Premio Giornalisti del Mediterraneo 2016 - Premio Mare Nostrum Awards 2022
Anno 13 - N. 104
16-31 gennaio 2023
Distribuzione gratuita
MEDI@TERRANEO news - Periodico del Master di Giornalismo di Bari
Ordine Giornalisti di Puglia - Università degli Studi ‘Aldo Moro’ di Bari
Editore: Apfg - Bari Direttore Responsabile: Lino Patruno Registrazione Tribunale di Bari numero 20/07 del 12/04/2007
Redazione: Palazzo Chiaia-Napolitano via Crisanzio, 42 - Bari email: master@apfg.it
L’iniziativa
Tutti in bus
La mafia La mafia salta salta in aria in aria
Palumbo a pagg. 8 e 9
Venite
Detoma a pagg. 12 e 13
Prima volta
Elisa d’Arabia volo di donna
Ventrella a pagg. 24 e 25
16-31 gennaio 2023
L’arresto
D’Amelio,
L’arresto di Matteo Messina Denaro
di Matteo Messina Denaro Via D’Amelio, uccisione di Borsellino Via
uccisione di Borsellino
1
andiamo,
baresi
Zampa e Palma da pagg. 2 a 5 Zampa e Palma da pagg. 2 a 5
in Puglia c’è fuoco per voi Turismo
Macché entusiasmo «L’arresto del boss non è una vittoria»
Salvatore Borsellino drastico
ATTIVISTA ANTIMAFIA
Fratello minore di Paolo Borsellino, Salvatore si è sempre dedicato alla sensibilizzazione sui temi di mafia e trattativa
Nessuna euforia dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, ultimo boss di Cosa nostra. Salvatore Borsellino, fratello del giudice antimafia Paolo Borsellino, non partecipa alla soddisfazione collettiva del Paese per la notizia dell’arresto del padrino di Castelvetrano. Per lui non è una vittoria, bensì una sconfitta dello Stato. Perché una latitanza trentennale, favorita da alcuni abitanti della zona, non può essere considerata altrimenti. Cosa Nostra è stata sconfitta?
Assolutamente no. Ci sono troppe ombre. Già a novembre, in una trasmissione televisiva, Baiardo (che aveva protetto la latitanza dei Graviano) aveva ipotizzato la consegna di Messina Denaro a fronte di una trattativa su alcuni argomenti cari alla mafia: l’abolizione del 41-bis e dell’ergastolo ostativo, la legge sui collaboratori di giustizia, ecc… Pensa che ci sia stata una “trattativa” per giungere a questo arresto?
Si. Da un lato mi felicito perché un criminale di questo spessore sia finalmente in galera, dall’altro resta l’amarezza che possa essere dovuto non solo a un’operazione di polizia. “Trattativa” con una contropartita specifica, oltre alle leggi in materia di mafia? Dato che Baiardo si è dimostrato attendibile, non vorrei che questa contropartita sia stata anche la consegna di una copia dell’agenda rossa sottratta dalla macchina di Paolo, dopo l’esplosione in via D’Amelio.
Nei “covi” di Messina Denaro potrebbe es-
serci materiale utile?
Di covi ne verranno trovati a decine e non si troverà nulla di interessate, se non preservativi e pillole di Viagra, come è successo. Ora si riuscirà a fare un minimo di chiarezza sulle stragi del ’92 e del ’93?
No. Messina Denaro non collaborerà con la giustizia, come prima di lui non collaborarono Liggio, Riina e Provenzano. E se decidesse di farlo, sono convinto che farebbe la fine di Provenzano, che fu letteralmente massacrato nella sua cella quando si iniziò a ipotizzare la sua collaborazione. Anche Gioè fu suicidato in carcere; Ilardo fu ucciso prima che potesse parlare. Purtroppo, grazie al famoso “protocollo farfalla”, i servizi segreti possono entrare nelle carceri e parlare con i criminali all’insaputa dei magistrati.
Come giudica le modalità dell’arresto?
Alcuni dettagli mi lasciano perplesso. La scena in cui Messina Denaro viene fatto salire sulla macchina è anomala. Viene quasi accompagnato, come se fosse fatto accomodare su un taxi. Mentre il suo autista, com’è giusto che sia, viene ammanettato.
Cosa chiederebbe al boss di Castelvetrano? Nulla, perché non parlerebbe. Più che a lui, vorrei chiedere qualcosa ai veri assassini di mio fratello. Paolo diceva: “Sarà stata la Mafia a uccidermi, ma saranno stati altri ad aver voluto la mia morte”. Mentre alcuni dei mafiosi che hanno ucciso mio fratello sono
16-31 gennaio 2023
dopo la cattura di Messina Denaro: «Troppe ombre e nei covi non troveranno nulla di utile». L’unica speranza sono i giovani
2
stati arrestati, nessuno dei mandanti, che con la Mafia hanno trattato, è mai stato individuato. Anzi, da una sentenza di Palermo sappiamo che trattare con la Mafia ed essere costretti a eliminare un servitore dello Stato come Paolo Borsellino non è reato. Oggi suo fratello cosa direbbe? Quello che direbbe mi hanno impedito di sentirlo, facendolo a pezzi. Per la sua forte fiducia nello Stato, a differenza mia, vedrebbe la parte positiva di questa cattura. La cosa più terribile, per lui, dev’essere stata la consapevolezza che dei pezzi deviati di quello stesso Stato, cui aveva prestato giuramento, stavano tramando per la sua morte. Secondo lei c’è già un dopo-Riina/Provenzano/Messina Denaro?
La Mafia ha sempre saputo sopravvivere alla cattura e alla morte dei suoi capi. In ogni caso Messina Denaro non avrebbe potuto essere il capo, perché la direzione della cupola, da sempre, per la Mafia è tenuta da qualcuno della provincia di Palermo. Quindi ora chi gestirebbe Cosa nostra?
Il posto di Riina e Provenzano potrebbe essere preso da uno dei fratelli Graviano, cioè Giuseppe (definito “Madre Natura”), anche dall’interno del carcere. Dalle stragi del ’92, il sopravvento nella gestione dell’attività mafiosa è stato preso dalla ‘Ndrangheta, che è una struttura più impenetrabile, perché basata su legami familiari.
Qual è il ruolo dei giovani nella memoria del periodo stragista della Mafia?
Un ruolo fondamentale, perché sarà soltanto con un ricambio generazionale che si vincerà la Mafia. Lo abbiamo visto in questi giorni con le interviste a Castelvetrano: gli adulti restavano in silenzio o si mostravano dispiaciuti per l’arresto di Messina Denaro, mentre i giovani festeggiavano nelle piazze. Le idee di Falcone e Borsellino continuano a camminare sulle nostre gambe?
Sono convinto di sì. Mio fratello, nella sua ultima lettera che lasciò sul tavolo incompiuta il giorno in cui fu ucciso, riferendosi alle nuove generazioni si dichiarava addirittura “ottimista”, pur sapendo del carico di esplosivo arrivato a Palermo per ucciderlo.
Scrisse: “Sono ottimista, perché vedo che verso la criminalità mafiosa i giovani, siciliani e no, hanno oggi un’attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni fino ai quarant’anni”. Si accusava di indifferenza solo perché fino a quell’età si era occupato di giustizia civile. E aggiunse: “Quando questi giovani saranno adulti, avranno più forza di combattere di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta”. E come se, sapendo di dover morire, avesse deciso di passare il testimone alle nuove generazioni con quella lettera… Era convinto che i giovani avrebbero proseguito questa lotta, vincendola e facendo sentire al Paese quel “fresco profumo di libertà”, per cui lui ha sacrificato la sua vita e che non è riuscito a sentire.
Sullo sfondo la “trattativa” Stato-Mafia di ieri. In primo piano la soddisfazione per la cattura di oggi. Quanta fiducia nutre nelle istituzioni?
Aspetto i fatti, non mi bastano le parole. Se le dichiarazioni di questi giorni corrisponderanno al vero, sono sicuramente positive: cioè il mantenimento dell’ergastolo ostativo e il rafforzamento della legislazione antimafia. Però, pensando al passato, ho qualche dubbio a riguardo.
Cesare Zampa
L’INFERNO A PALERMO Fiamme il 19 luglio 1992 in via D’Amelio, sotto casa della madre del giudice Borsellino, che morì insieme alla scorta
Cosa nostra uccise Paolo Borsellino domenica 19 luglio 1992. Mentre il magistrato stava andando a trovare sua madre Maria Pia Lepanto e sua sorella Rita, una Fiat 126 fu fatta esplodere davanti al civico 21 di via Mariano D’Amelio, a Palermo. Insieme a Borsellino morirono gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna poliziotto a perdere la vita in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo, che stava parcheggiando un’auto di servizio. (C.Z.)
16-31 gennaio 2023 3
Primopiano
L’ultima tappa del giudice Paolo Borsellino Via D’Amelio
La forza della cronaca contro l’odio della mafia
L’emozione di Giulio Francese, figlio di Mario Francese, ucciso dalla mafia siciliana nel 1979. “La cattura di Messina Denaro tappa fondamentale”
L’INTERVISTATO
A lato Giulio Francese, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, è consigliere nazionale dell’Odg
“Quando ho saputo la notizia ero in viaggio verso Catania. È stata una giornata emozionante per me e la mia famiglia”: così Giulio Francese commenta l’arresto di Matteo Messina Denaro, catturato dopo 30 anni di latitanza in una clinica di Palermo. Lui, l’ultimo responsabile delle stragi del ’92-’93, nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo e uno dei boss più importanti di Cosa Nostra. “Anche questa è una tappa fondamentale, al pari dell’arresto di Provenzano e Totò Riina”.
