

Terra-Fix è il nuovo esclusivo accessorio per il Woodeck System di Eterno Ivica che consente di posare un pavimento sopraelevato direttamente su erba o terra. Terra-Fix è realizzato in acciaio zincato verniciato a polvere, per resistere alle intemperie nel tempo. L’installazione del Terra-Fix non richiede scavo o calcestruzzo.
Qualsiasi supporto di Eterno Ivica può essere posizionato sulla parte superiore del Terra-Fix; grazie alle teste autolivellanti dei supporti PR, SE e SR, non c’è bisogno di assicurarsi che il Terra-fix sia livellato durante l’installazione. Una volta installati i Terra-Fix e i supporti, la struttura del deck può essere costruita con i travetti in allumino della gamma Woodeck di Eterno Ivica o con qualsiasi altro travetto in alluminio o legno disponibile sul mercato.
La griglia per il drenaggio delle acque piovane e acque di lavaggio che non interrompe l'estetica della pavimentazione.
• Calpestabile a piedi nudi
• Facile da installare
• Adatto a tutti tipi di pavimentazione
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Paolo Caliari, Massimo Colombo, Centro Studi YouTrade, Sara Giusti, Carlo Lorenzini, Selene Maestri (fotografa), Alice Mazzoni, Veronica Monaco
Impaginazione e grafica
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Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Via San Benedetto 6 - 24122 Bergamo (BG) Tel. +39 02 47761275 - cell. + 39 340 1761951 info@vgambinoeditore.it
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Pavimentazione con un basso ambientale
CAMBIAMENTO CLIMATICO 8 Piogge intense e siccità, Italia sotto stress
Alluvioni e inondazioni in aumento
TRATTAMENTO
ACQUE 20 Città-spugna per gestire il super meteo IL MERCATO
Prospettive rosa per il settore del drenaggio TECNOLOGIA
Nuovi strumenti hi-tech per il controllo LE STRATEGIE
Emergenza acqua senza confini e la Ue...
LE STRATEGIE ITALIANE
Piccoli passi per arrestare il rischio
I FONDI
48 Tanti soldi anti dissesto (sulla carta)
FORMAZIONE 54 Cambiamento climatico sotto esame
CASE HISTORY
58 Da Copenhagen a Torino, gli interventi top
STORIA DI COPERTINA - GEOPLAST
68 Innovazione e green per risolverel'emergenza
GREENPIPE
Sfida globale per il drenaggio NTET
Dalla Sicilia al resto del mondo
DALIFORM 88 Grandi vasche anti alluvioni
90 Batifibre per un drenaggio senza ghiaia
CENTRO FORMAZIONE MERLO
92 Competenze al centro delle imprese
PIRCHER
94 Stazione asciutta con i canali dei pavimenti
GRANULATI ZANDOBBIO
95 Come mettere gli inerti sotto controllo
STARPLAST
96 Senza paura della pioggia
ETERNO IVICA
97 La via di uscita per qualsiasi esalazione
GRIDIRON
98 Riqualificazione urbana
MARTONI
99 Tubi drenanti ad alta resistenza
POLIECO
100 Dispersione di acque meteoriche
WAVIN
102 Ispezioni e pulizia più rapidi
REDI
103 Griglia invisibile per piscine e terrazzi
I Criteri ambientali minimi sono requisiti che le pubbliche amministrazioni devono obbligatoriamente inserire nei bandi di gara per l’affidamento di appalti di forniture, servizi e lavori. Ecco perché bisogna tenerne conto
Schematizzazione del concetto di coefficiente di deflusso delle acque meteoriche
Secondo i dati Ispra, nel 2024 si è verificato un volume di precipitazioni pari a circa 319 miliardi di metri cubi, quantità che supera del 10% la media annua
dell’ultimo trentennio
speciale drenaggio CAMBIAMENTO CLIMATICO
Il sistema 2050 degli edifici sostenibili: un ecosistema circolare e rigenerativo. Fonte: Eea
I dati di Ispra indicano un intensificarsi degli eventi atmosferici estremi, con il seguito di impatto destabilizzante sul territorio. E il consumo di suolo aumenta il rischio idrogeologico
Percentuale di territorio regionale interessato da aree allagabili per i tre scenari di probabilità di alluvione e valori calcolati a scala nazionale (dati 2020). Fonte: Ispra
Suolo consumato a livello regionale e di ripartizione geografica (2023). In rosso la percentuale nazionale. Fonte: elaborazioni Ispra su cartografia Snpa
Stima del suolo consumato (2006-2023) in percentuale a livello nazionale. Fonte: elaborazioni Ispra su cartografia Snpa
Numero di interventi per la difesa del suolo (dati annuali 2006-giugno 2025) a livello nazionale e relativi importi di finanziamento (in arancione, tra parentesi). Fonte: Elaborazione grafica Smart Land su dati ReNDis
Il modello della cosiddetta
Sponge City prevede di massimizzare l’assorbimento dell’acqua piovana attraverso un sistema di drenaggio nel quale le superfici sono concepite per assorbire le precipitazioni idriche
speciale drenaggio
Rappresentazione delle Mrna relative all’ambito urbano. Fonte: Nwrm
Drenare l’acqua è saperla trattare, conoscerne la dinamica, vincerne la forza. Creare sicurezza è soprattutto mantenere inalterate nel tempo la qualità dei materiali e dei sistemi. Questo è ciò che fa Pircher, grazie all’esperienza di decenni maturata sul campo, all’innovazione continua e ad una ricerca che non si arresta mai. Proprio come l’acqua a cui i nostri prodotti indicano sempre la via migliore dove andare.
speciale drenaggio
L’analisi dei bilanci indica che complessivamente il giro d’affari delle imprese di produzione nel settore è diminuito, ma sono migliorati gli indicatori di performance.
E il trend per i prossimi anni sembra positivo
a cura del Centro Studi YouTrade
PRODUTTORI DI MATERIALI PER TRATTAMENTO
ACQUE E DRENAGGIO. VARIAZIONI % DEL FATTURATO SU ANNO PRECEDENTE (IN VALORI CORRENTI)
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade
PRODUTTORI DI MATERIALI PER TRATTAMENTO
ACQUE E DRENAGGIO. VARIAZIONE % DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE (IN MILIONI DI EURO). ANNO 2023 SU 2022
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade
IL CRUSCOTTO DEL DRENAGGIO E DEL TRATTAMENTO ACQUE - PRODUTTORI Variazioni percentuali delle dinamiche economiche tra il 2022 e il 2023
Margine operativo lordo in % su val. produzione Utili netti in % sul fatturato
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su analisi dei bilanci delle aziende del settore
DISTRIBUTORI DI MATERIALI PER TRATTAMENTO
ACQUE E DRENAGGIO. VARIAZIONI % DEL FATTURATO SU ANNO PRECEDENTE (IN VALORI CORRENTI)
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade
DISTRIBUTORI DI MATERIALI PER TRATTAMENTO
ACQUE E DRENAGGIO. VARIAZIONE % DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE (IN MILIONI DI EURO). ANNO 2023 SU 2022
Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade
IL CRUSCOTTO DEL DRENAGGIO E DEL TRATTAMENTO ACQUE - DISTRIBUTORI Variazioni percentuali delle dinamiche economiche tra il 2022 e il 2023
Margine operativo lordo in % su val. produzione
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su analisi dei bilanci delle aziende del settore
Utili netti in % sul fatturato
speciale drenaggio TECNOLOGIA
Il digital twin costruisce un modello virtuale che è l’esatta copia di quello reale, al fine di poter esercitare azioni di simulazione e verifica di «che cosa accadrebbe se». Al centro anche l’analisi dei dati
• Gestione e controllo di eventi climatici estremi
• Infiltrare e riutilizzare le acque meteoriche
• Evitare il sovraccarico dell'infrastruttura fognaria
• Prevenire allagamenti e danni strutturali
Allagamenti, sovraccarico delle reti fognarie, superfici altamente cementificate: gli eventi estremi riscrivono ogni giorno le regole della progettazione urbana. Wavin affianca i progettisti con una nuova visione idraulica per città più resilienti.
Partecipa ai corsi di aggiornamento di Wavin Academy: inquadra il QR code per riservare il tuo posto
Una risposta necessaria a un nuovo modo di pensare gli spazi aperti.
La responsabilità di un progetto non si limita alla scelta del materiale della pavimentazione, ma richiede la creazione di un vero e proprio "suolo progettato", segnando un’evoluzione non solo sul piano tecnico, ma soprattutto su quello culturale.
Recycle 2.0 rappresenta una nuova visione del progetto che ambisce a ristabilire in maniera integrata e collaborativa l'interazione uomo-ambiente.
Vai alla pagina del prodotto.
speciale drenaggio
LE STRATEGIE EUROPEE
La Commissione per l’ambiente, il clima e la sicurezza alimentare ha approvato una relazione con oltre cento raccomandazioni per la futura strategia idrica. Ma sta agli Stati metterla in pratica
Federico Della Puppa
Progetti relativi al drenaggio e al trattamento acque finanziati con i fondi europei
PER APPROFONDIMENTI
• https://ec.europa.eu/environment/stories/water-cycle/
• https://kohesio.ec.europa.eu/it/
Tessili tecnici pensati, realizzati e confezionati per le rivendite edili. Pronti a magazzino per consegne rapide e capillari.
Il territorio è tra i più fragili d’Europa. E il consumo di suolo concorre a rendere sempre più frequente il dissesto idrogeologico. Così il ministero per l’Ambiente ha messo a punto un piano di salvaguardia. Ma con pochi fondi a disposizione
• https://www.mase.gov.it/portale/web/guest/-/climaapprovato-il-piano-nazionale-di-adattamento-aicambiamenti-climatici
• https://www.conferenzastatocitta.it/home/ approfondimenti/tematiche-di-interesse/rigenerazioneurbana/fondo-per-il-contrasto-del-consumo-di-suolo/
Negli anni sono state stanziate ingenti risorse per la prevenzione del rischio idrogeologico. E il Pnrr ne ha aggiunte altre. Eppure gli interventi realizzati non sono sufficienti
Il bancino di laminazione di Caldogno durante la realizzazione
Arricchisci la tua conoscenza con l’informazione tecnica e la formazione professionale del Centro Formazione e Ricerca Merlo.
