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Le raccolte di Palazzo

Le raccolte di Palazzo Marliani Cicogna Una passeggiata tra le opere del Museo Civico d’arte, custodite dalla dimora storica di Busto Arsizio, nel suo trentesimo anno di attività ▶ ARTE

Luisa Negri

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Palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio festeggia quest’anno i trent’anni di attività. Aperto al pubblico nel 1990, accoglie nelle sue sale il Museo Civico d’arte (di cui è conservatrice Valeria Ferrè), con la Biblioteca e le Col lezioni, tutte donazioni di generosi cittadini legati alla città per nascita o frequentazione. Già dimora dei conti Marliani, proprietari dal XVI secolo fino al XVIII del feudo di Busto Arsizio, poi dei Cicogna, la casa fu fin dal 1822 sede dedicata a uffici pubblici. Restaurata nel secolo scorso dall’architetto Magini, in anni recenti è stata recuperata al meglio, comprese le antiche cantine dei vini, riscoperte nel 2018. Oggi è luogo da visitare, testimonianza di un territorio importante per attività imprendi toriali e meriti culturali. Artisti, mecenati, religiosi hanno abitato o visitato queste terre di pianura, a ridosso della grande Milano. Qui si sono incontrati, in tempi diversi, confrontando idee, so gni e progetti. Non è per caso che nelle collezioni di Palazzo Marliani Cicogna sono presenti diversi ritratti: tra gli altri quello di Alessandro Volta, dipinto dal pittore bustocco Giuseppe Bossi, la testa in gesso del poeta Vincenzo Monti, un olio dedicato al cardinal Carlo Borromeo. E addirittura un’opera del grande Hayez, massimo esponente del Romanticismo storico italiano, il Ritratto del Conte Ambrogio Nava (ante 1852). Il Nava fu pittore, paesaggista dilettante, mecenate dell’ar te e presidente dell’Accademia di Brera. Si racconta che il quadro fosse stato oggetto di polemiche per l’esaltazio ne filoasburgica e addirittura sfregiato dal patriota Carlo De Cristoforis. Palazzo Marliani è però anche sede di esposizioni temporanee di artisti dell’oggi, che qui lasciano ciascuno una propria opera. Mentre visitiamo il palazzo, è in cor so al piano terra, la mostra del bravo fotoreporter Massimo Sestini. Racconta, con lo stesso impegno professionale e umano, il Giro d’Italia del 2015, visto dal cielo di Varese; i ciclisti allineati e

le loro dinamiche ombre proiettate a terra. E la strage di Capaci ripresa dal cielo di Sicilia, le macchine sventrate dal tritolo in un malvagio abbraccio mortifero. Così come lo sbarco dei barconi a Lampedusa o la deriva solitaria delle imbarcazioni abbandonate. Alla fine del percorso museale troverete un’intera sezione di arte contemporanea, al piano nobile del palazzo, con altri lavori, provenienti in parte dalle quattro edizioni del Premio di Pittu ra Città di Busto Arsizio. Di particolare impatto è l’ultima sala, con l’installazione di Federica Giglio, Benedetta da Dio (2006), acquisita nel 2012. Ma per prima ci viene incontro la sezione dedicata all’arte lombarda del XVI–XVIII secolo. Sono le più antiche opere di arte devozionale, provenienti da edicole, orato ri o cascine bustesi, a introdurre il visitatore nel clima un tempo respirato per le strade o nei cortili del borgo. Strappi di affreschi, ritratti di Santi e del Crocifisso, Madonne ispirate alle più note opere dei maestri: come il polittico di Santa Maria di Piazza, l’Assunzione della Vergine, di Gaudenzio Ferrari (sec. XVI). A emergere qui è la bella Deposizione dell’affresco staccato dalla Cascina Mariotta di via Castelfidardo. Apre poi la serie di col lezioni la donazione del 1994 di don Marco Rossi, sacerdote amante della cultura e restauratore di arte sacra. Comprende 14 opere di artisti di scuola lombarda del ‘600 e ‘700. Tra cui due di Santi vescovi di Pietro Maggi (1660-ante 1738) e il Ritratto di Francesco Bonaventura Cavalieri, un olio su tela riferito all’am bito del bolognese Giacomo Cavedoni. Infine, Il Compianto Angelico sul corpo di Cristo, del Morazzone e il Noli me tangere, luminosa e intensa opera di mano di Giuseppe Nuvolone, donato in memoria di Carlo Augusto Brazzelli. In altre sale è il ricordo di due artisti bustesi. Di Biagio Bellot ti (1714-1789), sacerdote, è l’affresco staccato della Madonna con il Bambino dormiente, del XVIII secolo. Giuseppe Bossi, nato nel 1777 a Busto Arsizio, tra i protagonisti del neoclassici smo milanese, fu invece pittore, disegnatore, esponente di spicco della cultura lombarda sotto Napoleone. Segretario dell’accademia di Brera, si fece promotore dell’omonima pinacoteca. Suo, come abbiamo visto, il ritratto di Volta.

E ancora sono ricorda ti il pittore Enrico e lo scultore Ferruccio Crespi, famiglia di artisti della Milano ottocentesca di fine secolo, di cui si conserva la donazione pervenuta nel 1991 da Gaetano Crespi Legorino, nipote dell’o monimo poeta. Spicca il bel ritratto dell’aristocratica milanese Agnese Rusconi, moglie di Giovanni Crespi, cotoniere di Busto. Altri artisti locali presenti sono i

bustesi Arturo Tosi (1871-1956) e Aldo Alberti (1912-2014), maestri di nature morte e rarefatti paesaggi e il varesino Innocente Salvini, nato a Cocquio Trevisago, in un noto autoritratto. Un’ampia sala ancora è infine dedicata all’800 romantico e verista. Incanta, di Enrico Crespi, La Filatrice (1906,) il giovane viso avvolto di luce e seduce la Bagnante di Emilio Magistretti, un olio su tela del 1921. Presenti entrambi qui con altre opere, erano ottimi allievi di Hayez. La scuola del verismo è a sua volta rappresentata da lavori di Favretto, Lojacono e Ada Pratella. Nel lasciare la dimora, dopo la visita all’arte contemporanea, un ultimo sguardo corre all’opera in pietra Aurisina La Grande Madre, di Vittorio Tavernari: una maternità del 1980, collocata al centro del cortile, che non si dimentica. E suggella al meglio, nella chiarità architettonica del palazzo, un felice percorso. ■

Sopra, Pittore Lombardo XIX sec., Ritratto della marchesa Agnese Rusconi. A sinistra, Giorgio Albertini, Paesaggio. In apertura, Pittore Manierista lombardo, Flagellazione di Cristo

CIVICHE RACCOLTE D’ARTE PALAZZO MARLIANI CICOGNA P.zza Vittorio Emanuele II, 3 - Busto Arsizio Ingresso libero e gratuito 0331.3903351-352 museibusto@comune.bustoarsizio.va.it

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