Non solo Francese
Degli undici giornalisti vittime della violenza mafiosa e terroristica in Italia, otto sono siciliani. Cosimo Cristina fu legato ai binari per simulare un suicidio, nel 1960. La verità sul suo assassinio è emersa solo nel 1999. Nello stesso modo fu ucciso Peppino Impastato, nel 1978. Era la notte nera dello Stato italiano: nelle stesso ore, Aldo Moro veniva ucciso dalle Brigate Rosse. Dopo toccò a Mario Francese nel 1979 e poi a Pippo Fava, ucciso a Catania nel 1984. Mauro De Mauro nacque in Puglia ma si trasferì a Palermo, dove fu rapito nel 1970 da Cosa Nostra e mai più ritrovato. Due anni dopo, Giovanni Spampinato fu ucciso a Ragusa.
Nel 1988 toccò a Mauro Rostagno, ucciso vicino Trapani. Beppe Alfano fu assassinato nel 1993: per il suo omicidio fu condannato all’ergastolo un boss locale, ma i suoi esecutori materiali sono ancora ignoti.
Giulio Francese è il figlio di Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia nel 1979. Il suo fiuto da cronista lo portò, negli anni Settanta, a ricostruire i complicati intrecci tra gli affari malavitosi e la scia di morti ed attentati in Sicilia. Per primo pubblicò i nomi dei boss corleonesi che cominciavano a scalare le gerarchie di Cosa Nostra, per primo chiamò "commissione" il vertice della cupola. Mario Francese fu ucciso a colpi di pistola sotto casa, la sera del 26 gennaio 1979. Per la sua morte furono condannati Totò Riina, Leoluca Bagarella (l'esecutore materiale del delitto), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano.
Oggi il figlio Giulio, che ha seguito le orme del padre, è consigliere dell’Ordine nazionale dei giornalisti. “È vero, ci sono voluti 30 anni per giungere all’arresto, ma io voglio credere in un’azione unica e trasparente dello Stato. Certo, ci sono state zone d’ombra, qualche episodio contraddittorio… ma l’impegno per la ricerca non è mancato e lo dimostrano tutti gli arresti effettuati nel corso di questi anni”.
In un quadro sociale così segnato dalla criminalità, la stampa può giocare un ruolo cruciale, come la lezione di Mario Francese insegna. Ma il giornalismo di oggi non è lo stesso di 43 anni fa, e gli stravolgimenti economici, sociali e digitali hanno colpito soprattutto le realtà più piccole: “La stampa
16-31 gennaio 2023
4
I giornalisti uccisi dalla mafia in Sicilia
locale fa quel che può e gli esempi virtuosi non sono mai mancati. In Sicilia, sono morti otto giornalisti per mano della mafia. Oggi i giovani cronisti non hanno coperture. Non devono essere mandati allo sbaraglio, lavorano in condizioni avvilenti e senza contratti adeguati. E si deve tenere conto anche delle normative a cui i giornalisti sono vincolati, ad esempio il decreto 188 del 2021 sulla presunzione di innocenza, il diritto all’oblio.”
Giulio Francese non risparmia però critiche alla sua stessa categoria: “Anche noi ci abbiamo messo del nostro. La parola mafia, a un certo punto, è scomparsa dalle pagine di cronaca. Su una testata ho persino letto ‘Cosa Nostra si è estinta, l’anti mafia non ha più senso’. È assurdo.”
Quale lezione di giornalismo ci ha lasciato Mario Francese? Secondo suo figlio, la capacità di ascoltare senza pregiudizi. Come quella che ebbe nel 1971 con Ninetta Bagarella, all’epoca fidanzata di Totò Riina. Francese fu l’unico ad intervistare “la maestrina di Corleone”: a lui raccontò il suo amore per il boss, le sue paure, gli intricati rapporti familiari nati in seguito a quella unione.
L’intervista avvenne in Tribunale, nel giorno in cui fu deciso per lei la sorveglianza speciale per due anni e mezzo. Era il 27 luglio.
Assalita dai fotografi, Francese avvicinò una donna “tremendamente nervosa”, ma ferma nelle sue convinzioni.“Non sono una donna? Non ho il diritto di amare un uomo e di se-
Latestimonianza
guire la legge della natura?“: così si legge in questo documento di straordinario interesse, forse uno dei più importanti di quel periodo.
“Mio padre non parlava molto del suo lavoro – racconta Giulio Francese – Ho cominciato a capire il valore di quell’intervista da grande. All’epoca avevo 13 anni. La Bagarella scelse lui, solo lui per parlare, per il suo modo di porsi, per la sua professionalità e credibilità. Questa cosa mi inorgoglisce”.
(Carmen Palma)
L’arresto di Messina Denaro
IL RICORDO
Il 26 gennaio ricorre il 44° anniversario della scomparsa di Mario Francese, ucciso a Palermo nel 1979
La fine del boss, ma non della mafia
Una latitanza durata trent’anni. Il boss di Cosa Nostra è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè attraverso la raccolta di tantissimi dati informativi dei reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative. Il padrino di Castelvetrano è finito in manette nella clinica Maddalena di Palermo, accerchiato da una decina di uomini del Ros, armati e col volto coperto. Quando è stato portato fuori, la folla applaudeva.
Qualcuno ipotizza sia stata una cattura programmata, qualcuno urla che non è una vittoria dello Stato: la scia dei chiacchiericci si allunga sempre di più con i dettagli sulla malattia, il rapporto con i medici e gli infermieri, i ritrovamenti nel covo del boss nel trapanese. La lotta alla mafia, però, non si conclude con l’arresto di Matteo Messina Denaro.
16-31 gennaio 2023 5
Uccisi dalle accise niente tagli dal governo
LE ACCISE
Per accisa, in scienza delle finanze, si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo
Tanti gli aumenti dei costi delle materie prime in Italia, ma quello che provoca più problemi è il carburante. In aggiunta, a suscitare molte polemiche, un video diventato virale in cui Giorgia Meloni esorcizzava e prometteva un vero e proprio taglio delle accise, le imposte sulla fabbricazione di alcuni prodotti di largo consumo, che sono la causa maggiore dell’aumento dei costi. Tra incoerenza e dietro front non si placano le incertezze sulle mosse del governo. Nel video, la premier fa finta di far benzina:
“Avete capito? - dice - dei 50 euro di benzina che pagate, 15 vanno al benzinaio e 35 vanno allo Stato tra Iva e accise. In particolare le accise sono tasse vecchie che vogliamo abolire perché questo è uno scandalo per il nostro Paese. Non è giusto che questi soldi finiscano nelle tasche dello Stato”.
La risposta di Giorgia Meloni alle polemiche suscitate è quella di non aver mai promesso soprattutto perché “si trattava del 2019. Sono speranzosa della possibilità di fare un
16-31 gennaio 2023
Il problema dell’aumento dei prezzi del carburante in Italia ormai è vivo da un anno. Il Governo ha messo in atto una mediazione, basterà?
6
Decreto benzina trasparenza su tutto
Il governo ha introdotto alcune misure: il bonus benzina da 200 euro che verranno ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, per i mesi da gennaio a marzo 2023. Diventa obbligatorio comunicare il prezzo di vendita praticato dai distributori.
Il Ministero delle imprese deve calcolare e pubblicare il prezzo medio giornaliero nazionale. Vengono rafforzate le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi.
Verranno rafforzati anche i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative, e tra Garante e Guardia di Finanza. La creazione di una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi.
taglio strutturale delle accise, ma c'è bisogno di una situazione diversa. Per fare alcune cose servono le risorse, per avere le risorse serve la crescita. Su questo stiamo lavorando”.
Ma cosa sta facendo davvero il governo Meloni? La presidente ha reso noto che il taglio deliberato dal precedente governo è impossibile da riproporre a causa del costo, 1 miliardo al mese, 10 miliardi all'anno. Per poterlo attuare bisognerebbe tagliare alcune misure previste in manovra come il taglio del costo sul lavoro, o l'aumento del 50% dell'assegno unico per famiglie con figli fino al primo anno di età e la decontribuzione. Il provvedimento che il governo ha adottato, inserito nel Decreto Carburanti, è una norma che consentirà di ricorrere al taglio delle accise nei momenti in cui dovesse ritenerlo opportuno.
Si tratta in realtà di una misura che era stata introdotta molti anni fa, nella Legge di Bilancio 2008, dal ministro Pier Luigi Bersani, la cosiddetta “accisa mobile”. Ovvero il taglio di una parte dei tributi sulla benzina, sul metano, sul gas e sul gpl a patto che il prezzo al distributore dovesse superare una determinata soglia. Il limite, per il quale il governo adotterebbe i tagli, è determinato dal Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DEF).
In particolare viene attuato se il prezzo di benzina e gasolio supera il prezzo medio re-
lativo al bimestre precedente, in relazione al valore di riferimento indicato nel DEF. Questa soluzione potrebbe aiutare a uscire da eventuali situazioni d’emergenza causate dall’aumento incontrollato dei prezzi.
L’importo da fisso diventa mobile, da questo deriva il suo nome: l’accisa varia a seconda dell’andamento del prezzo del carburante.
