VARESEFOCUS 2/2020 - Marzo

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FOCUS

Varese è nel Pentagono dello sviluppo È l’area che tra Lombardia, Emilia-Romagna e Nord-Est ha ormai preso il posto del vecchio triangolo industriale e che sta trainando il Paese, crescendo a ritmi europei. Il Varesotto ne fa parte, ma la sfida del prossimo decennio è restarci. Ce la farà? Davide Cionfrini

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ircolare, perché avremo saputo reinterpretare in chiave sostenibile la nostra manifattura. Digitale, perché saremo stati in grado di prevedere e governare le trasformazioni imposte dalla rivoluzione 4.0. Internazionale, perché avremo riposizionato il tessuto industriale nelle nuove catene mondiali del valore. Strategica, perché Malpensa sarà arrivata a muovere 35 milioni di passeggeri all’anno. Inclusiva, perché saremo riusciti ad affermare l’impresa come luogo di riscatto sociale delle persone”. È ciò che diventerà Varese nei prossimi anni secondo le previsioni e le intenzioni degli imprenditori del territorio. A disegnare il nuovo skyline varesino sulla tela del futuro è stato di recente lo stesso Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Roberto Grassi: “Solo così potremo confermare il Varesotto come uno dei principali motori dell’economia italiana”, ha spiegato ai giornalisti durante la conferenza stampa di inizio anno. D’altronde i colori sulla tavolozza per arrivare al disegno che gli industriali hanno in mente, Varese li ha tutti. Il disfattismo che spesso permea l’opinione pubblica del “si stava meglio prima”, non può cancellare i 5 punti di forza che il territorio può ancora vantare: un’alta densità imprenditoriale misurabile con un numero di imprese manifatturiere per chilometro quadrato che è 2 volte più elevato della media lombarda e 7 volte quella italiana; un distretto industriale multi-filiera di ec-

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cellenza che vede Varese classificarsi tra i primi territori per numero di addetti in 32 nicchie produttive; una vocazione all’innovazione misurabile col fatto di essere la quinta provincia in Italia per addetti nei settori high-tech, con l’aerospazio che fa da traino; una forte apertura internazionale certificata da un valore di export annuale che colloca Varese tra le prime 12 province esportatrici italiane. Primati economici a cui si lega la collocazione geografica strategica che vede Varese e Malpensa al centro delle traiettorie dei principali corridoi infrastrutturali europei (Nord-Sud: Rotterdam-Genova; Est-Ovest: Kiev-Lisbona). La strada, però, non è in discesa. Sul cammino le imprese varesine hanno più di un ostacolo. Per esempio la politica. Quella che dovrebbe, se non proprio aiutarle, quanto meno agevolarle nell’interesse generale di creare ricchezza e occupazione. E che, invece, con un’azione di governo e una proposta programmatica di opposizione entrambe sempre dettate da uno stato di campagna elettorale permanente, non lascia spazio a una politica economica di lungo periodo. A cui si accompagna un clima generale contrario all’impresa “come abbiamo toccato con mano – denuncia Grassi – anche con l’ultima manovra che ha introdotto la Plastic Tax e la Sugar Tax”. Non proprio il clima migliore per far fronte a un rallentamento economico ormai certificato dai numeri e dai fatti. Anche in provincia di Varese, dove l’andamento è forse migliore che in altri territori, ma non certo brillante. L’Ufficio Studi dell’Unione Industriali varesina ha, infatti, registrato che il 2019 si è chiuso con un tasso di utilizzo degli impianti in calo di 2 punti percentuali e con solo il 28%


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