Il Centro Formazione e Ricerca Merlo è all’avanguardia nella formazione e nell’addestramento all’uso in sicurezza delle macchine per l’industria, l’agricoltura, le costruzioni e l’igiene urbana. Centro Formazione e Ricerca Merlo, la formazione vincente.
Leggi online performance, l’informazione del Gruppo Merlo sulle più recenti applicazioni e sviluppi nel campo della progettazione, del design industriale e del training.
Cresce la necessità di esperti di ambiente e territorio. Così diverse università hanno istituito corsi ad hoc sul tema dell’ingegneria e della gestione della risorsa idrica
Mappatura delle facoltà italiane di ingegneria civile e ambientale (L-7) e di ingegneria per l’ambiente e il territorio (L-35). Fonte: Smart Land
Parco delle Cicogne in Danimarca, tetti verdi in Germania. Ma anche l’Italia può vantare esempi di gestione delle acque esemplari, come in Veneto, Piemonte e Lombardia
Rappresentazione della rete idraulica che confluisce a Storkeengen. Fonte: C.F. Møller Architects
Rappresentazione degli sbarramenti a protezione dei centri abitati (focus sul posizionamento del Parco delle Cicogne, in rosso, rispetto alla città. Fonte: C.F. Møller Architects
Scenari di allagamento con l’incremento di precipitazioni previsto per i prossimi 10 e 100 anni. Fonte: Tredje Natur
Rampe e campi da gioco progettati per l’afflusso dell’acqua piovana. Fonte: Tredje Natur
Meccanismo di chiusura del muretto di perimetro per evitare la fuoriuscita dell’acqua dal bacino di raccolta del parco. Fonte: Tredje Natur
Rendering del Masterplan Parco del Valentino. Fonte: Land
Interventi nelle nuove zone pedonali del parco. Fonte: spaziotorino.it
Prima e dopo l’intervento di riqualificazione, il nuovo volto di via Stradella. Fonte: torinocambia.it e LaStampa.it
Mappa dell’intervento. Fonte: Studiomajone.it
Planimetria del sistema di filtrazione. Fonte: Studiomajone.it
Sotto, sistema di filtrazione. Fonte: Studiomajone.it
ESTERO
1. Storkeengen (Stork Meadow)
• https://www.cfmoller.com/p/Storkeengen-Stork-Meadow-i3327.html
• https://www.theoutdoormag.it/wp-content/uploads/cangiotti_3.2021. pdf
• https://www.infobuildenergia.it/progetti/paesaggi-resilienti-indanimarca/
2. Enghaveparken a Copenhagen
• https://www.ingenio-web.it/articoli/adattamento-climatico-acopenhagen-il-parco-urbano-contro-le-bombe-d-acqua/
• https://landezine-award.com/enghave-climate-park-by-third-naturetredje-natur-in-danish/
• https://www.thirdnaturearchitects.com/case/adaptation-park
3. tetti verdi in Germania (focus Amburgo)
• https://climate-adapt.eea.europa.eu/it/metadata/case-studies/fourpillars-to-hamburg2019s-green-roof-strategy-financial-incentive-dialogueregulation-and-science
• https://cittaclima.it/portfolio-items/amburgo-un-programma-ladiffusione-dei-tetti-verdi/
• https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/tetti-verdi-tipologietecniche-costruttive-e-vantaggi/
ITALIA
4. Parco Della Pace
• https://www.slow-news.com/serie/tra-guerre-e-paci/cosa-insegna-ilparco-della-pace
• https://www.panassociati.it/progetto/parco-della-pace-vicenza/
5. Torinocambia + Gestione Risorsa Idrica
• https://cittaclima.it/portfolio-items/2029/
• https://www.contrattidifiume.it/.galleries/doc-news/Manuale_ DrenaGGio_v092015.pdf
• https://www.theplan.it/whats_on/land-garden-boulevard-parco-delvalentino
• https://www.torinocambia.it/interventi/parco-valentino#
• https://blog.urbanfile.org/2024/09/02/torino-san-salvario-parco-delvalentino-al-via-il-getto-del-calcestruzzo-drenante-per-i-nuovi-viali/
• https://www.torinocambia.it/interventi/parco-valentino#
• https://blog.urbanfile.org/2024/09/02/torino-san-salvario-parco-delvalentino-al-via-il-getto-del-calcestruzzo-drenante-per-i-nuovi-viali/
• https://www.theplan.it/whats_on/land-garden-boulevard-parco-delvalentino
• https://www.lastampa.it/torino/2023/02/09/news/via_stradella_ clima_1_milione_rivoluzione_verde-12632743/
• https://www.torinocambia.it/interventi/via-stradella-piu-vivibile
6. Fitodepurazione naturale – Gorla Maggiore
• https://www.studiomajone.it/portfolio-items/sistema-di-depurazionenaturale-nel-comune-di-gorla-maggiore/
• https://www.contrattidifiume.it/it/progetti/sistema-naturale-dilaminazione-e-fitodepurazione-e-riqualificazione-spondale-a-gorlamaggiore-e-fagnano-olona/
• https://www.ecomuseovalleolona.it/percorsi/spunti_visita/schede/ gorlamag_fitodepurazione.html
L’azienda veneta vanta investimenti in ricerca e soluzioni di alta qualità per la gestione del sistema idrico e la salvaguardia del territorio, minacciato dal cambiamento climatico: dai bacini per contenere la pioggia in eccesso ai giardini pensili per il verde urbano
Veronica Monaco
Specializzata nell’ingegnerizzazione e produzione di soluzioni in plastica rigenerata, Geoplast punta ad aumentare sia la redditività che la sostenibilità dei progetti di costruzione. Oltre a soluzioni innovative per fondazioni, casseforme e solai, l’azienda padovana si è specializzata in prodotti per la gestione, lo stoccaggio e il trattamento delle acque meteoriche e prodotti per tetti, pareti e parcheggi verdi, sempre con l’ottica di preservare la superficie drenante del terreno e migliorare la gestione delle risorse idriche. A capo del team di ricerca e sviluppo, costantemente al lavoro per progettare nuove tecnologie e innovazioni, c’è l'ingegnere Mirco Pegoraro, che è anche amministratore delegato dell’azienda: YouTrade lo ha incontrato.
Domanda. L’intensità media del giorno piovoso durante la stagione estiva è passata da 9 a 13 millimetri in 15 anni. Che cosa significa questo?
Risposta. Dobbiamo fronteggiare un cambiamento. Il riscaldamento eccessivo provoca eventi meteorologici eccezionali ed è necessario
meteorico intorno ai 60 millimetri di pioggia: sono soltanto 6 centimetri, ma in un tempo ristretto e su una zona circoscritta, bastano a creare frane, svuotamenti di terreno, effetti alluvionali. In questo momento è molto difficile porre un rimedio al cambiamento climatico, dobbiamo essenzialmente fronteggiare l’emergenza.
D. Nonostante l’incremento di questi fenomeni, c’è chi ancora ne sottovaluta la portata, minimizzando anche i dati scientifici. Cosa ne pensa a riguardo?
Andare a individuare se il cambiamento climatico sia dovuto a cause naturali o un fenomeno indotto dall’antropizzazione serve a poco. In sostanza non cambia il fatto che l’uomo si trova a dover fronteggiare le emergenze. A volte si sottovalutano i rischi di questi
fenomeni intensi perché per lunghi periodi non succede nulla e le persone tendono a dimenticare. Bisognerebbe concentrarsi maggiormente sulle attività di prevenzione.
D. Come impattano questi eventi sul territorio?
R. Non c’è una geografia determinata: coinvolgono il Nord Europa come l’Africa e il Medio Oriente, arrivando a interessare anche zone desertiche come Emirati Arabi, Arabia Saudita, Kuwait.
D. Quali sono i rischi più frequenti dovuti alla mancata gestione di questi fenomeni?
R. I rischi possono andare dall’esondazione di un corso d’acqua al verificarsi di una frana, con gravi conseguenze alle costruzioni, sia di tipo residenziale che industriale, e alle persone, che possono anche perdere la vita. Inoltre, l’amministrazione pubblica si trova a dover fronteggiare costi elevati per rimediare a questi danni.
D. Quanto costano alla comunità?
R. Tanto. Costano in termini di vite, costano in termini di strutture. Comunque, sono eventi occorsi anche in passato, basti pensare all’esondazione dell’Arno a Firenze negli anni Sessanta. Oggi questi eventi si sono intensificati, con una frequenza anche di parecchie volte all’anno.
D. Non è un problema solo italiano, ma in Italia è forse più complesso da gestire poiché il territorio risulta abbastanza variegato. Ci sono modalità di intervento specifiche a seconda delle caratteristiche del territorio?
R. Gli interventi di base sono abbastanza simili. Le prescrizioni si concentrano sulla realizzazione di bacini di accumulo delle acque meteoriche, con invasi che possano contenere il più possibile le esondazioni. Nelle zone montuose magari si usano anche tecniche di contenimento delle frane con strutture di tipo murario, per ridurre il dilavamento dei terreni.
D. Tra le cause principali del dissesto idrogeologico c’è la cementificazione del suolo, che causa appunto il mancato assorbimento
dell’acqua da parte del terreno. In questo specifico contesto, come si può rimediare?
R. Geoplast è entrata nel campo del verde urbano circa 25 anni fa. Oggi ci sono moltissime tecniche che permettono di creare sistemi di inverdimento urbano, collocabili sia sui tetti che nei parcheggi, che consentono di realizzare elementi assorbenti. Da soli, infatti, i bacini di laminazione e ritenzione delle acque meteoriche non sono sufficienti; è necessario che siano supportati da elementi assorbenti e i sistemi di inverdimento possono aiutare in tal senso. Negli ultimi anni vediamo che il mondo della progettazione è molto più interessato al tema e spesso ingloba nei progetti importanti elementi di verde urbano.