Se il prezzo della benzina sale, l’imposta cala, e viceversa, se i prezzi scendono, l’imposta torna al suo valore originario.
La decisione di togliere la proroga del taglio accise, che Draghi aveva introdotto, è stata una mossa che non è piaciuta ai gestori delle stazioni di servizio che aderiscono a Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio che hanno scioperato il 25 gennaio.
C’è da ricordare che dall’1 all’8 gennaio 2023 i prezzi dei carburanti sono esplosi.
+167,29% l’aumento della benzina, +160,29% quello del gasolio e +26,07% quello del GPL. Una situazione davvero complicata per l’Italia e gli italiani soprattutto per ciò che comporta sui trasporti e sul commercio di merci.
I gestori corrono ai ripari, ricordandoci che non esiste il prezzo “unico”, visto che la liberalizzazione dei prezzi dei carburanti risale al 1994 e quella della rete al 2000, e che si tratta di un libero mercato.
FRAME DEL VIDEO
Un frame del video in cui Giorgia Meloni fa finta di far benzina esorcizzato il problema del pagamento delle accise
16-31 gennaio 2023 7
Giancarla Manzari
Ilproblema
Misure adottate
Autobus a 20 euro e il bike sharing Così si muove Bari
NUOVI BUS IN ARRIVO
Il Comune di Bari ha in cantiere l’acquisto di ulteriori 35 pullman urbani per potenziare il servizio per i cittadini
Bari corre sulla strada della mobilità sostenibile. Con una serie di iniziative comunali, il 2023 del capoluogo pugliese sarà all’insegna del sostegno all’ambiente e alle tasche dei cittadini. Infatti, dopo il “via” di scooter e car sharing tra settembre e novembre 2022, nell’anno nuovo sono pronti il nuovo piano sui bus urbani e il bike sharing. Iniziative, assicura il sindaco, Antonio Decaro, che renderanno Bari una città “più europea”.
La novità più importante riguarda i nuovi abbonamenti da 20 euro annuali, rispetto agli ordinari 250, per gli autobus urbani. Una possibilità dovuta ai 5 milioni stanziati dal fondo Pon Metro. Potranno approfittare dello sconto non solo i cittadini baresi, ma anche chi a Bari ci studia o lavora. Il Comune ha acquistato 20mila abbonamenti a prezzo pieno da Amtab e li rivenderà a più del 90% in meno. È partita quindi la corsa per accaparrarsene uno il prima possibile, fino all’esaurimento.
Per sostenere la mole di viaggiatori saranno acquistati altri 35 autobus e saranno installate pensiline in grado di rendere noto il tempo di percorrenza, ha spiegato il presidente dell’Amtab, Sabino Persichella. Lo sconto sarà erogato sull’app “Muvt” per controllare di quante corse si usufruisce: se saranno troppo poche l’abbonamento a costo agevolato sarà annullato. Un modo, secondo il Comune, per smascherare eventuali furbetti e concedere lo sconto a chi ne
ha realmente bisogno. Persichella ha anche illustrato e potenzialità dell’applicazione, in grado di guidare il fruitore lungo le vie cittadine, indicando l’itinerario migliore, l’autobus da prendere e gli orari. Un circolo virtuoso, secondo Decaro, in grado di decongestionare il traffico per le vie cittadine al fine di rendere gli spostamenti in autobus più puntuali ed efficienti. Una misura anche amica dell’ambiente, che accoglie la sfida della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e della Commissione europea di ridurre le emissioni. La misura è un unicum in tutta Italia.
Nelle altre grandi città, infatti, i costi dei biglietti nel 2023 sono aumentati, mentre per gli abbonamenti annuali il prezzo oscilla intorno ai 300 euro. I cinque milioni non sono gli unici che il Pon Metro ha destinato per Bari. Altri quattro saranno investiti in buoni per acquistare biciclette, rimborsi per i percorsi su due ruote da casa a scuola o a lavoro e incentivi per lo sharing. Inoltre Decaro ha annunciato che entro il 2026 sarà introdotto il Bus rapid transit, ossia linee ferroviarie con autobus elettrici, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il piano sulla mobilità urbana segue la strada che la città cerca da anni di percorrere. Negli ultimi tempi sono aumentate esponenzialmente le zone pedonali, le zone a traffico limitato nel centro città e le piste ciclabili. Proprio l’ampliamento di queste ultime per-
16-31 gennaio 2023
Con i fondi del Pon Metro, il capoluogo pugliese concede abbonamenti ai mezzi pubblici a prezzi ridottissimi. Il sindaco di Milano tuona: “È demagogia”
8
metterà la seconda grande novità del 2023, ossia il bike sharing. Quello delle biciclette in condivisione non è una novità per Bari. Nel 2007 il capoluogo sperimentò il servizio, che era però gestito dall’azienda di trasporto pubblico urbano. Le carenze di manutenzione portarono a un buco nell’acqua. Questa volta il servizio sarà gestito da un ente privato, la Vaimoo s.r.l., come già succede in altre città europee, come Liverpool o Copenaghen.
“Con l’attivazione della terza forma di sharing - ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso - la città incrementa le proposte di mobilità sostenibile a disposizione dei cittadini. Siamo già posizionati come quinta città in Italia per utilizzo dei servizi di sharing, a dimostrazione della predisposizione del nostro territorio, sia dal punto di vista fisico che urbano, ad accogliere soluzioni di mobilità di questo tipo. Siamo contenti, inoltre, di poter contribuire, con queste sperimentazioni, anche sul fronte ambientale con la riduzione in città di Co2, convincendo cittadini, pendolari e turisti a non utilizzare l’automobile”.
Il servizio di bike sharing sarà operativo nei giorni feriali dalle 6:30 alla mezzanotte e nei fine settimana e nei giorni festivi fino alle 2 del giorno successivo. Anche in questo caso, per utilizzare le biciclette sarà necessario scaricare e registrarsi sull’app “VAIMOO Bike Sharing”. L’applicazione visualizzerà le bici-
L’iniziativa
clette più vicine e, scansionando il codice Qr presente sul mezzo, si potrà iniziare la corsa. Anche in questo caso sono previsti costi agevolati per i bikepass giornalieri (1,80 euro), settimanali (4,80), mensili (8,80) e annuali (24,50).
Dopo i monopattini e le macchine in sharing, ecco altre due importanti iniziative con cui Bari punta a diventare sempre più vivibile ed ecologica. Il capoluogo pugliese ha preso il passo delle grandi città europee e punta a diventare un punto di riferimento in Italia. (Emanuele Palumbo)
La critica di Sala
NUOVO BIKE SHARING
Dal 30 gennaio è attivo il nuovo servizio di biciclette in condivisione, sia elettriche che tradizionali
Se il sindaco di Bari definisce l’iniziativa come “apripista in Italia” quello di Milano, Giuseppe Sala, polemizza: “Sarebbe un errore grandissimo. Grande rispetto per Bari, ma questo significherebbe fare un passo indietro nello sviluppo del trasporto pubblico e portare al tracollo tanti Comuni. Ma perché dobbiamo essere così demagogici?”. Sotto attacco anche la scelta di far partire l’iniziativa nello stesso giorno in cui altri grandi Comuni italiani hanno annunciato l’aumento delle tariffe. A Milano e Parma il costo del singolo biglietto è aumentato rispettivamente di 20 e 10 centesimi, mentre a Roma, dalla prossima estate, l’incremento sarà di 50. Secondo il rapporto Ecosistema urbano 2022 di Legambiente e Ambiente Italia, Milano resta la città in cui si usufruisce di più del trasporto pubblico, mentre Bari è settima in classifica. Chissà se questa iniziativa riuscirà a far scalare posizioni alla città. (E. P.)
16-31 gennaio 2023 9
“Perché essere demagogici?”
Segreteria dei dem In quattro per il futuro
Questi
I CANDIDATI/1
In alto, Gianni Cuperlo a Borgo Mezzanone. In basso, Stefano Bonaccini con Michele Emiliano e Antonio Decaro
Sono quattro i nomi in lizza per accaparrarsi la leadership del Partito Democratico, in vista delle primarie del prossimo mese a cui mancano soltanto poche settimane e che eleggeranno il nuovo segretario dei dem. È una rosa piuttosto variegata: in base ai sondaggi, il favorito numero uno sembrerebbe essere il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Proverà a rosicchiargli qualche voto anche il volto nuovo del Pd, Elly Schlein, vice dello stesso governatore emiliano. Gli altri due nomi sono il deputato, nonché ex presidente del partito, Gianni Cuperlo, e l’ex ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli. Chiunque ne uscirà vincitore, avrà il compito di tracciare la nuova via del Partito Democratico e creare il dopo Letta in casa dem. Alcuni di questi candidati sono stati protagonisti di un tour che ha coinvolto anche la Puglia, dove sono arrivati per raccontare la propria idea di partito. In regione Bonaccini può contare sul sostegno di due big della politica pugliese, il governatore Michele
Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che hanno messo da parte anche qualche dissapore e si sono uniti in suo sostegno.
Protagonista di una giornata pugliese è stata anche Elly Schlein, che in Puglia può contare sull’appoggio della presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, e del deputato, nonché ex ministro per gli Affari regionali,
Francesco Boccia, ma anche su quello dell’assessora comunale Paola Romano e delle consigliere regionali Titti De Simone e Lucia Parchitelli. Anche il deputato Gianni Cuperlo è stato protagonista di una giornata pugliese, da Borgo Mezzanone a Bari, dove all’incontro era presente anche il vicecapo di gabinetto del governatore pugliese. Nessuna tappa pugliese, invece, per l’altra candidata, Paola De Micheli.
