Vittoria mutilata
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2. Le rivendicazioni degli albanesi del Kosovo: il memorandum di Ferhad Draga
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Della spartizione concordata a Vienna gli albanesi non ebbero informazioni ufficiali se non in giugno. Il governo di Roma fu molto prudente nel fare esplicite e precise promesse. Fin dall’inizio della guerra con la Jugoslavia, Ciano orientò la propaganda attraverso la stampa e la radio a rimanere sulle generali circa le future delimitazioni dei confini in Kosovo e in Ciamuria e sull’assetto politico finale di queste regioni26. Ma, già da fine aprile, molte voci si propagarono circa i negoziati in Austria, suscitando, a secondo dei casi, preoccupazione, perplessità o giubilo. Ciano e Mussolini furono letteralmente inondati da una serie di messaggi che richiedevano sostegno e “giustizia” nei confronti dei vecchi oppressori serbi, messaggi che venivano oltre che dagli albanesi anche dai bulgari-macedoni, dagli aromeni, dai montenegrini. I nazionalisti albanesi si mobilitarono da subito con una serie di iniziative e di appelli al governo di Roma affinché sostenesse le pretese storiche della Grande Albania. Il 17 aprile, Ahmed Dino, figlio del deputato albanese nonché nipote del ministro degli Esteri ottomano che nel 1880 aveva resistito con le armi alla decisione del trattato di Berlino di assegnare una parte dei territori etnicamente albanesi alla Grecia, si rivolse a Mussolini affinché l’Italia riparasse i torti subiti dai ciamurioti27. Il 19 aprile con un messaggio al «duce», Ismet Kryeziu ed altri esuli albanesi del Kosovo, della Macedonia, del Montenegro e della Ciamuria che si erano rifugiati in Albania per sfuggire alle persecuzioni salutarono
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cit., p. 109. 26 Ciano a Jacomoni, 13 aprile 1941, t. 12399pr/392, in ASMAE, SSAA, B. 78, f. Commissione albanese per la delimitazione dei confini. 27 Ahmed Dino a Mussolini, 17 aprile 1941, t. 3246R., in ASMAE, AP, Jugoslavia, B. 106, f. Rivendicazioni degli stati successori della Jugoslavia, Appello per la liberazione della Ciamuria.