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I fatti nostri Il superbonus che sussurrava alle rivendite
I FATTI NOSTRI
Se il superbonus sussurra alle rivendite
Il sospirato rimbalzo della congiuntura di settore già dallo scorso mese di maggio c’è stato, ed è apparso anche convincente, tanto da far tirare un sospi ro di sollievo all’umore delle imprese, in senso lato, che hanno ripreso a macinare ordini e forniture. Scrivo alla fine di luglio, quindi non so dire se la ripresa ha consolidato le sue basi, soprattutto se già ci sono concreti segnali di quello che sarà l’andamento del mercato dopo la pausa estiva, a livello di prospettive. La ripresa di cui sopra è stata per lo più generata dalla necessità di terminare le opere rimaste sospese a causa del lockdown. Sapevamo che i primi mesi estivi avrebbero beneficiato di questa situazione, ma il nostro mercato, come qualsiasi mercato, ha bisogno di prospettive almeno a medio termine, tenendo conto che il Superbonus 110% ci coinvolgerà poco più che marginalmente – cappotti, isolamento, impermeabilizzazione, che comunque non sono poca cosa – e che il livello qua litativo dell’offerta, in questo caso, dovrà garantire determinati standard. Posto che la produzione (almeno i marchi più noti e affermati) è già pronta da un pezzo, la domanda viene rivolta alla distribuzione edile, e la risposta, tanto per cambiare, non è univoca. Si potrebbe anche partire dal presupposto che il Superbonus 110% rappresenti una nuova opportunità. La distribuzione edile, per una volta nella vita, potrebbe dare finalmente un senso a quell’assioma, molto romantico quindi per definizione poco realistico, che la vorrebbe al centro della filiera del mercato dell’edilizia. È al contempo vero che, soprattutto i “piccoli” si stanno dando un gran daffare cercando di proteggere il loro territorio rivedendo le loro strategie di vendita, scoprendo (non è mai troppo tardi) che un po’ di comunicazione diretta al nuovo mercato può essere utile e, dove possibile, emarginando i materiali a bassa rotazione per aumentare le superfici espositive, come testimonia l’aumento delle show-room all’interno dei punti vendita.
Ancora una chiamata per la distribuzione edile. Questa volta il mercato, anche se coinvolgerà le rivendite solo in parte, è quello dei super incentivi fiscali di cui, udite udite, sono stati già firmati i decreti attuativi
Ma i primi sentori non bisbigliano di una distribuzione edile che intende cavalcare l’onda, offrendo nuovi servizi, quantomeno informazioni tecniche, che potrebbero farla diventare, questa volta sì, un punto di riferimento reale, soprattutto per i clienti tradizionali, ovvero artigiani e piccole e medie imprese, che magari pagherebbero per avere una consulenza chiara e semplice dal loro fornitore di fiducia. L’impressione è che, ancora una volta, predomini un atteggiamento di attesa (un vero must del nostro comparto merceologico), con l’unica prospettiva di vendere i prodotti, quelli che il cliente chiederà, se e quando lo farà. Neppure la presenza sempre maggiore del cliente privato, che potrebbe dare una mano a livello di sensibilità verso quelle azioni destinate, in generale, al miglioramento qualitativo della propria casa, paiono scuotere il nostro imprenditore della distribuzione edile e orientarlo a quel salto di qualità che ci auguriamo ormai da numerosi lustri. In sostanza, il posizionamento della rivendita di materiali edili rimane quello di sempre, con i difetti (forse sarebbe meglio dire le lacune) di sempre. E la cosa potrebbe anche non disturbare se non fosse che altri soggetti operativi qualcosa si inventeranno – in passato è già avvenuto numerose volte – lasciandoci come sempre a contenderci le briciole di ben altri, opulenti banchetti. Certamente, se fosse semplice non saremmo nemmeno qui a discuterne. Ma, se fosse semplice, la distribuzione edile non avrebbe la necessità di trasformare la sua pur necessaria attività di deposito e transito dei materiali sul territorio in una valida organizzazione di consulenza tecnica evoluta, quella che serve per lavorare ad alti livelli. Essendo ottimista per natura, oso pensare che qualcosa accadrà. Scommetto sui multipoint e sulle aggregazioni di rivendite che non limitano la loro attività ad acquistare al miglior prezzo possibile. Il mercato del Superbonus 110% non è il mercato del prezzo. Chissà se a qualcuno la cosa interessa.
di Roberto Anghinoni Giornalista

