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La musica sarà
from VARESEFOCUS 2/2020 - Marzo
by univa0
La musica sarà sempre più un film
È un varesino, Sergio Vitaliti, l’attuale Direttore Finanziario che per la Polygram Entertainment (divisione del Gruppo Universal Music) gestisce le attività finanziarie di una produzione cinematografica e televisiva sempre più di successo: quella dedicata ai docufilm sui musicisti. Come il recente “Pavarotti” di Ron Howard
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Federico Anselmi
‘‘L a mia fortuna è stata frequentare la LIUC – Università Cattaneo di Castellanza”, così Sergio Vitaliti, attuale Senior Financial Director di Polygram Entertainment, partner del Gruppo Universal Music, esordisce con il racconto della sua carriera che lo ha portato in giro per il mon do e a risiedere oggi stabilmente negli Stati Uniti, a Los Angeles, costa Ovest. Il tutto partendo da Varese, Casciago, per la precisione, dove è nato e cresciuto. “Prima ero un ribelle con poca voglia di studiare, poi all’università è cambiato tutto, mi si è aperto un mondo e mi piaceva mol tissimo”. Tornato in Italia, dopo due Erasmus in Svezia e in Francia, Vitaliti termina gli studi nel 2001 in Econo mia Aziendale, con ottimi risultati, realizzando una tesi-progetto basata sullo stage vissuto in una realtà locale di Gallarate. Sergio lavora in Italia per 5 anni, tra Barilla e E-ON, uno dei principali operatori energetici europei, per poi trasferirsi a Parigi, alla Blizzard Entertainment,
una delle più famose case produttrici di videogiochi, dove diventa Financial Director Europe nel 2005. “Non credevo che un’azienda così importante cercasse una per sona come me, ma dopo una settimana ero già a Parigi”. Vitaliti ci tiene a sottolineare: “Detto così sembra tutto molto facile, ma non lo è stato. Dopo aver preparato i bagagli, ho preso la mia Volkswa gen Passat e sono partito in direzione di Parigi, città a me sconosciuta. Arrivato in albergo, sono stato preso dallo sconforto più totale. Da solo in una metropoli come Parigi, senza amici né famiglia, mi sono senti to subito perso. Ho ricaricato tutto in macchina per tornare a casa e ho avvisato mia madre del mio cambio di idea, lei mi ha risposto che se fossi tornato indie tro non mi avrebbe aperto la porta di casa. Sono rimasto ed è andato tutto bene”. Dopo 5 anni, nel 2010, Vivendi, la società proprietaria di Blizzard Entertainment, “mi chiama proponendomi una posizione di controlli fi nanziari e internal audit per il Nord e Sud America, con sede a Los Angeles. In po chi giorni mi sono trasferito negli States. Qui lavoravo per tutte le business unit di Vivendi: da Blizzard Entertainment a Universal Music Group, da Bravado, compagnia leader del mer
chandising globale che sviluppa e commercializza su licenze di artisti e brand di alta qualità, a Vevo, famoso sito di video musicali, ma anche per diverse aziende di telecomunicazioni collocate maggiormente in Sud America”. Sergio Vitaliti lavora trasversalmente su tutte le business unit di Vivendi fino agli inizi del 2018 quando passa a Polygram Enter tainment, parte di Universal Music, dedicata alla produzione cinematografica, Film e Tv. In questa azienda, Sergio ricopre il ruolo di Direttore Finanziario e si occupa della gestione finanziaria, budget e forecasting, ovve ro preparare tutte le analisi finanziare per calcolare la fattibilità di realizzazione di questi film, “alla fine – spiega Vitaliti – il film è un prodotto e come per tutti i prodotti, bisogna studiare e preven tivare quanto costerà e quanti introiti genererà alla azienda”. Qui vive a pieno i cambiamenti di uso e di consumo del video negli Usa. “Questa azienda si era accorta delle potenzialità dei video music-intensive e già nel 2015 aveva scommesso sulla realizzazio

Sergio Vitaliti

ne di produzioni Film e TV, partecipando alla produzione del docu mentario sulla cantante Amy Winehouse, vincitore dell’Oscar come miglior documentario nello stesso anno, pas sando così all’idea di musica non solo per le orecchie ma anche per gli occhi”. Il mercato americano è pionieristico e tutto quello che succede negli Stati Uniti, si diffonderà anche in Europa prima, e nel resto del mondo poi. “Secondo IAB, società che monitora l’advertising interattivo, – spiega Vitaliti – oggi in America, il consumo video di ogni per sona è di circa 30 ore a settimana, con picchi di 33 ore per giovani di età compresa tra i 16 e 19 anni. Gli americani preferiscono sempre più i servizi on-demand come Netflix, Amazon Prime, Hulu, Apple Plus e Disney. Ancora, il 50% di questi video viene visualizzato da apparecchi mobili, come tablet e smartphone. E i dati prospettano ancora aumenti nei tassi di crescita potenziale nei prossimi anni: nel 2021, l’82% dei dati circolanti in Internet saranno utilizzati per vedere video di qualsiasi tipo”. La produzione video e musicale, in sinergia con i canali di intrat tenimento in streaming, il non meno importante sviluppo tecnologico e i conseguenti consumi digitali hanno dato vita a nuovi modelli di business e ridotto drasticamente la pirateria. “In particolare – specifica Vitaliti – è nato un forte legame tra la musica e il video. Precedentemente la musica era di supporto alle produzioni cinematografiche e televisive, ora viene messa al centro, diventan do la diretta protagonista, grazie ad un vero e proprio sviluppo di storytelling. Così Universal Music avendo a disposizione un roster di artisti leggendari con storie interessantissime decide di creare questi docufilm basati sul mondo musicale, e non solo”. La prima realizzazione di Polygram Entertainment è il docufilm Pavarotti del 2019, “un successo planetario e in quanto italiano – ci tiene a sottolineare Sergio – ne sono orgogliosissimo. Ovvia mente, con Polygram Entertainment continuiamo a lavorare su questa tipologia di film musicali, e adesso siamo pronti con The GO-GO’S, docufilm sulla prima punk rock band di sole donne degli anni ’70 e ’80”. Il bilancio, quello personale in questo caso, per Sergio è positivo: “Sono felice del mio lavoro, perché mi ha portato a vivere a Los Angeles e a conoscere un numero smisurato di persone, anche se ho dovuto rimboccarmi le maniche e affrontare moltissimi sa crifici. Mi piacerebbe un giorno rientrare in Italia, per mettere a disposizione il mio know-how, per il mio Paese in generale e per il territorio varesino in particolare”. ■



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VISITE AZIENDALI
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