D. Con l’intensificarsi del cambiamento climatico, sono cambiati i vostri prodotti?
R. Sì. Negli anni abbiamo cercato di aggiornare continuamente la nostra proposta sia per quanto riguarda i prodotti per il verde, sia per quelli dedicati all’accumulo delle acque meteoriche. La nostra offerta è molto ampia e permette di soddisfare le più diverse esigenze, anche in situazioni complesse. Lavoriamo costantemente alla ricerca e sviluppo di nuove soluzioni, ispirandoci anche molto a ciò che fanno in Nord Europa, soprattutto per quanto riguarda il tema del verde urbano.
D. Introdurre queste soluzioni di verde urbano è un intervento rapido o ci vogliono anni affinché diano i primi risultati?
R. I risultati sono abbastanza rapidi. Abbiamo perfezionato il sistemi proprio per rispondere all’esigenza di interventi veloci. Per esempio, i sistemi adibiti alla realizzazione di giardini pensili pronti all’uso sono composti da vaschette precoltivate. Quando vengono installate sul tetto, l’effetto è immediato. Si tratta di un sistema estensivo, che permette di creare un giardino a bassissima manutenzione: utilizziamo infatti essenze, tipo il sedum, che richiedono pochissima irrigazione e una manutenzione quasi assente. Realizziamo questo
per il bacino di laminazione
tipo di prodotti collaborando con agronomi e aziende del territorio. D. Ricapitolando, quali sono le soluzioni su cui Geoplast sta puntando di più?
R. Parlando del verde urbano a terra promuoviamo sistemi per i parcheggi inerbiti con sei diverse soluzioni, sistemi per il verde pensile con almeno quattro soluzioni, sia in opera che prevegetate. A fine dell’anno scorso abbiamo poi lanciato un nuovo prodotto, Rootbox, che serve per gestire il problema del radicamento delle alberature ad alto fusto in ambiente urbano. Sono abbastanza contrario alla progettazione di boschi sui terrazzi con questo tipo di piante, sia per un discorso di costi di manutenzione sia di peso sulle strutture. Le alberature ad alto fusto devono essere piantumate a terra. Tuttavia, questo comporta l’insorgere di diverse problematiche: la compattazione del terreno dovuta ai carichi stradali provoca la mancata ossigenazione del sottosuolo, ostacolando la crescita delle
radici, che tendono ad affiorare in superficie o a marcire, rischiando di far cadere la pianta in caso di vento intenso. Per rispondere a questi problemi, Geoplast ha messo a punto moduli in plastica riciclata, una sorta di gabbie, che consentono di mantenere il terreno sottostante la pianta ossigenato e irrigato. Questi sistemi sono già utilizzati con successo in Nord Europa e Medio Oriente. Per quanto riguarda, invece, il mondo della gestione delle acque, proponiamo tre sistemi di laminazione e drenaggio delle acque piovane tramite bacini sotterranei. Nelle aree dove la permeabilità dei terreni è scarsa e tale da non garantire l’infiltrazione delle acque nel sottosuolo, gli invasi sono ormai indispensabili.
D. La distribuzione ha le competenze per proporre queste tipo logie di prodotti innovativi?
R. Negli ultimi anni la distribuzione ha mostrato sempre maggiore interesse, però ritengo che per i rivenditori sia necessario dotarsi di un ufficio progettazione interno perché per trattare questa tipologia di prodotti servono delle competenze tecniche. Non c’è dubbio comunque che per la distribuzione si aprano opportunità interes santi, soprattutto nel settore dell’acqua, che nei prossimi anni sarà sicuramente in evoluzione.
D. Come Geoplast supporta i rivenditori?
R. Il nostro personale, specializzato per divisioni di prodotto, è di sponibile su chiamata a recarsi dal rivenditore per offrire il massimo supporto. A questo aggiungiamo attività di formazione presso i punti vendita che, però, spesso sono difficili da organizzare per mancanza di tempo da parte dei rivenditori. Collaboriamo, infine, con agenzie su territorio per realizzare attività di supporto presso i cantieri, per spiegare i prodotti e sovraintenderne alla prima installazione.
D. Un altro dato rilevante è che il 25% dell’acqua trattata viene dispersa nelle reti idriche pubbliche. Che cosa si può fare per arginare la situazione?
R. Bisognerebbe rimettere mano alle infrastrutture, c’è poco da fare. Ci sono strutture estremamente vetuste nel nostro Paese, specialmente nel Sud Italia, che causano ingenti sprechi nella rete pubblica. Oggi sono disponibili sistemi di accumulo in loco e di
Completa, il vassoio modulare utilizzato per creare giardini pensili estensivi
Il supermercato Despar a Bologna, ha utilizzato Completa per costruire
3.200 mq di tetto verde
depurazione per il riutilizzo, specialmente per scopi irrigui.
D. Avete soluzioni specifiche?
R. A volte forniamo bacini di accumulo delle acque meteoriche per riutilizzo con guaine unicamente saldate. Molto spesso questi bacini però hanno dimensioni inferiori rispetto a quelli di dispersione, quindi si realizza un bacino di dispersione più grande collegato a uno più piccolo per il riutilizzo.
D. Per quali situazioni, invece, è stato progettato Aquabox?
R. Aquabox è un prodotto nato quattro anni fa, progettato per realizzare bacini di laminazione e dispersione, che può essere utilizzato anche per l’accumulo delle acque meteoriche. Il sistema è brevettato e certificato dal Cstb francese. Aquabox ha seguito un iter di certificazione molto importante durato anni per comprovarne le proprietà di resistenza ai carichi e la durabilità nel tempo. Nel laboratorio interno in azienda abbiamo sottoposto gli elementi a cicli di carichi periodici, con un monitoraggio di migliaia di ore sia da parte nostra che dell’ente di certificazione. Essendo un prodotto in plastica che va posizionato a secco nel sottosuolo, l’iter di controllo qualità è molto ferreo e ha cambiato molto anche le prassi aziendali interne.
D. In che modo?
R. Il nostro team di controllo qualità, ogni quattro ore dalle linee di produzione preleva dei pezzi per ispezioni a breve e lungo termine. Per quanto riguarda i polimeri, effettuiamo sia un’analisi a monte dei fornitori che ci danno il materiale, sia a valle a prodotto finito.
D. Come funziona Aquabox nella pratica?
R. Aquabox è un cubo modulare di plastica agganciabile. L’accostamento di vari moduli permette di creare bacini di varie dimensioni,
fino ad arrivare a migliaia di metri cubi di contenimento d’acqua. Il cubo è vuoto e cavo, quindi ispezionabile al fine di verificare la necessità di manutenzione o la presenza di eventuali anomalie all’interno del bacino. Una volta assemblato è connesso con tubi di raccolta in modo che le acque meteoriche siano condotte dalla superficie verso il basso, riempiendo il bacino. Il cubo è composto al 4% da plastica e al 96% da spazio vuoto, che può essere sfruttato per l’accumulo. La struttura troncopiramidale consente alla struttura di garantire robustezza e solidità, evitando il rischio di crolli. Un tema fondamentale per bacini di questo tipo che possono raggiungere anche una profondità di 5 metri, sotto una superficie adibita magari anche al passaggio di mezzi pesanti.
D. Quali sono i punti di maggiore differenza rispetto alle altre soluzioni?
R. La modularità e il fatto che possa essere installato in profondità. Molto spesso, per questioni di progetto, c’è poco spazio in superficie e quindi bisogna scendere nel sottosuolo per 4-5 metri.
D. C’è un massimo di altezza che si può raggiungere?
R. Sì. Con Aquabox raggiungiamo i 6 metri, che sarebbero circa sei-sette livelli. Molto spesso in Italia incontriamo le falde acquifere, quindi non scendiamo mai così tanto, fermandoci a 3-4 metri. Ci sono anche tanti bacini che si limitano a scendere di un metro e mezzo. Insomma, dipende un po’ dalle caratteristiche del cantiere.
D. C’è stato un caso in cui questa soluzione è stata particolarmente utile?
R. È stata utile in tutti i casi in cui è stata utilizzata. Diciamo che è una soluzione che comporta un certo tipo di investimento economico da parte del committente. Quindi, è sempre scelta per i
benefici che se ne possono trarre. Abbiamo portato a termine molti cantieri come quello dell’aeroporto di Orio al Serio, a Bergamo, o il Centro Ippico Punta Ala, in provincia di Grosseto.
D. Questo prodotto è venduto anche all’estero?
R. Sì, è venduto un po’ in tutto il mondo. Geoplast è un’azienda che realizza il 50% del suo fatturato con l’export. Vendiamo i 60 Paesi, in Europa, Africa, Asia, Oceania, Stati Uniti. Probabilmente i volumi realizzati con Aquabox all’estero non sono ancora elevatissimi, ma le prospettive sono buone.
D. Quanto investite per l’attività di ricerca e sviluppo?
R. Tanto. Io e il team di ingegneri Geoplast siamo costantemente operativi per cercare e sviluppare nuove soluzioni. Almeno il 40% del nostro tempo è impiegato in questa attività. Oggi siamo al lavoro per sviluppare nuove idee sul discorso dei bacini di ritenzione delle acque meteoriche. Il settore è in movimento, la concorrenza è agguerrita, e noi siamo continuamente alla ricerca di nuove soluzioni. Alcune le abbiamo già messe in cantiere e un nuovo modello per l’accumulo dell’acqua meteorica sarà probabilmente pronto per metà 2026.
D. Il team di ricerca e sviluppo lavora in sede?
R. Sì, io ne sono a capo, e insieme a me lavorano altri 11 ingegneri strutturisti e ambientali.
D. I vostri clienti sono più privati o enti pubblici?
R. La maggior parte dei clienti sono privati.
D. In Italia si sta facendo abbastanza sul tema del dissesto idrogeologico?
R. Alcune Regioni, come Trentino, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e
Lombardia si stanno muovendo bene. Il Piemonte è leggermente più indietro, così come il resto d’Italia. A oggi non c’è una legislazione statale che impone degli obblighi; quindi, il tema è demandato un po’ alla discrezione dei vari enti regionali. Diciamo però che qualcosa si sta muovendo e la sensibilità sta aumentando.
