INCHIESTA
Il Tessile-Moda è alta tecnologia Tessuti, indumenti e calzature sono sempre più un concentrato di innovazione e nuovi materiali. A testarli per la sicurezza del mercato di tutto il mondo è il Centrocot di Busto Arsizio. Che ha anche un’altra missione: formare le nuove leve del settore con corsi post-diploma e post-laurea Paola Provenzano
Q
uanta pioggia può abbattersi su un postino prima che la sua divisa cominci ad essere così impregnata da far passare l’acqua sui suoi indumenti? A quale distanza si vedono le bande retroriflettenti di notte e con la nebbia? E ancora: possono mamma e papà essere certi di aver acquistato un capo di abbigliamento “sicuro” per il loro bambino? Sono solo alcune delle domande a cui Centrocot (Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento) di Busto Arsizio dà risposta: una struttura che è un insieme di laboratori di prova e ricerca, aule e uffici di certificazione, ma soprattutto di persone impegnate a verificare materiali e prodotti finiti (tessili o in pelle). Obiettivo? Farsi garante del rispetto di standard di qualità e sicurezza per i prodotti immessi sul mercato, aiutare le imprese a fare innovazione, contribuire alla ricerca e sviluppo soprattutto nel campo della eco sostenibilità e dell’economia circolare e, non da ultimo, formare personale per il comparto tessile.
Un po’ di storia Centrocot nasce nel 1987 per volontà degli imprenditori e degli Enti pubblici del Territorio. Ad oggi le quote di maggioranza fanno capo a Fondazione Industrie Cotone e Lino, Unione degli Industriali della Provincia di Varese e Federazione Tessile Moda (Sistema Moda Italia), ma nella compagine societaria ci sono anche associazioni delle piccole e medie imprese e degli artigiani, Enti pubblici, istituti di credito e sigle sindacali. I numeri parlano di un giro d’affari di oltre 9 milioni di euro all’anno, più di 3mila clienti nel mondo e 104 dipendenti. La crescita del Centro la si vede visitando i laboratori. A breve saranno ultimati i lavori per quelli nuovi dedicati specificamente alle calzature. Anche se non è un caso che la sede sia proprio a Busto Arsizio, capitale del tessile targato Varese, sarebbe riduttivo pensare alla presenza di questo polo solo come supporto allo sviluppo dell’impresa a livello 34
locale. Da qui infatti passano prodotti in arrivo da ogni parte del mondo per essere testati e certificati: dalle tute e guanti per moto GP e Formula 1, agli indumenti monouso del mercato cinese, ma anche tessuti tecnici e capi destinati alla protezione individuale, come le divise dei Vigili del Fuoco o ancora qualsiasi oggetto contenente fibra. Tessuti e capi confezionati vengono sottoposti, a seconda dei casi, a controlli di ogni tipo che vanno dalla resistenza all’acqua e al fuoco, fino all’attacco da parte di batteri, colate di metallo fuso, estrusioni sull’asfalto ad alta velocità; si testa ogni tipo