LA PRIMA OFFENSIVA BRITANNICA IN AFRICA SETTENTRIONALE (OTT.40- FEB.41) VOL I

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LA PRIMA OffENSIVA BRITANNICA IN AFRICA SETTENTRIONALE

(OTTOBRE 1940 - fEBBRAIO 1941)

TOMO l

NARRAZIONE E ALLEGATI

STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO - UffiCIO STORICO
ROMA
., ··l • ·1 .•..

INDICE

Introduzione

Cap. I. - Dall'occupazione di Sidi el Barrani all'inizio della prima offensiva britannica (16 settembre- 9 dicembre 1940)

» II. - Ambiente naturale e forze contrapposte .

» III - Battaglia di Sidi el Barrani e ripiegamento su Bardia (9 - 16 dicembre 1940)

» IV. - Difesa e caduta di Bardia (16 dicembre 1940 - 5 gennaio 1941 )

>> V. - Difesa e caduta di Tobruch (6 - 23 gennnaio 1941)

>> VI. - Combattimenti in wna Derna- Mechili. Sgombero di Derna (23- 30 gennaio 1941)

>> VII. - Ripiegamento delle forze italiane dal Gebel Achdar (1-4 febbraio 1941).

» VIII. - La battaglia nel Sud Bengasino (5-7 febbraio 1941)

>> IX. - Ordini e

per la difesa della Tripolirania. Atti-

P ag. ) ) 9 )l 69 ) ) 99 )l 131 )) 167 )) 201 )l 235 l) 261 vità nel Sahara libico e a Giarabub » 283 >> X . - Considerazioni . » 297 Allegati ) ) 311 Indice analitico della materia ) ) 381 Indice dei più importanti documenti riportati nel testo )) 386 Indice dei documenti allegati )) 391 Indice degli schizzi contenuti nel Tomo II ) ) 393 Elenco delle abbreviazioni ) ) 395
direttive

INTRODUZIONE

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Panorama militare del 1940

Nella primavera del 1940, le forze armate germaniche riportavano sul fronte tale una serie di folgoranti vittorie che vano fuori causa l'esercito francese, loro principale antagonista, stringendo la Francia all'armistizio, isolavano politicamente e lita,rmente l'Inghilterra sottopone!lldola all'1ncubo di un'imminente invasione. Si determinava in tal modo una situazione talmente favorevole per il Reìch da far intravedere possibile, a breve scadenza, la fine della guerra con la completa vittoria della potenza militare germanica.

Pur trattandosi di avvenimenti noti, sembra utile una loro matica elencazione cronologica ai fini di un inquadramento generale della situazione nella quale si inseriscono le operazioni ogge·tto della presente monografia.

Il 30 aprile, le Forze germaniche concludevano vittoriosamente le operazioni contro le truppe britanniche sbarcate in Norvegia fra il 15 ed il 20, costringendo al reimbarco le unità superstiti.

Il 10 maggio aveva inizio l'offensiva generale sul fronte tale che si risolveva, nel giro di poco più di un mese, con una decisiva vittoria sull'esercito francese. Il Lussemburgo era invaso ed passato lo stesso giorno 10; l'Olanda era costretta alla capitolazione il 14; anche l'esercito belga deponeva le armi il 28, mentre le truppe inglesi dislocate in territorio francese erano obbligate ad un frettoloso e fortunoso reimbarco a Dunquerque.

L'apparente precipitare degli eventi ed una troppo ottimistica lutazione della situazione determinatasi al fronte occidentale, per effetto della travolgente avanzata tedesca, suggerivano la decisione dell'intervento in guerra dell'Italia, il 10 giugno (1).

(l) Le operazioni italiane al fronte francese sono state .trattate nel volume cc La batt agli a de lle Alpi occidentali >> edito d all'Uffkio Storico dello S.M.E nel 1947.

Il 17 dello stesso mese, quando già le avanguardie tedesche avevano raggiunto Parigi, la Francia chiedeva una tregua d'armi; il 22 veniva firmato l'armistizio, ed il nuovo Governo francese, presieduto dal Maresciallo P étain, si insediava a Vichy.

RisoLto, con l'occupazione dell'intero territorio francese, il conflitto sul fronte terrestre occidentale, la Germania - che sin dal 23 agosto 1939 si era assicurata, per via diplomatica, una favorevole situazione sul fronte orientale mediante la firma del patto di non aggressione con la Russia - era in grado di concentrare tutto il suo sforzo bellico contro l'Inghilterra. Il giorno 8 agosto, quindi, aveva inizio la grande offensiva aerea tedesca che, secondo gli intendimenti germanici, avrebbe dovuto conseguire ri sultati decisivi nel piegare la resistenza della Gran Bretagna.

Soli scacchieri operativi terrestri rimanevano, così, quello etiopico ed il libico-egiziano: nel primo, reparti nazionali italiani e brigate coloniali svolgevano fra il 3 ed il 16 agosto operazioni offensive che portavano alla occupazione del Somaliland inglese (1); nel secondo si compiva, fra il 13 ed il 16 settembre, lo sbalzo su Sidi el Barrani che, nelle condizioni del momento, rappresentava la massima penetrazione possibile in territorio egiziano (2).

Seguiva, anche per questi scacchieri, un periodo di stasi operativa. Il 3 ottobre Churchill, succeduto a Chamberlain nella carica di Primo Ministro, ribadiva la decisione di proseguire la vigorosa controffensiva aerea britannica a carattere di ritorsione per i gravi danni prodotti dall'azione aerea tedesca nel territorio inglese: era questo un indizio assai eloquente che l'offensiva aerea germanica, nonostante i durissimi colpi inferti e le enormi distruzioni provocate in tutta la Gran Bretagna, non era riuscita a realizzare i suoi scopi.

L'8 ottobre, truppe tedesche entravano in Romania ed il giorno 12 Berlino - che n ess una preventiva informazione di questa sua decisione aveva data all'Italia - si limitava ad annunziare che, su richiesta del Governo romeno, una Missione militare tedesca si stabiliva a Bucarest e l'aviazione germanica assumeva la difesa della zona petrolifera romena.

(l) La narrazione delle operazioni in A.O.I. è contenuta nel volume « La guerra in Africa Orientale '' edito dall'Ufficio Storico dello S.M.E. nel 1952.

(2) Volume cc In Africa Settentrionale- La preparazione al conflitto - L 'avanzata su Sidi el Barrani », pubblicato dall'Ufficio Storico dello S.M..E. nel 1955

Tale determinazione unilaterale non teneva in alcun conto il termine base dell'arbitrato di Vienna del 30 agosto per il quale Italia e Germania avevano assunto congiuntamente la garanzia della integrità e della inviolabilità del territorio romeno.

Questa concreta dimostrazione della tendenza espansionistica della Germania nei Balcani e la contemporanea sempre crescente influenza inglese sulla Grecia, facevano maturare, nel Governo italiano, il convincimento della necessità di una azione militare che avrebbe dqvu.to portare alla occupazione del territorio ellenico, tanto per raggiungere un equilibrio di prestigio dell'Italia con l'alleata Germania, quanto, soprattutto, per sottrarre all'Inghilterra basi di appoggio alla flotta nd Mediterraneo, che avrebbero potuto costituire una pericolosa minaccia per il nostro scacchiere operativo dell'Africa Settentrionale.

Un generico orientamento in tal senso già si era avuto sin dal mese di luglio; ma l'obiettivo era, allora, assai più limitato, giacchè consisteva nell'occupazione del solo Epiro e dell'isola di Corfù. P er questa operazione era stato previsto l'impiego, complessivamente, di 9 Divisioni, delle quali 8 sarebbero dovute partire dall'Albania e l, destinata a Corfù, direttamente dall' Italia.

Il 14 ottobre, il Capo del Governo aveva uno scambio di vedute con il Capo di S. M. Generale, Maresciallo Badoglio, e con il Sottocapo di S. !M. ddl'Esercito, G enerale Roatta, i quali, concordemente, rappresentarono che una eventuale estensione dell'occupazione all'intero territorio ellenico avrebbe richiesto l'impiego, sin dall'inizio della campagna, di non meno di 20 Divisioni e le ostilità non si sarebbero potute aprire prima di tre mesi dalla data della loro decisione. Ma l'indomani, 15 ottobre, Mussolini, in una nuova riunione alla quale parteciparono il Capo di S. M. Generale, il Ministro degli Esteri, il Luogotenente Generale in Albania, il Sottocapo di S. M. dell' Esercito, il Sottosegretario di Stato alla Guerra ed il Comandante delle Truppe in Albania, decideva, in base a previsioni (l) che dovevano poi rivelarsi del tutto errate (intervento bulgaro, efficace concorso di bande albanesi, intese con le truppe deil"Epiro, indifferenza della popolazione greca), di dare inizio alle operazioni contro la Grecia il giorno 26 ottobre.

La guerra, così, si estendeva ai Balcani.

(l) Queste prev:isioni derivarono da notizie fornite dal Ministro Ciano e dal Luogote nente Generale Jacomoni, in netto contrasto con le esatte informazioni sulla situazione in Grecia, fornite dal Ministro d'Italia ad Atene e dal nostro Addetto Militare in Grecia.

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Situazione nel Vicino e Medio Oriente (schizzo l )

Nell'autunno del 1940, la situazione politica avente più diretta influenza sul teatro operativo del Mediterraneo si presentava assai complessa e delicata. Ad essa, peraltro, l'Inghilterra poteva - una volta sottrattasi all'incubo della minaccia di uno sbarco tedesco sulle sue coste e superata l'iniziale crisi provocata dai bombardamenti germanici - dedicare quella particolare attenzione che il Mediterraneo orientale, fulcro dei suoi secolari interessi politici, richiedeva ed i m poneva.

La Grecia e la Turchia, pur nella dichiarata loro amicizia all'Inghilterra, dimostravano una certa tendenza a non spingerla fino alla compromissione, giacchè si sentivano minacciate direttamente in settori nei quali la flotta britannica non avrebbe potuto giungere a dar loro aiuto.

La Siria restava solidamente fedele al Governo di Vichy.

La Palestina, tranquilla in apparenza, non si mostrava del tutto insensibile al richiamo dell'esule Muftì di Gerusalemme che dal 1938 - e, cioè, fin dal momento della sua fuga nell'Irak - conduceva, in unione col partito arabo-palestinese, una vivace ed attiva campagna di agitazione diretta ad ottenere l'autonomia del paese .

Attorno alla ·Palestina erano una Transgiordania succuba e un Irak piuttosto indocile.

L 'Egitto era in una situazione politica e diplomatica paradossale: alleato con l'Inghilterra, non era in guerra con l'!Italia le cui forze militari, pera1tro, avevano invaso il suo territorio oltrepassando la frontiera del deserto occidentale egiziano. In realtà la nazione poteva vedere nelle vittorie italiane sugli Inglesi un mezzo per liberarsi della tutela politico-militare britannica.

Una recente crisi ministeriale - che aveva allontanato dal Gabinetto i fautori di un deciso atteggiamento anglofilo - dimostrava che il Cairo preferiva attendere con prudenza l'evolversi degli avvenimenti.

Comunque, nella opinione pubblica egiziana diveniva sempre maggiore lo stato di incertezza e di disagio. Di ciò approfittava il partito saadista - di cui era capo il fratello del Primo Ministro allontanato - che, influenzando il Governo, cercava di trascinare l ' E gitto in guerra contro l'Italia.

Il Governo inglese valutò esattamente i pericoli insiti in questa critica situazione che minacciava l'esistenza stessa dell'Impero britannico. Approfondì le circostanze, valutò con esattezza le rinunzie alle

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quali sarebbe stato conveniente adattarsi per non compromettere definitivamente il suo prestigio e la sua supremazia e, appena raggitmta tma concreta chiarificazione del valore della minaccia germanica contro il territorio metropolitano, corse ai ripari adottando un duplice ordine di provvedimenti: di natura prettamente militare per potenziare il teatro di operazioni del Mediterraneo e di carattere politico nei confronti dei paesi arabi e del Vicino Oriente.

Il 13 ottobre, il Primo Ministro Churchill scriveva al Gen. Ismay: «Qualora il mese di ottobre passi senza che l'invasione si verifichi, dovremmo cominciare a rafforzare il Medio Oriente servendoci della rotta del Capo sino al massimo limite consentito dal nostro naviglio, inviando sul posto, come già stabilito, le unità corazzate, gli australiani e i neozelandesi in novembre, un'altra Divisione britannica prima di Natale e almeno quattro altre nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Tutti questi invii sarebbero in aggiunta a quelli normali

«E' venuto anche il momento di ratfm·zare ulteriormente il Medio Oriente con bombardieri e caccia. Sarei lieto di sapere fin dove sarebbero disposti a spingersi i Capi di Stato Maggiore, tenendo presente che il bisogno non è inferiore al rischio » (1).

Questo orientamento politico della guerra non tardò ad evolversi sotto forma di pratiche realizzazioni e da tutte le terre dell'Impero partirono convogli diretti al Mar Rosso ed al Golfo Persico: uomini e materiali, con r1tmo incessante ed in quantitativi sempre crescenti, furono trasportati dall'India, dall'Australia, dalla Nuova Zelanda, dalla madrepatria e dall'America in Palestina ed in Egitto. Un'obiettiva valutazione della situazione, infatti, indicava la necessità di mantenere ad ogni costo questi due paesi, giacchè era evidente come alla loro sorte fossero legate le tentennanti amicizie della Turchia, dell'Irak, dell'Afganistan e del l'Iran, la sudditanza del Sudan, la tranquil lità dell'India e dei lontani possedimenti oceanici.

Il potenziamento della macchina bellica veniva affiancato da una adeguata e sapien:te azione politica che, affidata al Ministro degli Esteri Eden, si rivolgeva a tutti i paesi arabi del Vicino Oriente, cui veniva offerta l'indipendenza inserita in un programma di eventuale riunione in un unico impero arabo comprendente Siria, Palestina, Transgiordania ed Irak, e potenzialmente capace di estendersi sino all'Arabia Saudita e allo Jemen.

( l) WrNsTON CHURCHILL: « La seconda guerra mondiale », Parte II , Vol. II <( Isolati », pag. 201.

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Era, questa, una concezione politica di vasta portata che indicava l'intendimento della Gran Bretagna di creare un nuovo robusto bastione arretrato dietro la cui protezione si sarebbe potuta organizzare la prosecuzione della lotta nel disperato caso della necessità di un ripiegamento dall'Egitto.

La missione del Ministro Eden aveva inizio con il suo arrivo al Cairo il 15 ottobre.

E già alla fine dello stesso mese si dava come costituito a Bagdad un « Comitato Imperiale Arabo» al quale sembrava avessero aderito i capi nazionalisti locali, mentre il Re Ibn Saud, il più fiero avversario di ogni ingerenza britannica nel mondo arabo, pareva già avviato, mediante opera di sottile persuasione, verso posizioni di minore intransigenza.

Comunque, questa organizzazione politico-militare non escludeva - ed, anzi, imponeva - la difesa ad oltranza dell'Egitto, quale territorio più avanzato dell'intero sistema difensivo del Vicino e Medio Oriente.

Al riguardo, il nostro Servizio Informazioni , il 31 ottobre 1940, precisava: «Si può che posizioni al di qua del Mar Rosso e dd di saranno ad oltranza e anzi, se le lo pametteranno, su posizioni la Gran Bretagna di con l'offensiva, quel successo militare, sia parziale, del abbisogna il suo p,-estìgio.

« Questa idea di una controffensiva è già ventilata da parecchio tempo dai dirigenti militari d'oltre M anica e, secotzdo notizie recenti, è vivamente incoraggiata da W ashington .

« costituito dall'Esercito nord-africano ddl'ltalia, giudicato debole il punto di applicazione dello sforzo la frontiera occidentale dell'Egitto, col favore di torbidi sia in Cirenaica mezzo dei senussi, sia in Africa Orientale del Negus ».

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DALL'OCCUPAZIONE DI SIDI EL BARRANI ALL'INIZIO DELLA PRIMA OffENSIVA BRITANNICA

(16 SETTEMBRE • 9 DICEMBR E 1940)

(Schizzo 2)

l

Sosta a Sidi el Barrani L'offensiva italiana sviluppata oltre il confine libico-egiziano e conclusasi il 16 settembre 1940 con l'occupazione delle posizioni di Sidi el Barrani, era stata suggerita da sole ragioni politiche che avevano avuto valore preponderante sul parere contrario all'operazione espresso, in base a considerazioni tecniche militari, da tutti i comandanti delle Grandi U ni:tà in posto (l).

·L'azione conseguì un indubbio successo che, però, rimase localizzat·O al campo tattico in quanto, per situazione ambientale e per disponibilità di mezzi e forze, non ci si poteva proporre obiettivi e scopi più vasti ed estesi.

Lo sbalzo a Sidi el Barrani mentre non aveva modificato nella sostanza la situazione precedente all'inizio dell'offensiva, veniva ad aggravare il problema logistico - già serio per le difficoltà dei rifornimenti dalla madrepatria - giacchè 120 chilometri di deserto si erano frapposti tra le nostre prime linee e le basi più avanzate dei rifornimenti.

Era indispensabile, dunque, un tempo d'arresto sulle nuove posizioni raggiunte, la cui durata il Maresciallo Graziani dichiarò di non poter prevedere allorchè notificò al Comando Supremo la impossibilità di proseguire l'offensiva a causa delle inderogabili necessità di:

- effettuare un razionale riordinamento delle truppe e dei mezzi provati dall'azione;

- consentire l'afflusso di adeguate scorte di rifornimenti di ogni genere nella nuova zona che era assolutamente priva di ogni risorsa (mancava del tutto anche l'acqua, giacchè l'avversario, prima

( l ) Vds. il già citato volume dell' Ufficio Storico: «La preparazione al conflitto - L 'avanzata su Sidi el Barra ni >> a pag. 104.

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di abbandonare le posizioni, aveva inutilizzato i pozzi, immergendovi sacchi di sale);

- provvedere alla sistemazione del collegamento stradale fra Sollum e Sidi el Barrani, le cui condizioni erano di totale impraticabilità.

Il Comando Supremo concordava con la prospettata necessità di « fermarsi per organizzare basi e retrovie » e precisava non esservi << impazienze» per la ripresa del movimento verso Marsa Matruh.

La preparazione dell'avanzata oltre Sidi el Barrani

Occorreva predisporre subito mezzi e lavori di maggior rilievo per attuare quel complesso ed adeguato apparato logistico, indispensabile per poter intraprendere l'azione con buone possibilità di successo. ·

A tal fine, il 24 settembre, il Comandante Superiore in A. S. segnalava al Comando Supremo la necessità di provvedere alla concreta realizzazione di alcuni elementi basilari, per poter organizzare la nuova fase operativa che avrebbe dovuto consentire alle un ità italiane di raggiungere se non Alessandria, almeno la importante posizione di Marsa Matruh.

Ln particolare, il Maresciallo Graziani ribadiva ancora che la superiorità aerea da parte nostra avrebbe reso possibile l'ulteriore avanzata in territorio egiziano nonostante la padronanza del mare da parte britannica e precisava che sarebbe stato necessario provvedere

- ad una rapida :trasformazione della pista Sollum - Sidi el Barrani in strada a fondo artificiale (erano state mobilitate le ditte di Bengasi, ed erano già in atto ricognizioni tecniche);

- alla immediata costituzione di depositi di acqua con cassoni a terra nella zona di Bug Bug ed alla costruzione di gallerie fil·tranti nelle dune della stessa zona per ridurre subito i percorsi delle colonne idriche al tratto Si di el Barrani - Bug Bug (11;

!(l) Il rinvenimento di acqua di dune a Bug Bug (circa 120 mc giorno) e più avanti a metà strada t ra questa Jocalità e Sid i el Barrani (30 m c gior-nalieri aumen ta bili a 50) concorse .a facilitare il rifornimento d'acqua an che ai la voratori.

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- al prolungamento dell'acquedotto di Bardia fino a Sidi el Barrani per la soluzione integrale del problema;

- alla realizzazione, mediant·e treni caterpillars, di magazzini mobili a l seguito delle truppe, da preferirsi ai magazzini fissi data Ja deficienza di mezzi di trasporto e la mancanza di locali;

- alla costituzione di sufficienti scorte di carburanti;

- a risolvere il grave problema dei trasporti. Richiedeva perciò l'invio:

- di condutture da aggiungere a quelle acquistate in posto per completare l'acquedotto;

- di 200 caterpillars e relativi rimorchi (da aggiungere ai 150 già requisiti presso l'Ente colonizzazione e presso concessionari privati) per la costituzione dei magazzini mobili;

- di materiali e carburanti per l'immediato allestimento di un campo di aviazione avanzato.

In merito poi ad un eventuale concorso di unità corazzate tedesche alle operazioni in Africa Settentrionale, il Maresciallo Graziani esprimeva il suo parere allo Stato Maggiore Esercito con un messaggio in data 25 settembre, riportato a pag. 29.

Forze italiane e britanniche in Africa Settentrionale ai primi di ottobre 1940

FORZE ITALIANE ESERCITO

(schizzo 3)

FRONTE LIBICO-TUNISINO.

53 ARMATA (Gen. Italo Gariboldi):

Comando, truppe e servizi di Armata : zona di T ripoli.

X coRPo D'ARMATA (Gen. Alberto Barbieri):

Comando, truppe e servizi di C.A.: zona di Garian, Divisione «Bologna» (Gen. Mario Marghinotti): zona fra Tefre e Garian,

Divisione «Savona >> (Gen. Pietro Maggiani): zona fra T efre e Giado.

XX coRPo D'ARMATA (Gcm . Ferdinando Cona): Comando, truppe e servizi dì C.A.: zona di Tripoli, Divisione « Sabratha » (Gen. Guido Della Bona): zona sud-ovest di Tripoli, Divisione « Brescia >> (Gen. Giuseppe Cremascoli): zona ez Zafìa, Divisione << Pavia » (Gen. Pietro Zaglio): zona tra Sabratha e Zuara.

TRUPPE DI COPERTURA.

XXVIII settore di copertura (Zuara):

g.a.f. (l) (fanteria): uomini 1500 circa, 3 compagnie libiche mitr. da posizione, raggruppamento artiglieria: 4 gruppi (12 batterie), reparto misto del genio, II gruppo squadroni « savari », I gruppo squadroni « spahis >>, l squadrone automitragliatrici.

XXVIII A settore di copertura (El Uotia): III gruppo squadroni « spahis », l compagnia libica mitr. da posizione.

XXIX settore di copertura (Nalut): g.a.f. (fanteria) : uomini 500, 4 compagnie libiche mitr. da posizione, IV gruppo squadroni « spahis ».

PREsiDIO DI MIZDA: l compagnia libica mitr. da posizione, l banda cammellata.

PIAZZAFORTE DI T RIPOLI.

XXXIII settore (Zanzur) :

g.a.f. (fanteria): uomini 1200, raggruppamento artiglieria: 5 gruppi ( 16 batterie), reparto misto del genio.

(l) Guardia alla frontiera.

XXXIV settore (Suani ben Adem):

g.a.f. (fanteria): uomini 1000, raggruppamento artiglieria: 5 gruppi (15 batterie), repar·to misto del genio.

XXXV settore (Castel Benito): g .a.f. (fanteria): uomini 700, raggruppamento artiglieria: 3 gruppi (9 batterie), reparto misto del genio .

ALTRE TRUPPE:

2 gruppi squadroni mitr. da posizione (IV «Genova » - VI «Aosta»), battaglione cc.nn. A.O.I.

DIFESA COSTIERA E CONTRAEREI.

Settore T ripoli:

2 compag nie libiche mitr. da posizione, 2 gruppi artiglieria, . 14 batterie di calibri diversi.

Settore Zuara:

XXX battaglione libico costiero, l gruppo c.a. da posizione.

Settore Homs- Misurata : 2 compagnie libiche mitr. da posizione.

FRONTE LIBICO-EGIZIANO.

10:1 ARMATA (Gen. Mario Berti).

Comando, truppe e servizi di Armata (compreso il 2° raggruppamento carrista): zona di Bardia.

Gruppo Divisioni libiche (Gen. Sebastiatno Gallina):

l a divisione libica Giovanni Cerio): zona Sidi el Barrani, 2a divisione libica (Ge n. A'l"mando Pescatori) : zona Si di d Barrani,

Raggruppamento libico Maletti (Gen. Pietro Maletti): zona Sidi el Barrani.

XXIII coRPo D'ARMATA (Gen. Annibale Bergonzoli): Comando, truppe e servizi di C.A.: zona Sollum, l n divisione cc.nn. « 23 marzo» (Console generale Francesco Antonclli): zona ovest di Alam Hamid, Divisione « Cirene >> (Gen. Alessandro De Guidi): tra Bir er Rabir e Bir Sofafi, Divisione « Marmarica » (Gon. Ruggero T racchia): tra Neqb Mad'an, Sollum e Sidi Ornar, l o raggruppamento carrista (Col. Pietro Aresca): zona Bug Bug.

)CX1I coRPo D'ARMATA (Gen. Enrico Pitassi Mannella): Comando, truppe c servizi di C.A.: zona Tobruch, Divisione «Catanzaro» (Gen. Lorenzo Mugnai): zona di Gambut, 4n divisione cc.nn. « 3 gennaio» (Gen. Fabio Merzari): zona di El Adero.

TRUPPE DI COPERTURA.

XXX settore di copertura (Bard ia).

Bardia:

g.a.f. uomini 2500 gruppo squadroni mitr. da posizione, 3 compagnie cannoni da 47/32 (20 pezzi), raggruppamento art. g.a.f. (17 batterie), reparto misto del genio.

Sceferzen:

l compagnia fucilieri, l plotone mitraglieri, 4 pezzi da 65/17 e 4 da 20 rom.

XXX A settore di copertura (Giarabub).

Giarabub:

l compagnia automitragliatrici, l compagnia fucilieri,

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4 compagnie mitr. da pOSIZione, 6 pezzi da 47/32, 6 pezzi da 20 mm., 2 pezzi da 65/17.

El Garn ul Grein:

l compagnia fucilieri , l plotone mitraglieri , 4 pezzi da 47/32, 4 pezzi da 20 mm.

Scegga:

l compagnia fucilieri, l compagnia mitraglieri, l batteria da 75/27, 4 pezzi da 47/32, 4 pezzi da 20 mm.

PIAZZAFORTE DI ToBRUCH.

XXXI settore di copertura (Ras el Meduar):

g.a.f. (fanteria): uomini 1500, reparto misto del genio.

XXXII settore di copertura (Sidi Daud):

g.a.f. (fanteria): uomini 1800, reparto misto del ge nio, 2 raggruppamenti artiglieria g.a.f.

DIFESA COSTIERA E CONTRAERF.I.

Settore Bengasi:

l gruppo milizia artiglieria c.a. da 75/27,

IV gruppo da posizione da 77/28,

VII gruppo mobile da 75/46 c.a., 5 batterie della Marina.

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Settore Derna:

IV gruppo da posizione costiera e c.a . (5 batterie da 75/27),

XV gruppo mobile da 75/46 (3 barterie), 2 batterie della Marina, l batteria da 20 della Divisione c Sirte:. .

Settore T obruch :

XXI battaglione costiero libico, R. N . « San Giorgio », 2 gruppi da 20, 10 batterie della Marina.

Settore Bardia:

V gruppo da posizione costiero e c.a., XVII gruppo mobile da 75/46 c.a., 2 batterie da 75/27 mod. 06, l batteria da 75/ 46 del XXII gruppo c.a.

SAHARA UBICO.

Comando (ten. col. Michele Le(j): Han, 2 compagnie libiche mitr. da posizione, l compagnia mista del genio.

SETIORE « GADAMES :. :·

l compagnia libica fucilieri, 2 compagnie libiche mitr. da posizione.

SETTORE « GHERIOT » (el Gheria) :

l compagnia meharisti .

SETTORE « D FARI » :

l compagnia libica mitr. da posizione;

Sottosettore « Ghat » :

2 compagnie libiche mitr. da posizione, 2 compagnie m eharisti, l compagnia sahariana;

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Sottosettore « Murzuch » :

2 compagnie libiche mitr. da posizione.

SETTORE « CuFRA » :

2 compagnie mitr. da posizione, l compagnia sahariana « Cufra ».

ALLE DIRETTE DIPENDENZE D EL COMANDO SUPERIORE A. S.:

XXI CORPO n'ARMATA (Gen. Carlo Spatocco).

Divisione « Sirt·e » (Gen. Vincenzo Della Mura): zona Beda Littorio, 2a divisione cc.nn. « 28 ottobre » (Luog. Geo. Francesco Argentino): zona di Ber.ta.

ALTRE UNITÀ:

III battaglione carri M, Scuola e 2 battaglioni paracadutisti (uno nazionale - uno libico): Tolemaide.

10° reggimento art. di C.A.: Soluch, 20o reggimento art. di C.A.: Bengasi, 4 gruppi da 100/ 17: Soluch ,

2 compagnie cannoni da 47/ 32: Soluch, l battaglione cc.nn.

Circa la situazione delle unità carriste, è oppor•tuno riportare qualche dato di dettaglio, risalendo al giugno 1940.

Prima della dichiarazione di guerra si trovavano in Libia il XX (T ripolitania) ed il XXI (Cirenaica) btg. carri L. Per effetto della m obilitazione:

- il XX btg. aveva costituito: il LX btg. carri L per la Divisione « Sabratha » ,

. il LXI btg. carri L per la Divisione « Sirte »;

- il XXI btg. aveva costituito: il LXII btg carri L per la Divisione « Cirene »,

. ilo LXIII btg. carri L ·per la l a division e libica.

I battaglioni destinati alla Tripolitania erano stati, poco dopo l'inizio delle ostilità, dislocati anch'essi in Cirenaica. Complessiva-

mente i carri L , all'inizio della guerra, erano 339, inclusi 8 carri Spa 25/C e 7 autoblindo.

Durante l'operazione del 16 giugno, una ventina furono perduti. L '8 luglio sbarcò a Bengasi il 4" reggimento carrista su due btg. (I e II) dotati, ciascuno, di 37 carri M 11.

Il 29 agosto venne disposta la costituzione di un « Comando carri armati della Libia >> (Gen . Valentino Babini) che, ai primi di ottobre, aveva alle dipendenze due raggruppamenti cos1 costituiti:

l" raggruppamento carrista (Col. Pietro Aresca, comandante del 4° reggimento fanteria carrista):

comando 4° reggimento fanteria carrista.

I btg. carri M,

XXI btg. carri L,

LXII btg. carri L,

LXIII btg. carri L.

2" raggruppamento carrista (Col. Antonio Triviali):

II btg. carri M (meno l cp.),

IX btg. carri L,

XX btg. carri L ,

LXI btg. carri L.

battaglione misto carri armati (destinato ad operare con la colonna Maletti):

l cp. carri M del II btg.,

l cp . carri L del LX btg.,

LX btg. carri L, meno l cp., (destinato ad operare col XXI corpo d'armata).

Nelle operazioni per la conquista di Sidi el Barrani fur·ono perduti 35 carri L su 52 impiegati.

Il 21 scljtembre, dopo l' azione su Sidi el Barrani, ili comandante del 4" rgt. carrista comunicò al Comando lOa armata, la seguente dei carri M 11 che, pur suddivisi, per l'impiego, fra i due r aggruppamenti, facevano capo alle attrezzature del reggimento, per manutenzione e riparazioni:

I btg.: 9 efficienti e 23 inefficienti,

II btg.: 28 efficienti e 8 inefficienti .

20

MARI N A

Torpediniere per scorta cotwogli: « Cigno» - «Centauro:. - « Climene » - « Procione » - «Mosto»

- «Abba » - « Sirtori » - « Cairoli » - ·« Papa » - « P ilo » - « Cosenz ».

Marina Tobruch:

R.N. « San Giorgio » (impiegata come batteria galleggiante),

M.A.S. 543 - 544 - 548 - 549.

TRl•POLITANIA.

AERONAUTICA (schizzo 4).

Comando settore ovest

64o gruppo O.A. (Ric.)

r gruppo A.P.C. (Ric.)

67o gruppo O.A. (Ric.)

CIRENAICA.

Comando Aeronautica Libia

lOo gruppo da caccia

Gruppo T

1453 squadriglia R. M.

6143 squadriglia S.

Reparto volo Scuola paracadutisti

15° stormo bombardamento

. 46° e 47° gruppo

Comando V squadra aerea

. 26o e 29o gruppo bombardamento

14° stormo bombardamento

. 44° e 45° gruppo bombardamento

1433 squadri glia R. M.

l T ripoli.

Mellaha. Castel Benito.

Bengasi Barce. J

Maraua.

Derna

T mimi . Bomba.

21
t
\

Comando Divisione aerea c Pegaso »

. 54° gruppo bombardamento

33° gruppo bombardamento

2o stormo caccia

. go gruppo caccia

4o stormo caccia

. 9o gruppo caccia

151° gruppo caccia

2° gruppo A.P.C. (Ric.)

278a squadriglia assalto

Comando settore est Comando brigata c Re »

50° stormo assalto

. 12° e 16° gruppo assalto

7o gruppo assalto

175a squadriglia R.S.T.

ua gruppo caccia

73° gruppo Ric.

Ain el Gazala

Z. el Mrassas. El Adem. Tobruch.

Gambut

FORZE TERRESTRI BRITANNICHE (schizzo 5)

Camel Corps: a ridosso del confine tra Ridotta Maddalena ed Ain el Cheaab.

Reparti imprecisati, per circa 5000 uomini, nella zona dell'Oasi di Siwa.

l Divisione cora z zata (la 7a, com pletamente rimessa in za): dislocata su vasta area tra Marsa Matruh - Ma ' tan Mohammed Bir el Champa c Bir Gellaz.

3 Dì visioni di fanteria: 6a britannica, 4a indiana ed una landese, dislocate tra Marsa Matruh ed Alessandria.

7 Divisiotli nella zona del Delta e di esse: - una in zona Uadi el Natrun, - una in zona del Cairo.

22
.

2 Divisioni nella zona del Canale.

Forze pari ad una DivisiotJe nelle zone del Medio ed Alto Egitto e del Mar Rosso.

Organizzazione difensiva britannica il l o ottob re 1940 (schizzo 6)

Mentre, nel settembre 1940, l'orientamento operativo delle Potenze dell'Asse era stato determinato da occasionali esigenze di natura politica, da parte britannica era stata adottata, in Egitto, una linea di condotta operativa basata su criteri razionalmente predisposti con larga anticipazione: difesa del territorio protratta nel •tempo e nello spazio e, quindi, appoggiata a successive linee, scaglionate in profondità e adeguatamente fortificate, capaci di accogliere e sostenere le truppe che avessero dovuto ripiegare sotto la pressione di un'attività offensiva avversaria e di consentire il tempestivo afflusso ed il conseguente schierame nto di riserve.

Già al l o ottobre risultavano realizzati:

- il campo trincerato di Marsa Matruh;

- lavori difensivi:

nell'oasi di Siwa;

. lungo le due piste congiungenti M arsa Matruh con Siw a:

a Bir Gellaz, Bir Fuad, nodo carovaniero a nord di Siwa,

a Bir Abu Batta, G. Abu Daikha, Quattara, Qara;

a sbarramento della rotabile e della ferrovia Marsa Matruh - Alessandria: a Fuka, el Dab'a, el Alamein e el Imayid;

. tra la zona ad ovest di Alessandria e il Nilo lungo la linea El Dikheila - U. el Natrun - El Faiyum.

Marsa Matruh, secondo gli intendimenti operativi britannici, aveva la funzione di arrestare ed infrangere un'eventuaJe azione offensiva italiana.

E ssa rappresentava il caposaldo più importante di tutto il sistema difensivo del deserto occidentale egiziano.

Venne perciò potentemente organizzata a difesa e messa in condizioni di resistere anche se aggirata e superata, per esercitare una continua minaccia sul fianco e sul tergo delle unità nemiche che fossero riuscite a penetrare profondamente in territorio egiziano.

23

Il perimetro esterno del campo •trincerato aveva uno sviluppo di circa 20 chilometri di ininterrotto fosso anticarro, potenziato da altri ostacoli, da una difesa attiva e da reticolati. L'organizzazione difensiva della zona delimitata da questo perimetro era basata sucapisaldi, trinceramenti, postazioni di artiglieria e fortini in cemento armato. La difesa contraerea disponeva di apparecchi di ascolto e di numerose batterie.

Nei fondi degli « uidian » (l) e nei passaggi obbligati, sorgevano trinceramenti e ostacoli anticarro.

Marsa Matruh era collegata ad Alessandria da una linea ferroviaria, a semplice binario, sulla quale circolavano tutti i tipi di veicoli impiegati nella rete egiziana.

Una precisa indicazione della sistemazione difensiva realizzata a Marsa Matruh è stata data dal Ministero delle Informazioni inglese in una sua pubblicazione (2) nella quale si legge: «All'inizio della guerra i genieri inglesi avevano lavorato in preparativi difensivi a Matruh e nelle vicinanze di questo centro costruendo ed allestendo febbrilmente postazioni in cemento, fossati anticarro, campi minati ed altre difese. Ciò aveva richiesto la fornitura e lo spostamento di una quantità di materiale assai notevole, la manutenzione di centinaia di miglia di strada, la creazione di rifornimenti idrici con molte miglia di tubazioni per l'acqua e l'installazione di impianti per pompar la.

« Questo lavoro servl tanto a rifornire la guarnigione difensiva, quanto ad accumulare risorse per l'epoca in cui le nostre forze avrebbero preso l'offensiva, poichè era chiaro che l'acqua e le comunicazioni avrebbero costituito il problema fondamentale, allorchè fosse venuto il tempo di avanzare. Matruh divenne, allora, una città di trogloditi poichè, pur avendovi praticato un vasto sistema di ricoveri, man mano che le incursioni degli aerei italiani si facevano più frequenti, ci sistemavamo sempre più sottoterra, in modo da poter svolgere il nostro lavoro, quasi senza interruzione. I dormitori per la truppa, i comandi di compagnia ed altri uffici, come pure gli ospedaletti da campo e i posti di medicazione, erano tutti situati ben sotto una spessa coltre di sabbia tanto che, a un visitatore occasional.e, Marsa Matruh sarebbe potuta apparire qualche volta come un villaggio ab-

(l) Uadi (plurale uid ian): letto di torrente asciutto.

(2) (( La distruzione di un esercito - La prima campagna li bica (settembre 1940 - febbraio 1941) " · Pubblicato dal Ministero delle Informazioni per conto del Ministero della Guerra inglese.

ba ndonato mentre, in realtà, ferveva di vita. Se la guarnigione era modesta, essa risultava ben addes trata e le truppe avevano Utla buona conosunza del terreno :. .

Alla stessa data del l o ottobre erano, inoltre, già in via di zione lavori per l'apprestamento, nella zona del Delta, delle seguenti linee di difesa:

- margine meridionale lago Maryut canale El Hagir ro via fino a Imbaba;

- D isuq braccio sinistro del Nilo fino a Kafr ez Zaiyat Tanta Ascmun;

- braccio destro del Nilo fino al Cairo;

- lago Manzala Zagazig ferrovia Zagazig

- Canale da Porto Said a Ismalia, a Suez.

Scambio di idee su un L'avanzata italiana su Sidi el Barrani era eventuale co ncorso di stata concepita come fase preliminare per il forz e tedesche n elle raggiungimento di un obiettivo situato operazioni in Egitto giorme n te in profondità in territorio ziano e di buon valore operativo ai fini di un successivo ulteriore sbalzo verso Alessandria. Questo obiettivo teva essere rappresentato dalla importante posizione di Marsa Matruh.

Si trattava di percorrere - dal confin e a Marsa Ma truh - una distanza di oltre 200 chilometri, in un ambiente irto di diffi coltà (mancanza di strade, di acqua, ecc.) quale il deserto afri cano.

Necessitava p ertanto dotare le unità di materiali e mezzi adeguati allo scopo; soprattutto era indispensabile assicurare ai r eparti un stegno logistico continuo, costante, man mano che la progressione verso oriente si sviluppava e la distanza dalle basi di partenza, dai depositi e dai m agazzini di Armata diveniva sempre maggiore.

A tal fine, ed in considerazione dei pressanti motivi di prestigio politico e militare che rendevano urgente l'inizio dell'offensiva, niva interessato il nostro Addetto M ilitare a Berlino (Generale ras) perchè richiedesse ai T edeschi una sollecita cessione di m ezzi e materiali all'esercito italiano.

Il nostro Addetto Militare prospettava la questione al Generale

Jod l e con una lettera del 3 settem bre ne riferiva al Maresciallo

Badoglio:

REGIA AMBASCIATA n'ITALIA

Berlino

Ufficio dell'Addetto M ilitare

Eccelletzza, Berlino, 3 settembre 1940

M i riferisco alla lettera di V. E. in data 31 agosto.

H o prospettato oggi la questione al Comando delle forze armate. in assenza del M aresciallo Keitel, ho parlato col Gen. Jodl, suo sostituto, presentando le vostre t·ichieste tlel loro carattere di necessità e di t-trgt•nza. Il Gen. fo dl mi è sembrato persuaso e ha assicurato che la queJtione sarà subito presa in esame.

La risposta dovrebbe essermi data fra qualche giorno.

Successivamente il Gen . Jodl mi ha detto che desiderava espormi ii suo pensiero in merito alla funzione militare del M editerraneo . L e sue considerazioni - egli ha tenuto a notare - hanno un valore personale e 110n ufficiale, ma potrebbero essere prese itl esame e dare luogo eventualmente a uno scambio di idee in via ufficiale.

1L Gen. Jodl - e questo conferma gli elementi già noti - considera l'ipotesi che le operazioni tedesch e contro l'Inghilterra possano no n t't: tt ire condotte a termine entro il prossimo autumzo

In questo caso converrebbe utilizzare l'inverno - stagio ne di limitato rendimento per le operazioni contro le Isole britanniche, per liquidare la situazione nel Mediterran eo, ossia occupare Egitto e Palestina, distruggere o caccia re via le forze navali inglesi dal M editerraneo, occupare Gibilterra. L'eliminazion e della flotta inglese di Alessandria (la quale potrebbe, secondo Jodl, cercare di sfuggire per il M ar Rosso) avrebbe conseguenze politiche e militari di prim o ordine. T ra i vantaggi sarebbe il possesso delle comunicazioni nel M ecliterratuo con evidenti utili riflessi tlei riguardi del Nord Africa fratlcese e dei rifomimenti della Spagna, che potrebbe così essere i n dotta ad intervenire.

Liberato il Me diterraneo, le forze navali italiane potrebbero agire nell'A tlantico, insieme con quelle tedesche, soprattutto per impedire i rifornimenti dell'In ghilterra, affrontando anche le forze navali inglesi. 'I l Gen. Jodl calcola che le forze navali italiane sommate con quelle tedesche sarebbero in buon rapporto rispetto a quelle inglesi .

Per le operazioni in Egitto la Germania potrebbe concorrere con proprie forze terrestri, oltre che con l'invio di materiali. Il Gcn. Jodl pensa, a mò di esempio, che potrebbero venire inviate, anche a breve scadenza (pronte nei porti d'imbarco italiani entro sei settima11e dalla decisione) una o due Divisioni corazzate. Queste porterebbero il contributo della loro esperienza e, operando fuori dell'estate, non sarebbero ostacolate dai forti calori.

Naturalmente - aggiunge Jodl - è questione che va pesata da chi ha la decisione delle operazioni, anche in rapporto ai trasporti cd ai rifornimenti.

Egli ha accennato infine all'ipotesi c/zc le unità tedesche possano portare il loro concorso in rm secondo tempo, dopo che le forze italiane abbiano compiuto rm primo balzo in Egitto.

Ho assicurato il Gcn. Jodl che avrei riferito, ma ho insistito perchè il concorso richiesto venga fornito indipendentemente dal problema ora posto e quanto più presto possibile. Il Gen. Jodl ha convenuto su questa necessità, osservando però che, stabilito il concorso di unità tedesche, anche il problema dell'invio di materiali sarebbe stato facilitato.

Su quanto precede osservo:

l o - Le proposte del Gen. Jodl hanno anzitutto tm aspetto politico, il quale dà occasione a evidenti considerazioni in vario senso, st-elle quali ritengo superfluo soffermarmi. E' da mettere in rilievo che le proposte si riferiscono all'ipotesi che non si verifichi a breve scadenza un nostro successo risolutivo in Egitto. Si può anche osservare che lo Stato Maggiore tedesco riconosce tutta l'importanza dello scacchiere mediterraneo, ma vedrebbe con favore anche 1111 intervento diretto della Germania nel Mediterraneo.

Comunque, se il concorso tedesco venisse accolto, esso potrebbe venire considerato come uno scambio del nostro concorso con aviazione e sommergibili, in limiti equivaletlti e tenendo bene in mano le unità tedesche .

2° - L e necessità logistiche delle unità germaniche devono essere attentamente pesate. Si tratta di unità pesanti, dotate di mezzi abbondanti, abituate a larghi consumi ed a vivere largamente sulle risorse locali.

Ove questo concorso venisse rifiutato, le comideraziotlÌ logistiche sarebbero le più adatte a giustificare il rifiuto.

3.- A.S.

27

3° - Conviene tenere distinte le due questioni della cessione di materiali e del concorso di Grandi Unità tedesche, sottolineando l'urgenza dei primi.

A queste linee mi atterrò anche nei futuri contatti.

4o - Il problema del concorso di forze tedesche per le operazioni in Egitto dovrebbe venire esaminato anche nei riguardi di un contributo dell'aviazione tedesca durante la stagione invernale.

Pregherei V. E. di volermi fare conoscere:

l o - quale risposta possa darsi in merito alle idee del Gen. Jodl. Proporrei di rispondere per ora che essa verrà presa in esame, ma che intanto urge ricevere i materiali richiesti;

2o - quali materiali in aggiunta ai 5.000 autocarri e alle autobotti indicate da V. E . siano indispensabili fra quelli compresi nella nota trasmessa dallo Stato Maggiore Generale con foglio 875.A del 17 u.s.

Vi prego, Eccellenza, di accogliere i miei più deferenti ossequi.

Questo rapporto del nostro Addetto Militare a Berlino dichiara e giustifica quale fosse l'orientamento operativo germanico nel Mediterraneo e quali le previsioni, il cui eccessivo ottimismo era evidentemente influenzato se non determinato dai vistosi successi conseguiti dalle forze armate tedesche sul teatro di guerra europeo.

Il Gen. Roatta, Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, trasmetteva il IO settembre , al Maresciallo Graziani il rapporto del Gen. Marras, precisandogli che occorreva decidere circa l'opportunità o di impiegare Divisioni corazzate tedesche o di potenziare le nostre forze corazzate allo scopo di raggiungere una sufficiente superiorità su quelle britanniche. In particolare il Gen. Roatta - dopo aver fatto presente che le nostre forniture ci avrebbero consentito di disporre di un battaglione carri M/13 (meno potenti dei similari avversari) ogni due mesi, ad iniziare dalla fine di ottobre - chiedeva di conoscere il pensiero del Maresciallo sulle seguenti questioni :

- - opportunità (prescindendo da ogni considerazione di carattere politico e morale) di un co ncorso diretto !tedesco con Grandi Unità organiche corazzate che avrebbero comportato un poderoso peso logistico (trasporti marittimi, rifornimenti vari, ecc.);

- convemenza di ottenere, invece, il concorso di una unità corazzata ridotta;

- convenienza di ottenere dalla Germania la fornitura di materiali per costituire con personale nostro tre o quattro battaglioni carri pesanti (150 - 200 carri) e di un certo numero di autoblindo pesanti.

Nel frattempo era stata iniziata l'avanzata in territorio egiziano ed il 16 settembre le truppe italiane avevano raggiu n to la località di Sidi el Banani.

Il 25 settembre, il Maresciallo Graziani rispondeva, col seguente m essaggio, ai quesiti che il giorno 9 gli aveva trasmesso il Geo. Roa tta:

« Stamaggiore Esercito - Roma

25 settembre 1940

«N. 32 Op. sp. At vostro 2427 del dieci settembre. Risposta est implicita in mio n. 01/841 del 24 diretto Stamage. Impiego unità in dicate con organico alquatzto riveduto et corretto est indubbiamente utile. M a esso può coesistere solo in funzione di una organizzazione logistica adegttata che con mezzi attuali non est possibile realizzare. Mi riservo precisazioni in merito varianti per adattame11to particolare ambiente questo teatro operazioni. Prego copia presente at Stamage.

- Graziani »

Scambio di note tra Mussolini, Badoglio e Graziani per l'offensiva da Sidi el Barrani a Marsa Ma truh

Il 19 settembre giungeva a Roma il Ministro degli Esteri del Reich Von Ribbcotrop che aveva, con le competenti Autorità italiane, un largo scambio di vedute a seguito del quale il Maresciallo Graziani veniva convocato a Roma per un diretto orientamento sulla situazione politica e per un esame collegiale dell'ulteriore sviluppo delle operazioni ad essa conseguenti. La riunione ebbe luogo il 29 settembre.

Mussolini, considerata la situazione militare in L ibia, manifestò il suo convincimento che la ripresa dell'avanzata ver so oriente, in territorio egiziano, avrebbe potuto aver inizio a metà ottobre. Su tale punto non fu consenziente il Maresciallo Badoglio che espresse il suo

avviso circa la impossibilità di riprendere le operazioni offensive prima di novembre, mentre il Maresciallo Graziani si riservò l'indicazione della possibile data dopo un approfondito esame di tutti i termini del problema, che non poteva esser fatto lontano dal teatro oper ativo. La riunione ebbe, perciò, termine senza che si fosse pervenuti ad una decisione.

Il 5 ottobre, il Capo del Governo redigeva la seguente Nota sullo sviluppo ulteriore delle operazioni in Egitto :

« l o - La presa di Sidi el Barrani è stata tm i ndiscutibile brillante successo tattico ed un aùrettanto ùzdiscutibile successo politico in quanto ha determinato una crisi nel Governo egiziano e rivelato una divisiotze nella classe politica di quel paese.

« 2° - Solo con la presa d i Morsa Matruh il successo d a tattico diventerà strategico e potrà avere comeguenze ancora più im portanti dal punto di vista politico.

c 3o - L'operaz ione su M arsa Matruh deve iniz iarsi entro il 1015 di questo mese poichè è mia convin z ione che i mezzi di cui dispone attualmente Graziani sono sufficienti allo scopo e nel tempo fissato.

« Gli effettivi sono quasi intatti. Superiorità netta - al momento attuale - di artiglieria, carri armati, aeroplani. Superiorità nel morale. Tutto ciò rist4lta dal molto interessante rapporto orale di Graziani. Resta il problema logistico che ha un solo aspetto particolarmente serio : quello dell'acqua. Ma in ottobre occorre metzo acqua che itz piena estate.

« 4,0 - I caterpillars e le altre richieste di Graziani possono essere soddisfatte nella misura del possibile e giungeranno sempre in tempo utile se e per il momento in cui dovremo impegnare la grande battaglia mi Delta.

«5o - La temperatura desertica dell'ottobre è tollerabile per truppe italiane ormai alletlate, ma può essere sempre dura per gente del nord o gente mwva non ancora

« 6° - E' mia convitzzione che gli Inglesi tzon difenderanno M arsa M atruh se non nella misura strettamente necessaria per ritardare la nostra marcia e disimpegnare le loro forma z ioni.

c r - E' vero che rinviando l'attacco al novembre si spedisce altro materiale in Cirenaica, ma è altrettanto vero che in eguale e forse maggiore misura si rafforzano gli I nglesi. E ormai dimostrato che chi attacca notz può perdere tempo.

« 8a - Bisogna rendere ermetico il Canale di Sicilia in modo che giunga più nulla cla ponente, dal momento che l'attività della nostra aviazione in A O., per le note ragioni, non può che mediocremente disturbare i convogli che passmzo nel Mar Rosso.

c 9° - Giunti a Marsa vedremo quale dei due pilastri della mediterranea inglese debba essere abbattuto; se l'egiziano o il greco».

Il Maresciallo Badoglio nel trasmettere nella sua "interezza la nota del Capo del Governo, informava il Maresciallo Graziani che il Duce riten endo i nostri mezzi sufficienti per l'occupazione di Marsa Matruh aveva declinato l'offerta di aiuti germanici per l'imminente seconda fase. T ale aiuto aggiungeva - «in autocarri, carri armati, stukas, potrà essere richiesto quando sarà deciso di attaccare le forze inglesi, che - secondo il pensiero del Duce - ci attenderanno al completo o quasi sul Delta ». Nel contempo fermava l'attenzione dello Stato Maggiore della Marina sull'ordine di chiusura ermetica del Canale di Sicilia in modo che nulla potesse giungere in Egitto da ponente.

Il Maresciallo Graziani confermava il giorno stesso che non gli era possibile gara ntire la ripresa delle operazioni per la data fissata ma che, dopo aver compiuto a Tripoli, Bengasi e Cirene, un esauriente esame della situazione c dei mezzi realmente a piè d'opera c manovrabili , avrebbe potuto determinare il giorno approssima tivo del movimento. Due giorni dopo, giunto a Tripoli, faceva presente al Capo di S. M. Generale che le artiglierie necessarie per superare l'organizzazione difensiva permanente di Marsa Matruh (4 gruppi da 149/13) e gli automezzi occorrenti per autotrasportare le D ivisioni libiche (sulla cui inderogabile necessità - egli scriveva - aveva convenuto anche il Duce), non chè i carri rimorchio che avrebbero consenti to il trasporto del battaglione carri M , erano solo in parte sbarcati e non sa rebbero giunti a piè d'opera prima della fine del mese (1).

(l) Alla fine di ottobre (giorno 27) dei 4 gruppi assegnati dallo S. M. Esercito due (CV c CL) al completo di personale, m:ncriali di artigl ieria c automobilistici (meno l l autocarri pesanti), erano sbarcati a Bengasi e si erano trasferiti a Barcc in attesa di ordini.

Degli altri 2 gruppi (CXXX: c CXLVIII) era sbarcato a Bengasi il solo personale. I rrutcriali c le munizioni erano sui piroscafi cc Giulia )), cc Zena >> c cc Tembien >> in sosta a Tr:ipoli.

Il 15 ottobre, con lettera diretta allo stesso Maresciallo Badoglio, trasmetteva una memoria operativa nella quale veniva ulteriormente precisato il proprio pensiero sull'operazione per la conquista di Marsa Matruh.

In sintesi, premesso che Marsa Matruh era di evidente importanza per le due parti e che perciò l'occupazione da parte nostra sarebbe stata contrastata con adeguate forze appoggiate al campo trincerato (l) e considerato che, comunque, un piano operativo non poteva basarsi esclusivamente sulla presunzione di una fuga del nemico, il Maresciallo Graziani si soffermava sulle forze contrapposte, sul problema logistico in funzione della distanza e della viabilità e su alcune caratteristiche d eli'operazione:

a) forze contrapposte:

- da parte 1wstra: una colonna operante su 2 Divisioni libiche (fanteria a piedi, artiglieria e servizi autocarrati, salmerie di 300 muli per Divisione}, così stabilita in relazione alla scarsezza dei me zzi automobilistici; 2 Divisio ni metropolitane ed l Raggruppam ento misto, autocarrati; l Raggruppamento d'artiglieria per tiri di distruzione e di controbatteria (2 gr. da 149/13; 3 gr. da 100/ 17 e 2 gr. da 105/28); l Raggruppamento di 70 carri M / 11 e 6 carri M / 13;

- da parte nemica: l Divisione corazzata (circa 400 fra carri armati ed autoblindo) e 2 Divisioni di fanteria.

b) problema logistico :

- massa delle nostre forze a 140-160 km . da Marsa Matruh (cioè ad almeno 6 giornate di marcia dal campo trincerato) con deposi ti a Bardia e Ridotta Capuzw o più indietro (di minima entità a Bug Bug), con grandi difficoltà di rifornimento, essendovi una sola strada, con caratteristiche di pista, in pessime condizioni, nel tratto Sollum - Sidi el Barrani ed una camionabile interrotta in più punti con tagliate e campi minati da Sidi el Barrani a Marsa Matruh;

- truppe e depositi del nemico sul posto con possibilità di largo rifornimento (strada e ferrovia da Alessandria a Marsa Matruh e due autopiste da Alessandria a Siwa);

(l) ll Gen. Wa,·cll, comandante in capo del Medio Oriente, nel rapporto presentato il 21 gi u gno 1941 al Segretario di Stato per la guerra scrive: << In accordo con la predisposta litrea di condolta, poca opposizione era stata fatta all'avanzata e non si decise di opp<Jrvisi in forze fino a quando non avesse raggiunto le nostre difest' a Morsa Matruh . Non però che dovesse trattarri di una difesa passiva. Il ll settembre, io avevo emanato ordini per una

c) caratteristiche dell'operazione:

- inizio della marcia di avvicinamento da una zona già distante oltre 100 km. dalle basi avanzate (Capuzzo e Bardia);

- movimento vincolato ad un tratto di strada micidiale per le macchine;

- truppe libiche costrette ad effettuare il movimento a piedi e, quindi, così lento da non poter sfuggire all'osservazione e da dover rinunziare in partenza ad ogni possibilità di azione di sorpresa;

- soste implicanti oneri logistici sempre più rilevanti con il graduale approssimarsi all'avversario.

Attraverso questa disamina dei principali elementi operativi, il Maresciallo Graziani perveniva alla conclusione di ritenere impossibile l'immediato inizio della nuova fase offensiva che giudicava necessario rinviare di almeno due mesi per aver modo di provvedere:

- ad una indispensabile preventiva sistemazione del fondo stradale Sollum - Sidi el Barrani;

- al prolungamento dell'acquedotto di Bardia sino alle posizioni di Sidi el Barrani;

- all'organizzazione di treni di rifornimenti con caterpillars.

Questo rinvio nel tempo, inoltre, avrebbe consentito di far affluire dalla madrepatria gli automezzi indispensabili per conferire un adeguato grado di mobilità alle truppe operanti e per far fronte alle molteplici esigenze logistiche aggravate dal particolare ambiente topografico.

Da calcoli effettuati, pur tenendo conto dei possibili recuperi, era emersa una deficienza complessiva, rispetto al fabbisogno, di 1.324

contro-azione da predùporsi non appena il nemico si trovasse impegnato con le difese di Marsa Matruh. Trovai che il Generale Wilson, comandante delle truppe britanniche in Egitto e il Generale O' Connor, comandante della Western Duert Force, avevano a tal proposito già preso le disposizioni preliminari. Durante i mesi seguenti, a mano a mano che le n ostre forze e le nostre difese aumentavano, il nostro piano andava sviluppandosi c fu preparato uno schema per ballere il nemico allorchè si avvicinasse a Matruh. Questo piano fu studiato in del/aglio dai comandanti e dalle truppe interessati e tu/lo fu preparato in relazione al modo in cui più probabilmente il nemico avrebbe avanzato >> .

Rapporto del Gcn. W avcll sulle operazioni nel deserto occidentale (egiziano) dal 7 dicembre 1940 al 7 febbraio 1941 , pubblica[O nel supplemento aUa << London Gazete ,, del 25 giugno 1946.

33

automezzi, il cui np1anamento costttmva condizione indispensabile per l'attuazione della progettata ripresa offensiva; la deficienza di automezzi sarebbe salita a 1.924 unità, qualora si fosse voluto conferire un'autonomia di autotrasporto anche alle due Divisioni libiche al completo.

Mussolini, che aveva intanto deciso di attaccare il 26 ottobre il pilastro greco della difesa mediterranea inglese, indipendentemente dall'occupazione di Marsa Matruh, accolse con disappunto la richiesta di rinvio ed il Capo di S. M. Generale ne diede notizia, il 18 ottobre, al Maresciallo Graziani nei seguenti termini:

c: Il Duce ha esaminato il vostro promemoria sull'attuale situazione alla frontiera orientale e mi ha Ìtzcaricato di informarvi che lascia a voi tutto il tempo che ritenete necessario per una conveniente preparazione.

«A riguardo delle richieste fatte, è per noi impossibile materialmente manclarvi i 1.300 e tanti autocarri.

c: Ho interessato l'Eccellenza Roatta perchè siano aumentati gli operai ed t' pezzi eli ricambio per rimettere in efficienza la maggior parte degli 800 autocarri dichiarati non efficienti.

«L'Eccellenza Roatta vi informerà minutamente di quatzto vi potrà spedire » .

Il Maresciallo Graziani, il 24 ottobre assicurava che sarebbe stato fatto ogni sforzo, ricorrendo anche a ripieghi, per raggiungere il più presto possibile un grado di preparazione che consentisse di riprendere le operazioni offensive. E poi, in riferimento al ventilato progetto di concorso alle operazioni di una unità corazzata germanica (il Gen. Von Thomas - probabile comandante delle forze tedesche

- si era recato in Libia il 19 per una rapida ricognizione dello scacchiere) precisava che essa sarebbe stata soprattutto necessaria proprio per la marcia su Matruh ma si chiedeva se, politicamente, non fosse, invece, conveniente evitare tale concorso o almeno liroitarlo alla fase ultima della campagna.

Proponeva quindi di costituire una unità similare con i mezzi corazzati già esistenti in Cirenaica, provvedendo a completarne l'efficienza con l'invio dalla madrepatria di:

- un reggimento su tre battaglioni autoportati, rinforzato con qualche reparto di fuciloni Solothurn (da togliere dall'Armata del Po);

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- un reparto di autoblindo da costituire con materiale tedesco : un centinaio di autoblindo in tutto, alla cui cessione si sarebbe dovuto limitare il concorso germanico.

Concludeva affermando che per l'ulteriore prosecuzione delle operazioni offensive fino al delta del Nilo, ove ci avrebbe atteso una m assa di circa 15 Divisioni su posizioni apprestate a difesa, il problema si presentava complesso e di evidente eccezionale importanza : la soluzione sarebbe stata possibile solo disponendo « di mezzi adeguati per infrangere le r esistenze nemiche e per superare le centinaia di chilometri di deserto che separavano le nostre forze dall'obiettivo >>

Intanto, allo scopo di utilizzare al massimo gli automezzi comunque esistenti in Cirenaica, ordinava che il l o novembre venissero costituiti:

- un autoraggruppamento del Super Comando A. S. comprende nte tutti gli au tomezzi dell'Intendenza A. S. esistenti in Ciren aica, i reparti automobilistici in arrivo cd i mezzi delle truppe alle dirette dipendenze del Comando Superiore;

- un autoraggruppamento della 103 armata comprendente tutti gli autocarri comunque esistenti presso le uni,tà dell'armata stessa ad eccezione di quelli delle unità carriste e delle a liquote assegn ate in pr oprio ai Corpi e reparti perchè strettamente occorrenti per la vita dei repar•ti stessi.

Il pensiero del Ca po Nel mese di oHobre i Tedeschi, accantonato di S. M . G enerale sul- ormai definitivamente il loro progetto di inle o perazioni in E gi tto vasione della Gran Bretagna, cominciarono ad attribuire sempre maggiore importanza alle operazioni sul fronte egiziano nel convincimen to che, se si fosse riusciti ad occupare Suez e quindi a bloccare le provenienze da levan te, l'Inghilterra, m artellata sul proprio territorio nazionale dai bom bardamenti aerei notevolmente intensificati si n dai primi di agosto (1), sarebbe stata costretta ad una totale capitolazione.

(l) La direttiv a n. 17 del Fi.ihrer autorizzava l'intensificazione della t,ruerra aerea contro la Gran Bretagna a partire dal 5 agosto. Il 10 luglio aYe\'a luogo

. 35

In relazione a tale nuova impostazion e dell'orientamento strate gico tedesco, il Maresciallo Badoglio, in vista di un incontro con il Maresciallo Keitel programmato per il mese di novembre, esponeva, il 27 ottobre, il suo punto di vista al Capo del Governo precisandogli la propria valutazione operativa circa gli scopi che si sarebbero dovuti perseguire nello scacchiere libico-egiziano ed i limiti da porre alle operazioni.

Il suo esame si soffermava, particolarmente, su tre fattori essenziali:

- consistenza delle forze contrapposte; sistemazione difensiva avversaria; situazione nello speciale :teatro di operazione desertico.

il primo attacco in grande stile e a questa data si fa risalire l'inizio ufficiale della battaglia.

Secondo quanto afferma Churchill due altre date segnano momenti culmin anti della cc Battaglia d'Inghilterra'': il 15 agosto e il 15 scnembre.

Il 15 agosto si svolse una grande battaglia aerea in cui cinque azioni principali furono combattute su un fronte di 500 mig lia La battaglia si risolse in un di sastro per l'aviazione tedesca che perdette 76 apparecchi

Il 15 settembre costituisce la data culminante dell'offensiva aerea tedesca. In quel giorno la Luftwaffe esercitò il suo massimo sforzo in un attacco diurno su Londra. cc Questa ripresa degli attacchi diurni costituì un a delle battaglie decisive della guerra... Fu il giorno cruciale della battaglia d'Inghilterra... Il 17 settembre il Fiihrer decise di rimandare la <c Sea Lion '' (Leone M arino) a epoca da stabilire... L a mancata conquista del dominio dell'aria impedì l'invasione mediante traversat a della Manica » ( Churchill - opera citata, pagine 3233 - 34 ., parte Il - vol. II).

Nel periodo 10 luglio fine ottobre le due opposte aviaz ioni subirono le seguenti perdite:

«Durante la za fase della battaglia aerea per l'Inghilterra, dal 6 settembre 1940 al mese di giugno 1941, il penaiero dell' invasiom: passò in seconda lim:a. All'Aviazione venne affidato principalmente il compito di disturbare la pro -

Luglio Agosto Settembre Ottobre Totali. Cacc•a britannici annientati o mancanti 58 360 361 136 915 iJl Maresciallo
volta scrive: Aerei tedeschi distrutti (in base a cifre tedesche) 164 662 582 325 1733
Kesselring a sua

A) Forze contrapposte.

Il nostro Servizio Informazioni, attraverso una i nd agine molto minuziosa basata sul m ovi m ento dei convogli britannici, era pervenuto ad una valutazione concreta delle forze avversarie esistenti in E gitto ed era in grado di redigere, al riguardo, il segue nte documento riepilogativo:

MINISTERo DELLA GuERRA S.l.M.

Roma, 23 ottobre 1940

Rinforzi affluiti dopo la metà agosto a tutt'oggi in Egitto, Sudan e Kenia

EGITTO.

Tra la metà di agosto e la metà di ottobre sono gitmti in Egitto -via Mar Rosso o via M editerraneo- diversi convogli.

Altri convogli sono in navigazione con probabile destinazione Egitto.

duzione ed i rifornimenti della Gran Bretagna, con l'obiettivo evidente di ral· len t are lo sforzo bellico; si trattava cioè di una guerra puram ente economica.

« In oltre, vennero iniziate le <c incursioni di rappresaglia». Gli ordini per· venuti al principio di settembre significavano, per chi era al corrente delle cose, la rinuncia all'impresa <c Leone marino >> Rimase in tal modo in utilizzata una ritua::::ione politica e strategica veramenu unica. Il rinvio delle operazio rzi dalla metà di settembre a tempo indeterminato, e poi alla primavera del 1941, non mutò in nulla le cose. L'esecuzione dei nuovi ordini subì un'interruzione solo in apparenza in seguito ad un nuovo attacco di rappresaglia voluto da H itler contro Londra, il cui obie11ivo era però di carattere economico ... tesi che l'invasione si sia dovuta abbandonm·e, perchè l'Aviazione te· desca era stata inferiore al suo compito, nan è storicamtmte sostenibile. Non è neppure esatto che l'invasione non sia stat a ef fettuata, perc/1è l'Aviazione tedesca si era trovata di fronte ad una dzfesa aerea ìnsuperabile

e< In realtà, poichè mancava un piano concreto per l'invasione, l'Aeronautica dove/le limitarsi a combattere superare l'intervallo di tempo fino all'inizio delle operazioni contro la Russia. Tuttavia, pur riconoscendo fefficacia delle nostre azioni, dobbiamo che siamo stati sulla strada raggiungere l'obie11ivo, ma nan vi siamo riusciti ,,_ ALBERT K EsSELRr:-:c: « Memorie di guer r a ))

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l. - Convogli gi tmti via Mar Rosso.

Secondo le risultanze di Servizio, sono finora giuntt m Egitto 7 cotwogli per un numero complessivo di circa 180 piroscafi tra i quali circa tm quarto di medio e grosso tonnellaggio.

Secondo calcoli attendibili i citati convogli hanno sbarcato nei porti egiziani non meno di 132.000 uomini così approssimativamente distinti: 40.000 britamzici, 45.000 A nzac, 43.000 indiani e 4.000 sudafricani.

Per i dati di dettaglio vedasi lo specchio allegato (l) in cui per ciascun convoglio sono riferite le date di arrivo, il numero degli uomini ed i quantitativi di materiali sbarcati.

Le notizie di cui sopra e i dati per la compilazione dello specchio sono stati desunti oltre che dalle segna/azioni pervenute da varie fonti, anche dall'esame delle osservazioni aeree, dallo studio delle rotte, dal calcolo delle distanze e dal computo dei tempi.

Per quanto riguarda il totale delle truppe e dei materiali sbarcati, le cift·e segnalate sono da considerarsi approssimate per difetto anzichè per eccesso, in quanto di diversi piroscafi sono stati computati solo le truppe ed i materiali osservati allo sbarco mentre la reale capacità di trasporto poteva considerarsi mperiore. Ino ltre qualche convoglio può essere sfuggito all'osservazione degli i11formatori e dell'aviazione.

IL - Convogli giu11ti via Mediterraneo.

Non si hanno al riguardo notizie precise; si ritiene però che ai primi di settembre sia11o giunti, tra Alessandria e Porto Said, 17 piroscafi presumibilmente carichi di truppe, e che il 29 settembre siano state scaricate ad Alessandria, da 9 piroscafi, circa 45 mila tonnellate di materiale bellico.

III. - Convogli in navzgaztone.

A metà ottobre erano segnalati tn navzgazto ne 4 convogli e precisamente:

l o - un grosso cotwoglio, verosimilmente partito a fine agosto dai porti della Scozia con a bordo contingenti imprecisati, ma notevoli, di truppe britanniche, diretto in Egitto via Capetoum.

(l) E' riportato ndl'allcgato l.

Tale convoglio potrebbe ide11tijicarsi in quello di 40 piroscafi, rilevato dalla nostra aviazione il 20 corrente in Mar Rosso con rotta 330° e attaccato poi, il giomo successivo, con azione aereo-navale;

2o - un importante convoglio di numero imprecisato di piroscafi carichi di truppe e materiale bellico, partito il 15 corrente da Bombay e diretto probabilmente a Suez dove, seguendo la rotta Socotra-Aden, dovrebbe giungere ai primi di novembre.

E' da ritenere che tale convoglio trasporti contingenti indiani valutati da qualche fonte a 30-40 mila uomini;

3o - un grosso convoglio di 47 piroscafi che ha lasciato Gibilterra il 9 ottobre con rotta ponente. Lo stesso convoglio si trovava il giorno 11 corrente a 150 miglia a sud di Capo S. Vincenzo con rotta a sud;

4° - un convoglio di 2 - 3 piroscafi, dei quali 2 di 15.000 tonnellate, con a bordo circa 8.000 inglesi o scozzesi partito da Gibilterra il 19 ottobre e diretto probabilmente in Egitto via Capetown .

Computo approssimativo delle forze presenti in Egitto.

Tenuto conto delle truppe affluite in Egitto via mare tra metà agosto e metà ottobre (allegato l ) e considerando che in Egitto ai primi di agosto - con l'afflusso delle forze della Palestina - gli effettivi erano valutati a 130.000 si può dedurre con sufficiente approssimazione che attualmente non meno di 260.000 uomini (egi ziani compresz) presidiano il paese.

A tali forze si debbono aggiungere i contingenti attualmente in navigazione a bordo dei succitati 4 convogli, comprendenti oltre 100 piroscafi di vario ton11ellaggio.

Si poteva, dunque, attendibilmente ritenere che gli Inglesi sarebbero stati in grado di far scendere in campo, entro la fine dell'anno, non meno di 300.000 uomini .

Le forze italiane in A.S. ammontavano all'epoca, a 230.000 uomini. Era, però, necessario tener vincolata alla frontiera occidentale un 'Armata di 80 .000 uomini, data la nuova situazione determinatasi n el Nord-Africa francese in seguito agli atteggiamenti del Generale Weygand, nei riguardi delle forze della R esisten za (1).

( l ) Dopo la firma dell'armistizio da parte del GoYerno presieduto dal Maresciallo Pétain, il Generale De G aulle istituì il << Consiglio di difesa dell' I mpero francese u prodama ndos.i Capo delle Forze libere francesi.

Dal Gen. De Gaulle residente a Londra, dipendc"ano oltre il suddetto

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Rimaneva, pertanto, una disponibilità effettiva, per lo scacchiere libico-egiziano, di circa 150.000, che si riduceva ad una forza realmente operativa di 120.000 uomini considerando le esigenze di personale occorrenti per i servizi nelle retrovie la cui profondità avrebbe assunto proporzioni invero eccezionali con il progredire dell'avanzata.

In tali condizioni, l'eventuale concorso tedesco limitato ad una sola Divisione di carri armati con organici ridotti, non avrebbe in alcun modo risolto il problema che richiedeva, - perchè si fosse potuto modificare a nostro favore il rapporto delle forze - l'invio in Libia di almeno altri 200.000 uomini.

Intanto, il 25 ottobre, il nostro Servizio Informazioni rilevava i sintomi premonitori di una prossima offensiva britannica, che riepilogava nel seguente documento :

«Si sono manifestati, in questi ultim i tempi, sintomi ed indizi positivi che fanno ritenere avere lo Stato M aggiore imperiale intenzione di assumere iniziative offensive.

« Tali operazioni, condotte principalmente nel Me diterraneo, dovrebbero tetzdere a battere l'Italia prima che l'altra potenza dell'Asse abbia preso più saldo piede tlell'Europa e sopra tutto prima che le incerte amicizie della Turchia, Grecia ed lrak, si cambino in effettive neutralità suscettibili di sviluppi ostili.

« l sintomi che danno forma e sostan za alla prospettata ipotesi di prossima offensiva britannica possono cosl elencarsi:

- l'aumento in uomini e materiali (specie meccanizzati ed aeret) delle forze in E gitto i cui effettivi raggiungeranno qum1to prima i 300.000 uomini e 7 - 800 aerei;

Consiglio: un Delegaro generale per il Levante (Libano, Siria, Gebel Druso); un Alto Commissario per l'Africa Francia libera (Africa Equatoriale: territori del Ciad, Camerun, Gabon, Medio Congo, Ubanghi-Sciarì); un Governatore per gli Stabilimenti francesi dell' India (Y anaon, Mahe, Po ndichery, Caricai, Chand:unagor), un Alto Commissario per il Pacifico (fahiti, Nuove Ebridi, Nuova Caledonia, L dell'Amicizia, Clippcnon).

Con promemoria in data 26 ottobre il S.l.M. informava il Capo di S. M. Generale, il Sottosegretario alla guerra c il Capo di S. M. dell'Esercito: che l'arri vo del Gcn. Weygand aveva suscitato un notevole entusiasmo nella popolazione francese del Nord -Africa; che l' attiv ità c gli atteggiamenti di detto generale do\·e\-ano essere seguiti con grande attenzione perché attorno a lui - che pur si er:t affrettato a proclamare la sua cb ozione al MaresciaUo Pétainavrebbero potuto, una YOlta potenziato militarmente il }Jord-Africa, polarizzarsi la corrente politica che faceva capo a De Gaulle e le altre che, per amor di qui eto vh·cre, rimancyano ancora fedeli al GO\·erno centrale.

- la presenza al Cairo del Ministro della guerra britannico che - coincidendo cotl l'arrivo nei porti egiziatli di una nuova Divisione australiana - è intesa ad influire sulla opinione pubblica egiziana per provocare un pronunciamento del mondo arabo con tro l'Asse;

- lo spostarsi - tma volta tramontato il pericolo dell'invasione della Gran Bretagna - dell'epicentro della guerra dal Mar del Nord al M editerraneo,·

- la nomina di nuovi capi militari: i comandanti dell'aviazione, della flotta e delle forze metmpolitane, ritenuti - secondo la versione ufficiale - come i più adatti a mettere in atto i nuovi piatzi offensivi;

- le t·elazioni dei fuomsciti etiopici raccolti nel Sudan con i ribelli dell'Impero,·

- l'afflusso di nuovi rinforzi nel Sudan e nel Kenia che fanno elevare le for z e presenti nel Condominio a 80.000 uomini e quelle del Kenia a circa 90.000 t40mitzi.

« Secondo quanto risulta da varie fonti, le direzioni probabili della eventuale frossima controffemiva britatmica potrebbero essere:

l o - contro le nostre forze di Sidi el Barrani per ottenere tm primo successo terrestre;

2° - contro l'A.O.l. dove gli Inglesi contano sulla ribellione interna e più ancora sul progressivo esaurimento delle tzostre risorse ritent4te di non facile reintegro;

3o - contro Casablanca, oltre che per impossessarsi della base atlantica che fa sistema con quella di Freetown, per dar vigore al movìmento De Gaulle in Africa Settentrionale,·

4° - è infine da considerm·e certo uno sbarco britannico a Creta, nell'eventualità di occupazione da parte delle potenze dell'Asse di basi greche dell'Egeo.

« l progettati intendimenti offensivi britannici possono collegarsi con l'ambiguo atteggiamento delf.e autorità francesi del Nord-Africa dove la presenza del Generale Weygand è destinata, come già è stato segnalato, a potenziare la volontà di resistenza.

«A conferma di ciò si segnala che il Gen erale Weygand, tenendo rapp orto a T unisi ai capi civili e militari della Reggenza, ha prommciato il 15 corrente un discorso tendente ad eccitare gli animi, rap-

presentando le tristi condizioni della Francia occupata che soffre sotto il giogo tedesco ed è sistematicamente spogliata e rapinata dall'in-

B) Sistemazione difensiva avver saria .

Una volta raggiunto ed occupato il campo trincerato di Marsa Matruh, l'ulteriore avanzata verso il Delta del Nilo avrebbe imposto un logoramento sem pre più accentuato ed il superamento di successive linee difensive (schizzo 5) sempre maggiormente potenziate e fortificate, che avrebbero richiesto l'impiego di numerose artiglierie pesanti, con abbondante munizionamento, delle quali non esisteva in Libia adeguata disponibilità.

C) Situazione nello speciale teatro di operazione desertico.

Il Maresciallo Badoglio era dell'avviso che fino alla linea di Sidi cl Barrani la situazione dei rifornimenti era per noi meno sfavorevole che non per gli Inglesi.

Effettuato un ulteriore sbalzo verso oriente ed occupata Marsa Matruh, il Capo di S. M. Generale riteneva che la sin1azione avrebbe presentato pari svantaggi per le forze contrapposte: 250 chilometri per entrambi, da percorrere nel deserto, per giungere alle prime linee, dalle basi di rifornimento (gli Ing lesi sarebbero stati, però, facilitati dalla linea ferroviaria Marsa Matruh - Alessandria).

Tuttavia Marsa Matruh - occupata o conquistata - ohre a consentirci il bombardamento aereo del porto di Alessandria, sarebbe stata (pur nelle condizioni in cui l'avrebbero lasciata i Britannici) più efficacemente difendibile che non Sidi cl Barrani (anche perchè avremmo trovato un terreno più adatto alla difesa) e avrebbe costituito una mi gliore pedana di lancio per l'eventuale ulteriore sbalzo verso il canale di Suez. Ma per effetto della maggior distanza, i nostri servizi logistici, già in crisi, avrebbero ulteriormente sofferto.

Tutto in L ibia affluiva dall'Italia al porto di Tripoli, alleggerito so lo in minima parte da quello - di scarso rendimento - di Bengasi . Sul porto di Tobruch - troppo vicino alle basi nemiche- non si poteva fare assegnamento, specie dopo la sfavorevole piega delle nostre operazio ni iniziali contro la Grecia.

L'acquedotto in corso di costruzione fino a Sidi el Barrani semplificava il servizio idrico, ma vi erano ben altre esigenze.

Da Tripoli do veva essere mantenuto in vita il Corpo di operazione e dovevano essere alimentate le operazioni attraverso il deserto sirtico, l'altipiano del Barca, la Marmarica c il deserto occidentale egiziano, lungo una sola strada che si snodava per oltre 2.000 chilometri vicino alla costa, e perciò vulnerabile dal cielo e dal mare.

L'avversario che aveva già migliorato la sua situazione logistica ripiega ndo su Marsa Matruh (capolinea della ferrovia), già forte della superiorità sul mare, si sarebbe avvicinato invece ulteriormente alle non lontane basi dell'Egitto disponendo della ferrovia , della strada e dei rifornimenti autocarrati all'immediato seguito delle Grandi Unità.

Superata Marsa Matruh - osserva il Maresciallo Badoglio - la situazione sarebbe stata invece tutta a nostro svantaggio nè sarebbe stato possibile concepire una marcia di almeno 300.000 uomini con numerose artiglierie, carri armati cd al tri ingenti materiali senza aver prima stabilito a Marsa Matruh, e successivamente a 100 chilometri da detta località, vari magazzini deposito, per consentire con brevi viaggi i rifornimenti all e truppe.

Non vi era, infine, alcuna possibilità di inviare in Libia la forza ed i materiali ritenuti necessari poichè, oltre alla indisponibilità del naviglio occorrente per il trasporto, mancavano l'attrezzatura e la sicurezza dei porti per effettuarne lo sbarco, nonchè il naviglio da guerra leggero per la scorta dei convogli.

L'alimentazione, poi, di una forza così cospicua in Libia era compjto superiore alle nostre disponibilità del momento e, ad ogni modo, la continllità dei rifornimenti sarebbe stata aleatoria data la presenza della flotta inglese nel Mediterraneo.

Il Maresciallo Badoglio così concludeva il suo Promemoria del 27 ottobre per il Duce (v. pag. 36):

c l o - Il problema di attaccare le forze inglesi nel Delta del Nilo, date tutte le considerazioni fatte, non è da noi risolvibile.

« 2° - L'aiuto che ci possono dare i Tedeschi non può risolvere in a lcun modo la questione dato che le deficie nze più gravi riguardano naviglio, porti, scorta di sicurezza.

« 3° - Il compito che ci possiamo proporre e risolvere è quello di occupare Marsa Matruh , allo scopo di permettere alla nostra aviazione adeguatamente scortata dalla caccia, di rendere difficile la sosta della flotta inglese ad Alessandria.

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4· - A.S.

c: 4o - Giunti a Marsa Matruh, prima cura dovrà essere quella di sistemare difensivamente quella base e la retrostante linea di comunicazione in modo da essere sicuri co n tro ritorni offensivi dd nemico.

c: So - L'aiuto che può essere dato dai Tedeschi è da ricercarsi essenzialmente in aviazione in picchiata con relativa caccia. Se i Tedeschi insistono per darci anche la Divisione corazzata, occorrerà prima spiegare bene loro i limiti e gli scopi della nostra azione, nei termi n i che ho sopra pr ospet!tati »

Tali considerazioni vennero, a titolo orientativo, rese note anche al Capo della Missione Militare Italiana in Germania (Generale Marr as).

L'indomani (28 ottobre) veniva dichiarata la guerra alla Grecia.

Direttive del Capo del Governo per le operazioni in A. S. dop o la di chiarazion e di guerra alla Gr ecia. N u ova linea di con dotta strategica seguente dispaccio:

In relazione a quanto il Maresciallo Graziani aveva rappresentato circa la preparazioneed il tempo per essa occorrente - della ripresa dell'attività offensiva in Egitto (v. pag. 31 e seguenti) il Capo di S. M. Generale Maresciallo Badoglio il 29 ottobre indirizzava al Comandante Superiore delle Forze Armate dell'Africa Settentrionale il

c: Ho dato in visiotle al Duce il Vostro foglio 01/1740/0P. in data 24 corrente mese.

«Il Duce ordina di risponder Vi che:

lo - l'obiettivo da comeguire è Marsa Matruh;

zo - non vede la possibilità, salvo casi di rivolgimento della situazione in Egitto, di procedere oltre Marsa M atruh;

3° - ha declinato al Fiihrer l'invio della Divisione tedesca;

4° - scopo della occupazione di M arsa M atruh è quello di poter bature, con aerei da bombardamento accompagnati dalla caccia, il porto di Alessandria;

So - sarà interessato lo Stato M aggiore del R.E. per l'invio di quanto è richiesto, saluo le autoblindo, che noi non abbiamo e che i Tedeschi non ci possono dare 11.

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Questa comunicazione giunse al Maresciallo Graziani contemporaneamente alla seguente lettera che Mussolini gli aveva indirizzato il 26 ottobre:

« Caro Graziani, a distanza di 40 giorni dalla presa di Sidi el Barrani, io mi pongo il quesito: questa lunga sosta a chi ha giovato? a noi od al nemico?

« Non esito un minuto solo a rispondere: ha giovato di più, anzi esclusivamente, al nemico.

Infatti:

a) sul campo tattico gli ha permesso di ricostz.tutre la sua D ivisione corazzata che del resto non aveva avuto perdite di rilievo Mi dicono che i prigionieri inglesi fatti da noi salgono al totale di 6 e che il numero dei mezzi catturati sia ancora inferiore;

b) nel campo strategico il nemico ha accumulato tali forze e tali mezzi ad est di Marsa Matruh e soprattutto sul Delta, da rendere infinitamente più oneroso il nostro attacco. Se si tarderà ancora per completare sino all'ultimo chilometro le nostre strade ed i nostri acquedotti, l'attacco sarà ancora più difficile e praticamente i m possibile;

c) durante questo periodo, me12tre noi non abbiamo bersagli per la nostra aviazione- se non campi di fortuna vuoti -l'aviazione inglese sta fracassandoci letteralmente le retrovie da Sollum a Bengasi. Ad un certo punto non avremo più basi nelle retrovie e avremo delle retrovie demoralizzate anche dal punto di vista degli uomini

« A proposito di retrovie permettetemi di dirvi che la sede del vostro Comando è troppo lontana dal fronte e questo provoca l'assorbimento del fronte da parte dei Comandi arretrati, mentre dovrebbe essere il fronte a forzare in avanti le retrovie.

« Ora questa sosta che dura già da 40 giorni, dovrebbe prolungarsi per altri 60 giorni ancora e giunti al 15 dicembre non è sicuro - almeno da quanto mi dite nel vostro rapporto - che vi sentiate in grado di muovervi.

« I n queste condizioni - che hanno, ho il dovere di dirvelo, suscitato un movimento di forte delusione in I talia e Germania e che incidono, a quanto mi risulta, anche sul morale delle vostre tru ppe - è tempo di chiedervi se vi sentite di continuare a tenere il

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comando o ingiustamente confinato od accantonato, fasciarlo.

«Vi ripeto che al tavolo della pace, porteremo a casa quello che conquistato. Notz valeva la pena di avere 16 mesi di tempo per prepararsi, ottenere tutto quello che voi avete chiesto, avere 15 Divisioni, per portare a casa Sidi el Barmni.

«Vi prego di rispondermi con sollecitudine. - Mussolini ».

Il Maresciallo Graziani rispondeva esprimendo viva sorpresa per il contrasto tra la decisione presa otto giorni prima, con la quale, gli era stato concesso il tempo necessario per compiere una adeguata preparazione prima di muovere su Marsa Matruh (v. pag. 34) e il chiaro dilemma che gli veniva ora posto di affrettare !a marcia o di chiedere di essere esonerato dal comando. Dichiarava di sentirsi investito di una missione di altissima importanza e responsabilità; ma esposte le sue deduzioni e tirate le conclusioni sui termini dd problema che era rimasto quasi invariato dal punto di vista logistico, precisava di ritenere impossibile l'inizio delle operazioni prima del tempo da lui indicato e, perciò, chiedeva di essere sostituito nel comando qualora la sua valutazione fosse ritenuta errata.

Ma Mussolini il l o novembre, riconfermandogli la sua piena fiducia, così scriveva al Maresciallo Graziani:

IL D ucE DEL FASCISMo

CAPO DEL GoVERNO

Roma, lì l o novembre 1940

Caro Graziatzi,

ricevo la vostra lettera e vi rispondo col considerare la questione chiusa e col riconfermarvi la mia piena fiducia.

Il fronte principale è - ora - quello greco. Voi allevierete certamente il compito delle truppe operanti in Grecia:

a) le forze inglesi antistanti tutte le volte che verrant20 a vostra portata;

b) coll'ultimare ì preparativi per l'operazione m M arsa M atru.h, obiettivo che rimane di importanza eccezionale per i motivi che è inutile ripetcrvi.

All'opera dunque per la vostra nuova vittoria africana!

Questa nuova linea di condotta strategica della guerra era ribadita il 7 novembre da una nota n. 3668/op. del Mar,esciallo Badoglio, nella quale venivano enUJnciate le seguenti direttive:

- dall'Albania azione offensiva aereo-terrestre a fondo col concorso delle forze aeree metropolitane, per l'integrale occupazione della Grecia;

- in A.S. azioni aereo-terrestri limitate alla conquista di Marsa Matruh, da dove, poi, svolgere attive azioni aeree sul porto di Alessandria d'Egitto. Conseguente necessità di adeguare i relativi progetti e le richieste alle nuove più limitate esigenze di carattere operativo (l);

- dall'Egeo azioni difensive aereo-terrestri e marittime per il mantenimento del possedimento ed offensive aereo-marittime contro le flotte inglese e greca;

- nell'Impero azione aereo-terrestre intesa essenzialmente a durare.

La Marina doveva inoltre proteggere il traffico con l'Albania e l'Afr:ica Settentrionale. Forze navali in potenza dovevano opporsi ad ogni eventuale offesa nemica.

I progettati colloqui fra il Maresciallo Badoglio e il Maresciallo Keitel ebbero luogo a Innsbruck il 14 e il 15 novembre. Dopo uno scambio di vedute sulla situazione militare venne concordato che: le operazioni in Egitto si sarebbero limitate alla occupazione di Marsa Matruh; l'offensiva avrebbe avuto inizio ai primi di dicembre senza il concorso della Divisio ne corazzata tedesca; alle offese aeree su Alessandria e sul canale di Suez avrebbero concorso apparecchi in picchiata e posamine :tedeschi. Nel corso di questo colloquio il Maresciallo Badoglio esprimeva più volte l'avviso che una conclusione vittoriosa della guerra non si sarebbe raggiunta se non con lo sbarco in Inghilterra, da effettuarsi al più presto per evitare l'intervento dell'America.

(l ) Nella stessa nota del Maresc iallo Badoglio è detto: << Da quanto sopra risulta che la principale operazione da co-ndurre è quella che per obiettivo ha l'occupazio-ne integrale della Grecia, la quale assorbirà una grande quantità di truppa (da ZO a 25 Divisiom) e di materiali ed impegnerà la maggior parte dei mezzi navali, da guerra ed onerari, per effettuare i trasporti ed assicurare i collegamenti ».

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Mentre si discuteva ad Innsbruck, il Maresciallo Graziani inviava al Maresciallo Badoglio la seguente lettera, nella quale comunicava la sua ardente volontà di riprendere l'avanzata verso Marsa Matruh, ma precisava, nel contempo, che i mezzi di cui disponeva non erano sufficienti:

IL GoVERNATORE GENERALE DELLA LIBIA

M ARESCIALLO o'lTALIA RoooLFO GRAZIANI

N. 69 R.ta personale

All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia

Pietro Badoglio

Capo di Stato Ma ggiore Generale ROMA

14 novembre 1940

Vi ho accusato, Eccellen za, ricevuta del n. 3668/op. e Vi dò assicurazione che tutta la volontà mia, degli Stati M aggiori, delle truppe è protesa verso l'obiettivo che ci viene additato.

Noi tutti siamo compenetrati del grave momento che si sta tra. versando e pronti a dare tutto di noi stessi per concorrere a conseguire risultati positivi.

Le truppe marceranno a piedi con il minimo di autocarreggi, senza salmerie, senza autocarrette per i rifomimenti dai centri alla periferia degli schieramenti.

Tutto sarà ridotto al minimo indispensabile ma per dar vita alla battaglia occorre avere la certezza di realizzare la testa dello schieramento con utla massa di fuoco imponente per il primo arroccamento sul Gebel che domina Marsa M atruh ed il suo campo trincerato; insieme ad una Brigata corazzata ed almeno una Divisione motorizzata da gettare parimenti subito innanzi.

Per ottenere questo, i mezzi ora disponibili no n sono sufficien ti.

Ci occorre che giungano qui tlon oltre la fine del mese gli automezzi indicati dallo S. M. dell'Esercito di cui al foglio n. 09600/341 in data l o correttte (l) che Voi citate nel Vostro 3668/ Op .

Ci occorrono i caterpillars di cui allo stesso foglio che già risulterebbero su banchina a Napoli.

(l) Vds: situaz ione automezzi in A. S. a pag. 50.

Ci occorrono parti di ricambio e le di cui lo stesso Direttore della Motorizzazione, Colonnello Arnione, ha dovuto riconoscere la ineluttabile necessità nel verbale che Vt' allego e che fa il punto ùfinitivo m questa vexata quaestio degli automezzi qui disponibili.

Ci occorre tutto quel minimo altro di indispensabile per muovere una così importante massa di uomitzi nel deserto .

Ci occorre l'invio dei tubi per l'acquedotto Barrani che la Dalmine sta approntando.

La strada e l'acquedotto per Bm·rani vanno avanti.

Per queste due inderogabili necessità sono stati fatti sforzi e sacrifici di ogni genere:

- dalla lontana Tripolitania alla Cirenaica sono stati dissepolti e trasportati a piè d'opera 120 chilometri di tt4bazioni dalle concessioni, dagli acquedotti, ovunque. Tubi di vario diametro con tutte le difficoltà relative alle giutzture ecc.;

- sono stati requisiti senza pietà caterpillars, autotreni, rulli compressori, frantoi

Si è paralizzato presso che ogtzi altra forma di attività locale.

Le popolazioni eseguono in silenzio gli ordini> mentre la fame batte più che in tm luogo alle porte a cat-ua della difficoltà dei trasporti di viveri dalla madrepatria.

Io Vi prego> Eccellenza> di far sì che i mezzi approntati o in approntamento a Napoli siano al più presto caricati su due o tre piroscafi speciali ed immediatamente dirottati m Tripoli.

lo Vi rammento (è lecito anche far questo, quando è in giuoco il supremo interesse della Patria) il grido che Voi mi avete lanciato 11ella Vostra marcia su Addis Abeba, al quale facendo sforzi inauditi per venirvi inco11tro io non rimasi sordo> per completare la Vostra Vittoria che fu solo allora totalitaria.

Vi mando il Generale Giordano che Ira l'incarico di presiedere all'imbarco dei mezzi.

Egli potrà dir Vi a voce tutto quello che Voi vorrete chiedergli setzza riserve da parte mia come ho sempre autorizzato a fare da parte di tutti gli ufficiali di S. M. inviati latori dei miei documenti.

Con questa mia lettera ho detto l'ultima mia parola.

Il mio sforzo non può andare oltre i limiti del possibile, dell'umano e della volontà la più decisa.

49

lo tzon trovarmi al tragico di aver con sforzo immane strada ed acqua1 e dover ancora procrastinare per il resto.

Allora certamente la responsabilità degli avvenimenti non potrà 1'Ìcadere solo su di me di fronte alla Patria che solo è immortale.

Il M aresciallo d'Italia

Comandante Superiore Forze Armate Africa

L a Memoria operativa inviata da l Maresciallo Grazia ni al Capo di Stato Maggiore Generale il 15 ottobre (v. pag. 32) poneva in particolare rilievo il problema degli automezzi la cui deficienza, calcolata in circa 1.300 mezzi, determinava la pratica impossibilità di attuare il programmato piano di ripresa dell'attività offensiva.

