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Il Mississippi arriva fino al Lago Maggiore
from VARESEFOCUS 2/2020 - Marzo
by univa0
Il Mississippi arriva fino al Lago Maggiore ▶ GITA A
Alla scoperta dei “Laghetasc”, le zone umide tra Brebbia e Ispra, lungo il Sentiero Verbano e dove dominano i Cipressi Calvi, veri e propri giganti silenziosi “approdati” dagli Stati Uniti, e che popolano dal ’900 questi luoghi a dir poco suggestivi
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Chi lo ha detto che le giornate di pioggia sono fatte per stare in casa? È proprio dopo piogge abbondanti che alcuni luoghi della provincia dimostrano tutto il loro fascino. Alessandra Favaro
Come succede tra Ispra e Brebbia, dove si possono “incontrare” giganti silenziosi che possono raggiungere anche i mille anni di età. Sono i Cipressi Calvi dello stagno del “Laghetasch”. Una pozza semi paludosa, su collinetta chiamata Motta Pivione, una piccola sommità nel bosco. Questo scenario naturale così diver so dal solito diventa sempre più la meta di gite per appassionati

di natura e fotografia, soprattutto nelle stagioni più umide: autunno e primavera, quando i colori e l’acqua regalano riflessi e tavolozze da immortalare. Dopo i periodi di pioggia, questa depressione nel mezzo del bosco crea un laghetto di acqua ferma, da cui svettano enormi alberi le cui radici sembrano zampe di elefante. Sono i cipressi calvi delle paludi e proiettano il visita tore in uno scenario surreale. La sensazione è quella di essere in un ambiente totalmente diverso. È una gita che raccoglie sempre più appassionati, stivali di gomma ai piedi e fotocame ra ben salda in mano per immortalare uno spettacolo davvero suggestivo.
Il Laghetasc e i Cipressi Calvi, come in Mississippi Il “Laghetasc” o “Laghetasch” che in dialetto locale significa ap punto pozza, laghetto, è un’area umida affascinante ma anche di rilievo ambientale, che si contraddistingue per la presenza di castagneti e querceti, dove vivono esemplari di picchio rosso, l’allocco e scoiattolo, anatre e aironi cinerini. Ma i protagonisti in discussi sono loro: i Cipressi Calvi delle paludi (nome scientifico Taxodium Distichum), che proiettano il visitatore in uno scenario che sembra lontano mille miglia, nel bayou della Louisiana. Il bayou è un ecosistema tipico del delta del Mississippi. Certo, qui mancano (per fortuna) alligatori e leggende stregate, ma ci sono loro, i Cipressi Calvi che caratterizzano fortemente l’ambiente. Questi alberi sono nativi degli Stati Uniti, soprattutto tra le palu di del Mississippi e Missouri ma arrivarono a metà ‘800 anche in Europa. A introdurli in questo ambiente fu nel ‘900 il proprietario dell’area boschiva. Questi giganti vegetali trovarono il loro habitat ideale nella torbiera e si svilupparono. Oggi sono la tappa foto grafica incontrastata di trekker, appassionati di fotografia o amanti delle passeggiate nei boschi in ogni stagione dell’anno.
Il Sentiero Verbano e il suo ambiente umido: itinerario da scoprire Una visita ai “Laghetasch” è un’occasione unica anche per sco prire una parte del Sentiero Verbano, la dorsale principale di tutto il sistema delle Vie Verdi dei Laghi, progetto di Agenda 21 Laghi nato oltre dieci anni fa. Il Sentiero nella sua interezza uni sce Sesto Calende a Laveno Mombello, toccando complessivamente 10 comuni e sviluppandosi per oltre 40 chilometri tra una miriade di bellezze storiche, paesaggistiche, naturalistiche e artistiche. Lo stagno del “Laghetàsc” è nel tratto che interes sa Ispra e Brebbia: pochi chilometri in un percorso sterrato ma semplice da compiere a bici o a piedi in un’area umida-torbosa.