Tutti con una diversa visione del Pd, sono pronti a giocarsi le proprie carte nella corsa alla segreteria regionale. A cominciare da Bonaccini, che da Lecce, ma anche da Bari, ha messo alcuni paletti ben definiti al progetto di autonomia differenziata: «Se qualcuno ha in mente di dividere il Paese, come temo, non solo non siamo d’accordo ma l’autonomia differenziata non si farà», ha sottolineato il presidente della Regione Emilia-Romagna nella tappa pugliese di gennaio, la seconda dopo quella di dicembre, in riferimento al disegno di legge del ministro Calderoli.
«La proposta di autonomia differenziata che anche il Pd ha avanzato a livello nazionale con un lavoro che abbiamo fatto io, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, è ormai coincidente e non dice “no” a prescindere», ha osservato Bonaccini, anche perché l’autonomia differenziata, nelle sue intenzioni, potrebbe diventare «un’occasione per ridurre la burocrazia che sta uccidendo la nazione e
16-31 gennaio 2023
i nomi in lizza per la leadership del partito: Bonaccini, Schlein, Cuperlo e De Micheli. Tappe in Puglia per i primi tre in corsa
10
i territori e soprattutto per programmare meglio risorse e investimenti. Ovviamente la proposta va rivista e concordata».
Calorosa la tappa pugliese di Elly Schlein, che in un solo giorno è andata da Lecce a Taranto, da Bari a Mesagne. Ogni volta è stata accolta da fragorosi applausi, portando la sua visione del Pd orientata sui diritti sociali e sull’abolizione delle disuguaglianze. Ha assicurato che «i rapporti con Emiliano e Decaro resteranno ottimi» e che, a livello nazionale, non teme una scissione del partito: «Siamo tornati per portare un contributo di idee», ha detto Schlein a Bari. Poi la lotta alle disuguaglianze, investendo nell’educazione dell’infanzia, «perché così si contrastano la povertà educativa e la dispersione scolastica, si conciliano i tempi di vita e di lavoro delle famiglie», ma anche la battaglia per l’introduzione del salario minimo: «Abbiamo un governo di destra ossessionato dall’immigrazione e che non vede l’emigrazione, i tanti giovani formatisi in un sistema universitario di qualità, poi costretti a portare le proprie competenze altrove perché in Italia i salari sono troppo bassi». Un passaggio anche per lei sull’autonomia differenziata, ostacolo per il rilancio del Sud: «Calderoli, con una forzatura che ha visto scavalcare i luoghi del confronto con le Regioni, ha mandato direttamente alla presidenza del Consiglio un disegno di legge che dobbiamo rigettare perché vuole fotografare e perpetrare le disuguaglianze territoriali», ha detto ancora Schlein a Bari. Anche per Gianni Cuperlo c’è stata una tappa pugliese, in cui ha spiegato le ragioni della sua candidatura alla segreteria dem. Ragioni che nascono dall’esigenza di pensare a un Partito Democratico capace di risolvere con fatica, passione e umiltà i grandi temi che la società ha di fronte, «per ritornare ad essere in sintonia con quella parte dell’Italia che vogliamo rappresentare, qui in Puglia come altrove». Anche per lui, come per Schlein, nessun problema nei rapporti con il governatore pugliese e il primo cittadino barese per la loro scelta di sostenere Bonaccini: «Se vincerò sarò contento di lavorare con Decaro ed Emiliano – ha sottolineato Cuperlo - In questa Regione stiamo riscontrando un consenso che va molto oltre quello che potevamo immaginare, essendo arrivati un po’ tardivamente. Qualunque sarà l’esito di questo congresso lavoreremo insieme».
Prima di raggiungere Bari, per il deputato anche una visita a Borgo Mezzanone, il luogo che ospita un’enorme baraccopoli, spesso teatro di tristissime vicende: «È uno spaccato di disperazione che non è tollerabile in un Paese civile come il nostro», ha concluso.
Nessuna tappa pugliese, invece, per l’altra candidata alla segreteria dei dem, Paola De Micheli. «Penso a un approfondimento più serio sulle regole della democrazia interna e
Lapolitica
sugli strumenti contro la povertà – ha dichiarato la deputata nell’assemblea del partito, durante la quale è stato approvato anche il “Manifesto dei valori” - ma il ruolo dei candidati è anche quello di completare questo processo, anche dopo l’insediamento della nuova segreteria. Diciamoci le cose in faccia, proviamo a non essere fintamente unanimi, con l’obiettivo di una sintesi comune, ma con comportamenti che siano leali», ha osservato De Micheli, spiegando la sua visione del Partito Democratico. Emanuele
I CANDIDATI/2
In alto, Elly Schlein in un momento della tappa barese. In basso, Paola De Micheli: nessuna tappa pugliese per lei
16-31 gennaio 2023 11
Saponieri
Tu che cerchi la Puglia tutto l’anno eccola qua!
Dopo la pandemia sono tornati gli eventi in tutta la Regione. L’obiettivo rimane sempre quello di destagionalizzare l’offerta turistica pugliese
GRANDI EVENTI
La Focara, il più grande falò del Mediterraneo, attira ogni anno migliaia di turisti a Novoli (Foto:Viaggiareinpuglia)
Messa alle spalle la pandemia (si spera) è tempo di eventi e manifestazioni, ma anche di ripensare al futuro del turismo per la Puglia. Dal silenzio da incubo, negli ultimi mesi, infatti, il tacco d’Italia ha quasi del tutto raggiunto i livelli pre-Covid 19, confermandosi tra le regioni italiane più visitate. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Ad agosto dello scorso anno, infatti, stando ai dati pubblicati da Pugliapromozione c’è stata una leggera flessione in totale, tra arrivi e presenze, rispetto al 2019 (-0,4%). Nei mesi
invernali, in particolare tra gennaio, febbraio e marzo, invece, non si è registrato nessun miglioramento. Ecco quindi la strategia pugliese per destagionalizzare la propria offerta turistica.
Una parola di cui molti nelle istituzioni si sono riempiti la bocca comprendendola o no, almeno da un decennio, ma che nei fatti, complice anche la crisi pandemica e quella economica, non si è mai realizzata del tutto. La Puglia continua ad essere perlopiù meta estiva legata al mare, ma è innegabile l’im-
16-31 gennaio 2023
12
pegno regionale soprattutto negli ultimi anni per pensare a un’idea della Puglia che vada oltre lo stereotipo.
A partire dal finanziamento da parte della Regione di un milione di euro per i carnevali storici di Putignano, Manfredonia, Massafra, Gallipoli, Sammichele, Apricena, Bisceglie e Santeramo. Quest’anno, addirittura, la presentazione del carnevale di Putignano, è stata a Palazzo Giustiniani a Roma con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e col pugliese Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura al Senato. È ormai da anni che si sta puntando a portare turisti tutto l’anno grazie alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio immateriale. Ne è un esempio la strada tutta pugliese di valorizzare i rosoni di alcune cattedrali, in totale 33, e il barocco leccese, per cui la Giunta regionale ha deciso di stanziare contributi regionali straordinari per la promozione per il riconoscimento come patrimonio mondiale dell’Unesco. Tra i rosoni interessati quello bellissimo della cattedrale di Troia, nel Foggiano, quello di Ostuni e quello di Conversano.
Ma non è tutto, anche la Via Appia, la cui fine dell’ultimo tratto è segnata dalle colonne che si ergono sulla scalinata monumentale nel porto di Brindisi, è stata candidata da Puglia, Basilicata, Campania e Lazio a patrimonio dell’Unesco. Un connubio istituzionale che ha l’obiettivo dichiarato di restituire a quei 900 km di tracciato di epoca romana l’importanza e la dignità che merita.
Ma è con la “rete dei fuochi di Puglia” che la Regione ha cercato, comune per comune, di destagionalizzare l’offerta turistica. Il tutto puntando sulle manifestazioni pugliesi legate al fuoco, per cui già dal 2019, erano stati stanziati centomila euro, oltre all’isituzione di un registro pubblico.
Dalla grande “Focara” di Novoli, nell’Alto Salento, che attira ogni 17 gennaio, il giorno di Sant’Antonio Abate, migliaia di visitatori, fino alle tradizionali “Fanove” di Castellana Grotte, arse per onorare la liberazione della città dalla peste per opera della Madonna della Vetrana. Per ultimo le “Fracchie” di San Marco in Lamis, nel Foggiano, che illuminano la processione dell’Addolorata nella notte del Giovedì santo. Iniziative culturali e storiche nella loro tradizione a cui si sono aggiunte, in questi ultimi due anni, molti fuochi più piccoli, ma ugualmente tradizionali e che creano comunità come i vari falò in onore di san Giuseppe e di santa Lucia dal Gargano al sud della Puglia. Un altro tassello su cui la Puglia sta puntando ormai da anni per variegare l’offerta è quello del turismo lento. Un fenomeno sociale importante che in Spagna e Portogallo porta a un giro economico di 200 milioni di euro con quasi mezzo milione di presenze. Lo scorso ottobre, infatti, la stessa Regione ha stanziato 3,2 milioni di euro per il miglio-
Turismo
ramento delle infrastrutture sulla rete dei cammini e degli itinerari turistici pugliesi. Un investimento, quello per i percorsi a piedi e in bici, quanto mai corposo, come ha sottolineato varie volte l’assessore al turismo pugliese, Gianfranco Lopane, per tenere insieme cultura, crescita territoriale e coesione sociale e che segue il trend positivo dei cammini pugliesi già esistenti, come quello materano.
