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Bulgari e albanesi di fronte alla spartizione della Macedonia
L’occupazione bulgara, iniziata a fine aprile, si estese rapidamente, secondo gli accordi intervenuti con l’alto comando germanico, fino a una linea che partendo da un punto stabilito tra Skopje e Tetovo andava verso sud fino alla frontiera ellenica, comprendendo le cittadine di Bitolj e Prilep. I limiti della zona di occupazione bulgara furono annunciati il 17 aprile 1941 e il 14 maggio si proclamò l’annessione formale dei territori occupati, che furono poi allargati per includervi Ohrid, dopo un accordo con l’Italia, il 15 maggio1. Contemporaneamente, il 14 maggio, il bollettino di guerra italiano annunziò pubblicamente l’occupazione italiana di Tetovo, Struga e delle altre zone al confine occidentale albanese, dimostrando nei fatti quale fosse la linea di demarcazione tra Albania e Bulgaria raggiunta a Vienna2. Da parte sua la Germania, con un accordo del 24 aprile, stipulato dal suo commissario per gli affari economici, Clodius, si era assicurata diritti minerari e diritti di transito sulle ferrovie e sulle zone occupate dalla Bulgaria3.
V. MILLER, Bulgaria during the Second World War, cit., p. 129. Magistrati a Ciano, 14 maggio 1941, in ASMAE, SSAA, B. 77, f. 1, sf. 1. 3 Il protocollo economico fu firmato da Ribbentrop e Popov il 24 aprile; v. il testo in DGFP, serie D, vol. XII, D. 393. 1
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