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I FERRI DEL MESTIERE
Attenti all’ecomalus
S
arà come giocare a Monopoli. Oltre a evitare di andare in prigione, senza passare dal via, sarà importante pescare bene dal mazzo delle probabilità, evitando le carte degli imprevisti. A differenza del gioco originale, Monopoli Ecobonus 110% non distribuisce quattro contratti a ogni giocatore e la banca non regala loro banconote prima del via. I giocatori giocano con soldi propri, o usano la regola della cessione del credito. Come tutti sanno, a Monopoli vince chi manda in bancarotta tutti gli altri. D’altronde è un gioco che insegna a diventare monopolisti senza cuore: Mors tua vita mea. Ma chi sarà il vincitore designato? Scopriamolo analizzando i giocatori seduti al tavolo da gioco. Cominciamo dai proprietari di immobili. Al primo giro di dadi hanno pescato una carta delle probabilità, dove c’è scritto che hanno diritto alla cessione del 110% del credito e allo sconto in fattura per tutti gli investimenti che faranno. Un inizio
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col botto! Non giocano con soldi propri e ottengono una rivalutazione dell’immobile a costo zero. Ma al secondo lancio dei dadi potrebbero cadere sulla casella degli imprevisti e pescare la carta dell’Ecomalus, che potrebbe obbligarli a pagare costi non completamente deducibili o per i quali potrebbe rimanere una differenza a loro carico, prodotta dal vortice perverso della cessione del credito. Cosa assai probabile se i giocatori che faranno preventivi e consuntivi, prometteranno più di quanto possano mantenere. Ma su questi aspetti, farà luce l’Agenzia delle Entrate a tempo debito. Gli altri giocatori seduti al tavolo sono i grandi player dell’energia, le imprese, i rivenditori e le banche. I primi a lanciare i dadi sono stati le utility, a cui la sorte ha permesso di pescare due carte delle probabilità. Con la prima possono acquisire i lavori direttamente, promettendo lo sconto totale in fattura, così intascano il 10% del credito acquisito e parte dei profitti dei
lavori. Con la seconda acquisiscono succulenti contratti di fornitura per i prossimi anni. Non a caso, le varie Esco dell’energia sono già scese in campo, proponendosi come interlocutori diretti dei condomini, soprattutto nelle grandi città. È chiaro che questo tipo di giocatori tirano le fila e dettano le condizioni, sia ai produttori, che alle imprese, tagliando fuori i rivenditori a eccezione, forse, di quelli appartenenti ai Gruppi più importanti. Questi ultimi, hanno le spalle più grosse per acquisire credito, più influenza sulle banche per cederlo e più potere contrattuale su qualche grosso player dell’energia, del quale sono buoni clienti e con il quale sarà più facile fare accordi. A conti fatti, sembra che ci siano pochi dubbi sui vincitori finali e i
S e t t e m b r e
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