Sono nuovi tipi di turismo che la Puglia sta sperimentando da qualche anno e che si inseriscono nel lungo processo di rebranding e di refreshing dell’immagine della Regione, e soprattutto del Salento, meta, suo malgrado, delle sole vacanze estive al mare. Un problema legato anche alla guerra verso gli affitti selvaggi dei privati. In questo senso sta spingendo, infatti, la nuova normativa regionale che pone il tetto limite di tre case da affittare per i privati.
La Puglia può vantare un patrimonio artistico culturale e paesaggistico che deve essere gestito oculatamente, al di là dei toni sempre trionfalistici di ogni settembre, alla fine dell’estate. La pandemia, stando ai dati pubblicati su Pugliapromozione, ha cambiato le abitudini dei viaggiatori, che puntano sempre di più verso mete lontane dalla movida. Segnali di un cambiamento che va avanti da anni, a piccoli passi, nell’ottica di un approccio sempre più legato al territorio e alle sue tradizioni. (Silvio Detoma)
INCONTRI STORICI
La scalinata nel porto di Brindisi con le colonne alla fine dei 900 km della via Appia (Foto: Silvio Detoma)
16-31 gennaio 2023
13
Monte Sant'Angelo accorcia la corsa per poter diventare Capitale della Cultura 2025. La città del Gargano è tra le 10 finaliste un risultato importante per tutta la Puglia. Le prossime date importanti sono il 20 e 21 marzo, quando la giuria scelta dal ministero della Cultura audirà le città selezionate.
Monte Monte davver davver
16-31 gennaio 2023 14
LA FOTO
Sant’Angelo Sant’Angelo ro una capitale ro una capitale
16-31 gennaio 2023 15
Lollo, la diva bersagliera che visse la ‘sua’ arte
Simbolo
NON SOLO ATTRICE
Appassionata d’arte fin da ragazza, amava dipingere, scolpire e fare fotografie. La prima esposizione fu a Mosca
Hollywood
È volata via il 16 gennaio scorso l’eterna ‘bersagliera’, donna e artista dai mille colori e splendori. Grande protagonista del cinema italiano e internazionale.
Nata a Subiaco il 4 luglio 1927, Gina Lollobrigida, iniziò la sua carriera come comparsa e controfigura. Tra i suoi primi successi ‘Campane a martello’ 1949 di Luigi Zampa, ‘Achtung!Banditi!’ 1951 di Carlo Lizzani e soprattutto ‘Fanfan la Tulipe’ del 1952 di Christian - Jaque. Ma la sua fortuna cinematografica arrivò nel 1953 con l’inter-
pretazione del personaggio che la consacrerà la bersagliera del Neorealismo nel film “Pane, amore e Fantasia” con Vittorio De Sica di Luigi Comencini. Regista a cui dovrà un altro ruolo iconico nella memoria di molti italiani: la fata turchina di Pinocchio, nello sceneggiato Rai degli anni Settanta. Nei primi anni Cinquanta diventerà protagonista in produzioni hollywoodiane lavorando con star come Humphrey Bogart, David Niven, Rock Hudson, Sean Connery, Tony Curtis e Steve Mc Queen. È stata corteggiata
16-31 gennaio 2023
del cinema italiano, artista dalle mille sfumature tra splendori e lacrime amare, ha conquistato una stella sulla "Walk of Fame" ad
16
da tanti uomini belli, potenti, uno fra tutti Fidal Castro. Iniziò una nuova avventura come fotoreporter negli anni Settanta e riuscì così a intervistare il Líder Máximo.
“Con me è stato corretto – disse in seguito la Lollobrigida – quasi timido tanto da essere criticato per questo. Comunque un ammiratore sincero ed educato”.
Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film “Torna a settembre”, sette David di Donatello, tre Nastri d’argento, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, oltre a una candidatura ai Bafta per “Pane, amore e fantasia”.
Gina Lollobrigida ha rappresentato la femminilità “made in Italy” per tutta una generazione. Ha reagito, ha sognato, ha osato e il mondo l’ha resa diva. Preziosa e difficile da afferrare, luccicante nei suoi abiti unici e originali, creati da lei stessa nel suo tempio di beltà sull’Appia Antica.
Resterà un mito nel cinema mondiale anche se è nella scultura, nella pittura, nella fotografia che ha espresso la sua parte più intima. Negli anni ha prodotto un’impressionante documentazione fotografica sui molteplici aspetti della vita dell’uomo, mostrando un costante interesse verso l’infanzia. Ha frequentato artisti contemporanei come Francesco Messina, Giacomo Manzù, Ilia Glazunov, Giorgio De Chirico, Salvador Dalì, Jacob Epstein.
Quando posava per loro osservava con attenzione il loro lavoro, cercando di carpire il segreto di quei talenti.
Fu proprio osservando Giacomo Manzù che la ritraeva che decise di riprendere in maniera definitiva a scolpire.
“È lui che mi ha comunicato l’umiltà e la passione indispensabili per scolpire” ha detto l’attrice in più occasioni.
Per molto tempo il suo talento è rimasto nascosto, privato. La sua prima grande esposizione fu nel 2003 nel Museo Puškin delle Belle Arti di Mosca e poi a Venezia.
La sua forza vitale era così intensa che trasformava e sublimava tutto il suo dolore nell’atto creativo di un’opera. Una forma di catarsi, che ha sperimentato anche nel suo ultimo atto di vita in cui ha dovuto affrontare ostili vicende personali. In uno dei suoi recenti dipinti “Maternità tradita” ha traslato tutta la sua amarezza su una tela bianca. Anni di incomprensioni e lotte per il difficile e tormentato rapporto con il figlio Andrea Milko, che ha avuto con il suo primo marito Milko Skofic.
L’opera è un dipinto su tela, tecnica mista, minimalista. La Lollobrigida ha disegnato una linea nera su fondo bianco, che rapprenta il profilo della maternità e una macchia d’oro impressa dal lancio di un sasso. Elemento che qui simboleggia lo sfregio per la ricchezza. Bramosità e avidità che non rispettano nemmeno la figura materna.
Antonietta Pasanisi
L’addio
LA BERSAGLIERA
Con Vittorio De Sica nel film ‘Pane, amore e fantasia’ di Luigi Comencini, simbolo di bellezza e carattere
16-31 gennaio 2023 17
Strage dei vagoni Corato-Andria ora diventa un film
Per il 7mo anniversario dal disastro ferroviario del 12 luglio 2016, arriva “Il Treno Speciale”, il cortometraggio del regista coratino Cianciaruso
SCONTRO FRONTALE
La foto dei due treni sulla tratta CoratoAndria in collisione scattata dal drone della Guardia di finanza
La ricostruzione
Due città pugliesi, Corato e Andria, e i loro paesaggi rurali sono diventati protagonisti di un cortometraggio dedicato alle vittime della strage ferroviaria del 12 luglio 2016 che causò la morte di 23 persone e un bilancio di 51 feriti.
A distanza di 7 anni dall’incidente e per rendere omaggio alle famiglie coinvolte, arriva sugli schermi “Il Treno Speciale”, una produzione cinematografica curata dal produttore e scenografo Luigi Cianciaruso, in collaborazione con la neonata casa di produzione
Blooming Flowers e dalla regista e attrice Greta Zamparini.
Si sono concluse lo scorso ottobre le riprese del cortometraggio a cavallo tra le campagne e i paesaggi naturali delle due città della Bat (Barletta-Andria-Trani) coinvolte nel tragico episodio.
Al centro del corto la storia di due passeggeri abituali del treno, uno studente e un professore, avvolti in una dimensione sospesa tra il sogno e la realtà. I protagonisti si incontrano tra gli ulivi e coltivano l’occa-
12 Luglio 2016: due treni si scontrano, 23 morti e 51 feriti
Sono le ore 11.06 del 12 luglio 2016 quando due treni della Ferrotamviaria, uno proveniente da Corato e l’altro da Andria, si scontrano frontalmente lungo la tratta ferroviaria Bari-Barletta. Il bilancio è tragico: su 84 persone a bordo dei treni ci sono 23 morti e 51 passeggeri feriti. Secondo le indagini i convogli hanno subito un impatto frontale perché entrambi stavano viaggiando su un unico binario in direzioni opposte. Un convoglio proveniva da Corato ed era diretto verso nord ovest l’altro, invece, andava da Andria in direzione sud-est. Entrambi viaggiavano ad una velocità compresa tra i 94 e i 101 km/h, in regola rispetto al limite massimo consentito (110km/h). A determinare la strage è stata una curva in un tratto caratterizzato da alcuni ulivi, che avrebbero limitato la visibilità dei due macchinisti non dandogli il tempo di reazione necessario per alzare il freno a mano ed evitare lo scontro.
Nell’incidente, di un convoglio sono state colpite le prime due e anche la parte anteriore della terza carrozza, mentre dell’altro treno solo la prima carrozza. Tra le vittime ci sono stati entrambi i macchinisti, un capotreno e un dirigente di movimento fuori servizio.
