Dai ricordi alla realtà: Lalli Dessardo • di Sandro Vrancich
C'era un mare di cori si cantava dappertutto
Avevamo appena iniziato l’intervista ovvero a parlare di canto, quando il cellulare di Lalli (Lauro Dessardo), incominciò a squillare... Pronto..., Ma bravo, bravo...tuto tuo nono ti son...ma te go deto che non sarà problemi....in fondo ti ga ciapà tutto de mi, dai...Senti adesso son qua con Sandro per un’intervista, po se sentimo dopo...ciao picio. Ma chi era, Lalli? "Mio nipote Enea. Mi ha telefonato per dirmi che si è piazzato addirittura al quinto posto, su 180 studenti, all’esame d’ammissione alla Facoltà di scienze...... a Gorizia. Ahaha... gli ho detto che ha preso tutto da me...ahaha, scherzo sempre con lui. A parte gli scherzi, è molto in gamba. Se almeno io fossi stato come lui, chissà dove sarei arrivato." Bravissimo, complimenti, ma torniamo a noi Lalli, come nasce questa passione per il canto e da
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quanto dura la sua collaborazione con la Fratellanza? "Pensa un po’, sono ben 67 anni che sono socio di questa società artistico culturale. Io sono del 1932 e subito dopo la guerra, avevo 17 anni e già lavoravo alla Torpedo, cantavo spesso assime a mia sorella Eliana. Cantavamo in Chiesa soprattutto, in quanto, grazie alla nostra attività, venivamo ricompensati dalle suore con un pasto caldo. Ma a quei tempi si cantava dappertutto. A Fiume c’erano infatti tantissimi cori, quello della Raffineria, della Torpedo, dei cantieri navali, della Cooperativa pittori. Guarda, quasi ogni rione aveva il suo coro. Nel ‘49, assieme ad alcuni amici, tra cui Antonio Mozina, ci presentammo a un’audizione per entrare a far parte della Fratellanza che allora contava un coro imponente con quaranta elementi. Il maestro Drucker, che lo dirigeva, non mi fece cantare, ma mi chiese soltanto di dirgli qualco-
sa e, sentendo la mia voce, mi disse solo: 'Basso. Tu hai la tonalità di un basso. E così iniziai la mia lunga strada con la Fratellanza.'" A parte i concerti ufficiali si cantava spesso, pure in cimitero... "Sì e a guidarci a Cosala era il maestro Egidio Milinovich, e poi gli è successo Fulvio Kriso. Ricordo Grdadolnik, Zoia, Bušljeta, Primožić, Stipcich, Baccarini, Sassinka, Farina, Vazmo, e tanti, tanti altri." Ricordi particolari, qualche aneddoto? "Mah, mi viene in mente uno a proposito di Vazmo...quando qualcuno dei vecchi coristi moriva, era d’obbligo andare tutti al cimitero per onorare il defunto. Quel giorno però Vazmo non venne. Il giorno dopo lo reincontrai alle prove e gli chiesi: Vazmo ma perchè non ti ieri ieri al funeral? Non sapendo trovare una buona scusa mi rispose: Ma sa cossa, non son andà al suo funeral
Nei primi anni i coristi erano palesemente in numero molto maggiore...