Ci hanno lasciato
Alessandro Leković Il drappello di connazionali che ci hanno lasciato per sempre quest’anno comprende anche il dott. Alessandro Leković, deceduto in settembre. Era nato a Formia nel 1931, frutto di uno di quegli incontri all’apparenza fortuiti ma che spesso si rivelano decisivi, fra un ufficiale montenegrino e una giovane del posto. Trasferitasi la famiglia nell’area quarnerina, frequentò le nostre scuole e il Liceo scientifico iscrivendosi quindi alla Facoltà di medicina di Zagabria, capopattuglia di un gruppo di connazionali che poi si sarebbero fatti valere nella città natale. Tornato a Fiume, fu pediatra specialista in radiologia e prestò la sua opera, anche in veste di primario, all’Ospedale infantile di Costabella. Valido professionista e ottimo conoscitore delle difficoltà specifiche a cui andavano incontro i
connazionali costretti a ricorrere al sistema sanitario, mostrò sempre la massima disponibilità fornendo disinteressatamente consigli e consulenze. Il pensionamento gli fornì l’occasione per impegnarsi in maniera più diretta nell’ambito minoritario. Più volte consigliere, affiancato a Giuseppe Rota fu vicepresidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana negli anni dal 1995 al 2005. Mancato nel 2001 il presidente della CI Fiumana Valerio Zappia, gli subentrò nell’incarico che mantenne anche nel quadriennio successivo, fino al 2006. In tale veste soprassedette al rinnovamento della sede comunitaria, concluso con una memorabile serata nel dicembre del 2002. Intensi e significativi furono i contatti mantenuti con gli esuli, fra i quali era molto apprezzato. Fu pre-
Aurelia Klausberger Negli ultimi giorni d’agosto nuova grave perdita per la comunità minoritaria. Il 28, dopo lunga malattia, è deceduta Aurelia Klausberger. Nata a Fiume il 20 giugno 1938, figlia del primo sindaco del dopoguerra, ha vissuto per tutta la vita, in Belveder, nello stesso piccolo appartamento di Belveder in cui aveva passato la sua infanzia, come aveva detto con comprensbile orgoglio nell’intervista dedicata al padre che pubblichiamo più avanti. Al padre offrirono una villa a Costabella ma lui non ne volle sentire... Occupata al comune, nell’ufficio statistica, è stata sempre molto attiva in Comunità. preccupandosi fra l’altro dell’allestimento di diverse
72
serate molto divertenti, aventi per protagonista il gruppo le " Mule de Fiume" che lei stessa aveva messo in piedi. Sempre allegra e piena di morbin e molto versatile nello scrivere sia in dialetto che in italiano, pote così creare tantissime scenette umoristiche in cui venivano imitati i personaggi più caratteristici della Comunità. Si susseguorono così le serate delle "Velone", la" Sfilata di mode" ed altre in cui in cui le sue "Mule" cantarono e ballarono in un clima esilarante. Allo stesso modo il gruppo fu costantemente presente nelle manifestazioni di carnevale. Non per questo Aurelia aveva dimenticato la "componente seria": era sempre presente nelle iniziative sociali e culturali messe in atto dalla Comunità.
sente fra l’altro ai raduni del Libero comune in esilio a Senigallia, Chiavari e Rimini. Persona di grande schiettezza ed immediatezza, era nel contempo un intellettuale dotato di grande lucidità che curava molteplici interessi. Il suo sentirsi "succube della cultura italiana", come amava ripetere, era tutt’altro che privo di pezze d’appoggio: nel 1998 vinse a Istria Nobilissima il primo premio per la letteratura, per ottenere quindi una menzione onorevole nella stessa categoria nel 2003. (ms)
Significativa la descrizione che fa del posto in cui è nata nel libretto di poesie Pasegiando per Fiume di cui si da altrove notizia: "Il rione si chiama Belvedere/ non c’è molto da vedere/ ma è qui la mia culla/già da quando ero "mula". / Anche quando me ne andrò /e fra i cipressi riposerò /coi miei avi in compagnia starò /dietro a casa mia.