Un anno fa, in occasione della commemorazione, sono state queste le parole della sindaca di Andria, Giovanna Bruno: “Non ci sono parole. Non più. Solo silenzio, memoria e ammenda. Possiamo ancora ritrovarci come comunità, perché non dimentichiamo e non vogliamo farlo”.
16-31 gennaio 2023
18
sione di far nascere un’amicizia attraverso il dialogo maturato nel corso del tempo.
A rendere “speciale” la produzione un cast d’eccezione: il premio David Franco Ferrante e la giovane promessa del grande schermo Pierdomenico Minafra.
Il progetto, incentrato sul teritorio pugliese, è stato seguito dalle produttrici esecutive Leila Rusciani e Silvia Morigi che si sono attivate, da Roma, per sostenere la produzione, lanciando una campagna di raccolta fondi. Non solo, hanno contribuito al progetto il Comune di Corato e Andria e le aziende locali che hanno messo a disposizone un sostegno economico per la realizzazione del cortometraggio.
“Il Treno Speciale” è ora in fase di post-produzione e a breve sarà distribuito nei festival più importanti in Italia e all’estero.
Il film sarà presentato in esclusiva nei Comuni coinvolti in occasione della giornata commemorativa, a luglio 2023. “Dietro a ogni film, piccolo o grande che sia, c’èun’idea e un gruppo di persone pronte a crederci. Le immagini di un film non sono solo una composizione fotografica in movimento, ma assorbono lo spirito di chi contribuisce a dargli vita, l’atmosfera presente durante i lavori e il sentimento di ogni partecipante. Questo èparte della magia del cinema a ogni livello, ed ècertamente parte de Il Treno Speciale e delle sue immagini”.
Rosanna Luise
La poesia in dialetto “U Trène Speciàle”
U trène speciàle
Na matìne d’estate, ca faciaie càlle nsciàine camenènne pe’ r vì de fòre, naccòste accòste, Savèrie e Catàlle, nùne èrre studènte e u’ àlte prefessòre.
nFacì Catàlle:
n“Savè, assìtete, pìgghie na pète, nca t’àgghia dìsce ne segrète!”. -
Savèrie, u’ giòvene, s’assedì, nèrr curiòse de sendì. -
E Catàlle, da bràve prefessòre, nraccundò na stòria d’ore.
“Stè ne trene speciàle assè nca vè cìtte cìtte e nan spìcce mè. -
Tèn ne belle colore biànghe nAccamme cùrre de re chiànghe. nE nan se pàghe nudde, nan sèrve u’ bigliette, npuòte scì accàmme vù, cammìse o magliètte; nnan è necessàrie ca te vìeste precìse nper esembie, quànne stè de zìte.
Stànne tutte, quaratìne, andresàne, nchìdde ca viàggene sonde bràve crestiàne. -
E dìsce ca u’ guide u Padreterne nca ultimamende è devendàte modèrne: ntu baste ca tìene l’applicazione ne Idde passe da la staziòne.
Se sciòche, se rìre, se stè in armonìe ne u’ trène viàgge, notte e dì; nse cànde, se zòmbe e s’abbàlle ne se fàscene pùre r‘ fotografìe”.
Facì Savèrie a Catàlle, dòppe ne sorrìse:“Ce belle, me pare u Paravìse!”
L’omaggio è stato scritto lo stesso giorno della strage, da Luigi Cianciaruso con un intento ben preciso dichiarato a CoratoLive: “In una giornata difficile come questa, ho sentito dal profondo del cuore il desiderio di essere vicino alle famiglie colpite, di Corato e Andria, porgendo le mie condoglianze con una poesia scritta in dialetto, che possa essere una carezza, un messaggio di speranza, come una piccola candela accesa”. (R.L)
Il cast del film “Il treno speciale” ha concluso le riprese il 27 ottobre scorso. Fonte( FondazioneCasillo)
16-31 gennaio 2023 19
LE RIPRESE
-
-
-
L’omaggio in versi
Ilricordo
Tra streaming e digitale Trani non è per il cinema
Gli anni Novanta hanno segnato l’inizio del declino delle sale singole, rimaste ancorate a un’offerta mai rinnovata per quasi 50 anni
VINCOLO STORICO
In basso l’esterno del ‘Supercinema’, bloccato come immobile storico dalla Sopraintendenza. Fu costruito nel 1934
C’erano una volta i cinema a Trani. Un inizio da favola per quella che un tempo, almeno fino agli anni ’80, era una città che contava quasi una decina tra cinema e arene all’aperto ed era al centro di numerose produzioni nazionali e internazionali. Le proiezioni di film in sala era uno dei pochi intrattenimenti di massa che rompevano la monotonia della vita di provincia. La situazione è cambiata sul finire degli anni ’90, quando le sale di proiezione si riducono a tre: il ‘Teatro Impero’, il ‘SuperCinema’ e il ‘Cinema Bellini’.
Il primo aprì nel 1920 inizialmente come Arena Kursaal; nel 1922 venne inaugurata la sala coperta, alla quale si accedeva dall’at-
tuale ingresso in via Mario Pagano. I proprietari della struttura erano tre famiglie benestanti dell’epoca: i De Camelis, la famiglia del barone Rossi e quella dei Maffuccini. La sala principale vantava una galleria principale con oltre 250 sedute, più altre settanta in una galleria laterale. I più anziani spesso raccontano ai più giovani un aneddoto che riguarda una nota maschera del cinema: durante la proiezione di un film ambientato in epoca romana, un centurione sullo schermo chiese al suo interlocutore chi fosse il padrone dell’impero. A quel punto uno degli spettatori pare abbia urlato ‘Mezzarecchje’ (Mezza orecchia), soprannome del proprietario dell’epoca, suscitando l’ilarità gene-
16-31 gennaio 2023
20
rale.
Anche il SuperCinema risale alla stessa epoca. La sua costruzione iniziò nel 1934 grazie a una cordata di cittadini tranesi molto facoltosi. Tra di loro un caposquadra che aveva partecipato alla costruzione della diga di Assuan sul Nilo, in Egitto. La sua esperienza nell’utilizzo del cemento armato risultò indispensabile alla costruzione dell’immobile. La prima proiezione fu ‘L’isola del tesoro’, di Victor Fleming, uscito nelle sale americane nel 1934. Fu un grande successo di pubblico e, per l’occasione, accorsero in numerosi anche dalle città limitrofe. La storia del cinema Bellini, infine, inizia negli anni ’50, quando l’’arena’ Bellini proiettava film per animare le estati tranesi e di tutti i “forestieri” che soffrivano una saudade tutta italiana. Le pellicole più in voga erano i ‘musicarelli’ dei vari cantanti dell’epoca. Nel 1961 l’arena di proprietà della famiglia Bellini, viene venduta alla famigIia Capobianco che alla fine degli anni ’70 decise di trasformare l’arena in cinema all’aperto.
Come già accennato, tra differenze e similarità, tutte e tre le sale hanno proseguito la loro regolare attività fino alla metà degli anni ’90, punto di svolta per l’industria cinematografica italiana ed europea. Le sale cinematografiche, specchio delle comunità, con le loro poltrone rosse, dal tessuto scolorito e consumato, iniziano a scontrarsi con la realtà dei multisala, frutto dell’importazione del modello americano, al cui interno trovavano posto anche sale giochi e punti ristoro. Come spesso accade in provincia, la novità prevale nonostante si debbano fare diversi chilometri per andar fuori città. Come una palla di neve sul pendio di una montagna, col passare del tempo, la capacità di proiettare più titoli e il la nuova tecnologia del 3d, sono stati l’inizio della fine. Il destino delle tre strutture è stato lento e inesorabile.
Il ‘Bellini’ provò a reinventarsi dedicandosi alla proiezione di film a luci rosse. Successivamente cambiò gestione e, nei primi anni 2000, diventò una discoteca che chiuse i battenti nel 2008. A stretto giro segui la chiusura del ‘SuperCinema’ che, nel corso degli anni, aveva subito lavori di ammodernamento come la creazione di un controsoffitto, l’allargamento del palcoscenico e della platea che poteva accogliere quasi duemila spettatori. L’ultima volta che se ne è sentito parlare è stato nel 2018 per la rimozione della cappottatura in amianto. L’ultimo a porre una strenua resistenza è stato il ‘Teatro Impero’. Dopo essersi dotato di una seconda mini sala proiezioni (e fregiarsi del titolo di ‘multisala’) ha iniziato a ospitare rassegne culturali e a proiettare pellicole dall’incasso sicuro e potessero coprire il costo della stessa. Il 2020, tra pandemia e consecutive chiusure, ha di fatto accelerato il declino. Sono stati in molti a volersi spendere in iniziative di recupero e
Società
riapertura, ma tutto si è fermato a sterili incontri e pagine di giornale. C’è da chiedersi se ne vale davvero la pena. Il declino delle sale cinema non è solo legato alla concorrenza dei multisala, ma anche dal proliferare di piattaforme di streaming per smart tv, personal computer e smartphone. Cosa può offrirci il cinema di nuovo e sperare in un rilancio? La risposta a questa domanda è nella massima gattopardiana del “Se tutto vuoi che rimanga com’è, tutto deve cambiare”.
