nel corso delle riunioni si mischiavano, per fare un semplice e s i n t e t i c o p a r a g o n e , p a r l a m e n t o e governo: si parlava di tutto, però si dovevano, in pari tempo, prendere decisioni operative Il dibattito, su tutto e parlando di tutto, era appassionante, stimolante, una cosa bella che, però, rendeva difficile operare, poi, con la necessaria concretezza richiesta dal ruolo di governo, controllo e sostegno riservato al CNIS

Così iniziammo, tutti insieme, un arduo cammino verso una riforma dello Statuto e del Regolamento; fu un percorso difficile, nel quale vennero coinvolti, oltre a tutti i preziosi componenti del Consiglio, i Presidenti dei Club, non sempre sensibili a quelli che ad alcuni sembravano, a torto, inutili cavilli; il tragitto, tanto accidentato e faticoso quanto entusiasmante, si concluse a Napoli, nel 2014, con l’approvazione dei testi che furono, come si doveva, sottoposti al Board di Serra International che, alla fine, li ratificò Ecco, non ho raccontato una storia propriamente “religiosa”, ma ho ricordato un momento importante della storia del nostro Club, con Gigi indiscusso protagonista che, credendo nel Serra e amando il Serra, mise tutto sé stesso al servizio di un progetto che voleva migliorarne l’efficacia apostolica

Per me fu non un collaboratore, per quanto prezioso, ma un maestro per l’accuratezza con cui trattava le questioni, per la enorme disponibilità che gli consentiva di rispondere sempre a tutti, per la straordinaria generosità che lo induceva a lavorare per il Serra a tempo pieno, accettando il dialogo su qualunque tema e ascoltando attentamente ogni interlocutore. Il suo attaccamento al Serra lo manifestava soprattutto quando, nelle periodiche relazioni che proponeva al CNIS, esponeva i numeri, talvolta drammatici, su età, crescente, e numero, decrescente, dei soci, sui Club che non mandavano le prescritte comunicazioni e poi, ahimè, sparivano, sul carente ricambio degli officers ai vari livelli e tutto ciò senza alcun atteggiamento supponente e senza alcun intento censorio o polemico, ma perché si avesse piena conoscenza e coscienza dei problemi e si operasse, davvero, per risolverli Gigi ha testimoniato con la propria vita e con le proprie opere, quanto sia importante non solo fare il bene, ma farlo bene E allora come potremo proseguire il nostro cammino senza di lui? Difficile trovare un sosia, doveroso seguirne l’esempio per onorarne concretamente la memoria Guardaci da lassù, caro Gigi, con la stessa tenerezza che riservavi a Francesca, la tua splendida compagna di vita, e ti sia lieve la terra

Antonio Ciacci Past President nazionale

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