Situazione autom ezzi in A. S (10 novembre 1940)

Lo Stato Maggiore dell'Esercito, nell'intendimento di avviare a soluzione il problema, dava i1ncarico al Direttore Generale della Motorizzazione - col. Arnione - di trasferirsi sul posto per esaminare di persona cd in sito i mezzi più idonei per pervenire ad un rapido potenziamento della organizzazione delle riparazioni basata sui tre cardini essenziali: officine, operai, parti di ricambio. Inoltre, con nota n. 09600/341 del l o no vembre, precisava al Maresciallo Graziani che :

- la lamentata deficienza di 1.300 automezzi sarebbe stata in breve tempo quasi del tutto ripianata mediante l'invio già in corso di 850 autocarri e di 300 rimorchi;

- erano già stati avviati 22 rimorchi per il trasporto dei carri M.;

- si sa rebb e provveduto all'urgente spedizione di 35 caterpillars, unici disponibili nel momento, mentre si dava corso ad ulteriore requisizione di questo tipo di mezzi.

Intanto una apposita Commissione nomina ta dal Maresciallo Graziani ed alla quale partecipava anche il Direttore Generale d ella Motorizzazione, inviato da Roma, determinava, attraverso minuti calcoli ed indagini, l'effettiva situazion e de gli automezzi esistenti in Cirenaica alla data del 10 novembre:

so

- esistenza: 5.140 automezzi, comprensivi di tmti i tipi e, cioè, furgoncini, <<L. 39 », leggeri, «dovunque», pesanti e «giganti». Questo dato veniva così specificato:

- esistenza base al 10 giugno . . . . 1.880

- arrivi dall'Italia sino al 9 novembre . 956

- ricevuti dalla sa Armata o o o o o 2.437

- distrutti per eventi bellici . . . . . 133

- inefficienti: 1.960, dei quali 360 presso le unità e 1.600 presso le varie officine;

- disponibilità reale: 3.180.

Aggiungendo a tale disponibilità altri 664 autocarri, in parte già in viaggio ed in parte imbarcati e pronti ad essere avviati, la Commissione preved eva che entro la fine del mese di novembre si sarebbe raggiunta una consistenza effettiva di 3.844 mezzi automobilistici.

Lo Stato Maggiore Esercito apportava qualche modifica ai da ti elaborati dalla Commissione e, inserendo nel calcolo anche gli autocarri avviati con reparti non automobilistici nonchè i trattori leggeri di artiglieria che avrebbero dovuto svincolare gli automezzi impiegati in loro sostituzione, perveniva al computo di una disponibilità reale in Cirenaica di 3.887 automezzi di tu'tti i tipi. Rappr esentava, perciò, al Comando Supremo, in data 23 novembre, come allo stato dei fatti la situazione degli automezzi in Cirenaica do vesse considerarsi soddisfacente in quanto la deficienza di 1.324 mezzi lamentata dal Comando Superiore A.S. era stata praticamente colmata con gli invii già effettuati e con altri in corso.

In base a tali notizie, il Capo di Stato Maggiore Generale il 24 n ovembre notificava al Maresciallo Graziani che :

- gli automezzi e i caterpillars erano stati inviati o caricati su piroscafi, ma la loro partenza aveva subìto ritardi talvolta anche n otevoli in attesa del benestare del Comando Superiore A.S. ai fini de lla capacità rice-ttiva dei porti della Libia;

- erano stati avviati operai specializzati, officine e macchine per riparazioni automobilistiche;

- i tubi per l'acquedotto ad oriente di Sidi el Barrani erano, in parte, già caricati sui piroscafi e, in parte, in attesa di carico nei por ti;

- apparivano necessar i ulteriori sforzi per accelerare le operazioni di scarico nei porti della Libia e per la più celere restituzione d ei piroscafi vuoti da utilizza r e per altri trasporti.

')I

Il Maresciallo Graziani replicava dichiarando che il fabbisogno di 1.324 automezzi da lui segnalato nella memoria del 15 ottobre si riferiva esclusivamente alle esigenze della colonna operante prevista a quella data e precisando le date di richiesta di invio e di effettivo arrivo dei vari piroscafi, il cui ritardo nei porti libici era dipeso da cause di forza maggiore ed il più delle volte da sospensioni del traffico marittimo disposte per ragioni di sicurezza dal Ministero Marina.

Concludeva: «Le truppe sono ormai tutte serrate sotto tra Bardia e Sidi d Barrani. l depositi in corso di completamento. A vivificare tutta la organizzazione non mancano che questi automezzi in arrivo .

« M io criterio fondamentale rimatJe sempre quello di non dare il via se non quando tutto è predisposto, preparato e organizzato.

«Sono sicuro di trovare Ìtl questo il vostro pieno

Il problema degli automezzi in A.S., già grave n ell'autunno 1940, diveniva più tardi addirittura tragico, quando nuove impellenti n ecessità di alimentazione del nuovo &onte greco-albanese, richiedevano la dislocazione su quello scacchiere operativo di 7.500 autocarri nel dicembre 1940. Il complesso degli automezzi in Albania, salì poi, nell'aprile 1941 a ben 52 .000.

Attività operativa di colonne motorizzate ottobre- novembre 1940 (schizzo 7)

Con l'occupazione della zona di Sidi el Barcani, il nostro dispositivo, costretto ad una stasi richiesta dalle necessità organizzative delle retrovie, veniva a trovarsi in una cri tica situazione . Infatti, la penetrazione in territorio avversario aveva portato ad abbandonare posizioni c he offri vano, lungo il co nfine egiziano, una protezione, ottenuta mediante lavori (sia pure a carattere campale) ed una più ampia possibilità di controllo per eventuali movimenti dell'avversario, a largo raggio nel deserto: ne de rivava una maggiore esposizione alle puntate offensive di mezzi meccanizzati avversari ed una maggiore vulnerabilità, specie nel fianco meridionale, del nostro schierame nto, che risultava del tutto scoperto.

Pertanto, mentre si provvedeva ad un consolidamento delle posizioni occupate ed al rafforza m ento del terreno, già dal 18 settembre venivano disposte azioni di nostre colonne motorizzate che avrebbero dovuto tener lontano il nemico e dare, così, sicurezza al nostro

schieramento e tempo sufficiente a realizzare un mm1mo di organizzazione difensiva.

L'azione di dette colonne si spostò su un piano di maggior rilievo allorchè il 22 ottobre il Capo di Stato Maggiore Generale, nel comunicare al Maresciallo Graziani che il 28 avrebbero avuto inizio le operazioni contro la Grecia, chiedeva che, in concomitanza con l'apertura del nuovo fronte, venissero seriamente impegnate le forze avversarie, specie corazzate, antistanti le nostre posizioni in Mrica Settentrionale.

Alla nostra attività, basata anche su largo impiego di aviazione, il nemico contrapponeva una serie di operazioni navali, aeree e terrestri: bombardamenti dal mare sui nostri apprestamenti lungo la costa da Bardia a Sidi el Barrani; bombardamenti aerei, specie notturni, sui centri logistici di Sidi el Barrani, Bug-Bug, Sollum, Bardia, Bengasi; ricognizioni aeree sul nostro schieramento avanzato; azioni :terrestri di sondaggio contro le nostre posizioni e di disturbo sulle nostre linee di comunicazione.

Fra le azioni delle nostre colonne motorizzate assunsero particolare importanza quelle svolte (schizzo 7):

- su Gabr Abu Raydan, il 7 -8 ottobre;

- su Alam el Qatrani, il 5 novembre;

- su Alam Abu Hileinat, il 19 novembre.

Il 7 ottobre, una colonna celere della Divisione « Cirene » e una della 23 divisione libica si raccoglievano a Bir Enba. L'indoma!Ili procedevano, per Bir el Mella, su Gabr Abu Ra ydan ove respingevano mezzi corazzati e controbattevano artiglieria nemica. Rientravano nel tardo pomeriggio ai propri accampame nti. P erdite subite: 3 ufficiali e 9 libici feriti.

Il 5 novembre, due colonne del Gruppo Divisioni libiche rinforzate da carri M e protetti da caccia aerea, muovevano su Alam el Qatrani lungo le seguenti direttrici:

- 13 libica: Uadi el Maktila- Aqqaqir Abu H oreira - Alam el Fakhri - Alam el Qatrani;

- 2a libica: Ras e l Dai - Bir el Imma - Alam el Qatrani.

Il nemico si sottraeva al combattimento e reagiva da lontano con artiglierie che all'avvicinarsi delle nostre truppe ripiegavano (1).

(l) Nostre perdite: l uffic iale morto; 2 ufficiali, 12 na z ionali e 6 libici feriti.

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Il 17 novembre, era considerata possibile una azione nemica di disturbo alla nostra preparazione offensiva. Il Maresciallo Graziani scriveva al riguardo al Generale Berti: « Convengo che questo tentativo non potrebbe essere effettuato se non nel vuoto esistente tra la « Cirene » e il Raggruppamento « Maletti per la direttrice di Bir Enba ... E perchè occorre serrare sotto per assumere al più presto il noto dispositivo di marcia in avanti, non rimane che chiudere defini,tivamente il vuoto suddetto, spostando la « 3 Gennaio » (l) nella zona Sauani - Sammalus - Sauani el Khur ...

L'indomani sera il Raggruppamento « Maletti » segnalava il passaggio di mezzi cingolati fra Alam Nibeua e Bir Enba con direzione est-ovest.

Il Comando Armata, informatone dal Comando Gruppo Divisioni libiche, disponeva che un battaglione carri M 11 del l o ra ggruppamento raggiungesse immediatamente il Raggrup pamento Maletti; che una colonna celere della zn Divi sione libica e una del Raggruppamento « Maletti » fossero tenute pronte ad intervenire nella direzione necessaria insieme con la rimanente aliquota di carri medi (rimasti a Sanyet cl Ma' Abdiya); che l'indomani, se l'attacco non fosse avve nu to nella notte, venisse battuto il terreno a sud delle nostre posizioni, in base ai ri sultati della ri cognizione aerea.

Il mattino del 19 il Comando Gruppo Divisioni libiche - informato che l'aviazione aveva spezzonato autoblindo nemiche a Bir Enba e nella zona di Alam Abu Hil eiuat e che mezzi meccanizzati erano fermi a nord-ovest di Alam el H eilif - ordinava che le due preordinate colonne celeri, muovendo rispettivamente dalle posizioni avanzate di Alam el Tummar alle 9,30, e di Alam Nibeua alle 10, puntassero su Alam Abu Hil eiuat (30 Km. a sud di Sidi el Barrani) col compito di esplorare la zona entro un ra ggio di 3 chilometri.

Direttrici :

- colonna celere della 211 libica: Alam el Tummar- Sidi Fallaq - Alam Abu Hileiuat;

- colonna celere del Ra ggruppamento c: Maletti » : Alam Nibeua - Bir el Naga - Alam Abu Hileiuat.

Un'altra colonna celere della za Divisione libica doveva rimanere in potenza entro il caposaldo di Ras el Dai (2).

(1) La Divisione cc.nn. « 3 » era dislocata a sud di T obruch.

(2) Forza deJJa colonna celere della zn div;sione libica: 17 ufficiali, 256 truppa, 16 pezzi (4 da 75/ 27, 4 da 65/17, 4 da 47/32, 4 mitragliere da 20 mm.),

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Alle 12,40 la colonna del Raggruppamento « Malettì », giunta per prima nella località Alam Abu Hileiuat, fatta segno a tiri di artigl icria e attaccata da autoblindo e carri armati, si impegnava in aspro combattimento.

Verso le 13 la colonna della libica prendeva contatto con la colonna del Raggruppamento « MaJetti » e interveniva effettuando tiri contro le artiglierie nemiche e contro forti nuclei di autoblindo che tentavano di avvolgerne da est e da ovest i fianchi. Il nemico, con forze valutate in 60 - 70 tra autoblindo e carri armati e 2 batterie di artiglieria (1), veniva respinto.

Nella fase di rientro alla base, si accendevano vivaci combattimenti di retroguardia n ei quali intervenivano, con azioni di fuoco ad est di Ghot el Démeim , la colonna celere di riserva della 2a. divisione ed il gruppo da 75/27 della colonna « Maletti ».

I nostri carri subivano danni prodotti dalla maggiore potenza dei similari mezzi avversari.

Al combattimento prese parte una nostra squadriglia di aerei Ba 65 che effettuò efficace azione dì mitragliamento a bassa quota sotto la protezione di un gruppo di Cr. 42 che riuscì ad abbattere 6 Gloster nemici.

Tutti i nostri aerei rientrarono alla base.

In una sua relazione sul combattimento del 19 novembre, il Comandante del Gruppo Divisioni libiche (Gen. Gallina) esponeva al Comando della lOa armata le seguenti considerazioni concernenti l'attività delle colonn e celeri organizzate fino a quel momento:

t: Se le colonne celeri concomitanti ha11no lo scopo di tenere Ùl rispetto l'avversario ... sarebbe sufficiente avessero compito di perlustrazione saltuaria nel raggio di 7 - 8 chilometri e quindi, praticamente, nella zona interposta fra Grande Unità e Grande Unità;

- se esse, invece, hanno lo scopo di ricercare e di ingaggiare il combattimento con formazio1li meccanizzate nemiche, per catturare

6 mitragliatrici, 29 automezzi, l motociclisti. Forza della colonna celere del R aggruppamento <c Ma letti >> : 27 ufficiali, 420 truppa, 16 pezzi (6 da 47/32, 4 da 65/17, 6 mitragliere da 20 mm.); 27 carri M, 37 automezzi.

(i) L1 situazione descrittiva dell'Ufficio I de ll a 1()3 armata in data 20 novembre precisa: due squadroni autoblindo, uno squadrone del 1° reggimento carri, un gruppo di artiglieria; di rincalzo, squadroni del 7° ussari.

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e distruggere suoi elementi, non sono idonee - con i mezzi di cui attualmente dispongono - a conseguire tale scopo ... ;

- difatti il nemico contrappone alle nostre colonne celeri (costituite nella migliore ipotesi, da una massa di autocarri trasportanti artiglierie e da una scarsa aliquota di carri armatz) mezzi in complesso più veloci, più potenti e meglio protetti, appoggiati da artiglierie pit't mobili ed a braccio più lungo; dispone di una bene organizzata rete di osservazione e di collegamento e - favorito dal terreno scoperto e facilmente percorribile - può concentrare rapidamente le forze che ritiene necessarie per accettare o imporre un combattimento con esito a lui favorevole.

«Le nostre colonne celeri, per contro, a un dato momento o perchè giunte sull'obiettivo o perchè costrette dall'azione nemica, comrmque per esplicare la loro unica caratteristica positiva, la potmza di fuoco, debbono fermarsi (la sola azione di movimento possibile, quella dei carri, comporta poi tttJ movimento t•etrogrado esiziale per i carri stem). M a le colonne celeri, ad tm certo mometzto debbono fare ritorno alle rispettive sedi, quindi sono costrette ad affrontare la crisi del distacco e del ripiegamento, proprio quando il nemico ha la massa delle proprie forze in potenza o addirittura in azione. E il ripiegamento impone, con l'azione a scaglioni successivamente e reciprocamente appoggiantisi, il dimezzamento delle forze che possano fronteggiare l'avversario, il quale invece raddoppia in comeguenza la propria aggressività ...

« ltl queste aziotJi di combattimento rifttlgerà, come finora ha rifulso, la capacità ed il valore dei nostri comandanti e dei nostri gregari, ma non potremo mai mettere al nostro attivo un chiaro tangibile successo ... ».

In realtà, se le nostre colonne m obili non avevano raggiunto vistosi risultati e non erano riuscite ad ottenere quel serio impegno dell'avversario e dei suoi mezzi corazzati che era stato richiesto dal Capo di Stato Maggiore Generale in concomitanza con l'apertura del fronte greco-albanese, avevano conseguito lo scopo di sottrarre il nostro schieramento statico nella zona di Sidi el Barrani, alle puntate offensive nemiche che, date le condizioni ambientali, avrebbero potuto arrecare perdite sensibili alle nostre unità.

Orientamento operati- L'idea di abbandonare le posizioni di Sidi el vo e movimenti negli Al ti Comandi nel periodo settembre- dicembre

Barrani per ripiegare su una linea meglio rispond ente alle esigenze operative, balenò, ma non assunse consistenza per una serie di considerazioni circostanziali. Nel suo Memoriale presentato a Mussolini nel giugno '43, il Maresciallo Graziani scriveva:

«Una ritirata effettuata sotto la determinante del combattimento del 19 tJOvembre sarebbe stata assolutamente ingiustificata di fronte ad ogni condotta, non solo dell'otwre e dell'orgoglio militare, ma soprattutto della guerra e della storia militare di ogni tempo. Allora pensai, ed ora ripeto che, giunti a quel punto non rimaneva altro che attendere a piè fermo gli avvenimerzti qualunque essi dovessero e potessero essere :.

Se, dunque, per il Comandante Superiore in A.S. - che pur aveva sollevato non poche eccezioni ed aveva fatto esplicite riserve sulla occupazione dì Marsa Matruh (v. pag. 32 e seguenti) - un ripiegamento era da escludere, in realtà tutta la situazione ambientale del momento non era la più favorevole ad accettare la soluzione di una ritirata, anche se ritenuta opportuna e conveniente.

Mussolini non l'avrebbe approvata, per evidenti ragioni politiche e psicologiche, e la premessa logica a tale orientamento del Comandante Supremo era insita nello scambio di vedute, che aveva assunto toni polemici, avvenuto nell 'ottobre allorchè era stata sollecitata da Rom a la ripresa dell'attività offensiva (v . pag. 45).

Quali ansie infatti avrebbe suscitato nel nostro paese e quale sarebbe stata la reazione di Hitler e dell'Alto Comando germanico di fronte ad un ripiegamento delle forze italiane in Africa Settentrionale quando, in quell'infelice periodo autunnale, si era stati costretti ad un ripiegamento in Albania (2 1 novembre) e si era su bita la violazione della base navale di T aranto da parte degli aerosiluranti britannici ?

Inoltre, opinioni espresse da alte personalità tedesche contribuivano ulteriormente a scartare l'ipotesi che da parte nostra si potesse concepire un ripìegamento da Sidi el Barrani sulle retrostanti posizioni di Sollum- H alfaya . Infatti, nel convegno di Innsbruck del 1415 novembre, tra il Maresciallo Badoglio ed il Maresciallo Keitel venne confermato che l'offensiva italiana verso Marsa Matruh avrebbe avuto inizio ai primi di dicembre. Successivamente Hitler, in una

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lettera del 20 novembre a Mussolini scriveva, fra l'altro: « . .. Ora, Duce, considero necessario che tentiate, inoltre, di raggiungere M arsa Matruh quando i preparativi lo consentano, allo scopo di stabiliruì una base aerea che renda possibile di cacciare, anzitutto e definitivamente a forza di Stukas, la flotta britannica da Alessandria, di infestare, poi di mine il canale di Suez a mezzo di aerei da bombardamento a gratzde autotJomia in modo tale da metter/o praticamente fuori dalle possibilità di svolgere un traffico effettivo »

Un siffatto intendimento, divenuto ormai profonda e generale indubbiamente ispirato da motivi poli,tici e soprattutto psicologici - doveva riflettersi immediatamente sulla realtà operativa dell'Africa Settentrionale suggerendo al Comando Superioreunitamcnte alle notizie ed agli avvenimenti recenti, monito di continui incrementi di forze britanniche in Egitto - l'adozione di un nuovo dispositivo nello schieramento delle unità, pronto ad intraprendere Jo sbalzo offensivo verso Marsa Matruh ma, nel contempo, adeguato a fronteggiare possibili iniziative ing lesi verso occidente.

Ed in tal senso il Maresciallo Graziani concepirà cd attuerà (v. pag. 59) un 1nuovo raggruppamento delle unità ai suoi ordini

Ma il quadro dell'ambiente psicologico, nel quale ha le sue radici l'orientamento operativo in Africa Settentrionale, non sarebbe forse completo dei suoi motivi più salien ti se non si accennasse ai movimenti che avvennero in quel tormentato autunno 1940, nei nos tri aJ,ti Comandi.

Il 10 novembre Mussolini, Capo del Governo, Comandante Supremo, Ministro della Guerra, della Marina e dell'Aeronautica, convocava a Palazzo Venezia il Capo di S. M. Generale ed i Capi di S. M. delle tre Forze Armate per esaminare la grave situazione che era venuta a crearsi sul fronte greco-albanese. Nel corso della riunione il Maresciallo Badoglio tenne a ricordare che il Capo del Governo, dopo aver approvato, il 14 ottobre, le conclusioni dello Stato Maggiore sulle premesse necessarie per dar e corso alle operazioni nello scacchiere (20 Divisioni), aveva, l'indomani, (in seguito a pareri espressi dal conte Ciano, dal Luogotenente generale in Albania, Jacomoni e dal Generale Visconti Prasca, comandante delle truppe in Albania) d eciso di attaccare il giorno 26: «i fatti sono quelli che avete esposto - aggiunse - ma di questi fatti non può essere reso responsabile nè lo Stato Ma ggiore Generale nè lo Stato Maggiore del Regio Esercito» (1).

(l) Diario del Comando Supremo - novembre 1940

Successivamente Badoglio , nei colloqui di Innsbruck del 14- 15 novembre, avrebbe detto al Maresciallo Keitel che la decisione di attaccare la Grecia era stata presa da Mussolini dopo che egli (ritenendo le forze insufficienti) aveva espresso parere contrario.

Mussolini rea gì alla presa di posizione di Badoglio consentendo la pubblicazione di un articolo sul giornale «Regime Fascista» diretto da Farinacci (l) che denunziava «q ualche imprevidenza ed intempestività del Comando Stato Maggiore General e» nei riguardi delle operazioni in Grecia.

Badoglio avanzava una richiesta tendente ad ottenere una rettifica all'articolo. .Mussolini non accoglieva la richiesta e Badoglio presentava le dimissioni (il giorno 26) da Capo di Stato Maggiore Generale motivandole con il mancato accoglimento della richiesta stessa.

Le dimissioni, accettate da Mussolini, venivano annunciate il 6 dicembre.

Il Generale Cavallero sostituiva il Maresciallo Badoglio ed il 4 dicembre veniva inviato in Albania, ove la situazione si era aggravata. Sottocapo di Stato Maggiore Generale e Sottosegretario alla Guerra era il Generale Soddu che il 4 novembre veniva nominato comandante di un Gruppo di Armate in via di costituzione in Albania, pur non venendo sostituito nelle due cariche che, soltanto il 29 novembre, erano assunte dal Generale Guzzoni.

Capo di Stato Maggiore dell'Esercito era sempre il Maresciallo Graziani che, di fatto, fin dal mese di luglio si trovava in Africa Settentrionale, quale Comandante Superiore delle FF.AA.

Nuovo raggruppamento delle nostre forze in vista di future operazioni

N. 01/2763 di prot. Op.

Il 25 novembre, il Maresciallo Graziani emanava il seguen te ordine per un nuovo raggruppamento delle unità « i n vista di future operazwm » :

Z.O. 25 novembre 1940

Argomento: Nuovo raggruppamento delle forze.

5·- A.S.

59
( l ) Roberto Farinacci fu Segretario del P artito Fascista dal febbraio 1925 al marzo 1926.

Al Comando 103 armata

Al Comando XXI corpo armata

Al Comando XXII corpo armata

Al Comando Brigata corazzata

Al Comando Artiglierie di matJovra

c, per conoscenza:

Al Comando 5a Squadra Aerea

All'I ntendenza A.S.

a mezzo ufficiale

l. - Allo scopo di meglio assicurare l'azione di comando nell'attuale situazione in vista di operazioni, ho deciso di così raggruppare le Grandi Unità dipendenti:

A) lOa armata.

I settore (Sidi el Barram): comandante Ecc. Gen. Gallina.

Comando gruppo Divisioni libiche: l a divisione libica, 2" divisione libica, 43 divisione cc.nn. c 3 Gennaio» (in 2a schiera).

II settore (Bug comandante Ecc. Gen. Spatocco

Comando XXI corpo d'armata: Raggruppamento « M aletti », D ivisione « Cirene

Divisione « Catan za ro» (in 2a schiera).

III settore (Sollum): comandante Ecc. Gen. Bergonzoli.

Comando XXIII corpo d'armata:

Divisione « M armarica », 13 divisione cc.nn. c 23 2a divisione cc.n .. « 28 Ottobre».

B) Alle mie dirette dipendenze:

Comando XXII corpo d'armata: comandante Gen. Pitassi Man ne/la.

Division e c Sirte » , Brigata corazzata, Comando Artiglieria di manovra.

Il. - N tllla è variato agli ordini · riflettenti movimenti in corso, compreso quello relativo ai ritzforzi destinati al Raggruppamento

6o

c: M aletti». La 2a divisione cc.nn. attualmente impiegata nei lavori stradali, appena possibile si raccoglierà nella zona che sarà stabilita dal Comando di Armata.

III. - Le disposizioni del presente ordine devono avere immediata esecuzione. Prego ricevuta.

Il M aresciallo d'Italia

Comandante Superiore Forze Armate A.S.

Graziani

Successivamente, il 27 novembre, il Maresciallo Graziani invitava il Comandante della lOa armata ad esaminare la convenienza di ridurre il vuoto esistente fra il Raggruppamento « Maletti » e la Divisione « Cirene » allo scopo di evitare possibili infiltrazioni di me zzi meccanizzati n emici:

CoMANDO SUPERIORE FoRZE ARMATE AFRICA SEITENTRIONALE

Stato Maggiore

N. 01/2806 di prot. Op.

Argomento:· Schieramento delle forze .

lì 27 novembre 1940

Al Comando della 10n Armata Posta Militare

Con riferimento a quanto stabilito col foglio 0 1/2763 del 25 c. m. l'Eccellenza il Ma resciallo, comandante superiore, prega esaminare la convenienza di ridurre il vuoto esistente fra il Raggruppamento « M a/etti » e la D ivisione c: Cirene » (circa 30 Km.) allo scopo di evitare possibili infiltrazioni di mezzi meccanizzati nemici.

Sembra si possa raggùmgere lo scopo occupando la zona di q. 192 (ovest di Bir Enba - carta l : 100.000) con un dist accamento (fornito magari dalla D ivisione « Catanzaro »).

Su questo argomento l'Eccellenza il M aresciaLlo ha intrattenuto ieri L'Eccellenza il Gen. Spatocco, nuovo comatJdante del settore Bug Bug.

d'ordine

Il Generale di C. d'A Capo di S. M

Tellera

61

Il Generale Gariboldi, che il 25 novembre aveva assunto il comando interinale della 10a armata in temporanea sostituzione del Generale Berti, chiamato in Italia da pressanti ragioni personali, nel trasmettere al Comando Superiore il progetto del Comandante del XXI corpo d'armata suggeriva qualche variante e - con la lettera appresso riportata - esprimeva il parere che l'occupazione di q. 192 e quindi la chiusura del vuoto nello schieramento in quel punto, sarebbe stata conveniente solo in relazione alla prevista durata della situazione in atto in quel momento; se tale situazione fosse stata di breve durata, non sarebbe stato opportuno fare spostamenti di truppa.

COMANDO lOa ARMATA

Ufficio Operazioni

N. 01/10266 di prot.

Oggetto: Schieramento delle forze.

C.T. lì 5 dicembre 1940

Al Comando Superiore Forze Armate A.S.

Comando tattico

Trasmetto quanto propone il Comando XXI corpo d'armata in relazione all'ordine di codesto Comando n. 01/2806 del 27 novembre u.s. circa la costituzione di un nuovo caposaldo fra gruppo « M aletti » e Divisione « Cirene » :

- giuste le considerazioni di aziotle e t·eazione del nemico;

- giusta la valutazione del terreno;

- la quota di Bir Enba è certo meno soggetta della 192 : punge però nel vivo lo schieramento avversario;

- nella impostazione dell'azione, mentre opportunamente approfitta dell'occupazione della « Cirene », trascura quella pure valida e forse più efficace del Gruppo « Ma/etti » Questi due capisaldi potrebbero non solo limitarsi a tenere pronte autocolonne, ma spostarsi temporaneamente in dentro di qualche chilometro in modo da diminuire l'intervallo ed essere in migliore condizione per proteggere la sistemazione del nuovo caposaldo;

- le forze richieste mi sembrano abbondanti di fanteria e un po' scarse di mezzi anticarro. In primo tempo specialmente accorreranno molti mezzi di fuoco;

- ritengo, così com'è abbozzata l'azione, possibile il successo.

Però osservo:

- dato lo spostamento delle forze meccanizzate nemiche sull'alto nel noto allineamento Bir Enba - Bir Mella - Bir Abu Gureimisc - Bir Kenays (e cioè sulla nostra naturale linea di avanzata) la azione verso Bir Enba dà l'allarme a tutto il sistema e può darsi sia interpretata come inizio d'avanzata con conseguente possibile intenzione di opporvisi decisamente;

- occupato il nuovo caposaldo si imporrà un problema per i rifomimenti che dovranno almeno in un primo tempo svolgersi verso il Raggruppamento « M aletti» o la Divisione « Cirene » (espostt);

- la situazione attuale, specie se migliorata con occupaz ione di qualche punto più avan z ato, mi sembra tale da garantire le infiltrazioni, che di giorno sono viste e di notte devono percorrere parecchie diecine di chilometri in terreno difficile e complicato.

Così stando le cose è da chiedersi se convenga eseguire ora l'occupazione in parola che richiede tempo (specie per l'assestamento) e mez zi non tutti disponibili (non ho disponibili i 105 richiestt.) per ottenere una sistemazione temporanea transitoria capace però di indurre il nemico a rafforzare sempre più una direzione che a noi interessa, mentre lo scopo della sicurezza si può ottenere m igliorando la situazione attuale.

Riconosco, per contro, che l'operazione proposta ha il vantaggio di ambientare nel clima di guerra una Divisione nuova alla linea e che la reazione sopra accennata può entrare nella veduta del piano generale.

E' a mio avviso specialmente questione di tempo. Se si deve rimanere molto nella situazione generale, durante l'occupazione può essere utile perchè salda il nostro schieramento. Se deve essere situazione transitoria, potrebbe convenire rinunciarvi, per ora, per agil'e a fondo a momento opportuno.

Il Vice Comandante Superiore FF.AA. A.S. Gen ltalo Garibaldi

Attivi tà info rma tiva ed ipotesi sulle intenzioni nemich e ( primi d i dicembre 1940)

Il 30 novembre, il nostro Servizio Informazioni (S .l.M.) dava un'ampia sintesi d ella situazione politico-militare, della quale sottolineava la particolare delicatezza in quel momento.

Nei riguardi dell'Egitto, veniva rilevato:

- il notevole aumento degli effettivi britannici, la cui forza com p lessiva era calcolata a circa 300.000 uom ini, ivi compresi gli Egiziani ed i contingenti d ei Domini;

- la grande disponibilità di m ezzi meccanizzati;

- la costituzione recente di nuove u ni tà corazzate, dotate di mezzi giudicati particolarmente idonei ad agire in ambiente desertico.

Se ne desumeva la possibilità dell'inizio di una offensiva inglese a breve scaden za.

Il Comando d ella lOa armata integrava il quadro delle in formazioni con notizie ricavate dall'osservazione aerea spinta in profondità e con dati desu nti dai propri organi informativi, riuscendo a localizzare ed accertare:

- la presenza di 324 mezzi meccanizzati nella zona ad ovest di Marsa Matruh - Bir Kenayis e di altri 215 m ezzi nella zona ad est della precedente;

- movimenti di truppe che erano palese indizio o di un cambio di reparti corazzati o di un addensamento di essi sulla fronte;

- intensificata frequenza di visite alle unità in prima linea da parte di Com andi;

- presenza nella zona avan zata di nuovi battaglioni ;

- aumento di reparti di artiglieria.

Sulla base di tale situazione redatta dall'Ufficio Informazioni in data 2 dicembre ed in attesa di ul1teriori notizie, il Comando di Armata formulava varie ipotesi sugli intendi me n ti operativi britannici :

«- il nemico ritiene imminente una nostra offensiva e si prepara ad ostacolar/a violenteme n te;

«- il nemico si attesta in forze sulla fronte per mascherare utz periodo di crisi dovuto alla partenza di forze per la Grecia ;

« - il nemico effettua un normale cambio di reparti rinforzando lo schieramento per alleggerire il servizio di osservazione dei 1·eparti in linea;

«- il nemico vuol tentare un'azione a raggio limitato contro qualche nostro presidio».

Nella sua valutazione del grado di attendibilità delle varie ipotesi, il Comando di Armata, pur non escludendo la possibilità di una azione offensiva che si fosse ripromesso lo scopo limitato di un successo locale da sfruttare ai fini propagandistici, era più propenso a ritenere maggiormente probabile una delle prime tre ipotesi, dato il loro carattere prettamente difensivo.

Successivamente (4 dicembre) il Comando Superiore A.S. comunicava che, secondo risultati comparativi delle ricognizioni aeree, le modifiche allo schieramento avversario consistevano in un alleggerimento di mezzi lungo la fascia costiera ed in un aumento di essi in corrispondenza della zona desertica, particolarmente lungo l'asse Bir

Enba - Bir Mella - Bir Abu Gureimisc - Bir Kenayis e verso le comunicazioni che da Sidi el Barrani si irradiavano in direzione sud e sud-est.

Il Comando di Armata nella situazione del 5 dicembre considerava che l'aumento dei reparti rilevato negli ultimi giorni anche lungo la fascia costiera, la loro maggiore attività ed aggressività, nonchè le notizie di spostamenti di fo rze terrestri (a ncora imprecisate) verso il deserto occidentale, pur non d estando preoccupazioni sulla fronte c sulle retrovic, potevano lasciare dedurre le intenzioni del nemico; queste deduzioni, sebbene generiche, inducevano a modificare alquanto quelle formulate sulla situazione descrittiva del 2.

L'indomani 6, il S.l.M. inviava al Comando Superiore Africa

Settentrionale il seguente telegramma: «Attività nemica itztensificatasi d in particolare azioni pattuglie su fronte Divisione c Cirene » poste relazione notizie non controllate ma comìstenti di offensiva bt·itannica contro posizioni italiane in Africa potrebbero costituire indizi prossima attuazione intendimenti operativi in deserto occidentale. Per contro larghe ùzterruziotzi stradali effettuate su strada litoranea et voci diffusesi recentemente Cairo circa nostra prossima offensiva verso M arsa M atruh per sollevare opinione pubblica depressa da insuccessi Grecia farebbe escludere predetta ipotesi Preghiera seg nalare vostre imp1·essioni » (1).

(l) Ad interruzioni in più punti, con tagliate c con tratti minati, accennava la memoria del 15 ottobre del Comando Superiore A.S Le larghe interruzioni stradali cui fa rifer imento il S.l .M. erano swte così precisate in u n telegramma del Comando Superiore A.S. in data 5 dicembre : «Situazione aJ

Il Coman do Superiore rispo ndeva, il 7 : «In corso accertamenti per stabilire se vi sono elementi nuovi nella situazione nemica che per ora non appare sostanzialmente mutata. - Gen. T e/lera ».

Tutti i Comandi di Grande U n ità restavano orientati sulle linee generali della nostra offensiva in preparazione.

L e D ivisioni metropolitane del XXI corpo d'armata, avrebbero avanzato con direttrice Sidi el Barrani - Marsa Matruh scavalcando le Divisioni libiche (l a e za); il Raggruppamento libico «Ma lotti» (alle dipendenze del Comando Superiore A.S.) avrebbe dovuto operare, quale ala destra marciante, nella zona immediatamente a nord della depressione di el Qattara, per aggirare le difese di Marsa Matruh. A nessuno però, sfuggiva la contin ua afflue n za di forze c di mezzi corazzati avversari nella zona ad ovest di Marsa Matruh e quasi fino a contatto dello schieramento avanzato delle nostre unità di prima schiera. L'ipotesi, quindi, dì una prossima offensiva britannica si affermava sempre più avvalorata anche il giorno 7 da informazioni raccolte in sede di interrogatorio prigionieri secondo le quali i Britannici si apprestavano ad attaccare entro una diecina di giorni.

Verso la metà di ottobre il Generale W avell, ritenendo ormai improbabile u n a ripresa immediata della nostra avanzata, com i nciò a considerare le opportunità di un'azio ne offensiva a raggio ristretto. Il 20, inviò una nota personale al Generale Wilson invitandolo ad esamjnarc la possibilità di un attacco alle due frontiera oricmale. aerea ha rilevato interruzione della lùoranea Sidi el Barrani - Morsa Matruh per un tra/lo circa di 47 chilometri con inizio al 35° Km est da Vadi el Maktila. Tale interruzione COTISÌste in lunghi tratti di scavo nel piano stradale dove compaiono anche putrclle ancorate al terreno et crateri dovuti at brillamento di mint:. Il ponte sullo Vadi Haleyitz est saltato et interruzione sembra quivi difesa per presenza di postazioni in barbetta scopate nel terreno ad iacente >> .

Intendimenti operativi britannici secon do documen ti i nglesi (l )

Al riguardo nel Memoriale Gr:lziani è detto: 11 l/ 24 novembre un elemento nuovo appariva all'ossa-vazione aerea c cioè un'inta-ruzione praticata lungo l'asfaltata Sidi el Barrani - Marsa Matruh Bisogna concludere che quelle interruzioni fossero già state praticate subito dopo la nostra occupazione di Sidi el Barran.i e che ne fosse sfuggita l'osservazione alla nostra ricognizione aerea».

(l) Rapporto sulle operazioni nel deserto occidentale egiziano d al 7 dicembre 1940 al 7 febbraio 1941, presentato il 21 giugno 1941 al Segretario di Stato

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estremità della nostra linea: con la 7a divisione corazzata, rinforzata da qualche battaglione mobile di fanteria, contro il nostro fianco destro sulla scarpata presso Sofafi e con la 4a divisione indiana, rinforzata possibilmente da una Brigata addizionale, contro campi trincerati immediatamente ad est di Sidi el Barrani, presso la costa. Qualora gli attacchi iniziali avessero sortito buon esito, la Divisione corazzata avrebbe potuto sfruuare il successo verso nord e la 4a divisione indiana verso ovest. Gli obiettivi non erano fissa ti. Le truppe destinate all'azione dovevano essere tutte motorizzate e in grado di coprire, in due successive notti, la distanza intercorrente fra gli opposti schieramenti per poter attaccare il mattino seguente. L'operazione non avrebbe dovuto durare più di 4 o 5 giorni, essendo i rifornimenti predisposti per sole 5 giornate di autonomia.

Dopo un ulteriore esame del piano offensivo da parte dei generali Wavell, Wilson (l) ed O' Connor (2), fu abbandonata l'idea di attaccare i gr uppi di campi trincerati di Sofafi perchè situati su una scarpata rocciosa impraticabile ai carri armati e in considerazione della maggior distanza daJla base di partenza. Venne invece stabilito di portare l'attacco contro il centro del nostro schieramento contenendone i fianchi, sulla costa ed a Sofafi, con poche forze. Fu considerato anche il rischio insito nella sosta per un'intera giornata nell'aperto deserto; venne però deciso di affrontarlo.

li Generale Wavell dispose che fosse iniziato subito l'esame particolareggiato dell'operazione.

Eden, Segretario di Stato per la guerra (che era giunto il 15 ottobre al Cairo) approvò il piano e promise il massimo appoggio per l'assegnazione di un rinforzo aereo, ritenuto indispensabile dal Comandante lo scacchiere.

L'offensiva era in progetto per l'ultima settimana di novembre. Fu poi previsto un breve rinvio per ultimare l'approntamento delle artiglierie e dei mezzi addizionali di trasporto.

Alla fine di ottobre, la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Grecia - incidendo sull'atteso rinforzo aereo ed imponendo l'allontanamento dal deserto occidentale di cannoni contraerei, di truppe

per la guerra dal Gen. Archibald P. Wavell comanclan.re in capo del Medio Oriente (s upplemento alla « London G azete n del 26 giugno 1946).

{l) 11 Gen. Wilson era responsabile della situazione al Cairo e della condotta della ca mpagna libica.

{2) Il Gen. 0' Connor era comandante delle for ze del deserto occidentale poi trasformate in XIII Corpo.

del genio e trasporti, destinati al fronte greco - m ise in forse l'esecuzione dell'operazione.

Ma l'intervento della Segreteria di Stato consentì al Comando inglese di non abbandonare i propri piani ed, in attesa dei promessi rinforzi aerei, ne fu solo rinviata la data d'inizio alla fine della prima settim ana di dicembre.

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AMBIENTE NATURALE E fORZE CONTRAPPOSTE

Il

Il teatro delle operazioni (schizzo 8)

Nel volume « La preparazione al conflitto.

- L'avanzata su Sidi el Barrani » (l) sono inseriti estesi cenni geografici riferiti all'intero territorio della Libia; nel volume « Seconda offensiva britannica in Africa Settentrionale e ripiegamento italo-tedesco nella Sirtica Orientale » (2) sono indicate le caratteristiche geo-topografiche della Cirenaica e della Marmarica. Nel rinviare a queste fonti per un più vasto inquadramento generale del terreno, vengono qui di seguito accennati brevemente e genericamente i caratteri morfologici ed operativi dell'ambiente nel quale si sviluppò la prima offensiva britannica fra il 9 dicembre '40 ed il 7 febbraio '41.

Seguendo, poi, le varie fasi operative, saranno di volta in volta forniti maggiori particolari sulle caratteristiche topografiche delle singole zone di combattimento, messe in relazione con la indicazione de gli apprestamenti difensivi in esse realizzati.

Il terreno interessato alle operazioni relative alla prima offensiva britannica è delimitato:

- a nord dal Mare Mediterraneo;

-a est dal 28° longitudine est (est Marsa Matruh) ;

-a sud dal 29" latitudine nord (parallelo delle oasi di Siwa, Gialo, Marada);

- a ovest dal 19° longitudine est (meridiano di El Agheila).

Le dimensioni e le distanze del territorio interessato alle operazioni sono piuttosto rilevanti ed incideranno in maniera determinante nello sviluppo dell'offensiva.

Nel senso dei meridiani l'ampiezza va da un minimo di circa 200 chilometri 'tra El Agheila e Marada ad un massimo di oltre 450 tra

(l ) Pubblicato dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito nel 1955.

(2) Edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore deU''Eseroito nel 1949.

Apollonia e Gialo per fermarsi su una media di 300 chilometri nella rimanente estensione. Nel sonso dei paralleli, Marsa Matruh dista in linea d'aria 250 km da Sollum, 800 da Bengasi e 900 dal El Agheila; è evidente dunque che la maggior par·te dell'area sata alle operazioni era in territorio italiano (la Cirenaica) mentre soltanto un terzo trovavasi in territorio egiziano.

In considerazione che alle operazioni sono interessati il territorio egizia no e quello cirenaica, l'accenno alle caratteristiche morfologiche viene riferito, separatamente, all'Egitto (Deserto Occidentale ziano) ed alla Cirenaica:

Deserto Occidet1tale Egiziano: si estende dalla valle del Nilo al confine cirenai ca fondendosi con il r etroterra marmarico.

Dal mare verso l'interno presenta una costa rocciosa, importuosa, poco frastagliata, lagunosa ad est di Sollum; quindi una fascia neggiante, dal fondo sodo ed arido, che ha un'altitudine variabile fra i 50 ed i 150 metri ed una profondità che, dai 5 10 chilometri tra Marsa Matruh e Sidi el Barrani, si estende, gradualmente, verso sud sino a raggiungere un massimo di una trentina di chilometri ad ovest di Sidi el Barrani per poi gradualmente diminuire verso ovest fino ad annullarsi, quasi, a Sollum. Successivamente un altipiano - tavolato cakareo dalle quote massime di 220 metri - il cui limite con la pianura è costituito da un gradino che sviluppandosi da Bardia verso Sollum, prosegue in territorio egiziano con andamento ovest - sud-est e, per una settantina di chilometri (oltre la località di Bir Sofafi), cade ripido sulla pianura o direttamente sulla costa (ciglione di Sollum) là dove la fascia pianeggiante è quasi stente; ad oriente di Bir Sofafi e sempre verso la zona pianeggiante a nord, come parimenti ad digrada dolcemente a piano inclinato.

Trattasi di un tavolato pietroso, aspro e, per vaste estensioni, coperto da dune di sabbia disposte in lunghissime catene orientate a nord - nord-ovest.

Cirenaica: si presen ta subito, per chi viene dal mare, come un altipiano rilevato, molto ripido verso il Mediterraneo e dolcemente degradante, anzi pressochè pianeggiante, verso il sud. Costituisce una tozza penisola di natura calcarea. Orograficamente è caratterizzata da un altipiano ma ssiccio (Altipiano di Barca), di diversa a seco nda del gradino che si considera (il più alto giunge a m), che costituisce un tavolato elevato e pian eggiante di tipo africano.

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Questo altipiano - chiamato Gebel Achdar o Montagna Verde - ha ai suoi piedi verso il mare una fascia costiera larga circa 20 km all'altezza di Bengasi, che si va man mano restringendo verso nordest fino a sparire nella zona di Tolemaide. La costa si presenta senza porti e senza insenature.

Non appaiono dune e cumuli di sabbia, ma polvere di calcare che con la pioggia si cementa e forma una crosta (panchina). Nella pianura di Bengasi troviamo infatti la forma di duna, consolidata superficialmente e che talvolta assume la forma di terrazzo.

Sia a nord, verso la striscia costiera o direttamente sul mare , sia ad est, l'altipiano declina con tre ripidi salti.

Il ciglio superiore è molto accidentato e rotto da gole e doline; raggiunge la quota massima al Marabutto di Sidi Mohamed el Homri presso Slonta (880 m). A nord di esso si estende, in modo discontinuo, a quote 450-650 metri (Cirene) un gradino a superficie variata da colline e da valli carsiche; esso con altro ripido salto, sovrasta il gradino più basso (250 motri di quota) che ha larghezza variabile ed è assai rotto.

Verso sud l'altipiano gebelico-cirenaico digrada dolcemente, solcato da numerosi impluvi (« uidian » ), su una zona di bacini chiusi costituenti la regione delle Balte; bacini che nella stagione delle piogge si trasformano in stagni temporanei. A sud della regione delle Balte si stende, per oltre 1000 km, il desento sassoso (Serir), ad una quota media di 150 metri, tagliato, nel senso dei paralleli, da un solco depresso, talvolta al disotto del livello del mare, detto «Solco delle oasi » del 29° parallelo; sono le note oasi di Marada, Gialo, Giarabub, che •trovano proseguimento in Egitto !flell'oasi di Siwa.

Nella sua parte nord-orientale, il territorio cirenaico confina con l'Egitto attraverso la Marmarica, che presenta lllna fascia costiera arida, profonda 6 -7 chilometri ad ovest di Tobruch, incisa in senso sud-nord - da numerosi impluvi (« uidian ») asciutti, ripidi e profondi; ha un litorale movimentato e ricco di scogli: vi si notano i golfi di Tobruch e Bomba. A sud della fascia costiera, un altipiano stepposo, desertico, che raggiunge quote massime poco superiori a 200 metri e, verso il mare, scende con due gradini scoscesi, verso sud digrada dolcemente a piano indina:to sulla zona deser·tica, sassosa, che si va a congiungere con l'altipiano del Sahara.

Ad ovest, l'altipiano cirenaico precipita con ripido salto sulla fascia pianeggiante a meridione di Bengasi; pianura che si distende più ampia a sud di Antelat per saldarsi poi con il bassopiano della

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Sirtica, stepposo, in parte desertico, talora sabbioso con dune, talora paludoso - specie in vicinanza della costa - inciso, con andamento parallelo, dallo Uadi el Faregh.

Possibilità operative Un'offensiva condotta dal territorio eg1z1a( schizzo 9) no verso quello cirenaico trova le più favorevoli condizioni ambientali e di movimento in prossimità della costa, sull'asse della grande Litoranea libica, ove incontra gli obiettivi principali quali la base navale di Tobruch ed il centro di Bengasi.

Sussidiaria a questa può essere considerata una direttrice mcriàionale, non disgiunta dalla prima in quanto, muovendo da Siwa, per Giarabub e Gialo, può condurre alla costa sirtica.

L'asse costiero ha uno sviluppo itinerario fra località che presentano utilità ed interesse di carattere tattico e logistico: 140 chilometri tra Marsa Matruh e Sidi el Barrani su strada in gran parte asfaltata e con buone possibilità di movimento fuori strada per mezzi cingolati c con ruote; 80 chilometri da Sidi el Barrani a Sollum su rotabile da noi costruita ed asfaltata in previsione del proseguimento dell'avanzata verso Marsa Matruh. Tra Marsa Matruh e Sollum il terreno non presenta ostacoli od appi gli naturali di alcun rilievo, ai una difesa fronte ad est possa appoggiarsi efficacemente per frenare un·avanzata verso ovest.

Da Sollum a Tobruch, per Rido tta Capuzzo - Bardia, sono 143 chilometri di ottima strada asfaltata. Prima di immettersi in territorio cirenaico, la rotabile a.nraversa il noto ciglione di Sollum, aspro ed impervio, che si distende poi verso sud-est per 60 chilom etri, in territorio egiziano; esso può essere superato da veicoli cingolati e ruotati, o sulla rotabile stessa (per Sollum) o per la stretta di Halfa ya o per la località di Bir Sofafi (50 chilometri a sud-est di Sollum).

E' evide nte dunque che questo gradino situato sull'altipiano del deserto occidentale egiziano rappresenta, relativamente, un buon appiglio naturale al quale la difesa può appoggiarsi per frenare la progressione avversaria sulla direttrice costiera: trattasi peraltro di una difesa limitata nel tempo e nello spazio in quanto l'ostacolo, non solo non ha profondità di alcun rilievo per una difesa di lunga durata attraverso resistenze successive, ma può essere facilmente aggirato da sud, ad ampio raggio, attraverso il deserto ove è possibile il movi-

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mento di mezzi meccanizzati. Prima di raggiungere Tobruch, il gradino dell'altipiano marmarico che domina tale località può consentire di interrompere la rotabile che, comunque, può essere aggir ata da sud su un terreno di non difficile percorribilità.

Da Tobruch a Derna vi sono 170 chilometri senza ostacoli di alcun rilievo operativo: il gradino di Ai n el Gazala, che interrompe l'asse litoraneo elevandosi un centinaio di metri sulla baia omonima, non ha nè ampiezza nè profondità ed è facilmente aggirabile immediatamente a sud.

Da Derna a Bengasi vi sono 243 chilometri: la direttrice costiera si sviluppa sempre sulla grande arteria litoranea che attraversa il Gebel cirenaica e sfocia quindi nella piana a nord di Bengasi.

Da Lambuta (ovest di Berta) sino a Barce, la grande strada litoranea si biforca in due rotabili, gebelica settentrionale (per Beda), gebelica meridionale (per Slonta - Maraua). Tra Berta e Slonta la strada si snoda su terreno accidentato, di difficile percorribilità.

Una linea ferroviaria, inoltre, collega Barce a Bengasi, per El Abiar.

L'Altipiano di Barca non presenta ostacoli naturali di una certa consistenza che possano essere di valido appoggio alla difesa, per imporre un arresto, od, almeno, un efficace freno, al movimento avversario verso ovest: il ciglione sull'altipiano che domina Derna, lo Uadi Derna, il terreno accidentato tra Barce e Slonta, il gradino del Gebel ad ovest di Barce prima di scendere nella piana di Bengasi, possono essere considerati ostacoli «locali», perchè non presentano nè ampiezza nè apprezzabili e, comunque, possono essere aggirati a breve raggio. Tutto il promontorio cirenaica può essere altresì aggirato lungo la strada che da Sollum e da Tmimi va ad El Mechili

- El Abiar - Bengasi o, a raggio più ampio, lungo la direttrice che da E l Mechili per la regione delle Balte, Msus, porta ad Agedabia ed Ez Zuetina sulla costa sirtica.

Da Bengasi ad El Agheila vi sono 280 chilometri lungo i quali la rotabile asfaltata si snoda nella regione pianeggiante della Sirtica, priva, anch'essa, di ostacoli naturali di rilievo. Unico appiglio, peraltro molto modesto e che può essere utilizzato per rendere più diff icoltoso il movimento delle forze avversarie, può essere rappresentato dalle zone, paludose in vicinanza della rotabile, e sabbiose con dune nell'area tra Agedabia ed El Agheila. Lo Uadi el Faregh non può essere utilizzato quale ostacolo, in quanto il suo corso è parallelo alla direzione di movimento delle forze avversarie (est-ovest).

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6.- A.S.

Per concludere, la direttrice operativa costiera offre buone possibilità operative ad uni tà meccanizzate mentre non presenta alcun ostacolo di rilievo, alcuna linea di appigli e di posizioni, tali da rendere possibile imbastire un sistema difensivo per opporre una efficace resistenza alle forze avversarie che muovono verso occidente.

Il ciglione di Sollum, i gradini di Tobruch e di Ain el Gazala, il ciglione di Derna non sono delle linee difensive, ma piccole posizioni atte ad una difesa « locale » e di breve durata.

La direttrice meridionale ha una importanza del tutto secondaria; tuttavia può portare un buon contributo alle operazioni sulla direttrice costiera in quanto consente di raggiungere la Sirtica su distanze più brevi che non quelle da percorrere sull'asse litoraneo lungo l'arco della costa cirenaica. Essa, sviluppandosi lungo il parallelo delle oasi, cioè in zone in cui vi è possibilità di vita c quindi di facilitazione per il movime nto, può essere considerata una direttrice operativa dello scacchiere in esame. Da Si wa a Giarabub si snoda per 140 chilometri su una strada a fondo naturale, percorribile da mezzi con ruote; da Giarabub a Gialo è una pista automobilistica di 340 chilometri; da Gialo si può raggiungere l'oasi di Marada (225 km) e poi El Agbeila, su pista camionabile, od anche Agedabia (220 km) su rotabile a fondo naturale. Il terreno sul quale la direttrice si snoda è di agevole percorribilità per mezzi meccanizzati e n on presenta ostacoli naturali di rilievo che possano incidere sulla continuità del movimento.

Lavori di fortificazione In occasione della guerra italo - etiopica, in conseguenza della tensione italo - inglese erano stati iniziati, nel 1936, i primi lavori di fortificazione intorno a Bardia e Tobruch: scopo primo dei la vori di fortificazione era di m antenere il possesso delle piazzeforti proteggendo dall'azione delle artiglierie di piccolo calibro la prima, di medio calibro la seconda. L e cinte fortificate che avrebbero dovu to essere costituite da una duplice serie di opere campali, avevano, rispettivamente, uno sviluppo di 33 e di 50 km.

Nel gennaio 1937, in all'.ilnasprimento dei rapporti con la Francia, fu de ciso di provvedere a fortificare il confine libico-tuoisino (Tripoli, Zuara e Nalut).

La Commissione Suprema di Difesa nel gennaio 1938 riesaminò il problema del potenziamento militare della Libia e, per l'esecuzione di lavori difensivi, ottenne un secondo stanziamento di 60 milioni ripartito in 4 esercizi dal 1938 al 1941.

Nel gennaio 1940, fu ordinato, da parte degli organi centrali, il consolidamen:to di tutta l'organizzazione di difesa in Libia. Nei riguardi di Bardia e di T obruch bisognava provvedere: alla sistemasenza soluzione di continuità, del fosso anticarro; al blindamento delle postazioni «in barbetta» dei ridotti della linea esterna; alla sistemazione dei comandi e degli osservatori in ricoveri capaci di resistere all'azione dei medi calibri; alla costruzione di ricoveri in caverna per i rincalzi. Il progetto, che importava l'onere di oltre duecento milioni di lire, venne approvato nell'aprile del 1940.

All'inizio della campagna, però, l'organizzazione difensiva di Bardia aveva una struttura poco più che campale e risultava armata solo in parte; Tobruch invece presentava apprestamenti di più avanzata costruzione. Entrambe le « piazze » avevano una sola linea di opere e non esistevano, nè una seconda linea, nè bretelle, nè fossati anticarro.

Schieramento e consistenza delle forze contrapposte nello scac· chiere libico - egiziano ai primi di dicembre

1940

FORZE ITALIANE

ESERCITO (schizzo 10)

lOa ARMATA, comandante: Gen. Italo Gariboldi (aveva sostituito definitivamente il Gen. Mario Berti).

l o SETTORE: Sidi el Barrani (Gen. Sebastiano GallÌina).

CoMANDO GRUPPO DIVISIONI LIBICHE.

l a DIVISIONE LIBICA (Gen. Giovanni Cerio), all'Dadi el Maktila, con un battaglione a Sanyet Abu Gabeira:

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l • e 2• ra ggruppame nto fanteria libica su 3 btg. ciascuno, l compagnia cannoni d a 47/32,

l raggruppame nto artiglieria libica su 2 gruppi da 77 /2 8 ,

II battaglione mi S>to genio, l gruppo da 75/27 (in rinforzo),

2 batterie da 65/ 17 (i n rinforzo), l batteria da 105/28,

l compagnia cannoni da 47/32.

2a DIVISIONE LIBICA (Gen. Armando Pescatori), ripar tita fra i capisaldi di Ras el Dai ed Alam el Tummar:

3• e 4" raggruppamento fanteria libica su 3 btg. ciascuno, l compagnia cannoni da 47/32,

2" raggruppamento artiglieria libica su 2 gruppi da 77 f 28, I battaglione misto genio, l gruppo da 75/27 (in rinforzo), l gruppo da 105/28 (in rinforzo),

2 batterie da 65/ 17 (in rinfo rzo),

IX battaglio ne carri L (in rinforzo), l compagnia cann o ni d a 47/32 (i n rinforzo).

4a DIVISIONE c<:.nn. « 3 GENNAIO » (Geo. Fabio M erzari) a Sidi el Barrani (1):

2 legioni cc.nn. c iascuna su 3 btg. , l btr. da 65/ 17, l cp. mortai da 81, l compagnia cannoni da 47/37, l battag lione mi traglieri, l reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/2 7 ed l gruppo da 100/17, battaglio ne misto ge nio, l gr upp o d 'artiglieria da 105/28 (in rinforzo), l gruppo d 'artiglieria da 75 C.K. c.a.

(l) Nei giorni 2, 3 c 4 dicembre la Divisione cc nn. << 3 Gennaio '' aveva sostituito la Di visione cc.nn « 23 Marzo>> a Sidi el Barrani trattenendone parte delle artiglierie (6 pezzi da 47, 3 mitragliere da 20 m.m. e 3 fuciloni anticarro).

t' SETTORE: Bug-Bug (Gen. Carlo Spatocco).

CoMANDO XXl coRPo o'ARMATA.

RAGGRUPPAMENTo LIBICO « MALETTI » (Ge n. Pietro Maletti) ad Alam el Nibeua e Alam el Iktufa (1):

l o gruppo di 5 btg. Jibici, 2o gruppo di 2 btg. libici , l battaglione sahariano,

l gruppo artiglieria su 3 btr. da 65/ 17,

l gruppo da 75/27,

2 compagnie cannoni da 47/32,

l compagnia mortai da 81,

II battaglione carri M 11 , l btr. art. da 105/28.

DIVISIONE « CIRENE » (Gcn. Alessandro De Guidi), in zo na Alam el Rabia - Bir Sofafi:

2 reggimenti fanteria ciascu no su 3 btg., l cp. mortai da 81, l btr. da 65/17,

l compagnia cannoni da 47/32,

l battaglione mitraglieri,

l re ggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/27 ed l da 100/ 17,

l battaglione misto genio,

l gruppo artiglieria da 105/28 (in rinforzo),

l gruppo arrtiglieria da 100/17 (in rinforzo),

l gruppo artiglieria da 75/27 (in rinforzo),

2 batterie da 65/ 17,

l compagnia cannoni da 47/32.

DIVlSIONE (Gc n. Giuseppe Amico), in zona Alam Samalus (sud-est di Bug-Bug) (2):

2 reggimenti fanteria, ciascuno su 3 btg., l cp. rnol"tai da 81, l btr. da 65/17,

(l) Alla fine di novembre il Raggruppamento cc Maletti >> - già dipendente d al Comando Gruppo Divisioni libiche- passava alle dipenden ze del Comando XXI C. A. Nella sul 9 dicembre tornò alle dipendenze del Gen. Gal lina.

(l) La Di,·isione cc Catanzaro» era stata dislocata nella zona di Bug-Bug, ai primi di dicembre, proveniente da Gambut - Bardia.

79

l battaglione mitraglieri, l compagnia cannoni da 47/32, l reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/27 ed l da 100/17, l battaglione misto genio.

3o SETTORE: Sollum (Gen. Annibale Bergonzoli).

CoMANDO XXIII coRPO D'ARMATA.

l n DIVISIONE cc.NN. « 23 MARzo » (Luog. Gen. Francesco Antonelli) a Bardia:

2 legioni cc.nn., ciascuna su 3 btg., l cp. mortai da 81, l btr. da 65/17, l battaglione mitraglieri , l compagnia cannoni da 47/32, l reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/27 ed l da 100/17.

23 orvrsroNE cc.NN. « 28 0TIOBRE » (Luog. Gen. Francesco Argentino) in zona Sollum-Halfaya (1):

come la Divisione cc.nn. « 23 Marzo :), meno 2 gruppi art. da 75/27.

DIVISIONE « MARMARICA » (Gen. Ruggero T racchia), in zona Sidi Ornar - Gabr bu F ares:

2 reggimenti fanteria ciascuno su 3 btg., l cp. mortai da 81, l btr. da 65/ 17:

(l) La Divisione cc.nn. << 28 Ottobre>> disseminata fin dai primi di ottobre per laYori stradali da Sidi el Barrani a Berta si raccoglie\'a ai primi di dicembre a Sollum.

A partire dal giorno 5 incominciarono ad affl uire a Sollum i reparti da Tobruch e il battaglione genio, poi quelli da Sidi el Barrani.

Al mantino del giorno 8 erano giunti: il Comando della Z38a legione cc.nn., il 138° btg. cc.nn.; 2 cp. ridotte del 140° btg. cc.nn.; il Comando della 231a leg1one; il 131 o e 132° btg. cc.nn.; il 202° btg. ge nio (meno la cp. artieri); il zozo btg. rntr. divisionale; il III gruppo da 100/ 17; il 135° c 145° blg. auto· portato da Sidi cl Barrani raggiungeranno Sollurn il 9; la cp. mitraglieri (meno un plotone attaccato da mezzi corazzati ad est di Bug-Bug) verrà trattenuta a Bug-Bug per rinforzare, in posto, una irnprov,-isata difesa.

Non rientreranno alla Oi,-isione neppure i 2 gruppi da 75/27 distaccati fin dall'avanzata su Sidi el Barrani presso le Divisioni libiche nè il bal!taglione cc.nn. alle dipendenze della Divisione " Sirte '' ·

Bo

l battaglione mitraglieri, l compagnia cannoni da 47/32, l reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/27 ed l da 100/ 17, baMaglione misto ge nio, 2 compagnie cannoni da 47/32, 2 batterie da 65/17, LXII battaglione carri L.

FoRZE DELLA « P L>\ZZA DI TosRucH:

g.a.f. (fanteria): uomini 2300, 2 reparti misti del genio, 2 raggruppamenti artiglieria g.a.f., XXI battaglione costiero libico, R. N. « San 2 gruppi da 20 mm., 10 batterie della Marina.

FoRZE DELLA «PIAZZA • DI BARDIA:

g.a.f. (fanteria): uomini 2500

gruppo squadroni mitr. da posizione, 3 compagnie cannoni da 47/32, ra g5r uppamento artiglieria g.a.f. (17 batterie), V gruppo da posizione costiero e c.a., XVII gruppo da 75 / 27 . 2 batterie da 75/27.

PRE SIDIO 01 GIARABUB:

l compagnia libica automitragliatrici, l compagnia fucili eri, 4 compagnie libiche mitr. da posizione, 2 pezzi da 65/ 17, 4 pezzi da 20, 6 pezzi da 47/32.

PRESIDIO DI EL GARN U L GREIN:

elementi della g.a.f.

PRE sro1o DI ScEGGA:

dementi della g.a.f.

8 r

PRESIDIO DI SCEFERZEN:

elementi della 43 Divisione cc.nn. « 3

SAHARA LIB ICO (schizzo 10).

SETIORE CuFRA :

2 compagni e libiche mitr. da posizione, l compagnia sahariana, l compagnia sahariana da 20 mm.

SETIORE GIALO:

l battaglione mitraglieri, l battaglione libico complementi, l compagnia da 47/32, l batteria da 20, l compagnia sahariana.

Lo schieramento delle nostre truppe rispondeva al duplice criterio di attesa per lo sbalzo in avanti e di sicurezza e copertura per la prevista offensiva inglese.

Le singole D ivisioni erano sistemate in capisaldi campali aventi, in genere, tracciato circolare; una aliquota delle forze era, in qualche caposaldo, m otorizzata e si teneva pronta ad accorrere in soccorso dei capisaldi contigui che fossero stati attaccati. Abitualmente, però, i pochi automezzi disponibili erano impiegati, durante la n otte, per i rifornimenti.

ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL COMANDO SUPER IORE A.S.

CoMANDO XXII CORPo o'ARMATA (Gen. Enrico Pitassi Mannella).

DrvrsioNE « SJRTE » (Gen. Vinconzo Della Mura), dislocata sulla Litoranea, all'altezza di Gambut:

2 reggimenti fanteria , ciascuno su 3 btg. ed l btr. da 65/ 17,

l reggimento artiglieria su 2 g rupp i da 75/27 ed l da 100/ 17, battaglione misto del genio,

2 battaglioni paracadutisti a Barce.

CoMANDO DI MANovRA:

10° e 20° raggmppamento artiglieria di C.A.

Nella zona tra Marsa Lucch e la Litoranea erano, inoltre, in corso di radunata, il l o ed il 2o raggruppamento carrista, con i quali il Comando Superiore costituì una Brigata corazzata speciale, quale massa di manovra alle sue dirette dipendenze, così formata:

I battaglione carri M 11 ,

III battaglione carri M 13 (l),

XXI battaglione carri L, LX battaglione carri L, l battaglione bersaglieri motociclisti, l gruppo artiglieria da 75/27, l gruppo artiglieria da 100/17.

Nello scacchiere libico-egiziano operava, dunque, una forza globale che si aggirava sui 70- 75 battaglioni di fanteria, 60- 65 gruppi di artiglieria da campagna, 18 compagnie cannoni cc. da 47/32, 2 battag lioni carri armati m edi, 6 battaglioni carri armati leggeri (2 nella Brigata corazzata e 4 fra le Divisioni ed in riser va), circa 30 batterie c.a.

Complessivamente tra Bengasi e Sidi el Barrani erano impiegati:

4.500 ufficiali, 100.000 sottufficiali e truppa,

1.100 pezzi di artiglieria (compresi i pezzi c.c. e c.a.),

2.700 automezzi .

Di tali forze , soltanto le seguenti Grandi Uni:tà, schierate tra il confine libico-egiziano e Sidi el Barrani, potevano immediatamente intervenire nella battaglia sin dal suo primo divampare:

- le Divisioni l a e 2a libica, 4a cc.nn. « 3 Gennaio »,« Cirene», « Catanzaro », :nonchè la Brigata corazzata che p er la sua mobilità aveva di immediato intervento, pur se dislocata 40 chilometri ad ovest di Bardia.

E' evidente che le forze schierate a difesa delle Piazzaforti di T obruch e ·Bardia e quelle del Sahara libico (sud cirenaico) non sarebbero intervenute nella battaglia se non quando fossero state investite dall'avversario e pertanto non sono da annoverarsi fra le forze d1 primo intervento.

(l) Giunto in Libia ai primi di no\·embre e dot at o d i 37 carri.

Nemmeno la Divisione « Sirte » è da considerarsi fra le Grandi Unità di primo intervento in quanto dislocata in posizione arretrata, a disposizione del Comando Superiore A.S.

MARINA

Torpediniere per scorta convogli:

c Abba » - - c Cairoli » - «Sirtori:. - c Papa» - « Montanari » - c Centauro » - c Cl imene » - « Castore - c Clio» - « Pcgaso» - - c Procione » - «Chinotto» - c La Farina».

Marina- Tobruch:

R. N. «San Giorgio» (impiegata come batteria galleggiante).

M A.S. 543 - 544 - 548 - 549.

AERONAUTI C A (schizzo Il)

Trattasi, complessivamente di 327 apparecchi efficienti che comprendevano numerosi velivoli ormai vecchi quali, gli S. 81, i Breda 65, i Cr. 32 e Cr. 42 (1).

(l) Nel Graz iani si legge : u Motivo di dolorosa sorpresa fu per me la conoscenza della reale efficienza della V squadra aerea, perchè il Gen. Porro comandante di essa mi aveva sempre assicttrato che per la prima quindicina di dicembre avrebbe avuto in linea 250.300 apparecchi"· Il Gcn. Porro al riguardo scri,·c: 11 Il preventivo di un'efficienza di oltre 250 apparecchi del comandante la V sq uadra er-a stato a suo tempo enunciato sulla base degli aeroplani esistenti qficicnti bellici, di quelli in riparazione od in cambio motori, presso le squadre oper-ai della Libia, e di cui era prevedibile la messa in efficienza per quella data, e sui promessi invii dalla Madrcpatria di nuovi reparti. A l lO dicembre la situazione era dolorosamente diversa perchè le perdite subite dai reparti in volo ed a terra erano ogni giorno sempre più gravi per l'aumentata offesa aerea e perchè i rirl/orzi attesi non erano ancorlll giunti Situazione quindi dolorosa, ma non sorpresa, perchè il Comando Superiore riceveva giorTUJ[mentc il bollettino del Comando Squadra con la indica:::ione esatta delle per-dite subite in volo ed a terra, ed a conosccn:::a del mancato arrivo dei reparti da tempo richiesti proprio dal Comando Superiore FF.AA. Afn·ca SettentrioTUJle ,, (1c La V squadra aerea in Libia - Il primo ripiegamento ,-erso occidente,, in Rivista Aeronautica del luglio 1948 u).

SETTORI COMANDI E REPARTI

Tipo Carico Eff. --{ s. 79 l l Reparto Vol o s• Squadra Gh ibli 2 2 175• R. S. T. s. 79 () 2 Comando V Squadro 278• Squadrig l ia Aerosiluranti . s 79 4 4 s. 75 13 8 Gruppo traspo1 t i O L, O s. 74 2 l 614• Squadriilla soc.-:..,rso . Cani. Z. 506 4 2 - -- - -- - -\ 26° G ruppo s. 79 13 9 o• Stormo B. r. s. 79 29° Gruppo. IO 7 44° Gruppo. s. 79 14 8 14° St<'nno 0. T. 13• Divis ione 45° Gruppo. s. 79 IO 6 • Pegaso • T. 4 33° Oruppo B. T. s. 79 Il 7 54° Gruppo O. T. . s. 81 12 Il s. 82 5 5 Reparto Bombardamento pesante . s. 79 2 2 --- --46° Gruppo. s. 79 17 Il 15° St01mo B. T. 9• Brigata 47" Gruppo. s. 79 16 9 c Leo ne • { 59° Gruppo. s. 79 Il Il Cu td Benit.., 41° S t ormo B. T. 60° Gr uppo. s. 79 IO IO A riportare 1--;-631-,-,6Apollonia. Apoll onia Tobruch N. 5 . El Adcm . Bengasi (Bcrka) Bengasi (Bc rka) Bengui (Idroscalo) Castel Benito Oambut. Tmlml. Tmlmi ' z. l Henina . Berka . Pe rka . . Castel Benito Castel Benito Castel Benito Cas t el Benito Equipaggi Volo Volo diurno notturno --t t 3 3 4 2 5 5 t 8 8 4 4 ,___ --9 4 Il 4 7 4 8 ò 5 l IO 8 6 6 ,___--l 7 4 9 5 8 l 3 2 1---;;-1-68- 00 Vl
SETTORI COMANDI E REPARTI Tipo Carico Eff. --- --18" Gruppo . Cr. 42 20 Il 2° Stormo C. T. 130 Gruppo • Cr. 42 28 19 4" Stormo C. T 1 9" Gruppo Cr. 42 31 25 l lo• Gruppo Cr. 42 21 27 14• Brigata ISIO Gruppo C. C Cr. 42 JQ 28 • Rex • Cr. 32 13 2 Tobruch ) ,. o.. ,. Ba 65 14 IO Ro 41 2 o l Cr. 32 15 7 16• Gruppo Ba 65 ti 8 Ro 41 l l - -64° Gruppo O. A.. Ro 37 bis o o Aviazione 67° Gruppo O. A. , Ca 310 15 IO pu il R. Esercito 73° GruppO O. A. Ro 37 bis 13 4 Rep. Volo Scuola Paracadutisti s. 81 6 5Aviazione 143' Squadrl&tia R. M. Cani. Z 501 6 5 per la R. Marina 145' Squadriglia R. M. Cani. Z 501 8 7 --l" Gruppo Aviazione Presidio coloniale . Ghibli 18 15 Aviazione di Presidio 2° Gruppo Aviazione Presidio coloniale . Ghibli 21 14 coloniale Settore Aereo Sud-Tripolino e Cirenalco . Ghibli Il 8 - -Cr. 42 15 3 Aeroporto Castel Benito . Cr. 12 4 l u. 50 2 l
Dislocazione Mcnutir . Oambut El Adem . Berka . Amsut Benlna. BeniM. llcnina. lobruch . Tobruch . Tobruch -Tripoti (Mellaha) . Casttl Benito 5ollum. Baree Menelao . Bengasi (idro) . Tripoll (Mellaba) . 16' Squadri:olia a Btrka
Squadriglia a llonCufra- t.hrucb - Serdeles Mizda - Oadames . Castel Benito Equipaggi addestra li Volo Volo diurno notturno --- --41 o 35 Il 34 12 38 o 29 24 8 o l 2 o 12 o l 5 o --- --4 o IO o 16 o Il 4 --- --6 2 8 4 --- - -25 7 27 2 23 o --- - -5 o o o o o ----w--1----rn-00 0\
Stf[uito
TOTALI ---;a;-1327
75•

La situazione delle forze aeree ai primi di dicembre 1940 appare altresì dal seguente telegramma del Maresciallo Graziani:

Telegramma in partenza - 10 dicembre 1940

Stamage - Roma.

<c 01/3305 IO dicembre ore 19,30. Efficie12za V squadra aerea si est sensibilmente ridotta sia per logorio bellico et sia per offesa su campi. At data odierna sono impiegabili solo 45 apparecchi bombardamento, 6 siluranti, 12 assalto et 68 caccia più 4 S. 82 compresi quelli dislocati in Libia occidentale et che sono già quasi tutti in arrivo in Cirenaica. Poichè opera z ioni in corso assumono t"Ìtmo sempre più grave et impiego aviazione diventa ogni giorno più necessario per consentire resisten z a truppe et rallentare impeto nemico, rappresento situazione at codesto Stamage per urgente invio reparti aerei in rinforzo soprattutto bombard amento et apparecch i offesa in picchiata.

FORZE BRITANNICHE ESERCITO (schizzo 12)

Premessa. - Secondo informazioni in nostro possesso ai primi di dicembre, il Comando britannico, in seguito alla nuova situazione verificatasi nel sud-est europeo, aveva, durante il mese di novembre, provveduto ad inviare:'

- a Creta l Divisione (circa 12.000 u.),

- in Grecia (verosimilmente a Volo e ad Atene) 2 reggimenti << ANZAC » (1), reparti d'artiglieria, servizi, ed unità della R.A.F.; in totale circa 10.000 u.,

- in Palestina 2 Divisioni (probabilmente una indiana ed una australiana).

Perciò le forze in Egitto sarebbero state depauperate di circa 50.000 u. , corrispondenti a 4 Divisioni.

A colmare i vuoti sarebbero affluiti in Egitto contingenti imprecisati, ma notevoli, .trasportati da 8 convogli di complessivi 113 piroscafi.

Da notizie e da deduzioni attendibili si doveva ritenere che le forze britanniche in Egit'to sarebbero state riportate a 260.000 u. Ad

{l) << Aus.tralia - New Zealand Army Corps n

esse bisognava aggi ungere 40.000 egtzlani, una Divisione polacca e formazioni varie appartenenti a diverse nazionalità.

Pareva anche che il Comando britannico in E gitto avesse provveduto a costituire, con 2 reggimenti di cavalleria meccanizzati recentemente affluiti dalla m etropoli (13° cavalleria e 17° lancieri) e con i numerosi carri armati medi e pesanti sbarcati tra ottobre e novembre, una seconda Divisione corazzata.

Il tota le di tali forze sare\Jbe stato inquadrato in 16- 17 Divisioni.

Dislocazione e consistenza. - Secondo informazioni d el S.l.M. dei primi di dicembre, le forze britanniche in Egitto sarebbero state così ubicate:

5 Divisioni e reparti del «Carne! Corps » nel Deserto occidentale •tra Alessandria ed il confine libico-egiziano;

l Divisione in zona Uadi el Natrun;

6 - 7 Divisioni nella zona del Delta;

2 Divisioni nella zona del Canale;

2 Divisioni nel Medio ed Alto Egitto ed in vicina nza del Mar Rosso.

Tali forze sarebbero state così distinte:

5 - 6 Divisioni britanniche, di cui 2 corazzate ed l motorizzata;

4 Divisioni indiane;

3 Divisioni Anzac;

2 Divisioni egiziane;

l Divisione polacca; formazioni varie (francesi, ciprioti, maltesi ed africani) pari ad una Divisione.

La DIVISIONE coRAZZATA · sarebbe stata cosl costituita, secondo le notizie in possesso del nostro S.l.M.:

a) Bru:GATA cARRI LEGGERI.

r ed 8° ussari, ciascuno su :

3 squadroni ed l squadrone comando, 58 carri esploratori, 41 motocicli.

Carri armati in dotazione: tipo Mark VI B (4 tonn.) armati di l mtr.

Vichers cal. 7.7, l fucile anticarro Boys e 2 tubi sparginebbia; tipo Mark II (5 to nn.) armati di l mitr. Vickers e 2 tubi sparginebbia.

88

Il o ussari:

3 squadroni autoblindo ed l squadrone comando, 74 autoblindo, 41 rnotocicli.

Autoblindo in dotazione: tipo Lanchester, con torretta girevole, l mitr. Vickers, l fucile a.c. Boys; tipo Morris 1938, con torretta girevole a cielo scoperto, l mitr. leggera Bren ed l fucile a.c. Boys; tipo Rolls Royce 1920 MKI e 1924 MKI, armate con l mitr. 303 Vickers.

b) BRIGATA CORAZZATA PESANTE.

l battaglione Royal Tank Regiment:

3 compagnie carri ed l compagnia comando, 50 carri medi, 7 carri esploratori.

Disponeva di carri armati di vario ,tipo, tra i quali il Vickers Mark II (14 <tonn.), armato con cannone da 47 mm. (3 libbre).

VI battaglione Royal Tank Regiment:

3 compagnie carri ed l compagnia comando, 22 carri leggeri,

16 carri m edi, 16 carri sostegno, 7 carri esploratori.

D isponeva di carri armati di vario tipo, tra i quali il Vickers Mark II (14 tonn.) ar mato co n cannone da 47 mm. (3 libbre) e il carro di sostegno Mark D (14 rtonn ) con cannone da 76 mm (5 libbre) e 3 mtr.

c) BRIGATA AUTOTRASPORTATA (fanteria divisionale):

l battaglione fan t eria « K ing's Royal Rifles Corps »,

li battaglione fanteria « Rifles Brigade »

ctascuno su

4 compagnie fucilieri ed l compagnia comando, 20 carri esploratori, 16 fucili anticarro, 50 fucili mitragliatori.

d) ARTIGLIERIA.

3o reggimento « Royal H orse Artillery » (motorizzato): 4 batterie (pezzi da 88 mm.).

4° reggimento artiglieria leggera: 4 batterie (pezzi da 114,3 mm.).

In totale:

ufficiali

truppa .

N. 410

» 9400 ( ?)

carri leggeri . 138

carri leggeri esploratori .

autoblindo .

carri medi .

» 57

» 74

» 66

carri pesanti di sostegno . » 16

Totale mezzi meccanizzati 351

Risultava inoltre che fosse in allestimento nel Regno Unito una 7° Divisione corazzata « bis ». Due reggimenti di essa erano stati trasferiti in Egitto, da qualche m ese, per completare le forze della 7a. Sembra, tuttavia, che, all'epoca, reparti della 7a Divi sione corazzata «bis» siano stati identificati nelle truppe di Corpo d'Armata che il Gen. O 'Connor segnala come partecipanti alla offensiva e comprendenti l reggimento carri leggeri (48 carri), l reggimento carri medi, l reggimento carri pesanti.

MARINA

Il S.l.M , con bollettino del 29 dicembre, segnalava che:

_, proveniente dall'Atlantico era giunta a Gibilterra l a nave portaerei « Glorious »;

- con tale arrivo il numero delle portaerei presenti nel Mediterraneo era salito a cinque (« Ark Royal », « Eagle », « H e rmes », « Illustrious », « Glorious »);

- il continuo aumento di basi aeree mobili era da mettere in relazione con il presumibile ·intendimento britannico di portare prossimamente una decisiva offensiva aero-navale contro le basi italiane.

AERONAUT ICA

Il S.l.M. valutava in 7 - 800, i veivoli della R.A.F. dislocati in Egitto nel novembre 1940.

Con bollettino del 29 dicembre lo stesso S.l.M. segnalava che:

- le forze aeree britanniche dislocate nel Vicino Oriente c nel Mediterraneo Orientale avrebbero raggiunto una consistenza di 700 velivoli di prima linea e 400 di seconda linea, raggruppati in 62 squadriglie;

- 34 apparecchi da caccia di produzione americana, costruiti appositamente per l'impiego in zone tropicali, sarebbero stati sbarcati ad Alessandria.

Valu tazione delle for- La valutazione delle opposte forze è riferita ze contrapposte alle forze terrestri ed a quelle aeree. Per quanto riguarda le forze britanniche, la natura, l'entità, l'ubicazione, vengono desunte dalle notizie che, all'epoca, erano in possesso dei nostri organi informativi. Trattasi, perciò, di situazioni presunte che, indubbiamente, influenzavano, se non determinavano, i piani operativi del Comando Superiore in A.S.

P er fare un rapporto tra le oppos-te forze terrestri ai primi di dicembre 1940, non vengono prese in esame tutte le unità italiane ubicate tra Bengasi e Sidi el Barrani e quelle britanniche dislocate in EgitJto ; vengono invece considerate, solamente, le forze che per la loro ubicazione o per le loro caratteristiche di rapida mobilità erano da ritenere di primo intervento in quanto potevano intervenire nella battaglia, immediatamente, sin dal suo primo manifestarsi.

Così, la valutazione viene riferita:

- per le forze italiane, alle seguenti Grandi Unità in prima schiera ed alle unità di supporto :

Gruppo Divisioni libiche:

l a divisione libica,

2a divisione libica,

4a divisione cc.nn. << 3 gennaw >>;

XXI corpo d'armata:

Raggruppamento libico « Maletiti », Divisione « Cirene », Divisione «Catanzaro », Brigata corazzata e repar:ti carnst1.

- per le forze britanm'che, alle seguenti Grandi Unità ed unità di supporto, dislocate ad est e ad ovest di Marsa Matruh e non tanto distanti dalla presumibile zona di contatto, che potevano essere considerate di primo intervento :

7a divisione corazzata,

6a divisione inglese,

4a divisione inglese,

4a divisione indiana,

7 - A.S.

l reggimento carri c I » (7° Royal Tanks Regiment) con 48 carri, l reggimento carri medi, l reggimento carri pesanti.

La Divisione dislocata tra Marsa Matruh ed sandria, non può essere considerata di primo intervento in quanto distava da Marsa Matruh oltre 100 chilometri.

Complessivamente, le forze contrapposte presentavano:

- quelle italiane:

38 40 battaglioni di fanteria, circa 100 cannoni c.c., 220 carri armati leggeri, 55 carri armati medi (2 btg.), 380 bocche da fuoco fra artiglieria e mortai; quelle britanniche:

29 di fanteria, circa 200 c cannoni » c.c., 74 autoblindo, 195 carri armati leggeri, 114 carri armati medi, 64 carri armati pesanti di sostegno, 48 carri armati pesanti per fanteria, 240 bocche da fuoco di vario calibro appartenenti alle tre Divisioni di fanteria ed alla Divi sione corazzata.

Da un raffronto di tali forze appare subito evidente la notevole superiorità di mezzi corazzati da parte britannica per un rapporto sup eriore al 4 a l. Infatti, di fronte a 55 carri medi nostri si hanno ben 226 carri medi e pesanti dell'avversario ed ai 220 carri leggeri nostri si contrappongono 269 autoblindo e carri leggeri britannici {le autoblindo, per armamento e prestazioni, possono essere considerate, 1ndl'ambien:te :naturale dell'Africa Settentrionale, di un'efficienza rativa analoga a quella dei carri leggeri).

Come forze di fanteria si può ritenere una nostra di 2 a l anche perchè il battaglione britannico aveva una forza inferiore di un terzo rispetto al battaglione italiano.

Superiorità britannica in cannoni controcarro; superiorità rica italiana in artiglierie.

Indi pendentemente dalla arida enunciazione dei suddetti dati numerici che, tuttavia, r endono di evidenza concreta la reale forza dei due avversari, si può affermare che la superiorità avversaria in carri armati, assumeva un valore maggiore, determinante, in un terreno come quello del Nord-Africa ove i mezzi corazzati avevano ampie possibilità di movimento e di manovra e la fanteria schierata a difesa non disponeva, per contro, di validi appigli naturali da opporre, opportunamente potenziati, al movimento delle unità carriste.

Nè i lavori eseguiti dai reparti, per incrementare l'efficienza della nostra sistemazione difensiva, avevano raggiunto un livello di consistenza sufficiente (per i motivi già accennati in precedenza) per poter essere ritenuti un ostacolo valido, certamente non ad arrestare ma almeno a frenare l'avanzata dei mezzi corazzati.

Inoltre, la super iorità numerica italiana in artiglieria e mortai era attenuata dalla superiorità brita<nnica di carri aTmati medi e pesanti dotati di artiglierie da 47 e da 76 (1).

In definitiva, le forze terrestri britanniche, che risultavano ai nostri organi informativi ai primi di dicembre, presentavano una potenzialità operativa notevolmente superiore alle forze italiane.

Anche le forze aeree avversarie erano superiori alle nostre. Il S.l.M. valutava in 7-800 i velivoli della R.A.F. dislocati in Egitto nel novembre 1940, mentre noi, a fine novembre - primi di dicembre, disponevamo in Libia di 483 apparecchi di vario tipo.

Sistemazione delle Grandi Unità in prima schie ra (schizzo 12 )

Il mattino del 9 dicembre - inizio dell'offensiva britannica - il nostro schieramento avanzato aveva un orientamento offensivo in previsione della prossima azione su Marsa Matruh.

Come già accennato, allo scopo di potersi opporre a possibili «puntate» o ad un'eventuale azione offensiva avversaria, le nostre unità avevano predisposto un dispositivo di difesa rivolto, i n particolare, a proteggere la base logistica di Sidi el Barrani. Mediante

(l) L'unica bocca da fuoco che potesse, però, competere con le arùglierie campali britanniche, per gittata e potenza, era il cannone da 105/ 28, di cui al confine libico-egiziano vi erano 11 batterie.

93

opere campali (capisaldi, fossi anticarro, ecc.) era stato potenziato il terreno che, privo di ostacoli od appigli naturali, offriva le più ampie possibilùtà di movimento a mezzi sia cingolati che ruotati.

Il dispositivo delle nostre Grandi Unità in prima schiera presentava un'ampiezza frontale (in linea d'aria), tra Sidi el Barrani e Bir Sofafi - Alam el Rabia, di circa 60 chilom etri ed una profondità di circa 45 chilometri; sul fianco destro (Di visione « C ire ne $) si appoggiava all'estremità sud-est del ciglione di Sollum in zona Bir Sofafi.

I lavori difensivi non avevano potuto avere un adeguato sviluppo, sia perchè il terreno non si prestava a realizzare una organizzazione consistente, sia perchè il nostro schieramento risentiva della progettata azione su Marsa Matruh , sia perchè le unità venivano impiegate continuamente a fare la scorta ai rifornimenti di viveri ed acqua e ad eseguire puntate celeri contro il dispositivo avversario.

In particolare, le nostre Grandi Unità avanzate erano così sclùerate:

r divisiotu libica: era organizzata a difesa ad El Maktila, 20 chilometri ad est di Sidi el Barrani. Aveva costituito un unico grosso caposaldo, a forma di semicerchio, spalle al mare, convessità a sud, ampio 5-6 chilometri. Nel settore est era schierato un raggruppamento su battaglioni; nel settore ovest un raggruppamento su un bat1taglione; i rimanenti due battaglioni del raggruppamento ovest erano uno in riserva al contro del caposaldo e l'altro sistemato in un caposaldo intermedio fra le D ivisioni libiche, a Sanyet Abu Gabeira.

2a divisione libica: era sistemata in tre capisaldi

- Alam el Tummar. ovest: perimetro m 5000,

- Alam el Tummar est: perimetro m 3500,

- Ras el Dai: perimetro m 4000.

Nei tre capisaldi erano di slocate le seguenti forze:

- Alam el Tummar ovest: battaglioni libici VI, VII e XIV; un gruppo da 77/28 (12 cannoni); due baHerie da 75/27 (8 cannoni); una batteria da 65/17 (4 cannoni); tre sezioni mitragliere da 20 (6 pezzi); 5 plotoni cannoni da 47/32 (10 cannoni); 6 squadre fuciloni controcarro (6 fuciloni); una batteria contraerea da 75/ CK (4 cannoni);

- Alam el Tummar est: XV battaglione libico; una batteria da 77/28 (4 cannoni); una batteria da 75/27 (4 cannoni); una batteria

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da 105/28 (4 cannoni); due sezioni mitragliere da 20 (4 pezzi); un plotone cannoni da 47/32 (2 cannoni); due squadre fuciloni (2 fuciloni);

- Ras el Dai: battaglioni libici II e XVI; due batterie da 77/28 (8 cannoni); una da 105/28 (4 cannoni); una batteria da 65/17 (4 cannoni); tre sezioni mitragliere da 20 (6 pezzi); tre plotoni da 47/32 (6 cannoni); qua,ttro squadre fuciloni controcarro (4 fuciloni).

4:)Divisione cc. nn. « 3 Gennaio » : schierata a protezione della base log istica di Sidi el Barrani ove, in previsione della ulteriore avanzata su Marsa Matruh, erano stati costituiti depositi di munizioni, carburanti, viveri ed acqua, sparsi su vasta area per sottrarli, il più possibile, alle offese aeree e navali.

Tali predisposizioni logistiche e l'opportuni·tà di proteggere anche il campo di aviazione, rendevano necessario l'ampliamento della organizzazione difensiva ed il conseguente sviluppo della sua linea perimetrale. Questa, nel nuovo ·tracciato, si snodava a forma di semicerchio per oltre 20 chilometri attorno al piccolo gruppo di case denominate Sidi el Barrani. La maggiore ampiezza della posizione determinava una più onerosa esigenza di lavori fortificatori.

L'organizzazione difensiva era a capisaldi muniti di artiglieria. Per assicurare una difesa più consistente, dietro la prima linea, ne era stata costiotuita, a più stretto raggio, una seconda.

Raggruppamento libico « M aletti»: era articolato in due capisaldi :

- Comando e grosso del Raggruppamento ad Alam N ibeua (1), caposaldo dal perimetro di 4500 metri comprendente le seguenti forze: 3 battaglioni libici, 24 pezzi di artiglieria di vario calibro, 55 mitragliatrici, 14 pezzi da 47/32, 11 pezzi da 20 mm., 9 fuciloni anticarro Solothourn, l battaglione carri armati M 11 (22 carri) che era dislocato fuori dal caposaldo al margine nord-ovest della posizione;

- un caposaldo ad Alam el lktufa costituito da: l batta-

(l) Il Raggruppamento - già a q. 64 (13 chilometri ad ovest di Sidi el Barraci) - era stato dislocato ad Alam 'Nibeu a, il 24 ottobre, nell'intervallo esistente fra la 2a Divisione libica (Alam el Tummar) e la Divisione << Cirenc )> (Aiam el Rabia). Costituito in vista d i un impiego per azioni manovrate celeri e di sorpresa, per accrescerne l'efficienza opcraci,•a ave,·a avuto assegnato:

- a fine ottobre: i l IJ;I gruppo 75/ 27 del llo rgt. art.;

- ai primi di dicem bre: una batteria da 105/28 del 21° rgt. art. di C. A. e due battaglioni libici (XVH e XIX).

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glione libico, 6 pezzi artiglieria, 19 mitragliatrici, 6 pezzi da 47 mm. , 2 pezzi da 20 mm., 4 fuciloni anticarro Solothourn.

Alla vigilia dell'offensiva britannica i lavori difensivi che il Raggruppamento aveva potuto realizzare, in mancanza dei relativi materiali, consistevano in piccole trincee, postazioni per mitragliatrici e artiglierie quasi 1tutte sopra elevate e protette da muretti a secco e muri anticarro. Era in corso una compartimentazione interna della posizione di Alam Nibeua, per costituire capisaldi indipendenti ma reciprocamente cooperanti, e l'apprestamento di un campo minato perimetrale, che - per deficienza di mine - era stato allestito solo avanti ai settori est e sud .

Le due posizioni di Alam Nibeua ed Alam cl lktufa erano prive di un adeguato scaglionamento in profondità per la manovra; potevano però appoggiarsi a vicenda col fuoco di artiglieria.

Divisione « Cirene » : sistemata sul rilievo collinoso e roccioso di Bir Sofafi ed ar·ticolata in 4 capisaldi :

- Alam el Rabia: un btg. (1/157), un gr. da 75/27, una btr. da 105/28, una btr. da 65/ 17, due pl. cannoni da 47,/32, due sez. da 20, un pl. mortai;

- quadrivio di q. 236: due btg. (II e Ill /157°), un gr. da 100 (meno l btr.), un gr. da 105/28 (meno 2 btr.) (1), una btr. da 65/17, una cp. pezzi da 47 (meno 2 pl. ad Alam el Rabia), due sez. da 20 mmi;

- quadrivio da Qabr el Mahdi : due btg. (II e 111/158°) (2), due gr. da 75/27 (meno l btr.}, una cp. cannoni da 47/32, (meno 2 pl. a q. 226}, una btr. da 20 mm. (meno 2 pl. a q. 226}; - q. 226 di Bir Sofafi; Comando Divisione e Quartier Generale, un btg. mitraglieri, un btg. genio (meno cp. artieri}, una cp. mortai, una cp. fuc. del 158o ftr, un pl. motociclisti, un gr. art. misto ( l btr. da l 00 , l btr. da 75, l btr. da 77, tutte sfornite di trattori e di mezzi di trasporto), una btr. da 65/17, due sez. mitr. da 20; due pl. cannoni da 47/32.

Divisione « Catanzaro »: era sdùerata su 8 capisaldi:

-4 costituiti dal 141 ° reggimento fanteria in zona Alam el

(l) Una dislocata a Alam el Rabia, un a ceduta al Raggruppamento << Maletci n

(Z) Il I/ l58o era dislocato a Sollum.

Rimth - q. 38 (nord-ovest di Suani el Khur) - ovest di Sidi Abu Zeid

- Bir Nasib;

-3 costituiti dal 142° reg gime nto fante ria in zona Alam Samalus - Iluet el Quator - Bir Oasi;

- l costituito con il Comando Divisione in zona di q. 50 a sud di Iluet el Anzaga.

