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Appello per la liberazione
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Il sostegno agli albanesi del Kosovo nel quadro della politica balcanica dell’Italia
L’idea di tenere desto l’irredentismo albanese in Kosovo a fini anti-jugoslavi si saldò con quella di una più generale revisione della carta politica dell’Albania, risollevando a tutto tondo il problema dell’incompletezza della sua unità nazionale. Accanto a quella del Kosovo, infatti, benché con un profilo senz’altro minore, un’altra importante questione nazionale si era aperta al momento della nascita dello stato albanese. All’epoca, infatti, una piccola parte della nazione albanese era stata incorporata anche nei confini della Grecia, in una zona che gli albanesi storicamente chiamano Ciamuria. Si trattava di un numero esiguo di persone se paragonato a quello della popolazione albanese che era rimasta dentro i confini del Montenegro o ancor più dentro quelli della Serbia, ma la questione rimase molto viva e molto sentita dalla classe dirigente schipetara per tutto il periodo tra le due guerre mondiali1.
1 Sul problema della Ciamuria e sulla disputa confinaria tra Albania e Grecia a livello internazionale, v. la fondamentale raccolta di documenti Dokumente për Çamërinë 1912-1939, (përgatitur nga K. Naska), Tiranë, Dituria, 1999; nonché DIMITRIS MICHALOPOULOS, The Moslems of Chamuria and the Exchange of population between Greece and Turkey, in “Balkan Studies”, 1986/2; B.P. PAPADAKIS, Histoire diplomatique de la question Nord-Epirote, 1912-1957,