Si è formato in seguito a depressioni tra un rilievo e l’altro, di origine glaciale. Il terreno argilloso (ecco perchè anche questa zona era importante in passato per la produzione di ceramiche) non assorbe l’acqua del tutto e ristagna, dando luogo agli am bienti tipici della torbiera. Qui però il “normale” paesaggio è decisamente reso originale appunto da diversi esemplari di Taxodium Distichum. Conifere particolari perchè caduche (in inverno perdono le foglie, ecco perchè vengono chiamati calvi) e perchè vivono nell’acqua, respirando dalle radici che entrano in profondità nel terreno. Il fusto alto li rende dei veri e propri giganti che dopo una giornata di pioggia si ergono dall’acqua. “Questi alberi possono raggiungere anche 40 me tri di altezza e 1.000 anni di età”, spiega Pierangelo Biavaschi, della sezione locale di Legambiente. Pur non essendo autoctoni, questi Cipressi Calvi han no trovato il loro habitat ideale in queste zone, un tempo semi paludose. Il loro fascino resta immuta to negli anni, ma la palude sulla quale svettavano no. “Ricordo che una decina di anni fa l’acqua era molto più presen te, ultimamente è molto difficile vederli immersi nello stagno come un tempo”, ricorda Biavaschi. Per raggiungerli a piedi, si può lasciare l’auto in via Motta Pivione, nei pressi di un agrituri smo e prendere la strada che da asfaltata diventa sterrata e si addentra prima in un prato e poi nel bosco. La segnaletica di legno
Il “Laghetasc” o “Laghetasch” è un’area umida affascinante ma anche di rilievo ambientale, che si contraddistingue per la presenza di castagneti e querceti, dove vivono esemplari di picchio rosso, l’allocco e scoiattolo, anatre e aironi cinerini
è precisa e in 10 minuti di cammino si sarà al cospetto dei gigan ti silenziosi. L’ideale è approfittare di una giornata di pioggia o di visitarli dopo un periodo particolarmente piovoso, per poter ammirare lo stagno che si forma attorno. Lo spettacolo rimane affascinante anche in periodi di tempo asciutto, dove, volendo cogliere il lato positivo del la situazione, ci si può avvicinare maggiormente ai “giganti”. Il tratto di Brebbia del Sentiero del Verbano però offre molti altri pun ti di interesse, sarebbe un peccato terminare la passeggiata così brevemente.

Punti di interesse Dal “Laghetasch”, scen dendo di quota verso il lago, si può raggiungere un’area importante dal punto di vista natura le, Sabbie d’Oro, di grande pregio ambientale. “In un habitat costituito per lo più da ‘fragmiteto’ (Phrag mites australis è la comune cannuccia di palude) e da formazioni arboree igrofile a dominanza di salice bian co (Salix alba), si contano infatti 29 delle 67 specie di uccelli nidificanti nelle zone umide della Provin cia di Varese”, sottolineano da Agenda 21. Distante pochi chilometri dal sentiero si può visitare anche la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di stile romanico, risalente alla seconda metà del XII secolo, che sorge sui resti di una antica Pieve (di cui rimane solo il campanile) edificata nel IV secolo. Le sue origini però potrebbero essere ancora più antiche: la presenza infatti di una pietra murata che riporta il nome di Minerva fa presupporre la precedente esistenza qui di un tempio dedicato alla dea. Tappa finale al Museo della Pipa di Brebbia, una delle più antiche produzioni manufatturiere del Varesotto, con 30.000 pipe di varie epoche e nazioni. Il museo è anche laboratorio aperto a tutti coloro che si vogliono avvici nare alla pipa provenendo da altre esperienze artistiche o professionali e che vogliono cimentarsi nella produzione di questi oggetti. Proseguendo invece verso il versante di Ispra, usciti dal bosco e tornati sulla strada asfaltata, una piccola sosta la merita il quartiere di via delle Cascine. Un antico agglomerato di ca scine rurali ristrutturate, oggi residenze private. Sono bene conservate 4 cascine tipicamente lombarde e anche un pozzo, un lavatoio e un vecchio forno per cuocere il pane. ■