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Tra streaming e digitale Trani non è per il cinema
Gli anni Novanta hanno segnato l’inizio del declino delle sale singole, rimaste ancorate a un’offerta mai rinnovata per quasi 50 anni
VINCOLO STORICO
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In basso l’esterno del ‘Supercinema’, bloccato come immobile storico dalla Sopraintendenza. Fu costruito nel 1934
C’erano una volta i cinema a Trani. Un inizio da favola per quella che un tempo, almeno fino agli anni ’80, era una città che contava quasi una decina tra cinema e arene all’aperto ed era al centro di numerose produzioni nazionali e internazionali. Le proiezioni di film in sala era uno dei pochi intrattenimenti di massa che rompevano la monotonia della vita di provincia. La situazione è cambiata sul finire degli anni ’90, quando le sale di proiezione si riducono a tre: il ‘Teatro Impero’, il ‘SuperCinema’ e il ‘Cinema Bellini’.
Il primo aprì nel 1920 inizialmente come Arena Kursaal; nel 1922 venne inaugurata la sala coperta, alla quale si accedeva dall’at- tuale ingresso in via Mario Pagano. I proprietari della struttura erano tre famiglie benestanti dell’epoca: i De Camelis, la famiglia del barone Rossi e quella dei Maffuccini. La sala principale vantava una galleria principale con oltre 250 sedute, più altre settanta in una galleria laterale. I più anziani spesso raccontano ai più giovani un aneddoto che riguarda una nota maschera del cinema: durante la proiezione di un film ambientato in epoca romana, un centurione sullo schermo chiese al suo interlocutore chi fosse il padrone dell’impero. A quel punto uno degli spettatori pare abbia urlato ‘Mezzarecchje’ (Mezza orecchia), soprannome del proprietario dell’epoca, suscitando l’ilarità gene- rale.

Anche il SuperCinema risale alla stessa epoca. La sua costruzione iniziò nel 1934 grazie a una cordata di cittadini tranesi molto facoltosi. Tra di loro un caposquadra che aveva partecipato alla costruzione della diga di Assuan sul Nilo, in Egitto. La sua esperienza nell’utilizzo del cemento armato risultò indispensabile alla costruzione dell’immobile. La prima proiezione fu ‘L’isola del tesoro’, di Victor Fleming, uscito nelle sale americane nel 1934. Fu un grande successo di pubblico e, per l’occasione, accorsero in numerosi anche dalle città limitrofe. La storia del cinema Bellini, infine, inizia negli anni ’50, quando l’’arena’ Bellini proiettava film per animare le estati tranesi e di tutti i “forestieri” che soffrivano una saudade tutta italiana. Le pellicole più in voga erano i ‘musicarelli’ dei vari cantanti dell’epoca. Nel 1961 l’arena di proprietà della famiglia Bellini, viene venduta alla famigIia Capobianco che alla fine degli anni ’70 decise di trasformare l’arena in cinema all’aperto.

Come già accennato, tra differenze e similarità, tutte e tre le sale hanno proseguito la loro regolare attività fino alla metà degli anni ’90, punto di svolta per l’industria cinematografica italiana ed europea. Le sale cinematografiche, specchio delle comunità, con le loro poltrone rosse, dal tessuto scolorito e consumato, iniziano a scontrarsi con la realtà dei multisala, frutto dell’importazione del modello americano, al cui interno trovavano posto anche sale giochi e punti ristoro. Come spesso accade in provincia, la novità prevale nonostante si debbano fare diversi chilometri per andar fuori città. Come una palla di neve sul pendio di una montagna, col passare del tempo, la capacità di proiettare più titoli e il la nuova tecnologia del 3d, sono stati l’inizio della fine. Il destino delle tre strutture è stato lento e inesorabile.
Il ‘Bellini’ provò a reinventarsi dedicandosi alla proiezione di film a luci rosse. Successivamente cambiò gestione e, nei primi anni 2000, diventò una discoteca che chiuse i battenti nel 2008. A stretto giro segui la chiusura del ‘SuperCinema’ che, nel corso degli anni, aveva subito lavori di ammodernamento come la creazione di un controsoffitto, l’allargamento del palcoscenico e della platea che poteva accogliere quasi duemila spettatori. L’ultima volta che se ne è sentito parlare è stato nel 2018 per la rimozione della cappottatura in amianto. L’ultimo a porre una strenua resistenza è stato il ‘Teatro Impero’. Dopo essersi dotato di una seconda mini sala proiezioni (e fregiarsi del titolo di ‘multisala’) ha iniziato a ospitare rassegne culturali e a proiettare pellicole dall’incasso sicuro e potessero coprire il costo della stessa. Il 2020, tra pandemia e consecutive chiusure, ha di fatto accelerato il declino. Sono stati in molti a volersi spendere in iniziative di recupero e
