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NUOVE GENERAZIONI
CONSEGNE LAMPO MEGLIO DI AMAZON Mario Colombino (Icos) spiega come ha reagito il distributore torinese durante il periodo di lockdown. E che la multicanalità è ormai imprescindibile anche per chi vende prodotti per l’edilizia, perché è «necessaria per posizionare il proprio brand all’interno del mercato» di Veronica Monaco
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ouTrade torna a raccontare le nuove generazioni delle rivendite per capire come hanno affrontato il lockdown e cosa si aspettano dal futuro. Dopo l’intervista a Marco Orsolini pubblicata sul numero di luglio/agosto (pagina 144), abbiamo incontrato Mario Colombino, 39 anni, direttore commerciale e marketing della Icos di Torino, la Cittadella dell’edilizia e della casa, dotata di 80 mila metri quadri di area commerciale e 1.500 metri quadri di negozi e più di 10 mila articoli disponibili a magazzino. Domanda. All’interno di Icos, Lei rappresenta la nuova generazione. Come ha vissuto il periodo del lockdown e come è stato il confronto con la «vecchia» generazione? Risposta. La «vecchia» generazione in Icos è piuttosto anomala, perché molto intraprendente. Abbiamo subito cercato di trovare insieme nuove soluzioni. Per esempio, abbiamo potenziato l’e-commerce e incrementato il servizio di consegne express, garantendo l’arrivo della merce in 24 ore nel raggio di 20 chilometri, un servizio che neanche Amazon riusciva a garantire in quel periodo. Durante il lockdown le persone hanno colto l’occasione per fare lavori in casa: abbiamo così ideato promozioni su kit pronti di pitture e vernici, piastrelle e prodotti da arredo giardino, e abbiamo messo a punto un servizio di videoconsulenza su whatsapp. Il cliente, dopo aver parlato in videochat con i nostri arredatori e venditori, riceveva direttamente a casa i materiali con il servizio di consegna a domicilio. Insomma, Icos non si è mai arresa Mario Colombino e ha voluto dare un segnale forte, inventandosi
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nuovi modi per stare vicino ai propri clienti. D. Durante il lockdown è cambiata la tipologia di clientela che si è rivolta a voi? R. Icos è fortemente orientata al cliente professionale. Durante il lockdown, però, i cantieri erano chiusi e, a parte una decina di imprese che avevano il permesso della prefettura per eseguire lavori di urgenza, abbiamo servito principalmente l’utilizzatore finale, quindi clienti privati. D. Avete messo a punto altre iniziative? R. Abbiamo anche ampliato la gamma dei prodotti e iniziato a vendere mascherine, prodotti igienizzanti e per la sanificazione, che prima non trattavamo. D. E il fatturato come è andato? R. Nei mesi di marzo e aprile abbiamo subito un calo. Maggio ha segnato ancora un valore negativo rispetto ai risultati dello scorso anno, mentre con giugno abbiamo pareggiato. A luglio contiamo invece di incrementare il fatturato rispetto al 2019. D. Quali sono le vostre previsioni a fine anno? R. Uno spartiacque importante sarà agosto e, poi, il mese di ottobre quando inizieranno le prime influenze. Noi siamo ottimisti e il nostro obiettivo, nonostante le perdite importanti che abbiamo subito quest’anno, è quello di pareggiare. Ce la metteremo tutta. D. Il lockdown ha comportato dei cambiamenti che ci porteremo dietro per sempre? R. Ci eravamo tutti ripromessi di mettere avanti i valori umani e affrontare le cose con una nuova prospettiva. Purtroppo, questa promessa si è già persa. Tutti sono tornati ad avere fretta, S e t t e m b r e
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