D. I fondi del Pnrr hanno migliorato la situazione?
R. I fondi del Pnrr hanno dato la possibilità di investire nell’ammodernamento delle infrastrutture, sia per la parte strutturale sia per la parte idrogeologica. Si sta facendo parecchio.
D. Geoplast è coinvolta in qualche cantiere del Pnrr focalizzato sul tema della gestione delle acque?
R. Sì.
D. In che modo Geoplast affronta l’emergenza del cambiamento climatico?
R. Tutta l’azienda è coinvolta in un percorso di sostenibilità. A parte il discorso della gestione delle acque meteoriche e del verde urbano, anche l’alleggerimento dei solai e delle fondazioni conseguibile attraverso i nostri prodotti consente di rispondere alle esigenze di un’edilizia più sostenibile. Usando fondamentalmente plastica rigenerata, sostituiamo gli elementi tradizionali svuotando fondazioni e solai, diminuendo la quantità di calcestruzzo in circolazione e riducendo l’impatto sui trasporti. Il fatto di usare plastica riciclata post consumo per fare prodotti alta qualità è un altro tassello che si aggiunge al nostro impegno verso un mondo più green.
D. Ci sono altri tasselli?
R. Sì. Circa tre anni fa ho deciso di rinnovare completamente gli impianti aziendali in un’ottica di efficientamento energetico.
Questo ci ha consentito di raggiungere risparmi superiori al 30%. Abbiamo installato un impianto fotovoltaico da 1 Mw in copertura e abbiamo in programma di installare un altro impianto da 1 Mw a terra. L’obiettivo è quello di essere autonomi energeticamente per almeno il 40%. Abbiamo usufruito degli incentivi Industria 4.0 e Industria 5.0, dettati anche del Pnrr, per questo cambiamento industriale.
D. Le richieste del mercato si focalizzano su determinate tipologie di prodotto o dipendono a monte sempre dal tipo di progetto?
R. Dipendono dalle situazioni progettuali e dalle zone geografiche. Oggi il mercato è molto concentrato sull’emergenza idrogeologica, quindi c’è richiesta di bacini di ritenzione e accumulo delle acque meteoriche. Molto si sta facendo anche per il verde con giardini pensili, specialmente nelle varianti a bassa manutenzione. Diciamo che al momento il mercato si divide tra la parte emergenziale da un lato e quella paesaggistica dall’altro.
D. Di quanto siete cresciuti nei rispettivi settori?
R. Dal 2024, per il settore acqua abbiamo registrato un incremento intorno al 30% , mentre per il verde siamo in crescita di circa il 20%.
D. Ha suggerimenti da dare alla distribuzione per un adeguato trattamento di questi prodotti?
R. Quello che in generale suggerisco ai distributori è di collaborare molto di più con le aziende. I rivenditori hanno una mole importante di referenze da vendere e per loro è molto difficile essere edotti nel dettaglio su ogni singolo prodotto. Secondo me, il rivenditore dovrebbe essere ambasciatore dell’azienda presso le imprese. Tuttavia, spesso noto un approccio di isolamento e gelosia nei confronti della relazione con i clienti. A noi interessa solo che il nostro prodotto sia compreso e applicato bene. È un passaggio mentale difficile, ma è l’unica cosa che può salvare i distributori in questo momento: oggi non parliamo più di vendite frazionate, ma di grandi volumi concentrati su pochi grandi cantieri. Anche se sulle grosse quantità il rivenditore può non avere il ritorno desiderato, può conseguirlo su tutte le altre forniture più piccole che ruotano attorno al cantiere. D. Dei vostri prodotti, ci sono delle soluzioni che il distributore dovrebbe tenere a magazzino?
R. Quando parliamo di soluzioni per la gestione delle acque, più che prodotti a magazzino, per il rivenditore avrebbe senso avere un’esposizione di prodotti attiva. Spesso si tratta di grossi volumi di materiale, quindi per il distributore sarebbe più vantaggioso avere materiale espositivo in punto vendita e lasciare che la nostra azienda si occupi del carico. Rispetto agli altri prodotti, invece, possono trovare benissimo collocazione in magazzino i sistemi per realizzare prati carrabili.
D. Perché vi siete concentrati sul drenaggio e il verde urbano?
R. Acqua e verde sono strettamente collegati. Inverdisci le città per creare più superfici permeabili, che sono comunque insufficienti e a quel punto realizzi i bacini. Diciamo che per noi il drenaggio è una conseguenza del verde.
D. Che cosa dovrebbe fare l’Italia per tutelare di più il territorio?
R. Cambiare le regole del modo di costruire. Realizzare un bacino di acqua meteoriche è un intervento costoso per l’impresa, che non può più scaricare tutto nella rete idrica. È un lavoro che fa solo se costretta dal progetto o dalle normative. Alcune Regioni ci sono già arrivate, altre lo stanno facendo, però servono nuove regole.
D. E per quanto riguarda il mercato, quali sono le vostre previsioni per il 2025?
R. Penso che nel 2025-2026 il mercato delle costruzioni abbia ancora un andamento positivo, anche grazie alla spinta del Pnrr che non si esaurirà per i prossimi due-tre anni. Dopo bisognerà fare i conti con la realtà. Il 2025 è partito bene, tranne nel mese di aprile in cui c’è stato un momento di pausa generalizzato. Inoltre, il nostro settore non è aggredibile dall’estero, come l’automotive, quindi rappresenta ancora un’isola felice.
D. Come sta andando il 2025 per Geoplast?
R. Siamo in crescita di 5 punti percentuali rispetto al 2024.
D. Avete progetti nel cassetto?
R. Abbiamo sicuramente novità riguardo a nuovi prodotti per le fondazioni e la gestione dell’acqua. È in arrivo anche un nuovo prodotto per il verde, un progetto molto importante che al momento non possiamo svelare. Nasce dalla collaborazione con un ente europeo e dopo un iter di ricerca di tre anni, vedrà la luce intorno a fine anno.
Il gruppo opera in Italia e all’estero con soluzioni dedicate alla gestione idrica: un aspetto cruciale per la cura del territorio anche in casi perticolarmente critici
Le acque piovane da semplice fenomeno naturale rappresentano oggi una risorsa preziosa ma, allo stesso tempo, una potenziale minaccia se non gestite correttamente. L’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, sempre più spesso caratterizzati da piogge intense e concentrate, rende il drenaggio delle acque meteoriche un aspetto cruciale per la sicurezza del territorio, la salvaguardia delle infrastrutture e la qualità della vita. In questo scenario, l’expertise e la gamma di prodotti messa a punto nel tempo da parte di Greenpipe testimoniano un costante impegno per garantire soluzioni efficienti e sostenibili. Nel panorama delle aziende specializzate nel drenaggio delle acque piovane, Greenpipe
si distingue, oltre che per una consolidata esperienza, per la continua innovazione tecnologica e la professionalità che la rendono un punto di riferimento in Italia e in Europa. L’azienda ha operato, e opera, su numerosi cantieri, offrendo soluzioni concrete per enti pubblici, autorità portuali e aeroportuali, nuclei industriali, studi di ingegneria, imprese e rivenditori di materiali per l’edilizia.
L’INTERVENTO SULLA DCN 131
La SS131 - conosciuta come Dcn (Diramazione Centrale Nuorese) è una delle più importanti arterie e vie di comunicazione presenti in Sardegna. Lunga 144 chilometri, collega le zone interne dell’isola a Olbia, in Gallura. Si tratta di una zona molto significativa, sia per l’economia industriale dell’isola che per tutte le attività legate al turismo, in un’area che, soprattutto nei mesi estivi, vede un significativo aumento di presenze e di traffico. La città di Olbia, una delle principali della costa orientale, rappresenta oggi una realtà industriale e commerciale significativa, anche perché il suo porto costituisce uno dei punti di collegamento privilegiati con la penisola italiana. La strada, gestita da Anas, si presenta a quattro corsie ed è attualmente oggetti di importanti opere di manutenzione e riqualificazione. Nell’ambito dei lavori di sostituzione e adeguamento normativo dei dispositivi di ritenuta centrali spartitraffico con le barriere Ndba Anas, lavori in corso tra il chilometro 112 e 121, realizzati nel primo lotto dalla società consortile Ac.quasarda Scarl per conto dell’Ati Generali Prefabbricati e Tecnostrade, con Tecnostrade esecutrice dei lavori, Greenpipe è intervenuta fornendo un prodotto adatto a garantire la piena efficienza delle possibilità e delle funzionalità dell’asfalto drenante presente. Nello specifico, sono stati forniti 4.700 metri di Smart pro 300 H335 con griglie in ghisa classe di carico D400, un canale di drenaggio
realizzato in calcestruzzo vibrocompresso ad alte prestazioni di classe non inferiore a C50/60, secondo Uni EN206:2006 e Uni 11104: 2004, Rck pari a 60 N/mm2). Si tratta di un prodotto resistente agli agenti atmosferici e al ciclo «gelo/disgelo in presenza di sali antighiaccio», completo di telaio in acciaio zincato a protezione dei bordi e della superficie di contatto ancorato al manufatto sottostante, cosicché sia impedito il distaccamento a causa del traffico. Le griglie sono in ghisa sferoidale GJS 500/7 a fessure antitacco, idonee al passaggio anche di persone con mobilità ridotta, in classe D400.