DESTINO SEGNATO
Il ‘Cinema Bellini’, in alto, mostra i primi segni di decadimento. In basso, l’ingresso del ‘Teatro impero’
16-31
2023 21
Fabio Pengo
gennaio
Con #MeToo dalle donne ora le voci sono un coro
In Italia torna a far rumore l’eco delle donne che, al grido di «Me Too», stanno facendo sentire la propria voce, trovando il coraggio di denunciare abusi e violenze. Usato per la prima volta nel 2006 dall’attivista T. Burke a supporto delle donne nere vittime di stupro o molestie, è qualche anno più tardi che il #MeToo sarebbe diventata una battaglia di risonanza globale. La campagna è partita quando nel 2017 decine di attrici, e star di fama mondiale, denunciarono il produttore hollywoodiano, Harvey Weinstein, per aver commesso diversi reati di natura sessuale. E ciò che più ha fatto discutere in merito alla vicenda è come nell’ambiente fossero noti gli atteggiamenti aggressivi dell’uomo, eppure nessuno ne aveva mai parlato apertamente nonostante in merito girassero voci già da tempo. La causa si è poi diffusa a macchia d’olio, diventando virale attraverso un hashtag utilizzato sui social per mostrare supporto alle vittime di abusi. Asia Argento è stata tra le prime nel mondo del cinema a puntare il dito contro Weinstein e denunciare apertamente di aver subito molestie sessuali, sollevando un vero e proprio caso. Eppure proprio in Italia, patria dell’attrice romana, la risonanza è stata molto minore, e le polemiche sollevate sono presto finite nel dimenticatoio, fatta eccezione per alcuni casi isolati. E se anche i media americani sono stati accusati di aver taciuto in più di un’occasione, evitando di ri-
portare informazioni in loro possesso, in Italia la situazione è ben più grave. Dopo l’apertura del caso, negli Usa l’attenzione è stata perlopiù volta alla tutela delle donne e dei loro traumi, allargando la discussione a come uomini influenti, in posizioni di potere, sfruttino il proprio ruolo per intimidire e creare un clima di omertà. In Italia, al contrario, nella maggior parte dei casi il dibattito si è concentrato sulla figura delle donne che hanno denunciato, sollevando accuse e insinuazioni: «Perché non ha denunciato prima? Perché ha accettato le avance?». La colpa è spesso stata spostata dal predatore alla preda rivangando, come nel caso di Asia Argento, atteggiamenti provocatori e trasgressivi delle vittime facendo passare in secondo piano denunce e violenze. Nell’ultimo mese, però, la discussione si è riaperta a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate a Repubblica da Margherita Laterza, attrice pugliese e figlia dell’editore Giuseppe. La donna ha spiegato come all’epoca dei fatti non trovò il coraggio di denunciare, ma oggi è decisa a raccontare la verità e parlare delle molestie subite sul set: «La violenza nel nostro mondo - ha sottolineato nell’intervista - è stata normalizzata. Lavorando con il corpo il confine tra lecito e illecito è sottile, se ti lamenti sei tu che hai capito male».
Sebbene il Me Too in Italia non sia mai realmente esploso a livello mediatico, se non
16-31
gennaio 2023
LA PROTESTA Asia Argento durante una manifestazione del movimento #MeToo contro le molestie nel settore dello spettacolo
In Italia si è tornati a parlare dei casi di molestie nel mondo del cinema. Nuove denunce riaprono il dibattito su un tema che ha segnato gli ultimi anni
23
Il caso Weinstein
Le accuse che hanno cambiato Hollywood
Il caso Harvey Weinstein scoppia nel 2017 quando il New York Times ha pubblicato un reportage che conteneva decenni di accuse di molestie sessuali rivolte al produttore cinematografico statunitense, proprietario della Miramax prima, e poi di The Weinstein Company (i cui film hanno conquistato oltre 300 nomination agli Oscar). In un articolo del New Yorker, pubblicato qualche giorno dopo, anche l'attrice e regista italiana Asia Argento rivela di essere stata molestata da Weinstein nel 1997, quando aveva 21 anni. Alle rivelazioni sono seguite altre denunce e messaggi di solidarietà alle vittime, anche da parte di grandi star di Hollywood. La Corte superiore di Los Angeles ha dichiarato Weinstein colpevole di tre capi d'imputazione per stupro e violenza sessuale, per i quali rischia 24 anni di carcere. Il produttore, intanto, sta scontando 23 anni di reclusione dopo una condanna analoga ricevuta a New York nel 2020, per la quale è stato giudicato colpevole di stupro e aggressione sessuale criminale. A ottobre 2022 è iniziato il processo a Los Angeles, dove Weinstein ha risposto a diverse accuse, tutte collegate a presunte aggressioni avvenute in diverse stanze d’albergo negli anni tra il 2004 e il 2013, e per le quali si era dichiarato innocente.
nei giorni successivi alle accuse, qualcosa sembra essersi smosso. Amleta ne è la prova. Si tratta di un collettivo di attrici, riconosciuto a livello nazionale, nato per evidenziare e contrastare il divario e le discriminazioni di genere nel mondo dello spettacolo. E proprio Amleta ha stilato un report sull’argomento, diffondendo i dati delle testimonianze raccolte e pervenute negli anni 2020/2022. Ma cosa è emerso dall’indagine? Nel biennio, i casi di abusi, molestie e violenza sessuale emersi sono stati 223. Un dato tutt’altro che esiguo. Tra il totale delle segnalazioni raccolte solo in due casi la molestia è stata esercitata da una donna. È però importante specificare che gli episodi di violenza non riguardano esclusivamente un genere, ma chiunque può esserne vittima. Il report riferisce inoltre che, dei casi presi in analisi, sono 207 le donne vittime di abusi: il 93% delle violenze nel mondo dello spettacolo, dunque, vede la donna come parte lesa.
La maggior parte degli abusi registrati sono stati perpetrati per mano di: registi (41,26%); colleghi attori (15,7%); produttori (6,28%). Ma dove avvengono in prevalenza?
Le attrici hanno riferito che i luoghi di lavoro, set cinematografici o teatri, sono ai primi posti, eppure le molestie avvengono anche dietro le quinte e sul palcoscenico durante gli spettacoli, così come nei camerini o negli spazi dedicati ai provini.
Labattaglia
Ora è fondamentale curare l’informazione e la diffusione di una cultura che permetta alle donne di sentirsi tutelate da una società che ha il compito di proteggerle, così da trovare il coraggio per smettere di tacere davanti a ingiustizie e soprusi.
Serena Nuzzaco
Nel 2017, a Los Angeles centinaia di persone hanno preso parte a marce a supporto delle vittime di violenze
16-31 gennaio 2023 24
THE GUARDIAN
Con Elisa dalla Puglia in Arabia che spettacolo
L’ARTISTA
Elisa Barrucchieri
durante la presentazione di “The Rise of Legends” al Teatro Abeliano di Bari
Un’ occasione senza precedenti per la Puglia e l’Occidente. Elisa Barrucchieri, danzatrice, direttrice artistica e coreografa barese d’adozione, è stata invitata ad essere la creatrice dello show per la Cerimonia di Apertura del Saudi Tour di ciclismo di Al-ula, in Arabia Saudita. Con lei ci sarà anche il suo team con sede a Bari, ResExtensa. È la prima volta per una donna, per giunta occidentale, ricoprire un ruolo del genere in un paese islamico. La manifestazione sportiva si terrà dal 30 gennaio al 2 febbraio. La cerimonia di apertura è prevista per il 29 gennaio. In cosa consiste? È l’equivalente del nostro Giro d’Italia o del Tour de France. Alla sua terza edizione in assoluto è prevista nello specifico una corsa a cinque tappe con un percorso che, situato nel nord-ovest del Paese intorno alle meraviglie di Al-Ula, mette in mostra altri siti del patrimonio mondiale recentemente designati dall'UNESCO. Questo protettissimo sito è stato vietato agli occidentali fino al 2021. Il primo spettacolo della storia recente (forse in millenni) è stato Bocelli in Concerto. Gli eventi concessi in questo luogo sono davvero pochi e vengono avviati sempre solamente dopo approvazione di ogni punto del progetto.
“Per me è un onore essere stata chiamata e scelta. Il mio gruppo di lavoro ResExtensa sarà tra i primi forse in due millenni a presentare uno spettacolo ad Al-Ula, ed esserci per una cerimonia così importante è dop-
piamente un onore. Penso che siamo tra le pochissime compagnie di danza ammesse, e la prima italiana. E questo ci emoziona tantissimo, ma è anche motivo di grande responsabilità per tutti”, ha detto Elisa Barucchieri durante la conferenza stampa di presentazione al Teatro Abeliano di Bari. Tutto è nato quasi per caso. In una notte a fine novembre, mentre ripuliva la sua casella elettronica, la Barrucchieri ha notato una mail in arrivo da una società di organizzazione di eventi dal nome potenzialmente ingannevole: “MICE International”. Nel messaggio le si chiedeva un incontro per parlare di uno spettacolo. La mattina dopo era già in riunione con le due responsabili di questa società che le spiegavano di averla notata online. “In Arabia Saudita abbiamo già tutto, abbiamo visto il meglio del meglio, ma quello che non si può comprare è la poesia, e tu hai la poesia”, recitava la mail. Le chiedono quindi una proposta di spettacolo da integrare nella loro candidatura per l’organizzazione della cerimonia di apertura del Saudi Tour. Dopo una prima bozza di idea e varie runioni, la società, tutta composta da donne, si era aggiudicata l’organizzazione e stava iniziando davvero quella che è a tutti gli effetti un’avventura.
