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Venezia è un pesce”. Anche i luoghi hanno crisi d’identità?

Alla scoperta della città più turistica del mondo con il premio Strega Tiziano Scarpa

Ha incantato, Venezia, il mondo la città, dei suoi abitanti, dell’autore stesso intero. Ha incantato poeti e che la esercita con talento nei confronti del artisti, facendo sognare gli uo- lettore – e allo smarrimento, da esercitare mini per la straordinaria follia come sfida del cuore e imperativo moraarchitettonica dei suoi canali e l’ambizione le. Perché “smarrirsi è l’unico posto dove di una città che, pur essendo diversa da tut- vale la pena di andare. Tutto sommato, con te le altre, pretendeva di funzio- qualche accortezza, puoi anche nare come un luogo qualsiasi. A girare in città a qualsiasi ora del raccontarla con uno stile sapiente giorno e della notte”. In fondo, ed elegante torna in libreria il ve- già lo diceva Henry James ne “Il neziano Tiziano Scarpa, già vinci- carteggio Aspern” che Venezia è tore del Premio Strega nel 1999 e un interno di appartamento. O, appassionato di storie di calli e di forse e piuttosto, un palcoscenicampi, che con “Venezia è un pe- co in cui tutti credono di essere sce” (Feltrinelli, pp. 192) invita il attori fino a quando non realizzalettore a utilizzare i suoi sensi per no di essere mere comparse. Inscoprire la città che “assomiglia a “Venezia è un pesce” teressante lo spunto che obbliga una sogliola colossale”, che non Tiziano Scarpa il lettore a confrontarsi con una è fatta di “quartieri” ma di “sestrieri, e che è un “nessunodroFeltrinelli 192 pagine 16 euro città che, mettendo in crisi l’identità del suo visitatore, affronta a mo, un circuito inventato perché sua volta il dubbio. Emozionante ciascuno possa disfarsi della sua scoprire gli artisti e gli intelletidentità”. Ma Venezia è anche molto altro. tuali che dalla Laguna hanno portato via Una città che “la sua bellezza te la pagare ricordi indelebili, come “il signore francese per pacificarti con lei, come se tu le dovessi che si è ricordato per tutta la vita la sensaqualcosa per il solo fatto di essere lì”. Una zione del piccolo dislivello dei pavimenti città dove “una passeggiata ti sazia l’anima e veneziani sotto i piedi”. Di chi parla l’auil corpo, non hai bisogno di altro”. tore? Di Marcel Proust, che della città scri-

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Non è dunque una sorpresa che grande ve nell’ultimo volume di “Alla ricerca del attenzione sia dedicata alla seduzione – del- tempo perduto”. (F. P.)

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