«Il dispositivo assunto rispondeva al criterio di costituire capisaldi forti in se stessi per dosamento di fanteria, artiglieria, armi controcarro e contraeree capaci ciascuno di una funzione itt proprio (resistenza a oltranza) e di una funzione di reciproco appoggio, di concorso alla resistenza degli altri capisaldi, specie col fuoco d'artiglieria organizzato con azione sui 360° (1).

Il 11/142 ° , sistemato a Bir Oasi doveva essere spostato, secondo direttive del Comando XXI C. A., a Iluet Abu Mazhud per un più stretto collegamento con la Divisione « Cirene » : tale spostamento, poi, non venne effettuato ed il battaglione rimase a Bir Oasi.

Alle dipendenze del Comandante la Divisione «Catanzaro» furono poste anche le truppe schierate a difesa del centro logistico di Bug-Bug.

Queste forze erano costituite inizialmente da un gruppo squadroni mitraglieri e un gruppo art. da 77/28. Ad esse si aggiunsero, il ma:ttino del 9, il LXIII btg. carri L e, r.nella notte sul 10, due btg. cc.nn. della « 28 Ottobre», un gruppo da 100/ 17 (1 /20 1° ar:t.), un gruppo da 75/27 (II /202° art.), una cp. motociclisti, ed il XX btg. carri L.

Il 5 dicembre, giunse sulla posizione di Sofafi il Comando del XXI corpo d'armata con una cp. motociclisti e una btr. da 20 mm. Anch'esso, come il Comando Gruppo Divisioni libiche e le singole Divi sioni non disponeva - per la manovra difensiva - di adeguate forze motocorazzate.

<Primo intendime11to del Comandante del XXI corpo d'armata fu quello di costituire un elemento tattico di riserva e di manovra, pe1· collegare ed aiutare le varie unità del Corpo d'Armata, tra loro separate da distattze eccessive (da 20 a 27 chilometrt). LA Division e « Cirene » dispo11eva - è pur vero - di un certo numero di auto-

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(l) Dalla relazione del Gen. Amico sull' azione svolta dalla Divisione «Ca· ranzaro >> dal 9 al 12 dicembre 1940.

mezzi, ma la insufficienza di tali mezzi, lo stato di logoramento in cui erano ridotti e il fatto che l'armamento doveva essere procurato a detrimento e rischio delle posizioni occupate, non consentivano di far soverchio affidamento sulla potenza di tale elemetzto >> (l). Il Gen. Spatocco ritenne perciò opportuno raccogliere i due battaglioni carri L (LXII e XX), uniche forze corazzate delle quali poteva disporre, sulle posizioni di q. 226 e dette ordini in tal senso. Essi però non erano ancora giunti a Bug-Bug quando si pronunciò l'attacco nemico.

La nostra organizzazione difensiva appariva poco consistente allo stesso Generale W aveli che ne scrisse prima al Gen. O' Connor e tornò, poi, sull'argomento a guerra ultimata in sede di relazione.

Al Generale O' Connor disse di ritenere che l'organizzazione difensiva del nemico si basava su linee deboli e offriva l'occasione per un importante successo.

Nella sua relazione del febbraio '41 scrisse: «il dispositivo nemico mi sembrava essere totalmente errato. Esso era sparso su tm largo fronte in tma serie di campi trincerati che non si sostenevano reciprocamente, ed erano separati tra loro da grandi distanze».

( 1) Rel azione del Gcn. Spatocco in data 19 dicembre 194{).

BATTAGLIA DI SIDI EL BARRANI E RIPIEGAMENTO SU BARDIA

(9-16 OICEMBRf 1940)

Ili.

Primi sin tomi L'8 dicembre una colonn a tattica, fornita dal caposaldo di Alam el Tummar est, si univa ad altra, proveniente dal caposaldo di Ras el Dai, ed entrambe procedevano verso sud est allo scopo di costringere il nemico a svelarsi. Nessuna reazione si ebbe da parte avversaria, nemmeno dopo effettuati alcuni concootramenti di tiro con una batteria da 105/28 su posizioni che si rite n evano occupate dai britannici.

La sera dell'8 dicembre (tra le 21 e le 24) navi i·nglesi sottoponevano ad intenso bombardamento le zone di Sidi el Barrani e dell'Dadi el Maktila; con correvano all'operazione, con bombe incendiarie, formazioni di bombardieri. n bombardamento interrompeva le comu. . . ntCaZIOfil.

Alle ore 1,30 del 9, il Comandante della 2a divisione libicache fin dalla sera precedente aveva avuto notizie dal Gen. Maletti di movimenti di automezzi in direzione di Bir Enba -telegrafava al Comando Gruppo Divi sioni: « Una insolita prolungata attività aerea nemica sul cielo di Alam Nibeua - Ras el Dai - Alam el Tummar sembra tenda mascherare movimenti me zzi meccanizzati e induce formulare ipotesi che nemico progetti azione settore Alam Nibeua - Ras el D ai» (1).

Nelle prime ore della notte anche il Maresciallo Graziani aveva la sensazione dell'imminenza di un attacco nemico. Alle ore 3,00 raccomandava al Comando 103 armata massima vigilanza cd ordinava al Comandante della V squadra aerea (Gen. Porro) di predisporre, per le prime luci dell'alba, l'intervento a massa dell'aviazione lungo la direttrice tBir Enba - Garnawaiyat, prescrivendo di non cifrare, per guadagnar tempo, le relative disposizioni.

( l ) Nella relazione del Generale O' Connor si legge: << Nulla era stato eviscoperto durante la notte. Il rumore dei ncstri velivoli, che avevano avuto l'ordine di volare continuamente sopra la zona, deve aver soffocato il rumore dei nostri carri armati che si avvicinavano 11

I combattimenti di Alam- Nibeua ( schizzo 13)

Dalle ore 3,00 alle ore 5,00 fu esplicata una intensa attività di pattuglie nemiche nel settore di Alam Nibeua. Il fuoco di fucileria e di mitragliatrici venne controbattuto dai nostri che, a partire dalle 6,45, agirono anche con il fuoco d'artiglieria sui mezzi meccanizzati avversari. Al II battaglione del 4° reggimento carrista che trovavasi fuori della cinta di Alam Nibeua, veniva, intanto, ordinato di tenersi pronto ad agire, anche d'iniziativa.

Alle 6,40 il Comando del Raggruppamento « Maletti » non riteneva ancora necessario nè il concorso di artiglieria da Alam el Tummar, concordato da tempo con il Comando della 2a divisione libica, nè l'intervento di una colonna celere che la stessa Divisione < teneva in potenza in quel caposaldo.

Alle ore 7,00, un pesante bombardamento si abbatteva sulle difese , sui Comandi e sui centri di collegamento delle nostre posizioni. Le nostre batterie da 105/28 effettuavano fuoco di controbatteria e di interdizione.

Il Comando del Raggruppamento nel comunicare la situazione ai Comandi superiori, tramite la 2a divisione libica (1), chiedeva l'intervento dell'aviazione d'assal.to contro le rilevanti forze meccanizzate ed il concorso di una colonna celere.

Verso le 7,30, carri del predetto battaglione attaccavano i mezzi corazzati nemici, che agivano sul fronte occidentale del caposaldo, ma, in pochi minuti, venivano travolti dalle ondate di carri pesanti inglesi che irrompevano nel caposaldo stesso da nord e da ovest; tutte le nostre a11tiglierie sparavano corrtro le colonne motocorazzate nemiche : gli autocarri colpi'tÌ si -arrestavano in preda alle fiamme, i carri armati, invece, non riportavano danni di rilievo e proseguivéltllo nella loro azione.

(l) Nella notte sul 9 « tra le ore 1,00 e le ore 3,00 giungeva l'ordine .al Raggruppamento di passare alle dipendenze del Comando Gruppo Divisioni libiche >> (relazione del capo eli S. M. del R aggruppa mento libico « Maletti », in data IO mar zo 1943).

cc Alle ore 13,30 del 9 il Comando dell'Armata comunicava di aver posto alle dirette dipender12e del Comando Gruppo Divisioni libiche ii Raggruppamento « M aletti » (relazione del Gen. di C. A. Sebastiano Gallina, in data 3 giugno 1943).

A !Le ore 14 il Raggruppamento cc M aletti » per ordine dell'Armata, era passato alle dipendenze del Cen. Gallina >) (relazione del Gen. Spatocco, in data 19 dicembre 1940).

102

Mentre forze del Raggruppamento « Maletti contrastavano valorosamente il nemico ad Alam Nibeua, reparti corazzati della 7a divisione britannica (IV Brigata), procedevano verso nord, prendendo con tatto con il caposaldo orientale della Divisione e raggiungendo, poi, la litoranea tra Bug-Bug e Sidi cl Barrani; carri ar m ati del 7o r eggimento (R.T.R.) muovevano verso il caposaldo di Alam el Tummar ovest e la V Brigata di fanteria indiana si portava su nuo ve posizioni di attacco in prossimità dei capisaldi di Alam el Tummar; l'artiglieria avversaria muoveva a nch'essa verso posizioni ravvicinate da cui poter battere i nuovi obiettivi.

Alle 11 ,45 cessava ad Alam Nibeua l'ultima resistenza. Fra i cadu ti era il Generale Maletti.

Ordini dati dal Comando Gruppo Divisio ni libich e e dal Comando XXI corpo d'armata nelle prime ore del 9 dicembre

Nel frauempo la colonna celere richiesta dal Gen. Maletti e che il Gen. Pescatori aveva diretto sul Alam el Iktufa, giunta in detta località, apprendeva da elem enti del Raggruppame nto sfuggiti alla cattura, la caduta di A lam Nibeua e la comunicava ad Alam el Turnrnar. Il Comandante della 2a divisione libica, che aveva avuto anche notizia delle formazioni corazzate nemiche procedenti su Sauani el Khur e Bug-Bug, proponeva al Comando Gruppo Divisioni di far ripiegare il presidio di Alam el Thtufa su Alam el Tummar sotto la protezione della colonna celere, poichè una sua difesa in posto non avrebbe potuto sostenere con successo l' u rto delle preponderanti forze nemiche. Il Gen. Gallina autorizzava il movimento.

Il Comandante del XXI corpo d'armata, che, nelle prime ore d el m attino, ave va tentato, invano, di collegarsi con il Ra ggruppam ento

c: Maletti », fu in formato, verso le ore 8,00 dalla Divisione « Catanzaro», che mezzi meccanizzati - respi nti dalla nostra artiglieria davanti al caposaldo di Alam el Rimth - si era no diretti, in parte verso la Litoranea, in parte verso occidente; ebbe notizia, alla stessa ora, dalla Divisione « Cirene », che autoblindo nemiche si trovavano fra q. 199 e q. 223, di fronte alla posizione di Alam el Rabia, che era stata anche investita da fuoco di artiglieria.

In conseguenza ordinava:

-a l Comando della Di visione « Catanzaro », meHendogli a

disposizione il LXIII btg. carrista dislocato a J3ug-Bug, di bloccare il transito verso Sidi el Barrani; di spingere elementi verso sud incontro alla colonna rifornimenti della « Cirene » che, come di consueto, era partita alle 'prime luci aHa volta di Bug-Bug; di ricercare il collegamento con il Raggruppamento « Maletti » ;

- al Comando della Divisione « Cirene » di costituire ed approntare a q. 236 una colonna mobile, utilizzando tutti gli automezzi efficienti.

Alle ore 9,30, appresa dal Comando lOa armata la critica s1tuazione del Raggruppamento « Maletti » - situazione confermata alle 10,45 -il Geo. Spatocco faceva presente che, la mancanza di mezzi celeri, la notevole distanza di Alam Nibeua dai capisaldi delle Divisioni « Catanzaro » e « Cirene », la limitata consistenza della colonna mobile costituita dalla Divisione « Cirene » (1), non avrebbero consentito di recare un valido e tempestivo aiuto al Raggruppamento; comunicava inoltre che elementi meccanizzati avversari erano stati rilevati attorno ad Alam el Rimth e ad est di Bir er Rabia ed altre forze in regione Bir Enba. Alle Divisioni « Catanzaro » e « Cirene » poi, prescriveva di reagire alla pressione avversaria con puntate, a piccolo raggio, di distaccamenti misti. Alla Divisione « Catanzaro» ordinava, inoltre, di concentrare a Bug-Bug tut'ti gli elementi sparsi nella zona per costituirvi, insieme a due battaglioni di fanteria e due gruppi di artiglieria richiesti all'Armata, un forte presidio.

I combattimenti di Alam el Tummar

(schizzo 13)

Già alle 11,25 le prime salve di artiglieria si sui capisaldi di Alam el Tummar. Un'ora più tardi il bombardamento nemico, intensificatosi, sconvolgeva le postazioni di alcune batterie e provocava scoppi di depositi munizioni e incendi. Distaccamenti corazzati del 7o reggimento carri armati (R.T.R.), diretti sul <:aposaldo di Alam el Tummar ovest- sede del comando della 2a divisione libica - impegnavano dapprima la testa e il fianco sinistro della colonna celere ripiegante da Alam el Iktufa; attaccavano, poi, rl fronte sud-ovest e quello nord-ovest di Alam el Tummar gravit<l!ndo con le forze a nord-ovest.

(l) La colonna mobile de lla Divisione « Cirene n potè raggruppare soltanto le seguenti forze: l btr. d a 20, 2 pl. pezz i d a 47, l sez. fuci lonì Solothou<rn, l pl. mitraglieri, l pl. ftr. bombardieri, l b tr da 75/ 27.

L'attacco, carat1erizzato da armonica azione aereo-terrestre, incontrava un'accanita e tenace resistenza ed una così violenta reazione di fuoco d'artiglieria da risultare, almeno in un primo tempo, contenuto e respinto. Esso, per altro, veniva rinnovato da forze corazzate del 7" R.T.R. e dalla V Brigata indiana, operanti in stretta cooperazione con artiglieria e aviazione.

Alle 15,30 giungeva al comandante del caposaldo di Alam el Tummar il seguente ordine del Comando della Z:' divisione libica:

« A Maggiore Zaniboni

« Con XV battaglione et maggiore numero possibile artiglierie et IX battaglione carri raggiunga caposaldo n . l (l) per contrattaccare forti reparti nemici entrati nel caposaldo. Parta immediatamente.

Generale Pescatori »

Alle 16,20, mentre si stava per iniziare il movimento con tutte le forze a disposizione, la massa dell'artiglieria nemica concentrava con simult<l'neità il suo tiro sul caposaldo.

L'azione veniva accelerata; il battaglione carri sfilava sulla sinistra; i reparti avanzavano su larga fronte e profondità; una batteria da 77/28, lasciata in posizione sul lato nord-ovest del caposaldo per l'appoggio al contrattacco, tirava incessantemente.

Il sollevarsi di nubi di polvere verso il limite est del caposaldo divisionale- alla distanza di circa un chilometro e mezzo- preannunciava il probabile intervento nell'azione di carri nemici; contemporaneamente aveva inizio un intenso fuoco di mitragliatrici diretto su tutte le formazioni libiche, in particolare sui reparti più avanzati.

J...a limitazione delle perdite su quel terreno piatto senza nessuno ostacolo alla vista e al tiro era legata alla rapidità del movimento. E questo veniva compiuto ardi·tamente in piena corsa fino a distanza ravvicinata.

La veemenza dell'attacco induceva il nemico a ripiegare disordinatamente nel caposaldo divisionale precedentemente occupato, mentre il comando della Divisione, già catturato, veniva caricato celermente su un automezzo e portato oltre il caposaldo, verso ovest.

Ma a frenare e rompere il coraggioso attacco dei libici Ìlnterveniva una grossa formazione di carri armati pesanti contro la quale quasi inutile si rivelava il sacrificio dei nostri carri L che affrontavano quelli nemici con bravura, mentre i nostri pezzi anticarro, le mitra-

ros
(l) Alam cl Tummar.

gliere da 20 mm., i pezzi da 65 mm. avevano ben scarso effetto sui «cruiser» britannici che ponetravano nelle nostre formazioni distruggendo i reparti i quali, frazionati in piccoli gruppi, reagivano anche con bottiglie di benzina contro i mezzi corazzati attornianti.

I libici persistevano nella tenace, vana resistenza anche dopo la cattura del proprio comando.

Verso ie ore 18 tutto era finito. Anche Alarn est cadeva nelle mani del nemico.

Il caposaldo di Ras cl Dai veniva impegnato da poche forze , mentre il grosso della colonna attaccante proseguiva su Sidi el Barrani. Sul fronte della Divisione « Cirene » si accentuava il tiro di artiglieria; pattuglie di autoblindo e carri leggeri dalle quote 199 e 223 si avvicinavano alle posizioni di Bir er Rabia, mentre numerosi automezzi erano avvistati dall'osservatorio di Alarn cl Rabia sulla pista di Qabr el Mahdi.

Tentativo di manovra Nelle prime ore del pomeriggio della stessa e successive misure difensive ordinate dal Maresciallo Graziani

giornata del 9 il Generale Gallina, allo scopo di rafforzare l'organizzazione difensiva di Sidi el Barrani e di comprendere in essa i pozzi di Sauani el Dirin , unica risorsa idrica della regione, aveva comunicato al Comando lOa armata chesalvo ordini in contrario - nella notte avrebbe fatto ripiegare su Sidi el Barrani la l a divisione libica.

Il Maresciallo Graziani non approvava il movimento e, basandosi sulle notizie pervenute al Comando Superiore (allegato 2), emanava le seguenti disposizioni:

« Telegramma - 9 f XII f 1940 - via filo.

«N. 01 /3202 Op. 9 dicembre ore 16,40. Confermo ordine prima divisione libica rima11ga et resista sul posto Raggruppamento M a/etti si raccolga dietro 2a libica facendo fronte sud-ovest et collegandosi con D ivisione 3 gennaio. In tal modo si crea robusto triangolo fra Barrani, Alam el Tummar et M aktila con forze adeguate. Rifornimenti non mancano. Resistendo validametzte si permette sviluppo manovra per ristabilire situazione contenendo Ìtlfiltrazione nemica. Intanto mandate subito automezzi at Divisione Cirene per metterla itz condizioni di realizzare manovra su fianco nemico. Prego ricevuta.

Graziani »

106

Il Maresciallo Graziani inoltre, essendogli apparsa grave la infiltrazione di mezzi meccanizzati sulla strada ad ovest di Sidi el Barrani, verso le ore 13,00 aveva ordinato al Comando IOa armata di predisporre un contrattacco verso ovest da parte della Divisione « 3 Gennaio >> , al fine di ripristinare il collegamento con la Divisione « Catanzaro ».

M.a la Divisione « 3 Gennaio » non aveva la possibilità di effettuare il contrattacco. Essa, infatti, non disponeva di sufficienti automezzi e una sua autocolonna di viveri ed acqua inviata, come al solito nella natlte, a Bardia per i rifornimenti, era stata a·t>taccata di sorpresa e catturata. Inoltre, quando l'ordine del Maresciallo Graziani pervenne al Comando della Divisione (ore 15.00) si presentava, ormai, come problema di preminente importanza la difesa della base logistica di Sidi el Barrani.

Il Comando dell ' Armata, da parte sua, non riusciva a racimolare che una cinquantina di autocarri per l'azione della Divisione « Cirene :-> avendo già impegnato gli altri per inviare rinforzi alla Divisione « Catanzaro» (1).

Per altro il contrattacco della « 3 Gennaio » non sarebbe stato tempestivo nè di alcun rendimento pratico in quanto la situazione appariva critica su tutto il fronte e precipitava, ormai, rapidamente. Il Maresciallo Graziani, quindi, lasciava il Gen. Gallina arbitro di agire com<" meglio credesse. Questa autorizzazione veniva comunicata dal Comando Armata al comandante del Gruppo Divisioni libiche, alle ore 18.00.

Indi, il Maresciallo Graziani, allo scopo di esaminare la situazione con il Gen. Gariboldi, si recava a Bardia presso il Comando 103 armata.

L'esame della situazione, sulla base delle ultime notizie fornitegli dal Gen. Gariboldi, e la constatazione che ogrni concetto di manovra si trovava paralizzato dalla deficienza di mezzi (l'Armata aveva impegnato tutti gli autocarri e il Comando Superiore non aveva alcuna possibilità di fornirgliene), inducevano il Maresciallo a prendere, alle ore 6.00 del giorno 10, le seguenti decisioni intese a mettere in efficienza lo sbarramento dell'Halfaya ed a porre la piazza di Tobruch nelle migliori condizioni per resistere, in caso di aggiramento da sud:

(l) Furono destinati in rinforzo alJa Divisione << C atan za ro ll : d ue btg. cc.nn. d ella Di v-isione cc 28 Ottobre )) ; due gruppi d 'artiglieria (l da 75 e l d a 100) e i l XX b att aglione carri L. ,,

107
8.- A.S.

- Gr. Divisioni libiche: riunire a Sidi el Barrani, in rinforzo alla Divisione « 3 Gennaio », tutti i repar.ti libici del Raggruppamento « Maletti » e della 2a divisione libica e resistere in posto con l'appoggio dell'aviazione;

- D ivisione « Catanzaro»: saldarsi col caposaldo di Bug-Bug per contenere la spinta del nemico lungo la rotabile;

- Divisione « Circnc » : rimanere, per intanto, in posto;

- XXIII corpo d 'armata (Divisioni « Marmarica » e 2a cc.nn. « 28 Ottobre »): si stemarsi a difesa sul ciglione di Sollum, dall 'H alfaya, a Ca puzzo e Sidi Ornar;

- Brigata cora zzata c battaglione libico di Marsa Lucch (unico disponibile): portarsi in giornata a Bardia per costituirvi difesa mobile;

- Divisione « Sirte » : portarsi a Tobruch;

- 25° raggruppamento artiglieria da 149/13: portarsi a Tobruch, passando alle dipendenze del XXII corpo d'armata;

- una Division e dalla Tripolitania: trasferir si immediatamente in Cirenaica.

Intendimenti operativi britannici per la giornata del 9 dicembre

Dalla documentazione storica britannica sulle operazioni in Africa Settentrionale ed, in particolare, dal rapporto del Generale Wavell, risulta il piano secondo il quale si sarebbe dovuto sviluppare (e si sviluppò) l'attacco allo schieramento italiano nella prima giornata dell'offensiva inglese (9 dicembre 1940):

- penetrazione della 7a divisione corazzata e della 4a divisione indiana nell'intervallo e si9tente tra le posizioni italiane di SofafiAlam el Rabia (Divisione c Cirene ») e quelle di Alam Nibeua (Raggruppamento « Ma letti »);

- con inizio all'alba, attacco delle posizioni di Alam Nibeua da ovest con la XI brigata della 4a divisione indiana appoggiata dal 7o reggimento carri armati (R.T.R.}, mentre repar·ti della 7a divisione corazzata avrebbero protetto l'attacco opponendosi ad un eventuale intervento di nostre forze provenienti da nord;

- controllo, da parte del gruppo di sostegno della 7a divisione corazzata, delle nostre forze schierate sulle posizioni di Sofafi allo scopo di opporsi ad un eventuale loro intervento nei combattimenti;

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- conquistéllte le posizioni di Alam Nibeua, un'altra Brigata (la V) della 4a divisione indiana, pure appoggiata dal 7• reggimento carri armati (R.T.R.), doveva attaccare, da ovest, i capisaldi di Alam el Tummar (2a divisione libica) ;

- impegnare, con le forze del presidio di Marsa Matruh, le unità italiane (l a divisione libica) schierate ad El Maktila allo scopo di impedire che esse potessero accorrere in altre zone minacciate dall'attacco britannico.

L e posizioni di Alam Nibeua ed Alam el Tummar costituivano, dunqu e, gli obiettivi della prima giornata operativa (9 dicembre).

Se si fossero raggiunti tali obie,ttivi, l'indomani si sarebbe dovuto procedere alla conquista di Sidi el Barrani per poi il successo mediante una spinta, il più profonda possibile, verso ovest.

Questo piano d'azione per la prima giornata di offensiva comportava un movimento preliminare di 100 - 130 chilometri per raggiungere, con quasi tutte le unità operanti (erano escluse le forze del presidio di Marsa Matruh), la zona di Bir Enba; tale distanza (trattandosi di moto-meccanizzati) doveva essere percorsa in due notti successive.

L'attacco contro la base di Sidi el Barrani (schizzo 14)

Alle prime luci del giorno 10, camionette, autoblindo e carri armati inglesi avanzavano da sud contro il centro della Divisione « 3 Gennaio >> schierata spalle al mare attorno a Sidi el Barrani. Era la V brigata indiana motorizzata (4a divisione), rinforzata dalla XVI brigata britannica e appoggiata dal T reggimento carri armati (R.T.R.).

Le nostre batterie, allo scoperto, benchè sottoposte al fuoco delreagivano, secondo gli ordini ricevuti, soltanto quando il nemico giun se a distanza di tiro inferiore ai 2.000 metri e il loro preciso intervento riusciva ad arrestare la prima ondata motorizzata infligge ndole gravi perdite.

Mentre si combatteva sul fronte sud, la IV brigata corazzata (7a divisione), che si ,trovava fin dal mattino del 9 nella zona a sud-ovest di Sidi el Barrani, investiva da occidente le nostre posizioni a cavaliere della strada di Bardia. Tutte le nostre bocche da fuoco, dal 47 al 105, tentavano, invano, di arrestare la massa corazzata: i carri irrompe-

vano sui pezzi mitragliandoli da presso. Gli elementi della difesa non sopraffatti resistevano, tuttavia, tenacemente sulle posizioni, profondendo ogni en ergia e prodigandosi in atti di valore. Per poter fronteggiare le fanterie avanzarrti si facevano accorrere sul posto truppe distolte dal settore est di Sidi el Barrani.

Alle ore 10.00 i combat-timenti divenivano più accaniti sul fronte sud: le truppe che presidiavano la linea, nel ·tratto attaccato, erano travolte. Nondimeno, nelle prime ore del pomeriggio, il nemico esitava ancora a penetrare in forze nel caposaldo.

Il Comando della lOa armata - sulla base di radiogrammi inglesi intercettati dalla Divisione « 3 Gennaio » e che testualmente dicevano: «Attacco nostro respinto. Ovunque forte resistenza. Riprenderemo ore 14 »; e più tardi: «Resistenza sempre seria: attacco ore 16 » - era in grado di conoscere l'ora in cui l'attacco sarebbe stato rinnovato. Alle ore 15 avvertiva a mezzo radio il Comando Gruppo Divisioni libiche che gli Inglesi avrebbero ripreso alle ore 15.45 e che il Comando dell'Armata avrebbe fatto intervenire la nostra aviazione.

Nel frattempo, 2 battaglioni e 2 gruppi di artiglieria della l a divisione libica ripiegati da El Maktila su Sidi el Barrani venivano schierati :

- i due battaglioni, nel settore est della << 3 Gennaio » in so- . stituzione di alcuni reparti della Divisione cc.nn. destinati a rinforzare altri s&t:ori;

- un gruppo di artiglieria, ad ovest di Sidi el Barrani per battere le provenienze da Bug-Bug;

- un gruppo di artiglieria, a sud per le provenienze da Alam el Tummar.

Erano in corso i movimenti per lo schieramento di questi reparti quando i Britannici - che nel frattempo avevano occupato a sud della rotabile per Bug-Bug un costone con andamento est-ovest e che, malgrado la modestia della sua al<titudine, consentiva un certo dominio sulle posizioni della difesa - scatenavano il nuovo preannunciato attacco. Il fuoco dell'artiglieria nemica era violento; tutte le comunicazioni venivano interrotte. Il tiro celere delle nos tre batterie investiva la piccola altura dalla quale carri armati nemici, ripartiti in tre nuclei su ampio semicerchio di 4-5 chilometri, muoveva no con direzioni concentriche di attacco. Le nostre batterie, che avevano fino allora eseguito concentramenti di g ruppo, iniziavano il fuoco

IlO

contro i singoli carri giunti a circa 1000 metri di distanza: qualche torretta saltava; qualche carro si fermava o usciva dalle formazioni. I carri incrociatori però, anche colpiti, continuavano ad avanzare, lenti ma sicuri, perchè la loro spessa corazzatura non poteva essere perforata dalle granate ordinarie impiegate dalla nostra artiglieria: erano una quindicina e, facendo fuoco con tutte le loro armi, varo no fin sui pezzi (l ). I difensori, benchè superati, persistevano ostinaotamente nella difesa.

Alle 17 }e fanterie britanniche, dilagando entro Sidi el Barrani, venivano a contatto col ridotto difensivo costituito n ella zona del porto e del faro, ove si trovavano il Comando Gruppo Divisioni biche e il Comando della Divisione « 3 Gennaio » ; il presidio del dopo impari breve lotta, veniva sopraffatto.

Resisteva ancora, sul fronte est, a cavaliere della rotabile, a tro chilometri dalla zona del porto, un troncone della difesa di Sidi el Barrani presidiato da una legione cc.nn. della « 3 Gennaio » e da reparti della l a divisione libica. Schierata tra Sauani el Dirin e la strada per Marsa Matruh, la l a divisione libica che, nella nobte, era riuscita a ripiegare a scaglioni da El Maktila senza che i Britannici se ne accorgessero, resisteva sulla nuova linea che veniva attaccata nel pomeriggio del 10, mentre si svolgeva l'azione contro Sidi el Barrani

Attorno agli ultimi difensori si rinnovavano, nella noae e il giorno successivo, gli attacchi (schizzo 14) Le nostre batterie, rimaste a corto di munizioni , erano costrette ad economizzare, fin dal tino, i loro colpi. Contro la l a divisione libica, premuta dalla nigione di Marsa Matruh , operavano anche autoblindo e carri venienti da Sidi el Barrani (2) Verso le ore 10,30 del giorno 11, il Coma.ndo veniva coinvolto nella cattura dei battaglioni che proteg-

(l) Nel citaro r apporto de l Gen. Wa ve ll si legge: << Questo attacco venne sferrato alle 16,15 dal zo Queen's '(XVI br-igata britannica) sulla destra, e dal 2° Cameron flighianders (XI hrigara indiana) sulla sinistra e fu sostenuto dal fuoco deltartiglieria, da alcuni carri armati del 7o R.T.R. e da un attacco del l 0 R.T.R. (carri irzcrociaton) a nord della strada Sidi el Barrani - Bug-Bug. L'attacco ebbe successo e Sidi el Barrani cadde nelle nostre mani al crepuscolo in.rieme a molti prigionieri e cannoni 11

(l) Nel rapporto del Gen. O ' Connor è detto: << Ad ej·t, la colonna di Marsa M atruh 11on era riu;cita ad impedire che il nemico si ritirasse da El Maktila e questo distaccamento, da quanto si potè apprendere, si rifugiò tra El Maktila e Sidi el Barrani. Tuttavia la colonna di Matruh era entrata ora in contatto col 6o reggimento di carri armati ed imieme con esso aveva compiuto un attacco notturno al chiaro di luna 11

I I I

gevano i pozzi. Gli ultimi reparti ad oriente di Sidi el Barrani, cedevano nelle prime ore del pomeriggio.

A Ras el Dai il superstite caposaldo della za divisione libica veniva sopraffatto il giorno 12. Ripiegame nto delle Divisioni « Catanzaro » e « Cirene » ( schizzo 14 )

Il nemico che la sera del 9 aveva tentato qualche infiltrazione fra i capisaldi della Divisione « Catanzaro • tenuti dal 141 o fanteria si limitò, durante la notte, ad effettuare tiri di disturbo.

I due battaglioni cc.nn., i due gruppi di artiglieria e il XX btg. carri L , inviati dal Comando lOa armata in rinforzo alla difesa del centro logistico di Bug-Bug (v. pag. 107 nota) avevano già iniziato lo schieramento a cavaliere della rotabile all'altezza di q. 52, quando giunse l'ordine di sbarrare le provenienze da est e di saldare la dìfesa del presidio di Bug-Bug con lo schieramento della Divisione. Il Comando del XXI corpo d'armata, considerato che le posizioni di Alam el Rirnth costituivano un debole saliente verso il nemico, autorizzava il Gen. Amico ad arretrarne le truppe, sempre che ciò non fosse sconsigliato da persistente pressione avversaria (schizzo 14).

Nella giornata del 10, reparti meccanizzati avversari si infiltravano fra i capisaldi della Divi sione, ma ripiegavano sotto la loro reazione di fuoco lasciando sul terreno una trentina di mezzi fra carri armati, autoblindo ed autocarri.

La sera dello stesso giorno: il Capo di S. M. dell'Armata trasm etteva al Comandante della Divisione «Catanzaro» il seguente ordine che veniva successivamente comunicato al Comando XXI corpo d'armata per la Divisione « Ci rene » (l) :

«Comando Superiore Forze Armate A.S., ordina ripiegare con tutte forze settore, co1t soli automezzi disponibili, durante questa 110tte, verso Sollum, con sosta domani Bir Tishdida. lnutilizzare artiglieria non trasportabile ma curare sorpresa. Assicurare con parola Roma. - Garibo ldi ».

(l) Da questo momento il Comando del XXI C. A. che seguì le sorti della Di\·isiooe cc Cirene >> , non ebbe altri contatti con la Divisione cc Catan· zaro n (relazione del Gcn. Spatocco, in data 19 dicembre 1940).

112

La rottura di contatto col nemico avveniva senza particolari difficoltà. Fu possibile portare via le artiglierie, ad eccezione di 4 pezzi da 77 J non però tutte le munizioni).

Verso le 8,30 del giorno 11 i primi scaglioni della Divisione «Caraggiu ngevano la zona di Bir Tishdida (schizzo 14). Alla protezione durante la sosta, il Comandante d ella Divisione provvedeva con un dispositivo di sicurezza impostato sullo schieramento a: blocchi - delle al."tiglierie, delle armi controcarro e di parte dei bauaglioni di ogni scaglione in movimento - tra la nuova strada ultimata in novembre dai nostri reparti e la pista situata tre chilometri a nord della strada stessa; il lato est dello schieramento controllava le provenienze da Bug-Bug, il lato ovest quelle da Sollum.

Il Comandante d ella Divisione, al suo giungere in posto, faceva avvertire i comandanti di scaglione, che la sosta sarebbe stata breve e che all'imbrunire sarebbe stato ripreso il movimento. Alle ore 12 circa, con l'arrivo dell'ultimo scaglione, la Divisione completava, indisturbata, il primo tempo del movimento. Qualche autoblindo nemica dava, alla stessa ora, segni di attività.

Alle ore 14,30, un nostro aereo sorvolava a bassa quota le posizioni e lanciava il segue nte messaggio del Maresciallo Graziani: « Comando Armata vi ha comunicato questa tzotte dì fermarvi ove siete solo per concedervi riposo nella marcia. Nessutzo scopo tattico ha dutzque vostra sosta. Ricognizione aerea dice che numerosi mezz i meccanizzati procedono da Sidi el Barrani verso ovest. Necessita perciò che voi riprendiate subito marcia inserendovi nello schieramento mare- Halfaya Armata vi invierà stesso ordine. Non perdete tempo

Pochi minuti dopo, improvvi samente, l'attività del nemico si accentuava fino a culminare in una azio n e violenta a massa di auto-blindo e carri armati su tutto il fronte.

L 'impari lotta sostenuta dalla D ivision e fu da questa essenzialmente imperniata sull'impiego dell'artiglieria, che r appresentava l'unica possibilità di reazione contro i mezzi meccanizzati nemici; e l'artiglieria si prodigava con generosa fermezza fino al sacrificio, infliggendo al nemico « perdite piuttosto dure in carri armati» (1).

(l) Dal citato rapporto del Gen. o· Connor.

113

Circa alle ore il Comandante della Divisione ordinava ai reparti non ancora travolti di portarsi verso la strada per aprirsi un varco in direzione di Sollum.

Giunta la notte, i superstiti intraprend evano una faticosa marcia lungo la spiaggia. Solo una parte degli uomini della Divisione e del gruppo di formazione schieratosi il 10 a protezione della base di Bug-Bug, riusciva però a raggiungere, con poco materiale, le nostre linee.

La Divisione « Cirene » che, nella notte sul 10 e durante lo stesso giorno 10, aveva respinto, dalle posizioni di Bir Sofafi est, Bir er Rabia e Qabr el Mahdi vari tentativi di attacco (schizzo 14), ricevette l'ordine di ripiegamento verso le ore 24 (1). Il Gen . Spatocco verbalmente ordinava che:

- l'operazione si effettuasse di sorpresa;

- avesse inizio alle ore 4 del giorno 11 e cioè subito dopo il tramonto della luna;

- la scarsissima disponibilità di mezzi di trasporto venisse esclusivamente utilizzata per il trasporto delle armi e delle munizioni;

- il movimento avvenisse agli ordini del Gen. D e Guidi, interessando, in effetti la Divisione « Cirene » ;

- di massima esso si effettuasse in due scaglioni, dovendo il 157° ftr. (che occupava le posizioni di Alam cl Rabia e di q. 236) funzionare da retroguardia.

Il movimento, iniziatosi nella notte fuori del contatto col nemico (2), disturbato durante la gio rnata d ell'H da reiterati bombardamenti e mitragliamenti aerei, fu reso lento e penoso anche dalla asprezza del terreno e dal sopraccarico dei soldati che portavano a spalla le armi pesanti ed il munizionamento e trainavano a braccia i pezzi di accompagnamento, controcarri e contraerei (3).

( l ) cc L'ordine dell'Armata, giunto inintelligibile nella seconda parte, fu finito di decifrare alle ore 0,30 del giorno Il » (relazione del Gen. Spatocco, in data 19 dicembre l94D).

(2) Il Gen. O' Connor nel citato rapporto scri\·e : « Gli ussari, i quali avet1ano ricevuto l'ordine di eseguire delle ricognizioni ad ovest di Sofafi, in seguito ad un malinteso ritornarono a Bir Enba nel corso della notte, col risultato che il nemico durante la no/le riuscì a svignarsela ed a raggiungere all'alba del mattino l'accampamento di Halfaya House >> (schizzo 14).

(3) La Di\·isione cc Cirene >> fu costretta ad abbandona re, per insufficienza di automezzi c mancanza di trattori, i pezzi della batteria da 100 e della baL-

Verso le ore 14, i primi elementi della Divisione « Cirene raggiunsero il caposaldo avanzato d ella Divisione « Marmarica a Neqb Mad'an ove trovarono gli autocarri della colonna rifornimenti che, come da ordini ricevuti, si erano raccolti, in primo tempo, sull'Halfaya, da dove, immediatamente scaricati, erano stati mandati incontro ai reparti in marcia per aiutarli nel trasporto delle armi.

Anche in prossimità di tale caposaldo, violente azioni di bombardamento e mitragliamento causavano, alle truppe in marcia, sensibili perdite.

Alle ore 20, per venne alla Divisione l'ordine di riprendere, a mezzanotte, insieme col presidio di Neqb Mad'an, il ripi egamento verso l'Halfaya.

Anche questa marcia, effettuata sotto il vento freddo ed impetuoso, si compì regolarm ente. La Divisione respinse con azione di fuoco, nei pressi di Alam Battuma (a 10 chilometri dall'Halfaya), un attacco condotto da mezzi m eccanizzati nemici sul suo fianco sinistro, e giunse in posto dopo aver percorso 60 chilometri in 36 ore (i reparti di Bir er Rabia circa 75 km.).

Il giorno 13 la « Cirene completò e perfezionò il suo schieramento occupando il settore compreso tra la pista H alfaya- Gabr bu Fares ed Halfaya- Musaid.

Nel frattempo, unità corazzate nemiche avanzavano per Sofafi in direzione nord-ovest.

Concorso d elle n ostre forze aeree alle operaz i oni

La nostra avtazwne partecipava alla battaglia con le limitazioni imposte dalle condizioni atmosferiche e dalle violente tempeste di sabbia. La sua efficienza risentì sensibilmente anche dei danni subiti dai campi.

Il giorno 9, una formazione di assalto spezzonava un forte nucleo di mezzi meccanizzati ad est di Alam Nibeua; un'altra di apparecchi da caccia effettuava sei attacchi mitragliando mezzi meccanizzati tra Abd el Sulam c Alarn el Rimth; assente nel cielo di

teria da 75 del l2o reggimento artiglieria, quelli della b:meria da 77 della g.a.f. e di una batteria dd Ili gruppo da 75/ 27 del Zio raggruppamento art. di C. d'A. (in rinforzo alla Divisione).

Alam el Tummar potè fare solo una fugace apparizione, il giOrno 10, a Sidi el Barrani.

Oltre le precarie condizioni atmosferiche, che ne rendevano difficoltoso l'impiego, sull'efficacia del contributo delle forze aeree incideva soprattutto la disponibilità di velivoli del tutto inadeguata alle esigenze della battaglia, come appare dal messaggio del Comando Superiore A.S. del 10 dicembre sera, riportato a pag. 87.

Tuttavia, n ei giorni 11 e 12 e nonostante che la tempesta di sabbia infuriasse su tutti i campi, la nostra aviazione svolgeva intensa attività in azioni di bombardamento, assalto e caccia tra Sidi el Barrani e Bir Enba ed a protezione dei movimenti delle Divisioni « Catanzaro» e « Cirene » : le perdite inflit<te all'avversario e quelle subite da noi risultavano dal seguente messaggio del Maresciallo

Graziani:

M .P.A. su tt-ttte le MM.PP.AA. (via filo) - cifrato

Stamage - Roma

« 01 / 3324 Op. dicembre 12 ore 20. Seguito 01/3323. Comunico perdite subite da aviazione dal 9 a stasera: 12 apparecchi abbattuti in combattimento, 14 distrutti da incursiotzi aeree con 21 morti et 30 feriti, 15 velivoli damzeggiati per incidenti di volo dovuti at ma1rcanza visibilità per sollevamenti sabbia. Perdite inflitte al nemico: apparecchi abbattuti sicuramente 18 et 8 probabili. - Graziani».

Il Comando Supremo interessava lo Stato Maggiore dell'Aeronautica, perchè esaminasse la di inviare nello scacchiere libico adeguati rinforzi di reparti da bombardamento e di offesa in picchiata. Le nostre disponibilità in Patria non consentivano, però, di provvedere con la celeri tà che le contingenze richiedevano.

Soltanto ii1S dicembre, quando cioè era già stata investita Bardia, veniva disposto l'invio di 50 veivoli da caccia, come risulta dal seguente messaggio:

« Dispaccio in partenza a mezzo telecifra

« Diretto a: Supercomatzdo A.S.l.

« Testo: 4687 j OP. 15 dicembre ore 11 ,40 per Eccelle1tza Graziani.

«Disposto invio immediato 50 apparecchi da caccia. Martedì aut mercoledì mattina saranno sul posto. Mu ssolini

II6

Nuovi provvedi men ti per fro nteggiare la tuaz.iion e e to da lle posizioni

l'Halfaya

Mentre si combatteva nella zona di Sidi el Barrani, le Divisioni « Marmarica », cc.nn. << 28 Ottobre » e cc.nn. « 23 Marzo» si organizzavano a difesa sulla linea dell' H alfaya; nel contempo le « piazze» di Bardia e bruch venivano potenziate con zione di rinforzi. In particolare:

- nel pomeriggio del giorno 9, la za Divisione cc.nn. « 28 Ottobre» - che, a partire dal giorno 5, aveva riunito a Sollum quasi tutti i propri reparti, già dissemina·ti per lavori stradali da Sidi el Barrani a Berta (l) - riceveva l'ordine di organizzare, con le forze a disposizione, uno sbarramento sulla sinistra della Divisione « marica », dal passo dell'Halfaya al mare, 4 km a sud-est di Sollum bassa;

- il mattino del giorno 10 la l " divisione cc.nn. « 23 dislocata all'Dadi el Mrega, riceveva l'ordine di un presidio a Sidi Ornar (2) e di sistemarsi a capisaldi sulla linea ciglione di Sollum Musaid - Bir - Uàar - Ridotta Capuzzo.

Il giorno 11, il Comando Superiore A.S . disponeva:

- l'avviamento a Tobruch di quattro gruppi d'artiglieria (3) di un battaglione fanteria e di un battaglione comp lementi libici;

- l'assegnazione a Bardia e Tobruch di tutti i pezzi da 47/32 ancora disponibili nei magazzini (4);

- l'assegnazione alla 10" armata della Brigata corazzata;

- l'avviamento del battaglione carri M 13 al ciglione di Soll um i n corrispon denza degli sbocchi delle strade di Sollum e dell'Halfaya.

Nel la stessa giornata, il Maresciallo Graziani affidava il comando della piazzaforte di T obruch al Gen. Pitassi Mannella ai cui ordini

(l) Il mattino del 9 mossero da Sidi el Barrani verso Sollum i due ultimi battaglioni. L'autotrasporto fu sorpreso dal fuoco di mezz i corazzati nemici provenienti da surl e subì perdite.

(2) Al presidio di Sidi Ornar Yenivano destinati un btg. cc.nn , un pl. da 47/ 32, una sezione da 20 mm., due pl. mitraglieri, un gruppo obici da 100/ 17 su due batterie.

{3) Uno da 75/46 da Cirene, due da 105/ 28 da ·Barce, uno da 75 / 27 in parre da Bengasi e in parte da Barce.

(4) Esistevano allora nei magazzi ni 38 pezzi; ne furono destinati 18 a To· bruch e 20 a Bardia.

I I 7

poneva, così, oltre le truppe del XXII corpo d'armata, tutte quelle dislocate nella c: e le altre che vi sarebbero giunte nei prosstmi g10rru.

La zona Sollum - Halfaya veniva sottoposta a violenti bombardamenti da navi inglesi incrocianti nel golfo di Sollum. La reazione di una batteria da 120/35 da Sollum e di al,tra da 149/35, aveva poca efficacia, per i limiti di gittata del tiro e la scarsa visibilità che ostacolava l'osservazione; nè si poteva reagire con aerosiluranti perchè gli unici sei esistenti in Libia erano stati danneggiati sul campo di el Adem da un violento bombardamento.

Il mattino del 12 l'azione avversaria, iniziatasi nel corso del movimento della Divisione « Cirene », si estendeva lungo il reticolato di confine. Il Maresciallo Graziani temeva che l'intero fronte avanzato potesse venir travolto e poichè era convinto che il nemico fosse in grado di aggirare per l'alto le posizioni dell'Halfaya ed investire, così, la poco munita «p iazza» di Bardia c successivamente quella di Tobruch, ordinava:

- alla 5a armata di mettere nella massima efficienza il campo trincerato di Tripoli ritirandovi tutte le truppe mobili, lasciando però inalterato il sistema di copertura alla frontiera occidentale e invariate le disposizioni già impartite per l'invio della Divisione « Sabratha ». a D erna;

- al Comando genio di preparare varie interruzioni sulla strada per Bengasi.

Nella stessa giornata si recava ad Agcdabia per esaminare personalmente la difesa di quella zona e rientrava poi alla sua sede di comando.

Il mattino del 12 dicembre il Maresciallo Graziani con il seguente messaggio notificava la situazione al Comando Supremo:

« M.P.A. su tutte le MM. PP. AA (via filo), cifrato.

« Stamage - Roma.

« 01/33 18 Op. 12 dicembre ore 10,30. Segue mio 01/3313 . Est confermata rottura Divisione « Catanzaro » che in parte habet ripiegato su linea Halfaya, in parte resiste ancora serrata da tutte le parti at Bir Tishidida. Divisione « Cirene » habet continuato suo rÌ·· piegamento dall'alto su Divisione « M armarica » Ìtl ordine fitw at questa mattina. l ntercettazio ni danno: l o) che 73 corazzata bis habet avuto ordine da Comando i11glese occupare Sollum; 2°) che at ore

II8

8,45 est cominciato movimento direzione nord-ovest at cavaliere pista

Sofafi - Halfaya et cioè at tergo « Cirene » Ricognizione aerea dà nello stesso momento che massa valutata circa 200 mezzi corazzati seguita da altra habet in effetto iniziato celere movimento verso Halfaya allo evidente scopo investire Divisione « Cirene ». Si deve presumere in conseguenza che nemico voglia superare resistenza dall'alto per proseguire poi verso Sollum urtando contro schieramento Divisioni« 23 Marzo» et« 28 Ottobre». Nella giomata di ieri ho fatto affluire at detto schieramento rinforzi artiglieria et ultima riserva corazzata at mia disposizione cioè btg. carri armati M/13. Se anche questa manovra nemica riesc..e est da presumere successivo investimento «piazza» Bardia che est scarsamente munita. Dopo di che non rimarrebbe che estrema resistenza «piazza>> Tobruck ove tutti mezzi che est stato possibile riunire sono stati schierati come già detto ieri. Flotta inglese scorazza liberamente sul mare. Stamane travasi davanti Ras Azz ez. Aviazione continua at essere quasi impossibilitata agire da avverso tempo. Minaccia travolgimento intero fronte Cirenaica est palese. Ho dato disposizioni at 5a armata Tripoli mettere massima efficienza quel campo trincerato ritirandovi tutte truppe mobili et lasciando sistema copertura frontiera occidentale inalterato. Genio prepara interruzioni su strada per Bengasi. Dopo questi ultimi avvenimenti che possono prevedersi imminenti riterrei mio dovere anzichè sacrificare mia inutile persona sul posto, portarmi a Tripoli, se mi riuscirà, per mantenere almeno alta su quel Castello la bandiera d'Italia, attendendo che Madrepatria mi metta in condizioni di continuare ad operare. Da me fino all'ultimo soldato abbiamo coscienza profonda aver fatto tutti sforzi per resistere dopo quelli compiuti da me per far comprendere at Roma quali fossero le reali condizioni di questo teatro di operazioni ed i mezzi necessari per poter/e ampiamente fronteggiare senza mettere l'uomo col fucile et con scarsissimi mezzi anticarro in condizioni di sosten ere la lotta della pulce contro l'elefante . Sia detto questo at mia memoria testament aria e perchè og nuno assuma di fronte alla storia la responsabilità in proprio di quello che oggi qui accade. - Graziani».

Mezzi corazzati nemici si affacciavano intanto davanti al presidio confinario di el Garn ul Greìn ed a quello di Sidi Ornar confermando nel Maresciallo Graziani il convincimento che l'avversario volesse, co n un aggiramento a largo raggio, penetrare nel nostro teràtorio per tagliare le comunicazioni .tra Bardia e Tobruch.

In relazione a tale minaccia il Comandante Superiore in A.S. alle ore I l del giorno 12 ordinava :

- di presidiare la c: piazza l) di Bardia co n la Divisione cc.nn. « 28 Ottobre >> (ordine modificato più tardi) e di lasciare le Divisioni « Marmarica », « Circne » e P cc.nn. « 23 Marzo» sulle posizioni già occupate;

- di trasferire 2 compagnie carri M 11 da Sollum e tutta la Brigata corazzata da Bardia a Sidi Azeiz, a protezione del :fianco esterno della stessa «piazza » di Bardia;

- al Gen. Mario Bignami, comandante d ella base di Bengasi (I), di predisporre per la prima difesa delle posizioni dell'Uadi Derna allo scopo di impedire, o quanto meno ritardare al massimo, eventuali infiltrazioni di mezzi m eccanizzati nemici (2).

Successivamente, alle ore 16 dello stesso giorno 12, disponeva:

- il riordinamento dei comandi, in relazione allo schieramento assunto dopo il ripiegamento della « Cirene » ponendo -a decorrere dalle ore 6.00 del giorno 13 - le Divisioni l a cc.nn. « 23 Marzo » e za cc.nn. « 28 Ottobre » alle dipendenze del XXIII corpo d'armata (Gen. Bergonzoli) e le Divisioni « Marmarica » e « Cirene » alle dipendenze del XXI corpo d'armata (Gen. Spatocco);

- che il Gen. Amico, comandante della Divisione « Catanzaro», assumesse il comando della «piazza» di Bardia ed il Gen. Babini quello della Brigata corazzata che rimaneva a disposizione dell'Arma ta;

- lo spostamento a Tobruch del Comando 10° armata, facendo pervenire al Gen. Garibaldi le seguenti direttive:

« N eli'attuale situazione, a Voi ben nota, il compito affidato all'Armata è di resistere sulle posizioni che occupa e di assicurare il possesso delle piazzeforti di T obruch e Bardia.

« Sono specialmente da temersi tentativi di mezzi corazzati tlemici operanti sull'ala destra dell'A1·mata per avvolgerla e staccar/a

(l) Il Gen. Mario Bignami veniva incaricato della difesa dell'D ad i Dern a fino all'arrivo del Gcn. Mario della Bona, comandante della D h·isione ((Sabrarha ».

(2) Forze a disposizione del Gen. Bignami: element i della Divisione (( Sabratha » (primo scaglione in arrivo il 16); due compagnie motociclisù (in arri vo dalla Tripoli tania il l4 o il 15); tre gruppi di arùglieria (2 da 105/28 ed l da 75/ 27) del zoo artiglieria d i C.A. (i n arrivo da Barce e da Jkngasi nella giornata del 13); un battaglione complementi libici (anch'esso a Bengasi); unità della difesa c.a. di Derna, da impiegare tutte anche per azione controcarro.

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dalla piazza di Bardia. Predisponete, pertanto, qualche elemento mobile in acconcia posizione per manovrare.

« Vintervento dei mezzi aerei sarà, da oggi, richiesto direttamente da codesto Comando a quello della squadra aerea che vi dovrà aderire nei limiti delle sue massime

Mussolini a tarda sera telegrafava: «Come sempre e più di sempre conto su di Voi. Fra Bardia e T obruch vi sono cannoni ed uomini sufficienti per infrangere l'attacco nemico. Anche il nemico è sottoposto ad usura. Tempo migliore permetterà impiego aviazione su larga scala. Infondete a tutti, dai generali ai soldati, incrollabile decisione delle ore supreme».

Alle ore 19, del giorno 12 il Comandante del XXIII corpo d'armata, nel segnalare alcune infiltrazioni di mezzi meccanizzati sulla strada tra Halfaya e Musaid, comunicava di aver preso misure per eliminarle impiegando anche le compagnie carri M a sua disposizione.

Il Maresciallo Graziani, considerato il pericolo che l'accentuarsi di tali infiltrazioni avrebbe rappresentato per tut:to lo schieramento avanzato (« Cirene « Marmarica », « 28 Ottobre», « 23 Marzo e riconosciuta la necessità di una azione unitaria nel quadrilatero Ridotta Capuzzo - Sollum - bivio H alfaya - Halfaya, attribuiva il comando di tutte le 4 Divisioni al Generale Bergonzoli cui , nella notte, inviava direttamente nuovi ordini dandone conoscenza al Gen. Gariboldi. Graziani confermava la consegna di resistere fino all'estremo fr a Bardia - Sidi Azeiz - Ridotta Capuzzo - Sollum - H alfaya per stroncare ogni tentativo nemico di sfondare in direzione di Bardia e affidava inoltre alla Brigata corazzata a Sidi Azeiz la difesa del f ianco destro di Bardia e l'eventuale opposizione a nuclei nemici che riuscissero ad infil·trarsi tra i varchi di Sidi Ornar e Bir esc Sceferzen.

Il mattino del 13, nel dare notizia di q uanto sopra al Comando Supremo, il Comando Superiore A.S . aggiungeva che il nemico, a contatto con i nostri sulla linea dell' H alfaya, ma n ifestava qualche difficoltà.

I n risposta Musso lini dava le seguenti direttive (1):

«Non preoccupatevi del fronte verso la Tunisia. Lasciate soltatJto presidi della G .a.F. Portate tutto quanto vi è di efficiente della sa armata verso la Cirenaica. Nel caso di rottura della linea attuale di-

(l) Telegramm a partito alle ore 13,25 del giorno 13, arrivato alle ore 16.

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fendete fino all'estremo il campo trincerato di Tobruch rimettendo in piena efficie n za i fossi anticarro. Nel caso che atzche questo desse organizzate con quatzto vi verrà da potlente tma difesa pale di Bengasi. Passata la sorpresa ed esauritosi col progressivo lontanarsi dalle basi impulso nemico vi sono possibilità che vi metteratlno, Maresciallo, di documentare ancora una volta le vostre grandi qualità di soldato e di stratega ».

Venuto poi a conoscenza delle consegne di resistenza a oltranza date dal Maresciallo gli esprimeva, ancora una volta, la sua piena fiducia.

Nel corso della giornata, contrattacchi effetrtuati con carri M ed L, con il concorso dell'aviazione, dcttero un certo respiro al nostro schieramento avanzato. Il Maresciallo Graziani, considerata, insieme coi generali Gariboldi, Porro, Tellera e Pitassi Mannclla, la lità che nuclei corazzati nemici moventi da Sidi Ornar e Bir esc Sceferzen, raggiungessero, con aggiramento a grande raggio, le trovie di Tobruch - che giudicava assolutamente necessario dere - decideva di spostare la Brigata corazzata nella zona di Ain el Gazala ponendola a disposizione del Gen. Pitassi.

Lasciava, quindi, Tobruch (ove sin dalla sera precedente si era spostato il Comando della 10a armata) per raggiungere, col suo mando tattico, Cirene .

Il giorno 14, il Comando Superiore A.S. aveva la sensazione che le previsioni della vigilia dovessero realizzarsi con ritmo travolgente (schizzo 15).

Alle 8,45, una colonna di un centinaio di mezzi meccanizzati procedeva , infatti, da Sidi Azeiz verso la Litoranea che rag giungeva alle 10 al bivio di Marsa Lucch. Alle 13,30, pattuglie nemi che ravano il ciglione verso Gambut (a m età strada tra Bardia e Tobruch). A sera, alcuni gruppi di mezzi meccanizzati erano nei pressi di Sidi Bu Amud (25 km ad est di Tobruch). Intercettazioni varie, nel corso della giornata, faceva no presumere che l'azione offensiva si sarebbe sviluppata, quasi sicuramente, seguendo l'andamento del Trigh Capuzzo che portava ad aggirare la piazza di Tobru ch.

In base a questi elementi, ritenuto che il n emico non intendesse insistere nell'attacco del nostro sdùeram ento avanzato Halfa ya puzzo, nè investire la piazza di Bardia, ma bensì penetrare damente n elle nostre retrovie verso T obruch e più ad occidente ancora, il Maresciallo Graziani decideva:

!22

- l'immediata occupazione della stretta di Ain el Gazala con tutta la Brigata corazzata e due battaglioni motorizzati della Divisione « Sirte » per sbarrare la Litoranea e il T righ Capuzzo nel caso si verificassero infiltrazioni lungo la rotabile tra Tobruch e Ain el Gazala o lungo il Trigh Capuzzo verso Mechili;

- l'occupazione a difesa del ciglione di Derna (completandovi lo schieram ento delle artiglierie) e l'esecuzione di interruzioni stradali e di sbarramenti lungo la Litoranea (l);

- l'esecuzione di co ntrattacchi con mezzi autoportati partenti specialmente da Halfa ya e da Bardia, come estremi tentativi per ritardare la marcia delle colonne nemiche (2);

- l'occupazione a difesa della testata dell'Uadi Bacur (Val Bordone) a sbarramento della rotabile Barce - Tocra;

- lo sgombero su Derna e in zona più ad ovest dei campi di aviazione avanzati;

- lo sgombero dei magazzi ni d'intendenza da Derna su Bengasi;

- l'occupazione (col primo scaglione della Divisione « Sabratha e due compagn ie motociclisti in arrivo da Tripoli) dei bivi di el Agheila e Marada per sbarrare possibili sbocchi sulla litoranea a mezzi meccanizzati nemici provenienti da Gialo e Marada.

Il Generale Bergonzoli, a sua volta, in conseguenza della crescente pressione dei mezzi corazzati nemici, iniziata alle ore 6 del giorno 14 contro i capisaldi della « 28 Ottobre» e della « Marmarica », e della situazione creatasi ad ovest di Bardia (ricognizioni aeree avevano rilevato forti concentramenti di mezzi meccanizzati nemici a Sidi Azeiz) decideva di arretrare lo schieramento a va nzato sulla linea Sollum alta - Bir Uaar - Capuzzo - Ponticelli, per economizzare le forze e facilitarne i rifornimenti da Bardia. Alle Divisioni « 28 Ot-

( l) Interruzioni stradali: sui tornanti del ciglione di Derna; s ulla via secon· daria Berta - Martuba; ai ponti dell'Uadi el Cuf; al pon te della strada meri · dionaJc gebelica alJ'altezza del monumento ai caduti di Barce; s ui tornanti deli'Uadi Bac ur; su] ciglione di Regima.

Sbarra menti lungo la Litoranea: ad Agedabia; al bivio el Agheila - Marada; al biv io el Merduma - Marada.

(2) Il Gen. Garibaldi trasmette,·a l'ordine ai Comandi interessati facendo presente al Comando Superiore l'esiguità dei mezzi idonei.

123
A.S.
9·-

tobre » e « Marmarica » ordinava, nelle prime ore del pomengg10, di procedere al ripiegamento delle truppe.

La Divisione « 28 Ottobre» doveva por.tarsi dal passo dell'HaHaya a Sollum alta per costituire un ridotto che assicurasse la difesa di Sollum e della strada Sollum - Bardia nel tratto sino a Musaid esclusa; a Musaid avrebbe preso contatto con lo schieramento della « 23 Marzo » che, a sua volta, sarebbe stata sostituita dalla Divisione « Marmarica » ripiegante dall'Halfaya; la Divisione « Cirene » avrebbe proseguito su Bardia per sistemarsi nel settore Mrega; la « 23 Marzo » doveva schierarsi a Bir el Tafua, col compito di protezione lontana del fronte sud-occidentale della «piazza».

La nostra aviazione impiegò quel giorno tutti gli aerei efficienti contro gli automezzi provenienti da Sidi Azeiz e contro gruppi meccanizzati individuati ad ovest e sud-ovest della stessa località, impegnandosi anche in numerosi combattimenti aerei, a seguito de i quali furono considerati certamente abbatruti undici apparecchi nemici, forse dodici (1). Il movimento delle nostre unità ebbe inizio nelle prime ore della sera dall'Halfaya e da Gabr bu Fares. Il materiale intrasportabile fu di strutto.

L'aviazione avversaria, anch'essa attivissima durante la giornata, provocò gravi danni alla sussistenza di Bardia, e abbattè 6 nostri bombardieri.

Il nemico, dopo la mezzanotte, effettuò un violento ed intenso bombardamento navale ed aereo sui capisaldi già sgombrati.

A tarda sera del giorno 14, Mussolini, con il seguente messaggio, ordinava di mettere in allarme la « piazza » di T ripoli e lo schieramenrto al confine runisino: ·

« Diretto a Eccellenza Cot1a Comandante lnt. saArmata- Tripoli e, per cot1oscenza: Supercomando A.S.J.

Trasmesso il 14-12-1940- Ore 21

(l) Nel r:tpporro del Gcn. O'Connor si legge: '' La colonna non arrivò a Sidi dopo illet1ar wle con il risultato essa venTU! scorta dalla ricognizione aerea e più tardi fortemente bombardata ad intervalli durante tutto il resto del giorll(). Questo fu il più duro bombardamento della campagna essendo sta ta sottoposta la colonna a ben 20 bombardamenti durante la giornata. u in proporzione alla delf attacco furono oltrem<XIo liel1Ì, e chi le subì maggio rmente fu /'Il • u.rsari " ·

Testo: 4676/0P. Mettete immediatamente in allarme et completate occupazione «piazza» T ripoli et opere difensive verso confine tunisimo. Assicurate. - Mussolini >>.

L•indomani col seguente telegramma al MaresciaJlo Graziani, Mussolini approvava le disposizioni adottate nello scacchiere libicoegiziano:

Arrivato 15/12/40 - h. 13,20

Partito 15/ 12/40 - h . 11,35

«Comando Superiore FF.AA. A .S. Cirene .

« 162924 - 162925. - Le disposizioni che avete preso mi convinco1zo che la partita può avere un epilogo diverso da quanto sperano gli Inglesi et soprattutto !asciatemi ammirare la vostra serenità et quella delle truppe la cui azione è seguita con suprema emozione et speranza da tutto il popolo italiano. Soprattutto vz' confermo ordine difesa ad oltranza «piazze» Bardia et Tobruk. Nemico deve essere costretto al rallentamento et alla sosta. 300 uomini del Presidio di Narwik resistettero per oltre un mese agli assedi di diecimila nemici. Maresciallo Graziani il passato est passato quel che conta est l'avvetJ.ire et la sal>vezza della Cirenaica. - M ussolini » .

Possibilit à di trarre rinforzi dalla sa armata e di apprestare a difesa il ciglione di D erna

Poche ore dopo Mussolini comunicava al Maresciallo Graziani i motivi che lo avevano indotto ad ordinare (v. pag. 124) l'allarme della <<piazza» di T ripoli ed Impart iva ulteriori direttive:

« Dispaccio in partenza a mezzo telecifra.

« D iretto a E ccellenza Graziani - A .S.l.

<< Trasmesso il 15 dicembre 1940, arrivato ore 19,25 .

«Testo 4688 / 0P. seguito 4676/ 0P. del 14 corrente. Ordine di messa in allarme «piazza» T ripoli era in relazione colla crisi governativa scoppiata improvvisamente a Vichy et dalla quale non ci era possibile comprendere movimenti et portata. Entrata F landin nel go verno disperde aut allontana minacce . Potete, quindi, se necessario, prendere dalla quinta armata quanto vi occorre per fare, nella

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peggiore delle ipotesi, del ciglione di Derna, a mio avviso et per conoscenza personale, imuperabile, la zotza di arresto definitivo della avanzata nemica. - Mussolini » .

11 Maresciallo Graziani, la sera dello stesso giorno 15, informava il Comando Supremo, dei provvedimenti disposti per fronteggiare la situazione:

« Stamage - Roma.

« 01/3392 Op. 15 dicembre ore 23,30 At 4676 op. del 14 corrente et 4688 odierno. Sta bene. Se avessi at disposizione i mezzi di trasporto necessari per addensare tutta saarmata per intero nel tempo utile sulla fronte cirenaica superando i 1500 km. che me ne dividono lo farei senz'altro. Ma tutta la disponibilità di automezzi con i qtta!t Tripoli può effettuare trasporti si riduce a poche centinaia. Con essi si sta autotrasportando Divisione « Sabratha » at blocchi et che attualmente si sta schierando tra Agedabia- Agheila- Marsa Brega per sbarrare possibili sbocchi autoblindo nemiche da Gialo aut M arada at interdizione movimenti nostri tra Cirenaica et Tripo!itania , il che significherebbe tagliare in due la Colonia libica. Giomi scorsi infatti una formazione autoblindo si presentò di fro11te at Augila - Gialo proveniente dalle oasi egiziane di D akla aut da Siwa il che dimostra che esiste in quei settore una 01·ganizzazio ne idonea at effettuare ciò che potrebbe apparire inverosimile. Continuerò at trarre da Tripoli tutto il possibile. - Grazia ni ».

« Stamage - Roma.

« Ol /339 4 Op . 15 dicembre ore 23,30 At 4688. Come già comunicato in precedenti rapporti messa at difesa ciglione Derna est già in atto. Questo ostacolo naturale fortissimo di per sè stesso fino alla testata del fosso formato dallo Uadi Derna; est aggirabile per la strada M artuba - Berta et per l'altra M echili - Chaulatl nonchè per la M echi/i - Ez Z eiat - Zauia M sus - Betzina direttametzte su Bengasi. Si sta facendo perciò tutto il possibile per evitare aggiramento per la Martuba - Berta perchè per sbarrare tutti gli sbocchi ci vorrebbe tma intera armata. Et con i mezzi corazzati et motorizzati inglesi vi est oramai da aspettarsi ripeto lo itwerosimile. Essi sono itzoltre manovrati, condotti et impiegati con eccezionale maestria et audacia dal 11emico - Graziani :P.

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Durante la giornata del 15, contrariamente alle previsioni, le forze nemiche - sot?toposte ad intensa offesa dalle nostre formazioni aer ee - non riprendevano l'avanzata. La nostra ricognizione aerea non rilevava neppure i gruppi di mezzi meccanizzati che si erano spinti, il giorno prima, sino a Sidi Bu Amud.

Mezzi meccanizzati continuavano invece ad affluire in direzione di Halrfaya, alta e bassa, di Gabr bu Fares e di Sidi Ornar, mentre Bardia veniva sottoposta a continuo martellamento aero-navale.

Nelle prime ore del pomeriggio, il Gen. Bergonzoli informava il Comando lOa armata che mezzi meccanizzati nemici, appoggiati da artiglieria, avevano attaccato la Divisione << 23 Marzo » a Bir el Tafua (quasi sulla cinta di Bardia), che altri erano stati segnalati e battuti nei pressi di Sollum, altri ancora erano stati avvistati risalenti la strada di Halfaya; che in questa situazione - tenuta presente l'interruzione delle comunicazioni tra Bardia e Tobruch e la scarsità di viveri e carburanti - riteneva opportuno effettuare il ripiegamento su Bardia di tutti gli elementi avanzati e ne chiedeva l'autorizzazione.

Il Gen. Benti proponeva al Comando Superiore di approvare la proposta, precisando però che essa dovesse essere attuata «soltanto per necessità veramente improrogabile ». Il Maresciallo Grazianiconsiderando , invece, che i mezzi nenùci incuneatisi fra Capuzzo e Bardia avrebbero potuto tagliar fuori tutte le truppe del Gen. Bergonzoli e che la « piazza >> di Bardia senza adeg ua<to presidio non avrebbe potuto opporre seria resistenza agli attacchi avversari - ordinava l'immediata approvazione della proposta.

Nelle prime ore del 16, le truppe del settore di Bardia ultimavano il loro ripiegamento nella piazzaforte sotto la protezione di carri M. Il Movimento delle D ivisioni << Marmarica » e « 23 Marzo» veniva disturbato dal nemico soltanto con aerei (1).

(l ) Nella citata relazione del Gen. O' Connor è d erro: a il 14, la 7a Brigata corazzata si mosse verso la zona Capuz zo - Sollum ccm l'ordìne di impedire alle for ze nemiche raccolte in quella zona, di ritirarsi nella cerchia della difesa di Bardia. Durante la giornata la Brigata riuscì a prevenire ogni movimento ma, durante la secotula notte, il nemico riuscì a pas.rare attraverso la strada principale di Bardia in modo che col sorgere del sole si trovava entro le difese della fortezza. QueJ!O scacco venne attribuito alla diffusa avversione delle unità carazzate a compiere operazioni notturne H

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Ri piegam e n t o d e llo schiera m en to avanzato su Bardi a

Il ritiro del nostro schieramento Capuzzo - Sollum lasciava senza sostegno le truppe scaglionate lungo il reticolato di confine. I presidi di Bir esc Sceferzen, Maddalena e el Gari ul Grein (3 compagnie fucilieri, 4 plotoni mitraglieri, l batteria cannoni da 75/27, 4 pezzi da 65/17, 8 pezzi c.c. da 47/32, 12 c.a. da 20 mm. ) ricevevano, pertanto, l'ordine di ripiegare su Giarabub ed effettuavano il movimento (tra il 16 e il 19) sotto la direzione del comandante di detto caposaldo il quale già disponeva di l compagnia fucilieri, l compagnia libica automitr., 4 compag ni e libiche mitr. da posizione, 2 pezzi da 65/ 17, 6 pezzi c.c. da 47/32, 4 mitragliere c.a. da 20 mm.

Il presidio di Sidi Ornar - accerchiato fin dal giorno 13 - veniva, invece, sommerso nel pomeriggio del 16 da un attacco combinato di aerei e forze meccanizzate sostenute da artiglieria.

La nostra aviazione dava il suo efficace contributo alle operazioni con azioni particolarmente onerose (1). Tre nostri aerosiluranti attaccavano navi inglesi che dal mattino tenevano sotto tiro Bardia, colpivano e probabilmente affondavano un incrociatore di 6000 tonnellate.

Nella stessa giornata del 16, il Comando Superiore A.S.:

- limitava la giurisdizione del Comando 10a armata alla zona compresa tra la piazza di Tobruch e quella di Bardia, tenendo il rimanente territorio alle proprie diretrte dipendenze;

- ordinava al Comando Superiore R. Marina in Libia e all'Intendenza di fare ogni sforzo per approvvigionare la piazza di Bardia, via mare; ·

- adoMava i seguenti provvedimenti per dare consistenza a ll'organizzazione difensiva della zona Derna- Berta- M echili :

. avviamento a Derna del 10° reggimento bersaglieri, del V battaglione carri (giunto il giorno 13 dall'Italia) e di tre batterie della Marina (u na da 152/45 e due da 102/35) per la difesa costiera c co ntraerea;

avviamento a Berta del primo scaglione della « Sabratha » giunto ai bivi per Marada (2);

( l ) 3 nostri S. 79 c l Ghibli furono abbattuti in fi ;1mme; l caccia non rientrò.

(Z) Dove,·a essere nella funzione di sbarramento ai suddetti bi,·i dal succcssi,·o scaglione, il cui ar rivo era pre,·isto in giornata.

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. occupazione della ridotta di Mechili con elementi anticarro e contraerei (pezzi da 47/32 o mitragliere da 20 m m. );

. spostamento a Mechili della Brigata corazzata che doveva lasciare ad Ain el Gazala soltanto un nucleo di carri M e qualche m itragliera da 20 mm. per proteggere da incursioni di autoblindo la zona dei campi di aviazio ne.

Forze br itannich e che parteciparono alla battaglia ( l )

Delle forze britanniche dislocate nel Deserto Occidentale Egiziano sembra che abbiano partecipato alla battaglia di Sidi el Barrani (2):

- la 7a divisione corazzata su:

. 11 o reggime nto di cavalleria corazzato « Ussari »,

. due Brigate corazzate (IV e VII) di 3 reggimenti ciascuna, un gr uppo di rincalzo costituito dal 60o fucilieri e da una Brigata fucilieri con artiglieria ippotrainata;

- la 4a divisione indiana su tre Brigate (V e XI indiana e XVI britannica) (3);

- truppe di Corpo d'Armata:

. 7o reggim ento ca rri armati (Royal Tanks RegimentR.T.R.) dotato di 48 carri « [ » (4},

. l reggim ento carri medi,

. l reggimento carr i pesan ti,

. il presidio di Marsa Matruh (Gen. Selby, con 1800 uomi ni).

Totale approssimativo indicato dal Gen . W ave Il: 31 mila uom ini , 120 cannoni, 275 carri armati, 60 autoblindo.

( l ) Il Comando britannico era così costitu ito:

- Gen. Wa vell, comandante delle forze del Medio O riente;

- Gen.Wilson, comandante dello scacchiere egiziano;

- Geo. O ' Connor, comandante de lle forze dd Deserto Occidentale operanti in Cirenaica.

'Durante l'offensiva il Gen. O' Connor passò alle dirette dipendenze del Gen. W avcll che seguiva da vicino le operazioni.

(2) Rapporto del Gen. O ' Connor.

(3) La 4a divisione indiana verrà ritirata dal fronte dopo la battaglia di Sidi el Barrani per essere inviata in Africa Orientale. Sarà sostituita nella terza decade di dicembre dalla 6a didsione australiana.

(4) Il ] 0 R.T.R è chiamato Il reggimento ., nel ra ppo rto del Gen. o· Connor battaglione in quello del Gen. W ::well.

129

Il grosso della 73 divisione corazzata era dislocato a cavaliere della strada Marsa Matruh - Siwa (tratto Marsa Matruh - Bir Kena ys) a circa 100 chilom etri dal nostro schieramento, la 43 divisione indiana era dislocata tra lo Uadi Naghamish e Ma'aten Baqqush. In quest'ultima località era sistemato il quartier generale delle forze del Deserto Occidental e e quello del 202° gruppo della R.A.F. Nella zona ad est di Baqqush si trovava una Brigata n eozelandese, che il Comando britannico stabilì di sostituire con la 16'1 brigata della 6a divisione australiana.

DifESA E CADUTA DI BARDIA

(16 DICEMBRE 1940 • 5 GENNAIO 1941)

IV.

P ensiero del Maresciallo Graziani sulla si-

Il 16 dicembre ve niva seg nalata una forte massa di mezzi corazzati nemici in zona Bir Enba.

Il ma tti no del 17 la ricognizione aerea r ilevava più in particolare:

tuazione, orientamenti del Comando Supremo, movimenti negli Al ti Com andi in Libia - forti nuclei di mezzi corazzati attorno a Gabr bu Fares, BirChreigat, Bir Zigdin;

- paM:u g li e di autoblindo spiegate a ventaglio verso Bardia (da Bir Tafua a Sidi Azeiz) e verso Sidi Ornar e Sceferzen;

- una colonna di mezzi corazzati in movime nto tra Bir Sofafi e Bir H abata.

Dal complesso di q ueste notizie sembrò al Comando Superiore

A .S. di poter dedurre che l'avanzata della massa corazzata ne mica , forse per il logo rìo de i suoi mezzi ed anche per necessità logistiche, avesse subito un tempo di arresto

Il Maresciallo Graziani, che giudicava la sosta dell'offensiva britannica di breve durata e preludio a nuove operazioni tendenti ad elim inare le piazzeforti di Bard ia e di Tobruch e procedere quindi a l la integrale co nquista della Cirenaica, i n un rapporto al Duce (allegato 3) ed in un telegramma al Gen. Guzzoni (1), Sottocapo di S. M. Generale (allegato 4), inviati risp ettivamente il 17 e 18, rappresentava la situazione militare al nono giorno dell'offensi va soffermandosi sulle ulteriori possibi lità operative del n emico e su lle nostre possibilità difensive.

Le sue considerazioni possono così riassumersi:

- le due < piazze » - per la loro scarsa consistenza fortifica -

(l) Il designato Alfredo Guzzoni, già comandante dd l.t 4a armata al fronte al pino occidentale, era stato nomjnato Sottosegretario di Stato per la g11crra e Sottocapo di S. M. Generale il 29 novembre 1940.

toria e per l'isolamento cui sarebbero state in breve costrette dalle soverchianti forze rterrestri, aeree e navali d ell 'avversario - non avrebbero potuto ch e adempiere ad una semplice funzione ritardatrice: c'era da chiedersi perciò se n on convenisse tentare di raccogliere le truppe di Bardia in Tobruch in modo da conferire a quest'ultima piazza una maggior e robu stezza U n a eventuale decisione in tal senso doveva essere presa prima che l'intercettazione delle comunicazioni tra Bardia e Tobru ch divenisse definitiva ed insuperabile;

- dopo la caduta dell e du e piazzeforti il n emico avrebbe potuto attaccare il ciglione di D erna, sul quale si stavano schierando tutte le forz e e i m ezzi ancora di sponibill in Cirenaica, oltre la D ivisione « Sabratha :) proveniente dalla Tripolitania. Non era però da escludere che, trascurando il ridotto D erna - Berta ed aggirando il Gebel, per le strade che si dipar to no da Mecbili, l'avversario puntasse direttamente su Bengasi - Soluch ed Agedabia ;

- per prevenire tale eventualità erano stati adottati provvedime nti vari: rinforzato il settore Agedabia - Gialo - Augila; occupati in forza i bivi p er M arada sulla L itora n ea; collocate armi anticarro a Mechili; disposto che le forze affl uenti dalla Tri politan ia - ad eccezione della Divi sion e « Sabratha :) - si concentrassero a Ben gasi. Le forze impiegate erano però esig ue e per di più non atte - tranne il nuovo bat'l:aglio n e carri M 13 - a sostenere il comb attimento contro reparti m eccanizzati;

- gli ultimi avvenimenti avevano dimostrato che, nel particolare ambiente nor d-afr icano, una Di visione corazzata valeva di più di una intera Armata e che il nostro armamento controcarro non era sufficiente ad arrestare l'attaèco, specie se questo era preparato ed appo ggiato dall'azione m assac rante d el bombardamento aereo.

Il Generale Cavallero, che il 6 dicembre aveva sostituito il Maresciallo Badoglio nella carica di Capo di Stato Maggiore Generale, comunicava, lo stesso giorno 18, al Maresciallo Graziani che il Duce, esamina ta la situazion e, Io lasciava arbitro di fissare le mod alità dell'azione, tenendo presente però la necessità di ritardare quanto più possibile l'avanzata del nemico, logorandolo e che, a tal fine, poteva giovare il prolungamento della resistenza anche a Bardia.

L'indomani, 19 dicembre, lo informava che:

- poteva disporre del battaglion e carri M 13 sbarcato a Tripoli con il lO o re ggimento bersaglieri;

1 34

- due battaglioni carri M 13 (80 carri) sarebbero giunti a Tripoli entro il mese (l );

- era stato disposto l'invio a Tripoli di un reggimento di artiglieria motorizzata;

- si era chiesto alla Germania l'urgente invio in Libia d i una Di visione corazzata.

Il Gen. Cavallero, infatti, aveva preso contatto con il Gen. Von Rintelen, capo della Missione militare germanica presso il Comando Supremo italiano, e l'aveva pregato di prospettare all'Alto Comando tedesco il nostro desiderio di poter disporre di una Divisione corazzata, come elemento di manovra e di contrattacco in Libia.

Il Gen. Guzzoni, il giorno 20, ribadiva l'argomento per rappresentare la necessità che l'intervento germanico fo sse immediato c per soggiungere che il concorso alleato ·sarebbe stato ancora più gradito se realizzato con l'invio di due Divisioni. Informato, poi , che le Divisioni corazzate potevano esser pronte a partire entro 10 - 12 settimane, ma che il Gen. Keitcl aveva dimostrato qualche perplessità circa il loro invio, non soltanto per le difficoltà dei trasporti mari ttimi, ma anche perchè contrario ad un eventuale non adeguato impiego delle speciali unità in una situazione difensiva, il Gen. Guzzon i assicurava che per i trasporti era ormai in atto il sistema d ei grossi convo gli e che se nza dubbio le unità corazzate sarebbero state impiegate nella ripresa offensiva.

La questione veniva ancora prospettata nei gio rni 30 e 31 dicembre a Berlino, da una Missione militare italiana composta dai ge nerali Favag rossa, Fautilli e Gandin, incaricata di esaminare, con l'ALto Comando germanico, questioni gene ral i di carattere operativo e di trattare (Ge n. Favagrossa in particolare) la cessio ne di m ateriali bellici per il nostro Esercito. Nell'occasio ne, il Gen. Jodl disse che i T edeschi erano pronti a interven ire ovunque fosse stato utile, ma in situazioni tali da non compromettere il lo ro grande prestigio ; circa l'invio delle Divisioni corazzate germaniche in Libia precisò che occorreva attendere le decisioni del Fi.ihrer che era allora a Berchtes gaden.

Dopo i provvedimenti adootati il 16, prolungandosi la sosta dell'offensiva britannica, il Maresciallo Graziani, allo scopo di perfe-

( l) Il VI btg. carri M 13 e 36 carri sfusi per costituire in posw il XXI giunsero a Tripoli il 17 gennaio c, a Bengasi, il Z2 qu ando T obruch era già caduta.

1 35

zionare l'organizzazione della resistenza intesa ad arrestare il nemico su linee di difesa successive:

- costituiva il settore esterno di Bengasi col compito di impedire eventuali infiltrazioni nemiche, specialmwtc da Mechili, c provvedere all'apprestamento di tre sbarramenti: all'Dadi Bacur, allo sbocco El Abiar - Regima, e allo sbocco di Sceleidima. Ne affidava il comando al Gen. Cotronei (l);

- muniva el Agheila di mezzi di difesa contro eventuali infiltrazioni di reparti meccanizzati sulla Litoranea ; poneva quel presidio alle dipendenze del Comandante del territorio sud-cirenai co con sede ad Agedabia (colonnello Aimone Cat).

Nei giorni 21 e 22, poi, per migliorare l'azione di comando in vista degli eventuali sviluppi d ella situazione, disponeva che:

- il Gen. Tellera (2) assumesse il comando della 10° ar mata (i n sostituzione del Gen. Berti);

- il comando stesso si trasferi sse a Luigi di Savoia, lasciando a Tobruch , presso il Comando della «piazza», già assu nto dal Gon. Pitassi Mannella, un suo organo di collegamento;

- il Gen. di Brigata Miele (3) assumesse la carica di Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale;

- il Gen. Cona (4), chiamato dalla Tripohtania, ass um esse il comando dello schieramento Derna - Berta - Mechili {a Mcchili doveva dislocarsi - come già ricordato - la Brigata corazzata al comando del Gen. Babini per chiudere gli sbocchi verso Bengasi e per essere in grado di concorrere ad una eventuale battaglia tra Berta e Derna).

Mussolini, approvando le disposizioni adottate, invitava i l Maresciallo Graziani ad esaminare l'opportunità di rinforzare la Bri-

(l ) Il Gcn. Ettore Cotronei era Capo della Segreteria militare del Comando Superior e Forze Armate A.S.

(2) Il Gen. di C. A. Giuseppe Tellera era Capo di S. M. del Comando Superiore Forze Armate A.S.

(3) Il Gen. Al1ghiero Miele era addetto al Comando Superiore Forze Ar· mare A.S.

(4) Il Gen. Ferdin ando Cona comanda\·a il XX corpo d'armata dislocato tra Tripoli e Zuara.

gata corazzata - che aveva un compito essenziale - con il battaglione carri armati giunto a Tripoli e confermava ripetutamente al Maresciallo stesso e al Gcn. Bergonzoli che le piazze di Bardia e Tobruch dovevano resistere ad oltranza.

La piazzaforte d i Bardia (schizzo 16)

L'organizzazione difensiva del fronte a .terra di Porto Bardia era stata studiata per proteggere dall'azione dei piccoli calibri la rada e gli speciali impianti che facevano di Bardia un importante centro idrico avanzato, verso il confine cirenaica - egiziano.

La cinta fortificata era costituita da una fascia di capisaldi comprend enti ognuno una duplice serie di piccoli ridotti.

La fascia, profonda in m edia circa 400 metri, doveva essere circondata all'esterno da un fosso anticarro di notevoli dimensioni, potenziato da altre difese passive.

L'intera organizzazione difensiva comprendeva 14 capisaldi, che avrebbero dovuto avere un totale di 113 opere, delle quali 43 sulla linea esterna, con uno sviluppo complessivo di circa 32 chilometri.

le opere dovevano, secondo il progetto, avere carattere semipermanente, con postazioni nella massima parte scoperte.

Quando l'Italia entrò in guerra l'organizzazio ne difensiva di Bardia aveva raggiunto uno stadio che le conferiva carattere poco più che campale e risultava armata solo in parte: mancava, in particolare, l'ostacolo anticarro ed era quasi inesistente l'armamento controcarro. Sei settimane più tardi, in armonia con l 'andamento favorevole assunto dal conflitto, venivano sospesi i lavori di for.tificazione, lasciando in auto soltanto quelli relativi all'attrezzatura logistica, consistenti, essenzialmente, n ella costruzione e nel riattam en to di strade, piste ed opere idriche.

Alla data del l o dicembre presidiavano la piazzaforte circa 2.500 uomini di fanteria g.a.f. (guardia alla frontiera). Numerose artiglierie e pezzi controcarro erano stati, però, rtolti da Bardia, per essere asseg nati, in rinforzo, alle Grandi Unità della lOa armata operanti in territorio egiziano {l). Alla stessa data la difesa costiera della piaz-

(l) Erano state assegnate due btr. da 149/ 35 e un a btr. da 105/ 28 al XX1II

C.A.; due cp. da 47/ 32 alla Divisione (( Marmarica »; una cp. da 47/ 32 e una btr. da 65/ 17 alla 13 divisione libica; una btr. da 65/ 17 alla 23 di\'isione libica; un plotone da 47/ 32 alla Oi,isione cc.nn. (( 23 Marzo"·

137

zaforte disponeva di una batteria da 120 mm. della Marina e la difesa contraerei di due batterie da 75/27-06.

All'inizio dell'offensiva britannica la «piazza» era, in sostanza, un campo 'trincerato, il cui perimetro presentava un reticolato discontinuo, un fosso anticarro non completo, campi minati pochi e molto intervallati, armamento controcarro quasi inesistente, munizionamento deficÌitario (appena 40 cartucce perforant i per arma autom<l!tica).

I tra-trti di perimotro, a nord e a sud di Bardia, che corrispondevano alla zona costiera solcata da numerosi uidian, risultavano n<l'turalmente più forti; quello fronte a sud aveva anche un raddoppio che rispondeva al conce1lto di consentire uno schieramento avanzato di ar·tiglieria verso il ciglione di Sollum. Il tratto verso ovestsud-ovest risultava più debole e più esposto alle incursioni dei mezzi meccanizza·ti.

Alla data del l 6 dicembre, tutte le forze di Bardia e cioè le 4 Divisioni che vi erano appena affluite, i superstiti della Divisione «Catanzaro», i reparti della g.a.f., i servizi e gli enti già dipendenti dall'Intendemza, passavano alle dipendenze dirette del XXIII corpo d'armata (Gen. Bergonzoli). Il Comando del XXI corpo d'armata cessava di funzionare (1).

Il Comando della « piazza » alle unità della g.a.f. che presidiavano la fascia di capisaldi della cinta fortificatacontinuava ad esser tenuto dal Gen. Amico al quale veniva affidata anche la difesa costiera e controaerea.

Il Gen. Amico, comandante della Divisione <<Catanzaro», aveva assunto il comando della « » il giorno 13, in seguito ad ordine del Comando Armata. Lo stesso giorno aveva impartito i primi ordini per fronteggiare la situazione determinata dal successo britannico.

Il giorno 14 era stato autorizzato ad avviare a Tobruch una colonna di cammelli e salmerie del Gruppo Divisioni libiche (circa 400 uomini tra nazionali e indigeni con un migliaio di quadrupedi) (2). Gli sgomberi, dopo il 14, furono limitati a circa 250 uomini della Divisione «Catanzaro», una ventina di civili e alcuni elementi indigeni che erano ancora nella « piazza » (3).

( l) Il Gen. Spatocco c parte degli ufficiali del Comando venivano destinati in Tripolitania in vista di altro impiego.

(2). La colonna muovendo lungo la costa - evitando cioè la Via Balbia e il Tdgh Capuzzo - riuscì a raggiungere Tobruch dopo 5 giorni di marcia.

(3) Detto personale fu sgombrato con motovelieri vuoti, di r.i.torno a Tobruch.

Il campo trincerato di Bardia venne riparrtito in 3 settori: settore orientale « M rega »;

---. sottore centrale << Ponticelli »;

- settore occidentale « Gerfan » .

H fronte a terra prese.(]tava due .tratti ben distinti: uno sulla sinistra dell'Dadi Maa•tred, il cui terreno non si prestava all'impiego di uni.tà meccanizzate; l'al·tro, ltra l'Uadi Maa:tred e l'Uadi Mrega, il cui terreno di piatta pianura, non inciso da profondi uadi, offriva ampie possibilità di movimento ad unità meccanizzate. Le opere sul fronte a terra erano rappresentate dai capisaldi Sidi Hasan e Souta ; quelle sul fronte a mare, dai capisaldi Maatred e Tut u-Fahan. Un raddoppio, alla base del saliente, collegava l'estrema destra del caposaldo Souta con il caposaldo a mare Tut u-Fahan. Particolarmente delicato e pericoloso risultava il vertice del saliente, corrispondente alla zona di saldatura fra i capisaldi Sidi Hasan e Souta.

Il settore « Ponticelli » comprendeva 4 capisaldi: Zauia, Bir Regima, Scemma e Garridia. Il perimetro di questi capisaldi si sviluppava su terreno pianeggiante ed era esposto, perciò, alle incursioni di mezzi meccanizzati; altro inconveniente per la difesa era costituito dal costone di Got Garaa el Far, che, lie vemente sopraelevato sul terreno antistante le opere, non consentiva di osservare i movimeDti dell'avversario a distanza superiore a 2-3 chilometri dai capisaldi.

11 settore « Gerfan », come il settore << Mrega », costituiva un saliente (sul lato nord della «piazza») ed aveva anch'esso un tralito di cinta in corrispondenza d ella zona costiera solcata dall'uadi Atiga; comprendeva i capisaldi Bu Rim, Scegheila, Sidi Brahim, Atiga e Raheb; quest'ultimo, degradante sul mare, dispone va soltanto di una opera che, peraltro, non era presidiata.

I predetti setl:ori erano così ripartiti fra le singole Grandi Unità:

- settore « Mrega »: Divisione « Cirene »;

- sebtore « Ponticelli » : Divisione « Marmarica >> ;

- settore « Gerfan »: Divisione cc.nn. « 23 Marzo » ed, in seconda schiera, la Divisione cc.nn. « 28 Ottobre » che, inoltre, costituiva «riserva generale mobile» a disposizione del Comando di Corpo d'Armata.

resti della Divisione «Catanzaro» furono ripar•tÌJti fra 1 van settori.

IO. - A.S.

Le Divisioni approntarono l'organizzazione difensiva a par,tire dal giorno 16.

Lo schieramento delle artiglierie fu attuato contemporaneamente alla costituzione dei capisaldi arretrati, affidati, nei tre settori, all e Divisioni in essi dislocate, le ar>tiglierie dovevano poter svolgere preminentemente azione controcarro, pure soddisfacendo le necessità della contropreparazione, dello sbarramento e della repressione.

Si diede subiJto inizio ai lavori necessari, per aumentare l'efficienza difensiva della linea esisten;te, per costituire i capisaldi della seconda posizione, per mettere in opera un certo guantitativo di mine giacenti nei depositi di Bardia, per sgombrare il modesto fosso anticarro che, il giorno 16, era completamente pieno di sabbia, per r imettere in efficienza il reticolato in moLti tratti sconvolto. Si procedette anche all'organizzazione dei collegamenti e dell'osservazione, alla costituzione di unità mobili destinate al contratrt:acco, all'organizzazione dei servizi.

Peraltro, a causa della scarsezza dei mezzi e del tempo limitato a disposizione, i risultati non potevano essere che modes·ti: venivano raccolti in zone lontane e trasporta·ti a spalla i sassi occorreruti per la costruzione di muretti (larghi almeno un metro) nei capisaldi della seconda posizione; la fascia di mine B 2 (distanti 2-5 metri l'una dall'altra), completata davanti al reticolato, poteva esser rimossa con facilità e non assicurava l'arresto dei carri armati; i lavori di svuotamento del fosso anticarro, effettuati con i pochi attrezzi disponibili, erano quasi annullati dal vento che riportava nel fosso la poca sabbia sgomberata (dei 32 chilometri di perimetro, soltanto 20 erano protetti da ostacoli anticarro); il reticolato, riattato alla meglio e deficient:e di paletti, premU!lliva contro sorprese notturne da parte di elementi di fanteria, ma non poteva costituire ostacolo a mezzi corazzati.

Le disposizioni relative all'organizzazione del fuoco, tendenti, di massima, ad impiegare rutti i calibri nel tiro controcarro, non potevano rimuovere l'eccezione della non idoneità a tale tiro per il cannone da 120 e per l'obice da 100.

L'approntamento di bombe incendiarie (bombe a mano facenti sistema con botrt:iglie di benzina) fu rallentato dalla scarsa fiducia che il rudimentale mezzo ispirava e che, in effotti, diede un ben scarso contributo alla difesa contro i mezzi corazzati.

Un campo di atterraggio di for:tuna fu allestito entro la «piazza» in sostituzione di quelli preesistenti troppo soggetti all'osservazione e alle offese nemiche.

L'organizzazione della difesa costiera risultò costituita dai seguenti mezzi:

- un complesso binato da 120 (già installato sul cacc1a «Euro»);

- due pezzi contraerei da 40 della Marina;

- due batterie da 75/ 27 mod. 06;

- due nuclei mobili e postazioni fisse di mitragliatrici Schwarzlose nei tratti più accessibili della costa;

- una riserva mobile costituita da due squadroni di cavalleria (gruppo «Vittorio Emanuele ») armati di mitragliatrici Schwarzlose. La situazione viveri, sufficiente alle necessità di vita per una trentina di giorni (con razione ridotta a metà di quella ordinaria), migliorò lievemente con l'arrivo di due motovelieri dai quali fu sbarcato un certo quantitativo di farina e di scatolette di carne; furono, questi, gli unici rifornimenti di viveri che giunsero a Bardia, sino alla caduta della « piazza ».