Il Porto di Ortona, importante snodo commerciale e turistico sull’Adriatico, è lo scalo marittimo più grande in Abruzzo. Si tratta di un’infrastruttura di vitale importanza per l’economia locale, dove si stanno svolgendo lavori sulla banchina di Riva. Un intervento, finanziato dai fondi Pnrr del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha l’obiettivo di consolidarne il primo tratto e il relativo piazzale, che si estendono per una lunghezza di 230 metri e una larghezza di 30. I lavori, promossi dall’Autorità di Sistema Portuale, consentiranno la riqualificazione e il potenziamento delle strutture di banchina esistenti, per adeguarne la funzionalità ai moderni standard dei traffici commerciali marittimi e questo preparerà il terreno per il successivo intervento sui fondali portuali, per renderli idonei alle esigenze dei nuovi vettori commerciali dello shipping. In questo contesto, Greenpipe è intervenuta fornendo all’impresa Mentucci Aldo 300 metri di canali Big I nS, tra le punte di diamante nella produzione Greenpipe, ideati specificamente per il drenaggio in aree soggette a traffico intenso e carichi eccezionali. Realizzati in calcestruzzo armato a elevata resistenza alla compressione, questi manufatti
sono stati ideati per sopportare classi di carico elevate, fino a F900, rendendoli idonei per applicazioni in contesti critici come reti stradali e autostradali, terminal portuali e logistici, aeroporti e grandi infrastrutture industriali. Una delle caratteristiche distintive della gamma Big I nS è la sua natura autoportante: questo significa che i canali sono progettati per sostenere autonomamente i carichi orizzontali e verticali senza la necessità di un rinfianco in calcestruzzo, a differenza di molti sistemi tradizionali. Tale peculiarità si traduce in un vantaggio significativo in termini di velocità e costi di posa in opera, riducendo i tempi di cantiere e le spese complessive per l’installazione. La loro robustezza è garantita non solo dal calcestruzzo ad alte prestazioni, ma anche dalla presenza di profili di rinforzo in ghisa, disponibili con configurazione a L o a Z: questi profili sono saldamente ancorati al corpo del canale e all’armatura interna, impedendone il distaccamento e conferendo al manufatto una compattezza e una stabilità superiori. La funzionalità dei canali Big I nS è ulteriormente ottimizzata dalla superficie interna estremamente liscia, che favorisce un rapido deflusso delle acque e contribuisce all’autopulizia del canale, riducendo la necessità di interventi di manutenzione. Inoltre, la conformità alla normativa europea En 1433 e la marcatura Ce attestano la qualità e l’affidabilità di questi sistemi, garantendo la resistenza ai cicli di gelo/ disgelo in presenza di sali antighiaccio (classificazione +R) e agli agenti atmosferici (classificazione W).
L’aeroporto militare di Ghedi, in provincia di Brescia, sede del Sesto Stormo dell’Aeronautica Militare, è attualmente al centro di un ambizioso programma di ammodernamento e potenziamento infrastrutturale. I lavori includono la costruzione e l’adeguamento di strutture chiave, tra cui la Palazzina Comando Gruppi volo e Simulatori, nuovi hangar per la manutenzione dei velivoli e l’aggiornamento delle linee volo. Si sta inoltre procedendo alla realizzazione di un Polo Tecnologico (Central Utility Plant) e al miglioramento dei sistemi impiantistici ed elettrici, essenziali per supportare la tecnologia avanzata dei nuovi aerei presenti. Questi interventi mirano a rendere la base di Ghedi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, garantendo l’efficienza operativa e la sicurezza necessarie per lo svolgimento di tutte le attività. Quando si tratta di gestire le acque superficiali in aree soggette a stress estremi, come appunto in un aeroporto militare, la robustezza e l’affidabilità del sistema di drenaggio non sono optional, ma requisiti fondamentali. In questo scenario, i canali della serie Greenpipe Strong Tipo I emergono come una soluzione ingegneristica progettata proprio per garantire prestazioni ineguagliabili sotto i carichi più gravosi. A Ghedi, per l’impresa realizzatrice del cantiere, Matarrese di Bari, Greenpipe ha fornito 2.100 metri di Strong 300 con griglie ghisa classe F900. Il canale, con le sue specifiche di 300 millimetri di larghezza interna utile, 750 millimetri di altezza esterna e uno spessore delle pareti di 150 millimetri,
è un manufatto in calcestruzzo armato ad altissima resistenza. Questa composizione non solo gli conferisce una durabilità eccezionale, ma ne permette la classificazione per carichi F900 secondo la norma En 1433: ciò significa che è in grado di sopportare carichi di rottura superiori a 900 kN (equivalenti a circa 90 tonnellate), rendendolo idoneo per aree con traffico di mezzi pesanti, come i carrelli elevatori da container, gru mobili e veicoli eccezionali. Il successo di questo modello risiede in una combinazione di fattori: utilizzo di calcestruzzo con classi di resistenza elevatissime, presenza di un’armatura interna ben dimensionata che distribuisce efficacemente gli stress e previene le fessurazioni, profili di rinforzo in ghisa, che fungono anche da alloggiamento per le griglie.
L’aeroporto di Toamasina, conosciuto anche come Tamatave Ambalamanasy Airport, riveste un ruolo strategico per il Madagascar. Situato sulla costa orientale, a circa 20 chilometri dal centro della città portuale di Toamasina, è il secondo aeroporto regionale più grande del paese e funge da cruciale porta d’accesso per il traffico passeggeri e merci, contribuendo significativamente allo sviluppo economico della regione di Atsinanana. Dispone di terminal per voli domestici e internazionali, collegando Toamasina con altre destinazioni in Madagascar e nell’Oceano Indiano. Attualmente, l’aeroporto è parte di un più ampio programma di investimento nelle infrastrutture aeroportuali del Madagascar. Sebbene l’attenzione maggiore sia spesso rivolta all’aeroporto di Ivato (Antananarivo), anche Toamasina sta beneficiando di sforzi volti a migliorarne e espanderne le capacità. L’obiettivo è adeguare le strutture ai crescenti flussi turistici e commerciali, migliorando l’efficienza operativa e la sicurezza.
Nei sistemi di drenaggio, le griglie rappresentano l’elemento visibile e, forse, più critico per la funzionalità e la durabilità dell’intera infrastruttura e la loro scelta non può essere lasciata al caso. Per questo, le griglie Greenpipe assumono un’importanza strategica, distinguendosi per la loro robustezza, sicurezza e affidabilità. Realizzate in ghisa sferoidale, materiale noto per la sua eccezionale resistenza meccanica, duttilità e resilienza agli impatti, le griglie Greenpipe sono progettate per sopportare classi di carico elevatissime, fino alla F900, e questa capacità le rende insostituibili in contesti dove il passaggio di veicoli pesanti, mezzi da cantiere, muletti o aeromobili è quotidiano e continuo. Esattamente come nel caso dell’aeroporto di Tamatave, dove Greenpipe ha fornito 750 metri di griglie in ghisa varie misure, da 400 a 700, classe D400 e classe E600, oltre ai longheroni in ghisa per la realizzazione di canali gettati in opera all’impresa realizzatrice del cantiere, la Colas.
DIMENSIONE INTERNAZIONALE
L’eccellenza e l’innovazione che contraddistinguono i sistemi di drenaggio Greenpipe, dunque, sempre più permettono all’azienda di affermarsi come un marchio di riferimento anche a livello internazionale, grazie alla capacità di fornire soluzioni affidabili e conformi ai più stringenti standard. Oltre agli esempi già citati, Greenpipe è attualmente impegnata su spedizioni di materiali anche oltre Oceano. Una sorta di rinnovata vocazione internazionale, insomma, che non solo testimonia la qualità e la versatilità della gamma dei prodotti, ma rafforza anche la posizione di Greenpipe come partner strategico per ingegneri e costruttori alla ricerca di soluzioni di drenaggio all’avanguardia e a prova di futuro, in diversi e molteplici contesti ambientali e operativi.
L’azienda catanese, con stabilimenti in Italia, Cina, Francia e Messico produce tubi corrugati ad alta densità e con caratteristiche top per resistenza e durevolezza
Paolo Caliari
a Sicilia, isola circondata da acqua e che, paradossalmente, soffre di una carenza idrica congenita. Ma una più efficiente gestione dei bacini e della distribuzione potrebbe migliorare la situazione. Forse non è un caso, quindi, che a Belpasso, vicino a Catania, nel 1982 sia nata Ntet, azienda specializzata nella produzione di tubi di vari diametri e usi, con un fatturato consolidato di circa 290 milioni e 300 addetti. L’azienda, fondata oltre quarant’anni fa da Francesco Tornatore,
Pelevato e garantito nel tempo.
Versatilità
titolino
I blocchi Ytong consx
I blocchi Ytong consx
ora affiancato dai figli Giuseppe e Mariangela, è una delle cosiddette multinazionali tascabili: ha sette stabilimenti in Italia, tra Milano, Piacenza e Catania, ma anche in Cina, Francia e, prossimamente, in Messico. Oltre ai tubi per la gestione idrica produce pali in vetroresina per l’illuminazione e per ingegneria civile, passaggio cavi, automotive, infrastrutture di rete.
Qualità superiore
L’azienda è specializzata in tubi corrugati, nelle misure dal 40 al 200 per i cavidotti e dal 125 al 1200 per i fognari, con qualità superiore allo standard e caratteristiche tecniche che consentono di resistere nel tempo e a possibili schiacciamenti: sono in polietilene con bordi che ne aumentano la resistenza. PK Fognatura, per esempio, è un tubo corrugato in Hdpe (polimero termoplastico della famiglia delle poliolefine) a doppia parete, progettato per reti fognarie non in pressione e bicchierati in linea. Realizzato in polietilene ad alta densità, è studiato per tutte le infrastrutture sotterranee e garantisce durabilità di esercizio, tenuta fino a 0,5 bar in pressione e resistenza allo schiacciamento fino a 8kn/m2. I tubi per i cavidotti sono certificati da Imq, i tubi fognari da Iip. Entrambi sono certificati Remade per il Cam.
Gestione delle acque
I tubi corrugati drenanti in polietilene ad alta densità sono studiati per un drenaggio efficiente e duraturo. Sono progettati per garantire un’ottimale gestione delle acque meteoriche e sotterranee, e combinano l’affidabilità strutturale del Hdpe con un sistema di fessurazioni intelligenti, per massimizzare la capacità di captazione dell’acqua. I tubi sono disponibili in diverse configurazioni di fessurazione anche personalizzabili secondo le specifiche del cliente e si adattano a ogni esigenza progettuale, sempre nel rispetto delle più severe normative tecniche: la produzione dell’azienda è certificata secondo Uni En Iso 9001 e per l’ambiente con Uni En Iso 14001. Tutti i certificati sono validati da un organismo terzo accreditato.
