Dai ricordi alla realtà: Roberto Palisca • di Mario Simonovich
Orgogliosi del raduno che ha riunito i fiumani
Le cose più valide? L’"autonomia" dell’asilo italiano, il Raduno mondiale dei fiumani e, per quanto forse potrebbe sembrare di un livello più basso, il concerto di Bobby Solo. Risponde così Roberto Palisca mentre, a serata inoltrata, controlla le pagine della Voce che i collaboratori gli portano sulla scrivania per l’ultima verifica. Giornalista da una vita, frequentatore del Circolo fin dai primi anni dell’infanzia, quando ci veniva con il padre che ne era un po’ l’anima, a partire dal 2006, a fianco della compianta Agnese Superina, è stato presidente dell’Esecutivo. Quella dell’asilo fu un’idea maturata presto, già all’inizio del primo mandato. Si voleva ottenere una "centrale autonoma" degli asili italiani in città, come del resto già realizzato in diversi centri istriani, in quanto fra l’altro, così si poteva accedere con più facilità ai fondi del
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MAE, richiedere e ottenere materiale didattico, mobili e attrezzatture, altrimenti preclusi. Dal municipio inizialmente la risposta non fu incoraggiante: era da evitarsi ogni possibile ghettizzazione. Poi le resistenze cedettero e si cominciò a cercare il sito per il nuovo asilo, trovato alfine nella parte occidentale della città. La presidente firmò la lettera d’intenti, il progetto fu elaborato da un’architetto zagabrese e si rivelò molto in sintonia con i tempi (con tanto di pannelli solari e cascatelle che sfruttavano l’acqua piovana) sicché sia pure molto lentamente, la cosa andò avanti. Altro motivo di soddisfazione, il Raduno mondiale dei fiumani che si tenne nel 2013. "Fu motivo di una contentezza e soddisfazione che mi aspettavo anche durante i preparativi, ma non immaginavo che sarebbe stato così forte, sia in noi che nei concittadini che per quel san Vito giunsero in città, si può dire da tutto il mondo. Era stata un’iniziativa a cui Agnese Superina, io e i membri del nostro esecutivo avevamo cominciato a pensare fin dall’inizio e che si poté realizzare con un lungo lavoro, non pochi ripensamenti e ‘correzioni di rotta’ e anche parecchia spesa, ma che ebbe un esito molto felice, favorendo gli incontri, generando uno spirito di comunanza ed anche parecchia commozione. La Settimana della cultura fiumana, nella quale quel Raduno s’inserì, fu pure un’iniziativa progettata da noi ed ebbe grande successo, perché si riuscì a coinvolgere tanti soggetti, dalle scuole, agli anziani...,
tutte le forze di cui disponevamo. L’intento era di valorizzare tutti i valori che esprimevano la città, dal dialetto alle consuetudini." Chi era un po’ più addentro nella questione, ricorda che - come avvenuto anche quest’anno per il Premio cittadino a Ballarini - ci fu chi tentò di osteggiare certe iniziative, criticando ad esempio la scelta di far sfilare per il Corso i bersaglieri. Come andò? "È vero -, ricorda -, ci fu qualcuno che si oppose all’idea di far sfilare i militari italiani per il Corso, creando comprensibili perplessità nell’amministrazione municipale che giustamente voleva evitare ogni eventuale azione ostile in pubblico. Furono avanzate varie proposte "alternative", fra cui anche quella di non farli passare proprio per il Corso. Ma che senso avrebbe allora avuto la loro presenza? Si mise in moto tutto un meccanismo a cui non fu estraneo anche l’intervento di qualche ambasciatore e la cosa finì nel migliore dei modi, con i soldati italiani che, come si ricorderà fecero la loro sfilata seguiti da una folla di fiumani, esuli e rimasti, e suonarono insieme alla Banda di Tersatto nel centrocittà. "Ma non ti dico che apprensione fino a che la cosa non si risolse". Un identico clima di disagio, sia pure per altri più tristi e seri motivi, si accompagnò all’esibizione in Comunità di Bobby Solo, avvenuta alla fine dell’anno in cui Palisca aveva assunto la carica. Non era stata cosa da poco conto organizzare il tutto. Ci si adoperò a fondo per