Le azioni co n tro Bar- Subito dopo l'occupazione di Sidi el Barrarli, dia dall ' 11 dicembre nei giorni dall' Il al 14 dicembre, gl'Inglesi 1940 al 2 ge nnaio 1941 bombardarono ripetutamente con aerei la << piazza n di Bardia. Le prime azioni ebbero per obiettivo l'abitato e i magazzini di sussistenza e del genio e distrussero oltre 70.000 scatolette di carne, grandi quantitativi di farina e depositi di generi c materiali vari (latte in scatola, tabacchi, oggetti di vestiario, materiali del genio).

L'abitato venne fatto sgombrare il giorno 14; vi rimasero soltanto pochi comandi territoriali.

Dopo il ripiegamento delle Divisioni dalla linea dell' Halfaya (15 dicembre), squadriglie di bombardieri britannici si alternaron o sul campo trincerato di Bardia fino alla vigilia dell'attacco, con intervalli più o meno lunghi, in azioni di distruzione sulle opere e sui materiali e in azioni di tormento sui lavo ratori, facilitate di giorno dall'assenza della n ostra caccia e dalla scarsa efficienza della difesa contraerea, favorite di notte dal plenilunio : gli effetti furo no notevoli.

Anche unità navali bombardarono la piazza nei giorni 17, 18, 19 e poi ancora il 28, il 31 dicembre ed il l o gennaio 194 1. Nessuna reazione aeronavale fu possibile da parte nog.tra.

Il naviglio sottile avversario, incrociando al largo, bloccava praticamente il porto di Bardia. Talvolta il Comandante della « piazza» cercò di valersi di motopescherecci per trasportare materiali e personale da Bardia verso Tobruch e da Tobruch verso Bardia, ma più di un moto veliero andò perduto nel tentativo di eludere il blocco.

A partire dal giorno 22, si intensificò il movimento na vale n ella rada di Sollum, dove i Britannici effettuarono lo sbarco di materiali, di armi e di rifornimenti di ogni specie.

Le azioni terrestri ebbero inizio con ricognizioni da parte di elementi blindati, prevale ntemente nel settore « Ponticelli »; successivamente, dopo completato lo schieramento attorno alla « piazza» {il 20 dicembre l'accerchiamento era ultimato), le ricognizioni divennero puntate offensive di entità progressiva crescente e precedute da brevi, ma intense, azioni di artiglieria.

Precisazioni del Ma- Il l o ge nnaio 194 1, il Maresciallo Graziani resciallo Graziani sulla si tuazione alla d ata d el l o gennaio 1941

prospettava ancora, in un rapporto diretto al Capo di Stato Maggiore Generale, la situazione, da lui ritenuta grave, nonostante che il protrarsi della sosta nelle operazio ni avesse concesso un certo respiro per organizzare l'apparato difensivo.

Ribadiva i concetti già esposti nel rapporto pa11ticolaregg i ato diretto al Duce il 17 dicembre (allegato 3) ed, in particolare, illustrava la situazione delle « piazze:. di Bardi a e T obruch e dello schieramento difensivo Derna - Berta - Mechili.

In sintesi:

- Bardia aveva forze sufficienti per contrastare un a:otacco nemico, non aveva però la possibilità di compiere azioni manovrate fuori della cinta ed era quindi, a scadenza più o meno lunga, destinata a cadere, se non altro per esaurimento, non essendovi alcuna possibilità di rifornir la;

- Tobruch, assai debolmente presidiata, era riusCÌita a costituire piccole colonne celeri per contrastare l'attività esplorativa dei mezzi meccanizzati nemici, ma questi reparti, di ben scarsa efficienza c con limitato raggio .d'azione, avevano finito col sottrarre mezzi di fuoco a quelli già insufficienti della « piazza »;

- lo schieramento Derna - Berta - Mechili disponeva di forze esigue con limitata mobilità, mentre avrebbe dovuto essere tanrto con-

sistente e mobile da poter arrestare con la manovra, appoggiata a zone di ostacolo od a punti fortificati, l'eventuale penetrazione nemica verso il Gebel Cirenaica e la piana di Bengasi.

Seguivano notizie sui più recenti provvedimenti adottati. La Brigata corazzata, unico mezzo di manovra dotato di soli 25 carri M 13 efficienti, era stata dislocata a Mechili, con nuclei esploranti ad Ain el Gazala e Tmimi, per contrastare eventuali infiltrazioni nemiche ad ovest di Tobruch: le sue possibilità, evidentemente limitate, non consentivano una valida reazione contro un attacco a massa di mezzi corazzati. .Piccoli presidi, fissi e mobili, erano stati collocati in punti di obbligato passaggio del Gebel cirenaica ed agli sbocchi nella piana di Bengasi; la difesa di Agedabia e gli sbocchi da Marada sulla Lìtoranea (el Agheila e più ad ovest) erano stati potenziati. Infine, per contrastare una possibile puntata in forze sulle retrovie di Tobruch, era stato disposto l'invio ad Ain el Gazala del 10° reggimento bersaglieri e del V battaglione carri M 13; questa decisione, che privava il Comando Superiore dell'unica riserva, si era resa necessaria per impedire al nemico di tagliare le comunicazioni tra Denna e Tobruch e, soprattutto, di piombare su Ain el Gazala stessa e Tmìmi dove erano dislocati i campi di aviazione più avanzati.

Il Maresciallo Graziani si doleva infine che la mancanza di forze corazzate lo costringesse a subire l'iniziativa del nemico ed avvertiva che, persistendo tale inferioòtà, una volta sommerse le « piazze » di Bardia c Tobruch c perduti, con esse, 70.000 uomini e 700 cannoni, la sal vezza della Libia sarebbe rimasta affidata solo alle poche truppe dello schieramento Derna - Berta - Mechili.

Forze contrapposte a Bardia il l o gennaio

1941

Il l o gennaio 1941, la « piazza » di Bardia era presidiata dalle Divisioni « Marmarica >>, in piena efficienza, « Cirene » molto provata e priva di numerosi mezzi controcarro, « 28 Ottobre>>, con effettivi ridotti a poco più della metà, « 23 Marzo>>, con effettivi ridotti a circa un quarto, dalla g.a.f. (circa 2.500 uomini) ed infine, dai resti della Divisione «Catanzaro» .

In totale, potevano calcolarsi presenti a Bardia, agli ordini del Gen. Bergonzoli, circa 45.000 uomini con 430 bocche da fuoco di

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vario calibro, dal pezzo da 20 mm. a quello da 149/35 (1), 12 carri M 13 (una cp. del III btg.) e 25 carri L efficienti dei battaglioni XX e LXII.

La difesa poteva contare dunque su una densità teorica di circa 13 bocche da fuoco per chilometro di fronte , da opporre ai mezzi corazzati avversari. Il Comando della lOa armata aveva anche disposto, fin dal 16 dicembre, ultimati gli afflussi, che a Bardia, sul fronte a terra, venisse schierato il maggior numero possibile di armi controcarro e di artiglierie, scaglionate in adeguata profondità.

Secondo quanto allora risultava al nostro Servizio Informazioni, le forze britanniche che, il l o gennaio, fronteggiavano la piazzaforte, erano costituite della 7a divisione corazzata, della 6a divisione australiana, di imprecisate di artiglieria, della XVI brigata di fanteria britannica, di reparti motorizzati francesi e di un battaglione di ciprioti. La 7n divisione corazzata risultava largamente dislocata ad ovest di Bardia( in zona Marsa Lucch- Bir el Hamza - Amseat); elementi di un' altra Divisione corazzata (supposta 7a bis) a sud della piazza; la 4a divisione indiana nella fascia costiera del golfo di Sollum; la 2a divisione n eo-zel andese in zona nord di Bir Chreigat. Altre unità erano segnalate in afflusso (schizzo 16).

Il gen. Wavell così precisa le truppe disponibili per l'attacco:

7a divisione corazza·ta;

6"' di visione australiana (2);

XVI brigata di fanteria britannica;

VII battaglione R.T.R., ridotto a 26 carri armati;

(

l) Le artiglierie della piazza erano cos ti tuite da:

- unità in organico: 44° rgt. art. « Marma rica 45° rgt art. <c Oirene ZOlo rgt. art. << 23 Marzo >1 (mancante di un gruppo da 75/ 27); 202° rgt. art. cc 28 O ttobre )) (ddotto a pochi elementi); 21 ° rgt. art. di C.A.; raggruppa· mento art. g.a.f. di Bardia;

- unità d i rinforzo: un gr. da 105/ 28 del 10° rgt. art. di C.A.; una btr. del 1/ 43° art. div. ftr .; art. g.a.f. della piazza di Tobruch, g ià di rinforzo alla l(}'"\ armata e ripi egata in Bardia (due gr. da 75/ 46 c.a., una btr. da 75/ 27 C.K.); btr. cc Espero >> Mari na d a 120 mm.; btr. M da 102 c.a. Muniz.ionamento esistente il 9 dicembre 1940 a Bardia:

71.298 colpi da 100/ 17,

33.329 colpi da 105/ 28,

19.500 colpi d a 149/ 13,

4.350 col pi granate a palletta.

(2) Su 3 Brigate: XVI, XVII e XIX.

I battaglione Fuòlieri Reali del Nothumberland: battaglione mitraglieri;

artiglieria di C. A.: un reggimento da campagna e uno di artiglieria di medio calibro.

Due squadroni del reggimento di cavalleria australiana divisi<r nai e erano stati dirottati per sorvegliare Giarabub.

Compito della 73 divisione corazzata - scrive sempre il Gen. Wavell - era quello d'impedire che rinforzi giungessero dal nord a Bardia o che truppe della ripiegassero verso nord. Per conseguenza le truppe di attacco co n sistevano in circa 20.000 uomini, 9 122 cannoni e 26 carri armati.

-La battaglia di Bardia (3 -5 gennaio 1941): la giornata del 3

La notte sul 2 gennaio, gli aerei nemici intensificarono il bombardamento della « piazza di Bardia e nelle prime ore del mattino unità navali parteciparono all'azione; durante :tutta la giornata del 2 e nella notte del 3 i bombardamenti terrestri ed aerei continuarono pressochè ininterrot!ti.

L'attacco ebbe inizio alle 7,30 del giorno 3, dopo una poderosa preparazione di fuoco terrestre, navale ed aereo, durata due ore. Si sferrò, con l'ausilio di n ebbiogeni, nella zona di saldatura tra il settore « Gerfan presidiato dalla Divisione « 23 ed il settore « Ponticelli », presidiato dalla Divisione « Marmarica ».

I mezzi corazzati n emici percorsero veloce mente la breve distanza che separava il rilievo di Got Garza el Far (base di partenza dell'attacco) dalla filiforme linea delle mine B 2; superarono agevolm ente il fosso e il reticolato, forzarono la difesa tra i capisaldi Bu Rim e Garridia e giunsero sulla seconda posizione, ove si divisero in due masse: l' una, si diresse nel settore « Gerfan », l'altra, più forte, riusciva - eliminando successivamente, con at:tacchi da nord e da est, il caposaldo di saldatura della Divisione « Marmarica » e quello immediatamente a sud - a sfondare nel tratto nord del settore « Pon<ticelli » e a puntare sul Comando di Corpo d'Armata minacciando, sul rovescio, tutto lo schieramento divisionale . Dall'interno dei carri si lanciava, ad alta voce, in italiano, l'invito ad arrendersi.

Il Gen. Bergonzoli, non appena ebbe notizia dello sfondamento (circa le ore 9) e saputo che erano stati travolti i due capisaldi di des:tra della seconda posizione del settore « Ponticelli » (difesi dalla

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compagnia mitraglieri e dal I battaglione del 11 6° r eggimento fanteria), ordinava:

- al Comandartte del 116° reggimento fanteria di preparare un contrattacco. A tal fine gli inviava tutti i mezzi corazzati e con•trocarro di cui disponeva il XXIII C.A. (u na cp. carri M 13, alcuni pezzi da 47/32 e da 20 mm. montati su autocarro ed un nucleo mitraglieri, al comando del Capo Ufficio Operazioni del Comando di C.A.);

- al Comandante la Divisione « 28 Ottobre» di inviare:

. due batterie cannoni da 75/27 nella zona dell'Dadi el Bardi;

. il CXXXV btg. cc.nn., la cp. ca nnoni controcarro da 47/32 e il LX battaglione carri L (12 carri efficienti) nel settore «Ponticelli :., a disposizione del Comando di C.A.

Informava quindi il Comando Superiore della gravità della situazione chiedendo l'urgente intervento dell'aviazione e possibilmente una sortita da Tobruch (1).

Ma i carri britannici investivano, nel frattempo , più a sud, a],tri due capisaldi della seconda posizione della Divisione « Marmarica :. e, co n essi, ii Comando del 116° reggimento fanteria che, circondato, poteva soltanto segnalare che la direzione Uadi el Garridia - Bir el Garridia, era la più redditizia per contrattaccare, con i nostri m ezzi corazzati, sul fianco sinistro delle formazioni nemiche.

L'azione dei nostri carri armati però, veniva stroncata da un violento fuoco di artiglieria; i carri britannici, seguiti da truppe a piedi (XVI brigata), riprendevano l'avanzata ver so gli uidian el Bardi ed el Garridia.

In questa situazione il Gen. Bergonzoli - che, preve nendo di pochi minuti l'azione nemica era riuscito, con gran parte degli ufficiali del Comando, a ripiegare sulla sede del Comando « piazza :. sistemato nello stesso Dadi el Garridia, 500 metri più a nord ·adotJtava i seguenti provvedimenti:

- dislocava il CXXXV btg. cc.nn. e le du e batteri e della Divisione « 28 Ottobre » a sbarramento della rotabile e del vallone dell'Dadi el Garridia;

( l ) Pochi apparecchi poterono partire, verso le 11 , a causa della sabbia sol· levata da vento impetuoso c l' incessante azione del nemico che tenne per molte ore i nostri campi sotto intenso bombardamemo. Nessun aiuto fu possibile por· rare da Tobruch.

- affidava a uno degli squadroni del gruppo « Vittorio Emanuele » il compito di arrestare le infiltrazioni già verificatesi nell'Dadi el Bardi e, all'altro, quello di rinforzare la difesa costiera allo sbocco dell'Dadi el Garridia;

- informava il Comandante la Divisione << Marmarica >> (Gen. Tracchia) che il nemico era riusci.to a separare le forze dei settori « Ponticelli » e « Mrega » dal resto delle forze della «piazza», che anche il settore << Mrega » passava, ai suoi ordini, e che non doveva fare più assegnamento sul concorso della Divisione « 28 Ottobre» per il contrattacco.

Nel frattempo gruppi di carri, proseguendo la loro azione da nord, sgretolavano i fragili centri di resistenza della prima posizione: dopo Bu Rim e Garridia era la volta di Scemmas e Bir Regima.

Mentre nel settore della Divisione « Marmarica » il nemico eserci:tava il massimo sforzo, penetrando in profondità, negli altri settori, il mattino del giorno 3, si svolgevano le seguenti azioni:

- sul fronte della Divisione « Cirene » truppe australiane della XVII brigata appoggiata da ar:tiglieria mobile, attaccavano le opere dei capisaldi della g.a.f. Souta e Sidi Hasan, riuscendo ad occuparne quattro; due di esse venivano, però, riconquistare, dopo aspra lotta, da un battaglione lancia:tosi al contrattacco;

- sul fronte della Divisione << 23 Marzo», perduti il caposaldo e le artiglierie di Bu Rim, si combatteva a 3 - 400 metri dal Comando di Divisione che si spostava all'opera 72 del caposaldo Atiga.

Inoltre repar•ti della Divisione « 28 Ottobre », che costituiva << riserva generale», venivano impiegati contro forze nemiche che, dal settore « Pon:ticelli », tendevano al mare puntando sui magazzini e sui depositi della «piazza».

Alle ore 12 del giorno 3 l'intero 116° reggimento fanteria era completamente travolto dalle unità nemiche e lo schieramento della Divisione « Marmarica » si riduceva alle forze del 115° reggimento fanteria il cui I battaglione, con altri reparti, presidiava l'impor.tante sbarramento « Ponticelli >> situato sulla strada asfaltata che da Bir et Tafua conduce a Bardia. Il Comandante della Divisione rinforzava lo sbarramento con ll supersti:ti carri L del LXII battaglione e dislocava il proprio posto comando presso il 115° reggimento fanteria.

Le forze nemiche dilagavano nelle nostre posizioni: mezzi corazzati bri·tannici, appoggiati dall'artiglieria, operando su ampia fron-

te, si infil.travano dappertutto investendo comandi ed osservatori, interrompendo collegamenti. Troppi obietJtivi e tutti da battere immediatamente si presentavano alle nostre bam:erie che, così erano costrette a disperdere il fuoco limi.tandone l'efficacia. L'aviazione britannica, padrona del cielo, bombardava e mitragliava a bassa quota e le forze navali cannoneggiavano dal mare senza tregua.

Nelle prime ore del pomeriggio, le azioni si intensificavano. 11 nemico attaccava il caposaldo del I/115° che sbarrava la grande strada Lrtoranea. I carri, franltUmati i muretti a secco, penetravano nel caposaldo, schiacciavano le due mi:tragliere da 20 mm. e si avventavano sul II gruppo del44• reggimento artiglieria schierato immediatamente a sud e contro i pochi centri di fuoco çiella: g.a.f. e del LXII battaglione miltraglieri che ancora resistevano. Alle ore 15, anche l'attiguo caposaldo del 115° reggimento fanteria, rinforzat o dal III gruppo del 44• reggiment o artiglieria, veniva travolto. Erano ancora in piedi, con il Comando del115• reggimento fanteria, gli ultimi due capisaldi della D ivisione « Marmarica » (II e III del 115•), tra l'Dadi Scemmas e l'Uadi Halgh el Ahmar; il Comando della Divisione « Marmarica » si trasferiva presso quello della Divisione « Cirene ».

L'azione proseguiva violenta verso sud, nel settore « Mrega », contro la Divisione « Cirene ». L'artiglieria nemica concentrava tiri sul caposaldo tenuto dai battaglioni I e II del 157• reggimento fanteria e dal II gruppo del 45° reggimento arti glieria, mentre numerosi aerei bombardavano le difese circostanti per impedire eventuali spostamentti di forze. Le nostre batterie facevano fuoco contro i carri armati senza riuscire ad arrestarli; solo qualcuno di essi, colpito ai cingoli, era fermato; gli al,tri sgretolavano la difesa e penetravano nel caposaldo.

La Divisione era così privata del pilastro fondamentale che dava sicurezza al fianco destro del suo schieramento e sbarrava la via dell'Dadi ove si •trovavano il Comando di Divisione e quello di settore.

La sirtuazione, la sera del giorno 3, poteva così riassumersi:

- settore « Mrega » (Divisione « Cirene ») :

. persi il caposaldo di destra (I e II battaglione del 157° reggimento fanteria) ed un gruppo artiglieria da 120, schierato a tergo dello stesso caposaldo;

. decimato il III gruppo da 100/17 del 45° rgt. ar.t., schiera:to, con funzioni di collegamento di fuoco, 1tra i capisaldi a nord del « raddoppio»;

q8

. perse le opere 7 e 13; circondati i capisaldi Souta e Sidi H asan presidiati da reparti della g.a.f.;

- settore « Ponticelli » (Divisione « Marmarica »):

. in possesso del nemico quasi tutto il settore; resistevano ancora soltanto due capisaldi, tra l'Uadi Scemmas e l'Uadi el Ahmar;

- settore « Gerfan » (Divisione cc.nn. « 23 Marzo »):

. persi il caposaldo avanzato e le artiglierie di Bu Rim; sconvolto da violento fuoco di artiglieria il caposaldo di Scegheila.

La Divisione cc.nn. « 28 Ottobre» era schierata sulle posJzloni dell'Uadi el Hareiga; suoi elementi erano schierati allo sbarramento della casa cantoniera di q. 135, sulla grande strada asfaltata per Tobruch; il CXXXV battaglione cc.nn. combatteva nella zona Uadi el Garridia - cimitero di Bardia - Bardia bassa.

La giornata del 4 I violenti combautimenti del giorno 3 avevano ridotto la disponibilità di munizioni d'artiglieria; inoltre veniva a mancare l'acqua per i reparti ed i viveri scarseggiavano: il Generale Bergonzoli cercava di prendere provvedimenti al riguardo e, a tal fine, nella notte sul 4, faceva partire alcune colonne per rifornire le unità; colonne che, purtroppo, non giungevano a destinazione.

Il mattino del 4, nel settore « Ponticelli », i due capisaldi, presidiati dai battaglioni II e III del 115o reggimento fanteria, venivano investiti da rep;u;ti australiani, appoggiati da carri (risultarono poi appartenere alle Brigate australiane XVI e XIX); dopo accaniti combattimenti i capisaldi erano costretti a cedere, sopraffatti dalla potenza dei carri armati nemici.

SucceSSivamente, nel settore « Mrega » (Divisione « Cirene »), venivano attaccati i due capisaldi presidiati dai battaglioni I e III, rispettivamente del 158 ° e del 157 ° reggimento fanteria: anche qui, la fanteria australiana, sostenuta dai carri armati ed appoggiata da un viole nto fuoco di artiglieria, pur incontrando seria difficoltà nella strenua resistenza dei nostri, perveniva alla conquista dei capisaldi. I superstiti ricevevano l'ordine di sistemarsi a difesa dell'uadi di q. 145.

Contemporaneamente l 'artiglieria investiva le posizioni della Divisione « 28 Ottobre » ; mezzi meccanizzati apparsi a nord dell'Dadi el Gerfan si dirigevano verso la cantoniera di q. 135, ma, battuti dall'artiglieria, deviavano nel settore « Ponticelli » c procedevano, quindi, verso Bardia, ove era già stato sopraffatto il CXXXV battaglione cc.nn.

Sempre nel settore « Gcrfan », alle ore 14 lo sbarramento della cantoniera di q. 135 era, nuovamente, attaccato in forze dal nemico che riusciva a superarlo, nonostante il violento fuoco di armi automatiche e controcarro opposto dalla difesa; i nostri, soltanto in parte, potevano ripiegare sulle posizioni dell'Dadi el Hareiga. Ciò consentiva all'avversario di agire a ,tergo dei capisaldi, situati ad ovest della rotabil e di q. 135 - q. 147, i quali, appoggiati dalle artiglierie da 75/27 e da 100/17 potevano protrarre la lotta sino alle ore 16,15; con la caduta di essi veniva a cessare la resistenza degli ul,timi combatenti della Divisione « 28 Ottobre».

Quasi contemporaneamente (circa le ore 16) nella zona della « 23 Marzo » veniva fiaccata la resistenza dei battaglioni cc.nn. arretrati CXXIX c CXXX:lll; il caposaldo avanzato di Sccgheila, martellato fin dal mattino dall'artiglieria in posizione a Bu Rim, era stato, poco prima, costretto a cedere.

In questa situazione, il Gen. Bergonzoli raggiungeva il caposaldo

Atiga (l) ove, chieste cd avute- via radio - notizie sulla situazione nel settore « Mrega », ordinava di resistere con le forze e i mezzi ancora disponibili. Poi, i collegamenti cessavano definitivamente: le radio erano quasi tutte distrutte, le poche rimaste avevano esaurite le pile, i fili telefonici erano spezzati. I bombardamenti avevano sconvolto ogni cosa e, perciò, non rimanevano che i porta ordini, i quali, peraltro, par,tivano e non tornavano pcrchè uccisi, feri'ti o catturati.

Frat'tanto il cerchio si stringeva sempre più attorno alla « Cirene » : quest'isola di resistenza non poteva durare a lungo. Il n emico intuendolo, a sera mandava un parlamentare a consigliare la resa per evitare, il giorno successivo, un inutile spargimento di sangue. Dopo rapida consuhazione 'tra i generali Tracchia e De Guidi, il parlamentare veniva rimandato con un rifiuto: la resistenza sarebbe stata continuata a oltranza.

(l) Afflui,•ano al caposaldo Atiga anche il Gen. Amico, il Luog. Gcn. Argentino e il Cons. Gen. Grillo (comandante e vice-comandante della za divisione cc.nn. « 28 Ottobre ))).

Erano circa le ore 21 del giorno 4 e le nostre urutà ancora valide erano rappresentate:

- dal caposaldo del II btg. del 158° reggimento fanteria;

- da una parte del III gr. da 100/17 del 45 ° reggimento artiglieria;

- dal LXIII btg. mitraglieri che, peraltro era molto provato;

- da un gruppo di artiglieria da 149/35;

- dalle opere dei superstiti capisaldi della g.a.f., contro i quali l'avversario aveva già sferrato attacchi, penetrando in qualche opera e venendo respinto da altre.

La giornata del 5 Nella notte sul 5, l'aviazione nemica continuava il martellamento sulle difese che ancora resistevano; il mattino, dalle 8 alle 10, il fuoco di numerose batterie di medio calibro e pesanti si abbatteva sugli ul,timi difensori all'estremo nord e all'estremo sud della «piazza».

A nord, nella zona della « 23 Marzo», dopo aver subilto una violenta azione di fuoco sull'opera 72, il caposaldo Atiga, che ancora resisteva, era attaccato da numerosi carri armati britannici: circonda1:o da ogni parte ed investito dal fuoco violento e dalla massa d'ur·to dei mezzi corazza•ti, era sopraffatto dopo strenua ed impari lotta.

A sud, il caposaldo del II btg. del 158° reggimento fanteria, e il Comando Divisione << Cirene » venivano investiti da un violento fuoco di artiglieria nemica; reagivano il III gr. da 100/17 del 4So rgt. art., con le poche bocche da fuoco che aveva ancora efficienti, e le altte residue avtiglierie del se13tore « Mrega » che disponevano degli uJ,timi colpi. Quindi il nemico dilagava con i suoi carri armati, schiacciando i mitraglieri nelle opere del << raddoppio ».

La battaglia era finita.

T re ore più tardi, alcuni centri delle opere avanzate Souta e Sidi Hasan sparavano le ultime cartucce sul nemico che li circondava da due giorni.

U Gen. Bergonzoli, deciso a sottrarsi alla prigionia, percorreva a piedi, da Bardia a Tobruch, circa 120 chilometri e riusciva a sfuggire alla cattura attraverso gravi peripezie, trafilando, di notte, negli schieramenti nemici ed occul•tandosi durante il giorno; lo seguiva un

nucleo di ufficiali e truppa che si assotltigliava durante il cammino, a causa dello sforzo, lungo e gravoso.

Il concorso aereo alla difesa di Bardia, sia per la numerica e qualitativa della caccia avversaria, sia per il logorio e la stanchezza dei nostri equipaggi in volo sin dal 9 dicembre, non potè essere adeguato alle necessità del momento.

Nelle condizioni di schieramento in cui era staJta posta l'aviazione della V Squadra, non riuscì materialmente possibile continuare a fornire ai difensori di Bardia quell'appoggio che non era cer-to mancato alle truppe dal 9 al 20 dicembre; e ciò specialmente per la caccia che, date le distanze dei campi di schieramento, riusciva solo a giungere a Bardia con rapide puntate offensive, senza possibilità di proteggere, con crociere di una certa durata, le truppe accerchiate e sottoposte a reiterati bombardamenti aerei.

Il Comandante della piazzaforte invocò spesso l'aiuto aereo e ancor più spesso lamentò: <<nostri aerei assenti». Anche i bollettini inglesi rilevarono l'insufficiente concorso aereo nella difesa di Bardia. Ma è pur vero che in condizioni assai difficili l'aviazione disponibile si prodigò molto generosamente.

Il concorso aereo, in obbedienza agli ordini del Comando Superiore A.S., si sviluppava con bombardamenti sulla base di Sollum; con bombardamento e siluramento di navi in azione contro Bardia o in movimento al largo della baia di Sollum; con il wtragliamento, spezzonamento e bombardamento dei mezzi meccanizzati ad ovest di Bardia; con puntate offensive dei reparti caccia ed assalto (spinte fino a Bardia) contro i mezzi meccanizzati e le batterie degli attaccanti (I).

La mancanza di mezzi corazzati e la presenza di uno sbarramento nemico sulla linea Marsa Luch - Gam but sconsigliavano di por.tare aiuti da Tobruch a Bardia.

A tale riguardo Graziani nel suo Memoriale scrive: «Fin dal primo inizio dell'attacco, pur sapendo benissimo quale fosse la situazione dei nostri mezzi, esaminai ancora una volta con i miei diretti collaboratori - Gen. Miele e Col. Sorrentino (2) - e col Coma11dante la 103 armata (Gen. Tellera) la possibilità di compiere un tentativo

(l) Complessivamente, daJ lo al 5 gennaio, furono compiute 38 azioni per concorso alla difesa di Bardia nelle quali furono impiegati complessivamente 242 velivoli

(2) Il Col. Rosario Sorrentino era Capo Ufficio Operazioni del Comando Superiore FF.AA. Africa Settentrionale.

disperato per accorrere in aiuto di Bardia. L'unanime conclusione fu che tale tentativo non avrebbe avt4to alcuna possibilità di successo e si sarebbe risolto, in ultima analisi, in un'inutile perdita di mezzi prez iosissimi. E cosl dovemmo tutti assistere, con animo straziato, all'agonia della resistenza di Bardia, protrattasi sino al 5 gennaio in condizioni che lo stesso nemico definì atroci».

Intendimenti operativi del nemico p er l'attacco a Bardia

Anche per le operazioni contro Bardia del gennaio 1941 , documenti storici o rapporti ufficiali di Comandanti britannici hanno consentito di venire a conoscenza, oggi, del concetto operativo applicato dalle forze inglesi per l'investimento della «piazza», il mattino del 3 ge nnaio 1941.

I l Comando briltannico considerava la « piazza » di Bardia come il pilastro della difesa italiana in Cirenaica; riteneva che la difesa sarebbe stata imperniata, sul fuoco di aptiglicria in quanto la fanteria, disponendo di un armame nto non adeguato, non avrebbe potuto opporre una seria resistenza: « molto si era potuto sapere con fotografie dall'aereo e da documenti catturati , sulla difesa di Bardia » (1).

Il compito di effettuare l'attacco alla piazzaforte fu affidato al Gen. Mackay, comandan.te d ella 6a divisione australiana, che poteva disporre di un battaglione di carri Mark II d'accompagnamento (carri da 26 tonn.).

La massa dell'artiglieria britannica sarebbe stata costituita da 2 reggimenti di artiglieria australiani, 2 reggimenti artiglieria di corpo d'armata e da 16 bocche da fuoco di vario calibro della 7a divisione corazzata.

In merito agli intendimenti britannici per la prima giornata di attacco (3 gennaio 194 1), nella relazione del Gen. Wavcll è scritto:

« Utl battaglione di fanteria della Brigata australiana, seguito a breve distanza da elementi del genio, doveva attaccare, all'alba, in un tratto ad occidente di Bardia dove gli ostacoli anticarro era1zo addossati ai reticolati. Appoggiato da un violento concentrametlto di fuoco d'artiglieria, il battaglio1le doveva conquistare e mantwere una

1 53
( l ) (( His tory of thc second world war » Vol. l.

testa di ponte, mentre il g enio atJrebbe eliminato gli ostacoli anticarro in cinque punti diversi.

« Carri armati e fanteria dovevano quindi penetrare nella cinta e procedere verso sud-est su largo fronte fino a raggiungere la strada Bardia - Capuzzo e l'orlo della scarpata che sovrasta Bardia . Dopo di àò, reparti della XVII brigata australiana dovevano irrompere nel perimetro a sud del punto di entrata iniziale e spingersi ancor più verso sud-est, per cotltenere le forze avversarie presùliantì le più forti posizioni all'estremità meridionale della <piazza ». L'attacco sarebbe poi stato sfruttato, operativamente, in dire z ione est e nord-est verso Bardia.

<Durante lo svolgimento di queste operazioni dovevano essere effettuate azioni dimostrative in punti distanti da di attacco: dalla r divisione corazzata a nord della breccia d'irruzione; da reparti della XVII brigata australiana, non impegnati direttamente nell'attacco, a sud dell'apertura stessa.

«La zona sette12trionale della strada Bardia - T obruch doveva essere sottoposta a violento bombardamento navale ed aereo>>.

Situazione generale in A. S. e particolare n ello scacchiere cirenaico dopo la caduta di

Caduta Bardia, rimane vano in Libia sei Divisioni di fanteria, una Brigata corazzata, e truppe varie non indivisionate. Dette forze erano così dislocate: Bardia

- nella «piazza» di Tobruch: una Divisione (« Sirte ») ed elementi vari : complessivamente, 22.000 uomini e circa 400 bocche da fuoco;

- nella zona Derna - Berta - Mechili: una Divisione in afflusso (« Sabratha »), rinforzata da alcuni gruppi di artiglieria e la Brigata corazzata: complessivamente, 20.000 uomini, 250 bocche da fuoco, 60 carri medi;

- nella zona Barce - Bengasi - Agedabia: poche forze e scarse antiglierie;

- nel campo trincerato di Tripoli: oltre agli elementi della g.a .f., le Divisioni « Pavia», «Brescia» e «Bologna», ognuna delle quali rinforzata con elementi della «Savona », ma priva dei battaglioni mitraglieri e delle artiglierie, cedute al settore di Derna;

- nel Sud cirenaico: i presidi delle oasi di Giarabub, Cufra e Gialo;

- nei territori del Sud tripolino: presidi di sicurezza;

- alla frontiera occidentale: la copertura.

La situazione particolareggiata delle unità e dei reparti nello scacchiere cirenaico, alla caduta di Bardia, e le direttrici di penetrazione ritenute più probabili alla stessa data dallo schizzo 17.

In considerazione dell'impor•ta nza decisiva che ebbero nella battaglia, è opportuno un particolare cenno ai reparti carri armati, dall'inizio dell'offensiva britannica alla situazione esistente dopo la caduta di Bardia.

All'inizio dell'offensiva britannica, il Comando Superiore A.S. disponeva di:

- sette battaglioni carri L (IX - XX - XXI - LX - LXI - LXII

- LXIII);

- due battaglioni carri M 11 (I e II del 4o rgt. carrista);

- un battaglione carri M 13 (III dd 32o rgt. carrista).

Il 13 dicembre era sbarcato a Tripoli il V battaglione carri M 13.

Dal 9 dicembre 1940 al 5 ge nnaio 1941 , andarono perduti 1 seguenti battaglioni:·

IX carri L , in rinforzo alla 23 divisione libica;

XX carri L, in rinforzo alla divisione «Catanzaro •;

LXI carri L, in rinforzo aJia «piazza 1} di Bardia ;

LXII carri L, in rinforzo alla Divisione « Marmarica »;

LXIII carri L, di prortezione ai magazzini avanzati di Bug-Bug;

II carri M. 11, in rinforzo al Raggruppamento « Maleoti ».

Nello stesso periodo venne pure perduta una compagnia del III battaglione carri M. 13, a disposizione del Comando XXIII corpo d'armata.

Nella prima decade di gennaio 1941, dopo la caduta di Bardia, la situazione era la seguente:

Brigata corazzata così costituita:

- raggruppamento carri (col. Antonio Triviali):

III battaglione carri M. 13: carri 24,

V battaglione carri M. 13: carri 37,

LX battaglione carri L.: carri 28;

- reggimento artiglieria « Savona » su: l gruppo da 100/ 17 (2 batterie) : pezzi 8,

1 55
n. · A.S.

l gruppo da 75/27 (2 batterie): pezzi 8, l gruppo contraereo da 75 CK.: pezzi 8, mitragliere da 20 mm.: pezzi 6;

- battaglione bersaglieri: ridotto, per le perdite subite, ad una compagnia motociclisti, 5 autoblindo, 3 camionette con fuciloni Solothourn;

- l compagnia cannoni c.c. da 47/32;

- l sezione di 4 {uciloni Solothourn su motocarrelli;

- l nucleo genio trasmettitori;

- stazione zaptiè di el Mechili con 2 mitragliatrici.

XXI battaglione carri L, in rinforzo alla c: piazza di Tobruch.

l battaglione carri M. 11 , ridotto a soli 5 carri, ad Ain el Gazala, per proteggere il campo d 'aviazione; 35 carri del bantaglione, immobilizzati per avaria e mancanza di par.ti di ricambio, erano a Tobruch per revisione.

La situazione delle forze aeree non si presentava più rosea di quella delle forze corazzate.

Il 5 gennaio, il comandante della V squadra aerea aveva inforformato il Comando Superiore di non essere più in grado di svolgere operazioni offensive.

Il numero dei velivoli dispo nibili era di 60 apparecchi da caccia, compresi 13 G. 50 ancora a T ripoli ; 40 da bombardam ento; 4 siluranti; 2 d a ricognizione strategica; 74 da osservazione e 6 di assalto; totale 18 6 ( l ).

In data 10 ge nnaio, il Capo di S. M. dell 'Aeronautica impar,tiva al Comandante della V squadra aerea direttive ge nerali per l'impiego dei reparti della Squadra.

In esse era d etto che, in dipendenza dei recenti eventi ed in conseguenza della vera ecatombe di apparecchi verificatasi, non era assolutamente possibile ripristinare, non già la superiorità aerea, ma neppure una « inferiorità sopportabile »; pertanto, era indispensabile che i reparti aerei della V squadra fossero impiegati essenzialmente nella lonta contro l'aviazione avversaria; lotta che doveva essere condotta in base a criteri ben precisi:

(l) Dall'inizio dell'offensiva britannica al 10 gennaio erano stati i m-iati in Libia 125 apparecchi tra caccia e bombardamento.

- per il bombardamento: le azioni dovevano essere effettuate solo di notte contro bersagli importanti (flotta, basi rifornimenti, camp i d'aviazione, ecc.);

- per la caccia: l'attività doveva essere spiegata essenzialmente in voli di crociera sul territorio bengasino; doveva essere dato il massimo impulso alla caccia notturna;

- per i sìluratzti: l'impiego, data la scarsa disponibilità di si luri, doveva essere improntato alla più rigida economia.

Il Capo di S.M. dell 'Aeronautica invitava, pertanto, il Comandante della V squadra a svolgere opportuno interessamento presso il Comando Superiore Forze Armate A.S. per ottenere che i reparti aerei fossero impiegati secondo i predetti criteri tenendo presente che non sarebbe stato possibile, in avvenire, provvedere ad una eventuale nuova ricostituzione delle dislocate in A.S.; concludeva comunicando che poteva prevedersi prossimo l'afflusso di « una sessantina di apparecchi da caccia, dieci "picchiatelli " e quat<tro Cant 2 1007 bis».

Provvedimenti del Co- Tn merito alle difficoltà che i ncontravano le mando Supremo nostre maggiori autorità militari per far fronte, nell'autunno 1940, alle più urgenti richieste di materiale da parte del Maresciallo Graziani, è stato fatto qualche cenno in precedenza, •trattando delle direttive del Capo del Gove rno dopo la dichiarazione di guerra alla Grecia e della consistenza ed efficienza degli automezzi in Africa Settentrionale.

Tuttavia, dopo l'occupazione di Sidi el Barrani , i rifornimenti alle forze in A.S. non erano mancati, anche se insufficienti ed inadeguati.

Nell'allegato 5 sono elencati i principali m ateriali inviati in Libia dal 16 settembre (occupazione di Sidi el Barrani) al 10 dicembre 1940 (inizio della offensiva britannica); fra essi sono compresi: 1589 autocarri, 73 trattori caterpillars o simili, un battaglione carri M 13 (37 carri), 215 pezzi di artiglieria.

Il 4 gennaio 1941 , quando Bardia era virtualmente caduta, il Gen. Guzzoni presentava un « Appunto per il Du ce» (allegato 6) nel quale, presa in esame la situazione in A.S. e quella dell'Esercito in gene rale, proponeva di effettu are il trasporto in Libia della Divi-

1 57

sione corazzata « Ariete • e della motorizzata indipendentemente dall'invio di Divisioni corazzate tedesch e Ciò per dare al Maresciallo Graziani i mezzi per agire offensivamente o, quanto m eno, per difendere la Cirenaica.

Il Capo del Governo, mentre accoglieva la proposta, disponeva l'invio dei seguenti comandi, rep arti, mate r iali e personale:

- per la costituzione in posto (coi battaglioni carri esistenti n ello scacchiere e col 10• reggimento bersaglieri) di una Divisione corazzata:

. un comando di reggimento carrista;

. battaglione M 13 (VI) (l);

. 36 carri dello stesso tipo, senza equjpaggi ( l );

. un reggimento di artiglieria a trai no m eccaruco su 3 grupp1 (l);

- per la ricostituzione della sa Armata:

. un r eggim ento artiglieria di C. A. su 3 gruppi da 105/28;

. 4 gruppi da 75/13 a traino meccanico; person ale, tratJtori ed automezzi per un reggimento artiglieria di C. A. e per un reggimento artiglieria divisionale da armare coi pezzi disponibili in Tripolitania.

Nel 'tempo stesso, avvc1:1tiva il Maresciallo Grazia ni che il trasporto di questi m ezzi e delle D ivisioni « Trento» e sarebbe stato reso len:to anche dalla scarsa potenzialità di sca rico del porto ed esprimeva l' avviso che un ulteriore indebolimento delle G randi Unità della 53 armata avrebbe potuto compromettere fortem ente la difesa della Tripolitania. ·

Orientamenti operativi del Maresciallo Graziani e del Comando

Supremo dopo la cadu ta di Bardia

Il 6 gennaio, il Maresciallo Graziani inviava un particolareggiato rapporto al Duce (a?legato 7) nel quale - in sintesi - affermava c he T obruch non avrebbe resistito meglio e più a lungo di Bardia; che l' u ltima partita si sarebbe giuocata, probabilmente a scadenza molto prossima, nella zona fra Derna, Be11ta e Mechili; che solo un m iracolo o un potente diversivo su altre fron ti avrebbe potuto evitarci questa eventualità; che ad occiden te della postztOne

(l) Invio già annunciato, il 18 dicembre, dal Gen. Cavallero.

r s8

Derna-Berta-Mechili nessun' altra resistenza poteva essere opposta al nemico sino a Tripoli; che il destino della Libia dipendeva ormai dalla « volontà» dell'avversario, ma che l'arrivo tempestivo dall'Italia di mezzi adeguati avrebbe potuto ancora capovolgere la situazione.

La situazione creatasi in A.S. con la caduta di Bardia era diversamente valutata dallo Stato Maggiore e da Mussolini. Lo Stato Maggiore riteneva di dover far fronte alla pressione britannica costituendo, con m ezzi adeguati, una massa di manovra da impiegare a seconda delle circostanze. Mussolini basò, invece, il proprio orientamento sul diversivo auspicato da Graziani.

Il 7 gennaio, in un « Appunto per il Duce» il Gen. Guzzonico nsiderata la capacità difensiva delle predisposte successive difese, inevitabilmente deboli e basate sull'impiego a spizzico delle forze, te nuta presente la possibilità di manovra della con siderevole massa di forze meccanizzarte dell'avversario - ravvisava l'opportuniltà di fr enare l'avanzata inglese con le sole truppe già affluite sulle linee difensive predisposte e di provvedere alla costituzione di una massa di manovra « attorno alla 53 armata » con gli elementi che sarebbero stati avviati per la ricostruzione dell'Armata stessa e con le Grandi Unità nostre e tedesche di previsto invio. Circa le modalità d'impiego erano fatte varie ipotesi (allegato 8).

Tali orientamenti vennero sintetizzati in una bozza di telegramma (accl uso all' appun·to stesso) da ·trasmettere al Maresciallo Graziani; telegramma che però non ebbe seguito.

Il giorno 9, il Capo del Governo informava, invece, il Maresciallo Graziani (allegato 9) che era in corso il potente diversivo auspicato, come elemento di alleggerimento della pressione inglese i n Libia: la Germania stava, cioè, trasportando in Rom ania un numero di Divisioni imponente, rtale da immobilizzare la Turchia ed eliminare anche la Grecia se quest'ultima non fosse stata eliminata dalle unità italiane operanti in Albania.

Al lume di questi fallti, bisognava quindi imporre il massimo logoramento possibile alle forze corazzate inglesi attorno a Tobruch, per guadagnare il rtempo necessario perchè la minaccia tedesca alle basi britanniche d el Mediterraneo orientale apparisse agli Inglesi in tutta la sua imponenza ed immediatezza.

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Disposizioni del Maresciallo Graziani per la battaglia di arresto sulla linea D erna - Ber-

ta- Mechili

Il giorno 9 gennaio, il Maresciallo Graziani impartiva le disposizioni per la battaglia dì arresto sulla linea Derna - Berta - Mechili:

N. 3 di prot. R. P. Ciretze, Com. tattico , 9 gennaio 1941

Argomento: Direttive per la battaglia di arresto.

Ali' Eccellen za il Comatzdante la 101 armata

All'Eccellenza il Comandatzte la squadra aerea P

All'Eccellenza il Comandante il XX corpo d'armata Militare

Al Getzerale Comandante Superiore del Genio

Al Generale Intendente

e, per conoscenza:

Al Comandante Superiore R. Marina in Libta

l. - Situazione nemica alla data di oggi.

Gli elemetzti della 7a divisione corazzata hanno preso contatto con il margine orientale e meridionale della piazza di Tobruch, dove le artiglierie stamzo procedendo ai tiri di inquadramento, merztre due divisioni del corpo australiano stanno serrando a portata dt attacco.

Accenni di movimenti di elementi meccanizzati verso il margine md-occidentale della piazza. D al che si dedtlce che, fino a questo momento, nelle zone di Acroma, Bir Haclzeim ed adiacenze non si tratta che di pura e semplice esplorazione e ricognizione delle vie di accesso, con la sensaz ione netta che il nemico proceda con molta cautela, mancando, a quanto pare, di notizie precise sulla nostra organizzazione Dema-Berta-Mechi/i .

II. - Funzione del si9tema Derna-Berta-Mechili.

Deve essere considerato il Grappa della Libia e vi si deve rip etere il miracolo del Grappa, e cioè vi si deve arrestare il nemico, cou la decisione incrollabile nei comandanti e gregari di morire sul posto piutJto9to che di cedere.

Questa convinzione deve essere radicata in tutti, dal comatzdarzte all'ultimo gregario; tutti devono tener presente che la caduta del

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sistema Derna-Berta-Mechili significa l'invasione della Libia, ciò che non deve verificarsi, a quahmque costo.

Bisogna, perciò, mettere in campo tutti i valori morali e scuotere i nervi di tutti quanti e le coscienze addormentate o depresse se ve ne fossero. Ogni atteggiamento, ogni orientamento contra ri o deve essere giudicato alla stregua del disfattismo.

lll. Disposizioni.

a) l capisaldi di Derna, Berta, Ghegab, Chaulan e Mechili devono essere organizzati in modo da poter sviluppare una duplice funzione: presidio fisso per la difesa in posto - specialmente contro mezzi meccanizzati - e perni di azione per la manovra delle colonne mobili.

Tener presente che Berta, Ghegab e M echi/i rappresentano sopratutto gli elementi fondamentali del sistema perchè i due primi lo sbocco sulle due straù gebeliche, nord e sud, l'altro Mechili, la via di afflusso stt Bengasi per le piste predesertiche.

b) Attuale schierametlto delle artiglierie attorno a Berta dà la impressione di voler difendere quel centro come fine a se stesso. Ordino, pertanto, che sia modificato nel senso che le batterie schierate fronte ad ovest siano messe in condizioni di agire verso sud-est - sa/dandosi ai capisaldi degli Eluet, che vanno ampliatiper impedire gli accessi su Ghegab, il cui superamento ha valore altrettanto vitale di Berta agli effetti dello sbocco dei mezzi meccanizzati sulla Gebe/ica meridionale. Pertanto, in rapporto anche alla facilità del terretlo di accesso su Ghegab, è in quella direzione che il Comando XX corpo d'armata deve soprattutto orientare l'azione dei nttclei mobili.

c) Per quanto si riferisce a T mimi, ordino altresì che la colonna M oricca sia smistata senz'altro come segue:

- 10° reggimento bersaglieri motorizzato - con batteria da 20 e compagnia da 47 - sia raccolto fra Ghegab e Berta, potendo rappresentare una buona unità di manovra a dispo sizione del Comando dell'Armata;

- V battaglione carri M 13 sia assegnato alla Brigata Babitli che radunerà cosl tutti i mezzi corazzati, acquistando maggiore consistenza e possibilità di azione manovrata contro i mezzi similari nemzc1;

- il nucleo esplorante già ad Ain d Gaza/a - una batteria da 20, tm plotone motociclisti e 5 carri M l l - deve perlustrare la strada da Tmimì - Dema per controbattere eventuali infiltrazioni di mezzi meccanizzati nemici e ritardarne la avanzata. Non bisogna dare al !llemico la sensazione che si lasci aperta la strada TmimiDerna. Detto nucleo esplorante deve essere mobilitato ed affidato ad un comandante energico e deciso.

d) Per mettere la V squadra aerea in condizione di concorrere alla battaglia con maggiore potenza possibile, ordino che il campo del Fteiah ftmzioni fino all'ultimo e, se necessario, si sacrifichi su l posto. Pertanto, le batterie a protezione di detto campo, schierate ad oriente dell'Dadi Derna, debbono restare in posto anche esse fino all'ultimo.

IV. - Affiussi di forze:

a) Dalla Tripolitania:

- entro /'11 corrente: 5 batterie da 65/17, rimanente aliquota della Divisione « Sabratha », un battaglione libico, 2 compagnie lanciafiamme, una compagnia motomitraglieri libica;

- fra il 19 ed il 22 corrente: 4 battaglioni mitraglieri, 10• reggimento artiglieria d f. (su 2 gruppi da 75/27) e l 5 autoblindo.

b) Dalla Madrepatria.

Sono in via di afflusso la Divisione corazzata «Ariete» e la motorizzata « Trento», oltre due carri M 13.

E' prossimo, inoltre, l'arrivo di notevoli contingenti aerei, da caccia e da bombardamento.

Se riusciremo a resistere sul sistema Derna-Berta-Mechili fino al momento in cui tutti i mezzi di cui sopra potranno essere a nostra disposizione, ci arriderà con certezza la vitrt:oria.

V. - l Comandi della zona di Barce e del settore di copertura di Bengasi hanno già avuto i mezzi per dar vita alle rispettive organizzazioni arretrate.

VI. - Il Comando Superiore Genio concmtri tutti gli sforzi ed i mezzi sul sistema Derna-Berta-Mechili, in modo da creare il maggior numero possibile di ostacoli al movimento dei mezzi meccanizzati nemici.

VII. - In conclusione

La resistenza che si prepara ad opporre la <<piazza» di T obruch con la serenità e la fermezza che il suo Comandante dimostra attraverso anche alle comunicazioni telefoniche, ci dà la garanzia che avremo a disposizione il tempo per migliora re la nostra situazione attuale Pertanto, la battaglia di arresto, senza contare quanti siamo o quanti non siamo, deve essere data sull'asse Berta-M echili con appoggio d'ala a sinistra, Derna, che ha buone possibilità di resistenza anche se isolata, una volta saltate le interruzioni.

Tutti debbono imprimersi profondamente nel cuore che

- sulla Derna-Mechili o si vince o si muore;

- su di essa si gioca il nostro onore e la salvezza della Libia.

VIJI. - Il presente ordine deve essere diffuso solo verbalmente, restandone comunque vietata la diramazione per iscritto, anche solo in stralcio. Pertanto, i comanclanti cui è diretto ne daranno visione ai sottordini e questi , a loro volta, lo diffonderanno a voce, per la parte di rispettiva competenza .

Prego ricevuta.

Il M aresciallo d'Italia Comandante Superiore FF.AA. A. S.

Graziani

Mussolini approvava le disposizioni daJte dal Maresciallo Graziani, auspicando: «alla vostra parola d'ordine devono segwre e seguiranno i fatti, conto come sempre su Voi» .

Il Gen . Tellera dalle ricognizioni che andava compiendo traeva sempre maggior convinzione che il nemico non avrebbe potuto procedere nella regione del Gebel con soli mezzi motorizzati e che la difesa dell'altipiano, organizzata e sviluppata sul tipo della guerriglia, si presentava moLto promettente e capace di tenere assai bene e lungamente, anche nella dannata ipotesi di un avvolgimento del fianco dalla parte desertica (1).

(l) Rappono per il Maresciallo Graziani in data 18 gennaio, a firma ten. col. di S. M. Paolo Petroni del Servizio Informazioni dell' Armata .

Attività dei nostri organi informativi

Le importanti previsioni co ntenute nel telegra mma di Mussolini (allegato 9), trasmesso da Roma il 9 gennaio, lo stesso giorno nel quale il Maresciallo Graziani emanava le predette disposizioni per la battaglia di arresto, avrebbero dovuto trovare immediaJta conferma attraverso lo spostamento di unità britanniche dall'Egitto verso la Grecia; spostamento che, determinato dal diversivo ipotizzato dal Maresciallo Graziani (allegato 7), avrebbe attenuato le capacità di offesa del nemico ed arrecato sollievo alla nostra precaria situazione.

Il nostro Servizio Informazioni, controllando, con azione capillare, le diverse correnti ed i diversi punti dei quali si serviva il nemico per far affluire nuove forze allo scacchiere libico-egiziano, forniva sempre, al Comando Superiore in A. S., valide notizie, attraverso le quali si poteva pervenire ad una valutazione attendibile della situazione avversaria.

Ed il S.l.M., non solo, purtroppo, non confermava le cirtate previsioni, ma forniva le seguenti notizie, circa l'arrivo di nuove forze destinate ad accrescere la potenzialità britannica nello scacchiere libico-egiziano: '

- 12 gennaio: « Risultano sbarcati Egitto, primi corrente mese, circa 4000 australiani oltre 200 carri armati et 200 aerei di produzione americana ... »;

14 gennaio: « Risulta che 8 corr. est transitata per Cairo una Divisione corazzata riserva di cui at nostro S. 1109 del 3 corrente »;

- 16 gennaio: « Altri 100 aerei da bombardamento produzione americana .tipo Glen Mat1tin dovrebbero affluire prossimamente in Egitto... Secondo notizie da accertare giorno 17 dovrebbe partire da Gibilterra convoglio con armi e munizioni diretto pfobabilrnente Egitto»;

- 16 gennaio: «Convoglio in partenza Gibilterra prob:tbilmente giorno 17... .trasporterebbe anche !truppe e secondo altra notizia sinora non controllata sareb be diretto Cirenaica per azioni sbarco»;

- 18 gennaio: « Rece ntemente sarebbero affluiti campi aviazione Suez et Marsa Matruh 120 aeroplani da bombardamento provenienti Irak »;

- 21 gennaio: « Si precisa che truppe inglesi trasportate convoglio 20 piroscafi giu nto Suez 2 corrente ammontavano 10.000 uomini circa. Oltre quanto segnalato, detto co n voglio avrebbe tra-

sportato: 60 carri armati pesanti, 180 autoblindo, 200 carri leggeri Ironside, 200 cannoni piccolo calibro e m edio ca libro, 19.000 casse munizioni. Ritiensi piroscafi abbiano proseguito in parte per Grecia ».

S viluppo delle trattative per il concorso di forze corazzate germaniche in A. S.

Il Comando Supremo germanico, intanto, per poter decidere se l'invio di forze tedesche a Tripoli fosse ancora possibile, chiedeva un nuovo giudizio dello Stato Maggiore Generale italiano, sulla situazione terrestre, aerea e navale. L'8 gennaio il Comando Supremo italiano comunicava:

- la situazione se non era disperata era certo, grave, tanto da non potersi escludere la perdi!ta della Cirenaica e, in prosieguo di tempo, anche della Tripolitania;

- era difficile fare previsioni circa i tempi;

- si ravvisava l'opportunità di predisporre la preparazione del Corpo corazzato tedesco salvo a deciderne l'avviamento in base alla situazione che si sarebbe delineata ad approntamento effettuato (nel gi ro di un mese);

- migliorando la situazione e consentendolo il grado di appro ntamento del Corpo germanico, il traspo111:o di una Divisione tedesca poteva essere inserito tra quello della Divisione corazzata « Ariete» (p rovvista di soli carri armati leggeri), che avrebbe avuto inizio a giorni, e quello della Divisione motorizzata « Trento».

Il giorno 10, la Missione militare tedesca a Rom a comunicava al Comando Supremo che il Fiihrer aveva disposto l'approntamento di una unità germanica provvista di carri armati, adatta per il rinforzo della difesa della Tripolitania. Tale unità poteva essere trasferita in Tripolitania, ove il Comando italiano lo ritenesse ancora desiderabile, a seguito della Divisione corazzata e della Divisione motorizzata italiana.

Mentre di ciò veniva informato il Maresciallo Graziani, si interessava il Ge n. Marras (l) perchè rappresentasse al Comando germanico l'opportunità che l'unirtà corazzata comprendesse un gruppo esplorante forte di qualche centinaio di autoblindo e che fosse inviata in A. S. anche una unità di arresto per guarnire il lato est del campo trincerato1 di T ripoli.

( l) Addetto Militare presso l'Ambasciata d·ltalia a Berlino.

Il g1orno 19, Mussolini si incontrava a Berchtesgaden con il Fiihrer che lo intratteneva, particolarmente, sul prossimo intervento della Germania in Grecia.

Lo stesso giorno il Gen. Guzzoni, in un colloquio col Maresciallo Keitel e col Gen. Jodl, dopo aver esposta la situazione operativa della Libia (imminenza dell'atrt:acco su Tobruch e decisione del Maresciallo Graziani di attuare l'estrema difesa della Cirenaica sulla linea Derna-Berta-Mechili), comupicava che e rano già in atto i rtrasporti per rimettere in efficienza le 3 Divisioni della 53 armata e per l'invio delle Divisioni c Ariete:) e .c Trento • e confermava che il trasporto dell'unità tedesca poteva essere opportunamente inserito in quello delle due predette Divisioni italiane.

Il Gen. Jodl precisava che l'unità designata era la ssa leichte Division: divisione leggera che aveva la seguwte composizione:

- Comando divisione;

- gruppo esplorante su due compagnie autoblindo, una compagnia motociclisti, una compagnia armi pesanti;

- tre gruppi cacciatori di carri che disponevano, ciascuno di tre compagnie di 9-12 pezzi controcarro da SO e da 37 mm. e complessivamente di 30 carri armati mod. 3 con carrelli adatti per trasporto in terreni sabbiosi;

- due battaglioni mitraglieri motorizzati dotati di armi controcarro ed, ognuno, di una compagnia pionieri; tali unità disponevano di mezzi di traspo11to corazzati;

- un gruppo mi sto contraereo con pezzi da 88 e da 37 mm.;

- 15 colonne di rifornimento;

complessivamente: 9300 uomini, 2000 autoveicoli, 111 pezzi controcarro.

Lo stesso Gen. Jodl soggiun geva che tale unità:

- poteva essere ulteriormente modificata e ampliata a sçconda delle eventuali proposte del suo Comandante, già in ricognizione in Libia;

- sarebbe stata pronta ad imbarcarsi dal 15 febbraio in poi e per il suo trasporto erano n ecessari, approssimativamente, 45 giorni, 240 rtreni ed erano disponibili, inoltre, 12 piroscafi tedeschi;

- secondo il desiderio del Fiihrer venisse subito portata al fuoco in Libia, là dove il Maresciallo Graziani avrebbe ritenuto più opportuno.

r66

V .

DIFESA E CADUTA DI TOBRUCH

(6 • 23 GENNAIO 1941)

Apprestamenti difensivi a Tobruch prima e dopo l'inizio dell a gu erra (schizzo 18)

All'inizio delle ostilità, la piazzaforte di Tobruch era organizzata su un fronte a terra, un fronte a mare ed una difesa contraerei.

Il fronte a terra aveva il compi:to di proteggere la base navale dalle offese terrestri e di sbarrare le vie di comunicazione lungo la costa . Comprendeva una fascia perimetrale ed una zona di schieramwto delle artiglierie.

La fascia perimetrale si estendeva su terreno pianeggiante e scoper,to, aveva uno sviluppo di circa 50 chilometri e si appoggiava, ad ovest, all'Dadi es Sehel e ad est, all'Dadi Zei.tum.

Essa era articolata in 16 capisaldi, la cui costituzione, peraltro, non rispondeva ai requisiti previsti per tah complessi .ta.btico-fortificatori dalle concezioni dottrinali (organizzazione realizzata con un concem:o unitario, impenetrabilità, rea:ttiviJt:à a giro di orizzonte, ecc.).

Si tram:ava invece di singoli raggruppamenti di forze, sistemati a difesa, così costituiti per motivi organico-tattici e non in conseguenza di una organizzazione tattico-forti..fìcatoria ar.ticolata in robusti complessi unitari cooperanti (capisaldi) aventi ciascuno una propria funzione nel quadro generale dell'organizzazione e possibilità di difesa autonoma anche se accerchiati.

Ciascun caposaldo comprendeva un numero vario (da 6 a 12) di opere campali (qualcuna in caverna), con muretti a secco, riservette munizioni e postazioni per armi automél'tiche : alcune avevano due postazioni per mitragliatrice Schwarzlose, altre, una o due postazioni per mitragliatrice ed una postazione per cannone controcarro. Le opere, intervallate di 500-600 metri una dall'altra, erano ubicate su due linee distanti, fra loro, circa 500 metri.

L'intera fascia perimetrale comprendeva 144 opere di cui solo una venti na dispone vano di postazioni in caverna ; le postazioni per pezzi controcarro, limitate ad una quarantina, erano soltanto nelle opere di prima linea.

I capisaldi, che nella maggior parte non si appoggiavano ai fossati naturali degli uidian, erano protetti, anteriormente, da un fosso anticarro, distante 25-30 metri dalle postazioni, largo sui 3 metri e profondo metri l ,5O circa, con pareti e fondo di calcestruzzo.

La zona di schieramento delle artiglierie comprendeva una serie di postazioni in per batterie di medio e piccolo calibro, ricoveri per i serventi, riservette munizioni leggermente blindate ed una rete di osservatori che si snodavano lungo la fronte, su pali di legno o di ferro.

Completavano l'organizzazione difensiva del froru:e a terra una rete di collegamento telefonico a caraM:ere permanente; una rete di comunicazioni ordinarie (strade e piste) parallele al fronte e radiali; un impianto idrico, che poteva produrre 850 mc. al giorno, consistente in due stazioni di pompaggio (Sehel e Auda), due distillatori, alcuni serbatoi mterrati, una rete di distribuzione.

Il terreno circostante al perimetro della « piazza», assolutamente uniforme e tutto pianeggiante, percorribile ovunque da mezzi meccanizzati, meno che alle due estremità est (Uadi es Zeitum) ed ovest (Uadi es Sehel), consentiva al nemico di attaccare in ogni direzione; non vi erano zone di particolare facilitazione anche se erano individuabili le che potevano apparire più redditizie per l'avversario. A distanza di l o 2 chilometri dal perimetro della « piazza » e quasi parallelamente ad esso, esisteva un avvallamento profondo, in qualche punto, fino a 20 metri, nel quale il nemico poteva occultarsi e spostarsi senza che la sua attività potesse essere osservata << p1azza ».

La difesa costiera, affidata alla Marina era cost1tu1ta da poche batterie da 149 e dalle artiglierie della nave «S. Giorgio».

Questo vecchio incrociatore, armato con dodici cannoni da 254 / 30 e da 194 / 45 , era ormeggiato nella baia in posizione defilata con funzione di battteria galleggiante di grosso calibro e di rinforzo alla difesa contraerea della base m ediante armi moderne, di cui era stata appositameru:e dotata. In « coperta » era protetto da sacchettt di sabbia ed era circondato da reti parasiluri (1).

{l) La nave <<San Giorgio», << incrociatore proteno >> varato nel 1908, aveva preso parte alla guerra italo-turca ed al la prima guerra mondiale; alla vigiUa della seconda guerra mondiale, inservibile per l'impiego di squadra, fu tem· pestivamente dislocato a Tobmch per rafforzare la difesa della rad a.

IJO

La difesa contraerei, affidata anch'essa alla Marina, aveva il compito di proteggere, in linea principale, lo specchio d'acqua della base navale e gli impianti portuali; in linea subordinata, le attrezzature dell'Aeronautica e dell'Esercito, adiacwti a tale specchio d'acqua. Era costituita di varie batterie e di una rete di avvistamento e segnalazione che si spingeva entro terra fino a una profondità di 40 - 50 km., sul mare tale profondità era assai inferiore.

All'inizio delle ostihtà, dunque, l'organizzazione difensiva di Tobruch appariva incompleta ed insufficiente : il fronte a terra si limitava alla fascia perimetrale e non aveva sviluppo alcuno in profondirtà; erano scarsamen:te protetti e quindi molto vulnerabili, le armi ed il personale delle opere, le truppe di rincalzo, le sedi dei comandi e gran parte dei depositi.

Un progetto complemefiltare di rafforzamento era stato approvato alla fine di aprile 1940. Ma, allo scoppio delle ostilità, aveva avuto inizio solamente lo scavo del fosso anticarro davanti alla fascia perimetrale e la costruzione del reticolato, limitatamente però al solo settore orientale.

Nella seconda quindicina di settembre, occupata Sidi el Barrani, quasi il:utrt:e le imprese civili ed i reparti lavoratori impiegati a Tobruch, furono trasferiti nella zona Capuzzo - Sollum - Sidi el Barrani per costruzioni stradali ed impianti idrici, in previsione della nostra progettata offensiva verso Marsa Matruh . Alla fine del mese, lo svolgimento dei lavori difensivi veniva pr<llticamente a cessare per deficienza di maJteriale. Il personale della guardia alla frorutiera (g.a.f.) di Tobruch veniva adibito, in massima pa11te, al presidio di capisaldi lungo il roticolato da Giarabub al mare e di al<tri capisaldi attorno a Sidi el Barrani e Bug-Bug.

Comunque, a metà settembre 1940, la situazione era la seguente:

- completato un reticolato profondo 7-8 m etri dall'Dadi ez Zeitun all'Dadi es Sehel, davanti alla prima linea di opere della fascia perimetrale;

- collocati campi minati davanti ai 'tratti più impor.tanti della fascia e dove mancava il fo sso anticarro;

- portata a termine la rete dei collegamenti;

- completata, migliorata e mantenuta in efficienza la rete delle comunicazioni;

- schierata nelle opere avanzate con funzione controcarro la maggior par;te dei pezzi di piccolo calibro (65, 75 e 77 mm.);

171
12. - A.S.

- riordinato lo schieramento delle restanti artiglierie, inserendo i nuovi gruppi (dei reggimenti 12° e 202o art. per Divisione di fanteria), affluiti nel frattempo dalla Tripolitania;

- organizzato il fuoco di fanteria e di antiglieria;

- completata la rete di osservazione;

- integrata la difesa controaerea della Marina con reparti del l'Esercito.

Questi provvedimenti e tutJti i possibili accorgimenti intesi a perfezionare le modeste attrezzature della difesa, non consentivano però di raggiungere quell'efficienza difensiva necessaria per far fronte all'attacco di unità meccanizzate.

Il nemico si avvantaggiava della completa conoscenza della organizzazione difensiva della «piazza ». Delle opere, esso conosceva la struttura (già constatélita a Bardia), la precisa ubicazione •topografica e perfino la numerazione, come venne a risultare attraverso le sue comunicazioni radio, da noi intercettate.

Nè questa conoscenza era limitart:a alla sola cinta for,tificata, ma tutta la restante e retrostarute organizzazione gli era nota: «La ricognizione aerea che, neglt' ultimi giorni, fu pressochè in permanenza sul cielo della <<piazza>>, aveva la possibilità, in quel terreno, di scorgere e fotografare ogni minimo particolare» (1).

Il 9 dicembre -inizio dell'offensiva b6tannica XXII corpo d'armata (Gen. PiJtassi Mannella) costituito della Divisione << Sinte » (Gen. Della Mura) e della Brigata corazzata (Gen. Miele) era schierato a cavaliere della strada Tobruch - Bardia, circa all'altezza di Gambut.

La mallti.na del 10, dopo gli avvenimenti a sud di Sidi el Barrani, il Comandante del Corpo d'armata riceveva, direttamente dal Maresciallo Graziani, l'ordine di inviare la Brigata corazzata a Bardia (2), di rientrare con la Divisione << Swte » in Tobruch, prendere il comando della «piazza» e metterla in stato di difesa; la Divisione « Si11te >>, inoltre, doveva essere tenuta disponibile per eventuale impiego fuori della piazzaforte.

Il Gen. Umberto Barberis già comandante della guardia alla frontiera della Libia orientale e del presidio della piazzaforte, non-

(l) Dalla rela z ione d el Gen. Carlo Rost agno già C apo di S.M. del XXII corpo d'arm ata

•(2) Fin dalle ore 7 la Brigata corazza ta a ve\1'3 ricev uto, dirett amente, ordine di trasferirsi nella zona di Sollum.

172

chè della difesa costiera e contraerea di Tobruch, rimaneva agli ordini del Gcn. Pitassi Mannella quale comandante del settore orientale della « piazza

Il Gen. Pitassi impartiva subito disposizioni per il ripristino della difesa della «piazza », compatibilmente con i mezzi a disposizione; prendeva contatto col Comandante della base navale (Amm. Vietina) per concretare gli apporti di mezzi e di fuoco da parte della Marina per la difesa del fronte a terra; impartiva disposizioni particolari per i lavori difensivi stabilendo che la precedenza doveva esser data al compl etamento dei campi minati lungo i tratti della cinta fortificata sprovvisti di fo sso anticarro.

Le forze costituenti la guarnigione di Tobruch all' inizio dell'offensiva britannica, le unità del XXII corpo d'armata passate a far parte della guarni gione il 10 dicembre, le unità assegnate in rinforzo dopo il 10 dicembre, le batterie della Marina che davano il loro concorso alla difesa della sono indicate nell'allegato 10.

Il 16 dicembre, il Gen. Berti , rientrato il giorno 14 dall'Italia, aveva riassunto il comando della 10a armata ed illustrando al Comando Superiore A.S. la consistenza della di Tobruch, rappresentava che (allegato 11):

- non esisteva, su larghi tratti del perimetro della cinta fortificata il fosso anticarro;

- l'organizzazione difensiva mancava di qualsiasi profondità;

- si potevano guarnire con le forze disponibili (g.a.f., Di visio ne « Sint'e battaglioni cc.nn. della Libia) le opere della cinta, ma che era appena possibile costituire con essi i presidi di settore, che sarebbero però rimasti privi di artiglieria e di mezzi anticarro, necessariamente destinati al rinforzo delle opere;

-a disposizione del Comandante della « piazza» esisteva , quale riserva, un solo battaglione di fanteria, rinforzato da una batteria da 20 mm., co n possibilità di intervento del tutto aleatorie;

- in complesso, per la difesa della «piazza» avente un perimetro di 54 chilometri, erano disponibili 22.000 uomini e 198 pezzi.

Il Comandante dell'Armata indicava quindi i rinforzi necessari perchè la « piazza potesse adempiere alla consegna del Duce.

Il Comandante Superiore disapprovava questa m essa a punto di una situazione ben nota e confermava la consegna di difesa a oltranza

1 73

facendo presente che era stato richiesto alla madrepatria tlltto il possibile e che la difesa di Tobruch sarebbe stata sussidiata in base alle disponibilità ed alle necessità di difesa di tutta la Libia (allegato 12)

Il Gen. Berti con lelltera in data 18 dicembre tornava sull'argomento, assicurando che era suo vivo desiderio di cooperare all'azione del Maresciallo in tutti i modi e con tutte le sue possibilità. Precisava quindi che egli si era «prospettato il problema se, data la modesta efficienza della piazza di Tobruch, non convenisse concentrarvi tutte le forze e tutti i mezzi disponibili invece di scaglionarli in profondità per cercare di arrestare il nemico su lince di difesa successive che in <..JUel territorio erano in genere poco idonee e facilmcrute

Dichiarava quindi che egli era decisamente per la prima soluzione e che, perciò, aveva prospettato il quadro completo delle necessità più urgenti della « piazza» con l'intendimento di cominciare a concentrare in essa, in mancanza di mezzi necessari, almeno tutti quelli disponibili (allegato 13).

La proposta non era approvata dal Maresciallo Graziani, che, il 20 dicembre, confermava le precedenti direttive (in sintesi : difesa a oltranza a Bardia e Tobruch; difesa successiva sulle posizioni del ciglione di Derna, al margine Uadi D erna- Uadi Beddahach- Berta, integrata dalla difesa mobile delle unità dislocate nella regione di Mechili).

Il giorno 22 poi, il Maresciallo Graziani, considerate le non buone condizioni di salute del Gen. Berti, lo sostituiva con il Gen. T ellera nel Comando della lOa armata (l).

·Per effetto delle predette disposizioni imparti·te dal Comando XXII corpo d'armata (Gen. Pitassi Mannella), tt:endenti al completamento e perfezionamento della struttura difensiva della «piazza » :

(l) il 1• gennaio 1941, il Gen. Tellera scriveva al Ma resciallo Graziani: « Entrando ntlla piazza c gira ndo dtntro di essa, si ha il senso del t1uoto. L' Ecc. Pitassi mi ha parlato insistentemente di q uello che ormai è ben noto e cioè della sca rsa guarnigione della piazza: in tutto 20.000 uomini su 54 km di perimetro, senza seconde lince, cioè senza profondità · veramente assai poco.

{( Quello che occorre oggi per la guerra, sono essenzialmente i mcz:.:i corazzati ed anticarro, mezzi aerei e contraerti.

« L'aumento della guarnigione dovrebbe raggiu ngere le due D ivisioni di fanteria su 5 battaglioni funa, al co mpleto di mezzi, le quali, penso, potrebbero essere inviate dalla madrepatria , con convoglio oppure un po' alla volta quando ci sarà sosta nell'invio dei mezzi corazzati e delle artiglierie, questi debbono indiscutibilmcnte avere in ogni caso la precedem::a u

1 74

- erano collocate circa 16.000 mine B2 a pressione e circa 7000 B4 a strappo, costituendo, così campi di una sola linea di mine in corrispondenza dei tratti meno vulnerabili della cinta, campi di più linee, a scacchiera, nei tratti più importanti;

- veniva organizzata una seconda posizione a tergo della zona di schieramento delle artiglierie lungo la linea: Uadi el Beiad -bivio di el Adcm- q. 144- Pilastrino- Gabr el Abd- q 71 di Uadi el Auda; posizione avente uno sviluppo di circa 25 chilometri e costituita di pochi capisaldi ed ampiamente intervallati a causa della penuria di forze e di mezzi.

Nel caposaldo principale, situato nella zona del bivio di cl Adero, i centri di fuoco erano rappresentati da carri armati del 4° reggimento carristi, inefficienti negli organi motori ed opportunamente interrati per diminuirne la vulnerabilità;

- erano avviati altri lavori (nei limiti consentiti dagli scarsi e rudimentali mezzi di lavoro e dai pochi materiali di rafforzamento a disposizione) per la costruzione di apprestamenti difensivi nella zona di schieramento delle artiglierie e di ostacoli anticarro per compartimentare il terreno all'interno della « piazza » (l);

- venivano predisposte interruzioni stradali e la distruzione degli impianti idrici;

- utilizzando le armi esistenti nella «frazione » di magazzino d'antig l ieria di Tobruch veniva assegnato un pezzo, con funzione controcarro, a itutte le opere di prima linea della fascia perimetrale ed a quasi tutte le opere di seconda linea situate su terreno di piatta pianura; da tale provvedimento erano esclusi i capisaldi affacciantisi sugli uidian ez Zeitpn ed es Sehel, intransitabili ai carri armati; inoltre era così possibile sostituire, in molte opere, una delle due mitragl iatrici Schwarzlose, non dotate di munizionamento perforante, con una mitragliatrice Fiat 1935, che di tale munizionam ento disponeva, e raddoppiare le mitragliatrici presso i repanti di artiglieria.

Tutto il periodo dal 10 dicembre 1940 al 5 gennaio 1941 fu impiegato in un febbrile lavoro di rafforzamento delle difese e di ad-

(l) L'apprestamento di fossi ant icarro nella cc piazza >> incontran parùcolarc difficoltà perchè, nella zona di Tobruch, sotto uno strato di terra di 30 - 40 cm. di spessore, si tro,·a qu as i un banco di roccia calcarea molto compatta. Si dO\·ette perciò, sa h o in pochi tratti, adottare come ostacolo anùcarro il muretto a secco.

1 75

destramente dei reparti, specialmente del personale dei pezzi controcarro e delle mitragliatrici.

Malgrado l'attività spiegata ed i provvedimenti atJtuati, anche dopo la caduta di Bardia un periodo complessivo cioè di circa un mese e mezzo - l'assetto difensivo della «piazza», alla vigilia dell'atltacco britannico, presentava ancora molti punti deboli, deficienze e lacune. Se n e ricordano alcune fra le più gravi:

- posizione di resistenza poco profonda e centri di fuoco ubicati nelle opere, troppo intervallati;

- cirtta della <<piazza» solo parzialmente fortificata: su 54 chilometri di perimetro, 9 soltanto appoggiati agli uidian ez Zeitun e es Sehel non erano accessibili ai carri ed erano percorribili con difficoltà anche dalle fant erie; circa 18 erano provvisti di fosso anticarro e di r oticolaito; circa 23 erano provvisti soltanto di reticolato e di un campo minato poco profondo (di massima, un solo ordine di mine B2 a circa 1,20 - 1,50 d'intervallo, integrato da mine B4, anch'esse su una sola linea, a venti principalmente funzione di allarme);

- armi e serventi delle opere esposti a lttltte le offese essendo le piazzole poco profonde e prive d i protezione; scarso numero di pezzi controcarro sulla posizione di resistenza: un pezzo ogni 500 metri comprendendo nel computo le mitragliere da 20 mm. efficaci solo contro mezzi corazzati leggeri ed i pezzi da 77/ 28 e da 75/27, sprovvisti di granate perforanti (l);

- mancanza quasi !totale di pezzi controcarro sulla seconda posizione (s.:: si eccetltuano i pezzi da 37 mm. dei carri M);

- poche le artiglierie (un pezzo ogni 250 metri) e con forte percentuale (30% ) di bocche da ,fuoco a lenta celerità di tiro, perchè ad affusto rigido (120/25, 149/35), o perchè di medio calibro (149 / 13);

- vulnerabile la rete di osservazione e quella dei mezzi di collegamento a filo;

- carenza di aviazione;

- penuria di unità per costituire un'adeguata riserva.

Era, quest'uLtima, la deficienza più grave ai fini di una difesa atltiva e manovrata: sentita, in special modo, la deficienza di carri armati. Veniva costitui!to comunque un nucleo di manovra alle dirette dipendenze del Comandante della <<piazza».

(l) Nessuna delle terrestri di calibro superiore al 65 jl7 era dot at a di proietto perforante

Azioni nem ich e co nt ro To bru c h prima dell' i nvestimento della

« p iazza»

L'inizio dell'offensiva britannica nella zona di Sidi el Barrani segnò per la piazzaforte di Tobruch l'intensificarsi della ricognizione e dei bombardamenti aerei: le opere pontuali e la rada furono le prime ad esser prese di mira con bombardamenti notturni, per impedire rifornimenti e sgomberi via mare; seguirono i campi di aviazione ed i magazzini dislocati nell'abitato e nelle sue immediate vicinanze.

Mentre Bardia veniva stretta di assedio, elementi corazzati nemici tagliavano (v. pag. 119) le comunicazioni fra le due «piazze » : la via Balbia e il Trigh Capuzzo. Ciononostante, nostre colonne celeri battevano la piana ad est e a sud di Tobruch e sgomberavano le munizioni, i carburanti ed il materiale vario dagli aeroporti di Bu Amud e di el Adem.

Caduta Bardia, la 73 divisione corazzata britannica riprendeva il movimento verso ovest, occupava el Adero il 6 gennaio e Acroma il 7 gennaio, raggiungeva, a sera, la rotabile e, tagliando le strade Tobruch - Mechili e Tobruch - Derna, isolava la «piazza ».

Lo stesso giorno 7, la XIX brigata di fanteria australiana si portava di fronte alle difese orientali di Tobruch; il resto della 6a divisione australiana col 7o R.T.R. continuava a marciare verso ovest.

I n tale situazione il Maresciallo Graziani che, già il 4 gennaio, aveva ordinato di interrompere, con bombe 4 A.R. lanciate dagli aerei, le piste percorse da mezzi meccanizzati nemici e le zone di maggior 'traffico (Trigh Capuzzo, pista Bir el Gobi - el Adem, zone intorno a Bir el Gobi e a Bir Hacheim), disponeva:

- il brillamento dell'interruzione di Aio Gaza]a e il caricamento delle altre ad oriente dd meridiano di D erna;

- il rapido completamento del campo minato di Sidi Creiem, per sbarrare la direttrice di aggiramento del ridotto di Derna, da Martuba a Berta;

- immediata requisizione di tutti gli automezzi, autotreni e autobus civili e delle vetture private per incrementare l'afflusso delle truppe e dei m ezzi verso il fronte cirenaico (9 gennaio).

Il Geo. PÌitassi Mannella, a sua volta, dec ideva, il giorno 10, di far saltare i ponti in corrispondenza degli sbarramenti stradali di

1 77

Sidi Daud (provenienze da Bardia), Bir Umm Hal eiga (provenienze da el Adem) e dell'Dadi es Sahel (provenienze da D erna).

Il mattino del giorno 8, l'artiglieria nemica iniziava i tiri di inquadramento e di disturbo sul fronte del settore orientale della « piazl'organizzazione del tiro avversario proseguiva senza soste fino al giorno 17.

Il nemico impiantava i propri osservatori fissi sul ciglione di el Adem, fuori della gittata della maggior parte delle nostre batterie; sistemava osservatori mobili avanzati su autoblindo munite di radio e si avvantaggiava di una indisturbata osservazione aerea.

I nostri reagivano nei limiti delle loro possibilità, chè l'osservazione terrestre era ostacolata dalle ondulazioni ed anfrattuosità del terreno e quella aerea mancava del ·tutto. Sull'efficacia della controbatteria incideva, d'altra parte, anche la scarsa dei nostri pezzi che, peraltro, impiegati alle minori distanze rendevano assai costosi alle forze avversarie i movimenti attorno alla stroncando i numerosi tentativi dei mezzi meccanizzati di avvicinarsi alle opere od agli sbarramel1Jti stradali.

Il 19, tiri di artiglieria a lunga gittata prendevano di mira la nave « San Giorgio» che, colpita due volte, subiva lievi danni . Lo stesso giorno, un aereo nemico lanciava manifestini di propaganda invitanti alla resa: si rispondeva sdegnosamente, a mez zo radio. La notte sul 20, un tentativo nemico di avvicinarsi alle posizioni di Dahar el Azazi era stroncato e respinto col fuoco . Nel pomeriggio, era notato un intenso mo vime nto di mezzi meccanizzati, nella zona di Acroma e sul costone di el Adem. Veniva richiesto il bombardamento aereo per la mattina del 21.

Nel tardo pomeriggio del 20, il Comando della lOa armata trasmetteva a quello della « piazza» un'informazione del Comando Superiore Marina secondo la quale era da attendersi nella notte una azione 1navale con tro Tobruch: infatti, poco dopo la mezzanotte unità na vali aprivano il fuoco sulle difese dell'Dadi es Sahel. Il tiro però era inefficace, perchè i colpi caddero tutti un centinaio di metri avanti il margi ne esterno della linea perimetrale di difesa. L'azione navale confermava, tuttavia, nel Comando e nei reparti, il convincimento che l'attacco a fondo era immin ente.

Forze ,contrapposte a Tobruch il 20 gennaio 1941

Il 20 gennato la guarmg1one di T obruch comprendeva:

- elementi del XXXI e del XXXII settore di copertura della guardia alla frontiera (g.a.f.) della Libia orientale;

- LXIV btg. complementi;

- Divisione di fanteria « Sinte »: 69° e 70° reggimento fanteria, un btg. un btg. complementi, il 43° reggimento artiglieria, un btg. misto del genio;

- 4° reggimento carrista: I btg. carri M Il (39 carri inefficienti), LXIII btg. carri L (32 carri inefficienti), l btr. da 20 mm. (6 miltragliere);

- 10° - 22° - 25° raggruppamento di artiglieria;

- 55o reggimento artiglieria per Divisione di fanteria;

- CXL battaglione cc.nn.

Complessivamente le forze italiane assommavano a:

- 22 mila uomini circa, con soli 7 carri armati M 11 efficienti e 3 semiefficienti;

- 42 mÌitragliere contraeree da 20 mm.;

- 117 pezzi controcarro: 10 da 77 mm., l da 76/40, 11 da 75 mm., 13 da 65 mm., 43 da 47 mm., 39 da 37 mm.;

- 220 pezzi di at1tiglieria per il fronte a terra: 48 da 75/27, 12 da 75/46, 3 da 76/30, 2 da 77/ 28, 63 da 100/ 17, 16 da 105/ 28, 12 da 120/25, 4 da 120/45, l da 149/12, 48 da 149/13, 11 da 149/35;

- 50 bocche da fuoco della Marina, in rinforzo: 8 da 149/17, 18 da 102/35, 16 da 76/40, più 4 da 254/30 e 4 da 190/45 dell'incrociatore <<Sa n Giorgio».

Per quanto riguarda le forze aeree, avvenuto lo sgombero degli aeroporti di El Adem e Tobruch, partiti da Tobruch il Comando Superiore FF.AA. della Libia (13 dicembre), quello della 10" armata (18 dicembre), il Comando Aeronautico della Libia Orientale e il Comando della Brigata aerea « Rex », rimase, a diretta disposizione del Comandallite della «piazza », un Comando base aerea che disponeva di 22 velivoli: 8 Ca 310, 5 Cr. 42 - dei quali 3 soli in media efficie!llti -, 3 Cr. 42, 3 BA 65, 3 RO 37 bis, efficienti.

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Verso il 7 gennaio tu!Jti questi apparecchi, d'ordine delle superiori autorità, lasciarono la « piazza»; ne tornarono 2 (RO 37) in seguito a richiesta del Gen. Pitassi Mannella : uno di essi, abbattuto, v enn e sostituito da un Ca 310. In de finitiva, il 20 gennaio, il Comandante dd XXII corpo d'armata aveva, a sua diretta disposizione, due aerei: un RO 37 ed un Ca 310.

Il Comando della piazzaforte era dislocalto nelle caverne a sudovest dell'ex forte « Arenti », già sede tattica del Comando Superiore A.S. e successivamente del Comando lOa armata. Con il Còmando della « piazza » era anche il Comando artiglieria piazza stessa (Gen. AdoLfo D e L eone).

Le forze erano ripartite in du e se1Jtori:

- settore orientale (Gen. Umberto Barberis), sede di comando al bivio di el Adem;

- settore occidentale (Gen. Vincenzo D ella Mura), sede di comando alla .testata dell'uadi senza nome, un chilometro ad ovest del « Pilastrino ».

Limite di setttore: la linea immaginaria pressochè parallela alla camionabile per el Adem, circa due chilometri ad occidente di essa e passante per la cinta fortifica:ta .tra le opere 35 e 37 di prima linea.

I Comandi di settore avevano giurisdizione sui ·tratti della prima e della seconda posizione di resistenza, compresi nel risp ettivo settore

Forze a disposizione del settore orientale :

- per la prima posizione di resistenza: fascia perimetrale dalle foci dell' Dadi Zeitun al caposaldo Bir Umm Haleiga, incluso :

. XXXI settore di copertura;

. II battaglione e una compagnia del I btg. del 69o reggimento fanteria;

. 141 a e 14tt cp. mor.tai da 81;

. unità controcarro organiche e di formazione (complessivamente 42 pezzi di vario cal ibro- da 77 / 28 , da 75 / 27 mod. 06, da 47/32 da 20 mm.).

Di 1tali forze, un'aliquota della g.a.f. ed unità controcarro presidiavano le opere dei capisaldi; le rimanenti erano schierate a tergo dei capisaldi e nella zona di schieramento dei gruppi di ar,tig lieria, per vigilare e difendere i larghi intervalli esistenti; concorrevano inoltre, ali a sorveglianza notturna della cinta esterna;

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- per la seconda posizione di resistenza: sponda sinistra dell'Dadi el Bejad - zona del bivio di el Adem:

. fronte del Bcjad: due compagnie del LXIV btg. compl. rinforzate da un pl. cc.nn ., un pl. mitraglieri (8 mitr. Fiat mod. 35), due mitr. cal. 7,7;

. fronte del gradino ad oriente di Sidi Mahmud: III btg. del 69° reggimento di fanteria rinforzato da un pl. cc.nn., 8 mitr. Fiat 35, 4 mitr. ca!. 12,7, l mitr. ca!. 7,7; 18 mortai da 45; l pezzo da 76/40 della Marina con funzione controcarro;

. zona del bivio di el Adem: l btg. carri M 11 (32 carri inefficieruti, di cui 3 capaci di compiere brevi percorsi); LXIII btg. carri L (32 carri inefficienti); 2 pl. mortai da 81 (4 armi); 12 mitragliatrici di vario calibro.

Il settore disponeva di due raggruppamenti di artiglieria:

- raggruppamento orientale:

. I gruppo del 26° raggruppamento;

. XXXI gruppo del 5° ra ggruppamento g .a.f.;

. CXXX gruppo del 25o ra ggru ppamento;

. CL gruppo da 149/13 del 25° raggruppamento;

. 2o. batteria del XV gruppo contraereo;

- raggruppamento centrale:

. II gruppo del 43° reggimento artiglieria;

. III gruppo del 55° reggimento artiglieria;

. CV e CXLVIII gruppo da 149/13 del25 o raggruppamento;

. XXXI gruppo del o raggruppamento g .a.f.;

. XXXI gruppo del i ra ggruppamento g.a.f.;

. l a batteria del XV gruppo contraereo;

. batteria « Nembo» e sezio ne « Buffolotto » della Marina.

Forze a disposizione del settore occidentale:

- per la prima posizione di resistenza (cinta forrificata dal caposaldo Bir Umm Heleiga, escluso, alla foc e dell'Dadi es Sehel):

.

2 battaglioni del 70° reggimento fanteria;

. battaglione cc .nn. V.L.;

.

.

2 comp. del LXI btg. mtr. più 18 mitr. Fiat. 35 in rinforzo;

2 plotoni mortai da 81.

Come nel settore orientale, soltanto una aliquota di queste forze presidiava le opere dei capisaldi:

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- per la seconda posizione di resistenza (dal bivio di el Adero, escluso, per il « Pilastrino » alla sponda destra dell'Uadi el Auda):

. caposaldo « Piave » : reparto di formazione (2 pl. mitr. Fiat 35, l sq. mitr. 12,7, l pl. fuc., l pl. mortai d'assalto, l squadra mortai da 81 );

caposaldo di q 144: CXL btg. cc.nn. rinforzato da 8 mitr. Fiat 35, 2 mitr. da 12,7, 3 pezzi da 75/27, 9 montai da 45;

. caposaldo del «Pilastri no»: l cp. del LXI btg. mtr., compagnia armi accompagnamento del III btg. del 70o reggimento fanteria (8 mitr. Fiat 35 e 18 mortai da 45); 8 mitr. Fiat 35 in rinforzo, l pl. mortai da 81;

. caposaldo di Gabr el Abd: comando LXil btg. compi., l comp. fuc. e compagnia armi accompagnamento del LXI btg. compi. (8 mitr. Fiat 35, 4 fuc. mitr., 2 mitr. cal. 12,7);

. caposaldo di q. 71: comando XXXI btg. costiero, 2 comp. fuc. del LXI btg. compi. rinforzato da 8 mitr. Fiat 35, 4 mitr. cal. 12,7, 2 pezzi da 47/32;

. sponda destra Uadi Auda: doveva essere occupata in caso di sfondamento del sottosotJtore del Sehel, da elementi del XXXI btg. costiero libico e del LXIV htg. complementi, normalmente adibiti a difesa costiera.

Il settore disponeva di un raggruppamento di artiglieria (raggruppameruto occidentale) così costituito:

- VII e XVII gruppo del 10° raggruppamento:

- I e II gruppo del 55° reggimento;

- III gruppo del 43° reggimento;

- 33 batteria del XV gruppo contraereo;

- l batteria mi sta del I gr. del 22o raggruppamento;

- la batteria « Vittoria» della Marina.

La seconda posizione, pur potendo u sufruire (per azioni contro obiettivi terrestri) delle batterie contraeree della Marina, non era molto efficiente, sopraJttutto per la mancanza di cannoni controcarro. Il caposaldo del bivio di el Adero era l'unica posizione di una certa consistenza: era costituito con oltre 30 carri armati M 11 schierati a cerchio, in postazione fissa p erchè non atti al movimento a causa delle avarie di varia naltllra.

Con i sette carri armati M 11 efficienti, con alcune armi controcarro e contraeree sottratte all'organizzazione difensiva fissa e con

le seguenti unità veniva formata una piccola << unità celere >>, come riserva della «piazza » : 2 compagnie bersaglieri motociclisti (22a e 61a), 2 compagnie fucilieri del I h tg. del 69o rgt. fanteria, 2 p l. arditi del II btg. del 69° rgt. fanteria, 2 pl. mitr., 2 pl. da 47/32 (4 pezzi), 2 batterie da 20 mm., l compagnia carri M 11 (7 carri).

La riserva, che aveva il compito di eliminare le punte avversarie che avessero eventualmente superato la cinta fortificata o lo schieramento delle artiglierie, suddivisa in due piccole aliquote celeri (1), insieme con la compagnia carri M 11 e due plotoni arditi, veniva dislocata a ridosso del caposaldo del bivio di el Adem (pendio settentrionale).

La dislocazione particolareggiata dei reparti di fanteria, dei gruppi di artiglieria e delle batterie della Marina è riportata nello schizzo 18.

Secondo le notizie in possesso del Comando della « piazza» alla data del 20 gennaio, schieraJte ad immediaJto contatto del campo crincerato erano:

- una Divisione australiana su tre Brigate:

. due Brigate in prima schiera ad oriente del perimetro difensivo di Tobruch;

. una Brigata in seconda schiera, a cavallo della rotabile Tobruch - Bardia;

- una Divisione corazzata con:

. la VH brigata corazzata schierata sul fronte meridionale della «piazza», tra la rotabile Tobruch - el Adem e la zona immediatamente a sud di Ras el Medauuar; costituzione: due reggimenti carri armati su quattro reparti - r reggimento ussari su ,quattro squadroni - elementi di fanteria motorizzata in numero imprecisato;

. un gruppo di sostegno schierato sul fronte ovest della <<piazza», tra Ras el Medauuar ed il mare; costituzione: due battaglioni di « liberi francesi » -2 battaglioni britannici - repar,ti corazzati in numero imprecisato (probabilmente, uno squadrone dell'l l o reggimento ussari);

- 30 gruppi circa di aDtiglierie di vario calibro.

(l) Le due aliquote celeri, completamente aulocarrate, furono composte ciascuna da u11a compagnia bersaglieri, un a compagnia fucilieri, un plotone mitraglieri, un plotone pezzi da 47, una sezione da 20 mm.

Secondo le stesse notizie del 20 gennaio, le seguenti forze erano in grado di intervenire rapidamente in rinforzo delle unità par.tecipanti all'azione:

- la IV brigata corazzata: su 2 reggimenti carri armati, 8° reggime nto ussari e 3 -4 gruppi di artiglieria; dislocazione presunta: a cavaliere della rotabile Tobruch - Derna;

- Il o reggimento ussari: su 5 squadroni; dislocazione preSUIIlta: a cavaliere del Trigh Capuzzo tra Acroma e la zona immediatamente ad est di Mechili.

