RICERCA
32 PS Mar 2021
LA PSICHE NELLA FOOD ADDICTION Lo studio della Fondazione BRF su dipendenza da cibo e comorbidità psichiatriche
di Ernesto Daniel Cavallo
I
l concetto che gli alimenti, in particolare quelli altamente appetibili, possono essere oggetto di dipendenza è stato intensamente dibattuto fin dal 1956, quando il professor Theron Grant Randolph propose per la prima volta il termine Food Addiction (Dipendenza da Cibo, ndr) come «un modello comune di sintomi descrittivamente simili a quelli di altri processi di dipendenza». La Dipendenza da cibo è caratterizzata da sintomi psicologici e comportamentali di dipendenza simili a quelli che si manifestano nei tipici disturbi legati alle sostanze. Questi includono l’impulso a consumare la suddetta sostanza d’abuso e i conseguenti effetti fisiologici “da astinenza” se l’assunzione di cibo viene interrotta o ridotta. La ricerca sulla Food Addiction è però ostacolata dalla mancanza di una definizione formale di questa condizione, evidentemente distinta da altre dipendenze comportamentali o dai disturbi ali-
mentari. Le recenti tendenze come l’aumento dell’obesità, il cambiamento delle abitudini alimentari e la prevalenza delle malattie mentali, hanno suscitato l’interesse della comunità scientifica verso una corretta classificazione e costruzione della Food Addiction. In particolare, l’evidenza di meccanismi neurobiologici difettosi condivisi, così come la frequente comorbidità tra disturbi alimentari, disturbi dell’umore e i disturbi legati alle dipendenze, potrebbero indicare non solo una ridefinizione della Food Addiction come un vero e proprio disturbo mentale, ma anche una revisione della dicotomia tra dipendenze “da sostanze” e comportamentali. Facciamo qualche esempio. Nei pazienti obesi, in cui la dipendenza da cibo è significativamente espressa, esiste una forte correlazione tra la condizione fisica e una maggiore prevalenza di molti disturbi psicologici tra cui disturbi dell’umore, disturbi d’ansia e rischio di suicidio.
