Ntet ha avviato il potenziamento della flotta produttiva, con l’inserimento di quattro nuove linee di produzione che copriranno anche con diametri da 800-1000 e 1200 millimetri
L’azienda ha già avviato il potenziamento della flotta produttiva, con l’inserimento di quattro nuove linee di produzione che copriranno anche con diametri da 800-1000 e 1200 millimetri.
Innovazione
L’innovazione è una delle caratteristiche che distingue l’azienda sin dalla nascita, avendo da sempre destinato il 20% dei suoi utili alla ricerca, con una squadra di 20 ingegneri che lavorano per la creazione di nuovi prodotti e la loro customizzazione, andando incontro alle esigenze dei clienti. L’obiettivo da raggiungere è stato la creazione di un polo produttivo snello nella struttura, veloce nell’adeguarsi alle esigenze di mercato e con un’alta diversificazione interna. Nel giro di pochi anni l’obiettivo è stato centrato, anche attraverso l’acquisizione di aziende e marchi leader nei settori energia, telecomunicazioni, fibre ottiche, automotive e infrastrutture sotterranee. Ntet negli anni si è poi ingrandita anche acquisendo know-how in nuovi settori, investendo in nuove tecnologie di produzione e in personale e innovando i prodotti in co-design con i clienti, il tutto grazie al suo team di ingegneri e a laboratori di prova in-house.
Le prospettive
Grazie a un investimento di oltre 25 milioni, Ntet è stata l’unica azienda del Mezzogiorno a entrare in questo mercato. Non solo Sicilia: linee di produzione sono state installate anche negli stabilimenti a Milano. Un’attività possibile anche grazie alla versatilità degli impianti, e allo spirito innovativo e di ricerca dei tecnici interni che hanno saputo modificare e adeguare le macchine alle esigenze produttive. «Ci misuriamo con il mercato e in questa fase, come è evidente, quello delle reti idriche è un mercato interessante», ha spiegato recentemente Francesco Tornatore, che è anche Cavaliere del lavoro dal 2010. «Il nostro prodotto si candida a sostituire i tubi in metallo o in cemento e il materiale da noi usato garantisce una durata tale da mettere al riparo gli impianti dalle perdite. Ma questo tipo di prodotto può essere utilizzato anche negli impianti fognari. Non si tratta dei semplici tubi flessibili, che già produciamo per i cavidotti, ma di tubi resistenti e rigidi che possono essere saldati tra loro. Ogni scelta tecnica, dal sistema di innesto in linea alla marcatura in rilievo sull’estradosso superiore del tubo, sono il risultato di anni di esperienza e ricerca nei settori in cui operiamo, e garantiscono ai nostri clienti prodotti di qualità che rispondono alle normative tecniche di riferimento».
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Il Sistema Atlantis consente di realizzare bacini di raccolta su misura, sia in pianta sia in altezza, ottimizzando i materiali impiegati e mantenendo una grande resistenza meccanica
Sara Giusti
L'ntropizzazione del pianeta, in particolare nelle aree dove lo sviluppo urbano è avvenuto in modo rapido e poco pianificato, ha prodotto un fenomeno sempre più diffuso, la cementificazione del suolo, con importanti conseguenze per lo smaltimento e la gestione delle acque meteoriche, non più assorbite dal terreno. Una risposta concreta a questo problema viene dal Sistema Atlantis di Daliform Group, che consente di realizzare vasche di raccolta delle acque meteoriche di grandi dimensioni, personalizzabili sia in pianta che in altezza, ottimizzando i materiali impiegati e mantenendo una grande resistenza meccanica.
I rischi
Il modello della città diffusa, caratterizzato da un continuo alternarsi di edifici residenziali, industrie e centri commerciali, ha provocato l’impermeabilizzazione del suolo impedendo l’assorbimento dell’acqua piovana. Quest’ultima viene così convogliata in modo più veloce e massiccio nella rete fognaria e infine nei ricettori finali, come i fiumi. Questo processo comporta almeno due gravi conseguenze: il
Nel progetto milanese di Cascina Merlata Bloom, sono stati realizzati 2.500 metri quadrati di vasche per la raccolta dell’acqua piovana utilizzando il Sistema Atlantis di Daliform Group. Un esempio virtuoso di riqualificazione urbana in cui è stato possibile restituire al terreno la sua capacità di assorbire l’acqua, migliorando la resilienza dell’area realizzata.
sovraccarico della rete fognaria e il rischio idrogeologico. L’espansione urbana non è sempre accompagnata da un adeguato dimensionamento delle infrastrutture e, in occasione di forti precipitazioni, la rete fognaria può collassare, causando allagamenti in strade, edifici e locali al piano terra. Su scala più ampia, anche i bacini fluviali risentono dell’eccessivo deflusso superficiale e il mancato assorbimento dell’acqua a monte può provocare l’esondazione dei fiumi con conseguenze spesso disastrose. A tutto ciò si aggiunge l’aggravante del cambiamento climatico, la cui diretta conseguenza si sta traducendo in una minore frequenza delle piogge, ma con eventi sempre più intensi e concentrati nel tempo, tali da mettere in crisi i sistemi di raccolta idrica su scala locale e territoriale.
Spazi nel terreno
Per contrastare questi fenomeni, Daliform Group ha sviluppato il Sistema Atlantis, una soluzione ingegneristica avanzata per la raccolta, il riutilizzo e la dispersione dell’acqua piovana nel sottosuolo. Nato per la realizzazione di pavimentazioni, questo sistema si adatta perfettamente anche a una gestione sostenibile e responsabile delle acque meteoriche.
Gli enti pubblici si sono adeguati in più riprese, costruendo un contesto normativo al fine di ridurre i rischi idraulici e idrogeologici, garantendo una migliore gestione delle risorse. Un ente pubblico, per esempio, può trarre numerosi vantaggi dalla diffusione di vasche per la dispersione dell’acqua piovana. Le falde acquifere sono reintegrate invece che impoverite, la rete fognaria non necessita di continui adeguamenti e un’analisi costi-benefici su scala comunale, provinciale o di bacino fluviale può supportare un efficace piano di riassetto idrogeologico, riducendo significativamente il rischio di alluvioni.
Grazie alla sua particolare struttura formata da un cassero (disponibile in diverse dimensioni in pianta), quattro tubi e quattro piedini, il Sistema Atlantis permette di creare spazi vuoti nel terreno, riducendo in modo significativo la quantità di materiale da costruzione necessario e risultando versatile in tutte le condizioni di carico.
Fino a 3 metri
Il Sistema Atlantis consente la realizzazione, direttamente in loco, di vasche in calcestruzzo armato con dimensioni personalizzabili sia in pianta, sia in altezza (fino a 300 centimetri). La struttura che si viene a creare è composta da una platea, muri perimetrali e una soletta sostenuta da pilastrini. Questa configurazione garantisce un’elevata resistenza ai carichi, sia permanenti che accidentali. Le vasche realizzate con il Sistema Atlantis possono essere installate sotto piazzali, strade o parcheggi (anche per mezzi pesanti), in ambiti commerciali e industriali, con l’obiettivo di attenuare le piene causate da eventi meteorici estremi. In questo modo si restituisce al suolo la sua naturale funzione drenante, senza deturpare la bellezza del territorio e dell’ambiente.
La soluzione è progettata per l’impiego in opere di fondazione: lavora in sinergia con sistemi di impermeabilizzazione e barriere protettive contro infiltrazioni, umidità ascensionali e pressioni idrostatiche
Sara Giusti
Nel contesto attuale, dove la durabilità degli edifici e la prevenzione dei danni strutturali da umidità sono la priorità, il corretto drenaggio delle fondazioni è essenziale. Batifibre, sviluppato da Ate Drainage, società del Gruppo Fitt, si propone come una soluzione all’avanguardia in grado di integrare materiali di alta qualità e tecnologie innovative per offrire prestazioni elevate contro infiltrazioni, umidità ascensionali e pressioni idrostatiche.
Senza ghiaia
Frutto di un’esperienza consolidata sul mercato francese, Batifibre si adatta perfettamente alle peculiarità del mercato italiano, dove la variabilità geologica e la complessità normativa richiedono soluzioni tecniche flessibili e affidabili. In particolare, la versione Batifibre SN4 si distingue per l’approccio gravel-free, eliminando l’esigenza tradizionale della ghiaia. Ciò permette di semplificare il processo costruttivo, riducendo tempi e costi e garantendo una protezione duratura delle fondazioni.
Chiavi in mano
Le infiltrazioni di pioggia si accumulano nel terreno attorno alle fondamenta e alle pareti esterne dell’abitazione (immagine1) e generano dannose fessurazioni e crepe nella muratura e nella pavimentazione (img. 2). Batifibre garantisce un drenaggio efficace e l'integrità strutturale delle fondamenta (img. 3)
Batifibre è progettato per l’impiego in opere di drenaggio delle fondazioni: lavora in sinergia con sistemi di impermeabilizzazione e barriere protettive. È particolarmente indicato in aree soggette a pressioni idrostatiche elevate e in zone a rischio di infiltrazioni d’acqua, tipiche di contesti urbani e di aree ad alta umidità. La sua versatilità consente un’integrazione agevole già in fase di progettazione, offrendo una soluzione chiavi in mano che semplifica la posa e riduce i tempi di intervento: un vantaggio significativo soprattutto nel mercato italiano, caratterizzato da una vasta presenza di edifici storici e da una dinamica attività edilizia moderna.
Caratteristiche tecniche
Batifibre è un sistema di drenaggio completo composto da tubazioni e manicotto, curve da 45 e 90 gradi, tappi di chiusura, derivazione di ispezione per collegamenti a raccordi Ø100/110,
L'elevata permeabilità del rivestimento è capace di garantire un deflusso rapido e controllato delle acque, prevenendo accumuli e pressioni eccessive sul basamento 1 2 3
doppia derivazione a Y, derivazione destra e sinistra e manicotti di collegamento Ø100/110. Il successo di Batifibre risiede nell’uso di materiali compositi ad elevata resistenza meccanica e chimica: il suo fondo piatto ne garantisce una posa facilitata e un drenaggio a 270 gradi, mentre la sua resistenza certificata SN4 permette una migliore resistenza agli urti.