Concetto di difesa del Ricevuto l'ordine di assumere il diretto CoComando «piazza » mando della <<piazza» di Tobruch, il Gen. di Tobruch Pitassi Mannella - tenuto conto: del compito della «piazza» (resistenza a oltranza); dell'esiguità delle forze a disposizione; della non idoneità della massima par.te di tali forze alla manovra; della mancanza di mezzi meccanizzati che consentissero rapidi spostamenti di truppe, mezzi che il nemico possedeva, invece, in gran numero; del celere svilupparsi della situazione, che faceva ritenere non improbabile un improvviso attacco su Tobruch anche senza una precedente azione su Bardia - concretava, nei seguenti termini, il concetto di dife sa:

- resistenza principale sulla cinta fortificata, prolungata <}Uanto più possibile in profondità con l'organizzazione a difesa di tutti gli elementi attivi disponibili. In caso di iniziale successo avversario, resistenza ad oltranza in posto di tutti i mezzi di fuoco ancora attivi, nell'intento di frazionare l'attacco nemico, di rallentarne la velocità di avanzata, di infliggergli il massimo possibile di perdite e di favorire così l'intervento dei mezzi di contrattacco disponibili. A prescindere, poi, dall'attuazione di tale concetto di difesa, valevole in caso di attacco in forze, direttiva costante da seguire durante l'eventuale assedio: disturbare il più possibile i preparativi di autacco nemici, in modo da ritardarne l'inizio e da obbligare l'avversario ad impegnarvi il massimo possibile di forze; e disponeva che:

- le truppe di fanteria, sostenute da tutti i pezzi che potevano - anche in misura limitata - svolgere azione controcarro, occupassero il margine anteriore dei capisaldi;

- le batJterie (ognu na delle quali, disponendo i pezzi a losanga, doveva costituire caposaldo) formassero una seconda linea di difesa;

- tutte le batterie contraeree della Marina, in postazione fissa e che potevano sviluppare efficace azione controcarro, fossero poste, per questa azione, sotto un unico comando;

- n essuna minaccia di aggiramento avrebbe giustificato un eventuale ripiegamento;

- nessuna preoccupazione di arrecar danno alle proprie truppe dovesse trattenere dallo svolgere azione di fuoco contro i carri armati nemici;

- il massimo assegnamento dovesse farsi sui concentrame nti d'artiglieria curando, a tale scopo, la preparazione della manovra del fuoco e l'organizzazione dei comandi, dei collegamenti e dell'osservazwne.

Attacco alla « piazza » di Tobruch: 21 gennaio (schizzo 18 )

Preceduta da un incessante martellamento aereo durato tutta la notte, alle 6 del 21 gennaio la preparazione dell'attacco aveva inizio. Il tiro delle artiglierie si abbatteva sull'intero fronte del settore orientale dal caposaldo di Sidi Daud a quello di Dahar el Azazi e si estendeva ai capisaldi di Sidi Cheiralla e di Ras el Medauuar, nel settore occidentale; primi obiettivi erano le opere della cinta fortificata, gli osservatori e le batterie, mentre ondate di aerei, con bombardamento e mitragliamento, intensificavano l'azione delle a11tiglierie estendendola in profondità sulle strutture arretrate.

La contropreparazione si sferrò subito da parte dei gruppi del settore orientale. Ad essa concorsero i gruppi del sem:ore occidentale in grado di intervenire.

L'azione delle opposte artiglierie continuò violenta per oltre un'ora.

Verso le ore 7,15 si delineò un attacco di carri contro i capisaldi di Ras Medauuar, Ras es Sehel e Bir Junes; un violento fuoco di ruote le armi automatiche e controcarro e dell e artiglierie arrestava i m ezzi corazzati nemici e li costringeva, poi, a ritirarsi. Due di essi (uno pesante e uno medio) rimanevano sul terreno. Il fuoco diminuiva d 'inte nsità fino a cessare completamente.

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Non veni va però meno la vigilanza da parte dei difensori.

Alle 7,30 circa il n emico riprendeva il fuoco di artiglieria, rabbioso sulle nostre batteri e; contemporaneamente una densa cortina di fumo prodotta da fumogeni si levava dal margine dell'avvallamento antistante al perimetro della « piazza >> investendo, quasi per intero, i due settori della difesa.

L'avversario rinnovò l'a<ttacco, concentrando i suoi mezzi su un breve tratto del settore orientale sprovvisto di fosso anticarro, e riusd ad aprire una breccia nella cinta fortificata in corrispondenza della linea di contatto dei capisaldi Bir J unes e Dal1ar el Azazi.

Il nemico penetrò nelle nostre posizioni in un tratto ampio 2 chilometri e profondo 500- 600 m etri; travolse 3 opere di prima linea (R.S5, R.57, R.59) e 3 di seconda linea (R.52, R.S4, R.56) che disponevano, in totale, di 4 pezzi da 47/32, l pezzo da 75/27, l mi.tragliera da 20 mm. e 12 mitragliatrici Fiat 35 e Schwarzlose. Sullo stesso tratto di fronte il fuoco di sbarramento dell'artiglieria era svolrto dal CV gruppo da 149/13 del 25° raggruppamento e dal II gruppo da 75/27 del 43° reggimento artiglieria.

Ad immediato seguito dei carri, irrompevano nella breccia numerose forze costituite da altri carri e da fanteria su camionette ed a piedi.

Questa prima ondata, rappresentata dalla XVI brigata australiana, si irradiò ripartendosi su tre colonne che si dirigevano:

- una verso oriente e, operando a cavaliere della pista snodantesi tra gli allineamenti delle opere di prima e seconda linea, tra le ore 8 e le 9,30, .travolgeva i capisaldi di Bir Junes, Suesi e Sidi Daud; qui ndi, raggiunta la rotabile per Bardia, puntava verso ovest in direzione del bivio di el Adem;

- un'altra verso ovest, superava il caposaldo di Dahar el Azazi e, sotrt:rattasi alla viole nta reazione del caposaldo di Bir Umm Haleiga, puntava verso nord (ore 8,30);

- la terza verso lo schieramento delle artiglierie del settore est, sommergendo il predetto CV gruppo del 25o raggruppamento armato di obici da 149/ 13, inefficaci alle brevi distanze.

I capisaldi di D ahar el Azazi e Bir Junes, dopo valida difesa e già fiaccati dal violento fuoco di artiglieria e degli aerei nemici, dovettero soccombere di fronte alle preponderanti forze. Così le truppe d ella XVI brigata australiana, aperta la breccia nel nostro schiera-

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mento e già penetrate in profondità verso nord, aprirono la via ad altre unità fresche motomeccanizzate della XIX brigata australiana.

Le nostre poche superstiti forze di fanteria e di artiglieria a nord dei capisaldi di Dahar el Azazi e Bir Junes opponevano ancora una efficace resistenza al nemico, ma non potevano impedire che esso, for.te dei suoi carri armati, penetrasse ulteriormente verso nord, diretto, evidentemente, al bivio di el Adem, posizione chiave del nostro sistema difensivo arretrato.

P er la profonda crisi verificatasi nei collegamenti (distruzione di apparati, interruzione di linee a filo) la prima notizia dell'avvenuto sfondamento della cinta fortificata e della penetrazione nemica giungeva al Comando artiglieria e al Comando « piazza » verso le ore 8,30.

Il Comandante della piazzaforte, mentre disponeva che con ogni mezzo si ricercassero e si precisassero i contorni della pcnetrazione nemica e se ne seguissero gli sviluppi, ordinava che tutte le artiglierie ancora alla mano ed in condizione d'intervenire, concentrassero il loro fuoco sulla zona d'irruzione, nota in quel momento.

In particolare:

- le artiglierie del raggruppamento occidentale dovevano contrastare al nemico ogni suo ulteriore progresso ve rso la rotabile di el Adero, impedendogli, in ogni caso, l'uso della rotabile stessa;

- le artiglierie del raggruppamento orientale dovevano battere la zona in cui era stata praticata la breccia e, soprattutJto, dovevano contrastare al nemico ogni progresso verso la rotabile di Bardia;

- i gruppi superstiti del raggruppamento centrale dovevano concentrare il loro fuoco sulla zona d'irruzione, contrastando al nemico ogni progresso verso il bivio di el Adero;

- le batterie della Marina e quelle della nave « San Giorgio:. dovevano svolgere fuoco d'interdizione davanti alla cinta fortificata, in corrispondenza del tratto sfondato, per contrastare l'alimentazione delle forze già penetrate nella « piazza».

Mentre si concretavano e si diramavano tali serie di disposizioni (alcune delle quali già in corso d'attuazione per iniziativa dei comandi in sottordine) il Comando della «piazza» informava dell'accaduto il Comando della lOa armata (ore 9 circa).

Un nostro aereo da ricognizione, riuscito appena a sollevarsi di alcu ne centinaia di m etri sul campo di aviazione, veniva immediatam ente obbligato ad atterrare dalla caccia nemica, padrona incontrastata

IJ A.S.

del cielo. L'osservatore, perciò, nulla aveva potuto rilevare se non una estesa nube di polvere n ella parte centrale del settore orientale.

Ma le notizie, nei particolari più allarmanti, non tardarono a pervenire, da fonti diverse, ai comandi più elevati della «piazza» : tra i due capisaldi di Dahar el Azazi e Bir Junes il nemico aveva infranto le difese della cinta fortificata, era pen etrato in profondità superando lo schieramento delle artiglierie e alle ore 10,30, già premeva sulla difesa della posizione vitale di el Adem; caduti i capisaldi di Dehar el Azazi , Bir J unes, Suesi, Sidi Daud; ·travolto il CV gruppo da 149/ 13; dopo strenua resistenza le nostre forze era no state sommerse dalla marea meccanizzata avversaria.

L'insufficienza e l'inadeguatezza delle armi anticarro, l'assoluta padronanza del cielo da parte del nemico, esaltavano ancora di più l'eroismo dei nostri che non soccombevano se non quando i carri armati giungevano loro addosso.

La situazione diveniva sempre più grave.

La lotta sulla seconda Fin dalle ore 9, grosse forze m eccanizzate posizione di r esistenza. L'azione della riserva. Cattura del Comando della « piazza »

(schizzo 18)

nemiche premevano sulle difese della posizione chiave (el Adero) della nostra seconda linea difensiva. Un violento fuoco di artiglieria e di aerei si abbatteva sul nostro schieramento: era da ritenersi imminellite l'attacco che, infatti, aveva subito inizio contro il III battaglione del 69o reggimento fanteria che difendeva il gradino situato ad est di Sidi Mahmud {le unità attaccanti appartenevano alla XIX brigata australiana). Il battaglion e reagiva violentemente con il fuoco di tutte le armi disponibili ma era ugualmente sopraffatto dalle fanterie nemiche vigorosamente appoggiate d a numerosi carri armati. Con temporaneamente, nella zona di saldatura tra il caposaldo di el Adero e lo schieramento dell'Dadi el Beiad, l'avversario penetrava spingendo alcuni elementi sull a camionabile di Tobruch, che venivano arrestati n ella discesa sull'abitato e costretti a ripiegare verso sud dall'efficace azione delle batterie della Marina.

Il caposaldo di el Adero resisteva ancora con il 4° reggimento carristi: gli equipaggi del I battaglione carri M 11 e del LXIII battaglione carri L opponevano strenua r esistenza con il fuoco dei carri che,

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inefficienti, erano impiegati in postazione fissa come centri di fuoco. Pure questi reparti venivano .travolti.

In •tale disperata si,tuazione, il Comando della « piazza » metteva a disposizione del Comando settore orientale due reparti celeri della riserva per cercare, nella reazione dinamica, l'estremo mezzo con il quale ia caduta dell'importante posizione di el Adem. Anche quest'azione era neutralizzata dalle superiori forze nemiche; 3 carri armati M 11, semiefficienti, costituenti il rincalzo del caposaldo principale, erano subito distrutti, non appena preso contatto con i carn nem1c1.

Alle ore 13,30 ogni ulteriore resistenza poteva ritenersi eliminata ed el Adero era ormai nelle mani del nemico: qualche elemento del 4° reggimento carristi che resisteva ancora, più per indomito valore individuale che nella speranza di ripristinare una situazione già decisa, prima delle ore 15,30 cessava di combattere.

Il Comando settore orientale veniva cattur:rto alle ore 13,30.

Il nemico raccoglieva subito nella zona del bivio di el Adem la sua massa d'attacco, ne riordinava il dispositivo e faceva avanzare le sue artiglierie.

A fronteggiare la battaglia, che stava per entrare nella fase risolutiva, il Comandante della «piazza» non aveva, come elementi di manovra, che la piccola riserva decurtata dei 2 repar:ti celeri già impiegati.

Nel settore occidentale, alle ore 13, l'azione infuriava davanti al caposaldo << Piave». Un'aliquota della riserva che, fin dalle ore 10, si era por·t:rta nell'intervallo •tra detto caposaldo e quello di q . 144, passava al contrattacco e, for te della compagnia carri M 11 , costringeva il nemico a ripiegare tempor aneamente lasciando nelle nostre mani 22 prigionieri e sul terreno numerosi morti e 2 carri in fiamme.

Ma le unità britanniche riprendevano, con maggiori forze, l'assalto al caposaldo <<Piave »: i nostri plotoni mitraglieri e mortai reagivano vigorosamente e valorosamente, ma non potevano impedire di essere sopraffatti.

Caduto alle 13,30 il caposaldo «Piave», le esigue forze della riserva continuavano a combattere, isolate ed accerchiate da forze nemiche superiori. Alle 15,30 anche esse erano costrette a cedere.

Il CXL btg. cc.nn., dopo accaniti combattimenti nel caposaldo di q. 144, seguiva la sor.te del caposaldo «Piave».

Così, alle or e 15,30 il pilastro centrale (capisaldi di el Adem, « Piave», q. 144) era perduto ed il nemico poteva attaccare alle spalle

- muovendo da el Adero in direzione nord-sud - i capisald i della cinta for.tificata perimetrale. Ve ni va così investito e travolto il caposaldo di Bir Umm Haleiga. Ormai l'avversario era padrone di una vasta area della « piazza » e scorrazzava con carri armati ed autoblindo (g ruppi di 3 - 4) a grande velocità mitragliando in ogni direzlOne.

Il Gen. Pitassi Mannella, alle 14,30, rappr esentava la situazione al Comando 103 armata nei seguenti termini: « Getl. Barberis dalle ore 13,30 non comunica più. Si contrasta terreno palmo a palmo con poch e truppe di seconda linea. In iziata distruzione deposito M arina et I ntendenza. Settore occidetztale, attacca to fortemente direzione bi vio el Adem- « Pilastrino »,per ora resiste. Abbiamo abbattuto un aeroplano, catturato un carro armato con equipaggio e fatti 20 prigionieri. Continua assoluta assenza nostra aviazione et inctssanti itz t ensi bombardamenti aerei nemici » .

Il M aresciallo Graziani, nell'informarne il Coma ndo Supremo, aggi un geva : « Eccellenza Porro (l) ha comutzicato che notz pt>tÒ inviare apparecchi bombardamento data impossibilità protegger/i adegtJatamente con la caccia e quindi esporli at sicura distruzione. Efficienza numerica della caccia at oggi circa 40 apparecchi e altrettanti bombardametzto. Tre Cr. 50 inviati su Tobruch, immediatamente sopraffatti »

Iniziato l'attacco del caposaldo « Pilastrino » il nemico distaccava una colonna per occupare anche quello di Gabr el Abd e isolare così, ad ovest, il Comando della piazzaforte, situato in caverna, 4 chilometri circa a sud-ovest d ell'ex forte Airentc.

Peraltro, il Comando « piazza» era minacciato anche ad est da forze n emiche ch e avevano elimin<llto la batteria della Marina di q. 98 (batteria T ordo).

Alla difesa im m ediata della propria sede il Comando della « piazza» aveva provveduto con personale del quartier ge ner ale, im piegando quattro mitragliatrici calibro 12,7, alcune da 7 mm. dell'aviazione, una Fiat 14 cd alcu n i fucili mitragl iatori.

Al delinea rsi delle minacce da est e da ovest, il Gen. Pitassi Mannella ordinav.t al caposaldo di q. 71 di battere con i suoi due pezzi da i7 gli accessi da est alla sede del Comando; dava notizia al Comando Armata della situazione generale e di quella del Coman-

( l ) Il Gen. Felice Porro comandava la V squadra aerea dislocata in

do « piazza »; informava il Gen. Della Mura, comandante del settore occidentale, della situazione di cui sopra confermando gli ordini per la resistenza a oltranza; comunicazioni analoghe faceva all'Ammiraglio Vietina, comandante della base mavale, affi.nchè perseverasse nella resistenza e iniziasse le distruzioni 'Previste per la ba-se marittima, compresa quella della 111ave <<San Giorgio>>.

Nel frabtempo il nemico si era avvicinato sempre più al Comando nelle cui immediate adiacenze si combatteva con accanimento crescente: le mitragliatrici facevano fuoco fino ad esaurimento delle munizioni in posto e di quelle fatte affluire nel corso dell'azione.

Le fanterie nemiche, stringendo gradualmente il cerchio, accompagnate dal fuoco dei mezzi corazzati ed appoggiate dalla propria wtiglieria, s'impadronivano, verso le 17, delle postazioni più alte e qtùndi di una postazione immediatamente a nord dell'ingresso della galleria in cui erano allogati gli uffici del Comandante e dello S. M.

Ben presto non sarebbe stato più possibile permanere dietro ai sacchetti di terra che contornavano i vari ingressi del ricovero perchè il nemico, dall'alto, li batteva di rovescio. La difesa arrctrò nel primo braccio della galleria mentre l'avversario, già padrone degli sfiatatoi superiori, lanciava bombe nei corridoi: gas irrespirabili si diffondevano ovunque; alle 18,30 la difesa era costretta a cedere ed il Comando della « piazza » veniva catturato.

Anche il caposaldo dì Gabr el Abd era attaccato da sud e da est: i reparti del LXI battaglione complementi si difendevano s-trenuamente, ma venivano ugualmente sopraffatti da forze nemiche supenon.

Il caposaldo «·Pilastri no» , benchè in gran parte sommerso, resisteva ancora tenacemente; un tempestivo contrassalto, eseguito dal reparto di riserva del Comando sentore occidentale, ristabiliva anzi la situazione sul fronte est del ridotto.

Contemporaneamente, dalla strada di Bardia scendevano verso Tobruch varie autoblindo che, accolte dal fuoco intenso della nave « S. Giorgio » e di alcune batterie della difesa ravvicinata della cvttà, si attestavano in posizione prossima al bivio per Bardia e per Derna. Altri elementi discesi sulla riva del mare nell'interno della baia collocavano, fra le pieghe del terreno, alcuni mortai ed obici, coi quali inquadravano la « S. Giorgio» che, per la breve distanza e il defilamento nemico, si trovava nell'impossibilità di reagire.

La sistemazione difensiva degli accessi all'abÌltato di Tobruch era stata anuata a nuclei dietro il muro di cinta, con armi automatiche

in corrispondenza delle tre porte a sud e ad ovest. Queste erano state sbarrarte con casse ripiene di sabb ia e travi di legno e di ferro.

Il Comandante del presidio disponeva, per la difesa, di circa 160 uomini, raccolti tra il d eposito del 11 6° r gt. fant., il deposito della g.a.f. e le stazioni carabinieri e g.a.f.; più una compagnia dd LXII battaglione complemen ti, messa a disposizione nel pomeriggio del 21.

Perduto il contatto con le unità dell'Esercito, l'Ammiraglio Vietina assumeva il diretto comando della difesa della base navale, alla quale partecipavano tutti i marinai della base stessa.

L'equipaggio della «San Giorgio» voleva .tentare, con un gesto disperato, l'usc ita dal porto prima che la piazzaforte cadesse. Il Comando Superiore della Marina aveva approvato la richiesta del Comandan te dell'incrociatore, di salpare quando il destino della piazzaforte fosse segnato, ma il Comando Supremo giud icò che l'apporto della 4: San Giorgio» alla difesa di Tobruch non dovesse essere distratto da preparativi di partenza c che la sua uscita avrebbe influito negativamente su l morale degli altri difensori.

La na ve perciò rimaneva a Tobruch per combattere verso terra fino a quando fosse possibile e poi si sarebbe affondata sul posto.

Mentre nella seconda posizione difensiva e nell'interno della « piazza » si svolgevano gli avvenimenti fin qui esposti, il nemico dall'esterno della cinta fortificata attaccava il sottore occidentale, tra i capisaldi di Ras el Medauuar e Sidi Chciralla: per ben tre volte veniva respinto.

Nel tardo pomeriggio l'avversario poteva compiere qualche infiltrazione a Sidi Cheiralla e, all'estremità ovest della fascia for,tificata perimetrale, nel caposaldo di Umm Chueil.

La sera del 21 gennaio, il nemico era in possesso della parte della piazzaforte compresa n ei seguenti limiti:

- ad est e a sud, il tratto di cinta for tificata comprendente i capisaldi di Sidi Daud, Suesi, Bir Junes, Dahar el Azazi, Bir Umm Haleiga;

- a nord, il campo di aviazione T.2 ed il gradino: batteria Tordo- ex Forte Solaro- Gabr cl Abd, con elementi spinti sulla riva del mare a nord della batteria Tordo;

- a ovest, l'allineamento Gabr el Abd - « Pilastrino • - zona di schieramento del VII gruppo del 10° raggruppamento - limite ovest del caposaldo di Bir Umm Haleiga.

Pur dilagando ed imperversando in lungo ed in largo con i suoi m ezzi corazzati all 'i nte rno della « piazza:. l'avversari o non aveva avuto, ancora, il sopra vvento su tutte le forze italiane: i reparti del caposaldo « Pilastrino », infatti, dopo i violenti combattimenti del giorno 21 e le numerose perdite subite si difendevano tenacemente dai violenti e vigorosi assalti avversari e soltanto verso le 11 cedevano le armi di fronte alla superiorità schiacciante del nemico. Contemporaneamente veniva catturato anche il Comando della Divisione « Sirte ».

Frattanto, i capisaldi del settore occidentale Ras el Medauuar, Bir el Medauuar e Bir el Faras, opponevano tenace resistenza, tanto che le unità britanniche dovevano rinforzare l' attacco con reparti freschi riuscendo, tuttavia, ad averne ragione soltanto dopo uno sforzo notevole.

Nella giornata del 23 cadevano gli ultimi centri ancora attivi della «piazza», .tra i quali la batteria « Bellotti »

Elementi isolati cercavano di aprirsi una via di scampo verso Derna ma era no intercettati dalle truppe d ei « Liberi Francesi , del gruppo di sostegno della 7a divisione corazzata britannica, schierata sul fronte del Sehel.

« Numerosi furono gli episodi di accanita resistenza e di valore collettivo ed individuale 11ella difesa di Tobruch- scrive nella sua relazione il Gen. Rostagno, già capo di S. M. del XXII corpo d'armata - ; l'opera 51, ad esempio, subì 15 morti e 3 feriti su U1l presidio di 22-23 uomini. L'opera 62 subì 6 morti e 7 feriti; il 4° reggimmto carristi, al bivio di el Adem, t·esistette per oltre 5 ore, perdendo, tra morti e feriti, il 70 % dei suoi quadri e il 50 % dei suoi carristi. I reparti della riserva subirono, a11ch' essi, alte percentuali di perdite; gruppi e batterie, vedendosi sopraffatti dal nemico, chiesero alle batterie limitrofe il t iro di repressione sulla loro Z01la di schieramento».

Co n sid erazioni su ll e operazioni dal 9 dicembre 19 40 al 23

gennaio 194 1

All'inizio dell'offensiva britannica le forze italiane dislocate n ello scacchiere libico-egiziano gravitavano verso l'avanti, tra Sidi cl Barrani e Bardia, co n evidente carattere offensivo, in vista della prossima azione su Marsa Matruh cui erano orientati intendimenti c disposizioni del Comando Superiore.

Il nostro schieramento, naturalmente, mal rispondeva ad esigenze difensive in quanto, predisposto su una fronte molto ampia, era troppo frazionato in una serie di campi trincerati che, separati fra loro da grandi distanze (da 12 a 27 chilometri) non potevano cooperare ed appoggiarsi reciprocamente (l).

Il carattere offensivo dello schieramento era stato accentuato nella seconda quindicina di novembre, quando si cominciavano a proientare in avanti le unità di seconda schiera per agire su Marsa Mauuh.

La difensiva assunta di iniziativa presuppone la possibilità di appoggiarsi a forti ostacoli naturali: il terreno in zona Sidi el Barrani in vece - piatto, privo di qualsiasi appiglio tattico, quanto mai favorevole all'impiego di mezzi corazzati - non ne offriva alcuno.

In zona desertica o predesertica era, d'altro canto, inconcepibile un sistema di posizioni difensive continue sostenute da schieramenti di artiglieria in profondità, perchè tutte le posizioni, per quanto estese, sarebbero state esposte al pericolo di aggiramento, più o meno a largo raggio, specie da pante di mezzi cingolati.

La difensiva pura e semplice non era perciò possibile tranne nel caso di piazzeforti e di capisaldi a perimetro chiuso, apprestati per la difesa su 360 gradi, protetti da fossi anticarro, da reticolati e da mine, dotati di scorte sufficienti per resistere isolati. Ma tali capisaldi - che il nemico non avrebbe potuto ignorare senza rischiare di essere attaccato sul rovescio - anche se in condizioni di appoggiarsi reciprocamente, una volta impegnati, dovevano poter contare sulla reazione dinamica di forti riserve mobili.

Non era questa la situazione delle nostre truppe: i lavori di fortificazione campale che era stato possibile eseguire, durante due mesi e mezzo circa di occupazione, non potevano avere consistenza tale da resistere alla potenza e al peso dei carri armati medi e pesanti britannici. La precarietà dello schieramento, nel caso di un'offensiva avversaria, era aggravata dal fatto che il nostro Comando non aveva a disposizione una aliquota di autocarri sufficiente per effettuare e con la dovuta· celer.iJtà, i necessari spostamenti di forze.

(l) Il Raggruppamento <<Maletti », primo ohiettivo dell'offensiva britan· nica dell'operazione del dicembre, era distante 12, 20 e 27 chilometri, rispettivamente dalla za divisione libica, dalla Divisione << Catanzaro» e dalla Divisione (< Cirene »; la za e la l a divisione libica distavano, a loro volta, 14 e 18 chilometri dalla Divisione cc.nn. <<3 Gennaio»; la Divisione « Catanzaro » 26 km. dalla Divisione « Cirene >>.

Il nemico, al contrario, aveva concentrato contro di noi i mezzi più moderni di lotta, specie quelli corazzati.

Una accurata e minuziosa preparazione, integrata da una «prova generale di schieramento, un avvicinamento dei mezzi corazzati abilmente occultato alla nostra osservazione, precedevano l'attacco, caratterizzato da una intensa e breve preparazione d'artiglieria, da massicci bombardamenti aerei e dalla successiva irruzione a massa dei carri armati .

Il nemico era in condizioni di realizzare, contro lo schieramento di Sidi el Barrani, una vera e propria sorpresa nel campo tecnico, dovuta specialmente all'impiego di carri armati pesanti. In particolare, costituiva sorpresa la corazzatura di gran parte dei carri armati britannici, superiore all'efficacia dei proietti delle nostre armi controcarro o con compiti controcarro; costituiva sorpresa la rapidità con la quale i repar.ti corazzati si spostavano durante l'attacco: rapidità che metteva in difficoltà la manovra del fuoco da parte della nostra artiglieria.

Sembra invece che si possa escludere la sorpresa nel campo tattico, considerato che il giorno 8, il Comando della V squadra aerea aveva segnalato che, verso mezzogiorno, erano stati avvistati, dai ricognitori, nella zona tra Abu Scieiba (sud-est di el Maktila) e le nostre linee, rilevanti gruppi di mezzi meccanizzati nemici in movimento verso ovest; nella notte precedenrt:e l'attacco, il Comando Superiore A .S. aveva prescri-tto che l'intervento dell'aviazione per l'indomani fosse disposto con ordini non cifrati per una più rapida esecuzione; tempestive disposizioni erano state impar-tite nell'ambito di talune unità dai rispettivi comandanti.

Dopo la prima esperienza di Sidi el Barrani conveniva raccogliere le truppe di Bardia su Tobruch in modo da conferire a <JUest'ultima piazza maggiore robustezza.

Il Comando Supremo intendeva difendere ad oltranza le due «piazze». Il Maresciallo Graziani poneva il quesito a Roma pur dichiarando che non si illudeva di arrestare, con tale provvedimento, l'offensiva nemica davanti alla« piazza» di Tobruch: «Riusciremoegli scriveva- solo a prender tempo, elemento preziosissimo che pott·ebbe consentirci di fare affluire i mezzi idonei a bloccare ulteriori progressi».

Mussolini lo lasciava giudice di determinare le modalità dell'azione il:enendo presente, però, che a ritardare quanto più possibile l'avan-

zata del nemico, logorandolo, poteva giovare il prolunga mento della resistenza anche a Bardia.

Su questo problema tecnico non è privo di in teresse ricordare in ordine cronologico i pareri espressi, a suo tempo, dalle varie autorità aventi competenza sulla condotta delle operazioni.

E' del 12 dicembre - cioè tre giorni dopo l'inizio dell'offensiva britannica - la prima proposta del Maresciallo Graziani di portarsi a Tripoli in attesa di essere messo in condizioni di contin uare ad operare.

Il 14 dicembre, il Duce comunicava al Capo di S. M. Generale, in Albania, notizie sulla Cire naica e gli indicava la linea scelta per la difesa (1). Il Geo. Cavallero disapprovava dicendo che « bisogna fare linea più indietro (2).

Il 18 dicembre, il Gen. Berti considerava che le direttive di resistere ad oltranza nelle piazze di Bardia e Tobruch rispondevano nel modo migliore, alla situazione del momento e - visto che Bardia aveva una soddisfacente sistemazione - esprimeva il parere che conveniva concentrare in Tobruch tutte le forze e tutti i mezzi disponibili invece di scaglionarli in profondità; sconsigliava il tentativo di arrestare il nemico su linee di difesa successive perchè poco idonee e facilmente aggirabili.

Lo stesso giorno, il Maresciallo Graziani poneva a Roma il quesito se raccogliere o no le truppe di Bardia su Tobruch.

Il 19, il Gcn. Armellini - generale addetto al Comando Supremo - annotava nel suo « Diario di guerra»: « Graziani ... affaccia la previsione che tutta la Cirenaica sia perduta. La sua prima visione - condivisa da qui - di abbandonare tutto e ritirarsi più indietro era giusta. Vor dine del Duce di difendere ad oltranza Bardia e Tobruclz non è stato opporttmo ». Questo concetto è chiarito successivame nte nei seguenti termini: « Per Bardia ... avevano prevalso tzell'ordinare la resistenza a oltranza, consideraz ioni di carattere politico ... Una sola considerazione di carattere militare si poteva fare in quell'occasione: se la ritirata era o non era possibile . le cinque Divisioni certamente non avrebbero fatto in tempo, due o tre molto probabilmente sì. Le rimanen ti ne avrebbero potuto proteggere il movime12to opponendo una resistenza di durata, certo non inferiore, a quella opposta dai 45.000 tJomùzi e 400 cannoni chiusi a Bardia » .

( l ) Si ritiene la linea dell' H alfaya.

(2) Uco C...vALLERO: (( Comando Supremo · Di ario 1940-43 " ·

1 97

Quanto alle vicende politiche che interferirono nella condotta delle operazioni militari pare che possano essere essenzialmente individuate nell'andamento delle operazioni in Grecia : il 4 dicembre, il Gen. Soddu aveva suggeri to a Roma di ricercare, per via diploma tica, la soluzione del co nflitto; il 13, il Gen. Cavallero, da Tirana, a veva informato il Duce che la situazione era sempre delicata e si viveva alla giornata; il 24, Mussolini aveva telegrafato al Capo di S. M. Generale in Albania: « Qualunque cosa accada vi ordino di resistere ad oltranza sul bastione Progonat- Tepeleni- Climra a · nche se domani fosse completamente accerchiato. Vi ritengo personalmente responsabile della esecuzione intelligente integrale di questo ordiTZe. Confermate».

Gli avvenimenti svoltisi nella zona di Sidi el Barrani misero in piena luce i fattori esse nziali del successo n emico. Tubtavia i pochi mezzi disponibili no n co nsentivano di fronteggiare adeguatamente la si tuaz ione. Le disposizioni impartite e le provvidenze attuate, in via di ripiego, non potevano che limitarsi a contrastare l'attacco nem ico no n consentendo la deficienza di mezzi corazzati, co ntrocarro e di trasporto di prevedere azioni manovra te.

Nell'organizzazion e e nello sviluppo, l'assedio e l'attacco sia di Bardia che di Tobruch veniva no condotti dal n emico con analoghe modalità . Solo il concorso della flotta n ell'attacco a Tobruch fu riservato all'ultimo m omen to, forse perchè le difese contraeree dell a base ri sul taro no più efficaci di quanto non lo fossero sta te quelle di Bardia.

L e lacune esistenti nell 'assento difensivo delle piazzeforti, più volte m esse in evid enza, contribuirono pressochè tutte, in maggiore o minore misura, a fa cili tare il successo dd nemico; ma le cause determinanti di tale successo si possono riass um ere in una sola : superiorità qualitativa e quantitativa dell'armam ento e dei m ezzi di trasporto delle forze attaccanti.

I rovesci d i Sidi el Barrani, Bardia e Tobruch furo no, cioè, conseg ue nza di uno squilibrio tecnico-organico rim asto inalterato n ella struttura de ll e forze cor11trapposte

La lotta conservò, pertan to, il suo carattere paralizzante di g uerra n el deserto per una sola delle parti contrapposte; la possibilità di rapido spostamento di poderosi mezzi meccanizzati moderni consentì, in vece, all'altra di realizzare sul vasto campo di battaglia quella m aggior potenza di fuoco e d'urto, n ella direzione più redditizia,

che rimaneva ancora, come nel più lontano passato, premessa necessaria di ogni vittoria.

Lo riconobbe e lo ammise chiaramente il nemico. Scrisse, infatti, il Gen. Wavcll sull'attacco dei carri britannici al caposaldo di Alam

Nibewa : « Subito distrussero i carri armati ?t emici e caddero sotto un violentissimo fuoco d'artiglieria e di armi di ogni genere. Ad essi resistettero le corazze dei nostri carri pesanti con grande sorpresa e demoralizzazione del nemico ».

E il Gen. O' Connor, comandante delle forze britanniche attaccanti, sulla battaglia di Sidi el Barrani: « l carri armati si comportano magnificamente. Tutto il piano dipendeva dal loro successo e le operazioni non avrebbero potuto costituire una sorpresa senza di essi. Essi rappresentarono la principale arma di attacco tanto a Nibewa quanto a Tummar; per conseguenza le loro perdite furono abbastanza alte, ma per fortuna non di personale. Tuttavia, per lo più queste perdite ebbero un carattere temporaneo ed in alcuni casi furono riparabili nello spazio di poche ore. Il loro impiego, quantitativamente ridotto, nella battaglia di Sidi el Barrani ci provocò perdite più alte tra la fanteria e si dovette soltanto, come si è detto sopra, alla cooperazione dei vari reggimenti dei carri armati della Divisione cm·azzata se si poterono evitare perdite maggiori» .

Critici e scrittori di cose militari, anche se non sempre imparziali, non furono meno espliciti (1).

( l ) << Le truppe erano sbigottite. I loro cannoni antistanti erano inutili,· le loro bottiglie di benzina, u sate come bombe a m ano, non avevano alcun effetto; esse non potevano far nulla '' : da << The Ti gcr strikes '' ed. 1942, p ubblic a to a cura del Gover no dell'India, con prefazione del Gen. Archibald WavdJ.

cc •• cannoni, carri armati, automezzi e munizioni, l'armamento italiano non era buono... Cf!taliani esterrefatti vedevano che le loro armi anticarro scalfivano appena i noJ·tri carri e perfino le loro artiglierie leggere non erano efficaci contro di essi " : da «Africa n Tr ilogy li, cd. 1944, di ALAM MooRCIIEAD corris pondente di guerra del London Daily Express, con prefazione del Gen. W ave U.

« La lezione che emerge da questa campagna, segna ancora una volta il trionfo della forza meccanica sulla forza umana... Dal principio alla fine gli Italiani vennero' dominati non già perchè fossero mediocri soldati, ma perchè - anche se fossero stati i migliori di tutti - non avrebbero potuto resistere a lungo alla superiorità di mezzi che gli Inglesi potevano mettere in campo >> : da cc Machinc W a rfarc >1, << Guerra meccanica. Inchiesta sull'influenza dei mezzi meccanizzati nell'arte della guerra 11, ed 1943, Washin g ton; del Magg. Gcn.

Piano britannico per l 'investimento della

« piazza » di Tobruch

Il Generale Wavell, comandante delle forze inglesi che presero parte alle operazioni del dicembre 1940 - febbraio 1941 nello scacchiere libico-egiziano, ha pubblicato una relazione dalla quale risultano gli intendimenti operativi del Comando britannico per l'investimento della «piazza» di Tobruch.

Il piano di attacco riportato nella relazione del Gen. W avell prevedeva:

<<La XVI brigata di fanteria australiana e carri armati di fanteria dovevano sopraffare la difesa e penetrare nella « piazza » in un punto del suo fronte meridionale, a metà distanza circa fra le due rotabili Tobruch- Bardia e Tobruch- el Adem, le quali si congiungevano - a 8.000 yards nell'interno- a Sidi Mahmud. Compito delle truppe suddette era di impadronirsi di una linea a circa 4.000 yards dal punto di irruzione, il che avrebbe comportato i'f travolgimento di tutte le postazioni in batteria schierate in quel settore. Una volta assicurata questa linea, altra Brigata, la XIX di fanteria australiana, doveva raccogliersi entro la zona delle batterie catturate ed avanzare, p·rotetta da tiri di sbarramento, sino a Sidi Mahmud. Da detto punto, la XIX brigata avrebbe dovuto sfruttare il successo verso sud-ovest, ovest e nord, mentre reparti di una nuova Brigata, la XVII, avrebbero assunto il controllo del terreno, dominante i declivi verso il mare. La XVI brigata di fanteria austraèiana si sarebbe allora concentrata presso la strada Tobruch- el Adem. I carri armati di fanteria sarebbero dovuti essere impiegati soltanto per ridurre al silenzio le posizioni e le batterie difensive nel settore sud del perimetro».

Nella relazione del Generale Wavell inoltre è detto che per l'attacco erano disponibili le seguenti unità :

7a divisione corazzata,

6a divisione australiana,

VII btg. del Tank Royal Regim ent (su 16 carri),

I btg. Royal Northumberland Fusiliers (battaglione m1traglieri).

I btg. Cheshire Regiment (battaglione mitraglieri),

2 reggimenti di ar.tiglieria da campagna,

l reggimento di artiglieria di medio calibro,

l batteria addizionale di medio calibro.

Il numero complessivo delle artiglierie ammontava a 146 cannoni e 20 obici.

200
VI. COMBATTIMENTI IN ZONA DERNA- MECHILI. SGOMBERO DI DERNA (2 3- 30 GENNAIO 1941)

Caratteristiche del terreno e primi apprestamenti difensivi nella zona Derna-Berta-Mechili (schizzo 19 )

La caram:eristica dominante della regione d i Derna è la presenza di due ostacoli naturali (equatoriale l'uno, meridiano l'altro) che inibiscono il movimento degli autoveicoli, anche cingolati: il ciglione dell 'altipiano e l'Uadi D erna.

Il ciglione dell'altipiano, alto 2 - 300 metri, a profilo quasi verticale, inciso da fos sati profondi (gli uidian), viota il transito fuori strada di qualsiasi tipo di autoveicolo; è a tiro di fucile dall'abitato; lascia, tra il suo piede e il mare, una sottile striscia costiera su cui sorge la città. Il possesso del ciglione significa dominio su Derna. A sud di Derna si estende la piana di el Ftèiah, fra l'Uadi Derna e l'Uadi el Bgar, povera di appigli tattici e controllata da osservatori impiantati sul ciglione.

L'Uadi Derna è un fosso profondo, a pareti ripide, con andamento sud ovest, nord-est; divide la regione di Derna in due zone a morfologia diversa: ad oriente: terreno unito, scoperto, pianeggiante, percorribile in ogni senso fuori strada anche dagli autoveicoli comuni; ad occidente: terreno rotto, copertto da vegetazione arborea o cespugliosa, punteggiato da spuntoni di roccia viva che impediscono il movimento fuori strada anche ai mezzi cingolati. L'Uadi Derna, a circa 25 chilometri dalla città, si sviluppa verso ovest nell'Dadi Beddahach, fino a sud di Berta.

Dei due fossi , soltanto l'Uadi Derna, avendo andamento meridiano, può rappresentare un ostacolo al movimento di mezzi meccanizzati da est verso ovest; peraltro esso è aggirabile a breve raggio, attraverso la striscia di facile percorribilità Martuba - Ber ta, sfociante nella Litoran ea nord, e, a raggio più ampio, per l'altra zona di terreno relativamente facile che da Mechili, con direzione nord - nord-ovest, sbocca nella Litoranea meridionale.

14. - A.S.

Derna, al contrario di Bardia e Tobruch, non aveva una cinta fortificata; attorno alla città esistevano soltanto le vecchie mura, i fortini Rudero e !Piemonte sul ciglione orientale ed il fortino Lombardia sulla sponda sinistra dell'Dadi Derna, con qualche elemento di reticolato; le costruzioni in muratura di queste opere, fatte per la guerra contro gli Arabi, riparavano solo dal fuoco di fucileria.

Dopo l'inizio dell'offensiva brit annica, l'incalzare degli avvenimenti e la mancanza di mano d'opera e di materiali da costruzione, consentiva ai reparti in sito (messi il 18 dicembre agli ordini del Gen. Della Bona (l) per l'organizzazione difensiva del ciglione di Derna) di eseguire, soltanto, lavori speditivi del campo di battaglia, mentre, a cura del genio di Armata, venivano messe in opera le interruzioni stradali ed i campi di mine (par.ticolarmenrte importanti le interruzioni sulla «Via Balbia »,in corrispondenza dei due ciglioni, e i campi di mine, in corrispondenza del bivio per Chersa e nella zona di Ain Mara).

I lavori difensivi già attuati, in corso o previsti, alla data del 23 gennaio, (ostacoli anticarro, sbarramenti di mine, tagliate, ecc.) risultano dallo schizzo 19.

Un campo minato lungo 6 chilometri, staccantesi dall'Dadi Derna in direzione sud-ovest, al vertice dell'ansa in cui l'Dadi stesso cambia nome e direzione, tendeva a sbarrare le provenienze da Martuba.

L'accesso al caposaldo dell'abitato di Berta era chiuso da un fosso anticarro, costruito in pochi giorni con mano d'opera non militare ed integrato da uno sbarramento di mine.

Al,tro campo minato, staccantesi dal caposaldo di Berta a Eluet el Asel, si spingeva .fino a Chaulan per ostacolare il movimento a1emico da est e da sud.

Mechili non era che un incrocio di piste su cui sorgeva una vecchia ridotta, attorno alla quale vennero stesi campi minati.

In totale, nella zona Derna-Berta-Mechili furono poste in opera circa 30.000 mine B2.

(l) Gen. Guido Della Bona, comandante della Divisione « Sabratha ''·

D ire ttive e disposizioni per l'organizzazione a difesa della zona

Derna- Berta - Mechili

Il 23 clicembre, quando la situazione fu tale da confermare le possibilità prospettate nel telegramma trasmesso il 18 al Comando Supremo (allegato 4), il Maresciallo Graziani, in previsione di una eventuale avanzata di unità corazzate nemiche nella zona Tmimi - Martuba - Mechili, si preoccupò di dare profondità alla difesa della Cirenaica accel erando l'organizzazione della zona Derna - Berta - Mechili.

Ma per presidiare tale zona non vi era altra possibilità se non quella di raccogliere i reparti sparsi nella regione o io movi mento dalla Tripolitania; si trattava delle seguenti truppe da dislocare nelle località appresso segnate:

- Comando XX corpo d'armata: Berta;

- Divisione fanteria « Sabratha (Comando a Berta - truppe ancora in movimento io località da stabilire): Mechili;

- Brigata corazzata (avrebbe ricevuto presto un nuo vo btg. carri M 13): Mechili;

- 201 a e 20211 cp. bersaglieri motociclisti: Berta;

- gruppo btg. libici (XVIII btg. - btg. di Tripoli - btg. di 600 uomini da costituire al comando del col. Colpani): · Martuba;

- artiglierie e altre truppe della di Derna (Gen. Bignami): Derna;

- gruppi da posizione: sul ciglione;

- 55o reggimento artiglieria (in movimento): da destinare;

- 26° reggimento artiglieria (in movimento): da destinare;

- 20o reggimento artiglier ia C.A.: Zona Berta;

- repar-ti contraerei da 20 m.m. e controcarro da 47/32 (Tripoli): da destinare.

Il comando venne affidato al Gen. Ferd1nando Cona, comarndante del XX corpo d'armata in Tripolitania, con le seguenti direttive: organizzazione a difesa del ciglione di Derna con postazioni di batterie di m edio calibro e costituzione di un punto di appoggio a Berta; preparazione di una o più masse di manovra per i contrattacchi da svolgersi lungo le linee che dal Gebel scendono verso sud e da Mechili salgono verso n ord.

Il Gen. Tellera, che il giorno stesso cessò dalla carica di Capo di S.M. del Comando Superiore FF.AA. A.S. per assumere il Co-

mando della 10n armata, nel confermare, l'indomani, che le «piazze » di Bardia e Tobruch dovevano resistere ad oltranza, precisò le direttive per l'organizzazione della difesa sul ciglione di Derna - Dadi Beddahach - Berta, che avrebbe avuto carattere statico ma sarebbe stata integrata da una difesa mobile effentuata dalle unità dislocate nella regione di Mechil i.

Le disposizioni emanate dal Comando XX corpo d'armata sulla base di tali direttive consideravano:

- l'orga nizzazione del ciglione di Derna - Dadi BeddahachBerta;

- la preparazione di masse di manovra opportunamente dislocate.

Per l'organizzazione del ciglion e erano previste:

- la difesa della « piazza» di D erna sull'Dadi omonimo, assicurando il più a lungo possibile, mediante una difesa avanzata, la utilizzazione del campo di aviazione di El F téiah;

- la costituzione, a Be11ta, di un caposaldo atto a impedire irruzioni nemiche specialmente provenienti da sud;

- la postazione, nel rid otto di Berta ed in corrispondenza dell'ansa dell'Dadi Beddahach, con l' Uadi Derna, delle artiglierie che non potevano essere motorizzate: un gruppo doveva essere dislocato, subito, in corrispondenza dell'ansa predetta per battere la zona di Sidi Creiem.

Le masse di manovra (in via di costituzione) dovevano essere costituite in quattro nuclei da dislocare a Berta, a Chaulan, a D erna ed a Mechili.

Direttive operative per la difes a della zona

D erna - Berta - Mechili (schizzo 19 )

Come già ricordato, dopo la caduta di Bardia e precisamente il 9 gennaio, il Comando Superiore A.S. emanava per l'organizzazione e la con dotta della battaglia d i arresto nella zona D erna - Berta - M echili, affidata al XX corpo d'armata.

Ad esse facevano seguito, l'in domani, le direttive operati ve appresso riportate le quali, prevedendo che l'avversario tentasse di scardinare, a Mechili, l'ala destra della nostra organizzazione difensiva per aprirsi la via su Bengasi o per penetrare nel Gebel da sud, sta-

206

bilivano che .tutte le forze mobili della zona fossero dislocate in m odo da poter concorrere alla baMaglia occorrendo assolutame n te impedire che il nemico prevalesse a Mechi)i.

CoMANDo SuPERIORE FoRZE ARMATE AFRICA SEITENTRIONALE

STATO MAGGIORE

N. di prot 5 ris. pers.

Argomento : Direttive operative.

C. T. 10 gennaio 1941

All'Eccellenza il Comandante della 103 armata

All'Eccellenza il Comandante V squadra aerea

All'Eccellenza il Comandante XX corpo d'armata

Al Comandante Superiore del Genio

Al Generale Intendente

A seguito del mio 3 ris. pers. data ieri.

l. - E' probabile che l'avversario, quando verrà a contatto con la nostra organizzazione difensiva arretrata, tenti di scardinare l'ala destra, a M echili, poichè ciò gli darebbe modo sia di aprirsi la via su Bengasi e sia di penetrare da sud nel Gebel.

Pertanto, bisogna orientarsi fin d'ora a fronteggiare questa eventualità dato che, se l'avversario riuscisse n el suo intento, tutte le difese del Gebel sarebbero aggirate .

Verificandosi r attacco a M echili, da parte di forze corazzate nemiche, bisogna che tutte le nostre forze mobili siano già dislocate in modo da poter concorrere alla battaglia: ad un semplice avviso telegrafico deve realizzarsi celermente l'adunata a M echili di tutto quanto sarà possibile gettare nella lotta.

Bisogn a assolu tamente im ped ire ch e il n em ico prevalga a M echi li.

Il. - In relazione a quanto sopra:

a) l'Eccellenza il Comandante dell'Armata vorrà impartire le disposizioni intese a realizzare questa manovra, in modo che riesca tempestiva e potente dislocando la sua riserva a portata di M echili, senza trascurare naturalmente il pern o di Ch egab;

207

b) il Comandante Superiore del genio disporrà perchè siano eseguiti quei lavori di miglioramento delle comunicazioni e dei legamenti ai quali l'Armata non potesse provvedere;

c) l'Eccellenza il Comandante la V squadra aerea, nel mentre intensificherà le ricog1tizioni intese a segnalare i movimenti delle forze corazzate nemiche verso Mechili, cercherà di economizzare al massimo le sue forze da caccia e da bombardamento in modo che, il giorno in cui dovesse pronunziarsi l'attacco nemico, possa gettare nella lotta il massimo numero di apparecchi;

d) il Generale Inten dente attuerà fin d'ora tutte le provvidenze intese ad assicttrare alle truppe la necessaria base logistica per nere vittoriosamente la battaglia.

III. Prego ricevuta.

Il Maresciallo d'Italia

Comandante Sttperiore Forme Armate A.S.

Grazian i

Sulla base delle predette direttive rtive, il Comando della lOa armata e, seguentemente, quello del Corpo d'armata disponevano delle seguenti forze:

Forze contrapposte il 23 gennaio 1941

- Raggruppamento motorizzato, in zona tra Chaulan e bivio presso B. Junes, a nord della pista;

- Brigata corazzata, in zona Scetib el Ghesse, 11 km a sud del quadrivio Chaulan Mechili e Mechili Berta;

- riserva di Armata, in zona Uad el Mahaggia, e di Chaulan.

La posizione Derna Berta Mechili, già alle dipendenze del XX corpo d'armata, veniva suddivisa in due settori, dipendenti trambi dal Comando 103 armata: settore << Derna >> e sentore « Mechili».

208

SETIORE DERNA (Gen . .A!llnibale Bergonzoli).

Piana di el Ftéiah.

Distaccamenti di U. el Bgar: 60 :\ cp. bersaglieri motociclisti (meno 2 plotoni), l plotone carri M 11 (4 carri), 14a batteria contraerea da 20 mm. (6 mitragliere).

Zona del bivio Martuba - Derna, Mechili - Derna: battaglione libico paracadutisti, una batteria da 75/27 del II gr. del 10° rgt. art. « Bologna », 11 cannoni controcarro da 47/32, 6 mitragliere da 20 mm.

Uadi Derna.

II btg. de li '86° rgt. fant. « Sabratha » . Btg. di formazione del deposito 115° rgt. fant. « Marmarica ».

XVII btg. mitr. della Divisio ne « Brescia ».

Difesa delle mtJra e del fronte a mare.

L V btg. mitr. della Divisione «Savona».

XVIII htg. libico.

7a batteria di artiglieria.

Fortino «Piemonte» (a sbarramento della rotabile ).

2 cannoni da 75/ 27.

l cannone da 47/32.

l plotone mbtraglieri.

Fortino « Rudero » (a sbarramento della rotabile).

2 cannoni da 75/27.

l cannone da 47/32.

l plotone mitraglieri.

A disposizione del Comando settore.

2 plotoni della 20 1a cp. bersaglieri motociclisti.

4 mitragliere da 20 mm.

2 autoblindo.

l nucleo carabinieri motociclisti.

Trattavasi, global mente , di oltre 5.000 uomtnl.

Per le artiglierie, in particolare, il settore « Derna :t disponeva, complessivamente, delle seguenti unità:

I gruppo da 75/27 (20 pezzi con funzioni controcarro),

VII gruppo da 75/ 46 (s u 7 pezzi),

53 batteria da 20 mm.,

256a batteria da 65 / 17 (già assegnata al III / 86o),

5 pezzi da 47/ 32,

l batteria da 76/40,

2 batterie da 102/ 45 (in corso di sistemazione),

l batteria da 152/ 45,

l batteria da 120/45,

7 cannoncini Scotti.

SETIORE BERTA-MECHILI (Gen. Ferdinando Cona).

Comando XX corpo d'armata: Berta.

Comando Divisione « Sabratha :t : Berta.

86o reggimento fanteria (meno un btg.): Uadi el Beddahach.

85" reggimento fanteria: Berta, Chaulan, Gars el Maragh, G erd es ul Gerrari.

Raggruppamento motorizzato (allegato 14): Bir Junes.

Brigata corazzata: Scebib el Ghesse.

3 gruppi del 20° re ggimento art. C. A.: Berta.

Batterie varie da 65/17, 47/32, da 20 mm., a Berta, Eluet el Asch, Chaulan, Ghegab, Belghes, Uadi Mahaggià, Gars el Maragh, Gerdes ul Gerrari.

Trabtavasi, glabalmente, di 14.000 uomini, 254 pezzi, 195 mitragliatrici, 109 mortai, 57 carri armati medi, 25 carri armati leggeri , 6 autoblindo.

Forza ed armamento sono segnati, in d ettaglio, nel prospetto allegato 15.

La situazione particolareggiata delle nostre forze nell' irutero scacchiere cirenaica, alla data del 25 gennaio, è riportata nello schizzo 20.

Limite di settore: l' allineamento, Ain Mara - M. en NaasaniaSidi el Tamlan - M. Tagh (sull ' Dadi Derna) - località al settore

Berta - Mechi li; allo stesso settore competeva la difesa del campo minato di Sidi Creiem ed anche quello, con ampia libertà di manovra, delle provenienze da MartUba. -

210

Il 22 gennaio veniva costituita una riserva mobile (l) alle dipendenze del Comando Superiore A. S.:

01/958 di pt·ot. Segreto Op. Z.O. 22 gennaio 1941

Argomento: Truppe mobili a disposizione del Comando Superiore.

Al Generale Bignami comm. Mario, Bengasi, mezzo moto e, per conoscenza:

Al Comando 10a Armata, P.M., Yz staffetta

Al Comando Settore Copertura, Betlgasi, Yz moto

Al Comando Zona Militare, Barce, fono

Al Comando Terr. Sud Cirenaico, Agedabia, fono.

l. - Il Generale di Brigata Bignami comm. Mario assume da oggi il comando delle truppe a disposizione di questo Supercomando costituite da:

a) Comando lOo reggimento art. « Bologna » ;

b) XXVII btg. mitraglieri «Brescia»;

c) XXV btg. mitraglieri « Bologna» (nella sua attuale costituzione);

d) III gruppo da 75/27 del 10° reggimento artiglieria (già in posto);

e) VI btg. carri M 13 (meno una compagnia) con dislocazione nella zona dt' Ghemines

Il. - In conseguenza di quanto precede, il Comando del settore di copertura di Bengasi passi, a disposizione del Gen. Bignami, il btg. mitraglieri di cui al comma c);

III . - l reparti di cui alle lettere a), b), e c) si trasferiranno a Ghemines nella giornata di domani.

Il VI btg. carri M 13 si trasferirà, appena completato di tutti i suoi elementi

IV. - Il Comando della «piazza» provveda a mettere a disposizione del Generale Bignami il personale strettamente necessario

(l) Fra le unità destinate alla riserva mobile era Q\ btg. carri M 13, giunto a Tripoli il 17 gennaio insieme con altro materiale di artiglieria e del genio e con un certo numero di carri armati leggeri destinati a ricostituire, in posto, il XXI batta gtione carri L.

2II

per il funzionamento del nuovo comando, salvo per gli ufficiali provvederà Comatzdo Superiore in base alla richiesta del Generale Bignami.

Il Maresciallo d'Italia

Comandante Superiore For ze Armate A S. Graziani

Secondo notizie degli organi informativi del Comando lOa armata alla data del 23 gennaio, le forze britanniche che operavano ad immediato contatto delle nostre posizioni , sarebbero state rappresentate dalle seguenti unità :

- IV brigata corazzata: 2 reggimenti carri armati ed l reggimento art. motorizzata;

- VII brigata corazzata: l o - 6° - 7o - 11" reggimento ussari e l o reggimelllto ar·tiglieria motorizzata;

- un gruppo di sostegno: 4 htg. motorizzati c 4 gruppi di a11tiglieria.

Complessivamente 310 fra carri armati ed autoblindo e 120 pezzi di artiglieria.

Queste informazioni confermavano, in sostanza, e integravano quelle in possesso del Comando di Tobruch alla data del 20 gennaio, che davano la VII brigata corazzata ed il gruppo sostegno schierati a contatto del campo trincerato e la IV brigata corazzata a cavallo della rotabile T obruch - Derna. Prima che fosse sferrato l'attacco contro Tobruch erano stati indicati dal nostro S.l.M. come facenti parte delle forze corazzate britanniche i reggimenti ussari 7°, go e 11 o; i battaglioni motorizzati del gruppo sostegno erano stati precisati: due di «liberi e due britannici; non si avevano notizie precise circa il complesso di carri e di pezzi di artiglieria.

La presa di co n tatto Nel sentore di Derna il primo scontro di pattuglie avvenne il 14 gennaio presso il bivio di Martuba; altri ne seguirono, il 15 e il 16, giorno in cui il Comando d'Armata faceva saltare il ponte sull'Uadi el Bgar.

Il 17, la pressione nemica si intensificava: si registrava una puntata contro il presidio del ponte predetto; si notavano movimenti

212

sulla sponda destra dell' Uadi; entravano in azione le pnme artiglierie nemiche schierate nella zona di Martuba.

In questa situazione il Comandante del settore riteneva opportuno fare occupare il costone di Casa Aronne - Fattoria Le Grotte, dal battaglione paracadutisti che distaccava posti di 05servazione a Sidi On, Rovine e Sidi Aziz. Nella notte sul 18, il distaccamento sull'Uadi el Bgar veniva ripiegato su Fattoria Le Grotte c riunito al battaglione paracadutisti, allo scopo di unihcare il comando tattico dei vari elementi ope ranti nella stessa zona e di porre il nuovo schieramento - «Gruppo mobile Tonini » - entro il raggio d'azione di tutte le artiglierie del settore.

Dal 18 al 22 gennaio, gli scontri tra pavtuglie si facevano più frequenti al bivio di Martuba, a Sidi On, a Sidi Aziz, nei pressi della cantoniera di km 18 ed a Sidi Sultan; le prime unità britanniche di fanteria si attestavano all'Dadi el Bgar mentre le artiglierie, dalle colline ad ovest di Martuba, molestavano, indisturbate, le nostre posizioni del ciglione orientale.

Nel settore di Mechili, in questo periodo, il nemico non svolse alcuna attività.

I combattimenti nella piana di el Ftéiah, sull'Uadi Derna e nella zona di Mechili nei giorni 23, 24 e 25 gennaio

Nella piana di el Ftéiah, il giorno 28 avevano luogo vivaci scontri nei pressi della cantoniera km 18 , di Rovine, di Um el Ghemen e di Sidi Aziz.

Duran te la giornata del 24, nostri nuclei mobili, attaccati a Casa Aronne, Rovine e Um. el Ghemen respingevano il nemico; l'attacco, preceduto da intenso fuoco di artiglieria, veniva rinnovato più violento contro gli stessi nuclei, il mattino del 25: Um el Ghemen, contro cui si accaniva maggiormente il nemico, era perduta e ripresa più volte.

Ma l'azione che si riprometteva di travolgere l'intero presidio di el F.téiah veniva sferrata verso le 17, dopo una giornata di intensa attività terrestre ed aerea.

Mentre l e n ostre forze erano protese a fronteggiare un'azione che si svolgeva in direzione del campo d'aviazione, ed aveva costret·to i nuclei di Um el Ghemen e Rovina a ripiegare, alcune compagnie australiane, avanzando lungo costoni compresi fra Casa Aron-

213

ne e Forte Rudero, attestavano a tergo delle difese di Fattoria Le Grotte; contemporaneamente elementi autoblindati britannici, provenienti da Sidi Aziz, attaccavano anch'essi la nostra posizione di Fattoria Le Grotte.

La sorpresa alle spalle falliva per effetto della reazione dei nostri minori reparti che contrattaccavano d'iniziativa; dopo alterne vicende, sopraggiunta l'oscurità, gli Australiani si disperdevano: la minaccia da nord era così allontanata.

Inoltre contro gli elementi nemici provenienti da Sidi Aziz tutte le armi della difesa reagivano con prontezza; particolarmente efficace era l'azione dei nostri carri M 11 , dei pezzi da 47/32 e delle mitragliere da 20 mm. L'artig lieria del settore, con sbarramenti e concentramenti di fuoco, bloccava gli attaccanti ai fabbricati dell' aeroporto.

Sull'Dadi D erna, a sud di C. Enver Bey, nella giornata del 25, il nemico svolgeva azioni di pattuglie intese a individuare i punti deboli della nostra difesa.

Nella zona di Mechili, il mattino del 23, intercettazioni di comunicazioni radio nemiche e ricognizioni di nostre unità motorizzate e dell'apparecchio a di sposizione del Comando XX corpo d'armata, davano la sensazione che forze nemiche erano in procinto di sferrare un attacco contro Mechili. Nelle prime ore del pomeriggio, il Comando del presidio avvistava e segnalava l'avvicinarsi da est e da sud di unità meccanizzate nemiche.

Il Comando lOa armata disponeva subito che una colonna celere si portasse su Mechili per le unità nemiche o tagliare loro la strada (schizzo 19).

In conseguenza, veniva ordinato: al Ra ggr uppamento motorizzato (l o e 3° nucleo motorizzato) di spostarsi, in serata, verso Mechili per essere in grado di agire, l'indomani 24, secondo le circosta nze; alla squadriglia autoblindo della Brigata corazzata di portarsi, nella a sud di B. esc Sceteui, co n compito di sorveglianza, informazione e concorso in azione offensiva. Successivamente, in seguito a decisione del Maresciallo Graziani - giunto a Berta alle 18 - veniva preavvisato il Gen. Babini che tutta la Brigata corazzata doveva tenersi pronta a muovere su Mechili.

Alle 21,15, perveniva al Comando del XX corpo d'armata l'ordine di attaccare le truppe avversarie nella zona di Mechili con la

Brigata corazzata e col Ra gg ruppamen to motorizzato, tranne il II nucleo che doveva rimanere in posto a Eluet el Batna.

Forze italiane partecipanti alle azioni di Mechili del 24 gennaio 1941:

Raggruppa mento motorizzato (meno il II nucleo).

Ufficiali: 100.

Sottufficiali e truppa: 1.796.

Cannoni: 12 da 105/28, 20 da 75/27, 8 da 65/17, 8 da 47/32, 17 da 20 mm., 18 mortai da 45, 31 mitragliatrici mod . 35, 10 lanciafiamme.

Automezzi: 85.

Brigata corazzata (nucleo mobile).

Ufficiali: 128.

Sottufficiali e .truppa: 2.0 11.

Can noni: 8 da 100/ 17, 8 da 75/27, 4 da 75/27 C.K., 8 da 47/ 32, 16 da 20 mm., 7 fu ciloni da 20, 4 mitragliatrici da 12,7, 20 lanciafiamme.

Carri armati : 57 M 13, 25 L.

Autobli ndo: 6.

Automezzi: 188.

Moto: 129.

215

Presidio di Mechili.

Ufficiali: 20.

So1ltufficiali e truppa: 451.

Cannoni:

8 da 47/32,

2 da 20 mm.,

4 da 75/ 27 C.K.,

6 mor tai da 81,

4 mortai da 45,

3 mitragliatrici Schwarzlose, 4 mitragliatrici mod. 35, 10 lanciafiamme.

Automezzi: 31.

Il 10° rgt. bersaglieri (riserva d'Armata) si sarebbe spostato a Chaulan pronto a muovere sia verso oriente che verso Mechili.

Il movimento della Brigata corazzata era effettuato lungo ]a pista carovaniera Gabr Alì - Mechili, mentre il Raggruppamento motorizzato, da Chaulan, seguiva la pista Ras Alì - Mechili. Alle ore 7 del 24, le due colonne, separate dall'Dadi or Ramla procedevano innanzi - collegate a vista - senza scorgere forze avversarie.

Un'ora più tardi, circa 6 chilometri a nord di Mechili, si rivelavano elementi blindo-corazzati nemici schierati a sbarramento della carovaniera Berta - Mechili: con le armi dei mezzi corazzati aprivano il fuoco sugli elementi avanzati del nostro Raggruppamento motorizzato.

I reparti della Brigata corazzata e dello stesso Raggruppamento reagivano prontamente con il fuoco contrattacando, poi, con il V battaglione carri M 13. L'avversario ripiegava rapidamente verso est rompendo il contatto e portandosi o1tre i limiti di gittata delle nostre artiglierie.

Successivamente, erano avvistate forze meccanizzate in ripiegamento a sud del fortino. Contro di esse veniva lanciato l'altro battaglione carri M 13 (III) che riusciva a danneggiare 2 carri.

Malgrado questo successo tattico, le perdite subite (7 carri) (l) e le notizie giunte sui notevoli concentramenti di mezzi corazzati ne-

(l) Perdite nemiche: IO carri colpiù (5 dalle armi dei nostri carri, 5 dall'artiglieria).

miei, inducevano il Comandante dell'Armata a decidere il ripiegamento della Brigata verso Bir Semander.

Nell'informare il Comando Superiore, il Gen. T ellera esprimeva il parere che fosse opportuno ritirare il presidio fisso di Mechili destinato altrimenti a sicura distruzione {ore 17,50 del 24 gennaio).

Circa le ore 20, il Maresciallo Graziani comun icava che il pericolo principale da scongiurare era l'aggiramento di tutto il sistema del Gebel per la strada Mechili - Bengasi; aggiramento che avrebbe provocato la cad uta di tutto il nostro schieramento.

Pertanto, considerato che:

- in seguito al ritiro della Brigata corazzata il presidio fisso di Mechili sarebbe stato presto travolto;

- il possesso di Mechili avrebbe aper,to al nemico l'accesso alla strada di Bengasi ed a quella verso Chaulan;

- un nostro immediato ripiegamento avrebbe svalutato la portata dell'azione svolta; azione che aveva disorientato l'avversario il quale temeva una minaccia d'aggiramento nella sua penetrazione t ra D erna e Berta; prescriveva che la Brigata corazzata si mantenesse in atteggiamento decisamente offensivo, reagendo a d ogni tentativo avversario, come aveva fatto nel cor so della giornata, e cioè attaccando e mano vrando.

Senonchè, all e ore 21, il Capo dell'Ufficio Informazioni del Comando Superiore concretava le sue deduzioni prevedendo che l'indomani, 25, probabi lmente, si sarebbero trovati attorno a Mechili una Brigata corazzata britannica (150 carri) e tutto 1'11 o r eggimento u ssari (reggimento di punta della 7a divisione corazzata, dotata in prevalenza di autoblindo).

In conseguenza della mu tata situazione, il Maresciallo Graziani - convinto ch e ove la Brigata corazzata dovesse esser travolta, tutta l'Armata sar ebbe stata tagliata fu ori dalle sue basi - sospendeva la diramazione dell'ordine su ripolltato e disponeva l'arretramento d ella Brigata corazzata fino a un punto dove potesse trovarsi all'alba, fermandosi quindi in modo da poter intervenire offensivamente Informava di ciò il Comando Supremo, non senza esprimere il proprio rammarico p er non aver potuto da 50 giorni svolgere alcun atto controffen sivo per mancanza di mezzi idonei e aver dovuto subire passivamente l'iniziativa del nemico che aveva potuto compiere le sue successive manovre indisturbato (allegato 16).

217

La stessa sera del 24, il Comandante della lOa armata ordinava di tenere saldamente il presidio di Mechili e di ripiegare la Brigata corazzata e il Raggruppamento di alcuni chilometri, lungo la direttrice Gasr el Maragh in modo da impedire che tali unità fossero coinvolte in un'azione contro Mechili, pur mantenendole in grado di concorrere vigorosamente alle operazioni, dall'esterno, con azioni con·troffensive. L'indomani, 25, in seguito a intervento del Maresciallo Graziani, il Gen. Tellera precisava nei seguenti termini le direttive per la Brigata corazzata: « Giacchè suo compito preminente est quello di ostacolare penotrazione nemica su direttrice Mechili - Bengasi, deve evitare, assolutamente, lasciarsi coinvolgere in unica azione avversaria dirotta contro presidio Mechili ot conservare invece libertà manovra et massima efficienza per suo compito essenziale ». Spostava, poi, il 10° reggimento bersaglieri {tranne un battaglione) nella zona di U. Ramla, 6 chilometri ad ovest di Gabr Alì, a scopo di controllare le provenienze nemiche da est e da sud-est ed infine dava direttive perchè fosse predisposta l'occupazione, con forze adeguate, di una seconda posizione difensiva dal mare sino a q. 443 di Bu Sciuescia, per fronteggiare l'eventualità che l'avversario riuscisse a scardinare il pilastro di Derna; il tratto dal mare a q . 411 di Siret Lescetalu rimaneva affidato al settore Derna; il tratto, q. 411 - q. 443 di Bu Sciuescia, al settore Beflta - Mechili (allegato 17).

Nel contempo il Maresciallo Graziani, per parare la sempre incombente minaccia di un aggiramento nemico dal sud, spostava la sua riserva (Gen. Bignami) nella zona di Soluch a pochi chilometri dalla porta di Sceleidima; sollecitava poi, al Comando Supremo, l'invio di due gruppi carri « in questo momento quanto mai provviden ziale».

Pur essendo stati avvistati dalla nostra esplorazione aerea {ore 8 - 8,30) 4 nuclei meccanizzati britannici (140 mezzi) sulle varie piste convergenti su Mechili in un raggio da 15 a 45 chilometri, il .nemico nella giornata del 25 limitava la sua attività ad azioni di artiglieria e di pattuglie contro le nostre unità mobili e contro Mechili. Le nostre ar.tiglierie reagivano con ri<tmo moderato a causa della deficienza di munizioni.

La nostra situazione al 25 gennaio risulta dallo schizzo 20.

218

La giornata del 26 Il mattino del 26, l'azione riprendeva nella piana di cl Ftéiah. L'avversario era contenuto dalla nostra reazione di fuoco, ma il Comando della 10n armata, tenuta presente anche la difficile situazione sull'Dadi Derna, disponeva che fossero sgombrate le posizioni di Fattoria Le Grotte - Siret bu Ameir.

Tra le 10 e le 12, il grosso del Gruppo mobile ripiegava indisturbato; gli elementi avanzati, protetti da efficaci sbarramenti di artiglieria si sganciavano e discendevano, anch'essi, il ciglione. Appena passato l'ultimo veicolo, la grande interruzione stradale sui tornanti del ciglione veniva fatta brillare. Rimanevano in posto i presidi dei Forti Rudero e Piemonte, protetti dal fuoco della massa delle artiglierie della piazza di Derna ed in grado, quindi, di svolgere la missione ritardatrice loro affidata (l).

Il nemico non attaccava direttamente la città di Derna nè tentava uno sbarco, limitandosi a svolgere azioni di pattuglia o di piccoli distaccamenti contro i difensori delle mura e concentrando, invece, tutta la violenza del suo fuoco contro le artiglierie della « piazza », con il concorso dell'aviazione.

Erano effettuati diversi tentativi di infiltrazione fra i quali di rilievo quello compiuto da una compagnia australiana nel pomeriggio' dello stesso gio rno 26, tendente a sopraffare la batteria da 120/45 della Marina: il fuoco incrociato delle nostre armi automatiche ed un pronto sbarramento di artiglieria frustravano il tentativo nemico disperdendo gli attaccanti.

A sud di Casa Enver Bey, nella notte sul 26, pattuglie nemiche riuscivano a infiltrarsi nella zona boscosa retrostante al ciglione attraverso il diluito schieram ento dei reparti (II btg. del1'86o reggimento fanteria) , in corrispondenza della linea di contatto tra il settore Derna e quello Berta - Mechili, causando allarme. Seguivano, al mattino, attacchi di reparti di fanteria australiana con appo ggio di artiglie ria, che costringevano qualche nostro elemento a ripiegare. Reazioni locali impedivano che la breccia si allargasse . Il Comandante del settore i111terveniva inviando sul posto un reparto celere (2) per ristabilire, mediante un contrattacco, il collegamento materiale fra

( l) Le nostre perdite in questo breve periodo furono di 87 morti e 131 feriti.

(2) Una compagnia, due mitragliere da 20 mm. ed un nucleo di bersaglieri motociclisti.

15. · A.S.

i due tronconi del battaglione e, con esso, la continuità del fronte e il controllo dell'intera sponda sinistra dell'Dadi Derna. Il tacco, però, non aveva successo.

Il Maresciallo Graziani, vista la situazione, richiamava l'attenzione del Comando Armata sulla necessità di parare la minaccia di aggiramento che veniva così a delinearsi e di prevedere, quindi, l'impiego della riserva di Armata per assicurare il fianco sinistro dello schieramento di Berta. Metteva, perciò, a disposizione il VI battaglione carri M 13 (per quanto non fosse ancora pronto).

Il Gen. Tellera, portatosi alle ore 15 alla sede del Comando XX corpo d'armata, dava ordine di contrattaccare possibilmente prima di sera, altrimenti all'alba dell'indomani. Affidava il compito di ristabilire la situazione lungo l'Uadi Derna al Comandante del settore Berta - Mechili mettendo a sua disposizione il 10° reggimento bersaglieri (meno un battaglione); includeva, poi, il settore del II btg. del1'860 reggimento fanteria nella giurisdizione della Divisione « Sabratha » a partire dal giorno 28, limitando quella del settore Derna alla zona a nord della congiungente Sidi Aziz - Casa Enver Bey - Ain Mara.

Il Gen. Cona disponeva che il contrattacco fosse sferrato mani mattina, ma la sera stessa, in previsione del verificarsi di una situazione che poteva minacciare la voluta libertà di manovra della Brigata corazzata, comunicava al Comandante dell'Armata il suo intendimento di arrestare detta unità nella zona compresa tra Got el Gill e Bir Semander e di sgombrare il presidio fisso di Mechilinon più sostenibile di fronte ad attacchi nemici in forza - dopo averne distrutto le risorse (acqua, viveri, carburanti, ecc.).

Il Comandante dell'A rmata approvava e disponeva:

N. 01/560 di prot. CjT. lì 26 gennaio 1941

Oggetto: Arretramento truppe zona M echili.

All'Eccellenza Generale Cona Comandante Settore Derna Mech ili

e, per conoscenza:

AL Comando Superiore Forze Armate A.S.

All'Eccellenza Generale Bergon zoli

Comandante Settore Dem a

All'Eccellenza Generale Porro Comandante V Squadra aerea

C.T. C.T. C.T. C.T.

220

Mi riferisco al Vostro 551 op. odierno.

Disponete per arretramento, questa notte, della Brigata corazzata, Raggruppamento motorizzato ed elementi presidio Mech ili per direttrice Gasr Mara gh portandosi in un primo tempo in zona Bir Semander - Got el Gill.

Provvedere perchè siano resi inefficienti i pozzi ed altri di Mechili ed i materiali · non trasportabili, cercando di evitare di richiamare l'attenzione del nemico.

Compiti della Brigata corazzata con Raggmppamento motorizzato rimangono quelli già stabiliti. Gli elementi del presidio di M echili rimangono a Vostra disposizione per altri compiti.

Ricevuta.

Il Generale Comandante G. Tellera

La giornata del 27 La giornata del 27, era caratterizzata dai seguenti avvenùnenti:

- nella piana di el Ftéiah i fortini isolati Rud ero e Piemonte svolgevano efficaci azioni di arresto; sottoposti a pesante bombardamento di artiglieria, che sconvolgeva postazioni, riservette e ricoveri ed attaccati da fanteria australiana, a sera, venivano travolti (l);

- sull'Dadi Derna, dopo vivaci combattimenti locali, il ciglione veniva rioccupato dai nostri sino a ristabilire il contatto col II btg. dell'86• reggimento fan,teria, tranne in alcuni tratti ove la reazione di fuoco nemico, dalla riva opposta, era più violenta. La D ivisione « Sabratha », nella !llotte sul 29, sistemava la difesa nel tratto avuto in cessione dal settore Derna;

- tra Bir Azzagh e Bir bu Hataga veniva segnalata una forte colonna meccanizzata;

- nella zona di Mechili il movimento del Raggruppamento motorizzato, della Brigata corazzata e del presidio del ridotto si compiva regolarm ente: alle 8,45, l'avanguardia, seguita dappr esso dal grosso, raggiungeva Ras Fcherin, posizion e giudicata - marcia du-

( l) L'armamento di ogni fortino era costituito di due pezzi da 75 { 27, uno da 47/ 32 e un plotone mtr. ca!. 8.

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rante - più idonea per un eventuale contrattacco, da nord verso sud, contro forze nemiche avanzanti da Mechili in direzione ovest; nella notte il Raggruppamento motorizzato si por,tava, su ordine del Comando Armata, a De Martino (El Faidia) restando a disposizione del Comando stesso.

Si era riusciti a rompere il contatto col nemico, senza che questi desse segno di aver percepito il complesso movimento. Notizie degli organi informativi del Comando lOa armata segnalavano che, mentre reparti australiani premevano sul settore di Derna, la 4a brigata corazzata britannica sembrava essersi mossa da tale settore per zare verso ovest, allo scopo di tagliar fuori la nostra Brigata corazzata che il nemico riteneva si trovasse ancora nella zona di Mechili.

Il tempestivo ed ordinato movimento della Brigata frustrò dunque il disegno avversario, come è confermato dal Gen. O' Connor nella sua relazione:

« Ciò fu una vera iattura che causò una grande ddusione, poichè si Utltiva che la completa disfatta da questa parte avrebbe scosso i l morale di tutta la difesa oltre a far crollare un terzo delle forze che si trovavano nel settore costiero. Il Generale Creagh, rimasto anch'egli molto deluso, attribul l'insuccesso ai seguenti motivi:

l o - la inesattezza della carta topo grafica;

2o - il fatto che la principale pista che da Mechili andava verso tlord, essendo impraticabile per un lutzgo tratto, impediva alla IV brigata corazzata di raggiungere la rotabile di Slonta;

3° - la diminuzione del combustibile che impedi al gruppo di rincalzo e alla V II brigata corazzata di andare avatJti fino al 26.

« Questi tre fattori ebbero senza dubbio tutto il loro effetto e il compito fu veramente difficile. Tuttavia, in vista dell'importanza che si annetteva all'operazione, si riteneva che il quartier generale della Divisione corazzata dovesse essersi assicurato che le misure prese dalla I V brigata corazzata fossero tali da impedire una ritirata, per lo meno, da poter impegnare il nemico se avesse tentato di fuggire di notte o di giorno La ritirata era invece avvenuta senza alcuna interferen z a da parte della IV brigata corazzata e fu soltanto al mattino seguente che si notò l'allontanamento del nemico.

« Una delle cause dell'insuccesso va ricercata tlell'avversione ch e hanno le forze corazzate ad intraprendere azioni durante la notte. Si tratta evidentemente di un principio falso che non bisogna assolutamente accettare. Se gli Italiani erano in grado di operare con i loro

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carri armati durante la notte, non vedo la ragione perchè anche noi non si potesse fare lo stesso

«Il Generale Babini deve aver mandato un sospiro di sollievo raggiungendo Slonta.

«Il risultato del ripiegamento di quel distaccamento fu che il nemico aveva ora una Divisione completa lungo l'anello costiero con 60 o 70 carri armati ».

Alle ore 9 del 27 gennaio, in vista di probabili sviluppi della situazione il Maresciallo Graziani impartiva all'Armata le seguenti direttive di cui dava integrale comunicazione al Comando Supremo (N. 10 di prot. Ris.mo Pers.) :

«A conferma delle direttive verbali impartitevi questa notte: qualora l'attacco nemico - come tutto fa ora ritenere - si svilupperà principalmente contro la fronte Derna- Berta- Chaulan, la lotta dovrà essere protratta ad oltranza, sulle posizioni attualmente occupate dall'Armata, come stabilito con mio 3 Risfmo Pers. del 9 gennazo.

«E pertanto tutte le forze disponibili, vostra riserva compresa, dovranno essere gettate nella mischia

«Aggiungo che, in questa eventualità, anche la mia riserva sarà messa a vostra disposizione tempestivamente.

«Solo nel caso che il nemico sviluppi in forze il movimento da M echili su Bengasi- che lo porterebbe ad aggirare tutte le forze del Gebel - nel mentre la Brigata corazzata tenterà con azioni sul fianco nemt"co di ritardarne la marcia - voi, in seguito a mia segnalazione, dovrete sganciarvi tempestivamente dalle attuali posizioni e manovrare per contrastare la penetrazione nemica, appoggiandovi alle posizioni gebeliche successive da voi già studiate e riconosciute.

«Prendete, perciò le necessarie predisposizioni anche per tale eventualità.

«A tal fine, la zona militare di Barce, al completo di comandi e truppe, passa, fin da questo momento , alle vostre dirette dipendenze.

«Informerò personalmente il Col. Piatti.

« Quando la situazione ve lo consiglierà potrete spostare il vostro Comando a Barce, assicurando naturalmente i collegamenti perfetti con i Comandi avanzati dipendentt. » .

Lo stesso giorno, il Comando Superiore A .S. metteva a disposizione del Comando XX corpo d'armata, (avviandola a Berta) una parte

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della sua riserva mobile (XXV battaglione mitraglieri « Bologna », una batteria da 75/27 del III gruppo del 10° rgt. art. e 5 autoblindo); prescriveva che fosse assicurata la sorveglianza aerea delle provenienze da est alla fronte Barce- Soluch - Agedabia; ordinava al Comando 5a armata l'immediato avviamen.to a Bengasi del 2° reggimento artiglieria celere, per rinforzare la sua riserva.

Alle direttive del Comando Superiore seguivano - a scopo di orientamento e studio - direttive del Comando dell'Armata sui criteri d'impiego dell e truppe per fronteggiare, sia il probabile attacco nemico contro la fronte Derna - Berta - Chaulan, sia un suo eventuale movimento in forze su Bengasi per aggirare il Gebel (allegato 18).

Nel primo caso, le nostre forze dovevano essere tutte gettate nella mischia per protrarre a oltranza la lotta sulle posizioni occupate.

Nel secondo, invece, poteva presentarsi l'opportunità eli manovrare per contrastare la penetrazione nemica, appoggiandosi a successive posizioni gebeliche.

Per far fronte a tali eventualità venivano indicate:

- una prima linea sulla quale doveva immediatamente svolgersi la difesa nel caso che il nemico riuscisse ad occupare Derna e ad oltrepassare l'Uadi Derna, così delimitata: il mare - Argub bu Lemm - costone di q. 348 (nord-est di Siret en Nuera) - q. 472 Siret el Mesteres - Siret Lescatalu - M. en Naasania - Argub Turchiaq. 443 di Bu Sciuesca (già indicata nelle direttive del giorno 25);

- tre successive posizioni (due delle quali già riconosciute idonee per opporre con poche forze resistenza al nemico) su cui ripiegare eventualmente:

l a posizione: Uadi Giargiarummah - Mameli - Slonta - Gerdes ul Gerrari;

2a posizione : Uadi Giargiarummah - Zaniet el Argub - Bir Gandula - zona dei Mgiahir - Uadi el Ghelta;

3a posizione: (a immediata difesa di Barce) el Garib -Borgo Torelli - Gerdes el Abid.

La sera alle ore 20,15, il Maresciallo Graziani, nel ringraziare il Duce che gli aveva annunziato l'arrivo di oltre 100 apparecchi nei prossimi giorni (1), assicurava che comandanti e truppe erano decisi

( l ) << 26 gronaio ore l4 - Ritengo, come voi dite, provvidenziale aerea nell'attuale fase e per questo motivo 30 velivoli G. SO sono a Napoli ìn attesa di

a contendere, palmo a palmo al nemico, la Cirenaica: « State certo che il nemico ha compreso che la cosa che si riprometteva non è così facile ».

Lo sgom bero di Derna Il 28 mattina, il Maresciallo Graziani prendeva visione del seguente telegramma del S.l.M.: «Da indiscrezioni ambienti militari britannici in Egitto, apparirebbe intendimento Comando inglese osservare nostre forze zona Derna et proseguire con unità meccanizzate per direttrice sud gebelica nel

Successivamente nostri aerei in azioni offensive e in ricognizione segnalavano la presenza di nuclei di automezzi a nord-est e sud-est di Mechili (una sessantina), sulla pista fra Ghedir du Ascher e Bir el Gerrari (una cinquantina), a occidente del gomi·to di Uadi Mra (una trentina), a est di Ras Fcherim (in numero imprecisato).

Alle 13 ,30, il Comando del XX corpo d'armata, avuta notizia di movimenti del Gruppo di sostegno britannico verso Chaulan, ordinava al Gen. Babini di raggiungere Gasr el Maragh, coprendosi con for.te retroguardia e di rinforzare lo schieramento ivi esistente con gli elementi di difesa fissi già costituenti il presidio di Mechili, tenendo la Brigata cor. pronta per la manovra. Il II nucleo motorizzato, a Eluet el Batna, riceveva, contemporaneamente, l'ordine di raccogliersi nella zona di Sidi bu Halfaia, per vigilare la pista camionabile che da Eluet el Asel raggiunge Chaulan. La Brigata riusciva a frenare la pressione n emica con tiri di artiglieria: un nuovo elemento di esplorazione e sicurezza, distaccato verso il bivio di q. 595 di abd ed Daim, era costrellto a ripiegare su Gars el Maragh, da carri armati ed autoblindo.

L'indomani alle 5,30, il Maresciallo Graziani ordinava che la Brigata corazzata, dalla sua nuova dislocazione di Gars el Maragh impedisse ogni irruzione ed infiltrazione nemica su Faidia, essendo

partire appena i/ tempo lo consentirà. Un altro gruppo di Cr. 42 dovrebbe par· tire domattina 27; un altro gruppo di Macchi 200 est già pronto a Torino insieme con 12 Cr. 42. E st un totale di oltre 100 apparecchi che spero, tempo permet· tendo, di farvi giungere nei prossimi giorni. Voglio dirvi, caro Maresciallo , che noi tutti ci mangiamo letteralmente il fegato da mattina a notte per mandarvi quanJo vi occorre nell'ardua battaglia. · Mussolini »

risultato, da intercettazioni, che il 6° reggimento carri armati doveva muovere, alle ore 7, in direzion e ovest * nord-<>vest

Tutto ciò confermava, nel Comandante Superiore, la sensazione che il nemico, avendo incontrato, sul Gebel, resistenza più tenace di quanto non riteneva, avesse deciso di effettuare una manovra per aggirare da sud la nostra ala destra.

Questo convincimento maturava in lui la de cisione di abbandonare Derna. Peraltro, prima di disporre l'evacuazione d e lla città, si recava a Berta per conoscere l'apprezzamento de lla situazione dalla viva voce dei comandanti in linea.

Al Comando del XX corpo d'armata, ove era stato convocato anche il Gen. Bergonzoli, il Maresciallo Graziani gi un geva alle ore 11 insieme col Gen. Tellera, col Gen. Molinari, comandante del genio del Comando Superiore A.S., e con il Col. Sorrcntino.

Durante la riunione, che ebbe carattere di consiglio di guerra, furono prospettati i :termini della situazione, furono mossi quesiti c tratte conclusioni (allegato 19).

Sui termini della situazione il Gen. Bergonzoli non si pronunciò non avendola vissuta e non conoscendo l'ambiente tattico nel settore meridionale. I vantaggi della contrazione venivano così lumeggiari dal Maresciallo Graziani nella sua ultima considerazione:

c: Si conseguirà un accorciamento della nostra fronte Berta * Eluet el Asel * Chaulan - Gasr el Mara gh. Si potrà garantire con prece* denza sul nemico il possesso dell'asse De Martino * quadritJio Luigi di SatJoia - Cirene. AtJremo la possibilità di far defluire etJentualmente con facilità lungo l'asse delle due camionabili che offrono successitJe linee di attestamento quale la Sidi abd el Nahed - Mam eli * Slonta e la Gars Benigden - Bir Gandula - Gars el M giahir, sul quale ultimo punto il Comando dell'Armata potrà predisporre e pretJedere fin da ora l'afflusso - ùz tutto o in parte a seconda delle circostanze - dei nuclei mobili del Comando zona di Barce . AtJremo la linea el Garib - Tecniz - Gerdes el Abid ed infine a tzcora l'altra Uadi Bacur - el Abiar- Regima - Scleidima per opporre l'ultima resistenza sul primo ciglione del Gebel appoggiando la difesa a punti già prestabìliti ed occupati da tzuclet' del settore copertura di Ben gasi . Contrasteremo così l'atJanzata del nemico ed t'l terreno palmo a palmo ... :. .

Partito il Maresciallo Graziani da Berta anch e il Gen. Tellera impartiva subito ordini esecutivi; gli ordini verbali avevano poi conferma per iscritto.

Il Maresciallo Graziani infatti, a conferma degli ordini verbali dati il mattino, scriveva:

«Il nemico tende, evidentemente, con la massa dei suoi mezzi corazzati operante per la direttrice di Gars el Maragh a raggiungere le due strade gebeliche fra De M artino e Cirene per aggirare tutte le nostre truppe schierate fra Derna e Gars el Maragh.

« Poichè la Brigata corazzata a Gars el Maragh e le poche forze che stanno affluendo a De M artino non sono giudicate sufficienti a t·esistere alla pressione nemica, che potrebbe estendersi anche alla direttrice Gardes Gerrari - Slonta - e considerata l'impossibilità di farvene affluire altre dall'indietro, decido di evacuare Derna e il settore dell'Uadi Beddahach.

«Con le forze che si recupereranno, valutate a 13 battaglioni e 15 batterie, si potrà rinforzare la fronte Berta - Chaulan - Gasr el M aragh e soprattutto l'ala destra, compresa la direttrice Gerdes Gerrari - Slonta.

«Pertanto dispongo:

a) Il Comando lOa armata è autorizzato ad evacuare Derna e il settore dell'Uadi Beddahach, facendo saltare tutte le interruzioni ed attuando tutte le distruzioni dei materiali e delle dotazioni in D erna . Con le forze così recuperate provveda a rinforzare, al più presto, lo schieramento Berta - Chaulan - Gasr el M aragh e soprattutto l'ala destra, compresa la direttrice Gerdes Gerrari- Slonta.

b) Il Comando Superiore Genio, d'accordo col Comando Armata, provveda a rafforzare, con ostacoli anticarro, la nuova fronte davanti a Berta, soprattutto lungo la rotabile D erna- Berta, in modo da interdirne il transito ai mezzi corazzati nemici per il maggior tempo possibile >> (1).

A sua volta, il Gen. Tellera, a conferma degli ordini verbali dati alle ore 12,30, dispo n eva:

« l o - Lo sgombero di Derna e del ciglione , per occupare la posizione intermedia nota, ha inizio subito .

(l) Questo ordine veni va comunicato alle ore 20 al Comando Supremo col seguente preambolo: cc Stamane, dopo approfondito esame tutti elementi situazione, compiuto a Berta interpellando Comandante 1()11 arm at a, Com andante XX corpo d' armata, Comandante settore Derna et Comandante Superiore Genio, ho deciso di procedere evacuaz ione Derna emanando seguente ordine operaz ione: ... )).

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« 2• - Settore Derna provveda a costituire forte presidio alla interruzione ovest di Derna; esegua lo sgombero nella notte e, nella giornata di domani 30 corrente, occupi la tzota posizione intermedia.

« 3° - Nella notte, sia fatta saltare interruzione ridotta Lombardia lasciando a sud di essa, a difesa, un distaccamento (pezzi da 20 mm. e altri elementt): il distaccamento rimarrà sul posto sino alle ore 12,00 di domani 30 corrente, poi ripiegherà su Berta per ritornare alle dipendenze dell'Eccellenza il Generale Bergonzoli.

« 4° - Il settore Berta comincierà subito lo sgombero in regione Berta, provvedendo, entro la giornata di domani 30 corrente, ad occupare il tratto di posizione intermedia di sua spettarJza ».

Attività dei giorni 29 e 30 gennaio

Contrariamente alle previsioni, l'attività nemica durante la giornata del 29, si limitò a tiri d'artiglieria sul ciglione e ad azioni di pattuglie esploranti nella zona Chaulan - Eluet el Asel, mentre affluivano in zona nuove forze .

Durante la notte sul 30, i nostri movimenti di sganciamento e ripiegamento si compirono senza disturbo.

N el settore Derna, i resti del gruppo mobile T onini e la guarnigione di Derna ripiegarono ad ovest del ciglione occidentale (sbalzo di circa 15 - 20 chilometri in linea d'aria) sulla già ricordata linea, mare - Bir es Sebil - sud-est di Ain Mara, stabilendo il collegamento materiale con la Divisione « Sabratha >>. Il brillamento delle interruzioni, sulla strada di Derna ed alla ridotta Lombardia, fu effettuato alle ore 2,15, quello sulla« Via Balbia » alle 10,50 (1).

Il nemico riattata, fra il 29 e il 30, l'interruzione stradale dd ciglione orientale, entrava in Derna nel pomeriggio del 30; non s1

(l ) Il 30 gennaio, sul ciglione ovest di Derna furono effettuate:

-2 interruzioni e 2 ostruzioni od ingombri sulla rotabile principale: le prime al grande ponte in zona ,Bir es Sebil; le seconde, 400 metri oltre la predetta: vi si produsse una grande frana che asportò completamente il piano stradale e il relati vo muro di sostegno per una lunghezza di circa 40 metri. Fra le due interruzioni fu fatta franare la costa; altro ingombro venne creato quasi al termine della salita;

- l interruzione sulla rotabile che adduce al forte Lombardia;

- 2 interruzioni sulla vecchia strada del ciglione ovest, sulla qu ale il piano stradale venne minato per un chilometro.

attardava nella città, ma spin geva subito le avanguardie all'inseguimento per riprendere il contatto con le nostre forze. Lo precedevano nuclei di fuorusciti arabi che esercitavano lo spionaggio a favore degli invasori.

Le 'truppe del ciglione del settore Berta ripiegavano anch'esse sulla posizion e intermedia (da q. 411 all'Dadi Glenza) e vi si organizzavano.

Il distaccamento del settore Derna, lasciato a difesa dell'interruzione nei pressi della ridotta Lombardia, e gli ultimi elementi di fanteria e artiglieria, destinati dal XX corpo d 'armata a protezione del ripiegamento, raggiungeva no, nella notte sul 31, la nuova linea. Questa, a movimento ultimato, si sviluppava da Argub bu Lemm ad Ait Nahed Uadi el Gerem- Argub Turchia riavvicinandosi all'Dadi Beddahach, all'altezza di Bu Sciuescia; proseguiva poi verso occidente per riattaccarsi ad Eluet el Asel ; quindi piegava a sud-ovest per Chaulan e Gasr el Maragh.