“Una delle cose che mi piace tantissimo è il team di donne che stanno lavorando insieme, a partire da me e dalle titolari della società, Lana Hawilo (Ceo), Noura Hawilo e
16-31 gennaio 2023
La danzatrice e coreografa Barrucchieri inaugurerà il Saudi Tour di ciclismo nel Paese del Golfo con lo spettacolo “Rise of the Legends”
24
Corina Sharayah che mi hanno scelto per questo evento. Un messaggio anche fortemente emblematico in un momento storico particolarmente buio in alcune parti della terra per le donne. Partiamo anche da qui per il nostro lavoro, con l’obiettivo, come ci è stato chiesto, di regalare poesia ai cuori di tutti quelli che lo vedranno, dal vivo e non”, continua Elisa Barucchieri.
Nello specifico lo spettacolo, intitolato “The Rise of Legends”, vedrà esibirsi artisti impegnati a creare emozioni attraverso danze eteree. Alla cerimonia di apertura oltre al team creativo di ResExtensa, parteciperanno circa 10 figure tecniche specializzate e più di 50 danzatori e acrobati provenienti da tutta Italia, di cui la maggioranza pugliese.
Tra i gruppi di artisti ce ne sono talmente giovani da fare la prima esperienza di un viaggio aereo proprio per raggiungere l’Arabia Saudita e lavorare con la compagnia: tra loro Claudia Cassano, che ha appena compiuto 18 anni, e un tecnico giovanissimo, Francesco Maiullari.
In maniera più dettagliata lo spettacolo ideato per il Saudi Tour sarà luminoso, fluttuante ed energico. Per il palco è stato pensato uno speciale allestimento nel deserto che si fonde completamente con il maestoso ambiente delle dune di sabbia. Seta bianca e costumi di luce chiara, ologrammi, luci, e la cura precisa di musica e testi creeranno un contesto che vuole condurre lo
Primavolta
spettatore alla visione della creazione della terra. Ma non solo, il fluttuare dei primi danzatori, racchiusi in una stella pulsante, rappresenteranno l’inizio della vita terrena, in una situazione immersiva e interattiva.
“Orgoglio infinito per una donna e un’artista che in Puglia ha costruito e sviluppato la sua impresa culturale e creativa e che oggi ottiene il riconoscimento internazionale che merita, dove - per la verità - mai ci saremmo aspettati. È la conferma che il mix di talento, professionalità e managerialità pagano sempre”, ha dichiarato Aldo Patruno, direttore generale dipartimento Turismo, Economia della Cultura, Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia.
“Lo straordinario riconoscimento culturale ricevuto da Elisa Barucchieri con la sua "ResExtensa" non può che renderci doppiamente orgogliosi - commenta Grazia Di Bari, consigliera delegata per le Politiche culturali della Regione Puglia -. Da un lato perché l'apertura della cerimonia affidata a lei e al suo corpo di ballo è un primato assoluto, in quanto si svolge in un paese precluso agli occidentali fino al 2021, quando accolse per la prima volta Bocelli in concerto. Dall'altro perché oltre il 50% dei danzatori che compongono la compagnia è pugliese, e a loro si aggiungono tecnici e professionisti locali o che si sono formati in Puglia.”
LO SPETTACOLO
Immagine di repertorio tratta da uno degli spettacoli di Elisa Barrucchieri raffigurante i danzatori “terra-aria”
16-31 gennaio 2023 25
Francesco Maria Ventrella
Ecco Break Point: il tennis come non si è mai visto
DAL CAMPO AL SET
Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis si divertono durante alcune delle riprese fatte durante gli
Australian Open 2021
Game, set, match. Anzi. “Game, set, match, ciak si gira”. La celebre frase pronunciata per decenni dai giudici di sedia al termine di una qualsiasi partita di tennis potrebbe arricchirsi con una nuova ed inaspettata formula. Il merito (per chi la apprezza) o lo scandalo (per i tradizionalisti del gioco più nobiliare la mondo) è dello sbarco in grande stile di Netflix negli eventi più importanti del circuito ATP che, grazie alle loro telecamere, si sono intrufolati nella vita dentro e fuori dal campo di alcuni dei
più grandi tennisti in attività, confezionando un prodotto del tutto innovativo per uno sport da sempre ermetico da un punto di vista mediatico. La chiave del successo della serie tv “Break Point”, disponibile dal 13 gennaio sulla più importante piattaforma di streaming al mondo, è quella dell’abbattimento del muro di privacy che ha da sempre separato il pubblico e gli appassionati dal tennista stesso. Una missione non nuova in casa Netflix. I produttori di ‘Break Point’, Paul Martin e James Gay-Rees, sono infatti gli stessi che qualche anno fa hanno realizzato la prima docu-serie sulla Formula1: “Drive to survive”. Due prodotti molto simili e che mettono al centro della narrazione gli atleti, con i loro pensieri, sogni, ambizioni, ma anche paure. Il loro obiettivo è chiaro: trasformare lo sport da intrattenimento a ‘puro intrattenimento cinematografico’. Facendo passare lo spettacolo dell’evento sportivo in secondo piano e mettendo invece in luce il lato umano e il ‘drama’ dell’atleta.
Nel susseguirsi dei 5 episodi di questa docu-serie archetipa ci vengono infatti presentati diversi protagonisti nella ‘next gen’ del tennis, tra cui anche la punta di diamante del tennis italiano: Matteo Berrettini capace in pocchi anni di diventare il sesto giocatore nel ranking mondiale, qualificarsi per le ATP Finals e giocarsi la finale del tor-
16-31
gennaio 2023
La docu-serie sbarcata su Netflix racconta le storie di 10 esponenti della next gen del gioco più nobile del mondo, svelando la loro vita privata
26
neo di Wimbledon contro Novak Djokovic nell’edizione del 2021.
Le telecamere li seguono ovunque, dando allo spettatore l’impressione di aver ingabbiato i loro idoli del tennis in un ‘Grande Fratello’ senza limiti. Ci sono riprese sul campo di allenamento, campo di gioco, casa dei genitori, camera d’albergo, aeroporto, taxi. Ovunque. Il tutto accompagnato da una narrazione incalzante, dove ogni atleta parla mentre è seduto su una sedia con dietro uno sfondo nero, guardando dritto in camera, dando l’impressione allo spettatore di avere un dialogo diretto con il suo idolo, di cui vuole sapere tutto, tutto quello che non è mai stato raccontato. Ed è proprio nei racconti personali degli atleti che ‘Break Point’ vince la sua partita. La prima puntata ha infatti come protagonista il giocatore più controverso del circuito: Nick Kyrios. L’australiano capace di esaltare il pubblico con il suo talento cristallino, dopo essere improvvisamente messo sotto i riflettori a soli 19 anni dopo aver sconfitto Nadal in un match di Wimbledon del 2014, ha toccato il fondo. Il tennis infatti non è uno sport per tutti, anzi. Il lato oscuro che ci viene mostrato di questo affascinante sport si chiama ‘solitudine’ che spesso, può trasformarsi in depressione. Sul campo da tennis infatti, a differenza di tanti altri sport, si è da soli. Con i propri pensieri e fragilità che a volte possono distruggere la mente di un atleta. Una condanna che Nick Kyrios ha scontato per anni, e che lo ha portato a litigare sul campo con giudici di sedia, pubblico, frantumare un centinaio di racchette fino ad essere etichettato come il ‘bad boy del tennis’. Nick, come dice lui stesso nella docu-serie, sta combattendo ancora la sua
personale battaglia aiutato da famiglia, amici e fidanzata. Ma forse non basterà per farlo sbocciare definitivamente. Il racconto di Berrettini è invece incentrato sulla sua love story (adesso finita) con la tennista Ajla Tomljanović, legati dall’amore e dallo stesso sport, ma allo stesso divisi dai continui viaggi in giro per il mondo che non danno loro la possibilità di viversi nella quotidianeità. Un ampio spazio della narrazione viene anche dedicato alle storie dei volti femminili del tennis. Maria Sakkarī, una dea greca prestata al tennis, con una muscolatura bronzea che però nasconde la fragilità di un animo troppo sensibile che troppe volte l’hanno portata a crolli emotivi proprio quando era ad un passo dalla vittoria. Paula Badosa, ex numero 2 della classifica WTA, parla invece della sua sconfitta di dolorosa, nel torneo di casa di Madrid. Arrivata da favorita assoluta, la Barbosa ha invece perso al primo turno. Una ferita che ha portato la spagnola ad accarezzare il pensiero del ritiro. La storia più affascinante però è quella della tennista Tunisina Ons Jabeur. La prima tennista araba nella storia di questo sport in grado di vincere un torneo WTA, a Madrid. Una carriera piena di difficoltà per lei che, non essendo supportata dai grandi sponsor europei, ha dovuto sudare per farsi spazio tra i grandi nomi del tennis, rischiando di abbandonare questo sport a causa dei problemi economici. Eppure la Jabeur ce l’ha fatta, rinunciando al suo sogno di diventare mamma pur di continuare la sua luccicante carriera. Perché questo è il tennis. Uno sport che richiede davvero tanti sacrifici.
Luca Scattarella
BERRETTINI E ALTRI Matteo è uno dei protagonisti della docu-serie nella quale racconta la sua stora d’amore con la tennista Tomljanovic
16-31 gennaio 2023 27
Laserie
16-31 gennaio 2023 28