Distacco impossibile
Tutte le barre sono fornite complete di un manicotto appositamente studiato per rendere il tubo con struttura a fondo piatto Ø90 adattabile a tutti i raccordi Ø100/110 in Pvc. Il distacco diventa impossibile grazie al sistema di tenuta tra manicotto e raccordo e i cambi di direzione possono essere realizzati con accessori in polipropilene. Inoltre, i pozzetti di pulizia possono essere facilmente sostituiti da camini di ispezione. La sua struttura, studiata a micro-canali, garantisce elevata permeabilità, con un deflusso rapido e controllato delle acque, prevenendo accumuli e pressioni eccessive sul basamento, e resistenza agli agenti atmosferici per una maggiore durabilità nel tempo, anche in condizioni estreme e sotto attacchi chimici. Progettato per essere integrato agevolmente nelle fasi di scavo e preparazione del terreno, Batifibre contribuisce a ottimizzare i processi costruttivi e a ridurre i costi. Il sistema è compatibile con sistemi di impermeabilizzazione esistenti o nuovi, offrendo soluzioni personalizzate per diverse esigenze progettuali.
speciale drenaggio
Innovazione tecnologica, globalizzazione e nuovi modelli organizzativi sono le sfide da affrontare nella competizione globale. Stage, tirocini e apprendistato sono gli strumenti per affrontare il mercato
Sara Giusti
Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, spinto da innovazione tecnologica, globalizzazione e nuovi modelli organizzativi. Questi cambiamenti rendono la formazione sempre più strategica, sia per i giovani che si affacciano al mercato del lavoro, sia per i professionisti che devono aggiornare le proprie competenze. Una sfida epocale che coinvolge scuole, imprese e individui, imponendo nuove responsabilità culturali, etiche e sociali.
Teoria e pratica
Nonostante l’importanza della formazione, spesso si rischia un eccesso di teoria scollegata dalla realtà lavorativa. Infatti, molti percorsi formativi non rispondono alle esigenze del mercato e lasciano i giovani privi di competenze pratiche. Al contempo, chi è già occupato fatica a trovare opportunità di aggiornamento realmente efficaci e che siano strumenti di crescita e non semplici momenti di pausa. È quindi essenziale riconsiderare l’approccio alla formazione, trasformandola in un travaso di conoscenze e di esperienze concrete.
Aziende e studenti
Il coinvolgimento diretto delle aziende nei percorsi formativi è una soluzione vincente e permette agli studenti di entrare in contatto con il mondo produttivo già durante gli studi. Stage, tirocini, apprendistato e formazione continua devono diventare strumenti
chiave per ridurre il divario tra istruzione e occupazione. Investire nella formazione significa investire nel futuro della società, al pari dell’innovazione tecnologica. Solo un sistema formativo efficace e dinamico può garantire una crescita sostenibile e rispondere alle sfide del mercato del lavoro: è una responsabilità che va condivisa tra istituzioni, imprese e individui per costruire un futuro professionale solido e inclusivo. Il Centro Formazione e Ricerca Merlo è parte attiva in questo ambizioso progetto.
I programmi del Centro Formazione e Ricerca Merlo approfondiscono sia la complessità sia le criticità della gestione di macchine e attrezzature di lavoro, affiancando formazione normativa, tecnica e pratica, con simulazioni ed esercitazioni. Le verifiche che completano le sessioni didattiche in aula e di addestramento sono finalizzate a conseguire diversi livelli di abilitazione. I programmi formativi per l’abilitazione dei conduttori e degli operatori si concentrano su carrelli semoventi a braccio telescopico, carrelli elevatori, trattori agricoli, forestali, multifunzione e porta-attrezzi, macchine movimento terra, piattaforme aeree porta-persone, gru su autocarro, mobili, a torre, a portale e carri-ponte, motoseghe a catena. Percorsi formativi personalizzati possono essere progettati e strutturati su commessa, anche presso il committente.
Alla Stazione Termini
di Roma la soluzione drenante in classe C250 con griglia zincata consente il passaggio di carrelli e mezzi. Al vertice dell’azienda torna la famiglia fondatrice
Sara Giusti
pecialista nel drenaggio, Pircher si conferma partner di riferimento per le opere di raccolta e smaltimento delle acque, in ambito civile e sportivo. La solidità delle soluzioni, l’esperienza tecnica e l’affidabilità del servizio trovano espressione concreta in progetti su scala nazionale, dove ogni dettaglio conta. A Roma, per esempio, l’azienda è stata selezionata da Grandi Stazioni per l’adeguamento dei pavimenti esterni del binario 1 della stazione Termini. Un contesto ad alto traffico, in cui Pircher ha installato canali in classe C250 con griglia zincata antitacco, progettati per sostenere il passaggio continuo di carrelli e mezzi. Un intervento tecnico e strategico, perfettamente integrato nel contesto urbano.
Nel settore sportivo
Grazie a soluzioni su misura, capacità di ascolto e presenza costante nei cantieri, Pircher opera ogni giorno sul campo per supportare i professionisti dell’edilizia. A dare slancio a questa visione è Christian Pircher, nel ruolo di amministratore unico, che segna il ritorno della famiglia Pircher alla direzione strategica e operativa dell’azienda. Nel settore sportivo, l’azienda realizza ogni anno più di cento progetti su campi da calcio, fornendo canalette dedicate come la 100 L con griglia 2080, pensate per garantire prestazioni elevate anche in condizioni di utilizzo intensivo. Tra i progetti più recenti, entrambi completati a inizio 2025, spiccano quelli realizzati per un nuovo centro sportivo a Casale Monferrato (Alessandria) e un’importante struttura in provincia di Bergamo, dove sono stati posati 375 metri di canalette con griglie zincate a feritoie antitacco.
speciale drenaggio
GRANULATI ZANDOBBIO
GravelFix stabilizza ciottoli e granulati: è ideato per parcheggi, giardini, terrazze e aree pedonali.
Easihold lega gli aggregati senza usare sostanze tossiche
Sara Giusti
Produttore e distributore di prodotti per l’arredo esterno, Granulati Zandobbio propone ciottoli, granulati, monoliti, pavimenti e rivestimenti in pietra naturale e sinterizzata, ma anche bordure per il giardino disponibili in diversi materiali, oppure gabbioni decorativi e funzionali. E con Gravelfix e Easyhold offre due soluzioni per stabilizzare ciottoli e granulati.
Soluzione drenante
GravelFix è una soluzione per stabilizzare ciottoli e granulati, garantendo una pavimentazione solida, drenante e duratura. Perfetto per parcheggi, giardini, terrazze e aree pedonali, evita solchi, blocca le erbacce e resiste a gelo e sale. Facile da posare, non richiede manutenzione. Disponibile in versione bianca in polipropilene puro e grigia in materiale riciclato, unisce estetica e sostenibilità.
Salva l’estetica
Easihold è un modo semplice e naturale per bloccare ciottoli e granulati senza usare sostanze tossiche. A base d’acqua, protegge le superfici decorative da scolorimento e macchie, mantenendo i colori brillanti nel tempo. Ideale per vialetti pedonali e giardini, si applica facilmente e dona stabilità e bellezza a ogni spazio esterno, con un effetto immediato e duraturo.
GravelFix. A destra, Easyhold nel formato da 5 litri e spray
Il sistema consente l’accumulo temporaneo di grandi volumi d’acqua, contribuendo a prevenire sovraccarichi idraulici e allagamenti.
È veloce da installare e rappresenta una soluzione per i contesti residenziali
Sara Giusti
Nel comune di Apiro (Macerata) è stato realizzato un impianto di drenaggio urbano con sistema inPluvio di Starplast, adottato per la laminazione delle acque meteoriche in un’area soggetta a rischio idraulico. L’intervento ha previsto la posa di un bacino interrato costituito da moduli drenanti in polipropilene ad alta resistenza, completamente avvolti in geomembrana Hdpe e geotessuto, con rilascio controllato in rete fognaria tramite pompa di sollevamento.
Oro blu
Il sistema inPluvio consente l’accumulo temporaneo di grandi volumi d’acqua, contribuendo a prevenire sovraccarichi idraulici e allagamenti. Resistente, ispezionabile, veloce da installare, inPluvio rappresenta una soluzione efficace per garantire l’invarianza idraulica in contesti
residenziali, industriali e urbanizzati. La tecnologia firmata Starplast è sviluppata per rispondere alle nuove esigenze di adattamento climatico e gestione sostenibile dell’acqua, declinando in maniera concreta il payoff dell’azienda «Risparmia il tuo oro blu».
Esalatore Liquid
è la risposta ai problemi causati da esalazioni, vapori e condense che compromettono la durabilità per le impermeabilizzazioni
Sara Giusti
Esalatore Liquid di Eterno Ivica è la risposta ai problemi causati da esalazioni, vapori e condense che compromettono la durabilità delle impermeabilizzazioni liquide. Il suo utilizzo previene il rigonfiamento dello strato impermeabile, spesso soggetto a fessurazioni dovute agli sbalzi climatici, e riduce sensibilmente il rischio di infiltrazioni.
Fazzoletto tnt
Grazie al fazzoletto in Tnt ad alta elasticità, saldato meccanicamente alla flangia, si ottiene un’unica superficie continua tra armatura e prodotto, garantendo una tenuta impeccabile. La posa è rapida e sicura e la compatibilità con tutti i sistemi impermeabilizzanti liquidi e cementi bicomponenti lo rende estremamente versatile. Esalatore Liquid unisce innovazione, efficacia e semplicità d’applicazione per un’impermeabilizzazione completa.