Nel corso della giornata del 30 si ebbero le segue nti notizie sul nemico:

- all'alba, nella zona Chaulan Gasr el Maragh, le formazioni corazzate, arrestate dalla nostra artiglieria, avevano alquanto ripiegato;

- in mattinata, formazioni avversarie erano avvistate in movimento da sud verso Bir Bu Hataga e in zona Uer Ramba;

- alle 18,45 erano segnalati: 100 mezzi meccanizzati, 3 - 4 chilometri a nord di Mechili; 15 autoblindo e automezzi sulla pista Mechili- H ama na in movimento verso ovest (a circa 20 km. da Mechili); altri 10 a sud di Mechili nel lago salato;

- alle 19,35, il Servizio Informazioni del Comando Armata comunicava che, secondo notizie sicure, la 7a division e corazzata britannica stava spostandosi da Bir Scmander a Bir esc Sceteiu che aveva già oltrepassato verso ovest; la IV brigata corazzata ri su ltava ferma a nord-est di Mechili.

Sembrava inoltre che tutto il Corpo Anzac si trovasse in zona.

Questa situazione veniva segnalata a :tarda sera, al Comando Supremo con bollettino che così concludeva: ...« Dali e intercettazioni e dalle ricognizioni aeree odierne si deduce che 7o. divisione corazzata nemica si sia spostata ttella zo tla Abiar Bu Sfeia - Bir esc Sceteui - el Mec/zili, orientata sia verso la pista per Gerdes Gerrari, come su quella predesertica per el Abiar. Questo dimostra sempre più come il nemico eviti di attaccare le nostre posizioni da Berta a Gasr el Mara gh per le forze che le muniscono e per i rafforzamenti che vi sono praticati e

cerchi, invece, di far cadere tutto nostro schieramento per effetto di manovra sia con aggiramento a raggio ristretto, cercando guadagnare uno sfocio sulla gebelica meridionale et sia at largo raggio puntando su Bengasi. Questo concetto est chiaramente espresso sul notiziario radiofonico di Londra delle ore 18 di questa saa al sesto capoverso. La giornata di domani chiarirà la situazione».

La stessa sera del 30 (ore 19), il Gen. Tellera segnalava al Comando Superiore la situazione automezzi che il Maresciallo Graziani aveva richiesto in previsione di una ritirata generale: « 850 autocarri di cui 300 della corazzata e 100 per servizi dei reparti . Restano 450 che son o quelli che si possono manovrare mettendo a terra tutti gli elementi motorizzati (bersaglieri comprest). Siccome da calcoli fatti per trasportare tutti gli elementi non motorizzati occorrerebbero 950 autocarri, ne risulta che mettendo a terra tutti gli elementi motorizzati il movimento si potrebbe sviluppare in due notti, ossia 4 giorni. Avendo però la riserva di Armata a terra. Occorrerebbero perciò 400 autocarri ».

L'ordine di n t u a ta g enerale

Al mattino del 31, batterie a lunga gittata bombardavano il vecchio fortino di Bir es Sebil sul ciglione occidentale. Questa opera che, un .tempo, per la sua posizione dominante controllava il transito da e per Derna, era, ora, tenuta da un piccolo presidio. Nel pomeriggio, il tiro si intensificava in seguito al concorso di altre batterie postate nei pressi della ridotta di Bu Msafer (ovest di Derna) che, peraltro, erano co n trobattute dalle nostre. Intanto le avanguardie britanniche raggiungevano il piede del ciglione, scalavano la scarpata e, verso l'imbrunire, si affacciavano all'orlo superiore in co rrispondenza della strada vecchia: il piccolo reparto dislocato nella ridotta si difese strenuamente ma venne travolto da un nemico notevolmente supenore.

Notizie sui movimenti si susseguivano nel corso della giornata:

- erano avvistati 30 o 40 mezzi meccanizzati sulla pista el Hamama - Mechili, circa 20 km ad ovest di Mechili;

- era confermata la posizione della VII brigata corazzata britannica a Bir esc Sceteui col comandante in zona;

- era segnalato il movimento della I V brigata corazzata. britannica n ella stessa direzione;

- era segnalato l'estendersi del fronte degli Australiani a nord del saliente dell'Dadi Beddahach verso Berta.

Notizie, solo in parte controllate, riguardanti sottori lontani non erano neppure esse ·tranquillizzanti:

- reparti meharisti Sudan, circa 800 uomini con autoblindo provenienti da Afelleni, sembrava avessero il compito di occupare Fezzan Bu Ngem;

- a Bilma pareva si trovassero reparti motorizzati di forza imprecisata;

- le forze di De Gaulle venivano valutate a 20.000 uomini con cannoncini autoportati e mezzi meccanizzati in maggioranza inglesi;

- tentativi di reparti francesi dissidenti, cammellati e nizzati, sembrava dovessero prossimamente essere rinnovati in zona Murzuk.

Nella notte sul 31 , Mussolini, con riferimento alla decisione presa di sgombrare Derna, invitava il Maresciallo Graziani a comunicargli le disposizioni che intendeva dare circa il futuro impiego delle forze della Tripolitania e della Divisione leggera tedesca che avrebbe cominciato ad affluire ai primi di febbraio; lo invitava , altresì, a tener conto della necessità di intercettare le carovaniere che dalla Sirtica potevano addurre direttamente alla Tunisia, consentendo l'eventuale unione degli Inglesi con forze franc esi dissidenti.

Il Maresciallo Graziani, sicuro ormai che il nemico tentasse il completo aggiramento del Gebel per la Mechili Bongasi, vedeva in questa comunicazione un chiaro illlvito a concentrare pensiero e forze per la salvezza della Tripolitania: ciò lo confortava nella decisione, già maturata, di ordinare la ritirata generale. Alle ore 13, con il gramma appresso riportato, comunicava al Comando Supremo l'ordine impartito:

«Da intercettazioni e da ricognizioni aeree est ormai sicuro che nemico tenti aggiramento totalùario per la Mechili Ho pertanto, in questo momento, impartito ordine per la ritirata totalitaria di tutte le truppe del Gebel e per la raccolta di esse at Ba1•ce. Profonde interru z ioni stradali già praticate sulle strade che dal mare e da Derna adducono ver·so l'altipia1w et successivamente quelle dell'Uadi el Cuf e di regione Tecniz mi fanno prevedere che movimento deflusso, grado scarsezza mezzi trasporto, possa effettuarsi con relativa

lità mentre, con la mia scarsa riserva, cercherò di trattenere lo sbocco nemico nella piana di Soluch. Questa decisione est ineluttabilmente dettata dalla configtlrazione del teatro operativo e dal criterio che dovendo perdere prima aut poi territorio et tmppe, preferisco salvare queste ultime per adoperarle at sbarramento della via per la Tripolitania schierando/e nella Sirtica ».

L'indomani, l o febbraio, rispondeva a Mussol.ini che era suo intendimento, in linea generale:

- rinforzare la difesa della Sirte - affidata a modesti nuclei della S3 armata - con forze della 103 armata in ripiegamento dalla Cirenaica e con quelle sussidiarie dislocate sul litorale orientale, incrementando gli apprestamenti difensivi di recente iniziati;

- ricostituire a Tripoli la sa armata a difesa del campo trincerato e a copertura della frontiera occidentale;

- trattenere in potenza, in Tripolitania, le Divisioni «Ariete», « Trento» e leggera tedesca, per poterle impiegare, a momento opportuno, secondo le esigenze che si sarebbero presentate;

- provvedere alla difesa del sud della Tripolitania;

- affidare la direzione delle operazioni nella Libia orientale al Comando della 103 armata;

- trasferire a Sirte il Comando Superiore A.S.

Altra visione operativa andava invece maturandosi al Comando Supremo. Lo Stato Maggiore Generale, infatti, in uno studio per uso interno, datato l o febbraio, esaminata la situazione e il possibile sviluppo degli avvenimenti in Africa Settentrionale così concludeva:

-è assai dubbio che il Maresciallo Graziani riesca a sfuggire all'aggiramento delle forze inglesi. Nel caso che non vi riuscisse qu <::ste, nella prima decade di febbraio, potranno aver raggiunto Agedabia;

- per le numerose difficoltà logistiche, di terreno e di resistenza, forse gli Inglesi non decideranno di proseguire l'offensiva in Tripolitania;

- qualora decidessero l 'offensiva, questa non potrebbe avere inizio prima della fine di febbraio;

- per raggiungere il campo trincerato di Tripoli gli Inglesi impiegherebbero, non incontrando serie resistenze, all'incirca due o tre mesi;

- se gli I nglesi sussidiassero l'azione terrestre con azioni di sbarco, tale tempo potrebbe essere ridotto; comunque lo sbarco do-

vrebbe essere concorrente all'azione terrestre e quindi non potrebbe aver luogo prima della seconda metà di marzo;

- la nostra resistenza conviene sia fatta sulle posizioni di Sirte

- Socna - Zella per impedire il congiungimento delle forze degaulliste con le inglesi e per scongiurare il pericolo di un investimento di Tripoli anche da sud;

- sarebbe quindi opportuno rinforzare sin d'ora i predetti presidi con unità mobili (Divisione c Ariete>) e farci affluire appena giunta, l'unità « cacciatori di carri> tedesca. In base a quanto sopra esposto appare indubbio che si avrà il tempo occorrente per sbarcare la Divisione tedesca in Libia;

- è da tener presente la necessità di sorvegliare la costa ove sono possibili sbarchi, e la convenienza di minarne gli approcci;

- la situazione è fatalmente legata all'equilibrio instabile dell'Africa Settentrionale francese e potrebbe precipitare - e con essa le fasi di cui alle precedenti previsioni - nel caso di un movimento degaullista.

Quasi contemporaneamente, il Comando Supremo comunicava al Comando Superiore A.S. la formazione, di massima, della Divisione leggera germanica in corso di sbarco a Tripoli (l) facendo presente che:

- la speciale unità, creata secondo le esperienze tedesche per combattere i carri armati, non doveva essere impiegata nella difesa bensì nell'attacco contro i carri armati nemici;

- le unità germ aniche, secondo gli accordi in corso, dovevano essere impiegate ad unità complete, riunite agli ordini del Comandante tedesco e non dovevano essere ripartite in diversi settori del fronte (2).

(l) Comando DiYis.ione:

- gruppo esplorante (2 compagnie autoblindo, l compagnia motociclisti, l compagnia armi pesanti);

- 3 gruppi <<Cacciatori di carri » (ciascuno su 3 compagnie di 9 12 pezzi controcarro da 50 o da 37 mm.); 30 carri armati mod. 3 con carrelli adatti per trasporto in terreni sabbiosi;

- 2 battaglioni mitragHeri motorizzati, con armi controcarro, una com· pagnia pionieri per battaglione, rutti su mezzi di trasporto corazzati;

- l gruppo misto contraereo (pezzi d a 88 e da 37 mm.);

- 15 colonne di rifornimento.

Totale: 9.300 uomini, 2.000 autoveicoli, I II pezzi controcarro.

(2) I primi dementi sbarcarono il 15 febbraio.

2 33

l - 4 fE BBRAIO 1941

VII
DAL
r6 - A S.
. RIPIEGAMENTO DELLE fORZE ITALIANE
GEBEL ACHDAR (
)
··, 1'',' -. 11' fl'

Ordini emanati per il ripiegamento ( schizzo 21)

Alle ore 13 del 31 gennaio il Maresciallo Graziani emanava il seguente ordine per il ripiegamento dal Gebel cirenaico :

GoVERNo GENERALE DELLA LIBIA

CoMANDO SuPERIORE FF.AA.A.S.

STATO MAGGIORE

31 gennaio 1941

Fono gramma in partenza (telefonato da Col . Sorrentino a Generale

Giuliano il 31-1-1941 - ore 13).

Ecc. T ellera - Comandante lOa armata - Cirene

OI/1340 Op. 31 gennaio ore 12,45. Dato accentuarsi minaccia nemica lungo strada Mechili - Bengasi come risulta da intercettazione et da ricognizioni aeree le quali danno Comando VII brigata corazzata at 20 km ovest Mechili. Ordino senz'altro ritirata totalitaria del nostro schieramento del Gebel. Date con calma et tranquillità disposizioni relative et vi lascio libero di determinare le conseguenti modalità Movimento deve avere inizio questa sera. Date subito disposizioni at Colonnello Piatti perchè faccia massa di tutti suoi nuclei mobili in quel punto della strada M echili - Bengasi che ritiene più idoneo per ritardare marcia avanzata nemica da quella parte. Valete vi at momento opportuno delle interruzioni stradali specialmente del Cuf in modo da poter raccogliere le forze at Barce protetti dalle interruzioni stesse. Sto cercando di farvi affluire entro la notte tutti automezzi che riuscirò trovare . Ricevuta. - Graziani».

Esso veniva integrato dalle seguenti disposizioni dello stesso Comanda nte Superiore:

alla riserva (Gen . Bignami): tenersi pronta a muovere nello spazio di mezz'ora;

- al Comandante del settore di copertura di Bengasi: concentrare tutti i nuclei mobili (l) a sua disposizione a Regima, pronti ad ogni evenienza;

- al 2o reggimento art. celere (che proveniente dalla Tripolitania aveva raggiunto con 2 gruppi da 75 Ghemines e con l gruppo da 100 Agedabia): fermarsi e tenersi pronto a muovere nello spazio di mezz'ora;

- al XXI battaglione carri M 13 (formato con i 36 carri sfusi giunti a Tripoli il 17 gennaio): spostarsi a Ghemines passando a far parte della riserva mobil e (Gen. Bignami).

Le modalità del ripi ega mento venivano fissate nell'ordine d'operazione n. l del Comando 103 armata (allegato 20). Esso stabiliva che lo sgombero dovesse avvenire, in primo tempo, nelle zone a tergo della prima posizione gebelica, appresso indicata e già precisata dal Comando Armata con le direttive del 27 gennaio (v. pag. 223) :

- per il settore Derna: in zona Gasr Benigdem;

- per il settore Benta: in zona Mameli, alture a cavaliere della rotabile immediatamente ad ovest della conca di Slonta;

- limite fra i due settori (nella prima e seconda posiz ione gebellica): la direttrice, Gasr Bu Fseia- Gasr esc Scianden -testata dell'Dad i el Ahmar - el Bellàa - B. el Mgheitla.

Nella notte, i Comandi di settore dovevano:

- far ripiegare a piedi, dietro una linea intermedia, «linea Berta» (E luet el Asel - Eluet el Turchi - fossato ovest di Berta), le forze che occupavano la posizione di schieramento iniziale lasciando su di essa reparti di retroguardia;

- sgombrare dietro la prima posizione gebelica il maggior numero possibile di elementi con gli automezzi propri e con quelli che il Comando Armata avrebbe messo a disposizione all'imbrunir.!,

(l) I nuclei mobili autocarraù della zona militare di Barce erano forniti dalle compagnie del XXXIV battaglione libico co.5tituito a Derna il 24 dicembre con elementi del R aggruppamento << Maletti », in gran parte sfuggiti alla cat· tura dopo i combattimenù in zona Sidi el Barranì.

Il battaglione :1veva dislocato nuclei fissi di compagnia a Maraua, Tecniz, El Abiar e Re gima e formato nuclei mobili forti ciascuno di l plotone di libici con 2 mitragliatrici Fiat 35, l fucile m.itragliarore, l se7jone mitragliere da 20 e I radio R.F. 3. Alla data del 31 gennaio i nuclei mobili erano dislocati a el H amama, Zamet en Neian, Charruba, Gerdes el Abid e Ain Gebara.

ripartendo fra i due settori gli automezzi della riserva, temporaneameme appiedata.

Tutti gli autocarri, ricuperati dopo il trasporto, dovevano ripetere il movimento nella notte sul 2 per sgomberare le rimanenti forze.

La Brigata corazzata doveva rimanere nella posizione occupata (Ras Fcherin) passando a diretta disposizione dell ' Armata.

Il nucleo motorizzato, in rinforzo alla Brigata stessa, doveva raggiungere al più presto Maraua e schierarsi a difesa delle provenienze da sud-est.

I nuclei della zona militare di Barce dovevano concentrarsi a Zaniet en Neian.

Lo stesso giorno 31, veniva concordato con il Col. Aimone Cat - comandante del territorio sud cirenaica - un progetto sommario per radunare in Agedabia le forze delle oasi di Gialo, in vista di un successivo spostamento verso ovest (allegato 21).

I movimenti sul Gebel si svolsero indisturbati nell'oscurità. Il mattino del giorno l febbraio, però, la retroguardia della Divisione « Sabcatha », attaccata da fanteria e mezzi meccanizzati appoggiati da fuoco di artiglieria (all'Dadi Glenza), era travolta e, in parte, veniva ricostituita subito, rinforzando gli elementi superstiti con un nucleo motorizzato.

Lo stesso giorno, il Maresciallo Graziani scioglieva il Comando del settore di copertura di Bengasi assegnandone le truppe alla riserva mobile (Gen. Bignami) e disponeva il trasferimento del 2o reggimento artiglieria celere a Sirte.

Le direttive per il successivo ripiegamento nella nott:e sul 2 (allegato 22) prevedevano l'autotrasporto di tutte le truppe rim aste in linea: quelle del settore Derna, direttamente sulla terza posizione gebelica, in zona el Garib; quelle del settore Berta, sulla prima e seconda posizione gebelica. Il Comandante del settore Berta doveva tener presente la necessità di occupare saldamente le posizioni ad ovest di Mamelì e dì Slonta (1).

(l) Con telegramma n. 01 / 1487 del 5 febbraio (ore 15,40) in risposta a quc· sito del Comando Supremo - con riferimento ai mo,·imenti effettuati nella giornata del 4 - le posizioni za e 33 furono così precisate dal Maresciallo

Graziani:

- seconda posizione: G asr el Ebia (CastelJebia) · Bir G anduJa - Gasr el Mgiah.ir;

- terza posizione: el Garib (ovest d'Annunzio) - Tecniz (Borgo Torciti).

2 39

Venivano assegnati al settore Derna 50 automezzi ed al settore Berta 225.

La Brigata corazzata, con le truppe di rinforzo e con il presidio di Gasr el Maragh, doveva >trasferirsi, nella stessa notte, in zona Gerdes Gerrari.

I nuclei mobili della zona militare di Barce dovevano portarsi su el Charruba.

I movimenti si svilupparono con regolarità, distuvbati soltanto dall'azione di qualche aereo contro le colonne in marcia sulla rotabile.

In questa situazione, il Maresciallo Graziani ritenne che il ripiegamcnto fosse ormai ben avviato e giudicò necessario trasferirsi in Tripolitania per organizzare la resistenza, in vista della nuova fase operativa.

Impartì, pertanto, le ultime direttive (verbali) al Gen. Tellera per l'ulteriore prosecuzione della ritirata e quindi dispose che:

- a partire dalle ore O del 3 febbraio il Comandante la lOa armata assumesse il comando di tutte le forze dislocate in Libia orientale, comprese quelle del territorio sud cirenaico, con il compito di raccogliere nella Sirtica le forze che stavano defluendo dal Gebel;

- la direzione delle operazioni di deflusso fosse affidata al Gen. Cona;

- il Comando Armata si trasferisse a Bengasi.

In conseguenza delle suddette disposizioni il Comandante della 1011 armata :

- poneva il Gen. Bergonzoli con le sue truppe, la Brigata corazzata e la riserva d'Armata (Raggruppamento motorizzato e lOo rgt. bers.) alla diret:Jta dipendenza del Gen. Cona;

- comunicava ai Generali Cona, Bergonzoli e Villanis (comandante della riserva d'Armata) il programma di larga massima dei movimenti di ripiegamento delle truppe del Gebel e cioè;

. notte sul 3 febbraio: sgombero delle truppe dalla l a posizione gebelica sulla 3:.. posizione e su Barce;

. notte sul 4 febbraio: sgombero delle truppe dalla 2a posizione su Barce e costituzione, con la Brigata corazzata, col Ra ggruppamento motorizzato « Piana » ed, eventualmente, con altri elementi corazzati, di una cortina di protezione sulla linea Regima - el Abiar;

notte sul 5 febbraio: sgombero delle truppe (tutte autotrasportate) dalla 3a posizione gebelica e da Barce su Tocra, possibilmente su Bengasi;

. notte sul 6 febbraio: proseguimelllto su Agedabia e possibilmente sgombero delle truppe della cortina di protezione, che avrebbero costituito retroguardia;

. nei giorni 3, 4 e successivi: sgombero per ferrovia su Bengasi dei battaglioni di fanteria esuberanti e che non sarebbero potuti essere motorizzati.

Lo stesso Gen. Tellera dava quindi disposizioni (allegato 23) circa i trasferimenti che dovevano essere effettuati, a piedi e con autotrasporto, durante la giornata del 2 e nella notte sul 3, precisando che:

- la 2a e 3a posizione gebelica dovevano essere fortemente tenute;

-i battaglioni inviati a Barce dovevano essere sgombrati per ferrovia;

- la riserva doveva raccogliersi a Maraua e provvedere alla protezione del fianco destro dello schieramento con la Brigata corazzata a sud - sud-est della conca e il gruppo «Ferrara» i111 zona Gars el Mgiahir;

- sarebbero stati assegnati 15 automezzi al gruppo « Bergonzoli » e 250 al gruppo « Cona ».

I movimenti previsti non poterono essere effettuati secondo gli ordini, nonostante la riduzione apportata nei servizi e melle dotazioni dei reparti, perchè gli automezzi a disposizione del Comando X.X corpo d'armata furono soltanto 190. Pertanto, veniva deciso di far compiere a piedi, in due tappe, ai quattro battaglioni di fanteria, il percorso Bir Gandula- Barce. La sitUazione peggiorava ulteriormente nella notte perchè il numero degli automezzi effettivamente disponibili diminuiva ulteriormente. Ciò induceva il Comandante del Corpo d'armata ad adottare energiche misure per impedire movimenti non autorizzati dovuti a singole iniziative.

Il nemico - che era stato avvistato 40 km ad ovest di Mechili (formazioni imprecisate di autoblindo) e sulla pista di Gerdes Gerrari (150 mezzi meccanizzati) - dimostrava poca volontà di inseguire e di ricercare il contatto con le nostre retroguardie; sorvegliava invece con l'aviazione il nostro movimento, mitragliando e bombardando le colonne ed infliggendoci dolorose perdite.

Alle ore 16 del giorno 3 l'avversario raggiun geva Berta, aggirando l'interruzione della strada Derna - Berta in corrispondenza dei tornanti ad ovest di Derna.

Il Comandante dell'Armata che, in mattinata, si era spinto verso est per visitare, a Maraua, le truppe della Brigata corazzata, particolarmente provata dall'offesa aerea, così riassumeva al Comando Superiore A.S. le sue impressioni della giornata: c Visitate oggi truppe Maraua . Morale buono. Presumesi che passaggio da seconda at terza linea, questa notte, avverrà senza inconvenienti. Come sempre lamentasi assenza nostra aviazione mentre quella avversaria, attivissima, produce perdite su

I nuclei mobili della zona militare di Barce (Raggruppamento c Crucillà che da Zaniet en Neian erano stati spostati, il giorno l, ad el Charruba ed il 3 ad Ain Gebàra, nel pomeriggio dello stesso giorno 3, ricevevano l'ordine di raggiun gere Regima, ove passavano alle dipendenze del Gen. Bergonzoli (1).

Durante la notte sul 4, i movimenti ordinati si eseguirono effettivamente senza disturbo da parte del nemico che pur aveva, poche ore prima, lasciato annunciare dalla « Reuter di radio Cairo: << presto le truppe britanniche daranno qualche sorpresa a g li

L 'indomani, la manovra nemica si manifestò, infatti, in tutta la sua gravità.

Fin dalle prime ore del maJtJtino, poichè il nemico, con la ricognizione aerea spinta verso el Agheila e con il bombardamento di en Nofilìa, mostrava di voler estendere le operazioni alla Sirtica, il Maresciallo Graziani ordinò:

- al Gen. Garibaldi, vice-comandante superiore, di trasferirsi a Sirte con pieni poteri militari e civili «per regolare il deflusso da el Agheila e provvedere alla sistemazione difensiva avanzata » ;

- al Gen. Aimone Cat (succeduto al Gen. Porro nel comando della V squadra aerea) di proteggere con la caccia il deflusso delle colonne ripieganti su Si.r:te (2).

(l) I nuclei fissi, nella giornata del 4, furono raccolti ed autotr asportati ad Agedabia a cura del Comandante della zona militare di Barce, che era stato messo alle dipendenze del Comando XX corpo d'armata.

(l) Il Comandante della V squadra aerea, il quale aveva già disposto che un gruppo caccia agisse da Agedabia e una forte squadriglia del gruppo in ri-

Nel pomeriggio, le intercettazioni lasciavano intendere che 1'11 o ussari avesse per obiettivo Soluch e che, riconosciuto il nostro sbarramento ad est di Sceleidima, ricercasse a nord di detta località, in zona Sidi Brahim, un passaggio più facile per scendere dal Gebel nella piana bengasina .

Il Maresciallo Graziani, nell'avvisare l'Armata che era da ritenersi probabile che nella notlte colonne meccanizzate nemiche muovessero su Zaniet Msus - Sceleidima, anche a luci accese, suggeriva di agire, la notte stessa, contro di esse, con azioni di bombardamento.

Nuovi quesiti del Comando Supremo germanico in riferimento all'invio del Corpo corazzato tedesco in A. S. dopo il ripiegamento delle nostre forze da Derna e Mechili

Il 2 febbraio l'Addetto Militare tedesco in Roma, Gen. von Rintelen, per incarico del Comando Supremo germanico, inviò al nostro Comando Supremo la seguente lettera:

DER DEUTCHE GENERAL BEIN HAUPTQUARTIER

N. 5141 Roma, 2 fèbbraio 1941

Al Comando Supremo - Stato Maggiore Generale.

Per incarico del Comando Supremo germanico prego di voler rispondere al più presto possibile alle domande seguenti:

l. Quali direttive sono state emanate al Maresciallo Graziani ed in quale modo egli ha l'intenzione di eseguirle per l'ulteriore continuazione della guerra?

piegamento da Bengasi si fermasse a Sirte a prore-Lione della 'Litoranea, faceva presente che l'aviazione, data la provenienza del nemico dal mare, e la conseguente impossibilità di agire su allarme per mancanza del servizio avvistamento e segnalaz ione, non avrebbe potuto garantire l'incolumità delle colonne in marcia.

DER lTALIENISCHEN WEHRMACHT MILITAR ArrAcHÉ - RoMA

2. Per quato tempo il Maresciallo Graziani crede di poter ancora resistere nella Ct'renaica alla pressione inglese?

3. Entro quale periodo l'arma aeronautica italiana in A .S.che secondo le notizie pervenute a Berlino, ora pare non abbia più che 80 100 apparecchi disponibili - potrà essere rinforzata in un modo sufficiente?

4. Si avrebbe l'intenzione di ritardare con forze navali di superficie l'ulteriore occupazione di basi navali da parte della flotta inglese?

5. Saranno le Divisioni «Ariete» e «Trento>> e la Divisione leggera germanica sufficienti per la difesa della Tripolitania, ove fino alla possibilità del loro impegno gli Inglesi ancora non fossero penetrati in queNa provincia, ovvero tale difesa non sarebbe possibile affatto senza for z e corazzate ingenti?

Generale di Brigata von Rintelen

Il Comando Supremo italiano rispondeva con le due lettere appresso riportate:

CoMANDO SuPREMo

STATO MAGGIORE GENERALE

N. 6088jop.

Roma, 3 febbraio 1941 Addetto Militare presso l'Ambasciata di Germania Roma

AL Generale di Brigata von Rintelen

Rispondo Vostre domande formulate per incarico Comando Supremo germanico:

l. Maresciallo Graziani stante minaccia aggiramento Gebel cirenaica ritira forze dalla zona Derna - Cirene - Mechili et i distaccamenti sul litorale. Con tali truppe intende rinforzare difesa sirtica attualmente affidata at elementi quinta Armata.

2. Non est precisabile quanto tempo MaresciaLlo Graziani potrà resistere in Cirenaica; aggiramento avversario per piste predeser-

ticlu: et necessario ripiegame11to nostre truppe escludono possibilità di tma lunga resistenza Ìtl posto.

3. Aeronautica est già rinforzata da 60 velivoli da caccia. Attualmente dispone di 90 velivoli da bombardamento et 130 da caccia. Est in corso ulteriore invio di 40 velivoli da caccia et 36 da bombardamento. Peraltro ulteriore rafforzamento est subordinato a possibilità logistiche.

4. Non est possibile impiego forze navali di superficie sttfficienti a ritardare occupazioni basi navali su costa Cirenaica da parte flotta inglese preponderante.

5. Ritengo che coll'invio di reggimenti artiglieria e della Divisione corazzata «Ariete» già effettuato, con l'affluenza della Divisione leggera germanica e della Divisione motorizzata « Trento» si costituisce una massa mobile ragguardevole per fronteggiare il nemico qualora dalla Cirenaica i·ntendesse avanzare verso la Tripolitania. Si aggiungano le gravi difficoltà di ordine logistico per superare i 500 km di deserto sirtico.

ll Sottocapo di Stato Ma ggiore Generale

Gu zzoni

CoMANDO SuPREMO

OP. e

Al Generale di Brigata von Rintelen

Addetto M ilitare presso l'Ambasciata di German ia

Roma

In esito alla richiesta verbale, a complemento n. l del foglio 6088 op. odierno, preciso che le direttive date al M aresciallo Graziani prevedono successive difese con mezzi adeguati per ottenere di ritm·dare movimento nemico attraverso deserto verso Tripolitania.

Questa sarà difesa non già attorno Tripoli, ma schieratldo le forze disponibili in modo da obbligare il nemico a combattere con il deserto sirtico alle spalle ed esposto a tzostre manovre controffensive co11 forze mobili sul fiatlCO e sul tergo. Sarà inoltre provveduto co-

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STATO MAGGIORE GENERALE

pertura frontiera occidentale e difesa sud tripolino da incursioni francesi dissidenti

Modalità per esecuziotze predette direttive non sono ancora precisabili essendo in relazione agli avvenimenti ed alle forze effettivamente disponibili.

Il Sottocapo di Stato Maggiore Generale Guzzoni

Queste delucidazioni orientavano il Comando Supremo Germanico ad inviare in Africa Settentrionale, oltre la già prefissata Divisione leggera, una Divisione corazzaJta: le due Divisioni avrebbero costituito un Corpo corazzato al comando del Generale R ommel. Tale orientamento risulta dal seguente telegramma dell'Addetto Militare italiano a Berlino, Gen. Marras:

« Tdegramma in arrivo da Berlino il 5 febbraio 1941 diretto a: Guerra Gabinetto - Roma.

« 426/A - Generale Rintelen giunto stamane ha portato O.K. W. informazioni cui nostro telegramma del 3 corrente. Da colloquio oggi avuto con generale jodl desumo quanto segue:

l. - O.K. W. ritiene indispensabile che la difesa Tripolitania venga effettuata a grande distanza da Tripoli organizzando una linea di sbarramento m cui rovescio sarebbe dislocata formazione motomeccanizzata tedesca pronta a manovrare. Ove difesa Tripolitania fosse ridotta at campo trincerato Tripoli verrebbe mancare utile impiego Division e leggera tedesca.

2. - O.K. W. ritiene già acquisita tale concezione et pertanto sembra orientato affrettare invio Divisione suddetta che verrà probabilmente rinforzata con un reggimetzto carri armati.

3. - O.K. W. ritiene che margine di tempo prima che si sviluppi attacco in forze inglese contro Tripolitama occiderztale non oltrepassi due mesi anzichè tre mesi indicati da alcune valutazioni italiane riferite da Generale Rintelen.

4. - Sbarco Tripoli Divisione leggera tedesca sarà prevedibilmente compiuto entro metà marzo.

5. - In considerazione grande importanza conservazione base su territorio nord-africano O.K. W. sta orientandosi verso successivo

invio una D ivisione corazzata che con D ivisione leggera costituirebbe un Corpo corazzato cui comandante designato est Generale Rommel. Est anche probabile rinforzo C.A.T. per intensificare azione aerea. - Marras ».

Il giorno 4 una Missione tedesca giungeva a Tripoli per prendere accordi con il Maresciallo Graziani circa le operazioni di sbarco e la sistemazione dei contingenti germanici.

La giornata del 4 feb- La sera del 3 febbraio , il Generale Cona braio convocava il Generale Bergonzoli per informarlo che intendeva porre ai suoi ordini la Brigata corazzata e il Ra ggruppamento motorizzato e affidarg_li il compito di svolgere azione di sicurezza e di protezione del fianco sinistro delle truppe, in movimento verso sud.

Il mattino del 4, modificava l'ordinamento delle forze dipendenti per la nuova fase operativa costituendo con esse due raggruppamenti tattici e una riserva come risulta dalle disposizioni emanate:

CoMANDO XX CoRPo o'ARMATA u FFIClO OPERAZIONI

N. 770 di prot. op.

O ggetto: M odificazione all'ordinamento delle forze.

All'Ecc. Generale Bergonzoli

Comando Di visione Sabratha

Al Sig. Generale Villanis

e, per conoscenza:

Al Comando della lOa armata

4 febbraio 1941

Da stamane, ore 12, le forze del XX corpo d'armata, sono così ordinate:

l o - al comando dell'Ecc. il Generale Bergongoli: Brigata corazzata (Gen. Babim); Raggruppamento motorizzato (Col. Piana); Nucleo « Crucillà »;

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2° - al comando del Generale Della Bona: Raggruppamento c M oech Raggruppamento c Col pani »;

3° - al comando del Generale Villanis, la riserva del Corpo d'armata : Raggruppamento c Pasquali ))' lOo rgt. bersaglieri, battaglione carri M 13 «Ornano», VII gr. da 75/46 del ten. col. Di Trani.

l compiti di massima, che preàserò volta per volta , sono i seguenti:

a) Gen. Bergonzoli: assicurare il movimento, da Barce per Bengasi verso sud, alle altre truppe del Corpo d'armata, con la salda occupazio ne ed eventuale energica reazione contro ogni tentativo di forze nemiche provenienti da est verso ovest;

b) Gen. Della Bona: effettuare il movimento a cavallo della Litoranea garantendolo da ogni tentativo nemico che volesse ostacolar/o;

c) la riserva del Corpo d'armata: compito Ùlerente alla sua sp ecifica funzio11e ogni qua/volta occorresse.

Il Generale di Corpo d 'Armata Comandante Ferdinando Cona

La costituzione organica dei Raggruppamenti « Mocch » e « Colpani» veniva stabilita nel pomeriggio dal Comandante della Divisione « Sabratha », che assegnava ai due reparti di formazione rispettivamente 98 e 40 automezzi .

Successivamente il Comandante del XX corpo d'armata emanava ulteriori disposizioni:·

CoMANDO XX coRPo o'Alù'-'!ATA

UFFICIO OPERAZIONI

N. 772 di prot. op.

O ggetto: Dipendenze e movimenti.

Al Comando 10° 1·eggimento bersaglieri

Al Raggruppamento « Pasquali »

C.T 4 febbraio 194 1

Al VI battaglione carri M 13 (Magg Ornano)

Al Comando VII gruppo 75/ 46

e, per conoscenza:

Al Sig. Gen erale Villanis

Da stamane alle ore 12 gli enti in indirizzo, costituenti la riserva dd Corpo d'armata, passatzo alle dipendenze del Gen Villanis.

Il !Oo 1·eggimento bersaglieri nella notte mi 5 c.m. deve dislocarsi nella zona di Bengasi ivi sostando in attesa ordini.

Il Raggruppamento il battaglione carri M 13 « Ore il VII gruppo contraereo mantengono l'attuale dislocazione.

Il Generale di Corpo d'Armata Comandante Ferdinando Cona

In base a tale disposizione il Raggruppamento «Pasquali rimaneva dislocato al Villaggio d'Annunzio, il VI btg. carri M 13 ed il VII gruppo contraereo a Barce.

Alle ore 11,10 dello stesso 4 febbraio, il Comando Armata, con il seguente messaggio, ordinava che, nella notte sul 5, tutto le unità schierate sul Gebel ripiegassero su Agedabia:

«Fonogram ma - 4 febbraio 1941 - ore 11.10.

«Da Comando Armata at Eccellen za Generale Cona

e, per conoscenza:

«A t Generale Bignami

« At Colonnello Vema

«N . 01/709. Notte 4 sul 5 corrente deflusso tutte trupp e Gebel per Tocra - Bengasi et el Abiar - Bengasi su Agedabia. Movimento sarà protetto ad el Abiar da Brigata corazzata et altre truppe annesse che costituiratmo successivamente retroguardia a distanza circa l ora mat·cia da coda del grosso. Movim e nto dovrà eseguirsi con ferrea disciplina. Coloro che tentassero allontanarsi dai reparti saranno passati per le armi Per norma truppe Gen. Bignami non (dico non) seguiranno vostra retroguardia avendo particolari compiti. Disponete brillamento tutte interruzioni vostra competenza. Per quella di Uadi Bacur prendete contatto col magg. Ferrigno che habet diretti ordini. Provvedete possibilmente recupero battaglione paracadutisti nazionali et pez zi anticarro a guardia detta interruzione. Truppe e mezzi porteranno massimo qttatltitativo viveri, acqua et rifornimenti. Per eventuali necessità carbt-tranti dttrante marcia segnalo deposito zona Bengasi- Garinues per provenien ze Tocra et zona Lete per provenienza el Abiar. Per tale eventualità occorre intervallare opportunamente scaglioni marcia. - Generale Tellera

Il Gen. Cona prospettò la impossibilità di assicurare, nel breve tempo concessogli, il deflusso dei battaglioni di fanteria che, da Barce, avrebbero dovuto raggiungere Bengasi per ferrovia per poi sgombrare da Bengasi stessa, via mare.

Il Comando Armata rispose col seguente messaggto;

« 4 febbraio 1941 - ore 13,10.

« Da Brà per Eccellenza Cona

«N . 01/713. Riferimento vostro 774 op. la situazione impone che movimento sia assolutamente iniziato questa notte. Assicurate. Disposto per intensificare servizio ferroviario anche con littorine. Ultimo treno giungerà presumibilmente Barce domattina ore 6. Sgombro da Bengasi provvede questo Comando. - Generale Tellera » .

Successivamente il Gen. Cona ribadì il suo punto di vista con questo m essaggio:

« Al Comando l O&armata lì 4 febbraio 194 l

« 775/0p. Vostro 01/709 odierno. Non dico non possibile movimento da attuale schieramento sino Agedabia dato eccesso distanza specialmente per unità corazzate cui movimento giornaliero non dovrebbe superare km 60. Pertanto se non accolta mia proposta cui odierno 774, eseguirò spostamento in zona Bengasi mantenendo per giornata domani occupazione el Abiar- Regima a protezione fianco. - Generale Cona».

Il Comando Armata aderì al punto di vista del Gen. Cona:

lì 4 febbraio 1941 - ore 13,25

«Da Brà per Eccellenza Cona e, per conoscenza:

« Al Generale Bignami

« Al Colonnello Verna

« OL/714/0p. Riferimento vostro 775 op. stà bette per vostro movimento che deve però spingersi sud Bengasi avvicinandosi Ghemines. Stabilite con nucleo motorizzato protezione immediatamente nord Bengasi contro provenienze Tocra . Tenete presente che notte

successiva dovrete assolutamente raggiungere Agedabia. Dislocazione Generale Bignami rimane immutata.- Gen. Tellera ».

In base agli ordini del Comando Armata, in tal modo completatisi nella giornata del 4 febbraio, furono diramate dal Comando XX corpo d'armata disposizioni operative (allegato 24) che sciogliendo la riserva d'Armata- prevedevano la dislocazione del grosso delle forze in zona Ghemines, con di sicurezza a Coefia, con,tro le provenienze della Litoranea e, a Regima, contro le provenienze da el Ahiar.

Il Comando Armata inoltre dispose direttamente perchè fosse rinforzato il presidio di Sceleidima (l) con una compagnia del XXI btg. carri M 13 ed una batteria del III gruppo del lOo reggimento artiglieria (del Raggruppamento «Bignami»), per fronteggiare le provenienze da Mechili - Msus e perchè fosse inviato un distaccamento da Agedabia ad Antelat per controllare le provenienze da Msus.

Ad Agedahia esisteva un forte presidio - da tempo costituito dal Comando Superiore A.S . - che avrebbe integrato lo schieramento di protezione della manovra di ripiegamento (2). L'ordine telefo nico del Gen. Tellera di rafforzare il presidio di Antelat fu ricevuto ad Agedabia verso le ore 10 del giorno 5. Il Comando del 1terri.torio sud cirenaico assicurò che lo squadrone motomitragliatrici era partito per Antel.at assieme ai pochi mezzi efficienti dei nuclei celeri.

Verso le ore 16, l'aviazione segnalava la presenza a Zaniet Msus di 46 autoblindo nemiche in marcia verso ovest. Altre informazioni confermavano, più tardi, il movimento nella stessa direzione di dette autoblindo e di carri armati in numero imprecisato.

Il Comando Armata, considerato il pericolo che questa azione rivelava, prescrisse, col seguente messaggio, che le nostre truppe proseguissero fino a Ghemines e, ivi giunte, si tenessero pronte a continuare eventualmente il movimento fino ad Agedabia:

(l) Il presidio cui era affidato lo sbarramento di Sceleidirna era costituico da una batteria da 75 / 27 da posizione; una batteria da 20 mm. ( 4 mitragliere con funzione controcarro) e un a compagnia mitraglieri libica.

(2) La difesa in atto ad Agedabia era costituita da 6 batterie d a 75 disio· care lungo jl perimetro difensivo della cc piazza )) avente uno sviluppo di ci rca 6 chilometri. Un fosso anticarro scavato nella sabbia di quel terreno piatto, in parte interrato, copriva la par.te nord ed est della città. Il presidio compren· deYa, okre il gruppo da 75/ 27, 2 batterie da 100/ 17, una compagnia libica, una compagnia motornitragliatrici libica ed un nucleo mobile.

IJ. - A.S.

« 01 / 422

46 autoblindo a Zaniet Msus. informazioni movimento anche carri armati stessa direzione molto pericolosa per noi. Occorre quindi che movimento vostre truppe sia proseguito sino Ghemines et che truppe siano pronte continuare eventualmente sino Agedabia. Seguiranno altre comu. . . mcaztom ».

Nel c.or.tempo, lo stesso Comando Armata disponeva che:

- fosse ulteriormente rinforzato lo sbarramento di Sceleidima con tutto il XXI btg. carri M 13 e con tutto il III gr. del 10° reggimento artiglieria e che di esso assumesse il comando il Gen. Bignami lasciando a Soluch il btg. « Brescia»;

- fosse inviato ad Antelat un reparto del genio col compito di disseminare mine su quel nodo di piste allo scopo di ostacolare e ritardare l'avanzata dei mezzi meccanizzati n emici.

Situazione de lle forze italiane la sera del 4 febbraio

La sera del 4 febbraio, le forze italiane erano

- grosso modo - ripartite in due blocchi: uno in copertura e uno, in ripiegamento (schizzo 21).

Erano in copertura (già in posto o in corso di schieramento):

- a nord, il Raggruppamento «Pasquali» al Villaggio d'Annunzio e, ad ovest di Barce, le unità a difesa dello sbarramento dell'D. Bacur;

- ad est, la Brigata corazzata, in movimento da Barce a el Abiar (l) e il presidio dello sbarramento di Regima;

- a sud-est, il Raggruppamento « Bignami » (già riserva mobile del Comando Superiore) dislocato a Sceleidima.

A protezione del fianco sinistro, e, poi, del rtergo dell'Armata, era stato costituito anche il Raggruppamento « Bergonzoli >> ( denomi-

( l ) A causa dell'impraticabilità della pista Barce · el Abiar il Raggruppa· mento cc Piana >> cd dementi autotrasportati ddla Brigata corazzata erano stati avviati in zona Regima, per la Litoranea, via Tocra · Bengasi.

4
- ore 19,30

nato poi Retroguardia Libia Orientale: R.L.O.) che doveva entrare in funzione alle ore O del 5 febbraio (1).

Erano in corso di ripiegamento, a scaglioni:

- Comando ed elementi delle truppe e servizi della 10a armata;

- Comando ed elementi delle truppe e servizi del XX corpo d'armata;

- Comando ed elementi della Divisione « Sabratha

- 10° reggimento bersaglieri;

- •truppe e servizi della «piazza» di Bengasi;

- personale del Comando Superiore e dell'Intendenza A.S.;

- personale della Marina e degli aeroporti;

- reparti vari (LV e XVIII btg. mitr., btg. di formazione dep. 115° ftr., btg. compi. Divisione « Cirene », XVII btg. libico);

- personale vario di governo, operai civili , famiglie ecc. sgomberati da Bengasi.

I movimenti si compirono regolarmente la sera del 4 e nella notte sul 5. Nessun disturbo fu recato dal nemico alle unità motorizzate del Gen. Della Bona e del Col. Pasquali, lungo la strada Barce - Bengasi. Sola reazione avversaria, un attacco di autoblindo contro unità di retroguardia schierate sulla 3a posizione, ad est di Barce, a sbarramento della rotabile:' l'atrt:acco venne respinto e il nemico subl la perdita di alcune autoblindo. Anche i trasporti, per ferrovia , da Barce a Bengasi, (gran parte dell'85o reggimento fanteria, XXV btg. mitraglieri, elementi vari d'artiglieria con un complesso di 90 ufficiali e 2225 uomini di truppa) avvennero r egolarmente.

Alle ore 21, il Comando XX corpo d'armata lasciò Barce in seguito ad ordine del Comando Armata.

(l) Il Raggruppamento << Bergonzoli >> fu, come già ricordato, costituito in primo tempo da elementi del Comando settore Derna, dalla Brigata coraz· zata (Geo. Babini), dal Raggruppamento art. dal gr. << Ferrara >> (dislocati nella zona d.i cl Abiar) e dal nucleo << Crucillà >> (dislocato ad est di Bengasi); alle ore 12 del 5 febbraio, gl.i fu assegnato anc he il VI btg. carri M 13 ( << Ornano»), anch'esso .in zona Bengasi.

Il terreno della battaglia

La battaglia fu combattu ta nei giorni 5, 6 e

7 febbraio a cavaliere della « Via Balbia ::. tra il km 60 e il km 35 da Agedabia.

L a « Via Balbia » da al km 71 si snoda i n terre no piatto; dal km. 71 al km 53 è fiancheggiata ad oriente da una leggera ondulazione che, distante dai 500 ai 100 m etri e sopraelevata di 3-4 motri , domina la zona; ai km 52 e 49 la strada procede su due legger e ondulazioni normali alla strada stessa; dal km 45 a l km 35, attraversa una serie di co nche di ampiezza variabile da 500 a 1500 metri e con dislivello minimo.

Il nornico che, provenendo da el Mechili - Antclat, precedeva con i suoi m ezzi corazzati le forze italiane nella zona della casa cantoniera del km 45, scelse appu nto questa serie di on dul azioni del terreno a cavaliere della strada per dare battaglia e tagliar la via per Agedabia.

Forze contrapposte all'inizio della battaglia

(5 febbraio)

FORZE ITALIA NE

Raggruppamento «Pasq uali » (ci rca 1.000 uomini):

Yz btg. paracadutisti, l comp. mitr.,

4 mi tr. da 20 mm.,

l g r . art. da 75/2 7 (9 pezzi),

3 cannoni da 47/32.

Retroguardia L ibia Orientale:

a) Elementi del Comando (circa 200 uomini):

2 pl. bers. motociclisti (18 motocicli), l autoblindo,

8 pezzi da 20 mm.

l. - GRUPPI MOBILI DI COPERTURA.

b) Brigata corazzata (circa 2.5 00 uomini con i servizi):

III e V btg. carri M 13 (20-30 carri),

VI btg. carri M 13 (45 carri),

12o rgt. art. << Savona» su 2 gruppi,

l btr. da 105/28 del XX rgt. art.,

l btr. da 75/CK del XX gruppo,

LXI btg. carri L (12 carri di cui 6 inefficienti), nucleo del LX btg. motociclisti (29 motocicli), 4 autoblinde.

c) Raggruppamento art. «Piana» (circa 1.800 uomini):

l gruppo da 105/28 su 3 btr.,

l gruppo da 75/27 su 3 btr.,

l gruppo misto (l btr. 75/27 e 3 sez. mitr. da 20).

d) Gruppo «Ferrara» (circa 700 uomimi):

l btr. da 75/27,

4 mtr. da 20 mm.,

4 cannoni da 47/32 .

e) Raggruppamento « Crucillà » (circa 600 uomini):

10 mtr. da 20 mm.,

4 cannoni da 47/32,

6 nuclei mtr. cal. 8.

Raggruppamento <<Bignami» (già riserva del Comando Superiore) (circa 1.600 uomini):

XXI btg. carri M 13 (36 carri),

l btg. mitr.,

l gruppo da 75/27 su 3 btr.

Il. - UNITÀ IN CORSO DI RIPIEOAMENTO (circa 3.500 uomini).

Su automezzi:

Comando 10a armata e Comando XX corpo d'armata.

Elementi della Divisione « Sabratha ».

Raggruppamento « M oech »:

l gruppo da 105/28 su 3 btr.,

2 gruppi da 75/27 su - 3 btr.,

2 ,btr. da 65/17,

l compagnia cannoni da 47/32 su 8 pezzi,

2 55

3 sez. da 20 mm. (6 pezzi), l compagnia mitraglieri.

Raggruppamento « Colpani »: l gruppo da 75/27 su 2 btr., l btr. da 65/17 su 6 pezzi, compagnia da 47/32 su 8 pezzi, 3 sez. da 20 mm. (6 pezzi).

Nucleo motorizzato «Allegri»:

l pl. bers. motociclisti, 2 sez. da 20 mm., 2 pl. da 47/32, l btr. da 65/17, l btr. da 75/27, l nucleo radio.

Repar ti dell'85o e dell'86o reggimento fanteria

IOo reggimento bersaglieri

Elementi della «piazza» di Bengasi e dell'Intendenza.

Appiedati, in attesa (o in mancanza) di automezzi (circa 8.000 uomini dislocati tra Barce - Bengasi - Solluch - Ghemines):

Elementi della Divisione « Sabratha ».

Reparti de11'85o e dell'86o rgt. fitr.

Btg. compi. della Divisione « Cirene ».

Btg. mitr. della Divisione «Brescia».

Btg. mitr. della D ivisione « Savon<li ».

Btg. di formazione del deposito 11 5o rgt. fanteria « Marmarica ».

Elementi vari dei servizi ecc.

FORZE BRITANNICHE

Le for ze britanniche erano amicolate in due masse:

- una massa nord, secondaria, motomeccanizzata, in movimento lungo la costiera, attestata all'Dadi el Cuf, in attesa del riattam ento della grande interruzione stradale: aveva il compito di occupare Bengasi.

Era costituita: della 6a divisio n e australiana; del 7o rgt. ussari; di aliquote d'artiglieria in rinforzo; di aliquote truppe tecniche;

- una m assa sud, principale, corazzata, in movimento dalla zona di Mechili verso sud-ovest, preceduta da un'avanguardia celere che, a lle 5 pom eridiane del giorno 4, aveva già raggiunto ed occupato Msus.

Risultava ripartita in:

- grosso : 7a divisione cor azzata; altri reparti corazzati (1); a liquote truppe tecniche e gruppo sostegno.

- avanguardia: 1r ussari corazzato; 2a brigata fucilieri, motorizzata; 4° e 106° rgt. artiglieria.

Appare superfluo soffermarsi ancora sulle caratteristiche delle forze coll'trapposte. Basti qui considerare che alle Grandi Unità organiche britanniche, co n prevalenza di u nità corazzate, facevano riscontro, da parte nostra, raggruppamenti tattici di circostanza, complessi di unità diverse, scossi dai precede nti rovesci, dalla crisi dei trasporti, dalla inadeguata q ualità dell'armamento; che inoltre, la nostra inferiorità in mezzi corazzati era divenuta ancora più sensibile a causa del frazionamento dei carri su ampio spazio durante i combattime nti della ritirata.

Inten dimenti opera ti vi Dopo l'occupazione del sistema Derna- Medel n emico chili (27-30 gennaio), il Comando britannico supponeva (2) che avremmo opposto resistenza a Bengasi; si apprestava pertanto ad attaccare la città da nordest, seguendo la strada settentrion ale e ad aggirarla da sud, con forze corazzate.

(l) Il nostro Servizio Informazioni ave,-a segnalato l'esistenza in Egitto eli una seconda Divisione corazzat::t britannica. Di fatto, essa giunse con i primi carri a Mechili quando la battaglia nel su d bengasino era già conclus::t. Ciò determinò un ricorrente errore di valutazione nelle situazioni presunte. La suddetta unità è indicata sovente come 78 divisione bis, più di rado come 4a o come za divisione cor::tzzata nel carteggio A.S. La denominazione delle Brigate britllnnic hc in V II c IV e l'esistenza di forze corazzate non indiv<i· sionate avranno, presumibilmeme, concorso a confermare nei nostri il ri corrente errore di val utazione. Pertanto, chiameremo ((altri reparti corazzati '' quelle unità corazzate che erano state individuate sul campo di battaglia, oltre la 7a di visione corazzata.

(2) (( L1 distruzione di un esercito n Monografia pubblicata dal Ministero Informazioni inglese per conto del Ministero della Guerra.

«Da stata un'avanzata lenta delle forze corazzate, avanti per 150 miglia, allo scopo di tagliare una ritirata da Erano stati calcolati diversi giorni di viaggio per compiere tale percorso, sia in del stato sia dare ai urvizi la possibilità di stabilire dei depositi. Si ritetzeva che IO giorni sarebbero stati sufficienti per impiantare a Mechili depositi di rifornimento di ogni genere» (1).

Avute notizie dell'abbandono della capitale cirenaica, il Comando britannico decise di accelerare il movimento del Corpo corazzato da Mechili verso il mare nell'intento di tagliare la ritirata alle supe rstiti unità della lOa armata.

« Durante la notte 26-2 7 gennaio - dice il Gen. W avell (l)il nemico di Mechili si ritirò verso nord-ovest in direzione di Slonta, subendo perdite da parte della Divisiotze corazzata e della Royal Air Force. Il fianco nemico a Derna si trovava così scoperto, e la strada del deserto verso Bengasi aperta. Ma la 73 divisione corazzata era ora ridotta a 50 carri incrociatori e 95 leggeri e la situazione dei nostri nell'area avanzata non permetteva ancora nessmz progresso.

« lo dìsctusi la situazione col O' Connor, ed approvai un piano per u11a rapida avanzata da parte della Divisione corazzata e di un Gruppo di Brigate di fanterie a del Gebel el Achdar presso la strada del deserto e per tagliare quella a st-td di Bengasi, mentre il resto del contingente avrebbe premuto il nemico lungo la strada

« L'avanzata doveva essere effettuata non appena la situazione dei rifornimenti l'avesse consentito, cioè, secondo i nostri calcoli, verso il 12 febbraio, data in cui si attendeva anche l'arrivo di un reparto fresco di carri incrociatori...

« N elle prime ore del 30 gennaio, il tzemico si ritirò dalle sue posizioni avanzate a est di Derna, mentre teneva ancora il terreno sull'Uadi Lunedì 3 febbraio, la ricognizione aerea accertò, senza alcun dubbio, che il nemico aveva deciso di ritirarsi ulteriormente. Lun ghe colonne marciavano verso ovest, carri armati venivano caricati su treni a Barce, mentre una cessazione generale delle ostilità indicava che si stavano abbandonatldo gli aerodromi a sud di Ben-

( l) Gen . WAvEu : rapporto citalO.

gasi. Fu perciò deciso dì muovere immediatamente marciando attraverso il deserto senza attendere completamenti di forze e sistemazioni di rifornimenti» (l).

Visione schematica della battaglia ( schizzo 21)

L'avanzata della massa britannica nord era ritardata sensibilmente dalle nostre interruzioni nonostante l'esistenza della duplice comunicazione asfaltata nel tra>tto Lamluda - Barce che offrì al nemico la possibiHtà di aggirare l'interruzione di maggiore efficacia sull'Dadi el Cuf. Questa, attuata nella notte sul 4 - insieme ad altra praticata un chilometro ad est di Maddalenacostringeva l'avversario ad incanalare il movimento sulla sola gebelica sud, interrotta, a sua volta, in corrispondenza dei tornanti ad est di Barce (nei pressi del monumento ai Caduti).

I primi carri leggeri giungevano a Barce verso le ore 14,30 del giorno 5 e proseguivano dirotti a Bengasi. Ma, a causa della nostra interruzione sulla strada Barce- Tocra, in corrispondenza dello Uadi Bacur, essi non potevano raggiungere Bengasi (dichiarata città aperta e sgomberata dai nostri il giorno 5) prima del pomeriggio del giorno

6. Tale ritardo impediva alle forze britanniche della « massa nord » di intervenire nella battaglia nel sud bengasino (2).

La «massa sud » agiva preceduta da una avanguardia celere corazzata.

Questa avanguardia, agli ordini del Generale Creagh, proveniente da Mechili, arrivava, alle 17 del giorno 4, a Msus; proseguiva, dopo breve sosta, in direzione sud - sud-ovest raggiungendo - alle

!( l) Nel rapporto del Gen. O' Connor al riguardo è detto: « La seconda Divisione corazzata tuttavia era destinata a dare il cambio alla 7a quando si fosse presentata un'opportunità favorevole. Tanto per cominciare si comunicò che 2 reggimenti con circa 100 carri pesanti appartenenti a questa Divisione erano già in cammino per N fronte e sarebbero giunti a M echili circa il 7 e il 9 (feb(Jraio) rispettivamente. ltl vista della imminenza delle operazioni, si ritenne op· portuno di servirsi di questi 2 reggimenti piuttosto come reggimenti di rinforzo che di ricambio».

(2) O ltre le interruzioni già ricordate altre ne furono effettuate: al b.ivio L a mlud a - Ras el Hilal; s ull a pjsta Derna - Alba el Fagcr, s u lla strada di accesso in galleria all'ancoraggio dj Ras el HilaJ, sulla strada Oirene - Apol lonia in cor risponden za del ciglione, sulla pista Tolemaide- T ocra e infine sulla linea ferrodaria Barcc - el Abiar - Bengasi.

2 59

12,40 del 5 - la strada costiera circa 35 • 40 chilometri a nord di Agedabia; faceva quindi fronte a nord, attaccava la nostra ava nguar· dia e la disorganizzava distruggendone in gra n parte gli automezzi.

Il grosso della « massa sud», costituito dal Corpo corazzato agli ordini del Gen. O' Connor, raggiungeva Msus alle ore l d el 5 feb· braio; di qui muoveva a ventaglio verso ovest e sud ovest; una co. lonna, nello stesso pomeriggio del 5, effettuava puntate, con mezzi corazzati appoggiati da artiglieria, contro il Raggruppam ento del Gen. Bignami a Sccleidima; il giorno seguente avanzava verso So· luch. Altre colonne durante la gionnata del 6 attaccavano sul fianco lungo la Litoranea le forze in marcia a sud di Ghemines: soverchiavano il grosso del XX corpo d'armata tra i km 38 e 55, ma non riuscivano ad avere ragione del Raggruppamento c Bergonzoli » attaccato ripetutamente tra i km 80 e 55; il mattino del 7 circondavano ed annientavano nei pressi del km 38 anche i resti della Retroguardia Libia Oriontale che, n ella notte, avevano tentato, invano, una deviazione verso Zuetina.

LA BATTAGLIA NEL SUD BENGASINO

(5 • 7 fEBBRAIO 1941)

VIli

Gli ordini emanati per la giornata del 5 febbraio

Il mattino del giorno 5 la situazione delle truppe del Gebel era quella segnalata dal Generale Cona al Comando di Armata, con il seguente messaggio:

5 febbraio 1941

Novità ore 8. 10° reggimento bersaglieri, gruppo « Co/pani », (t VII gruppo 75/46 già Ùl zona Ghemines. Segue gruppo «Allegri • il quale più mobile addestrato et armato ha ordine di proseguire su Soluch. Raggruppamento « Mo ech • alle ore 5 sfilava con la testa per Bengasi. Raggruppamento « Pasquali » già a Coefia. VI btg. carri M 13 che chiude la marcia, alle ore 6 passava per T ocra. Brigata corazzata in movimento verso Regima - Generale Cona.

Il Comandante del XX corpo d'armata, in relazione alla possibilità di un incontro co n le forze avversarie, segnalate (il giorno 4) in movimento da M sus verso ovest e sud-ovest e confermate in avanzata su An telat (il reparto del genio non a veva potuto effettuare lo sbarramento di mine avendo .trovato la già occupata dal nemico) modificava ancora le dipendenze delle forze del Gebel per la marcia da Ghe mines ad Agedabia asseg nando al Gen. Della Bona i l 10o reggimento bersaglieri ed il nucleo celere «Allegri » e al Gen. Bergonzoli il VI btg. carri M 13.

Tra le ore 9 e le 10, impar tiva i seguenti ordi ni verbali al Gen

Della Bona:

- assumere il comando dei reparti già in sosta a Ghemines : R aggruppame n to motorizzato « Moech »; Raggruppamento motori zzato « Colpani »; 10° reggimento bersaglieri autotrasportato; nucleo celere « Allegri » ;

CoMANDO 10a ARMATA

- occupare con dette truppe Agedabia e organizzarla a difesa allo scopo di dar tempo alle re9tanti truppe della lOa armata di sfilare verso la Sirte, sotto la protezione di Agedabia;

- valersi, per tale difesa, anche delle truppe del presidio di Agedabia, alle dipendenze del Col. Aimone Cat, ma non interferire negli ordini che qu esti, quale comandante del settore territoriale di Agedabia, aveva ricevuto precedentemente dal Comando Superiore della Libia (1).

Al Gen. Bergonzoli, invece, comunicava per iscriHo:

CoMANDO XX CoRPo o'ARMATA

UFFICIO 0P.ERAZIONI

All'Ecc. Bergonzoli

e, per conoscenza:

Al Comando lOa armata

Al Generale Della Bona

Al Generale Villanis

Bengasi, 5 febbraio 1941

Nella previsione che presto il Corpo d'armata prosegua movimento su Agedabia è opportuno che sia iniziato movimento ripiegamento delle vostre truppe prima ancora ddl'imbrunire in modo da dimintJire la distanza tra esse e le altre truppe del Corpo d'armata dirette verso sud. La Brigata corazzata sarà la retroguardia del Corpo d'armata. Il movimento a sud di Bengasi dovrà essere iniziato in ogni caso dopo l'avvenuto sfilamento del Raggruppamento che est a Coefia. Poco ad est di Bengasi troverete VI btg. carri M 13 il quale passa senz'altro alle vostre dipendenze. Preavviso che tappa notturna sarà regolata da Voi in base alla situazione e alle possibilità logistiche della Brigata corazzata. Rifornimento carburanti a Lete. L'ordine di brillamento delle interruziot1i di Regima è di vostra competenza.

Il Generale di Corpo d'Armata Coman da nte Ferdinando Cona

(l) Queste notizie sono tratte dalla relazione del Gen. Della Bona. Il Gen. Cona nella su3 relazione, dice: « Tra le 9 e le 10, furono dati i seguenti ordini ... al Gen. Della Bona per fonogramma e verbalmente percbè le unità 3Ì suoi ordini proseguissero da Ghernines su Agedabia >>.

In mattinata tul!ti gli uomini de11 '85o e 86o rgt. fanteria che erano stati autotrasportati a Ghemines, venivano avviati, su autocarri, ad Agedabia, che raggiun gevano senza opposizione da parte nemica (1). La precedente comunicazione trasmessa alle ore 9 al Gen. Bergonwli veniva integrata successivamente dai seguenti ordini:

CoMANDO XX CoRPo o'ARMATA

Fonogramma a mano

N. 801 di prot.

All'Ecc. Bergonzoli

5 febbraio 1941 - ore 14

Situazione che .sta .sviluppandosi impone il più .sollecito movimento per raggiungere Agedabia ove già aliquote questo Corpo armata .sono .state avviate. Truppe vostri ordini pertanto dovranno iniziare movimento al più presto possibile coprendo con un plotone, l'ultimo itz arrivo del VI btg. carri M 13, l'abitato di Bengasi .sino alle ore 19,30. Durante vostto .spostamento verso Agedabia Gen erale Bignami terrà occupaziotJe Scdeidima sino notte inoltrata. Corpo armata durante notte tutto in marcia su Agedabia.

5 febbraio 1941 -ore 15,20

All'Ecc. Generale Bergonzoli

N. 803 Op. - Seguito mio 802/0p. odierno. Chieste informazioni a Comando Armata comunica che ordine ripiegamento truppe a .sbarramento fisso Regima deve essere dato da V.E. Stesso Comando informa che per lo .sgombero ten. col. Crispini già dispone di 14 autocarri dei nuclei mobili. Il materiale che non potrà essere tra.sp01·-

(l) Questi due reggimenti, già di presidio in località varie della zona Derna · Berta - ChauJan, in dipendenza dell'ordine generale di ripiegamemo emanato il 29 gennaio, avevano effettuato, parte su automezzi, parte con lunghe marce. il mo\·imenro sino a Barce, testa della linea ferroviaria per Bengasi e Soluch. Da Barcc avreb bero dovuto, secondo gl'intendimenti del Comando IO" armata, raggiun gere: Bengasi, per ferrovia e, Tripoli, via mare. Mancata tale possibilità, i vari battaglioni furono diretti, parte. in treno, su Soluch, parte, su automezzi o a piedi, su Ghemines. Tutti i reparti che poterono essere auto· carrati a Ghemincs, raggiunsero la Tripolitania senza opposizione nemica; quelli che si attardarono a Soluch in attesa degli automezzi occorrenti per il loro tr asporto, furono coinvolti nella sorte delle altre forze attaccate dal nemico, e, isolatamente, sopraffatti.

tato dovrà essere distrutto. Prego anche di facilitare tale sgombro fruendo, come già comunicato, anche di qualche posto disponibile presso unità dipendenti da V.E. - Generale Cona.

Lo sbarramento fisso di Re gima era costituito da una compagnia fucilieri, una compagnia libica, 3 plotoni mitraglieri, una lbatleria da 75, 4 sezioni da 20 e 3 nuclei mobili che disponevano di 14 autocarri.

L'azione nemica contro l'avanguardia e il grosso della colonna

Le unità che erano a rrivate il mattino del 5 a Ghemines non avevano potuto riprendere subito la marcia su Agedabia per scarsità di carburanti. Verso le ore 13, dopo che l'Inrtendenza d'Armata e!)be modo di far giungere l'occorrente, il nucleo motorizzato «Allegri» e il 10° reggimento bersaglieri pavtirono in avanguardia.

I Raggruppamenti « Moech » e« Colpani » invece ricevettero l'ordine di sostare a Ghemines; si sarebbero mossi in un secondo tempo, diotro disposizione diretta del Corpo d'Armata.

La situazione delle truppe alle 14,30 venne notificata dal Gen. Tellera al Comando Superiore A.S. con il seguente telegramma: c Gruppo "Allegri " e 10o rgt. bersaglieri nei pressi Agedabia. Gruppo "Moech" e gruppo "Colpani " zona Ghemines pronti a muovere. Gruppo "Pasquali " presso Bengasi. Truppe Bergonzoli con Brigata corazzata iniziato ripiegamento da Regima. Situazione ancora buona>> (schizzo 22).

Il Comando della Divisione « Sabratha » seguiva il movimento del 10° reggimento bersaglieri, risaliva la colonna e, prima d elle ore 15, ne raggiungeva la !testa, quasi all'altezza di Sidi Gibrin; precedendo le truppe si pontava, quindi, ad Agedabia per rendersi conto della difesa in atto e per le predisposizioni del caso in vista dell'arrivo dell'autocolonna.

Mentre impartiva gli ordini per lo schieramento al Comando del 10° reggimento bersaglieri il Gen. Della Bona appre ndeva da un bersaglie re motociclista che carri armati i nglesi, apparsi improvvisamente sulla rotabile a circa 30 chilometri da Agedabia, avevano attaccato la colonna in movimento e le avevano precluso l'ulteriore deflusso.

Il nucleo motorizzato « Allegri » marciando in testa alla colonna era stato, infatti, attaccato da autoblindo nemiche all'altezza del km 35 da Agedabia. Schierati i suoi mezzi di fuoco, aveva reagito vio-

lentemente e dopo aver subito poche perdite (3 feriti) e catturato l autoblindo e 2 prigionieri aveva raggiunto Agedabia, con parte dci suoi elementi verso le 15,30 (1). sul luogo dello scontro, i n seguito ad ordine del Gen. Della Bona, per riprendere contatto con l'autocolonna e concorrere al forzamento dell'anello che si era appena chiuso, si spingeva oltre il km 40, ma incontrati lungo la strada soltanto autocarri distrutti o in fiamme , rientrava nella notte in Agedabia.

Diversa fu la sorte del 10° reggimento bersaglieri. Attaccato, circa le ore 14,30, a cavaliere della rotabile (tra il km 44 e il km 42) da una grossa formazione di autoblindo (40 unità circa) il bantaglione di testa (XXXIV) subiva gravi perdite. Intervenuti successivamente gli altri 2 btg. (XVI e XXXV), il combattimento si estendeva sul fianco sinistro protraendosi fino al calar della notte. Autoblindo e batterie nemiche riuscivano a colpire gran parte degli automezzi incolonnati sulla strada. Accertata la distruzione quasi .totale degli automezzi, i resti del reggimento si dirigevano, nella notJte, a piedi, verso Zuetina. Raggiunsero nelle prime ore del pomeriggio del 6 la ridotta (ove erano confinate numerose famiglie di sudditi greci, maltesi e ebrei e dove erano anche affluiti profughi di Bengasi) ed ivi vennero catturati alle 18,30.

La ripresa del movimento del grosso fu decisa alle 15,30.

Il Comando di Armata a tale ora ordinava al Gen. Cona (in Bengasi) di proseguire « a tutta velocità» e disponeva che i Raggruppamenti « Colpani » e « Moech » abbandonassero Ghemines e ripiegassero rapidamente ve rso sud, che il Raggruppamento « Pasquali » si ·trasferisse ad Agedabia con la massima quantità possibile di acqua e benzina. Metteva, infine, a disposizione del Gen. Cona il gruppo « Bignami », che alle ore 15 aveva comunicato di essere a contatto con numerose autoblindo.

Il gen. Cona impartiva i seguenti ordini :

5 febbraio - ore 15,45

«Ordini dati telegraficamente al Gen. Bignami (passato alle dipenden z e del XX corpo d'armata) ad ore 15,45.

(l) « Comando Divis-ione Sabratha a Comando N ami. - A utob/ìndo ati· versarie fatto azioni disturbo su rotabile verso km 35 ore 15,30 circa. Gruppo cc Allegri >> intervenuto habet catturato una autoblindo et due prigionieri. G e· naale D ella Bona. Z.O. 5-2-194 1 - Ore 16 " ·

18. • A.S.

«XX corpo d'armata deve muovere su Agedabia, in modo da raggiunger/a al più presto: alcune unità di esso sono già in quella zona, altre in movimento. Vostre truppe terranno la posizione di Sceleidima sino alle ore 20; quindi ripiegheranno per Soluch su Agedabia coprendosi in retroguardia. Mov imento avverrà con probabilità prima della Brigata corazzata proveniente da El Regima, la quale pertanto costituirà retroguardia del Corpo d'm·mata tenendo a sua volta il VI btg. carri M 13 come coda della retroguardia. - Gen. Cona».

Alle ore 17,30, dopo che il Gen. Tellera aveva dato istruzioni e consegne alle autorità civili e religiose che rimanevano a Bengasi, il Comando di Armata lasciava la città insieme con il Comando dd XX corpo d'armata.

Mentre ciò avveniva « la situazione del XIII Corpo br:ittannico era, in riassunto, la seguente (1):

a) la 6a divisione australiana stava incalzando duramente il nemico - 60a divisione (2) - in ritirata luogo la costa fra Derna e Barce (3);

b) il distaccamento settentrionale della 7a divisione corazzata si andava attestando sulla strada principale ad ovest di Soluch dopo aver superato la resistenza nemica a Sceleidima (4);

c) la IV brigarta corazzata stava avvicinandosi a Beda Fomm;

d) il distaccamento meridionale della 7a divisione corazzata fin dalle ore 12 si trovava a cavaliere delle due strade principali a sud-ovest di Beda Fomm, con pattuglie corazzate, tanto a nord che a sud;

e) il resto della 7a divisione corazzata si ttrovava nella zona di Antelat;

f) il Comando avanzato del Xlii cor-po d'armata stava marciando o si trovava a Msus » .

Frattanto il Gen. Della Bona, da Agedabia, aveva confermato al Comando di Armata la presenza di autoblindo nemiche ad Antelat:

{l) Gen. W avell - Rapporto citato.

(l) Divisione << Sabratha ».

{3) Nel pomeriggio del 5 le truppe italiane erano tutte oltre Barcc.

(4) Il presidio di &eleidima lasciò Io sbarramento, come da ordine ricevuto, poco dopo le ore 20.

5 febbraio 1941- ore 15,50

« Generale Della Bona segnala da Agedabia.

«Aviazione Col. Aimone Cat segnala: ore 12 circa 100 mezzi tra autocarri e autoblindo in zona Antelat. - Cap. Tirelli >>.

Verso le 19, alcuni ufficiali del Comando Divisione « Sabratha », sfuggiti all'accerchiame111to, riferivano al Comando XX corpo d'armata sugli eventi del 10° reggimento bersaglieri.

La piccola autocolonna dei due Comandi (Armata e XX corpo d'armata) faceva una breve sosta a Ghemines; ripresa la marcia, incontrava autocarri e autobus carichi di militari e civili, che, già diretti ad Agedabia, erano 1tornati indietro per sottrarsi ali' azione di autoblindo e carri armati nemici. Oltrepassato il Raggruppamento « Pasquali» all'altezza del bivio di Sidi Amed el Magrum, superata la zona di un recente scontro (automezzi in fiamme o abbandonati) e raggiunto - circa le ore 20,30 - il km 55, veniva bloccata sulla rotabile dalla coda del Raggruppamento << Moech » ferma, da circa 3 ore, perchè la testa della colonna - Raggruppamento « Col pani»aveva urtato contro ingenti forze nemiche.

Quasi alla stessa ora (20,30), il Ra ggruppamento «Bignami » iniziava il movimento per inserirsi nella colonna del Corpo d'armata; da notare che questa unità, nel pomeriggio, era stata sottoposta a fuoco di artiglieria nemica ed aveva respinto qualche carro che si era avvicinato allo sbarramento di Sceleidima. Il Raggruppamento arrivava a Soluch dopo che ne era già partito il battaglione mitraglieri « Brescia», raggiungeva la camionabile alle ore zero del giorno 6 e si inseriva nella colonna principale, dietro al Raggruppamento « Pasquali» , con il III gruppo del lOo reggimento artiglieria (2 batterie) e con personale e materiali dello sbarramento di Sceleidima, che era stato possibile caricare sugli autocarri disponibili.

Dal XXI battaglione carri M 13 il Raggruppamento si era allontanato, in base agli ordini ricevuti, a cagione della limitata velocità di marcia del reparto che giunse poi a Soluch alle ore 4 circa e sulla rotabile verso le ore 6.

La marcia della Retrogu ardia Libia Orientale (R.L.O.)

Il movimento del Raggruppameillto « Bergonzoli » (R.L.O.) dalla zona el Abiar - Bengasi a quella a sud di Ghemines ebbe inizio verso il tramonto, dalle seguenti località:

- Raggruppamento « Crucillà » e VI btg. carri M 13 da Bengasi;

- Comando della R.L.O. da Benina;

- Raggruppamei1Jto « Piana», Brigata corazzata, gruppo« Ferrara>> da el Abiar.

La Brigata corazzata, oltrepassata Regima, doveva far saltare le interruzioni e portare con sè quel presidio.

Il movimento lungo la pista el Ahiar - Benina era reso difficile soprattutto dai tornanti della pista stessa in corrispondenza del gradino di Regima, ove il breve raggio di curvatura obbligava le artiglierie a lunghe e manovre. Il !terreno adiacente, essendo roccioso, non consentiva alcun movimento di automezzi fuori strada.

Il movimento sulla rotabile, a sud di Bengasi, era ostacolato e rallentato dalla ingente quantità di autoveicoli d'ogni specie che il frettoloso abbandono della città aveva riversaJto sulla strada.

Comunque, Ghemines veniva raggiunta:

- alle ore 22 dal Raggruppamento « Crucillà >> (1),

- alle ore 23 dal V I lbtg. carri M 13 (1),

- alle ore 24 dal Comando della R.L.O.,

- nelle prime ore del 6 febbraio dal Raggruppamento «Piana»,

- alle ore 10 dalla Brigata corazzata e dal gruppo «Ferrara».

Durante questa prima fase del ripiegamento la R.L.O. non ebbe molestie nè terrestri n è aeree, da parte del nemico.

Nessuna comunicazione le giunse sugli sviluppi della situazione fino alla mezzanollte.

(l) I due reparti, ragg iun to Gbemine-s, avevano ordine di andarsi a di · sporre ad est dell'abitato (verso Soluch) per proteggere il ripiegamento del Raggruppamento cc Bignami l> da Sceleidima.

Gli ordini del Comando XX Corpo d'Armata e del Comando Armata la sera del 5 febbraio (schizzo 16 h)

Al km 55 d ella Litoranea il Gen . Cona, vagliate la situazione e le possibilità operative dell'avversario contro le nostre forze incolonnate sulla strada a sud di Ghemines, considerava l'opportunità di riunire gli elem enti esistenti in Agedabia, per muovere con essi verso nord, all'alba del giorno 6. Questa azione, quand'anche effettuata con poche forze, avrebbe costituito a suo avviso una sorpresa per l'avversario e avrebbe potuto m odificare la situazione.

Mentre si concretavano le modalità esecutive per l'attuazione di tale tentativo, giun geva notizia che i reparti del presidio di Agedabia, in seguito ad ordine del Comando Superiore, avevano già iniziato il ripiegamento sulla Sirtica.

In merito a questo ripiegamento nella relazione del Gen. Cona si legge: «Sull'autenticità dell'ordine del Comando Superiore di ritirata nella Sirtica, sono stati espressi fondati dubbi in quanto tale ordine, richiesto più tardi sia al Comatzdo Superiore, sia al Comando Presidio di Agedabia, non ftJ mai esibito:..

Dalla documentazione in possesso dell'Uffi cio Storico risulta cht:, la stessa sera del 5, il Maresciallo Graziani, informato dal Comando Armata della presenza di 50 autoblindo nemiche in zona Antelat, dell'ordine impartito al Comando del territorio sud cirenaica di rinforzare quel presidio e della situazione delle varie colonne ripieganti alle 14,30 (situazione ritenuta dal Gen. Tellera « ancora buona »), orientava (ore 19) il Comandante del territorio sud cirenaica sul probabile obiettivo nemico (la Litoranea) e gli ordinava di prendere tutlte l e misure del caso e di sorve gliare attentamente tutte le provenienze, specie verso nord e nord-est.

Il Comando Armata aveva, a sua volta, ordinato al col. Aimone Cat di resistere sul posto con le proprie truppe in attesa del reg gimento bersaglieri e del nucleo « Allegri » che sarebbero gi unti verso le ore 14 e sarebbero stati seguiti dall'intero XX corpo d'armata.

La decisione di ripiegare sarebbe stata presa a tarda sera secondo questo telegramma del col. Aimone Cat: « Intercetta zioni nemiche davatto ore 20 notizia molti cannoni et armi. Ultimi elementi sfuggiti, ahhandotwndo strada verso mare, tratzsìtati Agedahia ore 22. Cotl i 12 autocarri a disposizione e con autocarri nuclà et squadroni efficienti disposto per ritiro 5 batterie su el Agheila. Agedabia bombardata violetJtemente ore 22. In iziata marcia ore 24. Giunto el Agheila ore 5. Gen. Della Botla giutzgerà ... Sirte » .

In un successivo rapporto dello stesso giorno 6 al Comando Super iore, il col. Aimone Cat precisava che verso le ore 23, rientrato Jl gruppo «Allegri», vista la situazione irreparabile e dato che il Gen. Della Bona gli aveva lasciata libertà d'azione, aveva deciso di ripiegare, inviando a Marada il nucleo di el Agheila in attesa delle forze di Gialo, alle qual i aveva ordinato di ripiegare su el Agheila per Marada.

Il Gen. Della Bona, a sua volta in una relazione in data 31 ' agosto 1941 confermava nei seguenti termini:

«Prima di dare il via (alle truppe del presidio) me ne tornai col mio solo capo di S. M. allo sbarramento posto alle prime case di Agedabia, e constatato che nulla più arrivava a nord, diedi - era passata la mezzanotte - il nulla osta alla colonna Aimone Cat per la partenza per el Agheila :. .

Comunque, la situazione appariva allora particolarmente difficile e non suscettibile di miglioramento immediato, perchè le forze nemiche motorizzate e corazzate avevano piena possibilità di manovra su ltUtlto il terreno circostante la strada, mentre le nostre, montate su automezzi, erano legate a1la rotabil e. Per di più, una moltitudine disordinata di militari di enti diversi e di civili si era &ammischiata alla colonna in marcia, provocando confusione e difficoltà : erano militari di truppa appai'tenti alle più svariate unità, alle compagnie lavoratori e ai servizi d'illltendenza; era personale dell'aviazione e della marina; erano uomini, donne e bambini provenienti da Bengasi su ltorpedo ni e automezzi di ogni tipo.

Circa le ore 22, mentre in testa alla colonna alcune batterie in posizione fuori della strada svolgevano azioni di sbarramento e di arresto, il Comandante del XX corpo d'armata inviava ordini al Gen. Bergonzoli e al Gen. Bignami perchè spedissero subito avanti un battaglione carri M 13 o, almeno, una compagnia.

Il Comandante dell'Armata approvava le disposizioni prese e prescriveva che :

- se i carri armati fossero giunti prima delle ore 4 del 6 febbraio, si sarebbe attaccato con essi per aprirsi la via verso Agedabia;

-in caso contrario si sarebbe assunto, col (avorc dell'oscurità, un dispositivo di fermata protetta, schierando i mezzi di fuoco e dislocando gli automezzi fuori strada.

D etto dispositivo veniva attuato a partire dalle ore 3,30.

272

La giornata del 6. L'azione contro il grosso della colonna

Nella notte buia, agitata da forte vento proveniente dal mare e da raffiche di pioggia battente, il nemico non svolgeva alcuna attività. Alle 7,30 del mattino, giungevano al km 55 (ove si trovava il Comando del XX corpo d'armata) i carri del VI ·batJtaglione insieme al Comandante dell'Armata che, con la propria autovettura, si era portato verso Ghemines per verificare e sollecitare l'esecuzione dell'ordine predetto.

Il Gen. Tellera, che non aveva potuto raggiungere il XXI btg. carri M 13, decideva di rinnovare il tentativo di aprirsi la strada per Agedabia col solo appoggio del VI batJtaglione, senza attendere le altre truppe del Gen. Bergonzoli e, in particolare, la Brigata coraz.. zata, la quale non avrebbe avuto la possibilità di arrivare che nel tardo pomeriggio.

L 'attacco contro i mezzi corazzati nemici schierati sul costone del km 52, normale alla « Balbia ,, veniva iniziato senza indugio, con una compagnia carri in testa allo schieramento, una compagnia, su ciascun fianco e una a 1tergo. Dopo breve combattimento, i carri nemici si dileguavano &a le ondulazioni del terreno e la marcia dei nostri poteva riprendere lungo la rotabile, sulla quale gli automezzi andavano via via incolonnandosi. Il battaglione carri precedeva schierato su una fronte di 700 - 800 metri; seguivano il Raggruppamento « Col (1), i Comandi della 10° armata e del XX corpo d'armata, i Raggruppamenti c Moech :) e La sicurezza sul fianco sinistro era affida:ta ad un battaglione libico che muoveva a cavaliere di una ondulazione del terreno ad oriente della (j: Via Balbia :) e ad essa parallela (schizzo 22 c).

Oltrepassata la zona dei combatJtimenti, tra i chilometri 45 e 42, e gi unti verso il km 40 (ore 10,30) la colonna veniva investita, improvvisamente, sul fianco da fuoco di artiglieria, mentre autoblindo e carri armalti irrompevano sulla testa.

Il brusco arresto dava luogo ad ostruzioni e frammischiamenti di autoveicoli. Lo sbandamento di elementi non combattenti, in cerca di salvezza verso il mare, causava confusione in taluni reparti. Qualche ballteria riusciva, tuttavia, a prendere posizione a cavaliere della strada ed apriva il fuoco, mentre i carri armati del VI battaglione, che per minore velocità di marcia erano rimasti alquanto indietro, raggiungevano nuovamente la colonna e muovevano al contrattacco.

2 73
(l) I Raggruppamenti cc Colpani » e cc Moech » nella notte si erano, in gran parte, frammischiati.

La loro azione non aveva però successo, in quanto preponderanti forze nemiche (carri armati, artiglieria e mezzi controcarro), già in posizione sulle alture che circondavano da sud e da est la zona della Bottega Araba, li mettevano fuori combattimento quasi tutti, in breve l!:empo

Fallito questo tentativo, non rimaneva che cercare di resistere sul posto in atJtesa che giungesse la Brigata corazzata con le altre truppe del Gen. Bergonzoli.

Allora il Geo. Tellera, come già aveva fatto la sera precedente, si recava di persona a solleciJt:are e indirizzare il movimen:to dell'unica un1tà idonea a contrapporsi ai mezzi contro i quali la colonna aveva urtato; mo01tava un carro armato per risalire lo stretto e profondo schieramento ormai immobilizzato, ma si scontrava, durante il percorso, con una formazione corazzata n emica impegnata contro nostri elementi e veniva ferito mortalmente.

Verso le ore 12, l'avversario riusciva a chiudere anche da nord il cerchio di fuoco attorno allo scaglione investito.

In siffatta situazione, par.te del Ra ggruppamento « Pasquali » ed elementi del Raggruppamento « Moech » dirottavano per la pista verso Zuetina, che corre tra il mare e la Litoranea, ma erano fermati, battuti e dispersi dal nemico che, ormai, si era saldamente insediato con le sue unità corazzate e le sue artiglierie sulle alture della zona tra la Bottega Araba ed il mare.

A cavaliere della rotabile reagivano all'azione nemica: in testa alla colonna, le batterie del Raggruppamento «Col pani», che riuscivano a me!Jtere io posizione alcuni pezzi; al centro della colonna, le batterie da 75/27 del Raggruppamefllto « Moech ». Una resistenza si localizzava anche nella casa cantoniera presso il km 45 ove si erano raccolti, insieme ad alcuni ufficiali generali, nuclei di militari dei Raggruppamenti << Colpani e Moech », molJti dei quali feriti; n e aveva assunto il comando il Gen. Villanis del Comando Armata. Tale resistenza cessava verso le ore 14, dopo esaurite le scarse munizioni dei pochi pezzi schierati nei pressi della cantoniera stessa.

Questi avvenime01ti concludevano i combattimenti nella zona dei chilometri 40 - 45. Il nemico quindi si limitava a sorvegliare, con autoblindo, il campo di battaglia, per impedire qualunque tentativo di nostri reparti di proseguire su Agedabia, mentre, con altre forz.e corazzate, muoveva verso nord attraverso il .terreno adiacente alla rotabile, per attaccare i successivi scaglioni della colonna in ripiegamento.

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Fra i km 55 e 60, l'avversario, con improvviso attacco, investiva sul fianco sinistro il Raggru ppamento «Bignami :. : p er correndo n ei due sensi, a brevissima distanza, il terreno al lato della strada e, facendo fuoco continuo con le mitragliatrici, n e arrestava il movimento e, serrandolo sempre più dappresso, ne disgr egava la compagi n e rendendo vana ogni sua reazione.

L'azione co n tro l a R etrogu ard i a Libia O ri entale

Il Gen. Bergonzoli, all'alba del 6, aveva presso di sè a Ghemines solamente gli elem enti del Comando Retroguardia Libia Orientale e il Raggruppamento « Piana>; la Brigata corazzata e il gruppo « Ferrara> avevano appena oltrepassato Bengas i. Da est non era segnalata la presenza del n emico; da sud, ancora nessuna notizia. Alle 8, il Comandante decideva di i niziare il movimento col Raggruppamento « Piana » ad andatura lenta, per dar tempo alla Brigata corazzata di serrare sotto. Alle 10, la testa della retroguardia era circa 25 chilometri a sud di Ghemines fiancheggiata, sul lato sinistro, dal XXl ba&aglione carri, prove niente da Sceleidima - Soluch. Il col. Piana, avuta notizia che la colonna del Generale Cona era stata investita, accelerava il movimento. Improvvisamente, autoblindo e carri armati a ttaccavano lo scaglione; artiglierie già in posizione lo batJtevano da ogni parte. Il XXI battaglione carri M 13 che, d ' ini ziativa, si era portato sulle alture ad est della rotabile, subiva il primo urto nemico e veniva pressochè distrutto ; il suo Comanda01te cadeva sul campo. Tutte le armi del Raggr uppamento motorizzato (mitragliere da 20, pezzi da 47/32 e da 75/27) che stava per sup erar e una sellet!ta, facevano fro nte all'attacco che le forze corazzate britanniche rinnovarono du e volte con manovra alternata ad azioni di fuoco; quindi il nemico ripiegò.

Giungeva allora al posto di medicazione d el Raggruppamento una autovet tura con il Gen. Tellera fer ito ( l).

Verso m ezzogiorno, il Gc n. Bcrgonzoli decideva di riprendere la marcia col seguente dispositivo (schizzo 22 d):

- grosso della Retroguardia: scaglionato sulla rotabile, con le armi e le artiglierie pronte ad entrare in azion e in tempo minimo;

(l) Accompagnato da un uffi ciale medico, in autoambulanza, al più Yicino ospedale da campo, vi modva l'indomani, 7 febbraio, verso le ore 6,30.

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- sicurezza: in testa, alcune pattuglie di motociclisti e le armi controcarro del I gruppo misto del Raggruppamento « Piana » ; sul fianco esposto, un doppio fiancheggiamento di mezzi corazzati; in coda, le armi controcarro del gruppo « Ferrara »;

- impedimenta e servizi: avviati lungo la pista costiera chè porta a Zuetina.

Non appena iniziato il movimento verso sud, gruppi di carri armati nemici apparvero a distanza di 2 - 3 chilometri. L'attacco, appoggiato da artiglieria, si accese in coda alla Retroguardia. La pronta reazione delle nostre batterie e l'inizio di un contrattacco da parte di nostre formazioni corazzate, indussero i carri nemici ad allontanarsi; alcuni di essi rimasero tuttavia immobilizzati e gli equipaggi vennero catturati.

Dopo un paio di chilometri di marcia, veniva investito il centro della formazione: qualche nostro carro era colpito, ma l'assalto veniva egualmente respinto e il nemico, per la terza volta, ripiegava verso est.

Il quarto attacco della giornata, sferrato circa le ore 16, contro la testa della formazione e sussidiato da un'azione concomitante verso la coda della colonna, fu il più violento per intensità e durata. Invariata la condotta: breve, ma intensa preparazione di artiglieria e contemporanea irruzione di carri da più direzioni, a ondate successìve.

Il Raggruppamento «Piana», presso il km 55, scavalcata una colonna di automezzi fermi che ingombrava la strada e il terreno circostante, prendeva nuovamente posizione fronte a sud, sud-est; la Brigata corazzata serrava sot1to e prolungava, con le proprie artiglierie, lo schieramento del Raggruppamento; i carri M 13 del batJtaglione fiancheggiante contrattaccavano i carri nemici. Però, altre ondate di mezzi corazzati sopravvenivano a rinforzo di questi e l ' azione si faceva più serrata mentre le batterie sparavano a zero. Il nemico, mantenendo la pressione sul nostro fianco sinistro, concen trava le forze provenienti da sud tra la rotabile e il mare, dando alla Retroguardia Li:bia Orientale la sensazione di essere ormai tagliata fuori dalle altre unità del Corpo d'armata.

A questo punto, il Gen. Bergonzoli decideva di agire a più largo raggio sul .fianco del nemico con una adeguata aliquota di carri della Brigata corazzata: dopo una serie di violenti scontri, al cader della notte, l'avversario si disimpegnava, ripiegando verso sud.

Deviazione della Retroguardia Libia Orientale verso Zuetina

Verso le ore 18 il Comandante la Retro' guardia Libia Oriental e, co n siderato che l'accerchiamento delle sue unità da nord, da est e da sud era già in atto, ritenuto che le probabilità di successo, in uno scontro decisivo, erano minime, per la sproporzione delle forze, per la tattica dell'avversario che riusciva ad immobilizzarci senza lasciarsi agganciare, per l'ora ormai avanzata, sentito anche il parere del Gen. Babini, decideva :

«Al Ge11erale Babini - Al Colonnello Pirma - Al Ten. Col. Crispitzi

c: 88 - 6-2- 1941 -ore 17. - I combattimenti di oggi mi hamzo convinto che il nemico ha tagliato le comunicazioni dirette con Agedabia per la Litoranea. Ogni tentativo di raggiungere l'obiettivo per tale via resterebbe infruttuoso, come ha dimostrato il combattimento del pomeriggio. Ho deciso di raggiungere Agedabia per la pista a mare. Il Raggruppamento «Piana.. schiererà tutte le sue artiglierie mlle attuali posizioni e aiuterà, con azione vivace contro i mezzi mecc.lnizzati e le autoblindo nemiche, l'azione della Brigata corazzata che marcerà in testa, iniziando il movimento alle ore 18. Vostra Signoria, assolto il compito, cercherà di raggiungermi per la stessa strada.Gen . Bergon zoli ».

Il movimento del grosso si effot!tuava su due colonne: una, di destra, costituita dai carri residui del III e V battaglione, da una btr. 65/17, una compagnia cannoni da 47/32 e du e sezioni mitragliere da 20 m.m.; una, di sinistra, costituita dal 12• re ggimento art. con altri elementi autotraspontati. La colonna di destra, incontrando il nemico, doveva impegnarsi a fondo mentre, quella di sinistra, doveva cercare di infiltrarsi fra le maglie dello schieramento avversario e procedere verso Agedabia.

La marcia della colonna di d estra era resa oltremodo lenta dal cattivo stato della pista, dall'in g rombro dei servizi disseminati lungo il percorso, dalla pioggia e dal buio; verso la m ezzanotte, la testa aveva copento appena una ventina di chilometri c poco dopo, essa era bloccata da una rete di campi minati. Le incognite della situazione e del terreno, i risultati incerti e contradditori dell'esplorazione e della ricognizione, inducevano il Comandante a non avventurarsi in ulteriori movimenti e ad attendere l'alba per affrontare, in condizioni di schieramento più il nemico che, nel frattempo ,

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era riuscito ad inserirsi tra la Brigata corazzata e il Raggruppamento « Piana l)

La colonna di sinistra, riusciva in parte a infiltrarsi tra le formazioni nemiche e a farsi strada tra l'ammasso di materiali abbandonati: atJtraverso campi di concentramento di prigionieri e col gruppo da 100 e una batteria da 20 mm. raggiungeva Agcdabia.

I resti del Ra ggruppa mento «Piana» (pochi autocarri, pochi pezzi, poche munizioni), assolto il proprio çompito, si dirigevano verso il mare per raggiungere la Brigata corazzata. Nella nott:e buia, arrivati in terreno dunoso, alcuni autocarri si arenavano, altri si disperd evano nella oscurità ed era no da un distaccamento nemico.

La giornata del 7 fcb- Alle prime luci d ell 'alba, la ricogrnz10ne braio confermava l'esistenza verso sud di tutta una rete d i zone minate. Il Gen. Bergonzoli in conseguenza, scartava l'idea di proseguire per Zuetina e decideva di puntare verso sud-est con tutti i mezzi disponibili, nella speranza di aprire una breccia nel dispositivo n emico che, n ella notte e nelle prime ore del mattino, aveva attaccato ed eliminato il nucleo di R cgima, il Raggruppamento c: Piana», il II gruppo da 75/27 del 12° reggimento artiglieria ed i servizi della Brigata corazzata.

alla Retroguardia Libia Orientale:

- il nucleo comando (15 motociclette, una autoblindo, 4 mitr. da 20 mm.);

- 7 carri L del LX battaglione;

- 35 carri M 13 del III e V battaglione.

