Settimana della Cultura, tanti eventi • di Gino Babudro
Rinnovata espressione dell'anima fiumana
...Semo diventà minoranza E non se demo importanza Anche se non semo in molti Se vantemo de esser colti De gaver tramandado la cultura Ala nostra generazion futura...
ma edizione della Settimana della cultura fiumana, la più importante e significativa fra le manifestazioni che pure stavolta hanno impegnato la Comunità nel corso dell’anno. Ma seppur esile, il fascicolo è non meno pregnante, tanto che la sera-
Seppur molto malata, Aurelia Klausberger fu ospite vivace e partecipe alla serata di presentazione dei suoi versi, a cui fra gli altri presero parte Nevia Rigutto, Alida Delcaro e Bruno Petrali.
Con la presentazione dello smilzo fascicolo intitolato Pasegiando per Fiume contenente quelli che Aurelia Klausberger, l’autrice, aveva modestamente definito "versi alla bona", è iniziata in giugno la deci-
ta, oltre a registrare il tutto esaurito, ha messo in luce tutta la profondità del senso d’appartenenza alla città dell’autrice, l’amore per il dialetto e il rispetto delle nostre tradizioni di cui la CI si propone d’essere il primo
e più fedele custode. La lettura dei versi ha dato la stura al susseguirsi anche fra il pubblico degli slanci del cuore, sfoghi dell’anima, l’insopprimibile volontà di manifestare in versi semplici il dialetto familiare, avvertibili nell’abbondante trentina di composizioni, come acutamente rilevato nella prefazione da Giacomo Scotti. Un’iniziativa di duplice valenza, in quanto da una parte ha premiato le fatiche di un’attivista presente in Comunità da una vita, dall’altra ha permesso a questa di offrire un ulteriore contributo ai festeggiamenti per il settantesimo della fondazione. Da tempo malata, l’autrice verrà meno poco più di due mesi dopo. Altra nota particolare alla serata è venuta dall’inossidabile Bruno Petrali che ha recitato "Città mia e non mia" e "Appuntamento con l’amico defunto," due poesie con cui Osvaldo Ramous ha unito lo sconfinato amore per Fiume città all’estrema del golfo, irrequieta che non vive che nelle parole sue e dei pochi che gli rassomigliano, veterani di fughe mancate, al doloroso tema
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