LA TORE 27

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Mario Simonovich

Perché un numero speciale Non è cosa da poco presentarsi ai connazionali con una Tore riportante in copertina l’indicazione “Speciale”. Non lo è perché, nella sua laconica essenza, la parola riunisce tutto quello che ha contributo a rendere tale questo n. 27 della rivista. Speciale il fascicolo, speciale molto di più l’evento a cui si richiama: i settant’anni di presenza, operosità, ma, sarebbe il caso di dire, in primo luogo di autoaffermazione, per non dire sopravvivenza, della minoranza. È stata infatti quest’ultima che ha prevalso, specie nell’immediato dopoguerra, in un’etnia costretta a muoversi fra i paletti che le aveva posto a ridosso un regime in cui la vittoria militare si frammischiava ad un’ideologia che non ammetteva il minimo tentennamento ed una madrepatria che, dapprima occupata a curare le profonde lacerazioni di cui era tutta pervasa, si vedeva quindi palesemente precludere ogni azione a suo favore, anche quando avesse potuto ricorrervi. Specie in quegli anni perciò gli italiani a Fiume poterono contare solo sulle proprie forze e pure queste in permanenza ridotte, dati i ranghi serrati delle partenze e l’ancor più massiccia avanzata di gente nuova per cui il volto della città mutava ad ogni giorno che passava. Eppure, ce la fecero. Usarono in maniera adeguata tutte le disponibilità, si mossero con caparbietà e determinazione risalendo, passo dietro passo, la china per staccarsi dal fondo in cui si erano ritrovati nella tarda primavera del 1945. Di tale vitale processo si propone di essere testimonianza – per quanto inevitabilmente parziale – questa Tore, ed a tale fine le sue pagine, per felice decisione della dirigenza

comunitaria, sono state aumentate della metà rispetto agli anni precedenti, formando l’edizione speciale. Con uno sforzo congiunto e concordato, la redazione si è adoperata a dedicarle ai volti ed eventi di cui, per quanto a suo tempo importanti, talvolta decisivi, oggi si è dispersa in larga parte la memoria. Urgeva dunque muoversi affinché non andasse sparsa del tutto, per capire, per fare un esempio, che cosa significarono per gli italiani di Fiume la crisi di Trieste o la chiusura delle scuole, per loro fortuna talvolta non riuscita.

Per tale motivo la prima trentina di pagine riporta una descrizione riepilogativa degli avvenimenti di cui prima il Circolo di cultura e poi la Comunità furono protagonisti o partecipi, talvolta con orgoglio, talaltra loro malgrado. Ad un primo sguardo non sembrebbero tanti. Eppure una conclusione del genere sarebbe assolutamente errata. Sfogliando i giornali, solo a fermare l’attenzione sull’ultimo decennio si evidenzia una mole di eventi e dati quasi inimmaginabile, tanto che, all’atto dell’inevitabile selezione, più di una volta si sono dovuti trascura-

re momenti e figure anche di notevole spessore. A questa prima parte, essenzialmente cronologica, si collegano, nelle pagine successive, i ricordi di quei giorni più o meno lontani, che rimangono nei connazionali e gli attivisti che vi presero parte o ne sentirono più direttamente parlare. Ricordi vividi, espressione di una realtà anche molto diversa dall’odierna, come vedrà chi avrà la pazienza di leggere, quando, per essere contenti bastava anche solo un piatto di prosciutto o un bicchiere di vino. Abbiamo cominciato con gli ottuagenari (e oltre), passando per coloro che erano alla testa della Comunità negli anni infiammati della nascita del nuovo stato, fino ad arrivare ai dirigenti degli ultimi anni. Lo spazio dedicato al passato ha giocoforza imposto un contenimento dei fatti correnti. Un sacrificio inevitabile, ma confortato dalla consapevolezza dell’importanza che esso riveste per noi. Per lo stesso motivo si è ritenuto ritenuto opportuno segnare le pagine ai bordi con il logo creato dalla brava Lea Čeč. Nelle pagine che seguono ci si è adoperati a dare il rituale stringato resoconto di un anno d’attività, in primo luogo della CI – a partire dalla Settimana della cultura fiumana e quindi delle sue sezioni, delle altre istituzioni minoritarie e dei fiumani in esilio, nella piena consapevolezza che, come nel passato, gli esiti più significativi del lavoro di oggi si vedranno nel tempo a venire. In chiusura vengono le pagine dedicate alle peculiarità naturali di quest’area ed alle grandi figure della Fiume di ieri.

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Articles inside

Quatro ciacole in fiuman

13min
pages 115-117

Legan coetaneo della Fiuman Veselica fra gol e rimpianti

23min
pages 108-114

Fiume in cui s’incarna l’anima di una città

8min
pages 100-102

Teatro, conoscere la storia prima di aprir bocca

5min
pages 98-99

Basta un piatto di minestra non mi serve nient’altro

14min
pages 103-106

Attestato il riavvicinamento Quella tintura di iodio salvò

11min
pages 92-94

milioni di vite umane

10min
pages 95-97

Un modo per mantenere i legami con la città

6min
pages 90-91

I primi diplomi di laurea magistrale

5min
pages 86-87

Radicati nella realtà dell’Istro-quarnerino

3min
pages 88-89

Gradisce un piatto di sushi?

3min
pages 78-79

L’amore per le tradizioni

3min
pages 76-77

Ci hanno lasciato

6min
pages 74-75

Una scuola Modello per la lingua italiana

5min
pages 72-73

Fratellanza sì ed anche molto attiva

4min
pages 70-71

Canto e fede anche come retaggio culturale

16min
pages 65-69

Diffondere i valori della cultura italiana

2min
page 59

Rinnovata espressione dell’anima fiumana

10min
pages 61-64

Continuo il sostegno della nazione d’origine

2min
page 58

Meriti nella promozione della cultura del dialogo

6min
pages 56-57

Orgogliosi del raduno che ha riunito i fiumani

7min
pages 50-51

Di grande rilevanza il vostro ruolo

2min
page 55

Ricca la biblioteca, sporadici i lettori

5min
pages 52-53

Continuate con la passione che vi ha mosso finora

2min
page 54

Momenti di speranze e di forti passioni

7min
pages 46-47

Anch’io posso battere i pugni sul tavolo

6min
pages 48-49

Eravamo in tanti, giovani e pieni di vita

6min
pages 44-45

Se quel lampadario potesse parlare

1hr
pages 8-36

Per un veglione otto giorni di lavoro

9min
pages 37-39

C’era un mare di cori, si cantava dappertutto

4min
pages 42-43

Erik Fabijanić: tante serate con nostra figlia

2min
page 41

Abbiamo il dovere di farla rivivere

6min
pages 4-5

A quel tempo il coro aveva dodici tenori

3min
page 40

Perché un numero speciale

3min
page 3

Dare ampio spazio all’impegno giovanile

6min
pages 6-7
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