Il movimento di queste forze veniva subito ri levato dall'avversario che intensificava il fuoco d 'artiglieria. Appena raggiunta la via Balbia, all'altezza del km 38, al fuoco di artiglieria si aggiungeva quello di numerose armi controcarro: i primi nostri carri M 13 che attaccavano quelli nemici già individuati, erano subilto colpiti ed immobilizzati. La nostra retroguardia, logora, esausta, del tutlto sprovvista di artiglieria, si <trovava, evidentemente, di fronte alla massa del Corpo corazzato britannico.

Nel raggio di poche centinaia di metri si profilavano alcune alture dunose che, apparentemente non occupate dal n emico, sembrava offrissero un buon dominio tattico: il Comandante della retro guardia

ordinava di far massa in quella direzione, per un estremo tentativo di sfondamento o, quanto meno, per un'estrema resistenza. Il concentramento verso le dune dei superstiti mezzi corazzati veniva effettuato con larghi movimenti da nord-ovest a malgrado l'opposizione di numerosi carri britannici; la posizione veniva raggiun ta verso le ore 8, ma il nemico era in agguato sul rovescio e la sua artiglieria iniziava immediatamente un violento fuoco su rutta la zona.

« La difesa fu messa a dura prova - scrive il Gen. O' Connori carri armati italiani penetrava11o fino al gran quartiere della Brigata fucilieri, prima che fossero respinti con gravi perdite, inflitte loro, soprattutto, dalle batterie controcarro: questo era realmente la fine».

Nelle pieghe del 1terreno, ·tra la « Via Balbia » e le aLture dunose, trovavansi co ncentramenti di soldati italiani (ormai prigionieri), con numerosi civili (operai, donne, bambini) catturati nei due giorni precedenti, guardati da sentinelle inglesi, che si allontanavano all'avvicinarsi dei nostri (Raggruppam ento c Bergonzoli » ): il tiro a zone del nemico, diretto contro le formazioni corazzate, si abbatteva anche su di loro.

Esaurita ogni possibilità d'azione, co n siderato che un'ulteriore resistenza si sarebbe risolta in un inutile massacro di vite umane, il Gen. Bergonzoli ordinava di cessare il fuoco.

Si com piva così il destino della Brigata corazzata; gli ultimi carri venivano catltUrati col Geo. Bergonzoli, contemporaneamen te al Comando e ad elementi del XX corpo d'armata che, in quella locali tà, erano stati impegnati il giorno precedente (1).

(l) ll Gen. W avd ncl suo rapporto, più volte ciraro, così riassume gli av· ,·enimenri del 6 e del 7 febbraio:

(( Fin dalle prime ore del mollino del 6 febbraio, cominciaro110 ad apparire le colonne principali ru:miche, e duri combattimenti si svolsero per tu/lo il gi()NJO, perchè gruppi nemici susseguentisi, compreso un grande numero di carri armati, tentavano di passare a forza attraverso la 4a brigata corazzata, rinforzata pùì tardi dalla 7a ( l • R.T.R.). 84 di essi vennero messi fuori combattimento du · rante gli scon tri di quel giorno. Al cader della notte, la situazione era immutata. La situazione del nemico era disperata, con UTUl caotica maua di veicoli inchiodati su una lunghezza di almeno 20 miglia sulle strade fra le nostre Brigate corazzate del sud e il distaccamento settentrionale ru:lla ::ona di Soluch, che ora cominciava a convergere verso sud-ovest. T a/uni gruppi nemici avevano però cercato di sfuggire alla 43 brigata corazzata, marciando attraverso la zona delle duru: fra la strada principale ed il mare. Specialmente tm gruppo com -

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La lOa armata italiana aveva cessato di esistere.

Erano riusciti a sottrarsi alla cattura soltanto 7000 nazionali e 1300 libici con 460 armi automatiche, 60 mortai, 13 pezzi da 20 mm., 17 da 47/32, 9 da 65/17, 20 da 75/27 e 20 da 100/ 17.

Il Comando del Medio Oriente annunciava di aver catturato 130.000 prigionieri, 400 carri armati e 1200 cannoni.

Il numero dei prigionieri alquanto arrotondato (1), comprendeva, verosimilmente, una notevole aliquota di militari feriti e di civili; fra i carri armati, erano staiti inclusi i carri L ed i carri M inefficienti e utilizzati come centri di fuoco.

La nostra aeronautica durante i l ripiegamento dalla linea DernaBerta - Mechili

Iniziatosi il rapido ripiegamento delle nostre 1truppe dalla linea Derna - Berta - M echili, si impose lo sgombero dei campi di aviazione di Maraua, Apollonia e Barce e il trasferimento della c caccia > e della c ricognizione» nella zona a sud di Bengasi

Il continuo, prolungato logorìo de gli uomini e dei m ezzi, inducevano poi il Comandante della V squadra aerea a lasciare in Cirenaica un comando .tattico con la forza effettiva di un gruppo da 'bombardamento e di due gruppi da caccia, mentre egli stesso si dedicava in posto, al ricupero degli apparecchi (il più prezioso dei nostri materiali): i 35 Cr 42, da revisionare, venivano imbarcati a Bengasi su 2 piroscafi dirotti in Italia; altri trenta apparecchi da caccia, con motori in condizioni precarie, e riparabili in ditta, erano rimessi, provvisoriamente, in efficienza, tanto da poter essere trasportati in posto di carri armati fortemente appoggiati da fanteria, attaccò ript:tutamt:nte il distaccamento meridionale, rinforzato ora da una terza batteria a cavallo, durante la notte 6-7 febbraio e il primo mattino del 7 febbraio. ln tutto nove attacchi furono sferrati contro la za brigata fucilieri e bt:nchè una volta dei carri armati riuscissero a penetrare nella zona della compagnia di riserva, tutti vennero respimi. Questi attacchi nemici furono condotti con considerevole energia, ma mancavano di coordinazione. ll } 0 R.T.R. (7a brigata corazzata), era stato posto ai comando del distaccamento meridionale al mattino del 7 febbraio, ma non arrivò in tempo per prendere parte a questo combattimt:nto. Poco dopo falba del 7 febbraio un ultimo tentativo fu fatto da 30 carri armati nemici pt:r sfondare. Quando esso definitivamente fal/1, il generale Bergonzo/i si arrese ».

(l) Il 2 marzo, in un invito alla resa lanciato al presidio di Giarabub, il Comando britannico ne annunciava 115.000.

volo: 27 giungevano in Tripolitania, 3 rimanevano danneggiati nel trasporto. Si dovevano invece sacrificare, in vari campi, numerosi S 79 che, inefficienti, non potevano levarsi in volo. In un campo civetta, predisposto presso Benina per ivi attirare l'offesa nemica, erano raccolti numerosi S 81, Breda 88 e Ca 310 fuori uso o radiati .

DallO giugno 1940 alS febbraio 1941, la V squadra aerea (esclusi i reparti dell'aviazione d'osservazione aerea per l'Esercito e dell'aviazione da ricognizione per la Marina e i reparti aereo-sahariani) aveva perduto 564 velivoli, di cui, circa 200, per offese del nemico in volo ed al suolo ed i rimanenti per incidenti di volo, per vetustà (S 81, Breda 65, Cr 32, Ca 113) e per impossibilità di ricupero durante il ripiegameruto.

L'avanzata britannica L'offensiva britannica si arrestò sulle soglie si arresta alla Sirtica della Sir.tica; l'avversario spinse elementi meccanizzati fino ad el Agheila ma, menomato nella sua efficienza operativa, non osò proseguire verso ovest quando la conquista dell'intero territorio libico avrebbe modificato la situazione strategica in tutto il bacino Mediterraneo.

Fra le ragioni che contribuirono a spegn ere l'impeto offensivo del n emico può indubbiamente annoverarsi la sotrt:razione di forze che il Comando britannico dovette effettuare a favore dello scacchiere balcanico; ma essa non incideva notevolmente sulle unità corazzate schierate sul fronte libico, in quanto si trattava principalmente di unità di trasporto e di la voro e di artiglierie contraeree.

Le unità corazzate si esaurirono, invece, in due mesi di aspri combattimenti, si logorarono per risparmiare gli uomini che seguivano motorizzati: <<La 7a divisione corazzata prese parte a tutte le operazioni al termine delle quali era praticamente ischeletrita >>, scrisse il Gen. Wavell, che però ebbe il privilegio di poter affermare che le perdite britanniche erano state estremamente leggere ed ammontavano a soli 500 morti, 1373 feriti, 53 ,dispersi.

Il Gen. O' Connor si rammaricò, in vece, dell'arresto dell'offensiva: «Spetta alla storia - egli scrisse - svelare se le operazioni sarebbero state fattibili. E' facile la scienza del poi, ma noi eravamo tutti amareggiati che non si fosse tentata l'impresa».

281

ORDINI E DIRETTIVE PER LA DIFESA DELLA TRIPOLITANIA.

ATTIVITA' NEL SAHARA LIBICO E A GIARABUB

IX.
19. - A.S.
l" ..... ....,......"',..,.., l

Ordini del Comando Superiore e direttive di massima del Comando Supremo: 6 febbraio 1941

Svanita ogni possibilità di recuperare altre truppe dalla Cirenaica, il Maresciallo Graziani, già nel pomeriggio del 6, aveva ordinato:

6 febbraio 1941

« Comando Presidio Agheila

« 01/1519/0p. Per col. Aimone Cat. 6 febbraio ore 18,15. Ricevuto promemoria mezzo Della Bona. Confermo mio ordine 01/ 151 6 et cioè ripiegamento totalitario immediato da Agheila su Sirte senza attendere elementi Gialo per quali sarà provveduto in secondo tempo. Ricuperate anche N ufilia. Autocarri che vi invio ora sono saliti at trenta che prevedo giungeranno nella nottata . In attesa questi autocarri cominciate subito ad avviare Sirte quanti pit't elementi potete. Stazione radio deve funzionare fino all'ultimo momento. Assicurate. - Graziani>>.

N ello stesso pomeriggio del giorno 6, inolue, il Comandante Superiore in A.S. aveva disposto che :·

- il Gen. Gariboldi, tùtimata la sua missione a Sirte (v. pag. 242), affidasse al Gen. Cotronei il comando di quello sbarramento avanzato di « arresto temporaneo>> a protezione del ripiegamento delle forze da el Agheila;

- lo stesso Generale Garibaldi, prima di rientrare a Tripoli, compisse personalmente una ricognizione della posizione del Mergheb verso sud, in vista della costituzione in sito di un robusto sbarramento;

- il Gen. Della Bona assumesse il Comando del presidio di Homs e provvedesse al riordinamento degli ufficiali e delle truppe in sosta ed alla disciplina del personale militare in transito.

Lo stesso giorno, tenuto conto dello sviluppo che avevano preso gli avvenimenti nonchè degli intendimenti operativi britannici secondo le ultime notizie raccolte al Cairo dal S.l.M. - proseguire l'offensiva in Libia sino ad impossessarsi di Tripoli ed eliminare ogni base italiana delle coste africane del Mediterraneo (allegato 25)- il Comando Supremo emanava- a firma di Mussolini to 26) - le direttive operative che qui di seguito si sintetizzano:

- effettuare la difesa della Tripolìtania il più lontano possibile da Tripoli allo scopo di tenere gl'Inglesi lontani dal porto dove dovevano sbarcare i rinforzi a noi necessari; di avere la possibilità di proteggere più efficacemente le basi aeree; di costringere gl'Inglesi a combattere col deseril:o alle spalle;

- lasciare poche forze a difesa della piazza di Tripoli ed in copertura alla frontiera occidentale (si riteneva poco probabile una azione in forze dalla Tunisia);

- impiegare le unità motomeccanizzate italiane e tedesche

- fìnchè possibile per intere Divisioni - sempre offensivamente: in primo tempo, nelle difese ritardatrici della Sirte; in secondo tempo, quale riserva di manovra per agire sul fianco e sul tergo del netruco;

- tenere presente l'importanza delle oasi di Socna e di Zcllat, per l'azione che, a1ttraverso esse, gl'Inglesi avrebbero potuto sviluppare sul fianco e sul tergo del nostro schieramento;

- curare la sorveglianza e la difesa costiera e disporre sbarramenti di mine specie nel tratto Misuralta - Homs;

-far battere dall'aviazione, quanto più intensamente e continuamente possibile, le più importanti basi della Cirenaica per rallentare l'avanzata degli Inglesi.

Proposte del Maresciallo Graziani al Comando Supremo: 9

febbraio

Alle diret1ive del Comando Supremo il Maresciallo Graziani rispondeva (allegato 27) che esse si riferivano soprantutto alla si'tuazione che si sarebbe realizzata con l'arrivo delle Grandi Unità in affluenza, ma che, tenuto conto dei mezzi di cui disponeva in quel momento, aveva impa11tito le seguenti disposizioni (l):

(l) Per la toponom ascica vds. schiz zo I.

- costituzione di un settore Sirte con funzione di primo arresto;

- con le truppe defluite dalla Cirenaica, costituzione di un forte caposaldo sulla linea del Mergheb, ad Homs, a sbarramento della Litoranea e della strada per Gussabalt;

- impiego della Divisione «Ariete» in riserva mobile, con il compito di manovrare sul fianco e sul tergo del nemico da Tarhuna per Gussabat, da Beni Ulid per Zliten (l);

- impiego delle Divisioni di fanteria della Tripolitania nel campo trincerato di Tripoli.

N el contempo, il Comandante Superiore in A. S. metteva in rilievo che :

- il terreno tra Sirte e Homs non presentava alcun appiglio tattico;

- il nemico avrebbe potuto facilmente ripetere la consueta manovra di infiltrazione ed aggiramento;

- non si poteva contare sulle difficoltà logistiche che l'avversario avrebbe incontrato perchè la larga di mezzi meccanizzati gli offriva la possibilità di superarle;

- Sirte poteva, topograficamel1'te, paragonarsi a Sidi el Barrani e, pertanto, un forte schieramento avanzato a Sirte sarebbe stato esposto alla stessa fine dallo schieramento avanzato di Sidi el Barrani;

- il terreno verso Misurata e Zliten, con gli appigli offerti dalle oasi, offriva buone possibilità per una guerriglia con mezzi autoblindati;

- la linea del Mergheb, avendo sufficiente robustezza naturale, consentiva possibilittà di contromanovra o di manovra a seconda

(l) Consistenza della Divisione « Ariete » il 9 febbraio:

l rgt. carristi (32°) su 3 btg. carri L;

1 rgt. bersag lieri (8°) su 3 btg. (l motociclisti, 2 autoportati);

l rgt. artiglieria (132 ); l cp del genio; 2 autoreparti; servizi: con un totale (cons.iderando reintegrati i mezzj perduti per incidenti al piroscafo « Du.isburg JJ) di 278 ufficiali, 5.400 sottufficiali e truppa, 760 automezzi, 117 carri L (dei quali 24 lanciafiamme), 24 cannoni da 75/ 27, 16 cannoni da 47/ 32; 16 cannoni da 20 mm.; 20 cannoni da 37/45, 103 mototricicli, 600 motocicli (i mezzi perduti non ancora sostituiti il 9 febbraio erano: 40 autocarri, 38 motocicli, 80 motocicli biposto, 2 autofficine, l autosoccorso, 2 pezzi da 47/ 32, 5 stazioni R.F. 3/ C).

che il n emico intendesse aggirarla o, invece, investirla per il complesso stradale Tarhuna- Homs.

Per concludere, sintetizzava così il propno concetto operativo:

« Trattenere il nemico sino a che possibile nella Sirtica non preoccupandosi di dover perdere alfine Misurata e Zlìten. Attrarlo sotto il caposaldo di Mergheb. Attaccarlo a tergo o sul fianco allorquando lo abborderà. Contrattaccarlo qualora intendesse, invece, (1).

Affermava infine, che per trattenere il nemico nel fratrt:empo, si doveva far conto soltanto sull'aviazione, che era invece inefficiente.

L'indomani, il Maresciallo Graziani, nel documento qui di seguito riportato, fissava le sue ultime direttive operative per il Comandante della sa armata, il Comandante della V aerosquadra, il Generale lflltendente e il Comandante Superiore Genio:

«Riassumo e preciso le direttive cui deve essere informata la nostra azione per contrastare l'eventuale avanzata nemica verso ovest:

l o - funzione del presidio di Sirte: mantenere il contatto col nemico e trattener/o il a lungo possibile ritardatJdone con ogni mezzo la marcia; qualora premuto da forze soverchianti, disimpegnarsi opponendo successive resistenze a cavaliere della Litoranea.

(l) Nel Memoriale del Graziani si legge il seguente commento:

cc In sostanza io pensavo:

-o gli Inglesi arrivano ad Agedabia in condizioni di forze, mezzi e rifornimenti tali da gettarsi subito su Sirte, ed allora inviar loro incontro delle truppe quali erano quelle tre Divisioni ancora rimaste nel campo trincerato di Tripoli, prive di salmcrie, munite scarsamente di automezzi, depauperate già di molte armi passate alla HP armata, senza alcun ausilio di mezzi corazzati, significava esporle ad un sicuro inutile sacrificio e tanto valeva tenerle alla mano per un impiego migliore;

-o g l'Inglesi, al contrario, giungono ad Agedabia in condizioni di non poter procedere innanzi se non con piccoli elementi eli esplorazione e sono costretti ad una sosta per riordinamento ed allora è sufficiente il dispositivo da me inizialmente fissato.

cc Di questo dispo-sitivo io prevedevo però l'evoluzione al giungere delic unità corazzate tedesche come è chiaramente enunciato nel mio [elegramma 01 / 1580 del 9 febbraio che dice testualmente: in rif/(:ttono soprattutto la .ritua:::ione si avrà a//orchè saranno giunte le grandi unità in affluenza. Intanto, tenuto conto dci di cui oggi si dispone, ho impartito disposizioni già in atto... ».

Forze a disposizione: tutte quelle oggi presenti a Sirte, compreso lo intero 2o reggimento artiglieria edere;

2o - funzione dello sbarramento Homs - Gussabat, in atto di costituzione con le truppe defiuite dalla Cirenaica: arrestare l'avanzata nemica sia verso Tripoli e sia verso Tarhuna;

3° - compito della Divisione corazzata « Ariete»: teneni pronta a manovrare sul fianco del nemico qualora dovesse abbordare lo sbarramento Hom s - Gussabat. Pertanto si concentri subito a Tarhuna unitamente a qualche arma controcarro che il Comando della S" Armata riterrà possibile sottrarre ai settori di copertura (Tripoli, Z uara e N alut);

4° - compiti del campo trincerato di Tripoli: mettersi nella massima efficienza possibile e studiare la costituziorle di qualche colotma mobile - con solo mezzi di fuoco - per. eventuale manovra fuori del campo trincerato;

5o - compito dell'aviazione, di vitalissima importanza in questa fase: tenere sotto continuo controllo i movimenti del nemico sulla Litoranea e ritardarne con ogni mezzo la eventuale

Inviava infine un messaggio al Comandante del presidio di GiarabubJ ultima fiaccola di resistonza ancora accesa nel deserto Marmarico, !asciandolo libero di regolarsi a seconda delle contingenze.

L'Il, lasciava la Libia rientrando in volo in Italia (1).

(l) Fin dal giorno 8, il MaresciaUo Graziani aveva domandato di essere esonerato da ogni in<:arico con il seguente te1egramma: << Duu, gli ultimi av· venimcnti hanno fortemente depresso i miei nervi e le mie forze, tanto da non conseruirmi di tenere più il comando nella pienezza delle mie facoltà. Se per falso semimento di amor proprio tacessi, mi sentirei grandemente colpevole. Ho cercato in tutti i modi di far comprendere la verità. Non sono stato ascoltato. Sono sicuro che una nuova energia potrà rendere assai pir't di me nella fase risolutiva delle operazioni, che qui si preparano n

1n considerazione dei motivi addotti, aveva accettato le dimissioni. Con lettera in data 14, accettava anche le dimissioni del Maresciallo Grada C apo di S. M dell'Esercito.

Conferma delle diret- L'Il febbraio, Mussolini - considerato che, rive emanate da l Comando Supremo dopo i recenti avvenimenti, non era da escludere da parte dei Britannici un'avanzata verso Tripoli, per gli evidenti vantaggi di carattere strategico che ne sarebbero loro derivati - indicava al Generale Guzzoni (allegato 28) i provvedimenti da adontare in am:esa che le nostre forze fossero potenziate:

« ...effettuare uno schieramento che si presti alla resistenza e permetta la manovra;

- preparare campi di mine;

- chiedere all'aviazione uno sforzo immediato e dì massa (non inferiore a 500 velivoli fra italiani e tedeschi) che agisca, sul campo strategico bombardando incessantemente i porti della Cirenaica e sul campo tattico contro colonne avanzanti.

«Nell'attesa che le forze te"estri siano pronte all'azione è solo con l'arma aerea che si può e deve eliminare la minaccia su Tripoli ».

In linea di massima confermava così le precedenti direttive, emanate in data 6 febbraio (allegato 26 ).

Conseguentemente, il Comando Supremo studiava il possibile schieramento delle forze (allegato 29) e indicava:

- la posizione Misurata - U. Sofeggin - Mizda, come la più idonea per una batlaglia d'arresto;

- la zona di Tarhuna come la più adatta per mett:ere la Divisione « Ariete » in condizioni di poter essere avviata in qualsiasi settore per manovrare negli intervalli dei capisaldi costituiti dalle Divisioni o sventare qualsiasi 1tentativo di sbarco tra Misurata e T ripoli.

Nel contempo segnalava l'opportunità di rinforzare convenientemente i presidi di Sirte, Zella e Socna, dando loro compito di resistenza a oltranza; aggiungendo che, ad ultimato sbarco del Corpo corazzato tedesco, la posizione principale si sarebbe potuta spostare più avanti- per esempio sulla linea U. Bei el Chebir- Bu Ngemdislocando il Corpo ,tedesco nell'oasi di Socna.

Lo stesso giorno 11 il Comando Supremo, vagliate le diff icoltà rappresentate dal Maresciallo Graziani, le considerava gravissime, ma eccessive, forse perchè le direttive del Duce contrastavano con gli orientamenti già in atto nello scacchiere. .Pe11tanto, ritenuto che,

limitando la difesa al campo trincerato di Tripoli , non si sarebbe potuto avere uno schieramento di reparti aerei adeguato per una efficace azione operativa dell'aviazione, il Comando Supremo così concludeva :

- la Tripolitania non può essere difesa con le sole forze in posto; necessita il rinforzo, almeno, del Corpo corazzato tedesco, di previsto invio;

- compi1to immediato delle forze in posto è di guadagnare il tempo occorre01te perchè i rinforzi arrivino; necessita perciò guadagnare tempo anche nella Sirte ed il più avanti a costo di sacrificare qualche unità;

- ridursi alla difesa del campo trincerato non servirebbe a nuJla.

In relazione a ciò, lo stesso Comando Supremo confermava al Comando Superiore FF.AA. Africa Settentrionale le direttive emanate, il giorno 6, precisando che il grosso delle forze doveva essere schierato il più avanti possibile (almeno oltre Misurata) e che azioni ritardatrici dovevano essere effettuate nella Sirtica, anche ad oriente di Sirte, allo scopo di guadagnar tempo per l' arrivo dei rinforzi (aerei, corazzati e motorizzati) e spazio per lo schieramento dei reparti aerei. Nel contempo, si assicurava che l'aviazione avrebbe ripreso la sua completa efficienza al più tardi entro dieci giorni con un complesso di circa 350 apparecchi italiani e tedeschi.

Lo stesso giorno, venivano diramate le direttive concordate per l'impiego delle truppe 1tedesche in Libia.

L'indomani partiva dall'Italia per la Libia una Missione ted esca per esaminare la situazione e determinare in posto, d'accordo col Gen. Gariboldi , le posizioni da occupare da parte del Corpo corazzato tedesco destinato in Libia.

La Missione, presieduta dal Geo. Rommel, Comandante, ed accompagnata dal Gen. Roatta, Capo di S.M. dell'Esercito, esprimeva (allegato 30) il seguente giudizio:

- la Tripolitania può essere tenuta soltanto portando la difesa avanti all'altezza di Sirte, in modo che il n emico debba agire nel deserto e la nostra aviazione abbia la possibilità di ostacolarlo partendo da campi molto vicini situati fra Sir.te e la regione di Misurata;

- una difesa sulla linea Homs - Gussabat - Tarhuna consentirebbe al nemico di costituire basi al di qua del deserto mentre il nostro schieramento aeronautico risulterebbe molto meno efficace. La Missione ammetteva che lo schieramento avanzato comportava dei rischi e pertanto si impegnava a far accelerare l' afflusso delle unità germaniche. Faceva, però, presenrt:e che nel caso fosse decisa la difesa sulla linea arretrata Homs - Tarhuna la questione doveva essere nuovamente sottoposta al Fiihrer

La valutazione della Missione tedesca corrispondeva alla visione operativa del nostro Comando Supremo.

Il Gen. Roatta esponeva detto punto di vista al Gen. Gariboldi il quale, tenuto conto degli accordi intervenuti a Roma, pur confermando le difficoltà di mezzi e di terreno già messe in evidenza dal Maresciallo Graziani, decideva (allegato 31):

- di dislocare la Divisione «Pavia » a Sirte, in rinforzo a quello sbarramento; la Divisione «Ariete» nella zona Tamed Hassan

- Buerat - Gheddahia; la Divisione «Bologna » a capisaldi lungo la Litoranea, per collegamento tra la « Pavia » e l' c Ariete >;

- di completare lo sbarramento di Homs con l'invio della Divisione c Brescia • sul la linea Tarhuna - Gussabat;

- di inviare a Garian un nucleo di elementi mobili con mezzi controcarro;

di inviare a Zellat una colonna autocarrata, in attesa dello arrivo dei distaccamenti, in ripiegamento da Gialo ed Augila.

In sintesi, adottava il seguente schieramento:

- massa di arresto nella zona Sirte - Buerat;

- linea prudenziale: Homs - Tarhuna;

- campo trincerato di Tripoli, semplice vigilanza;

- nucleo di protezione al Garian;

- normale copertura verso ovest;

- Sahara libico: forze normali, colonna autocarrata a Zellat.

Il Comando Supremo approvava le disposizioni prese.

I primi elementi del Corpo corazzato .tedesco - che risultò composto di una Divisione leggera (rinforzata da un reggimento carri armati) e di una Divisione corazzata - sbarcarono a Tripol i all'alba del 15.

La situazione delle forze contrapposte il 15 febbraio è riportata nello schizzo 23.

L'azione contro Murzuch e gli altri presidi del F ezzan ( 11 - 13 gennaio)

Murzuch, sede di tenenza dei carabinieri, era presidiata da l compagnia mi•traglieri da posizione e disponeva di 3 velivoli tipo « Ghibli». D alla tenenza dei carabinieri dipendevano, oltre la locale stazione, quelle di Traghen, Umm el Araneb, Zuila, el Gatrun, Tegerhi, Bend Beia e il posto fisso di Uan el Chebir (1).

L'li gennaio, Murzuch veniva attaccata da una trentina di autoblindo cui un fuoruscito libico faceva da guida.

Il presidio, col to di sorpresa, reagiva, ma il nemico riusciva ad incendiare l'aviorimessa e a distruggere i 3 aerei (2).

Duraillte l'azione si ebbero, da parte nostra, 3 nazionali morti .tra cui il comandante, 4 feriti e 2 prigionieri nazionali, 6 libici morti e 5 feriti; da pante nemica, 6 morti tra i quali il colonnello comandante francese (col. d'Ornano) e alcuni feriti.

Compiuta l'incursione, la colonna motocorazzata nella via del ritorno investiva Traghen e Umm el Araneb e, successivamente, il 13, in concorso con mezzi cammellati, el Gartrun e Tegerhi. Soltanto a Traghen aveva successo, vi callturava il brigadiere e il carabiniere, unici nazionali colà distaccati, e si impossessava della cassaforte conteneillte il cifrario.

Gli attacchi n emici e le segnalazioni del S. l.M. che lasciavano intra vedere l'eventualiJtà di nuove minacce da par.te di truppe degolliste contro le oasi della Tripolitania, avevano indo tto il Comando Supremo e il Comando Superiore A. S. a considerare la possibilità di un potenziamento del Sahara. Il Gen. Gariboldi inviava a

·

(l) Per la toponomastica vds. schizzo l.

(2) Nella già citata pubblicazione britannica dal titolo << La distruzione di un esercito}), è detto:

•<< Alla vigilia del Natale 1940 una spedizione composta di ufficiali e uomini scelti della Brigata deLLa Guardia e da una pattuglia di neo-zelandesi, partiva dal Cairo con obiettivo M urzuch ...

« Passando a nord di Cufra raggiungeva, il 7 gennaio, le pendici settentrionali delle montagne del Tibesti.

<< Grazie ad un accordo prevenn:vo ebbe luogo un incontro col capo dei Francesi Liberi che, un migliaio di miglia più a sud, aveva il comando del territorio sulle spande occidentali del Lago Tchad.

<< Rinforzato da un distaccamento fra11cese arrivato, a dorso di cammello, attraverso le montagne, il gruppo di incursori si diresse verso nord attraverso un paese desertico, e, compiendo un ampio giro allo scopo di evitare di essere scoperto, arrivò alle porte del gra7l forte in pietra di Murzuch prima che il TU:mico avesse dei sospetti sulla prese7lza degli assalitori· ))

B. Zellat una piccola colonna celere, costituita di elementi da H un e disponeva che:

-2 battaglioni libici e 2 batterie da 20 mm. fossero avviati a Hun, a disposizione del Comando del Sahara, non appena la disponibilità degli automezzi lo avesse consenJtito;

-a disposizione dello stesso Comando fossero passati gli elementi in ripiegamento dalle oasi di Augila - Gialo;

- fossero studiati provvedimenti intesi ad aumentare ill concorso dell' aviazione in eventuali operazioni in quei terriltori, con mezzi aerei adatti (Superaereo avrebbe potuto mettere a disposizione soltanto alcuni Cr 42 con lanciabombe alari).

Le operazioni nell'oasi di Cufra (3 1 gennaio15 febbraio 19 41)

Nel Sahara bbico orierutale si annidano le oasi di Cufra, costituite da un'oasi centrale (Cufra propriamente dem:a) e da altre tre scaglionate in direzione nord-ovest (Rebiana, Bzema, T azerbo ), le quali compr endevano una popolazione di circa 6.000 abitanti, di diverse provenienze (Tebù, tuaregh, arabo-berberi, cirenaici).

L'oasi di Cufra era di particolare interesse per noi perchè sede di una organizzazione aeroportuale per i collegamenti con l'Africa Orientale.

Interessava altresì al nemico che, per Cufra, mediarute impiego di colonne di automezzi dotati di particolare autonomia, poteva collegare, attraverso il deserto, l'Egitto col Fezzan.

Il presidio di Cufra era costituito da 2 compagnie mi,traglieri da posizione, una compagnia sahariana (« Cufra ») ed una batteria sahariana da 20 mm.

Il 31 gennaio, un nostro plotone sahariano in ricognizione verso sud si scontrava, nei pressi di Maaten Bisciara, con un distaccamento nemico di 11 automezzi; lo attacca va, distruggeva 3 automezzi e ne catturava un quanto con a bordo il comandailJte della colonna (1).

D a documenti .trovati addosso ai prigionieri si apprendeva che una grossa colonna, preceduta da elementi celeri, era in marcia per

(l) Clayton, lo stesso che aveva condotto l'incursione su Murzuch

2 94

attaccare il presidio di Cufra. Trattavasi, infatti, di una colonna di «Francesi Liberi» che avanzando al comando del colonnello Ledere in dir ezione nord-est da Faia - via T ecro e Maatan es Sarra - aveva raggiunto la colonna motocorazzata britannica, di ritorno da Murzuch, per attaccare, con essa, la guarnigione italiana di Cufra.

A rinforzare la difesa dell'oasi venivano inviati 3 velivoli: con il loro concorso il presidio respingeva una puntata effettuata dal nemico con mezzi meccanizzati nella notte sull'8 febbraio (1).

Le operazioni nel settore Giarabub (24 dicembre 1940-15 febbraio 1941)

Il settore di Giarabu b comprendeva il locale presidio c quelli di Sceferzen, Maddalena , Uescechet el Heira e el Garn ul Grein, i quali avevano compito di difesa in posto e di vigilanza della frontiera tra Sceferzen e Ain el Gsebaia - circa 250 chilometri di fronte - (2).

Il 16 dicembre, come già ricordato, mentre le ltruppe del settore di Barclia ultimavano il loro ripiegamento nella piazzaforte, il ten. col. Castagna riceveva l'ordine (v. pag. 128) di far ripiegare su Giarabub le truppe degli altri presidi del settore. Il ripiegamento era ultimato la sera del 18.

Alla data suddetta, erano dislocate in Giarabub e n elle sue adiacenze le seguenti forze: 4 compagnie g.a.f.; 5 compagnie libiche; una compagnia cannoni da 47/32 su 14 pezzi; un plotone ge nio libico; una batteria da 77/28 su 4 cannoni; una sezione da 65/17 su 2 cannoni; una batteria da 20 mm. (16 personale per il collegamento radio e telefonico; un ospedaletto da campo; un magazz ino sussistenza.

Complessivamente 1.350 nazionali e 750 libici.

La difesa (schizzo 24) dotata di un campo di atter ra ggio, era organizzata su:

- una posizione di resistenza avente un perimetro di 4 chilometri, cintata da una fascia esterna di roticola:to c protetta, in qualche tratto, da campi minati e da fosso anticarro,

( l) A causa dell'indisponibilità di velivoli adatti allo scopo non fu più oltre possibile portare al lontano presidio ulteriori aiuti. n l marzo il comando della ridotta capitolò dopo aver comunicato che avrebbe distrulto la stazione.

(2) Per la toponomastica vds. schizzi l e 3.

- posti di vigilanza ad Ain Melfa, Bahar el Arrascia e Baharia, - posti di sbarramento a Garet el Barùd, Garct: Cuscet el Gazal, Garet en Nuss e Gara del Diavolo.

Dopo il ripiegamento dei presidi di frontiera, l'aviazione nemica intensificò la sua attività specialmente con azioni di e spezzonamento a bassa quota.

Le operazioni terrestri si iniziarono il 24 dicembre contro i posti di vigilanza e di sbarramento: il presidio di Giarabub reagiva con azioni di colonne celeri.

Nel combattimento del 31, che seguiva ad una puntata avversaria contro le posizioni di Garet el Barud e si protraeva fino al tardo pomeriggio, venivano catturati 2 carri radio britannici.

Con essi cadevano nelle nostre mani documenti e carte topografiche che erano inviati al Comando d'Armata.

Occupata Bardia, il nemico lanciava su Giarabub manifestini intimando la resa: in essi, dopo annunciata la cattura di numerosi prigionieri a Sidi el Barrani e Bardia era detto·: << Ogni vostra resistenza è inutile. Volete essere schiacciati dai nostri carri da 80 tonnellate? L'Impero non perdona. Arrendetevi ». Il presidio rispondeva intensificando l'attività delle colonne celeri.

Durante l'ulteriore offensiva britannica in Cirenaica, difficoltà notevoli venivano superate per assicurare i rifornimenti al lontano presidio che occorreva tenere in piedi il più a lungo poss1bile, per stroncare il manifesto intendimeillto britannico di agire a largo raggio per Siwa- Giarabub - Gialo e colpire alla sua base la Cirenaica; eventualità sempre tenuta presente dal Comando Superiore A. S.

Con marconigramma in data 8 febbraio, però, il Maresciallo Graziani, nella impossibilità di ulteriormente soccorrere Giarabub, lasciava il ·ten. col. Castagna libero di regolarsi a seconda delle contingenze . Esclusa la possibilità di un ripiegamento su Agedabia, già occupata dal nemico, lo esortava a resistere fino ad esaurimento viveri e chiedere, quindi, l'onore delle armi (1).

(l) I difensori di Giarabub furono sopraffatti il 21 marzo da un attacco in forze sferrato dai Britannici la sera del 19.

CONSIDERAZIONI

x.
l , .., "''"'...

Considerazioni La nostra partecipazione alla seconda guerra mondiale sorprendeva la Libia con una parazione inadeguata sotto tutti gli aspetti: scarsa e inadatJta era la motorizzazione (i n carri armati, semoventi, autoblindo, autocarri protetti e non protetti) per una guerra di movimento sia offensiva che difensiva; incomplete erano le fo.ntifjcazioni delle cosiddette forti per una guerra difensiva di posizione intesa a «durare»; insufficiente era l'autonomia logistica per una guerra lunga.

Le direttive strategiche contenute nel piano P.R. 12 (l) consideravano la sola ipotesi difensiva; esse erano confermate all'inizio delle ostilità.

L'offensiva in Egitto, iniziata in settembre, non venne studiata in precedenza nè sul piano terrestre, nè su quello navale, nè su quello aereo, per stabilirne le linee generali e, in dipendenza di esse, i mezzi necessari; essa venne improvvisamente ordinata e svolta soltanto in funzione di presupposti pohtici contingenti.

L'illusione di una vittoriosa conclusione della guerra a breve denza spingeva dapprima all'azione: « ... non si :t:ratita eli puntare su Alessandria e nemmeno su Sollum » telegrafava, il 19 agosto, il Capo del Governo al Maresciallo Graziani : « Vi chiedo soltanto di care le forze inglesi che avete di fronte »; la preoccupazione di maner fuori da ogni discussione, in caso di accordo fra Tedeschi ed Inglesi, determinava, venti giorni più tardi, l'operazione per l'occupazione di Sidi el Barrani, nonostante il parere contrario di tutti i Comandanti di Grandi Unità in posto.

Si giungeva così a quello schieramento avanzato di campi trincerati, non attrezzati per la difesa sui 360 gradi, che doveva costituire la rbase di pantenza per il successivo sbalzo su Marsa Matruh

(l) V d s. volume « In AfPica Settentrionale - La preparazione al conflittoL'avanzata su Sidi el Barrani >> , pubblicato dall'UFFICIO

nel 1955 zo. - A.s_

STORICO dello S.M.E.

e che il Gen. Wavell segnalava invece al Gen. O' Connor come promessa di un facile successo.

Nei corso della narrazione si è accennato ai contrasti di opinione tra le più alte Autorità sulla convenienza o meno di difendere le due piazzeforti Bardia e Tobruch o soLtan to T obruch.

Caduta questa, anzichè decidere di abbandonare Bengasi, sarebbe stato forse più opportuno far massa nella regione del Gebel el Achdar, che offre molti ostacoli naturali allo spiegamelllto di grosse zioni corazzate, per tentare di guadagnare in campo aperto, su zioni prescelte, con tutte le forze riunite (ar.tiglierie e armi anticarro opportunamente accentrate) quel lasso di tempo che era necessario all'arrivo dei rinforzi previsti?

Era questo un interrogativo ricorrente per il Comando Superiore A.S., per i Comandanti in sito, per lo stesso Comando Supremo. Se ne richiamano qui di seguuto i termini.

Il 17 dicembre, il Maresciallo Graziani, mentre scriveva al mando Supremo (v. pag. 134) di voler considerare se non convenisse di riunire in Tobruch anche le truppe di Bardia, avvertiva che il ciglione di Derna, fortissimo sulla fronte, poteva essere aggirato per la pista Martuba Berta e che non era da escludere che l'avversario potesse decidere di trascurare addirittura il ridotto Derna Berta per puntare decisamente da Tmimi, per Mechili, su Bengasi, Soluch e Agedabia.

Tornava sull'argomento, all'indomani della caduta di Bardia, in un rapporto dirotto al Duce e, fanto presente che con gli elementi in arrivo della sn armata avrebbe potuto schierare tra Derna, Berta e Mechili non più di 20.000 uomini, 350 cannoni e 60 carri medi, badiva i concetti prospettati in dicembre e concludeva che una nizzazione difensiva in profondità nella zona di ostacolo dell'Dadi Derna e dell'Dadi Beddahach, rafforzata da lavori di mina, zioni ecc., avrebbe potuto miracolosamente, forse, arrestare l'avanzata nemica ·tra D erna e Berta, ritardarla su Bengasi e Agedabia, ma non fermarla.

Il 7 gen naio, anche il Sottocapo di Stato Maggiore Generale, in un appunto per il Duce, considerava che l'efficienza difensiva di sto sistema improvvisato di successive resistenze, inevìtabilmell'te boli e basate sull'impiego a spizzico delle forze, se poteva tersi di ralle ntare lo slancio nemico non pareva potesse lasciare verchie speranze sulla sua capacità di arrestare definitivamente fensiva inglese.

300

Il giorno 9 Mussolini telegrafava al Maresciallo Graziani (v. pag. 160) che era in corso il trasporto in Romania di un numero imponente di Divisioni germaniche e che, quindi, si trattava di guadagnare attorno a Tdbruch il tempo necessario, perchè la minaccia alle basi britanniche del Mediterraneo apparisse agli Inglesi in tutta la sua imponenza e immediatezza.

Lo stesso giorno, il Maresciallo Graziani (v. pag. 160) diramava le «direttive per la battaglia d'arresto» chiudendole con l'esortazione: « Se riusciremo a resistere nel sistema Derna - Benta - Mechili fino al momento in cui i mezzi in afflusso potranno essere a nostra disposizione, ci arriderà con certezza la vittoria».

Nei giorni che seguirono si rafforzava nel Gen. Tellera, in ricognizione sul Gobel Achdar, la convinzione che il uemico non avrebbe potuto procedere nella re gione con soli mezzi motocorazzati e che la difesa organizzata dell'al·tipiano avrebbe dato la possibilità di resistere lungamente anche nell'ipotesi di un avvolgimento.

Ma, caduta anche Tobruch (23 gennaio), la sensazione che il nemico intendesse effettuare una manovra aggirante sulla nostra ala destra faceva maturare, nel Comandante Superiore A.S., la decisione di abbandonare Derna.

Il preannunciato arrivo di 100 apparecchi (telegramma di Mussolini giunto la sera del26) rendeva il Maresciallo Graziani (v. pag. 224) per un momento, più fiducioso nella valutazione degli eventi (... « State certo che il nemico ha compreso che la cosa che si riprometteva non è così facile»), ma non lo induceva a rinunciare alla contrazione che aveva in animo.

Il 29 (v. pag. 226), in una riunione a Berta, i Generali Tellera, Cona, Bergonzoli... invitati a far conoscere il proprio parere sull'abbandono della città, convenivano sulla opportunità de1la decisione cui era addivenuto il Comandante Superiore.

Allo sgombero di Derna, attuato la notte sul 30, seguiva, il 31, l'ordine di ritirata generale dal Gebel.

.L'opportunità del ripiegamento veniva messa in dubbio, il l o febbraio, in uno studio del Comando Supremo (v. pag. 232). In esso era detto che:

- le corazzate inglesi, lungo le piste del Sud Gebelico, quasi certamente, avrebbero preceduto su Agedabia le truppe del Maresciallo Graziani , le quali, non solamente avevano un maggior per-

corso da compiere, ma si sarebbero dovute anche battere per sfuggire ali'accerchiamento a stretlto raggio;

- in questa situazione era da domandarsi se non sarebbe stato più redditizio operare offensivamente dal ridotto gebelico contro le unità inglesi in zona Mechili - da dove si dipartono le principali piste predesertiche che raggiungono il Sud Bengasino - e restringersi nel ridotlto stesso qualora le azioni offensive non avessero avuto successo o fossero sopraggiunte nuove forze inglesi.

Nell'alternativa, che così prende più precisa forma, non è privo d'interesse ripor tare quanto il Comandante del XX corpo d'armata scrive sullo Sltato d'animo dei suoi dipendenti:

«Il morale dei comandanti e della truppa, che già no11 aveva potuto non risentire dell'influenza dei successi nemici a Sidi el Barrani, Bardia e Tobruch, risenti dannosamente della forzata rinuncia alla conservazione e difesa di quella ben sistemata e colonizzata parte della Cirenaica, ricca di nuovi villaggi e popolata da Italiani, che sarebbe potuta ess ere sicuramente sottratta all'invasione nemica, se, come era stato promesso e previsto, fossero giunti gli attesi rinforzi. Non mancarono alcuni segni di sconforto e di preoccupazione sulla riuscita del lungo ripiegamento, sotto la continua pressione nemica e la minaccia dell'aggiramento di forze meccanizzate nemiche da Mechili, ormai sgombro, su Msus e Agedabia, contro i quali segni il Comando intervenne prontamente ed energicamente».

Ma lo stesso Generale Cona considera e avverte che, se fosse stato mantenuto l'ordine di resistenza a oltranza nella zona DernaMechili - Berta, il complesso di inferiorità di potenza e di capacità manovriera che aveva già imposto ristretti l.imi.Jti alle nostre possibihtà combattive, avrebbe agito dannosamente sullo spirito delle noSitre truppe dopo le vittorie nem iche a Sidi el Barrani, Bardia e Tobruch.

A completare gli elementi di apprezzamento del dilemma operativo presentatosi ai nostri Alti Comandi nel 1940...41, torna ora utile qualche precisazione sulle date di afflusso degli a.ttesi rinforzi.

I battaglioni M 13 VI e XXI sbarcarono tra il 17 e il 21 gennaio in tempo cioè, per poter partecipare ad una eventuale battaglia di logoramento sul Gebel.

La Divisione «Ariete» completò il 7 febbraio lo sbarco iniziato il 25 gennaio; il 9, la sua consistenza, a Tripoli (e cioè a 1000 chilo-

metri dal Gebel el Achdar) era di 117 carri L , 720 automezzi , GO cannoni, 20 .m1tragliere da 20 mm., 103 mototricicli, 482 motocicli.

I primi elemefllti - non impiegabili - del Corpo corazzato tedesco sbarcarono il 15 febbraio {l).

Da parte nemica, un forte contingente di nuove forze corazzate {100 carri incrociatori) era atteso tra il 7 e il 9 febbraio a Mechili, epicentro della battaglia in Cirenaica.

Alla luce di questi dati di fatto, non sembra si possa neppur oggi propendere, senza esitazione, per una soluzione diversa da quella adot:Jtata.

Come avvenne la Ammesso che la decisione presa {ritirata geritirata nerale dalla Cirenaica) fosse la migliore, la esecuzione fu la più felice in rapporto alla situazione nostra e nemica? ·Più in par•ticolare:

a) sarebbe stato possibile effettuare il movimento con sufficiente celerità per consentire alle forze in ripiegamento di preveni re l'aggiramento nemico e raggiungere in tempo la piana di Agedabia?

Sarebbe stato possibile cioè alle nostre truppe di percorrere l'arco Berta- Barce- Bengasi- Ghemines- Agedabia con sufficiente anticipo sull'azione svolta dalle forze motocorazzate nemiche, cui era affidato il compito di tagliare la nostra r]tirata per la corda Mechili - Msus - « Ba1bia » tra Ghemines e Agedabia?

b) di frofllte alla potenziale minaccia dell'accerchiamento dell'Armata a nord del Trigh Capuzzo, nella presunta impossibilità di stroncarla mediante una battaglia decisiva in campo aperto (impossibilità implicita nella decisione di si doveva cercare di salvare il salvabile e cioè la maggior par.te delle forze corazzate, delle az;tiglierie, aliquote dei servizi e reparti provvisti di automezzi propri?

Sul buon esito della soluzione integrale (salvezza dì tutte le forze in ripiegamento) gravò, anzitu'llto, in ordine di tempo, la deficienza degli automezzi, che costrinse a ricorrere a complicate ma-

{ l) Un gruppo da ricognizione e un battaglione cacciatori di carri, comprendenti complessivamente: 27 autoblindo, 28 pezzi controcarro da 37 mm. (autocarrati) e 9 da 50 mm. (trainati da trattor.i cingolati), 2 pezzi da fanteria, un centinaio di mitragliatrici, circa 300 autO\'CÌcoli e 250 motomezzi

novre di autocarri per !trasportare a Barce le uniltà non aventi dotazione propria di mezzi di trasporto (1).

Raggiunta la zona di Barce, la colonna, non dovendosi più occupare del movimento dei bat::taglioni a piedi, avviati per ferrovia (85o e 86° reggimento fanteria e XXXV btg. libico ecc.), poteva proseguire completamente autotrasportata, ma la celerità del suo movimento doveva necessariamente regolarsi su quella dei mezzi meno veloci, costituiti dai carri M 13 che, per mancanza dei regolamentari carrelli, occorrenti all'autotrasporto, marciavano sempre cingolati realizzando, in conseguenza, una minore velocità oraria e una più breve tappa giornaliera. E' da aggiungere che detto materiale, impegnato fin dal dicembre in lunghi spostamenti e in combattimenti, sempre senza l'ausilio dei carrelli, non poteva essere in condizioni di perfetta efficienza e rendimento.

Inoltre era causa di danno, durante lo sfilamento della colonna, il lìbero e caotico esodo da Bengasi di numerosi militari appartenenti a servizi, reparti di inrtendenza ed altro, insieme ad una ingente massa di civili (uomini, donne e bambini), che si inserivano e framm isc hiavano nella colonna stessa provocando disordine, arresti e allungamenti durante il movimento, difficoltà e turbamento durante i combattimenti.

L'esplorazione e la sicurezza terrestre da parte dei nostri non potevano esplicarsi che sulla rotabile. I m ezzi di cui disponevano il lOo reggimento !bersaglieri e il nucleo motorizzato « Allegri » (auto-

(l) In un a relazione del Gen. Della Bona si legge: « Fu necessario far compiere al/'85° e ali'Piio reggimento fanteria la marcia da Bir Gandula a Barce (km 70 circa) a piedi in tappe (notti sul 3 e sul 4). Nella notte dal 2 al 3 febbraio, per trasferire il Raggruppamento << Moech >> da Slonta al km. 20 (strada Barce - D erna) fu necessario togliere tutti gli automezzi al Raggruppamento « Co/pani >> e tutti quelli del Quartier Generale e dei servizi. Essi, a movimento ultimato, di pieno giorno (3 febbraio) e sotto periodico mitragliamento aereo, ritornarono a Bir Gandula, da dove, nella notte dal 3 al 4, effe/· tuarono lo spostamento del Raggruppamento << Co/pani )) da detta posizione a quella del monumento ai Caduti (Barce). Durante i movimmti, le artiglierie ferme non disponevano di un autom ezzo

<( Nella giornata del 4, l'Armata inviò 30 automezzi; con questi e con altri racimolati in Barce, fu possibile assegnare una aliquota di automezzi al Raggruppamento « Moech >> (48) e al Raggruppame1lto l( Colparri >> (16), aliquota molto ridotta che costrinse a lasciare anche quas-i tutte munizioni e ad accatastare 2 o 3 pezzi da 20 o da 47/ 32 con le poche munizioni possibili su un solo aut()Carro H.

carri Fiat 626 e qualche Lancia 3 R.O.) non erano atti a muovere rapida m ente fuori strada; anche le motociclette dei bersaglieri non si prestavano, nel caso contingente, a tale compito.

L a protezione sul fianco fu affidata alla riserva mobile (Gen. Bignami), dislocata a Soluch e Sceleidima, e ad un nuovo Raggruppamento che, posto agli ordini del Gen. Bergonzoli, doveva entrare in funzione alle ore zero del 5 febbraio.

Il Raggruppamento lasciata Sceleidima la sera del 5, giungeva a Ghemines a mezzanotte, e qui, in base agli ordini ricevuti, si inseriva nella colonna distaccandosi dal XXI btg. carri M 13 che muoveva più lentamente a causa della limitata velocità di marcia c he potevano sviluppare i carri.

Il Raggruppamento « Bergonzoli sul quale si riponevano le maggiori speranze era, sulla carta, un complesso di forze tutt'altro che trascurabile (1). Esso rappresentava quanto di meglio rimaneva della ormai disfatta lOa armata; grav i e circostanze varie ne riducevano però l'efficienza: l'improvvisazione, la struttura, la dislocazione iniziale, l'impiego, incidevano, in particolare, sulle sue possibililtà operative.

L'improvvisazione, determinata dalla necessità co ntingente, aveva riunito reparti che non si conoscevano tra loro, non conoscevano il comandante nè erano da lui conosciuti.

L'elemento organicamente più completo ed o.nogeneo di mezzi, il VI battaglione carri M 13 (45 carri), era di nuova costituzione e non solo non aveva ancora combatltUto, ma non aveva neanche eseguito un qualsiasi rudimentale addestramento tattico d'insieme.

La dislocazione iniziale del Raggruppamento era viziata rispetto al punto nevralgico della lotta in quanto non consentiva un impiego unitario delle forze nè offriva possibilità d'azione manovrata : all'atto della sua entrata in funzione infatti (ore zero del 5 febbraio) le unità destinate a formare la Retroguardia Libia Oriental e erano dislocate: Comando, in marcia dal villaggio D'Annunzio a Benina; Brigata corazzata, in marcia da Barce a cl Abiar; Raggruppamento «Piana», in marcia da Lete ad el Abiar; gruppo «Ferrara», in marcia da Maraua ad el Abiar; nucleo «Cr ucillà », alla periferia di .Bengasi; l'altro eJemento assegnato alla Retroguardia il mattino del 5 (VI battaglione carri M 13) trovavasi anch'esso poco ad est di Bengasi.

(l) Vds. pagine 252 e 254.

Alle prime luci del 5, il Comandante del Raggruppamento decideva di re carsi ad el Abiar per prendere contatto con l'unità più esposta; contemporaneamente in viava il Capo di S. M. a Bengasi presso il Comando di Armata, per avere informazioni ed even tuali ordini operativi o diretJtive di massima.

Il Comando di Armata comunicava verbalmente che Msus era già occupata ed oltrepassata dal nemico e preavvisava ch e la R.L.O. doveva orientarsi a ripi egare verso sud nel pomeriggio.

Sulla base di tali direttive e degli ordini che seguirono (v. pag. 26 4) la Retroguardia Libia Orientale rimaneva ferma tutto il giorno 5, mentre il nemico co n tinuava ad avanzare verso sud, sud-ovest. Tale sosta - anche il Comando Armata e il Comando Corpo d'armata si attarda vano in Bengasi fin o alle ore 17,30 - alla stregua degli avvenime nti successivi, si dimostr erà pregiudizievole per l'esito della battaglia.

Due compiti venivano affidati successivamente al Ra ggruppam ento « Bergonzoli coprire Bengasi da est; coprire il tergo dell'Arma ta da nord.

Il primo, già nel pom eriggio del 4, era superato, in par te, dagli avvenimenti, p er chè la minaccia n emica non si presentava tanto ad est quanto a sud di Be ngasi. Alle 16,30, una i n tercettazione aveva lasciato intendere che 1'11 o ussari avesse per obiettivo Soluch e che, riconosciuto il nostro sc hi eramento ad est di Sceleidima, ricercasse a nord di detta locali.Jtà, in zona Sidi Brahim, un passaggio più facile per scendere dal Gebel nella piana bengasin a (1). Le ava ng uardie britanniche raggiungevano Msus alle ore 17 del 4, quando ancora le residue forze della nostra 10n armata erano quasi tutte a nord del parallelo di Ben gasi.

Il secondo compito si sarebbe potuto assolvere solo se la Retrog u ard ia Libia Orientale si fosse trovata m eno lontana dal punto nevralgico della battaglia; m a l 'avanguardia celere della 7a divisione corazzata britannica aveva raggiunto la rotabil e, a nord di Zuetina, all e 12,40 del 5, quand o la Brigata coraz z ata del Gen. Babini era ancora

( l ) {( Rapporto tattico per l'obiettivo di Foes (?): a Sccleidima vi sono due fossi anticarro che traversano l'Dadi ed altri fossi anticarro circa mezzo miglio più a nord. 30 tende at S/ 1630, sono stati osservati due gruppi di automezzi a 4 miglia nord-est di Soluch alle ore ll,40., La scarpara è assai scoscesa nella maggior parte. Vi sono molte trappole anticarro in molti punti sotto la scarpata. La zona a Sidi Brahim è assai più pianeggiante n .

ad el Ahiar. Essa muoveva al •tramonto del giorno 5, e giungeva a Ghemines alle ore lO dd 6; illd pomeriggio, essa si trovava di fronte al grosso del Corpo corazzato britannico che, nel frattempo, aveva travolto la colonna della lOa armata proveniente da Bengasi, la riserva mobile e il XXI btg. carri già dislocati a Scdeidima, nonché i rinforzi inviati dal Gen. Bergonzoli su richiesta del Comandante del XX coropo d'armata (VI btg. carri M 13 e Raggruppamento « Crucillà »).

La battaglia nel Sud Bengasino, dunque, concludeva l'offensiva invernale del Gen. Wavell in Cirenaica e suggellava il primo grave rovescio delle armi italiane nel Nord-Africa.

Vista nel quadro della campagna, essa costituiva per i Britannici il logico sviluppo e lo sfrutJtamento del successo di Tobruch; per noi Italiani era una battaglia in r1tirata, perduta per inferiore mobilità e inferiore struttura organica della lOa armata. Peso e velocità erano i fattori decisivi del successo britannico, intesi il primo, come risultante dell'ordinamento, armamento ed equipaggiamento bellico dell'avversario; la seconda, come maggiore mobili:tà complessiva dell'attaccante, dovuta alla qualfltità e qualità dei suoi autoveicoli, alla libera scelta delle direzioni di attacco (manovra per linee eSiterne) ed alla minore lunghezza dei percorsi: noi muovevamo lungo l'arco cirenaico ; il nemico lungo la corda.

Alle Grandi Unità organiche bàtanniche, affiatate, costituite con prevalenza di unità corazzate, noi non potevamo opporre nessuna grande unità organica, ma soltanto raggruppameUJt:i tattici di circostanza formati all'ultimo momento, costituiti da unità disparate, scosse dai precedenti rovesci, dalla crisi dei trasporti e dalla inadeguata qualità del proprio armamento.

L'inferiorità di mezzi corazzati era aggravata dal frazionamento dei battaglioni carri su uno spazio troppo ampio.

L 'impostazione della battaglia, da par.te 'britannica, consisteva in una semplice manovra di aggiramento a cui faceva riscontro, da parte nostra, una batJtaglia improvvisata, snodatasi lungo la Litoranea in una serie di episodi staccati.

In conclusione, dagli avvenimenti lumeggiati in precedenza e dalla documentazione raccolta non è forse errato ritenere che, in quella sÌ!tuazione ed in naturale, le forze della lOa armata, molto difficilmente avrebbero potuto prevenire l'aggiramento da parte delle unità nemiche: l'azione dell'Armata poi, fin dall'inizio, era viziart:a da un tempo di ritardo rispetto all'azione avversaria. Non

sembra invece si possa escludere che, opportune provvidenze - fra le quali quella (particolarmente dolorosa) di disinteressarsi di ciò che la si'.tuazione consigliava di abbandonare al proprio de&tino - avrebbero forse consentilto di salvare parte delle forze motorizzate e corazzate.

Si è visto come furono successivamente attaccati e travolti i quattro scaglioni in cui venne frazionata la 10a armata su una profondità di circa 800 chilometri.

Si è visto come la madrepa>tria, impegnalta duramente in Albania, inviasse, con l'aggravarsi della si·tuazione cirenaica, qualche reparto corazzato in Africa Sottentrionale precedendo di poco il concorso tedesco.

Nel corso della narrazione sono sta1:e anche messe in luce le differenze di armamento e di mobihtà e lo squilibrio determinato dalla diversa disponibilità di mezzi di lollta moderni- nonchè dalla superiorità britannica sul mare e nel cielo - che non potevano trovare sufficiente compenso nella superiorità numerica degli effettivi da parte italiana; superiorità che, se limitata al solo numero degli effettivi, nella guerra in zone deser,tiche produce più svantaggi che van1taggi.

Durante la guerra il Governo e la stampa britannica ovviamente sfruttarono - ed abilmente - ai fini di propaganda, il tema della superiorità numerica ed in particolare l'entità dei prigionieri catturati, per esaLtare i successi

<<La decisione del Gen. Wavell di attaccare un nemico numericamente tanto superiore», le conquiste territoriali realizzate, le perdite a noi inflitte, prese a sè stanti e non inquadrate in una visione generale ed obiettiva dei mezzi, delle possibilità e delle circostanze riguardanti le opposte forze in quello specifico scacchiere operativo, costituirono validi argomenti per far buona presa sull'opinione pubblica, inducendo ad apprezzamenti ingiusti ed inesatti nei riguardi delle 1truppe 1taliane.

Pertanto, sede di conclusione, qualche obiettiva osservazione, generalmente accebtata dai critici d'ogni paese, può giovare a ricondurre la questione nei suoi giusti termini.

E' ricorrente fra comandanti e scrittori militari 1taliani, tedeschi e inglesi, un efficace raffronto 1tra la guerra nel deserto e quella sul mar·e, nel senso che le piazzeforti e i capisaldi nel deserto - come le basi alle quali la flollta si appoggia per assicurare il dominio del mare - se non sono integrati dall'azione di mezzi corazzati e con-

trocarro, che mantengano il dominio del terreno fra di essi interposto, non hanno possibilità di efficace resistenza di fronte ad un attacco di adeguati mezzi avversari, e non possono che sacrificarsi cercando di infliggere al nemico il maggior danno.

« Questo - scriveva il Maresciallo Graziani - in sintesi è avvenuto nella della Marmarica, dove le nostre basi e la nostra « flotta del deserto costituita da mezzi corazzati scarsissimi, antiquati e scadenti (carri leggeri tipo L 35 e carri medi .tipo M 11), priva dell'indispensabile naviglio silurante ed esplorante (autoblindo veloci), dovevano sostenere la lotta di una flol!ta ben più numerosa, moderna, potente, mobilissima ed

Trattando del rovescio che le armi britanniche subirono a due mesi di distanza dalla vrttoriosa prima offensiva in Marmarica, il Generale inglese Desmond Joung, che visse la lotta nel deserto finchè non fu fatto prigioniero a Gazala, a sua voLta, scrive (1): « Naturalmente destò un'impressione ancor più penosa nell'opinione pubblica, abituata a misurare i guadagni e le perdite sulla carta geografica. Ma poichè nel deserto il possesso del terreno ha scarso significato, sarebbe stato più saggio valutare la situazione col metro delle battaglie navali anzichè con quello d elle battaglie terrestri. Una volta messi fuori combattimento i mezzi corazzati nemici, la flotta vittoriosa dei carri armati poteva muoversi a piacimento, con l'autonomia e la velocità dalle scorte di benzina e dalla natura delle piste. Ciò che era più preoccupante, era la qualità net!tamerrte superiore dci mezzi corazzati .tedeschi. Questa superiorità durò fino all'arrivo degli « Sherman cioè fino alla battaglia di El Alamein. Il nostro Stato Maggiore Generale e il Gabinetto di guerra non seppero valutare nella giusta misura questo fattore, pensando che la quantità potesse supplire alla deficienza qualitativa. Questa teoria non era esatta, almeno nella guerra del Nessun commento a questa esatta valutazione dell'azione decisiva che la guerra nel deserto riserva alla superiorità in mezzi motocorazzati e in mezzi controcarro, sostenuti da una potente aviazione c alimentati da adeguati c tempestivi rifornimenti.

Nessun commen to a questo realistico quadro che, avvalorando relemento dominante della guerra in Africa Settentrionale, svela

( l) Vds. la pubblicazione (( Rommel '' del Gen. Inglese DESMONo Jo uNr., con prefazione del Feld Maresciallo Sir CLAUDE J . E.

l'inconsistenza del numero, se i mezzi, ed in particolare l'armamento, non sono adatti.

Ma poichè sul numero rilevante di prigionieri italiani la propaganda nemica fece buona presa durante la guerra, sembra opportuna una leggera amplificazione dell'immagine marinara per includere in essa i prigionieri ca1lturati dopo una battaglia nel deserto e mostrarli, quali non possono non apparire in una rappresentazione fatta al vivo: naufraghi alla deriva presi a bordo dal nemico che ha mandato a picco le navi dell'antagonista (l).

Il raffronto tra la guerra sulla sabbia e quella sul mare, così completato, si illumina di onesti riflessi verso i combattenti di una sfortunata battaglia, che pur coscienti dell'impari lotta seppero, nella loro grande amarezza, continuare a battersi con bravura, durante due interi mesi, rispondendo alla imperativa voce del dovere.

310
(l) Per le perdite vedasi l'allegato 32.

ALLEGATI

CONVOGLI ARRIVATI IN EG ITTO VIA MAR ROSSO

Materiali trasportati

Non si hanno notizie

1500 autocarri, 1000 motocicli, 400 autoblindo, circa l 00 aerei dali 'India, m ateriale bell ico var io da Gran Bretagna c Austral i:l

Circl 450 cannoni contraerei e campali, 56 auroblindo, numero imprecisato di aerei, carri armati, trattori, materiale di aviazione, 5000 T. di materiale bellico 1·ario c 4000 T. <li materiale ferronarto.

Ingente quantit:1ti1·o di materiale bellico tra cui cannoru antiaerei e campali, mitragliatrici, autocarri, materiale aviazione, materiale fer ro viario, foraggi.

Non si hanno notizie

Non si hanno notizie

100.000 T. di muniz ioni, ma teriale bellico vario, v1vcn ed aerei (30 aerei australiani).

T otali

<JOJ) E o ::1 t.z § u l 2 3 4 5 6 7
Numero dei piroscafi 18 circa 50 30 noto con sigla R S.5 numero imprecisato 21 alcuni dci quali probabilmente a P
Sudan 7 40 7 dei qu ali probabilmente a Porto Sudan Data di arrivo 22-28 agosto 6-7 settembre lO-Il settembre Z4 settembre Z5-Z6 settembre 4-9 ottobre 11 ottobre
orto
Allegato l
T ruppe Totale truppe inglesi anzac indiane sud -africane 8.650 5.500 6.100 - 20.250 12.000 7.000 26.000 - 45.000 7.000 9.530 2.600 2.350 21.480 2.600- 1.100 3.700 5.000 - 5.000 - 10.000 (presumi) (presumi) (presunti) 4.740 3.100 3.000 - 10.840 20.00020.000,(presumi) (presumi) 39.990 45.130 42.700 3.450 131.270
ALLA META' DI AGOSTO ALLA META' DI OTTOBRE 1940.

Allegato

COMUNICAZIONE DEL GEN. GALLINA

RELATIVA ALLA SITUAZIONE NEL SUO SETTORE

ALLE ORE 15,15 DEL 9 DICEMBRE 1940

9 dicembre - ore 15,15. - Gen. Giuliano telefona:

« Gen. Gallina ha comunicato che Maletti ripiega regolannente su za libica protetto da artig li eria.

(( za libica trattiene pressione nemica.

cc l a libica continua controbattere azione artiglieria nemica e poche autoblindo.

cc La v oratori strada ripiegano in parte su Sidi el Barrani.

cc Aviazione nemica bombarda Sidi el Barrani.

cc Salvo ordini in contrario questa notte farà retrocedere P li bica a Suani el Dirin e nucleo di Abu Gerbeira su Ras el Dai. Eccellenza Gariboldi niente in contrario )) (C.S.A$.).

2

SITUAZIONE MILITARE GENERALE

AL NONO DELL'OFFENSlVA ( 17 DICEMBRE 1940)

GOVERNO GENERALE DELLA LffilA

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 3 di prot. R.P.

Argomento: Situa?ione militare.

Al DtiCC Roma

17 dicembre 1940

I. - Dopo nove gio rni di offensiva ne mica, le operazioni seg nano un tempo di arresto, come da mio odierno 01/3460 Op.

Ma la sosta, certo di breve durata, non può che essere il preludio di altre azioni intese ad eliminare le piazzeforti di Bardia e di Tobruc h per procedere poi alla conquista integrale della Cirenaica.

II. - La nostra situazione generale è la seguente:

a) Piaz za di Bardia, occupata da forze piuttosto numerose; Divisioni cc » (quasi intatta), << 23 Mar zo» (ridotta di circa 1/4), cc 28 Ottobre » (poco più della metà), « Cirene >> (molto provata e priva di molti mezzi anticarro), « Catanzaro >l (in condizioni ancora più precarie), oltre agli elementi d ella guardia alla frontiera.

La cinta fortificata, avente una trentina di chilometri di sviluppo, è poco robusta specie in fatto di ostacoli c di armi anticarro. Come segnalato con mio odierno Ol /3458 Op. la piazza è bloccata da n:tvi nemiche che martellano continuamente e distr uggono le dotazioni esistenti. Da terra le comunicazioni con Tobruch ·sono pur esse tagliate, per quanto ancora n on definitivamente.

b) Pia zza di Tobruch - Un quadro della efficienza di essa potete averlo dalla lettera del Comandante dell'Arma ta 01/10599 che Vi unisco in copia, unitamente alla risposta da me data (01/ 3454 Op.).

In sostanza: cinta fortificata poco efficiente, con sviluppo complessivo di oltre 50 km., guarnita assai debolmente (Divisione cc Sirte », più dementi G. a. F. ed alcuni gr uppi di a rtiglieria).

III. - La difficoltà di rifornimento della piazza di Bardia e la possibilità che ha l'avversario di concentrarvi l'offesa dei suoi mezzi terrestri, navali eù aerei, portano a ritenere che, malgrado la decisa volontà di resistere, anche questa piazza, in un tempo pi ù o meno lungo, sia destinata ad essere sopraffatta da un anacco a massa di mezzi corazzaù, preparato ed accompagnato da intensa azione aerea e n ava le..

3
Allegato
21. - A.S

In questa situazione è da chiedersi se non convenga tentare di racco· gliere le truppe di Bardia su Tobruch, in modo da conferire a questa ultima piazza una maggiore robustezza.

Nel caso Voi foste di questo parere, Vi pregherei di darmene subito autorizzazione prima che l intercettazione delle comunicazioni con Tobruch sia definitiva cd infrangibile.

IV. - Con questo, però, non mi illudo di arrestare l'offensiva nemica davanti alla piazza di Tobruch; riusciremo solo a prender tempo, elemento pre· ziosissimo, che potrebbe consentire di far affluire i mez z i idonei a bloccare ulteriori progressi.

Caduta Bardia è infatti da prevedere che l'avversario, ripetendo lo stesso procedimento - blocco del porto, intercettazioni delle comunicazioni ed attacco combinato da terra, dal mare e dali aria - possa infrangere qualche tratto della lunga cinta fortificata e penetrare nella piazza . Nè, allo stato attuale è da prevedere che le nostre sparute forze mobili residue, possano contrastare l'azione nemica in maniera tale da stroncarla.

La · dura esperienza di queste giornate amarissime ci porta infatti a concludere che, in questo scacchiere, una Divisione corazzata è più potente di una intera Armata.

Di fronte al mezzo corazzato le truppe più salde ed agguerrite non reggono: l'armamento anticarro non è sufficiente ad arrestarne l'attacco, specie se preparato dall'azione massacrante del bombardamento ae reo.

Nè si può invocare a paragone l'operazione per la presa di Sidi Barrani, perchè essa fu effetto di manovra sul rovescio dello schieramento nern.ico, che lo obbligò a retrocedere per sottrarsi alla minaccia.

V. - Per queste considerazioni, come Vi ho già comunicato, ho predisposto la organizzazione a difesa del ciglione di Derna, sul quale vanno affluendo tutti i mezzi ancora disponibili in Cirenaica oltre alla Divisione a Sabratha )) chiamata da Tripoli e di cui oggi è giunto il primo scaglione.

Questa posizione, fortissima sulla fronte per la presenza di un fosso an· ticarro naturale, potrebbe essere aggirata per la fascia di terreno facile, percorsa da una buona pista, che da Martuba adduce a Berta. Perciò, come appare dallo schizzo annesso, a sud di questa ultima si dislocano forze importanti e per questo la Brigata corazzata (che in realtà si riduce a due compagnie carri M 13, a due battaglioni di carri leggeri e due gruppi di artiglieria) si è schierata a sud di Derna.

V I . - E però tutt'altro da escludere che l'avversario, invece di affrontare un osso così duro, decida di trascurare il ridotto Derna - Berta e punti deci· samente su Bengasi · Soluch - Agedabia per le buone piste che vi adducono da Tmimi per Mechili (carta allegata).

Oggi qucst'oFerazione •potrebbe sembrare ancora assai lontana e poco pro· babile. Ma quando l'avversario avesse occupato Bardia e Tobruch facendone basi per la sua avanzata su Bengasi avvalendosi largamente del mare, le difdell'operazione diminuirebbero considerevolmente.

Per prevenire de l genere ho appunto rinforzato il settore Agcdabia - Gialo - Augila fin da quando si verificò l'incursione su Augila, cd ora ho anche occupato in forze i bivi per Marada sulla Litoranea.

Inoltre, ho fatto mettere qualche arma anticarro a Mechili, do\·e esiste una \'ecchia ridona, ed ho disposto che le unità affluenti da Tripoli - ad eccezione della << Sabratha l> - si raccolgono intanto a Bengasi. Si tratta, però, di forze esigue e rune, tranne il nuovo battaglione carri M 13, non adatte a sostenere il combattimento contro mezzi meccanizzari. Infatti , quasi tutti i mezzi anticarro di cui disponeva !::t 5a armata furono passati alla 103 compresi quelli della « Sabratha »

VII. - Stando cosi le cose mi sembra perfettamente inutile f:tr venire altri uomini dalla Tripolirania.

S'impone, im·ecc, l'im·io di idonei a sostenere il confronto con quelli inglesi e cioè:

1° - autoblindo e carri medi in misura adeguara alla bisogna; zo - mezzi di fuoco anticarro numerosissimi.

So bene che degli uni e degli altri abbiamo poca disponibilità in Patria. Mi si dice però che presso la casa costruttrice vi sia un nOte\·ole quantitativo di carri M 13 non riuniti in reparti organici per deficienza di personale addestrato.

Sarebbe assai opportuno che rale materiale venisse qui :1\·viato per poterlo distribuire fra i battaglioni carri leggeri, trasform andonc se possibile qual· cuno, o parte di essi, con carri medi.

Comunque, la posta in gioco - la salvezza della Libia - è tale da imporci ogni sforzo per cui concentrare quello che occorre.

Il momento è grave e, per quanto possa riuscirei am.1ro, penso che si debba passare sopra a giuste fie rezze di altri momemi, ricorrendo all'aiuto della Germania.

Se noi potessimo avere una o due Divisioni corazzate, faremmo sicuramente ripassare al nemico il ciglione di Sollum.

O ve, però, si entrasse in quest'ordine di idee una cosa soprattutto è necessaria: la tempestività.

Nel progetto d'invio della Brigata corazzata, auspice il von Thoma, era previsto per l'a fflusso un tempo inverosimile. Bisognerebbe che ci si mettesse su una strada diversa, anche spezzando il tradizionale rispetto all'organica,

A me quaggiù occorrono autoblindo, ca.rri armati, ar mi anticarro ed automezzi. Se possono affluire raggruppati organicamente in Di\ isioni corazzate tanto meglio, purchè giungano in tempo. Aluimenti \·engano pure in e si cosùtuiscano dopo le Division i, quaggiù, se ne avremo tempo.

VIII. - All'ultimo momento il S.l.M . mi informa che sarebbe imminente l'estendersi dell'offensiva alla zona di Siwa: unico obiettivo di essa non può essere che di tagliare alla base il bastione Cirenaico isolandolo dalla TripoHtania.

Come vedete, le mie previsioni sono adere nti alla realtà, per quanto fantastiche possano apparire.

Duce, mandateci presto i mezzi corazzati ed i soldati d'Italia salveranno la Libia.

Il Maresciallo d'Italia

Comandante Superiore Forze Armate A. S.

Rodo/fo Graziani

TELEGRAMMA DEL MARESCIALLO GRAZIANI AL GEN. GUZZONI, SOTTOCAPO DI S. M. GENERALE, SULLE ULTERIORI POSSIBILITA' OPERATIVE NEMICHE E DIFENSlVE ITALIANE

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SETfENTRIONALE STATO MAGGIORE

M.P.A. su tutte le MM.PP.AA.

Cifrato

St11mage

Roma

Cirenc. 18 dicembre 1940

cc N. 4 R.mo Pers. Per Eccellenza Guzzoni. Come andrai constatando dalle mie comunicazioni che rappresentano gli avvenimenti ge nuinamente conse· guenziali le cose si vanno facendo ogni giorno più gravi. Bardia est oramai isolata da terra et dal mare nonchè bersagliata dal cielo. Potrà resistere fino al sacrificio totalitario dci difensori ma est destinata at essere sommersa prima aut poi. Sarà successivamente la sorte di Tobruch. Il nemico sempre più padrone del mare sul quale scorrazza liberamente andrà stringendo la morsa inesorabile contro di essa et l'aggirerà da terra. Come risult a dal rapporto inviato oggi al Duce la Piana non est munita sufficientemente di mezzi di fuoco et di truppe nè mi est concesso di dargliene. Sto infatti raccogliendo tutti i mezzi possibili sulla lin ea Dcrna - Berta · El Mechili dove si giuocher?t l'ultima partita. Ma il nemico ha una carta formidabile nelle mani. Questa consiste nella possibìliti\ di aggirare tutto il Gcbel per le strade Mechili El Abiar et Mechili Sce leidima che in qualunque stagione sono percorribili dai suoi mezzi corazzati et dalle autoblindo gommate in modo speciale per il deserto. Attraverso dette strade si punta direttamente su Bengasi che non offre combinazioni adatte ad una difesa ad oltranza. Se non si riuscirà dunque ad arrestare il nemico sulla linea Derna · llerta · El Mechili la sorte della Cirenaica sarà segnata. Per la Tripolitania ho confermato ordine che tutte truppe mobili entrino nel campo trincerato di Tripoli mantenendo in atto solo la linea di copertura occidentale. Sto traendo da quelle Divisioni le ultime disponibilità di arùglierie. Occorre perciò che siano reintegrate dalla Madrepatria. Questa est la situazione vista con la massima freddezza. Abbiamo fatte presenti costà le nostre necessità. Stiamo facendo et faremo qui tutto quanto est possibile fare per opporci al nemico che da tutte le 11otizie che ci pervengono est decisamente orientato at raggiungere la occupazione della Libia. In quesw momento si impone sempre aYere at disposizione una aviazione potentissima. Io non drammatizzo ma non mi faccio illusioni dannose. Solo J'inYio di potenti mezzi terrestri et aere i pre,·enti>o al serrare sotto del nemico può ancora salvare la situazione.

4
Allegato
Graziani ».

PRINCIPALI MATERIALI INVIATI IN AFRICA SETTENTRlONALE

DAL 16 SETTEMBRE AL 10 DICEMBRE 1940

Mater iale sanitario

Vestiario ed equipaggiamento

Materiale servizio generale .

Fucil i e moschetti

Fuci li mitragliatori c mitragliatrici

Mortai da 45 e da 81

Cannoni da 20 (comprese 7 btr.)

Cannoni controcarro (comprese 5 cp. da 47/32) .

Artiglierie di medio calibro (compresi 4 gr. da 149/13)

Artiglierie di piccolo calibro (comprese 8 btr. da 65/ 17) .

Artiglierie contraeree (3 gruppi c.a.)

Cartucce a pallottola

Bombe a mano

Bombe da mortaio

Colpi da 20 mm. .

Colpi da 47/ 32

Colpi per piccoli calibri

Colpi per mcdi calibri .

Au tovetture e autospeciali

Autocarri (compresi un autogruppo ps. e 5 autore p pes.) (richiesti 5.200)

Rimorchi

Motomczzi (comprese 2 cp. motocicl.) .

Trattori caterpillars o simili (richiesti ZOO) Carri armati (I btg. carri M 13/40)

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Allegato
vario artiglieria Materiale vario del genio
Colpi contraerei Materiale
Materiali vari del servizio chimico
Carburanti ton n. 998 tonn. 3.994 tonn. 401 n. 11.832 n. 857 n. 324 n. 116 n. 36 n. 53 n. 78 n. 48 n. 13.105.290 n 16.622 n. 212.057 n. 23.918 n. 123.733 n. 98.852 n. 78.105 n. ton n. tonn. ton n. n. n. n. n. n. n. tonn . 83.&22 1.097 6.282 928 329 1.589 114 502 73 37 18.893

PROPOSTA DEL GEN. GUZZONI A MUSSOLINl PER L'INVIO IN LIBI A

DELLE DIVISIONI « ARIETE » E « TRENTO >>

STATO MAGGfORE GENERALE

Appunto per il Duce

Il l o gennaio avete ordinato - Duce - di fare ogni sforzo per inviare al Maresciallo Graziani i mezzi per costituire una unità corazzata ed avete rinviato di tre, quattro giorni le Vostre decisioni in merito ad ulteriori rinforzi.

D ato l'e,·olversi della situazione in quello scacchiere appare urgente esaminare la possibilità di dare al Maresciallo Graziani grandi unità per sostituire quelle perdute e dargli i mezzi per agire, se possibile, com roffensivamcnte in Cirenaica o quanto meno per difendere la Tripolitania.

Dopo la resistenza di Tobruch, di Derna e di Ageclabia la difesa di Tripoli disporrebbe infatti al massimo di sole 4 divisioni, assai ridotte di forza: l'invio di altre grandi unità sembra quindi necessario, pur senza incidere sulle necessità dell'Albania, nè sulla e,·entuale occupazione di territorio francese tra Alpi e Rodano, ma riducendo le possibilità di altri compiti.

Indipendentemente dall'invio delle Di,-isioni corazz ate ted esche, e nell'at · tesa che si possa iniziarne il trasporto, sembrerebbe dunque oltrcchè necessario altresì possibile disporre subito l'in\ ' io in Libia della Divisione corazzata <c Ariete >> e della Divisione motorizzata cc Tremo n.

Le Divisioni cc Ariete >> e cc Tremo >> sono attualmente approntate ed efficienti:

- la Divisione corazzata cc Ariete » è attua lmente formata soltanto su tre battaglioni carri L (era in attesa dei carri M che sono stat i inviati in Libia) ma appare grande unità costituita da tempo, efficiente, bene inquadrata, orientata cd addestrata all'impiego dei mezzi corazzati, fornita di tutti i mezzi occorrenti: sembra organismo utilissimo per bene inquadrare uno o due battaglioni carri M isolati, già in Libia ed in corso d'invio, in modo da poter avere disponibile al più presto oltremare una unità corazzata efficiente;

- la Divisione motoriz zata cc Trento » è completa d i mezzi: se si riesce a trasportarla e sbarcarla cc organica » potrà essere finalmente utilizza t a dal Maresciallo Graziani.

Il loro trasporto potrebbe essere effettuato prima del trasporto delle Divisioni corazzate tedesche, che non potranno giungere ai porti di imbarco prima di tre -quattro settimane. Se, in relazione alla disponibilità di piroscafi, non sarà possibile trasportare entrambe le Divisioni prima di quelle tedesche, il trasporto potrà essere inserito tra quello delle nostre due.

Attualmente abbiamo:

I n Albania:

- 19 divisioni ((( », cc », cc V », cc Ferrara >), cc Pie», <c Bari n, cc A equi », cc Modena », cc T aro », c< Parma », cc Siena », cc Arezzo », cc Lupi », << Legnano », " Tridentina », << fulia », u Cunecnu "• c< Pusteria »,

320
6

cc Centauro n) di cui 4 alpine ed l corazzata · oltre Z gruppi alpini Valle, 3 reg· gimenti bersaglieri, 3 reggimenti di cavalleria ed l btg. cc.nn. delle DiYisioni;

In Italia:

- 3 divisioni celeri, a cui però sono state sottratte parte delle artiglierie motorizzate per inviarle in Libia;

- 2 divisioni corazzate (« Ariete n e cc Littorio )); la terza « Centauro "• è in Albania);

- 2 divisioni motorizzate ( « Trento '' e (c Trieste "• quest'ultima però, già in parte in Albania);

- 3 divisioni autotrasportabili (« Torino n, « Pasubio l> e cc Piave >>) sprovviste però degli a utocarri occorrenti all'autotrasJX>rtO;

- 5 divisioni (« Casale >>, << Sforzesca », << Cagliari », << Forlì'' e cc Firenze>>) approntate per l'Albania;

- 6 divisioni (<< Superga », cc Assietta n, « Taurinense », « Livorno », << Ra· venna », c< Cosseria ») alla frontiera occidentale;

- 9 divisioni («Sassari 11, u Lombardia n, « Bergamo », << Re "• cc lsonzo », u Marche n, << Puglie », « Pistoia », cc M essina ») alla frontiera orientale, che, data la situazione, potranno essere ridotte anche solo a 3;

- 4 divisioni (« Aosta », cc Napoli "• cc Sabauda n, cc Calabria 11) in Sicilia e Sardegna.

Le rimanenti 5 divisioni (c< Granatieri », 11 Friuli "• << Cremona ll1 cc Cacciatori », (( Pinerolo ») più quelle che )X>tranno essere recuperate dalla frontiera orientale debbono servire :

- o per l'occupazione parziale della Francia in aggiunta alle 6 della frontiera occidentale;

- o per lo sbarco in Corsica;

- o per lo sbarco a Corfù e Prevcsa.

All'una o all'altra operazione e non mai a tutte, non )X>tendosi affrontare comemJX>raneamente più problemi e data sempre la premessa che la situazione alla frontiera orientale rimanga tranquilla.

E' infatti da Lener presente:

- che il computo sopra riportato prescinde dalle condizioni delle Divisioni, che, come è noto, hanno gravi deficienze di materiali e di mezzi;

- che le cessioni dal Reich non permetteranno il contemporaneo appron· tamento di tutte le Divisioni in quanto occorrer?! anzitutto approntarne un a parte con i mezzi disponibili in Italia c soltanto in seguito le rimanenti con i mezzi ceduti dalla Germania;

- che, anche giungendo rapidamente i materiali, occorrerà sempre un tempo abbasmnza considerevole per la loro messa a punto e per l'addestramento del personale all'impiego de l marcrinle stesso.

Premesso ciò - considerate le impellenti necessità della Libia e tenendo presente la necessità di limitare i compiti secondo quanto è stato sopra CS)X>Sto - qualora approviate, Duce, verrebbe ordinato l'invio in A.S.l. delle Di,-isioni u Ariete» e « Trento ».

Il Sottocapo di Stato Magg iore Generale A. Gu::zoni

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RAPPORTO DEL MARESCIALLO GRAZlANI AL DUCE SULLA SITUAZIONE MILITARE DOPO LA CADUTA DI BARDIA

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SETIENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 2 di prot. Ris. Pers. lì 6 gennaio 1941 Carte annesse n. 2 ed l specchio.

Argomento: Situazione militare dopo la caduta di Bardia.

Faccio seguito al roio rapporto l Ris.mo in data l o gennaio, diretto al· l'Ecc. il Capo di Stato Maggiore Generale, ed al telegramma n. 01 / 156/ 0p di ieri.

La caduta di Bardia, malgrado l'eroico sacrificio delle truppe del Generale Bergonzoli, per quanto prevista fin dall' li dicembre, quando cioè si profilò nella mia mente il quadro completo degli sviluppi che avrebbe potuto avere l'offensiva nemica, ha dato ancora una volta la misura della impossibilità di resistere, con i mezzi e le armi di cui disponiamo, alla valanga di acciaio che il nemico ci oppone, sostenuta e potentemente coadiuvata da una aviazione e da una flotta aventi, in questo scacchiere, schiacchiante superiorità.

Se Bardia, difesa da 45.000 uomini con oltre 400 cannoni, schierati su 30 km di fronte, è stata sommersa completamente al terzo giorno dell'attacco, non è da pensare che Tobruch ·possa resistere meglio e più a lungo.

I 27.000 uomini e i 300 cannoni che ne presidiano i 54 km. del la cinta, non possono infatti che ripetere l'eroico sacrificio dei difensori di Bard ia.

Né è da pensare che l'avversario sosti nella sua spinta offensiva, che anzi da molti sintomi si deduce la tendenza ad accelerare il ritmo delle operazioni per liquidare al più presto la partita.

Fin da ieri, infatti, l'aviazione nemica ha esteso le sue esplorazioni fino alla zona di Cirene e di Mechili. Da intercettazioni risulta già in corso lo schieramento verso ovest di tutta la 78 divisione corazzata, compresi gli elementi che hanno partecipato all' attacco di Bardia.

Stamane si è iniziato l'investimento del la Piazza da pane dci mezzi corazzati nemici. Dopo di che i vari episodi del nuovo dramma sono facilmente prevedibili. ·

Stando così le cose, l'ultima partita dovrà essere g iocata, a scadenza problbilmente molto prossima, nella zona compresa fra Derna · Berta e Mechili.

Perchè possiate valutare le nostre operative in questa eventualità che, ormai, solo un miracolo o un potente diversivo su altri fronti potrebbe

322
7
Allegato
Al
Roma
Duce

evitarci, Vi preciso gli elementi di forza sui quali possiamo comare e sulla loro d islocazione.

Come già detto nel mio rapporto l Ris.mo Pcrs. e come meglio risulta dalle carte qui unite, le forze che a tutt'oggi è stato possibile schierare fra DernaBerta e Mechili, ivi compresi gli dementi dislocati ad Ain Gazab e Tmimi, ammontano complessivamente ad appena 15.000 uomini con 250 pezzi di artiglieria - dal 20 m f m al 105/ 28 - e 60 carri medì.

Con gli elementi in arrivo dalla sa Armata (4 btg. mitraglieri, due gruppi da 75/27 ed una dozzina di batterie da 20, da 47/32 e da 65/17) e sempre che giungano in tempo, potremo mettere insieme 20.000 uomini, 350 cannoni e 60 carri medi.

E questo è tutto, in quanto non è possibile trarre altre forze dalla 5a Armata, già indebolita al massimo, nè posso ancora fare assegnamento sul tempestivo affl usso di forze dalla Madrepatria .

Se Voi ora date uno sguardo alle carte topografiche e Vi soffermate a considerare la vastità della zona in cui queste truppe saranno chiamate ad agire, Vi convincerete quanto sia arduo il compito loro affidatO e come le speranze di arrestare in questa zona l'offensiva nemica siano assai tenui.

Voi rileverete, come la zona di ostacolo rappresentata dalJ'Uadi Derna c dall'Uadi Beddahahah che lo prolunga verso o\·est, sia aggirabile a breve raggio, attraverso la striscia di facile percorribilità Martuba - Berta sfociante nella Litoranea nord ed a raggio più ampio per l'altra zona di terreno relati vamente facile che dal nord di Mcchi li puma su Ghegab, sboccando sulla Litoranea meridionale.

Da Mechili poi, per le piste predesertiche, si aggira tutto il Gebel c si sbocca su Bengasi.

Il terreno ad occidente di Tmimi non è certo quello piatto e senza appigli delJa Marmarica e consente buone possibilità di manovra. Queste però, come è ovvio, sono proporzionate all'entità delle forze in campo.

Se nel punto e nel momento in cui si pronunzierà l'attacco dei mezzi meccanizzati nemici, noi non riusciremo a realizzare una superiorità di mezzi di fuoco c corazzati, è da ritenere probabile che queste ultime difese, anche se manovrate e scaglionate in profondità, saranno scardinate.

Ed allora la Cirenaica sarà perduta. Perchè le fonc arretrate - presidi della zona militare di Barce, sbarramenti del settore di copertura di Bengasi (Uadi Bacur - Rcgima c Sceleidima) e dei territori del Sud Cirenaico (Agedabia- Gialo - Agheila) hanno poca consistenza - come potete rilevare dalla carta all'l: 1.000.000 e possono solo contrastare infiltrazioni di piccoli nuclei meccanizzati e non certamente un attacco a massa.

Pertanto, ripeto, la salvezza della Libia è affidata alle truppe schierate nel sistema Derna - Berta - Mcchili.

Di fronte ad esse l'avversario potrà concentrare - in brevi giorni, qualche settimana al massimo - truppe notevolmente superiori, imbaldanzite dal successo, alimentate dalle nostre stesse basi di Bardia e di Tobruch, e rincalzate da numerose riserve.

Se sono vere, come purtroppo lo sono, le notizie date dal S.l.M., le forze inglesi in Egitto, ammontanti a ben 17 di\·isioni, hanno rice\'Uto e stanno

ricevendo, da tutte le parri del mondo, rinforzi in mezzi corazzati e meccanizzati, t al i da compensare largamente le perdite subite (vedasi riepilogo allegato).

Di fronte a questa nuova valanga di acciaio che avanza che cosa potranno opporre i nostri 20.000 uomini con 350 cannoni e 60 carri?

Un altro aspetto della situazione che diventa di momento in momento più grave, deriva dalla sproporzione fra i mezzi aerei contrapposti

La 5a squadra aerea, dopo l'intenso, logorante sforzo sostenuto. non è più ÌTJ grado di svolgere azioni offensive.

Questo ha ieri dichiarato il suo Comandante, l'Ecc. Porro.

Essa non può mettere in linea fra caccia e bombardamento, che una ottantina di apparecchi con caratteristiche note\•olmente inferiori a quelli nemici.

La massa di questi - che secondo il bollettino del S.l.M. del 29 dicembre - ammonta a 700 apparecchi di prima linea ed a 400 di riserva - senza contare quelli delle 5 navi portaerei dislocate in Mediterraneo - si accresce ogni giorno di più per l'afflusso di nuovi aerei, tutti dei tipi più moderni. Come lo stesso S.l.M. segnala - altri 477 apparecchi sarebbero già arrivati o in arrivo in Egitto (coma da riepilogo allegato).

In questa situazione mentre l' offesa aerea diventa ogni giorno più poderosa, si affievo lisce per contro ogni possibilità reatti va della nostra aviazione.

Per cui, quando si scatenerà l'offensiva su Tobruch - praticamente già cominciata - dovremo assistervi passivamente anche nel cielo, oltre che per terra e per mare.

Né la situazione potrà cambiare quando l'avversario si deciderà a procedere contro il sistema Derna - Berta - Mechili.

Questa, o Duce, è la dura realtà, senza veli e senza attenuazioni; quella realtà che a me è apparsa e balzata innanzi dal primo giorno dell'offensiva nemica, per quelle leggi inesorabili che dominano la guerra nel deserto, dove uno scardinamento iniziale del sistema, non è rimediabile ed una disfatta è sempre totalitaria.

che il mio telegramma 01/0318 del 12 dicembre ha provocato facili critiche da parte di molti c mi ha procurato la taccia di chi avesse cc perduto la testa ».

Esso, al conrrario, rappresentava una realistica visione del dramma che si sarebbe conseguenzialmente svolto.

Se un mio ordine non avesse fatto sì che le Divisioni cc 23 Marzo ))' cc 28 Ottobre Il, « Marmarica >, e cc Cirene >> si sottraessero in tempo alla stretta nemica ritirandosi in Bardia, questa che era rimasta semplicemente presidiata da un velo di Gaf sarebbe allora stata travolta immediatamente, e la marea dei mezzi corazzati nemici si sarebbe gettata su Tobruch appunto nelle giornate del I3 e 14. In quel momento da Tobruch a Bengasi non vi erano che nuclei di truppe e nessun altro sistema difensivo imbastito . Era dunque giusto che io parlassi di Tt·ipoli quale estremo ridotto dappoichè da Bengasi a Tripoli ugualmenre non esisteva alcuna difesa.

Ogg i, come già illustrato sopra, le cose sono presso a poco le stesse. Scardinata Tobruch, vi è tutta via una organizzazione difensiva in profondità che

in unione ai lavori di mina, interruzioni, etc., potrà forse a rrestare l'avanzata nemica tra Derna e Berta; o in caso diverso ritardarla su Bengasi - Agedabia - ma non più fumarla.

' Tra Bengasi e Tripoli nulla più esiste di difese fisse o mobili se non il campo trincerato di Tripoli stesso.