Per il centro storico di Mogliano Veneto (Treviso), l’azienda ha fornito una gamma di prodotti specifici per il drenaggio urbano, con materiali ad alta durabilità e un design integrato con l’ambiente
Sara Giusti
La riqualificazione dei centri storici è diventata negli ultimi anni una delle priorità strategiche per molti Comuni italiani, non solo per motivi estetici, ma anche come volano per mobilità sostenibile, inclusione sociale e rilancio economico. In questo scenario si inserisce il progetto di pedonalizzazione e rigenerazione urbana del centro di Mogliano Veneto (Treviso), con Piazza Caduti e le vie limitrofe protagoniste di una trasformazione che parte da sotto la superficie. Uno degli aspetti tecnici più rilevanti riguarda la gestione efficiente delle acque meteoriche. Gridiron è stata scelta come partner per fornire soluzioni di drenaggio in grado di coniugare funzionalità, estetica e sostenibilità.
Sistemi certificati
I sistemi installati includono canali in cemento vibrocompresso della Serie Vibro-Base 100 con fessura in acciaio inox da 120 millimetri, ideali per aree pedonali, e canali in cemento polimerico della Serie Poly Fly con griglie in ghisa sferoidale adatti anche al transito di veicoli di servizio. Tutti i prodotti Gridiron sono certificati En 1433 e progettati per integrarsi armoniosamente con le pavimentazioni storiche in pietra e porfido, mantenendo la continuità estetica e la sicurezza urbana. Con le sue soluzioni, Gridiron si conferma un partner tecnico affidabile per le amministrazioni e i progettisti impegnati a far evolvere le città, nel pieno rispetto del contesto storico e delle sfide del presente.
Quando la manutenzione si fa intensa, come nella pulizia a catena ad alta pressione (fino a 200 bar), la resistenza del tubo è fondamentale. Martoni Dren, disponibile in versione forata o fessurata, è progettato proprio per affrontare queste condizioni estreme. L’innovativa tecnologia di fresatura con punta da trapano, esclusiva di Martoni, realizza fessure perfettamente perpendicolari (a 90 gradi), che riducono
l’usura interna rispetto ai tagli inclinati generati da lame tradizionali. Questa soluzione non solo evita microfratture e deformazioni, ma migliora anche la durata nel tempo durante le operazioni di pulizia, prevenendo abrasioni e mantenendo intatte le performance idrauliche. Realizzato in Pvc e Pp ad alta resistenza chimica e meccanica, Martoni Dren è certificato per la pulizia ad alte pressioni, garantendo affidabilità, facilità di manutenzione e una lunga vita operativa. Un dettaglio tecnico che fa la differenza.
Le tubazioni corrugate fessurate Drenopal sono proposte in tre diverse classi di resistenza. E le celle disperdenti Rausikko possono essere utilizzate anche con traffico pesante
Sara Giusti
Specializzata nella produzione e commercializzazione di tubi corrugati in polietilene ad alta densità e chiusini in materiale composito, Polieco negli ultimi anni ha rivolto la sua attenzione anche ai sistemi di drenaggio e dispersione delle acque meteoriche. Oggi l’azienda produce e commercializza le tubazioni corrugate fessurate Drenopal e le celle disperdenti in polipropilene Rausikko.
Caratteristiche
Le tubazioni corrugate fessurate Drenopal sono prodotte in tre diverse classi di resistenza (Sn 4- Sn 8 e Sn 16 kN/m 2) a partire da una barra
di tubo Ecopal, fessurata secondo le necessità, mediante l’impiego di una speciale attrezzatura, a 220 gradi (fessurazione a canaletta) o 360 gradi (fessurazione a tutta circonferenza). I diametri disponibili vanno dal Dn/Od 160 al Dn/Od 1200. Vi è anche la possibilità di fornire la barra rivestita con un geotessile di grammatura 150 g/m 2
Le celle disperdenti in polipropilene Rausikko, di dimensioni 80x80 centimetri e altezza di 66 centimetri, sono componibili e possono essere utilizzate anche in presenza di traffico pesante e su più livelli. Le celle vengono poi avvolte da geotessile per evitare che il terreno circostante ostruisca i canali di dispersione. Il sistema Rausikko prevede anche una serie di accessori, pezzi speciali e pozzetti prodotti da Polieco che permettono di realizzare un sistema completo.
WAVIN
Q-Bic Plus LC (Low Carbon)
è un sistema per l’infiltrazione e l’attenuazione delle acque meteoriche che offre installazione rapida e accesso totale. E la nuova versione è realizzata al 100% in polipropilene riciclato
Sara Giusti
Q-Bic Plus LC (Low Carbon) è la nuova release ecosostenibile del sistema per l’infiltrazione e l’attenuazione delle acque meteoriche ideato da Wavin Italia. Pur mantenendo le peculiarità in termini di completa libertà di progettazione, installazione rapida e accesso totale per le operazioni di ispezione e pulizia, la nuova versione è realizzata al 100% in polipropilene riciclato in modo da ridurre le emissioni di CO2 dell’80% rispetto ai serbatoi di laminazione tradizionali.
Scenari costruttivi
Sia che il progetto richieda un approccio multistrato o configurazioni specifiche, Wavin Q-Bic Plus LC si adatta ai più diversi scenari costruttivi. Il sistema offre anche configurazioni a spessore variabile tra 0,6 e 3,6 metri, con tubi e condotti che possono essere integrati e collegati in qualsiasi punto desiderato. Anche le aperture di ispezione possono essere situate quasi ovunque, migliorando l’efficienza della manutenzione e l’affidabilità del sistema. Clip e pin verticali non sono più necessari grazie alla presenza di connettori integrati: la funzionalità push-fit permette all’installatore di collegare le unità e gli accessori con un semplice clic non appena entrano in posizione. Wavin Q-Bic Plus LC è inoltre facile da maneggiare, grazie alla base molto leggera dei singoli moduli, ai bordi arrotondati, alle impugnature dedicate e al lato superiore calpestabile.
Superficie piatta
Wavin Q-Bic Plus LC offre accesso fino a 370 millimetri e canali bidirezionali per permettere a Cctv e hydrojet di raggiungere il 70% della superficie del serbatoio. Il design della superficie estremamente piatto garantisce inoltre un’ispezione e una pulizia veloce ed efficace, senza alcun ostacolo. Il sistema è idoneo a un ampio numero di applicazioni, dalla manutenzione delle aree residenziali, industriali e commerciali al mantenimento delle aree verdi, passando per le operazioni di prevenzioni di alluvioni e danni da acqua a parcheggi e strade.
Per il drenaggio delle acque piovane o di lavaggio da superfici pavimentate, Redi propone la griglia invisibile in Pvc progettata per essere completamente integrata all’interno del materiale
griglia diventa un coperchio di ispezione, permettendo così un facile accesso per la manutenzione e rimanendo invisibile. Ideale per spazi esterni come giardini, parchi, piscine, centri
Il mondo è cambiato in pochi anni. Non solo dal punto di vista geopolitico, ma anche nelle aspirazioni, nelle scelte e nelle motivazioni d’acquisto degli utenti finali. E a questi megatrend la filiera dell’edilizia si sta già adeguando, a partire dalla progettazione, dalla produzione e, naturalmente, dalla distribuzione, mentre è già ora di pensare al dopo-Pnrr, la ciambella di salvataggio dell’edilizia con il declino dei bonus. E, poi, la nuova dinamica demografica, il costo dell’energia, la digitalizzazione, le tensioni della geopolitica: sono alcuni degli x factor di cui le imprese che operano nella filiera delle costruzioni devono tenere conto. Per questo il XVIII Convegno Nazionale YouTrade affronterà il tema del cambiamento con l’obiettivo di guardare avanti. Non a un lontano futuro, ma alle trasformazioni che sono già in atto e che modificano le strategie aziendali. Un evento che si preannuncia denso di contenuti a cui non bisogna rinunciare. Da segnare subito in agenda.
Giovedì 23 e Venerdì 24 ottobre 2025
Villa Quaranta Via Ospedaletto, 57 37026 Ospedaletto di Pescantina (Verona)
Venerdì 24 ottobre 2025
Modera Roberto Di Lellis, giornalista 9,05 LA DISTRIBUZIONE DEGLI ALTRI Martin Tobler, Ceo HGC
I MEGATREND DELL’EDILIZIA E IL DOPO-PNRR
Andrea Favaretto, direttore Centro Studi Sintesi - Cgia Mestre
9,50 TALK SHOW: I MEGATREND DELLA PRODUZIONE
10,20 CONGIUNTURA, PREVISIONI 2026 E TOP 100 DELLA DISTRIBUZIONE Federico Della Puppa, coordinatore Centro Studi YouTrade 11,35 Coffee break 11,55 INSTANT POLL: LE SCELTE DELLE IMPRESE
Roberto Di Lellis, giornalista
12,05 IL MEGATREND DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano
12,25 COME SCEGLIERE IL POSIZIONAMENTO STRATEGICO DELLA PROPRIA IMPRESA
Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo, presso l’Università Cattaneo - Liuc
12,55 TALK SHOW: LA PAROLA AI DISTRIBUTORI
13,30 Light lunch o Learning party
Il sistema integrato Martoni: tubo e raccordo, un’unica soluzione ad alte prestazioni
MARTONI SPA
SVILUPPA SOLUZIONI
AVANZATE PER IL
DRENAGGIO IN PVC-U E PP-HM combinando efficienza tecnica, durabilità e sostenibilità. La linea DREN è ideale per applicazioni infrastrutturali, agricole, sportive e civili, grazie a caratteristiche tecniche avanzate:
• PVC-U con il 35% di riciclato, certificato PSV e conforme ai CAM;
• Fresatura con punta da trapano: maggiore resistenza all’usura e alle pulizie ad alta pressione;
• Diametri fino a Ø630mm, classi di rigidità SN8, SN12, SN16
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MARTONI DREN
LA SCELTA DEI PROFESSIONISTI
I nostri tubi drenanti assicurano affidabilità, facilità di posa e lunga durata utile, anche in condizioni gravose. La lavorazione meccanica con punta da trapano, anziché lama, consente una fessura pulita e resistente, ideale per cicli di pulizia ad alta pressione e ambienti con depositi ghiaiosi.