Ripeto: rotta quindi la - Berta la Cirenaica da quel momento considerarsi perduta.

Per parte nostra potete esser certo che si contrasterà il terreno palmo a palmo.

Lo spettacolo che in questi giorni stanno dando le truppe e le popolazioill dell'Afr ica Settentrionale è semplicemente commovente e degno di essere additato all'ammirazione del mondo. Percorrendo le vie di questa terra bagnata da tanto generoso sangue italiano, Voi sentite lo spirito fiducioso di questo nostro popolo che, pur con l'animo stretto dall'angoscia, serenamente affronta ogni sacrificio, ogni fatica, ogni privazione con piena comprensione del suo dovere ed attende con calma mirabile gli eventi.

Mai l'ordine, la disciplina, la serenità sono stati più palesi e più sentiti come in questi gionù.

Concludendo, Duce, la salvezza della Libia è oggi legata alla volontà del nemico. Vorrà esso spingersi oltre Tobruch, o si arrestf'Tà volontariamente su questo obietti,-o una volta raggiunto?

Vorrà diluire i suoi contingenti d' Egitto nella conquista e mantenimento di tutta la Libia, o preoccupandosi di una eventuale complicazione balcanica, preferirà mantenere tutte le sue forze dirette ad oriente ? O ritardare e sospendere per il momento l'avanzata in Libia per riprenderla a cose colà chiarite?

A questi sottili fili del desti no, Duce, ripeto, è oggi legata la sorte della Libia.

E pertanto a noi non rimane che approfittare di ogni ora, di ogni giorno, di ogni mese (se a questo limite di tempo arriveremo) per consolidare le nostre posizioni sulla linea Derna - Berta, la quale potrebbe divenire realmente imprendibile ed insuperabile se in,·ece di 20.000 u omini io schierarvi 4 o 5 divisioni munite di artiglierie mobili e di mezzi corazzati per poter al momento opportuno forse anche riprendere le mosse e rigettare il nemico oltre frontiera.

Queste forze io non posso trO\'arle più in Libia perchè da Tripoli non si può più togliere nulla, anzi bisogna rifondere il tolto, per mettere quel campo trincerato in condizioni di resistere ad una eventuale sorpresa da occidente. Esse dunque non possono che provenire dalla Madre patria e su questo punto il mio giudizio si arresta per de,·olverlo allo Stato Maggiore Generale che di tutta questa vicenda, da l luglio in poi, io ho tenuto minutamente e costantemente informato come risulta dag li atti di ufficio, sicchè la genesi di causa cd effetto sarà facilmente prccisabile e con essa il computo delle responsnbilità sulle quali io Vi chiederò di inquirire iniziando dalle mie, a suo tempo. Il

d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S.
Annesso a([a. lettera N. 2 R is . Pus. del 6 gennaéo 1941
ARMATE AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE Riepilogo delle truppe e dei mezzi segnalati giunti o in arrivo in Egitto dal 1/ 12 al 6 gennaio Segnalazioni del S.l.M. l A!!IO· Auto· Carri mttr. blindo armati 6/12 · transitati da Irak . 50 10 85 14/ 12 · sba rcati 15.000 inglesi ZZ/12 · sbarcati Porto Said 250 25/ 12 · probabile sbarco l Div. lngl. 31/ 12 · confermato sbarco l Div. Austr. dal 29/ 12 al 4/ 1 affluirebbero 1/ 1 · giunti 6.000 ebrei . 50 3/1 · attesi per il 2/l 20 piroscafi (4 btg., l rgt. art. pes., 3.600 indiani) . 50 · attesi per il 12/1 23 piroscafi (con 12.000 tJOmini) 70 4/1 · in viaggio da Bassora 10.000 indiani 200 80 150 5/ 1 · giunti ad Alessandria 8.000 inglesi . T ot ali 250 1 140 605 163 172 140 477
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FORZE

CON LE SOLE TRUPPE GIA' SULLE LINEE DIFENSIVE

E DI COSTIT UIRE UNA MASSA DI MANOVRA

ALLA 5• ARMATA

Pe r parare agli aVYenimenti manifestarisi in Libia, dopo aver ordinato la ritirata delle Divisioni dislocate in Egitto cd aver organizzato per espresso Vo· stro ordine, Duce, la resistenza ad oltranza di fiardia, che tanto bene ha risposto ai Vostri intendimenti, il Maresciallo Gra z iani - come è noto ha altresì predisposto successi\·e difese a Ain cl Gazala; sulla linea di Dcrn:t, Berra; n Barce, a Bengasi c nd Agedabia.

La. eapacitn difensiva di questo sistema improvvisato di successive resi · stenze, inevitabilmente deboli e basate sull'impiego a spizzico delle forze, se può ripromenersi lo scopo di rallentare lo slancio nemico, non pare possa con· solidare soverchie illusioni sulla sua capacità di arrestare definilivamente l'of· fensiva inglese. E ciò per un triplice ordine di ra gioni:

- la massa considerevole d.i forze meccanizzate c motOri zzate che gli inglesi hanno messo in campo e la sua capacità di rapido spostamento, dimo strato, anche dopo la caduta del porto Bardia con l'av\·icinamento di ralun1 mezzi a Tobruk;

- la possibilità di manovrare tale massa, data 1:. natura del terreno che permette quasi ovunque di aggirare le predisposte difese;

- la quasi assoluta padronanza del mare e la possibilità conseguente degli I nglesi di sfruttare le basi marittime.

In tale situazione sembra sia il caso di porci il quesito se convenga continuare a proiettare a spizzico forze verso l'est o se non convenga invece cercare dj costituire attorno alla 5a Armata, con gli elementi che saran no inviati per la sua ricostituzione c con le grandi unità nostre e tedesche che sono in procinto o in progetto di esserlo, una mnssa di manovra. Compito questo certo difficile per la quantità di mezzi che occorre inviare, per la difficoltà dei tra · sporti e per la scarsa potenzialità del porto di Tripoli. E' infatti da considerarsi che il trasporto di una Divisione dall'Italia a Tripoli potrà richiedere all'incirca 15-20 giorni e la necessità di aumentare la potenzialità di quel porto.

Comunque sia, pensare nlla costituzione di una massa di manovra sembra conveniente, per avere poi la possibilità di impiegarla nella su a composizione organica che esclude a priori ogni impiego n spizzico c, anche solo perciò, poco redditizia.

Alle1p t o 8
PROPOSTA DEL GEN. GUZZONI AL DUCE DI OPPORRE RESISTENZA AL NEMICO
ATTORNO
STATO MAGGIORE GENERALE lì 7 gennaio 1941
Appunto ptr il Duu

Come e con quali modalità avverrà l'impiego, potrà essere deciso in pro· sieguo di tempo, senza premature ipotesi, a seconda delle circostanze e della situazione che si verrà delineando. Varie ipotesi possono infatti essere fatte:

- impiego verso la Cirenaica nel caso la resistenza opposta dalle suc· cessive lince ce ne dia il tempo e lo consenta la situazione delle forze del nemico e quella della vicina Reggen za di Tunisi;

- impiego in T ripolitania per sah-are quella colonia nel caso $Ì renda necessario l'abbandono della Cirenaica;

- impiego, allo scopo di impedire il congiungimento tra le forze inglesi e quelle francesi della Reggenza di Tunisi, la quale - non è pessimismo il prevederlo - può presto o tardi distaccarsi dal Governo di Vichy.

Nel caso in cui si renda necessario l'abbandono della Cirenaica, ho esami· nato con i rispetth·i Capi di Stato Maggiore la situazione della Marina c dell'A vi azione.

L'abbandono di Tobruch sposterebbe indubbiamente il problema strategicona,·alc nel Mediterraneo. Gli I nglesi, infatti, disponendo della base di Tobruch, migliorerebbero notevolmente la loro situazione col sistema Alessandria, Candia, Tobruch, Malta. La loro posizione generale ne l Mediterraneo Cen· trale e Orientale risulterebbe rafforzata ed il controllo del Canale di Candia sicuramente garantito.

Non pare invece radicalmente mutato il problema tattico riflettente l'impiego, nella considerazione che, qualora dovessimo ridurci a Tripoli e ci man· casse cosi la possibilità di dislocare colà in modo permanente unità navali, non disponendo all'uopo di una base attrezzata, ci sarebbe tuttavia ugu almente consentito l'impiego di unità leggere di superficie e subacquee. Tripol1 in altri termini potrebbe dive ntare una nuova Tobruch più ravvicinata alla Madrepatria e ad essa appoggiantesi.

Con l'abbandono della Cirenaica l'aviazione sarebbe in grado di ricostituire nello spazio di un mese la sua efficienza. Nei campi esistenti e in quelli in via di armamento nella Tripolitania potranno infatti essere schierati suffi· cienti mezzi aerei affluenti dalla Madrepatria. E ciò anche nel caso più sfavorevole che do,·essero essere sacrificati, per la sua estrema resisten za, tutti quelli attualmente dislocati in Cirenaica. All'azione in Tripolitania potrà inoltre concorrere, dai campi della Sicilia e dalla base di appoggio di Pantelleria, l'aviazione metropolitana.

Importante e confortante constatazione questa, perchè è ovvio che anche disponendo di una massa di manovra, scarse sarebbero le nostre possibilità qualora ci mancasse una potente massa di aviazione che non solo si opponesse a quell a awersaria, ma battesse i mezzi terrestri per rallentare la marcia e le basi navali, per ostacolare i rifornimenti di materiali di ogni genere e l'afflusso di truppe.

Gravi di([icoltà sì avrebbero solo per quanto riguar da la linea dell'Impero: Io scalo di Bengasi dovrebbe organizzarsi infatù a Rodi con il conse!,JUente serio problema dei rifornimenti.

Q,·e in tale ordine di idee conveniate, Duce, potrebbero essere date precise direttive al Maresciallo Graziani, secondo la bozza di telegramma qui acclusa.

Il Sortocapo di Stato Maggiore Generale A.

Annesso a.ll' a.tlega.fo 8

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE

Bengasi

Op. at ore del 7 gennaio 1941.

Nella attuale situazione dirett ive per vostra futura azione sono le seguemi:

l" - Arrestare au t q u anto meno frenare avanzata inglese con successive resistenze at oltranza sulle linee difensive predisposte et con le truppe attualmente in esse affluite.

2" - Evitare ulteriore impiego at spizzico verso la Cirenaica delle truppe et mezzi esistenti in Tripolita11ia e che affluiscono at Tripoli dalla Madrepatria.

3" - Ridare, valendosi del le truppe et mezzi che affluiranno at T ripoli, efficienza at 5a Armata et costituire con questa et con unità organiche costà destinate una massa di manovra organica et ben articolata.

4" - Impiegare ta le massa allorquando abbia raggiunto adeguata consi· stenza at seconda del le ci rcostanze et situazione.

Un forte awnento di aviazione alla quale concorrerebbe quella delle basi della Sicilia vi consentirebbe integrare efficacemente vostra azione battendo t ruppe per rallentare la marcia, et .basi navali per ostacolare afflusso t ru ppe et rifornimenti . C<lnfermate.

N
.

TELEGRAMMA DI MUSSOLINI AL MARESCIALLO GRAZIANI IN MERlTO AL POTENTE DIVERSIVO

AUSPICATO COME ELEMENTO DI ALLEGGERIMENTO

DELLA PRESSIONE BRITANNICA IN LIBIA

M.P.A. su cune le MM.PP.AA.

Pro v. da Roma · Sramage

Al Comando Superiore Forze A rmate A .S.

Arrivato 9.1.941 - ore 18,15

Partito 9.1.941 - ore 15,35 Bengasi

5291 Op. - 2 - 3 - 4. Per Eccellenza Maresciallo Graziani. Ore 14 del 9 gennaio. I.n una delle vostre recenti comunicazioni avete manifestato il convincimento che un potente diversivo potrebbe essere un elemento di allege rimenro della pressione inglese sulla Libia. Questo diversivo est in vista. Si tratta dell'intervento germanico contro la Grecia preventivato per i primi di marzo et per il quale la Germania sta preparando et trasportando in Romania un numero di Divisioni imponente et tale da immobilizzare la Turchia ed eliminare la Grecia se - come speriamo - questo non sarà già avvenuto per opera nostra. Est chiaro che la Gran Bretagna dovrà accorrere in soccorso della Grecia et della Turchia et dovrà farlo con forze molto imponenti et quindi non potrà che prelevarle dall'Egitto. Al lume di questi fatti non deve essere considerata assurda la notiz ia raccolta dal S.l.M. secondo cui dopo la conquista di Tolxuch il generale Wawel non procederebbe oltre et porterebbe il suo quartiere generale ad Atene. Per sempre più convincerlo della necessità di questo trasferimento bisogna attorno a Tobruch imporre il massimo logoramento possibile alle forze corazzate inglesi ed è quello che farete. Si tratta di t,TUadagnare il tempo necessario perchè la minaccia tedesca alle basi inglesi del Mediterraneo orientale appaia agli Inglesi io tutta la sua imponenza et immediatezza.

Questo non tarderà molto at verificarsi dato che ben 50- 60 treni giornalieri sono adibiti al trasporto delle germaniche in Romania et in zona che interessa anche la Jug oslavia dato che si trova at 40 Km di distanza da Belgrado. La discesa dei Germanici con obiettivo Salonicco turba già i sonni dei Greci et non tarderà molto at turbare quelli degli Inglesi.

Mussolini

33°
AIIegato 9

FORZE DELLA PIAZZA DI TOBRUCH

NEI GIORNI 9 E 10 DICEMBRE 1940 (l)

A) Forze di guarnigione a Tobruch il 9 dicembre 1940

Comando G.a.F. della Libia orientale, Comando della << piazza », XXXI scnore di copertura (meno 2 capisaldi). elementi del XXXII settore di copertura, 2423 btr. del XXXI/ 5 (4 pezzi da 120/25), XXXI settore di copertura (meno 2 capisaldi), 2443 c 2453 btr. del .X.XXI/7 (8 pezzi da 149/35), 249" btr. del XXXII/l (4 pezzi da 75 /06), l'W brr. del XXXU/ 2 (4 pe-zzi da 77/ 28), 2473 btr. del XXXI I/3 (4 pezzi da 77/ 28), btr. di formazione « Derna » ( 4 pezzi da 75 / 06), 1 pezzo da 47 f32, 3a cp. del LXII btg. complementi, LXIV btg. complementi, XXXI btg. costiero libico, 633 cp. presidiaria, XXXI reparto misto del genio.

B) Unità del XXII co rpo d'armata passate a far parte della guarnigione di Tobruch il 10 dicembre 1940

Comando del XXII corpo d'armata: Stato Maggiore, Quartier Generale, 2 sezioni OC.RR., Ufficio postale, Drappello automobilistico. 223 compagnia bersaglieri motociclisti. battaglione cc.nn. Volontari della Libia. Divisione di fanteria <<Siete ».

lOo raggruppamento artiglieria:

17° gruppo da 105/ 28, 7° gruppo da 100/ 17,

(1) Dalla relazione del Gen. Rostagno, già capo di S.M. del XXII corpo d'armata.

33 1
Allegato JO
22. - A.S.

I gruppo da 100 f17 del 26·, I gruppo da 100 f 17 del ss·.

25° raggruppamento artiglieria: CV gruppo da 149/13, CXXX gruppo da 149/13, CXLVIII gruppo da 149/13, CL gruppo da 149/ 13.

zzo raggruppamento artiglieria: l 0 gruppo da 100/ 17, la btr. da 105/ 28, 133 btr. da 20 m.m. (8 pezzi), cp. provvisoria da 47 m.m. (6 pezzi), l(fl cp. spec. artiglieria. ssa cp. trasmissioni.

SefVlZl: 8 ospedali da campo, zza sezione sussistenza, 22° autoreparto, la sezione radiologica, l a sezione odontoiatrica, la sezione autoambulanze (una decina di macchine non tutte perfettamente efficienti).

C) Costituzione de/la Divisione cc Sirte » (6Ja)

alla data del IO dicembre 1940

Comando della Dh isione: Stato Maggiore, Quartier generale, l a sezione CC.RR. Ufficio postale, Drappello automobilistico.

51 a cp. bersaglieri motociclisti.

69° reggimento fanteria: III btg. (comando; 3 cp. fucilieri; 1 cp. afa; batteria accompagnamento).

70° reggimento fanteria: III btg. (comando; 3 cp. fucilieri ; l cp. afa; batteria accompagnamento).

Una sezione fuciloni cc Solothourn » (1).

6la cp. pezzi da 47 (8 pezzi).

6la cp. mortai da 81 (6 pezzi) (2).

61 • btg. m itraglieri (su 3 comp.).

61 o btg. complementi.

(

1) Un' altra sezione ceduta alla Brigata corazzata speciale.

(2) Un 'altra compagnia ced uta alla Brigata corazzata speciale.

33 2

43° rgt. artiglieria:

I gruppo da 100/17, 11 gruppo da 75/27, III gruppo da 75/27, l batteria da 20 mm.

LXI btg. misto del genio: l cp. l cp. artieri, l sez. fotoelettricisti.

Servizi: sezione sanità, sezione sussistenza, autosezione mista (con pochissimi mezzi).

D) Ut1ità assegnate m rinforzo alla guarmgzone di Tobruch dopo il I O dicembre 1940.

25a op. da 47 (6 pezzi).

CXJL battaglione cc.nn.: cp. comando, due compagnie fucilieri.

4• reggimento fanteria carrista ( l):

I btg. carri M. Il (39 carri inefficienti) (2), LXJII car,ri L (32 carri inefficienti), l btr. da 20 mm. (su 6 pezzi).

XV gruppo contraerei da 75/ 46 (su 3 btr.).

10a btr. da 20 mm. del XX art. di C. d'A. (su 8 pezzi),

14P cp. mortai da 81, senza armamento di reparto,

l42a cp. mortai da 81, senza armamento di reparto.

55o rgt. art. d .f.: II gruppo da 75/27, III gruppo da 75/27, l batteria da 65/ 17.

V Ili btg. lavoratori.

l compagnia combattimenti di arresto.

l plotone misto trasmissione.

l sezione anticendi. Drappello genio minatori.

(1) Ridono, in seguito, di uomini, avendo dovuto trarre dai suoi effettivi il personak per 1 btg. M I3 costiruitosi in Bengasi a fine dicembre.

(2) Dei quali successivamente, 7 resi perfettamente efficienti c 3 in minore misura.

333

Seguito.

E) Baturie della Marina.

Denominuione Compiti batterie

Armamento A r t i g l i c r i a l Armi automatiche da da da da da da da da mltr. da mitr.

Dandolo antinave

Bcltotti antinave

Orasso. antìnave c contraerei

Tortora • .

Bcjad . .

Pilas t rino. contraerei .

Sldi·Mahmud .

Tordo . .

Toro .

Topo antinave c contraerei

Tonno . antinave

Nave S. Giorgio antinave c contraerei

Totali .

Concorso delle suddette artiglierie ntllt difesa dtl fronte t terra .

(l) Anche compito controcarro.

149/47 1 102/35 l 75/40 40) 39 l 37/ 54 1254)30 190/45 147 A/ A 20 mm. l cal. 13,2! mitr. --- - -- - -------- --- - -- -----------5 - - - - - - - 4S 2 2 4 - - - - - - - 2 - 2 4 -- - - -- 2 2 2 - 6 - - 2 - - - 2 - 2 - 6 --- - - - l - (l - 6 l(') -- - - - l - 2 - 6 -- - - - - l 2 2 - - 6 - 2 - - - l - 2 - - 6 - - - - - l -- - 6 l 2 - - - l 2 2 - - 6 l - - 2 - l - - - - - 4 8 IO - -13 24 25 2 6 4 8 IO 18 8 23 8 18 16 4 4 l w w ...,..
fucili

CONSISTENZA E NECESSIT A' DELLA PIAZZA DI TOBRUCH

COMANDO lOa ARMATA UFF ICIO OPERAZIONI

N. 01 / 10599 di prot.

O ggetto: Necessità inerenti alla nuo,·a situazione.

A l Comando Superiore Forze Armate A .S.

C. T. li 16 dicembre 1940 Coma11do tattico

Orientandomi s ull'attuale situazione ed in conseguenza del telegramma ùi cotesto Comando Ol /3420/0p. di oggi, credo opportuno fare il punto circa la co n sistenza della difesa della piazza di Tobruch, dopo aver sentito il Comandante della. piazza stessa.

Faccio astrazione della piazzaforte di Bardia, che ormai, rafforzata dalle truppe mobili dd Generale BergonzoH, è nelle migliori cond izion i possibili per resistere.

La situazione nella piazza di Tobruch dal lato fonificawrio è nota. Essenzialmente:

- manca per larghi tratti il fosso anticarro, i cui lavori furono sospesi per ordine supe riore Esso viene ora sostit uito da campi di mine;

- manca qualsiasi profondità nell'organizzazione difensi,·a essendo, come è noto, all'inizio delle ostilità ancora in progetto la costituzione dei g rossi centri sia a\·anzati che arretrati.

Dal lato presidio, mentre è possibile con la G.a.F., con le truppe della Di,·. H Sirte ,, e btg. cc.nn. della Libia guarnire le opere, è appena possibile costituire con le forze disponibili i presidi di settore (2 di un btg. ciascuno) i quali però sono privi di artiglieria e di armi anticarro, cbe sono necessariamente destinate al rinforzo delle opere clata la scarsità complessiva di ta· lune armi.

Quale riserYa a disposizione del Comandante della piazza esiste un solo battagl ione di ftr. rinfor zato da una btr. da 20. Data l'ampiezza del perimetro della piazza, le possibilità di in tervento c l'efficacia di questa riserva sono dd tutto aleatorie.

Nel complesso si hanno, per un perimetro da difendere di 54 Km. 22.000 uomini, pari a circa un uomo per 20 m. lineari, e 198 pezzi (esclusi 149 e 120 e comprese le mitragliere da 20), pari a circa 3 pezzi a Km.

E' nel campo delle aniglierie, soprattutto, doV'e è sentita la deficienza perchè, trattandosi d i arrestare l'attacco dei mezzi corazzati impiegati a massa,

335 Allegato JJ
E DAL GEN. BERTI AL MARESCIALLO
PROSPETTAT
GRAZIANI

è con le armi anticarro e coi cannoni di p.c. che ci si può opporre all'irruenza del nemico.

N ella piazza di Tobruch, sia per la particolarità del terreno, sia per le ampie lacune esistenti nel fosso anticarro, è necessario avere una densità quasi uniforme lungo tutto il fronte.

Inoltre, data la mancanza di un ridotto centrale, 1·ampiezza della piazza, la rapidità con cui la battaglia meccanizzata si risolve, è necessario che i due Comandi di settore e quello della piazza abbiano una forte riserva autoportata.

I n questa situazione sarebbe quindi necessario che venissero assegnati alla piazza:

- n. 100 pezzi anticarro da 47/32 e da 20, sia per completare l'armamento della cinta fortificata, sia per abbozzare l'organizzazione di un sistema difensivo arretrato;

- n. 4 gruppi da 75/27 e due gruppi da 105/28, necessari a completare lo schieramento nei tratù del fronte più deficitari (ad es. sul front e dell'Uadi Ahael non ci sono arùglierie);

- un reparto meccanizzato della forza di un rgt. di ftr. ed adeguata aliquota di arùglieria anticarro di p.c. e contraerei;

- due cp. da 47/32 e due btr. da 20 m / m autotrasportate, a disposizione dei comandi di settore.

Per quanto si riferisce agli automezzi per i servizi della piazza e per il funzionamento della Delegaz ione Intendenza, la situazione odierna venne già comunicata stamane a codesto Comando Superiore (dei 150 autocarri lasciati dal col. Nicolardi ve ne . sono circa 50 inefficienti).

Per assicurare tale funzionamento sono necessari almeno 80 automezzi efficienti a parte naturalmente quelli da assegnare in proprio al rgt. ftr. motorizzato, ed a lla compagnia da 47 e alle batterie da 20.

In conclusione credo che, se si vuole che la piazza adempia alla consegna del Duce, occorre concentrare wtti i mezzi necessari, altrimenti la resistenza a malgrado della volontà c del valore degli uomini - non potrn essere di lunga durata.

E videntemente l'azione terrestre sarà integrata dall'azione aerea, e quanto possa fare l'aviazione lo dimostrano i combattimenti di questi giorni. Però. quanto maggiore sarà il numero degli aerei che l'autorità centrale potrà mettere a disposizione, tanto maggiore sarà la probabilità di resistenza.

Infine, qualora si intendesse di costituire una massa di manovra per ope· rare all'infuori della piazza, ritengo che occorrerebbe potere disporre di almeno 2 divisioni completamente autoportate e ricche di armi anticarro e cioè possi· bilmente costituite con le formazioni prima accennate, ossia:

- per ciascun btg. di ftr. una cp. da 47 su 8 pezzi.

- per ciascun rgt. di ftr. due btr. da 20 su 8 pezzi.

Quanto sopra rappresento a codesto C.S. per quanto riterrà possibile di fare per venire incontro alla situazione; pur compenetrandomi, naturalmente, delle difficoltà che si oppongono alla realizzazione integrale delle necessità suesposte.

Il Generale Comandante M.

IL MARESCIALLO GRAZ{ANI CONFERMA AL GEN. BERTI

17 dicembre 1940

01/3454/ 0p. 17 dicembre ore 12. Quanto Voi, Eccellenza, mettere così bene in evidenza nel vostro 01 / 10599 del 16 corrente nei riguardi delle necessità per la difesa della piazza di Tobruch est quanto esattamente a mò di esempio poteva essere già calcolato dal giorno in cui detta piazza fu costituita e cioè, credo quattro aut cinque anni fa. Ma nell'attuale momento il recriminare per le deficienze est questione che può solo servire at mettere at posto le YOStre personali responsabilità del momento, ora che questo lo a\ ete fatto non vi rimane che tener presente queste conclusioni:

lo - la 'Piazza di ,Tobruch deve essere mantenuta ad oltranza;

zo - non avete perciò che da adoperarvi per Io sfruttamento migliore delle disponibilità attuali et far lavorare tutti per migliorare la sistemazione difensiva;

3o - tener presente che questo Comando Superiore farà quanto possibile per sussidiarvi in base alle disponibilità et alla necessità che gli incombe di provvedere alla tutela di tutta la Libia;

4° - tener ancora presente che dalla Madrepatria si est chiestO et \·iene inviato tutto ciò che est possibile per l'insieme delle difficoltà che at \·oi certamente non sono ignote.

Prego ricevuta.

337 Allegato J2
LA CONSEGNA DI DIFESA AD OLTRANZA DELLA PIAZZA DI TOBRUCH GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FORZE AL"v1ATE AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE
All'Eccellenza Berti Tobruch Graziani

CHIARIM ENTI DEL GEN BERTI AL MARESCIALLO GRAZ I ANI lN MER ITO ALLE PROPOST E RELA TI VE ALLA SITUAZIONE D ELLA PI AZZA DI TOBRUCH

COMANDO 10 3 ARMATA UFFI CIO OP ERAZ10NI

N. 01/ 10623

O ggeno: Questioni relati,-e nuov3 situazione.

18 dicembre 1940

All'Eccellenza il M aresciallo d'Italia Rodolfo Graziani Comandante Superiore Forze Armate A. S.

Comando tattico

Ho preso conoscenza del fonogramma 01 / 3454 Op. Desidero vi,•amente, Eccellenza, chiarire che tra gli scopi della mia lettera non vi era quello di mettere a posto la mia personale responsabilità e mi duole che le mie parole poss3no essere state in tal senso interpretate.

Il momento che Yiv iamo , uole che l'inte resse personale scompaia di fronte a q uello della Patria!

Il mio intendimento era solo quello di prospettare una situazione della piazza di Tobruch che, se pote,·a essere nota per quanto si riferisce alla sistemazione fortificatoria, per quanto ha trano, invece, al personale, alle armi e al materi3lc, poteva a nche non essere co nosciuta nei suoi dettagli.

Naturalmente nel rappresent3re tal i deficienze non mi ripromettevo di potere suh ito ottene re tut to q u anto ri chiesto poichè, come affe rmo n elle mie conclusioni, mi sono note le diffico ltà c he vi si oppongono, ma, bensì, di prospettare un quadro complessivo di orientamento afiinchè il Comando Superiore possa tenerne conto a misura che si presemano disponibilità di truppa e di mezzi.

I n questo particolare momento, Eccellenza, posso assicuran·i che il mio vivo desiderio è quello di cooperare alla \' Ostr3 azione in runi i modi c con tutte le mie possibilità.

Ed è perciò che mi permetto d i esprimervi - anche se non r ichiestoil mio pensiero su lla attuale situ3zione - anche se questo possa oltrepassare il limite della mia competenza.

A mio parere tale situazione, per quanto gra,·c, non è disperata.

I ndubbi segni del comportamento del nemico, varie informazioni intercettate, non escludono che "i possa essere una sosta - sia pure di non lunga d urata - nell'offensi va nemica.

A Uega to l3

Si tratta di ,-edere come c dove organizzare durante la sosta la nostra resistenza e, conseguentemente, quale potrà essere l'impiego delle scarse forze disponibili, in attesa di quanto potrà ,·enire in rinforzo dalla matrepatria.

Sono ora intervenute precise direttive del Duce: « resistere ad oltranza nelle piazze di Bardia e d i T obruch >>

Rilengo che tali direttive rispondano nel modo migliore all'altuale momento, perchè sono com·inro che, fino a quando queste piazze rimarranno nelle nostre mani, assai difficilmente l'a\'\'ersario - sah-o infiltraz ioni dannose, ma non risolutive - potrà avanzare in ed in forza nell'interno de lla Cirenaica.

E' perciò che mi sono prospettato il problema se, data la modesta efli cicnza della piazza di Tobruch - ,-isto che Bardia ha una soddisfacen te sistemazione - non convenga concentrarvi tutte le forze c tutti i mezzi disponibili, invece che scaglionare le forze in profondità per cercare di arrestare il nemico su linee di difesa successive, che in questo territorio sono in genere poco idonee e facilmente aggirabili.

lo sono decisamente per la prima soluzione ed è perciò che ho prospettato il quadro completo delle necessità più urgenti della piazza di Tobruch, con l'intendimento di cominciare a concentrare nella piazza, visto che non vi sono le forze c i mezzi necessari, almeno tutte quelle disponibili.

Mantenendo, come n10le il Duce le piazze, esse - verificandosi determinate eventualità - potranno in an-enirc costituire base di partenza per la riconq u ista del territorio.

Questo è il mio pensiero che, quale ,·ostro più diretto collaboratore credo mio do,·cre di prospettan•i.

Tengo però ad assicurarYi nel modo più formale che, qualunque siano i vostri intendimenti, mi adopererò con tutte le mie possibilità per venirvi in· contro con piena fiducia in voi, Eccellenza, e nel successo fina le.

Il Generale Comandante

M.

339

COSTfTUZIOI\lE DEL RAGGRUPPAMENTO MOTORIZZATO DELLA DIVISI ONE « SABRATHA » ALLA META' DI GENNAIO

(d u e):

zoza cp. bers. motociclisti di Corpo d'Armata, l sezione da 20 rnm. della 463 batteria, l sezione da 20 mm. della 4° batteria.

l N motorizzato:

85a btr. da 65/ 17,

l btr. da 75/ 27 del 42" reggimento art iglieria, 46a btr. da 20 rnrn su 2 sezioni,

l 60a cp. da 47 /32 su 2 p lotoni, l cp. del LX btg. mitraglieri, nucleo radio, nucleo rifornimenti.

Il Nucleo motorizzato:

25za btr. da 65/ 17,

12a btr. da 75/ 27 del 20" reggimento art iglieria.

4a batteria da 20 mrn su 2 cannoni, 2 plotoni da 47/ 32 della 16()0 compagnia. l cp. del LX btg. mitraglieri, nucleo radio, nucleo rifornimenti.

III Nucleo motorizzato:

btr. da 65/ 17 del 26" reggimento artiglieria, l btr. da 75/ 27 del III/ 26" artiglieria, l sezione da 20 mrn della 300 batteria, l sezione da 20 rnm della 193 batteria, l cp. armi accompagnamento dell'85o reggimento fante ri a, nucleo radio, nucleo rifornimenti.

GRUPPI MOTORIZZATI.

l gruppo motorizzato:

I gruppo da 105/28 del zoo artig lieria, l sezione da 20 rnm della 4n batteria.

l/ gruppo motorizzato:

II gruppo da 75/ 27 del 42° artiglieria, l sezione da 20 della 463 batteria.

J4

XX CORPO D'ARMATA: SITUAZIONE DELLA FORZA IL 17 GENKA{O 1941 -SETTORE BERTA - MECHILI

Allegato J5
Forza C annoni Autom e zzi Un i t à Mitraglia- Mortai C s.rri LanciaSottufficiali contraerei triei fiamme l Ufficiali e truppa t errestri anticarro controcarro pesanti leggeri - -Caposaldo
Ilerta 198 3916 12 {105) 18 (47) 16 (20) 46 (35) 19 {45) - 20 IO 30 20 28 (75) 14 (65) 6 (76) 9 {Schw) Eluet Asch 16 356 4 {75) 6 (47) 4 (20) 2 {35) - - - l 2 l Clelione 83 2071 4 (75) 4 - 2! {35) 6 (81) - 30 l l 2 2 (H) 36 (4 5) XXXII btg. libico . 25 75 2 2 (47) - 12 {35) -- - - -3 (Schw) motorizzato 121 2241 12 (105) 12 (65) 20 (20) 62 {35) 18 {45) - IO 83 115 120 Brieata corazzata {compreso 24 (75) 8 (47) Pre sidio Mechlli) 138 2220 8 (75) 8 (47) 4 (75 ck) IO (35) 6 (81) 57 (M) 30 160 90 180 8 {100) 8 (20) 12 (35) 25 {L) 2 (Schw) 6(autob) Caposald o Chaulan 71 1209 4 (75) 2 (65) l - Il (35) 6 (81) - 2 6 218 {45) Pres idi di: El O h egab 4 122 - -- 2 {20) - - - - - lO erdes el Oerra ri 3 96- 2 (20) - - - - - 1Betehu 2 lO l- 2 (20) - - - - - 1Oars el Maragh 2 83 - - 2 {20) - - - - - lM ecb i lf. 16 381) 6 {47) 4 (75 c le) 4 (Scbw) 6 (81) 4 (50) 4 (45) Totali 679 13548 104 86 70195 119 8 2 carri 90 257 248 325 260 6autob. w '"""...
1

I L MARESCIALLO GRAZIANI COMUNICA AL COMANDO SUPREMO DI AVER DISPOSTO

L'ARRETRAMENTO DELLA BRIGATA CORAZZATA

E PRESO I PROVVEDIMENTl

PER LO SGOMBERO DELLA POPOLAZIONE DA DERNA A BENGASI

Dispaccio in arn,·o a mezzo tclecifra.

Trasmesso il 25/ 1/ 41 - Ore 12)0

Per...-enuto id. - » 13,45

Decifrato id. - » 14,30

Da: Supercomando A .S.I.

Direno: Comando Supremo

01/1110/0p.- l 25 gennaio ore Il. Seguito m1o Ol / 1056/0p. Siruazione et mio 01/1064/0p. di ieri.

Da ricognizioni aeree et intercettazioni risulta sempre più evidente che l'avversario con Brigate corazzate 4a et 7a si spinge risolutamente a\·anti pur in mezzo at difficoltà derivanti dal terreno (che ha muram caratter istiche piste desertiche) per abbordare ciglione Derna - Berta. Non si può oramai nutrire più alcun dubbio che obiettivo nemico sia occupazione totalitaria Cirenaica. Nel seuore Mechili comparsa ieri nostre forz e corazzate habet richiamato da quella parte affluenza di quelle nemiche in numero preponclerante per giornata di oggi. Per e\ itare che le nostre forze corazzate, costituenti unica disponibilità del gene re, fossero sopraffatte, ho ordinato entro notte loro ripiegamcnto verso nord str ada per Chau lan et sosta in potenza per riprendere azione contro(fcnsi\·a su Mechili Non ancora ho notizie al riguardo. Nostra formazione G. 50 in crociera protezione su Brigata corazzata habet questa mattina abbattuto 4 Gloster nemici che la stavano mitragliando. Continueranno loro azione in giornata. Se avess i disposto in questo momento di potenti unità corazzate avrei manovratO da Mechili su Tmimi aggirando forze nemiche proiettate innanzi tra ciglione Derna er Bena; così come avrei manovratO da Tobruch su Bardia al momento dello sfocio del nemico su di essa da Sollum; et così ancora da Derna su Tobruch al momento della marcia su di essa del nemico da Bardia. Sono invece da 50 giorni con le braccia conserte senza avere potuto svolgere alcun atto controffensivo per mancanza di mezzi idonei et subendo in iziativa nemico che hab ct compiuto sue successive manovre indisturbato come sopra un ta\ olo di scacchi.

Oramai sono nelle cond iz ioni di un capitano che comanda la sua nave in procinto di affondare, perchè presenta falle da ogni parte, et che cerca farla galleggiare fino all'ultimo momento. Senza produrre impressionismi ho provveduto in questi ultimi giorni at sgombro da Derna et Bengasi nnionali su T ripoli. H o p reso tutte le disposizioni perchè prefetture di Derna et Bengasi et istituti di credito pron edessero sgombrare atti et archivi. H o

Allegato J6

per contro disposto che direttore Eme Colonizzazione rimanga sul posto con tutte famiglie coloniche che non sarebbe assolutamente possibile sgombrare per mancanza di mezzi.

I Podestà et i VescoYi rimarranno io luogo per tutela nazionali secondo leggi guerra et religiose. Prego ad ogni modo darmi eventuali diverse diret· tive at riguardo tenendo però presente che nazionali rifiutano sgombro via mare et che (ripeto) non ho mez:r.i per sgombro totalitario via terra. Per contro tJn migliaio circa fra donne et bambini sono pronti a partire via aerea ma impossibilitati per mancan za aerei trasporto ridotti al minimo per esi· genze interne. Se possibile prego ioviarmene altri. Superfluo aggiungere che questa precaria situazione non diminuisce affatto spinta dei comandanù et delle truppe che sono decise ovunque resistere fino all'ulùmo, et che onmque regnano calma, ordine, disciplina che habet pro\·ocato sensi ammirazione Missione tedesca. Ho sospeso ulteriori invii truppe et mezzi dalla Tripo· litania ordinando in\ ece alla sn armata di pro\ vedere alla difesa di Sirte con i me zzi di cui può disporre.

343
Graziani

DIRETTIVE DEL GEN. TELLERA, COMANDANTE DELLA l()& ARMAT A, PER LA DIFESA DI DERNA

COMANDO IOa ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01 / 532 eli prot.

Oggetto: Difesa eli Dern a.

All'Eccellenza il Com.te del Settore cc Derna »

C.T. 25 gennaio 1941

All'Eccellenza il Com.te del Settore cc Berta - M echili »

Al Comandante del genio 10a armata

e, per conoscenza:

Al Comando Superiore FF.AA. A.S. (rif. suo fono 01 / 952 - 21 u.s.)

Comando lattico Comando tattico Comando tattico Comando tattico

T enuti presenti gli accordi già intervenuti e le proposte che rm sono state prospettate, per fronteggiare la eventualità che l'avversario possa riuscire a scardinare il pilastro di Derna, dispongo:

- sia predisposta l'occupazione con forze adeguate di una seconda posizione difensiva così determinata: q. 443 di Bu Sciuescia - q. 433 - Argub

Turchia - Mn en Naasania - Siret Lescetalu - q. 472 - Sirct el Mesteres - Siret en Nuera - costone eli q. 348 (nord-est di Siret en Nuera) - Argub bu Lemm - mare.

Il tratto q. 433 Bu Sciuescia - q. 4ll di Siret Lescetalu, incluso, rimane affidato al settore cc Berta - Mechili »

Il rimanente tratto da q. 4ll (esclusa) al mare al settore cc Derna »;

- il Comando Genio dell'Armata prenderà comano coi Comandami di Settore per l'organizzazione del terreno nelle poche zone transitabili a mezzi meccanizzati dando subito inizio ai lavori.

Per quanto riguarda l'interdizione della pista costiera, detto Comando disporrà perchè sia senz'altro interrotta in corrispondenza di Rues Mldla - cl Atrum e della galleria di Ras Hilal.

Mi riservo ordini circa l'attuazione della interruzione già predisposta sulla strada Lamluda - Fiorita.

Il Generale Comandante

G. Tellera

344
A llegato
J7

Allegato J8

DIRETTIVE DEL COMANDO DELLA l QA ARMATA SUI CRITERI D'IMPIEGO DELLE T RUPPE PER FRONTEGGlARE IL PROBABILE ATT ACCO NEMICO CONTRO IL FRONTE DERNA- BERTA - C H AU L AN

COMANDO 10" ARMATA OFFI ClO OPERAZIO NI

N. 0 1/ 580 di prot.

O ggetto: Diretu,·e opcrati,·e.

All'Eccellenza il Generale Ferdinando Cona Comandante Settore cc Berta - M echili >>

All'Eccellenza il Generale Annibale Bergonzoli Comandante Settore « Derna n

C.T. 27 gennaio 194 1

Allegati: n. l

Comando tattico

Comando tattico

Sulla base delle direttive ricevute dall'Eccellenza il Maresciallo resta stabilito:

Se l'attacco nemico, come rutto fa ora ritenere, si svilupperà principalmente cont ro la fronte Derna - Berta - Chaulan la lotta dov r?t essere protratta ad oltranza sulle posizioni attualmente occupate dall'Armata. Tutte le forze disponibili, compresa la mia riserva e gli eventuali rinforzi che potranno pervenirmi dal Supcrcomando, dovranno essere gettate nella mischia.

Solo nel caso in cui il nemico sviluppi in forze il mo,·imemo su Bengasi - che lo porterebbe ad aggirare tutte le forze del Gebel - nel mentre la Brigata corazzata tenterà con azioni sul fianco d i ritardarne la marcia, potrà presentarsi l'opportunità di sganciare le forze dell' Armnta dalle attuali posiz ioni e di m.1novrare per con trastare la pcnetrazione nemica, appoggiandosi a posizioni gebeliehe successive, già da me riconosciute.

I n tale eventualità, indico i seguenti criteri e le seguenti direttive di massima:

l 0 - Data la natura e la entità dei mezzi meccanizzati del nemico, perchè il ripiega memo delle truppe e dei materiali possa riuscire, è necessario che venga autoportato.

zo - Fino a quando non saranno assegnati dal C.S.F.A. automezzi di manovra, o se ne saranno assegnati, come è prevedibilc, in quantità insufficiente, occorre fare affidamento, in tutto o in parte, sugli automezzi già disponib ili presso le truppe dipendenti.

3° - In linea di massima, quindi, occorre:

a) sganciare in primo tempo gli elementi già motoriz zati (es. raggruppamento motori zzato del XX C.A., rgt. bersaglieri, ecc.) e con essi occu-

pare subito le posiziorù di sbarramento già riconosciute, mettendoli a terra. Con gli automezzi di detti elementi (debitamente organizzati m autosezioni e bene inquadrati) rimandati a\·anti, provvedere all'autotrasporto, in zona arretrata, dei reparti lasciati in zona avanzata;

b) il movimento deve necessariamente avvenire sotto la protezione di reparti appositamente predesignati, destinati a rimanere in posto fino all'ultimo per impedire che il nemico incalzi. Verranno, possibilmente, disincagliati in secondo tempo;

c) gli autotrasporti debbono avvenire per quanto possibile di notte.

Naturalmente, se il C.S.F.A. potrà assegnare un quantitativo di automezzi di manovra sufficienti, tali criteri possono essere sostanzialmente mutati e ad ogni modo il movimento sarà grandemente accelerato.

Nell'unito allegato sono indicate le posizioni successive già riconosciute idonee per opporre con poche forze resistenza al nemico.

A tali posizioni va aggiunta quella ad immediata difesa di Barce: El Garib - S. Torelli - Gerdes Abid (3a posizione), non ancora riconosciuta, ma che risulta avere buone possibilità di difesa.

Ciò posto:

Se il nemico riesce ad occupare Deroa e ad oltrepassare l'Dadi Derna, la difesa immediatamente successiva sarà svolta sulla linea q. 443 di Bu Sciuescia - q. 433 - Argub - Turchia - IMn en Naasania - Siret Lescetaluq. 472 - Siret el Mesteres - Siret en Nuera - costone di q. 348 (nord-est di Siret en Nuera) - Argub bu Lemm - mare - come già indicaro con mio foglio 01/532 dd 25 corrente.

Verrà da me disposto per il brillamento delle interruzioni sulla via Balbia del ciglione ad ovest di Bern a.

Il successivo ripiegamento dovrebbe avveniie, dietro rruo ordine, con le seguenti modalità di massima:

- affiderò all'Eccellenza Cona la difesa della l a e za posizione gebelica;

- avrà a sua disposizione, dal momento che gli verr?! indicato, il 10° rgt. bersaglieri. Metterò anche a sua disposizione il Gen. Villanis per l'organizzazione ed il comando diretto delle truppe della l a posizione;

- affiderò all'Eccellenza Bergonzoli la difesa di Barce (3a posizione).

Primo tempo: sgombero sulla la posizione - in seguito a mio ordinedel 10• rgt. bersaglieri e del raggruppamento, agli ordini del Gen. Villanis. Recupero deg li automezzi (da calcoli fatti sulla base delle situazioni fornite dal Comando del XX C.A. circa 300 automezzi) e ritorno di essi in zona per l'ulteriore sgombero delle truppe dei due settori. Sgombero nelle zone a loro destinate - vedi appresso - degli altri elementi che sarà possibile sgomberare coi propri auwmezzi.

Secondo tempo: sgombero delle truppe del settore Oerna su Barce e di quelle del XX C A. e Divisione « Sabratba >> parte su Barce e parte a difesa della za posizione, come da disposizioni del Comando del XX C.A.

Rimangono in posto gli elementi già predisposti per la protezione del rìpiegamento.

Terzo tempo: restituzione degli automezzi agli elementi della l a e za posizione per poterne effettuare lo sgombero al momento opportuno.

La Brigata corazzata mantiene sempre tutti i propri automC'aÌ.

TI s uo compito è quello già detto, nonchè la protezione del fianco destro dell'Armata.

Sua prima posizione Abiar bu Sfcia.

La zona militare di Barce, al completo di comandi e truppe, passata fin da questo momento alla mia diretta dipendenza, manterrà fino a nuo,•o ordine lo schieramento dei suoi elementi.

Queste sono direttive dì massima che potranno essere anche sostanzialmente mutate, in base ai mezzi disponibili ed agli avvenimenti. Hanno scopo orientativo, di studio; non esecutivo.

Il presente documento riveste il carattere di massima riservatezza e non deve essere divulgato.

Prego rice,·uta.

Il Generale Comandante

G. Tellera

Annesso all'allegato 18

RICOGNIZIONE POSIZIONI GEBELlCHE

In linea di massima la zona presenta le seguenti caratteristiche essenziali:

- impraticabilità al mo vime nto di mezzi meccanizzaù nemici fuori le strade o piste salvo poche zone di facilitazione. Ci(>, sia per la natura della vegetazione (bosco) sia per le forme accentuate e spesso rotte e frastagliate del terreno, sia infine per la natura del fondo, roccioso c a spumoni di roccia;

- possibilità di accampamento al. coperto dalla osservazione aerea e terrestre del nemico. Qualche difficoltà per la sistemazione di autoveicoli fuori strada, che può però attenersi sfruttando le piste e qu alche tratto di ter · reno pianeggiante lateralmente alle strade;

- povertà d'acqua. Qualche risorsa a Gerdes Gerrari, a Maraua e più abbondante a Techis. Il rifornimento idrico potrebbe ad ogni modo fare capo a Barce;

- dal punto di vista dello schieramento delle truppe per la difesa, la zona va considerata nei riguardi delle provenienze nemiche da nord-est e da sud-est, e da sud.

A tale riguardo sono essenzialmente da prendersi in considerazione due posizioni, pur senza escluderne altre intermedie, o ad integrazione delle prime.

l a PosiZIONE (carta l : 100.000): Uadi Gìargiarummah - pendici di Gasr

Beni Gdem · dorsale percorsa dalla pista che, dalla cantOniera sulla rotabile

23. - A.S.

347

all'altezza di Gasr Beni Gdem conduce a Mameli per Habeira - Gasr ScizaMameli - Slonta - Gerdes Gerrari.

Tareno: impraticabile a mezzi meccanizzati e difficile anche alle fanterie a nord di Gasr Beni Gdem fino al mare Impraticabile a mezzi mcccanizzati a nord-est della dorsale percorsa dalla pista suindicata.

Discretamente percorribile nella zona di Mameli. Occorre ad ogni modo sbarrare saldamente la pista Gasr Beni Gdem · Mameli · Beda Littoria che aggira lo sbarramento deli'U. Giargiarummah.

Percorribile da tutti i mezzi e in ogni senso attra,·erso l'ampia conca di Impercorribile intorno Gerdes Gerrari.

Caratteristiche nei riguardi della difesa:

- inaggirabile da nord;

- inattaccabile da masse di mezzi meccanizzati, salvo che nella zona di Slonta;

- difficilmente aggirabile da Gerdes Gerrari se non a largo raggio;

- di agire controffensivamente dalla conca di Slonta verso est e verso sud-est.

Por::e occorrenti:

- pochissime per l'occupazione della stretta dell'Uadi Giargiarummah in zona Gasr Beni Gdem;

- note\·oli forze per occupazione di Mameli;

- molte forze per l'occupazione della conca di Slonta;

- poche per l OCCUJXlZÌone di Gerdes Gerrari.

Volendo risparmiare la maggiore aliquota delle forze, necessaria per l'occupazione della conca di Slonta, occorre portare la difesa ad ovest della conca stessa sulle alture di Gasr es Sira - d Cueifat.

za PosiZIONE: Uadi Giargiarummah - Sidi Abdalla o Zauiet el Argub Bir GanduJa - zona dei Mesair - Uadi Ghelta.

Terreno: impraticabile a mezzi meccanizzati m tutta la zona.

Caratteristiche nei riguardi della difesa:

- inattaccabile da masse di mezzi mcccanizzati su tutto il fronte;

- inaggirabile da nord. Aggirabile da sud solo a largo raggio;

- protegge la importante conca di Maraua;

-presenta l imitaz ione di sbocchi controffensivi verso est e verso sud-est.

Forze occorrenti: in complesso, notevolmente minori che non per la prima posizione mancando zone di facilitazione ai mezzi meccanizzati avversari.

Volendo, però, occupare la retrostante conca di Maraua, centro di carovaniere e di piste importanti, per quanto protetto dalla za posizione, e che consente lo spostamento di forze tra le due strade gebeuehe per l'ottima pista di Gasr er Rseim · Castcllebia, per questa occorrono note,·oli forze.

GIUDIZI E CONSIDERAZIONI VERBALI DEL MARESCIALLO GRAZIANI SULLA SITUAZIONE

lN UNA RIUNIONE DEL 29 GENNA IO 1941 A BERTA

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SETTENTRIONALE UFFICIO DEL COMANDANTE

29 gennaio 1941

Riassunto delle comunicazioni verbali fatte dall'Eccellenza il Maresciallo, comandante superiore delle Forze Armate A.S., nella riunione tenuta a Berta il 29 gennaio 1941, ore 10,30.

Sono presenti:

Eccellenza Tellera - comandante 1()'1 armata, Eccellenza Cona - comandante XX corpo armata, Eccellenza Bergonzoli - comandamc Settore Dcrna, Generale Molinari - comandante superiore Genio, Colonnello Sorrentino - capo U((icio operazioni Supcrcomando, Colonnello Matricardi - capo S. M. XX C.A.

L'Eccellenza il Maresciallo dà lettura del telegramma 01/1264/0p. diretto allo Stamage e premesso che conosce bene tutta la siwazione, così continua:

Mio giudizio sulla situazione ad oggi:

Il nemico coi mezzi corazzati operanti sulla direttrice Mechili - Gars Mragh - De Martino cerca evidentemente di sfociare sulla gebelica sud coll'intenzione di poter costituire un fianco difensivo sul raccordo De Martino - quadrivio Luigi di Savoia - Cirene (profondità 15 km. circa da Cirene a De Martino) col che verrebbe a tagliare le due strade gebeliche, nord e sud, chiudendo completamente tutto il nostro schieramento del Gcbel. Ripete con questa mossa, su un campo d'azione assai più vasto, quello che ha fatto in primo tempo a Bardia sul meridiano di Marsa Luk e che ha ripetuto a Tobruk su l meridiano di Ain Gazala. Perchè questo obiettivo gli sia impedito noi opponiamo ad oggi la semplice occupazione di Gars Mragh con la Brigata corazzata ed il punto di appoggio di De Martino con le ridotte forze in via di affluenza.

Per contro il nemico potrà esercitare la sua pressione con rutta la V II brigata corazzata, rinforzata già da una unità corazzata della IV brigata, forze ieri stazionanti in regione Bir Scmander, più tutto l'undicesimo ussari (autobl i ndo) che ha già proiettato innanzi i suoi tcmacoli in esplorazione nella Chaulan - Gars Mragb e forse - cosa non ancora accertata - suH'altra direttrice Abiar bu Sfcia - Gcrrari - Slonta.

349
llega to
A
J9

Non è affatto da escludersi che tutti i rimanenti elementi deUa IV bri· gata corazzata attualmente in zona sud -o,·est Manuba, data la difficoltà del terreno verso Derna e nel settore Uadi Beddahach possano al momento opportuno essere proiettati anch'essi sulla direttrice Semander · Gars Mragh - De Martino.

Da tutto il complesso, giudico diffici le che la semplice Brigata corazzata possa, oltre un certo limite, resistere a questa pressione.

L'EcceUenza Maresciallo interpella singolarmente i comandami presenti a cominciare dall'Ecc. Tellera: condi,·ide o non concJi, ide questo apprezzamento?

Ecc. T ellera risponde: condi, ido pienamente questo apprezzamento.

Ecc. Cona: risponde anche lui che condi,.[de questo apprezzamento.

Ecc. Bergonzoli: non a,·endo vissuta la situazione c non conoscendo l'am · biente tattico nel settore meridionale, non può pronunziarsi.

Gen. Molinari: risponde condividendo pienamente l'apprezzamento suddetto.

L'Eccellenza Maresciallo così continua il suo giudizio:

Prima consideraziotle.

Se in un tempo più o meno relativo (dato che il Gen. Babini ha avuto ordine tassativo di non muo,·ersi più da Gars Mragh c di resistcrvi ad oltranza, ordine ripetutogli anche da mc questa mattina , erbalmente, per telefono) il nenùco riesce ad attuare la sua mano\Ta superando anche la difesa di De Martino, tutto lo schieramento del Gebel sarà imbottigliato, a,·endo precluse ambedue le vie gebeliche di deflusso.

Chiede quindi l'apprezzamento su questo punto.

Ecc. Tellera risponde: indubbiamente.

Anche Ecc. Cona risponde affermari,·ameme.

Ecc. Bergonzoli è dello stesso avviso.

Gen. Molinari è anche lui dello stesso parere.

Seconda considerazione.

In conseguenza di questa e, emualirà - che sarebbe mortale - mi domando: E' opportuno continuare a tenere ad oltranza l'occupazione di Derna che immobilizza 4 banaglioni ed 8 batterie mobili? O non con,·ienc deciderne in tempo l'evacuazione, sottraendo alla sicura perdita queste forze, con le quali invece si potrebbe rafforzare in primo tempo il settore di Berta ed in secondo tempo far le affluire sul raccordo quadri, io sud di Cirene - De Marti no per prevenirvi la manovra nemica, finchè siamo in tempo? Considerando che forma lizzarsi a , ·oler tenere un deternùnato punto, in guerra, sia cosa da non accettarsi e considerando che le interruzioni praticare sui tornanti el Feteiah - Derna e quelle da praticare sulla strada interna Sidi Garbaa - Derna sono la ridorta Lombardia ed ancora quella da praticarsi nei tornanti risalenti verso Berta , costringerebbero il ncnùco ad un sicuro tempo di arresto che, a parere del Comandante superiore del genio, a questo punto interpeiJaro, può giudicarsi uguale a circa una settimana per quanto riflette

3'50

transito di mezzi meccanizzati, per non influenzare col rruo parere preventivo chiedo prima il giudizio dei presenti.

Ecc. Tel lera risponde: concordo pienamente.

Ecc. Cona risponde: tutto considerato sono anch'io d i questo parere

Ecc. Bergonzoli risponde: concordo pienamente ed a\ evo già considerato per conto mio q uesta eventualità.

Il Gen Mol inari r isponde: senza dubbio - Yi vedo pochi fanori negativi e molti fattori positivi.

Tuttavia, continua !"Eccellenza il Maresciallo, prima di sanzionare col mio gi udizio, sottopongo la considerazione de l riflesso che questa decisione porterà sul troncone Berta - ridotta Camporosso che verrebbe ad avere il suo fianco sin istro esposto dal momento i n cui il nemico, riparata l'interruzione della ridotta Lombardia, potrà sferrare l'attacco sul fianco di esso.

E cioè chiedo: dovrà mantenersene l'occupazione o ritirare le truppe che vi sono scaglionate in un tempo parallelo o relativo?

Premesso che in questo settore gravitano otto battaglioni più 5 batterie di artiglieria e 2 di accompagnamento, chiedo innanzi tutto un giudizio :.li massima.

Ecc. T ellera risponde: i n linea di massima bisogna sgomberare anche il troncone. Nei riflessi al tempo lo si pu ò tenere fino a quando il nemico non possa esercitare una seria m i naccia sui fianchi del troncone oppure che altre circostanze non consiglino l'utilizzazione a ltrove delle truppe numerose che presidiano il troncone stesso.

Ecc. Cona interpellato risponde: come criterio di massima sono favorevole al ritiro delle truppe del ciglione. Come criterio relatÌYo al tempo, credo che debbano essere rit i rate subito, e cioè contemporaneamente alle forze di Derna, le truppe del tronco ne più orientale sino a quel punto dove dovrà essere costituita, fuori del contatto n emico, una fronte dife nsiva - fronte al est, fra Berra c Derna. Perc hè ritengo che le inte rru z ion i non costit uiscano ostacolo per grandi unità di fanteria che possono ava n zare anc he se le interruzioni non sono completamente ria t tare.

Ecc. Bergonzol i: favore\·ole i n linea di mass i ma. P er il tempo coocordo col parere del l'Ecc. Cona, aggiu ngendo che, data costituzione delle unità australiane mancanti di salmerie, i l XX C.A. ritengo a\ ' rà maggiore tempo disponib i le per effettuare il movimento.

Gen. Molinari risponde: il ripiegamento, rispetto al tempo, è più in funzione della m inaccia all a nostra destra (cl Mragh - Gerdes Gerrari) che non al riattamento de lla interruzione Q uindi valutata la situazione, non soltanto locale, il ripiegamento deve grad u almente fa rsi con una ce rta celerità. l.,a manovra deve essere in fu nzione della m anoYra n emica che minaccia la n ostra dest ra .

35 1

Eccellenza Maresciallo cos1 continua:

Mio giudizio: in linea di massima, senz'altro decisivo. Per il tempo concordo con quanto dice r.Ecc. Cona. In fondo, o per una o per altra considerazione, siamo tutti d'accordo su questo punto.

Terza considerazione.

Mi pongo il quesito che grava soprattutto sulla mia piena responsabilità e cioè: in che momento ordinare la manovra? Non c'è dubl>io che in quel settore il tempo d'arresto provocato per il nemico a causa, soprattutto delle difficoltà di terreno c la tregua quasi noncurante del momento, siano subordinate allo sviluppo della sua penetrazione verso De Martino e che questO fattore sia a noi favorevole per sottrarci in tempo utile, ritengo che il movimento debba essere effettuato senza ritardo.

Sì ricupereranno 13 battaglioni e 15 batterie che, nell'economia scarsa delle nostre forze, rappresentano un valore assai considerevole.

Si conseguirà un accorciamento della nostra fronte Berta - Eluet el Asel - Chaulan - Gars Mragh. Si potrà garantire con precedenza sul nemico il possesso dell'asse De Martino - quadrivio Luigi di Savoia - Cirene.

Avremo la possibilità di far defluire eventualmente con facilit à lungo l'asse delle due camionabili che offrono successive linee di attestamento quale la Sidi Ahd el Nahed - Mameli - Slonta e la Gars Benigden - Bir GandulaGars el Megiair, sul quale ultimo punto il Comando dell'Armata pot rà predisporre e pre vedere fin d'ora l'afflusso - in tutto od in parte a seconda delle circostanze - dei nuclei mobili del Comando zona di Barce.

Avremo la linea el Garib - Tecniz · Gerdes el Abi d ed infine ancora l'altra uadi Bacur - el Abiar · Regima · Sceleidima per opporre l'ultima resi stenza sul primo ciglione del Gebel appoggiando la difesa a punti già presta bilici ed occupati dai nuclei del settore copertura di Bengasi

Contrasteremo così l 'a,·anzata del nemico ed il terreno palmo a palmo, facilitati dalle age,·oli linee di defluenza e dalle interruzioni già predisposte che dovranno ritardare l'afflusso nemico il quale, intanto, andrà sempre più allungando pericolosamente le sue linee logisticbe. La riserva a disposizione del Comando Superiore già dislocata a Soluk sa.rà entro domani costituita da un battaglione mitraglieri, un gruppo da 75/27 su 2 btr., un btg. carri armati e dal 2° rgt. artiglieria celere, con la quale riserva il Comando Superiore può essere in condizioni di contrastare l'avanzata nemica su Agedabia.

Per tutte queste ragioni vale la pena di abbandonare Derna a malgrado del rammarico che tale decisione può procurare.

Chiedo se qualcuno ha da far presente ancora qualche cosa.

Tutti - Ecc. Tellera, Ecc. Cona, Ecc. Bergonzoli e Gen. Molinari - n spondono negativamente.

In conseguenza di che, conclude !'•Eccellenza Maresciallo, il Comando dell'Armata è autorizzato ad emanare i suoi ordini di operazione da questo momento stesso, ore 12,10 del 29 gennaio.

InJlalzo a nome di tutti il pensiero alla Patria lontana di cui qui con un pugno di uomini difendiamo e difenderemo fino all'ultimo momento l'onore!

35 2

MODALITA' DEL RIPIEGAMENTO DAL GEBEL EMANATE DAL COMANDO DELLA

10'' ARMATA

COMANDO IOa ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01 / 646 d i prot. C.T. 31 gennaio 1941

Oggetto: Ripicgamento dal Gcbel.

All'Eccellenza il Comandante Settore « Derna 11

All' Eccellenza il Comandante Settore << Berta 11

Al Sig. Generale Villanis Com.te Ris. Armata

Al Sig. Generale Negroni Com.te Genio 10a Armata

Al Sig. Col. Piatti Dal Pozzo Com.te Zona Militare e, per conoscenz a:

Al Comando Superiore Forze Armate A.S.

Al Sig. Ge nerale Intendente

Al Sig. Delegato Intendente

0RDJKE DI OPERAZIO:>IE N. l.

Dato l' accentuarsi della minaccia nemica lungo la strada Mechili -Ben· gasi, come risulta da intercettazioni e da ricognizioni aeree le quali danno la VII brigata corazzata, nelle ore aotimerirlianc di stamane, a 20 km. ovest di Mechili, l'Ecc. il Marescial lo Comandante Superiore FF.AA. A.S. ordina la ritirata totalitaria del nostro schieramento d al Gebel. In conseguenza dispongo: Notte sul 1° febbraio.

Questa sera i Comandi « Derna H e « Berta '' provYedono al ripiegamento dalle attuali posizioni di quegli clementi che ritengono possibile sgomberare con i propri automezzi, Inoltre gli automezzi delle truppe della riser va d'Armata - tempora· neamente messi a terra - saranno avviati all'imbrunire sulla linea Berta (Eluet el Asel · Eluet cl Turchi - fossato ovest di Berta) ripartiti per ciascun settore proporzionalmente agli altri elementi da sgomberare secondo disposizioni che mi risen·o di emanare.

I Comandi di settore vi caricheranno il massimo quaotita tiYo possibile di elementi.

Lo sgombero avverrà in primo tempo nella zona dietro la prima posizione gebelica (Uadi Giarg iarummah - pendici di Gasr Beni Gdem - Dorsale percoisa dalla pista che, dalla cantoniera sulla rotabile all'altezza di Gasr

Beni Gdem, conduce a Mamcli [per Habeira - Gasr Sciza] - Mameli - Slonta Ge nles Gcrrari) c precisamente:

- settore << Dcrna l> in zona Gasr Beni Gdem;

353
to 20
Allega
C.T. C.T. C.T. C.T Barcc C.T C.T. C.T.

- settore " Berta in zona Mameli. alture a cavallo della rotabiJe rmmediatamcme ad ovest della conca di Slonta.

Per l'arretramento successivo impartirò altri ordini.

Non appena scaricate le truppe gli autocarri - prima dell'alba - debbono rientrare. In particolare quelli della risen·a d'Armata alle località di detta riserva.

Limite della prima posizione gebelica fra i duo comandanti di settore: la direttrice B. el M gheitl:l · el Bellàa · testata dell'uadi el Ahmar - Gr. esc Scianden · Gr. Bu Fseia (carta l : 500.000) tutte le località al settore sud (settore Berta).

Ciascun Comando di settore risponde della difesa della prima posizione gebelica nel proprio settore.

Durame questa stessa notte ripiegheranno a piedi, dietro la linea Berta, l reparti che occupano l'attuale linea, lasciando però su quest'ultima i reparti di retroguardia e le aliquote di aniglieria che i Comandanti di settore giudicheranno strenamente indispensabili per proteggerre il ripiegamcnto.

No/le sul 2 febbraio.

Gli automezzi della riserva d'Armata ripetono il movimento del la notte precedente. I Comandi di settore vi caricheranno il rimanente degli elementi da sgomberare, facendovi concorrere i propri automezzi recuperati dal trasporto precedente,

Dette truppe verranno scaricate rispettivamente nelle zone già citate e gli automezzi della risen·a d'Armata rientreranno al loro posto.

Nella stessa notte gli elementi di retroguardia, lasciati la notte preced ente 'ulla linea attuaJe, ripiegheranno sulla linea Berta.

SuccessiYamente si prov, ederà al ripiegamento degli elementi di retroguardia e della riserva (motorizzata) dietro la prima posizione gebelica e della Brigata corazzata, in primo tempo a Gerdes Gerrari.

Nel caso si possa disporre in tempo utile di aliquote di autocarri asse· gnati dal C .S., l'opera7ione sarà accelerata e il ripiegamento spinto in pro· fondità.

Al riguardo mi riservo impartire ordini.

Disposizion i particolari.

Le truppe porteranno al seguito la clorazione individuale e di reparto di vi,·eri e acqua.

Il nucleo motorizzato Paltrinieri, ora in rinforzo alla Bri gata corazzata, raggiunga al più presto Maraua e si disponga a difesa delle provenienze da della conca stessa.

La Brigata corazzata rimanga per ora nella sua attuale posizione pront<o a muovere.

Entrambi questi reparti passano a mia diretta disposizione.

Il Colonnello Piatti farà subito massa di tutti i suoi nuclei mobili in un punto della strada Mechili - Bengasi più idoneo per ritardare l'eventuale a\'anzata nemica da quella parte e che mi riservo di indicare al più pr esto dopo accordi diretti.

Interruzioni stradali: ordini a parte.

354
IJ Generale Comandante

PROGETTO SOMMARIO DI RACCOLTA DELLE FORZE NELLE OASI DI GIALO CONCORDATO COL COLONNELLO AIMONE CAT

31 gennaio 1941

Situazione automezzi: lO autocarri 626; 30 autocarri 634 in arri vo da Tazerbo fra qualche giorno. Automezzi di reparti (compagnia sahariana Gat, btr. da 20, cp. da 47 e nuclei mobili).

Sgombero delle Oasi di Gialo:

a) btg. libico si sposta a piedi su Agedabia fino a quando non potrà avere automezzi;

b) tutti gli elementi delle oasi \·engono autotrasportati ad A geda bia e parte ad E l Agheila (pezzi da 47);

c) appena predetti autocarri si rend eranno disponibili si procederà a spostare verso ovest le btr. da 75 e da 100 di Agedabia;

d) successivamente i rimanenti elementi di Agedabia ed i nuclei mobili si sposteranno verso ovest;

e) famiglie libici di Cufra trasportate a Sirte.

355 A llegato 2l

DIRETTIVE DEL COMANDO DELLA 10" ARMATA PER LA PROSECUZ IONE DEL NELLA NO T TE DAL l o AL 2 FEBBRAIO

COMANDO IOa ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01/662 di prot.

C.T. lì l febbraio 1941

Oggetto: Direttive per il proseguimento del ripiegamemo.

All'Ecc. Gen. Bergonzcli - Com.te Settore cc Dema 1> Comando tattico

All'Ecc. Gen. Cona - Com.te Settore << Berta » Comando tattico

Al Sig. Gen Villanis - Com.te Rù. Armata Comando tattico

e, per conoscenza :

Al Comando Superiore Forze Armate A.S. Comando tattico

Nella notte da ll' l al 2 c.m. il ripiegamento proseguirà, tenendo per base le seguenti modalità di massima.

Settore << B erta ».

All'imbrunire saranno avviati a disposizione de l Com. Settore << Berra >>

a G. Berta n. 225 automezzi di cui:

110 tratti dalla riserva d'Armata;

115 dall'autogruppo messo a disposizione del Supcrcomando.

Nella notte 1-2 febbraio il Comando settore provvederà all'autotrasporto di tutte le truppe rimaste in linea sulla I e 11 posizione gebelica, tenendlo pre· sente la necessità di occupare saldamente le posizioni ad ovest di Mamcli e di Slonta e l'opportunità di gu adagnare spazio scaricando sulla II posizione tutte le truppe esuberanti al suddetto compito.

Dovrà provvedere anche allo sgombero dei presidi, fatta eccezione di quelli di Gasr Maragh, di Bclghes e Gerrari a cui provvederà questo Comando.

Automezzi vuoti di ritorno messi a disposizione, dovranno per l'al ba affluire a Maraua, fatta eccezione di quelli del 10° rgt. bersagl ieri che afflui· ranno a Sloma..

Settore « Derna >> .

All'imbrunire saranno a\·viati a d isposizione del Comando Settore <<Derna >> a Luigi di Savoia n. 50 automezzi di cui:

4D tratti dalla risen·a d'Armata,

10 tratti da ll'autogruppo del Supercomando.

Allegato 22

Inoltre una aliquota di n. 5 al Colonnello Pasquali allo sbarramento del· l'Uadi Cuf.

Nella notte il Col. Pasquali ptO\·vederà a trasportare sulla II posizione gebelica in zo na Sidi Abdalla (truppe a piedi, materiali autotrasportati) tutti i reparti esuberanti alla difesa dello sbarramento dell'U. Cuf per cui bastano un battaglione e 2 batterie e le disporrà a difesa delle posizioni di Sidi Abdalla.

Nella notte l · 2 febbraio il Comando settore provvederà perchè tutte le truppe rimaste in linea, siano trasportate sulla III posizione gebelica in zona el Garib.

Autocarri vuoti di ritorno messi a disposizione, dovranno per l'alba affluire a Maraua (via Barce). Riserva d'Armata.

All'imbrunire:

- il 10• rgc. bers., a piedi, e il btg. carri M 13, coi suoi mezzi, s1 trasferiscono dietro la I posizione gebelica in zona immediatamente ad ovest di Slonta;

- le altre truppe della riserva Armata, dopo l'imbrunire si trasferiscono a Maraua. Gli automezzi dei suddetti nuclei motorizzati debbono essere per l'alba restituiti ai nuclei stessi, dai quali li hanno ricevuti;

- la Brigata corazzata con tutte le truppe di rinforzo e con tutte quelle del presidio di G asr Maragh, si trasferisce durame la notte in zona Gerdes Gerrari.

Per ragioni di segretezza e stante le intensificate offese aeree nemiche sulle strade i movimenti delle autocolonne debbono, per quanto possibiJe, avvenire di notte.

Ricevuta.

Il Generale Comandante

G. Tellera

357

DISPOSIZIONI DEL COMANDO DELLA lO" ARMATA PER L'ULTEIUORE RIPIEGAMENTO

DEL GIORNO 2 E DELLA NOTTE SUL 3 FEBBRAIO

COMANDO IOa ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01/674 di prot.

Oggetto: Disposizioni per il ripiegamemo.

All'Ecc. Generale Bergonzoli

All'Ecc. Generale Cona

Al Sig. Generale Villanis

(anche per la Brigata Corazzata)

Al Sig. Col. Piatti Del Pozzo

A conferma delle disposizioni verbali:

C.T., lì 2 febbraio 1941 Comando tattico Comando tattico Comando tattico Comando tattico

l 0 - Si trasferiranno in zona di Barce nella giornata di oggi, 2 febbraio:

Gruppo « Bergonzoli » :

18° battaglione libico (a piedi);

17° battagl ione mitraglieri (a piedi).

Gruppo « Cona )) :

35 • battaglione libico, cogli stessi automezzi che sono serv1t1 per lo sgombero di stanotte e che debbono essere restituiti a servizio ultimato a questo Comando in zona Maraua,

2° - Nella notte tra il 2 e 3 febbraio:

Gruppo cc Bergonzoli » (gli saranno assegnati 15 automezzi): le truppe della l a posizione gebelica (Uadi Cuf) si trasferiranno in zona el Garib.

Gruppo {( Cona )) (gli saranno assegnati 250 automezzi): procederà allo sgombero della P posizione gebelica su zona Borgo T orelli c Barce e allo sgombero in Barce di due battaglioni di fanteria.

L1 2a e 3a posizione gebel ica dovranno essere fortemente tenute.

I battaglioni avviati a Barce saranno sgombrati per ferrovia .

Gruppo << Piatti >l : il battaglione Donadoni inizierà il ripiega mento su Barce (a tappe); il nucleo mobile si trasferirà in zona el Charruba.

Allegato 23

Riserva:

Rimane in posto a Maraua, compreso il reggimento bersaglieri che è in movimento per raggiungerla.

La Brigata corazzata sì porterà a Maraua per Mgìahir e si disporrà a sud c sud -est de lla conca di Maraua, a protezione del fianco destro dello schieramento.

Il Gruppo « Ferrara ll, seguendo la Brig. corazzata si porterà nella zona dei Mgiahir a protezione del fianco destro dello schieramento.

3o • Ricevuta.

Il Generale Comandante

3 5 9

DISPOSIZIONI OPERATIVE DEL XX C. A. (4 FEBBRAIO 1941)

COMANDO XX CORPO D 1 ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 780/0p. di prot. C.T., lì 4 febbraio 1941

Oggetto: Disposizioni operati ve.

AlfEccellenza Generale Bergonzoli

Al Signor Generale Della Bona

Al Signor Generale VillfmÌS

Al Comando 10° Reggimento Bersaglieri

Al Signor Colom1ello Pasquali

Al Comando VJJ Gruppo 75/ 46

Al Comando VI Bauaglione carri M 13

Al Comando Genio XX C.A.

e, per conoscen-:a:

Al Comando della 103 Armata

Alla Direzione Sanità XX C.A.

Alla Direzione Commissariato XX C.A.

Seguito ordini superiori, rnO\·imento deYe essere ripreso questa notte. Penanto dispongo:

l o - VI battaglione carri M 13 muoverà senza ritardo, al riceYere del presente ordine, per raggiungere in due tappe Bengasi entro le ore 12 di domani 5 corr., sostando ad est di Bengasi sulla strada per el Regima: ivi si unirà alla Brigata corazzata quando questa passerà proveniente da el Abiar;

zo - il 10° reggimento bersaglieri da Bengasi muo, erà alle ore 18 di oggi per raggiungere la zona di Ghemines modifica del foglio 77l Op. odierno;

3° - il raggruppamento Colpani muoverà al le ore 18 di oggi per Tocra, Dengasi, Ghemines ove sosterà;

4o • il raggruppamento Mocch muoverà, dopo essersi incolonnato sulla rotabile, alle ore 19 di oggi per raggiungere el Guarscia (sud Bengasi ove sosterà);

5o - il raggruppamento Pasquali muoverà dopo essersi incolonnato sulla rotabile, alle ore 19 per raggiungere la zona di el Coefia ove si disporrà a

llegato 24
A

cavallo della rotabile a sbarramento delle provenienze di Tocra sfruttando, quale appoggio sulla sua destra, la sebca di Coefia;

6o - il VII gruppo da 75 / 46 muoverà alle ore 18 di oggi da Barce per raggiungere la zona di Ghemines nei pressi della zona di sosta del 10° reggimento bersaglieri;

7o - l'Eccellenza il Generale Bergonzoli, in relazione ai movimenti sopradetti, rcgolarerà il movimento delle truppe alle sue dipendenze in modo che sia costituita a el Regima una occupazione atta a garantire le altre truppe contro e1 entuali incursioni nemiche provenienti da el Abiar;

8° - Il Generale Della Bona e il Generale Villanis s1 trasferiranno a Bengasi;

9° - il Comando genio di corpo d'armata SI assicurerà delle avvenute interruzioni stradali, secondo gli ordini ricevuti.

Prescrizion; varie.

a) il movimento dovrà eseguirsi con ferrea disciplina da parte di tutti, il che riguarda anche le ore stabilite per la partenza. D'ordine del Comando di Armata coloro che tentassero allontanarsi dai reparti saranno passati per le amù;

b) truppe e mezzi poneranno massimo quantitativo viveri acqua e rifornimenti. Per eventuali necessità carburanti durante la marcia segnalansi depositi zona Bengasi e Ghernines, e la zona del Lete per le truppe dell'Eccellenza Bergonzoli;

c) per oltrepassare Bengasi valersi della strada di circonvallazione;

d) attuare, durante le soste, le piì1 atte misure per sfuggire all'osservazione e al tiro degli aerei nemici;

e) sia in sosta, come in marcia, tutto sia predisposto per la reazione contraerea.

Il Generale di Corpo d'Armata Comandante Ferdinando Cona

PROMEMORIA DEL S.l.M. AL CAPO DI S M. GENERALE CIRCA GLI INTENDIMENTI OPERATIVI BRITANNICI IN LIBIA

MINISTERO DELLA GUERRA S.l.M.

Roma, H 6 febbraio 1941

Promemoria per il Capo di S. M. Generale

Oggetto: Intendimenti operativi britannici in Libia.

Secondo notizie raccolte al Cairo da fonte confidenziale il Comando Britannico sarebbe oggi deciso a proseguire l'offensi va in Libia sino ad impossessarsi di Tripoli ed eliminare ogni base italiana delle coste africane del Mediterraneo .

Le notizie che fino ad ora erano affluite da fonti di ve rse concordavano nell'assegnare all'offensiva in corso la zona del sud-bengasino come ultimo obiettivo.

Non è però da escludersi che nuovi elementi siano inter'Venuti in questi ultimi tempi a modificare i progetti operativi del Comando Britannico.

Sono da annoverarsi fra questi elementi:

l 0 - La convinzione che la Germania stia orientandosi ad agire a fondo con le sue forze nello scacchiere Mediterraneo. Gli Inglesi avrebbero, perciò, necessità di agire in fretta: cc ora o mai più».

zo - 1L1 necessità di dar sostegno in Francia e nel Nord Africa alle larghe correnti desiderose di riprender la lotta offrendo la concreta possibilità di costruire un solo fronte compatto nell'Africa Mediterranea. Proprio in questi g iorni Dc Gaulle h a rivolto un proclama alle forze lealiste del Nord Africa invitandole a partecipare ad una azione in più grande stile che dovrebbe presto far seguito a quelle vittoriose sino ad ora effettuate.

3° - La va lutazione molto approssimativa della nostra situazione militare in Cirenaica e in Libia. Le nostre forze sino a poco tempo fa venivano notemlmente sopra valutate.

4° - L1 convinzione che le forze terrestri ed aeree dislocate nel teatro di operazioni in A.O.I. siano sufficienti da sole a determinare avvenimenti risoluti vi in quei settori.

Cessa così la necessità di distrarre nuove forze dalle riserve egizia ne ed anche quella di distogliere temporaneamente una aliquota delle forze aeree dal fronte libico per impegnarla in quelle dell'Impero.

Le forze attualmente impegnate in Cirenaica sono:

- 2 divisioni corazzate e una pure corazzata di riserva;

Allegato 25

-l brigata motorizzata (francese);

- 9 divisioni di fanteria largamente motorizzate.

E' da ritenere che le perdite subite dalle due divisioni corazzate possano essere rapidamente ripianate traendo complementi dalla grande unità c<r razzata di riserva già da una ventina di giorni segnalata come avviata al fronte libico.

In Egitto sono ancora le seguenti forze (egiziane escluse):

- 5 divisione di fanter ia (parzialmente motorizzate);

- l divisione di fanteria (totalmente motorizzata).

Sarebbe inoltre in corso di sbarco o di imminente arrivo una divisione australiana, una neozelandese ed una britannica; per contro sembra che una divisione indiana sia stata trasferita nel Sudan.

Il problema non è quindi costituito dalla disponibilità delle forze ma dal modo di farle avanzare attraverso la Sirte.

Da Agedabia a Tripoli sono 859 Km. (408 da Agedabia a Sirte e 451 da Sirte a Triyoli).

Il Comando britannico potrebbe, per una operazione del genere, riunire due divisioni corazzate, una divisione completamente motorizzata, due o tre divisioni di fanteria già parzialmente motorizzate (completandole dei mezzi automobilistici necessari).

24.- A.S.

Allegato 2

DIRETTIVE DEL COMANDO SUPREMO AL MARESCIALLO GRAZIANI

lN MERITO ALLA DIFESA DELLA TRIPOLITANIA

COMANDO SUPREMO

IL DUCE

6 febbraio 1941 Sirte

Mi riferisco a] vostro Oljl376. Op. del 1° corrente e vi preciso le m•e direttive di massima.

l 0 - La difesa della T ripolitania dovrà essere effettuata, non già attorno a Tripoli, ma avanti il più possibile, sia per tenere gli Inglesi lontano dal porto ove devono sbarcare i rinforzi a voi necessari, sia per proteggere più efficacemente le basi aeree.

Darete guindi battaglia su posizioni da Voi scelte, sufficientemente lontane da Tripoli e tali da costringere gli Inglesi a comlxmere con il deserto alle spalle.

zo - Lasciate poche truppe (essenzialmente G.a.F. ed elementi poco mobili) nella piazza di Tripoli ed in copertura alla frontiera occidentale, impiegherete le unit à di fanteria, meno mobili, per la difesa in posto, su dette posizioni da voi prescelte a sbarramento della Litoranea e delle sue adiacenze.

3° - Le unità motomeccanizzate italiane e tedesche dovranno essere impiegate - sin che possibile per intere Divisioni e sempre offensivamentein primo tempo nelle difese ritardatrici della Sirte, profittando di ogni oc· casione favorevole per passare alh1 offensiva a fondo in modo da infliggere agli Inglesi quante più possibili perd ite; in secondo tempo quale riserva di man?vra della posizione da Voi scelta, per agire sul fianco e sul tergo del OeffilCO.

4" - Tenete presente nella Sirte l'importan za delle Oasi di Zella e di Socna, per l'azione che attraverso esse gli Inglesi potrebbero sviluppare su l fianco e sul tergo del nostro schieramento.

5 • · Non considerate un'azione in forze proveniente dalla Tunisia o da sud perchè, nonostante la sit uazione intern a francese, ritengo improba bi le che i degaullisti. possano rivolgere grosse offese contro di noi, e ciò specie in considerazione della pressione che la Germania e l'Italia sono in grado di esercitare sul suolo francese.

Al Maresciallo Rodolfo Grazia ni Comandante Superiore FF.AA. dell'A.S.I.

Qualora, poi, grosse offese dc:gaulliste dovessero verificarsi, c solo in tale: caso, potrete distrarre una parte: delle forze meccani zza tc (sempre a unità intere) per dare reanività alle difese che predisporrete in vista di possibili piccole infiltrazioni da sud e da ovest su Tripoli.

6° - Vi prospetto, infine, la possibilità che gli Inglesi Lcmino sbarchi; è necessario perciò cu rare la sorveglianza c la difesa costiera e disporre sbarrament i di mine specie nel tratto Misurata- Homs.

7° - Le più importanti basi della Cirenaica dovranno essere battute dalla aviazione quanto più intensamente e continuamente sarà possibile. Ciò recherà un contributo efficacissimo al rallentamento dell'avanzata degli Inglesi, i quali, per poter proseguire nell'offensiva verso ovest, si trovano nella imprescindibile necessità di u tilizzare le basi di Bengasi e Dema.

go - Resto in attesa di conoscere gli ordini che impartirete per la difesa della Tripolitania sulla base delle presenti direttive.

Muuolini

COMUNICAZIONE DEL MARESCIALLO GRAZIANI AL COMANDO SUPREMO CIRCA DISPOSIZIONI IMPARTITE ALLE GRANDI UNlTA' DELLA TRJPOLITANIA

Dispaccio in arrivo a mezzo telecifra

D a: Supercomando A.SJ.

Diretto a: Comando Supremo

Pervenuto il 10 febbraio 1941

01 / 1580/ 0p. 9 febbraio ore 21,00 Ricevuto foglio n. 6239/0p. Le direttive in esso contenute riflettono soprattutto la situazione che si avrà al\orchè saranno giunte le grandi unità in affluenza. Intanto tenuto conto dei mezzi di cui oggi si dispone ho impartito le seguenti disposizioni già in atto.

l o - Settore Sirte con funzione di l o arresto et contatto.

zo - Riunione sulla linea del Mergheb ad Homs di tutte le truppe in deflusso dalla Cirenaica per costituirvi un forte caposaldo at sbarramento delle vie per Tripoli et Kussabat.

3° - Unica grande unità di manovra oggi est la Divisione <<A riete» di scarsa efficienza che avrà in caso il compito di manovrare sul fianco et sul tergo del nemico da Tarhuna per Kussabat aut da Beni Ulid per Zliten.

4° - Le Divisioni che muniscono attualmente il campo trincerato non hanno come noto salmerie et non hanno possibilità di essere autotrasportate per mancanza di automezzi. Dovrebbero perciò fare spostamenti at piedi su lunghi percorsi senza mezzi adeguati di traSfOrto.

5o - Debbo far considerare che terreno da Sirte ad Ho ms non presenta alcun appiglio tattico sul quale saldamente potersi appoggiare, esso si presta perciò benissimo alla consueta manovra di infiltrazione et in zone predesertiche nel le quali ormai il nemico est sperimentato posseden(1o tale organizzazione di collegamenti che partendo dal Comando Su - eriore si dirama in basso ad ogni singola autoblindo et carro armato che vengono così azionati come sopra una tavola da gioco. D'altra pa rte non si può contare su Ile diffico ltà log istiche perchè come hanno dimostrato a nche ultime esperienze con la larghissima disponibilità di mezzi meccanizzati di cui nemico est dotato habet possibilità superare centinaia di chilometri. Sirte to· pograficamente può paragonarsi at Sidi el Barrani. Stabilire un forte schieramento avanzato significherebbe esporlo pericolosamente alla stessa fine. Verso Misurata et Zliten terreno non muta di molto caratteristiche ma ad ogni modo per appigli offerti dalle oasi (se vi fossero aut se vi saranno in tempo i mezzi autoblindati) esso offre buone possibilità per guerrigliare. Un'a linea per contro di sufficiente robustezza naturale sulla quale appoggiarsi è perciò solo quella del Mergheb su citata. Intorno a questo perno potrà a mio parere

Allegato 27

realmente svolgersi la nostra azione di contromanovra aut di manovra a seconda che nemico intenda aggirarlo aut investirlo, per il complesso stradale Tharuna - Homs.

In base a queste considerazioni fin dal giorno 5 ho ordinato al Comandante della Divisione <<Ariete>> di compiere le relative ricognizioni del terreno et stradali. ln conclusione mio concetto operativo est segueme: trattenere nemico fino a che possibile nella Sirtica non preoccupandosi al caso di dover perdere alfine Misurata et Zliten. Attrarlo sono il caposaldo di Mergheb. Attaccarlo nel tergo aut sul fianco allorquando lo abborderà contrattaccarlo qualora intendesse invece aggirarlo per il complesso stradale sopra indicato. Questa manovra se compiuta coi mezzi motorizzati di cui oggi si dispone (Divisione « Ariete ») offre scarsa possibilità di riuscita. Se invece si potrà compierla allorquando il corpo corazzato sarà tutto pronto, darà certezza di successo. Per trattenere int:mto il nemico non v'è in questo frattempo altro mezzo che l'aviazione la quale oggi qui est al contrario nel massimo dell'inefficienza.

Graziani

DIRETTIVE DI MUSSOLINI AL GEN. GUZZONI CONCERNENTI I PROVVEDIMENTI DA ADOTT ARE PER L E OPERAZ IONI IN A. S.

Generale Guzzoni - Roma

L'ipotesi che gli Inglesi, dopo ave r liberato l'Egitto dalla nostra minaccia e conquistata tutta la Cirenaica, si propongono dì avanzare verso e oltre T ripoli non deve essere esclusa. Il Comando dell'Armata del Nilo pu ò es· sere convinto:

a) che le forze italiane a difesa della T ripolitania sono inferiori di numero e non superiori di morale a quelle che difendevano la Cirenaica;

b) che le difficohà logistiche posso no essere superate, come lo furono q uel le di Marsa M. ad Agheila;

c) che la congiunzione Bengasi - Tripoli aprirebbe tali possibilità di carattere strategico terrestre, aereo, marittimo che il rischio vale la pena di essere tentato;

ti) che le forze motorizzate francesi giunte ai confini della Tunisia potrebbero determinarvi una nuova situazione;

e) che per la loro struttura ed il loro addestramento le forze corazzate inglesi non troverebbero altrove impiego migliore che in Lit>ia;

f) che le perdite in uomini e mezzi sono state modeste;

g) che la stagione migliore dal punto di vista temperatura è l'attuale

Ciò stabilito l'ipotesi della marcia su Tripoli deve essere seriamente considerata.

Nell'attesa :

a) che siano messe m ordine le tre divisioni del settore di T ripoli e le d ifese stabil i;

b) che sia corazzata sul serio l't< Ariete )> con gli M 13;

c) che lo Sperrverband sia gi u nto a T r ipoli;

occor.re:

a) effettuare uno schieramento che si presti alla resistenza e permetta la man o vra;

b) prepa rare campi dì mine;

c) chiedere a ll'aviazione uno sforzo immediato e di massa (non inferiore a 500 vel ivoli fra Italiani e T edesc hi ) che ag isca sul campo str ategico bombardando incessantemente i porti della Cirenaica e sul campo tattico conuo colonne avanzanti.

N ell'attesa che le forze terrestr i sian o pronte all'azione è solo con l'arma aerea che si p uò e deve el iminare la minaccia su T ripoli. Bordighera Il febbraio.

Allegato 28

Allegato 29

NOTE DEL COMANDO SUPREMO RELATIVE AL POSSIBILE SCHIERAMENTO DELLE FORZE I N TRIPOLIT ANIA

COMANDO SU PREMO

STATO MAGGIORE GENERALE

OpJI•

delle forze in Tripolitania

Ù1 bau del Duce

Note

l. - La pos1210ne Misurata - U. Sofeggin · Mizda, distante da Tripoli circa 200 km. consente le possibilità di manovra volute dalle direttive del Duce. Si osserva che entro il raggio di 200 - 300 km. indicato dalle direttive stesse, anche in relazione alle poche truppe che attualmente vi sono in Tripoliran ia - che non consentono una difesa più avanzata - è quella che meglio si presta, per le caratteristiche del terreno, ad una battaglia d'arresto.

II · La Divisione « Ariete )) per le comunicazioni esistenti non tro va nella predetta posizione una dislocazione adatta sul fianco esterno di tutto lo schieramento. D alla zona dì Taruna per contro può essere avviata in qua lsiasi settore de ll a posizio ne e manovrare negli i merva ll i dci caposaldi costituiti da lle Divisioni. T ale dislocazione consente di sventare prontamente qualsiasi minaccia di sbarco avversario tra Mis u rata c T ripoli.

III . -I presidi di Sine · Zella · Socna convenientemente rinforzati specie con clementi anticarro doHebbero a\'ere compito dì resistenza ad oltranza - tipo Giarabub. Se ad ultimato sbarco del Corpo corazzato tedesco essi non saranno caduti, la posizione potrà essere spostata più avanti - per esempio nella linea U . Bei el Chebir-Bu N ge m - dislocando il Corpo tedesco nelle oasi di Socna.

Da tale posizione clementi del Corpo corazzato potrebbero, anche in caso di avanzata da sud delle forze degaullistc, fare una puntata contro queste batterie.

Basi a"cc

A disposizione della 53 Squadra Aerea: Misurata - Tauorga . Uadi Tamct

Castel Benito · Mellaha.

A disposizione del X Corpo Aereo tedesco: Bir Dufan .

ESITO DELLA MISSIONE ROMMEL IN A. S. COMUNlCAZIONE DEL GEN.

Dispaccio m arrivo a mez zo telecifra

D a: S u percomando A.S.I. (Tripolt)

D iretto : Comando Supremo

3/l. 13 febbraio. Ore 21. · Oggi v1s1tato Commissione germanica fronte Sirte. Seguito ta le visita et esame situazione Missione ba espresso giudizio seguente: Tripolitania può essere tenuta soltanto portando difesa in avanti, altezza Sirte, in modo che nemici debbano agire in deserto et che noi possiamo ostacolarlo continuamente con aviazion-e partente da campi molto vicini situati fra Sirte et regione Misurata. Portando invece difese su linea HomsCussabat- Tarhuna nemico potrebbe costituire basi al di qua del deserto et nostro 5chieramemo aeronautica risulterebbe molto meno efficace.

Missione ha confermato che pure ammettendo rischi conseguenti al tempo a disposizione nel caso fosse decisa difesa avanzata note unità germaniche pro· seguiranno et affretteranno affluenza. Nel caso fosse in vece decisa difesa su linea arretrata di cui sopra Missione avrebbe nuovamente sottomesso decisione al Fuhrer.

In conseguenza ho esposto detto punto di vista al Generale Gariboldi. Q uesti, tenuto conto della importanza ed anche de ll'apporto tedesco, ha disposto per la difesa avanzata con ordine che invierà per conoscenza domani mezzo aereo. Missione tedesca si è pertanto impegnata a fare bombardare quotidiana· mente da domani forze corazzate britanniche, a portare forze aeronautiche nei campi avanzati, Sirte compresa, ad impiegare appena sbarcati i singoli repa rti della 5° divisione nel settore Sirte ed a mettere a nostra dispos iz ione per trasporto propri autocarri. Ha inoltre dichiarato che è pronta a accelerare trasporti, et, per Divisione 2° scaglione, anche adottare sistema trasporti marittimi italiani più rapidi di quelli da loro usati. Su posizioni Sirte ho rilevato calma assoluta. D a domani mattina nostri distaccamenti celeri si spingeranno giornalmente da Sirte su en Nofilia. Da rapporto diretto fattomi da osservatori aerei su campo Uadi Tamet è risultato che stamane en Nofilia non era occupata da avversario. Secondo posto di intercettazione di Sirte primo elemento avversario è uno squadrone Il 0 ussari at casa Ristoro ad ovest el Agheila. Prego interessare Stato Maggiore R JE accelerare in accordo con rappresentanti ted eschi 5a divisione, dandole eventualmente precedenza su nost,ri trasporti.

Allegato 30
ROATTA AL COMANDO SUPREMO
Trasmesso il 14/2/1941 Ricevuto id. Decifrato id. Ore 01,50 )) 03,11 )) 04,00

Allegato 3J

IL GEN. GARIBOLDI, COMANDANTE SUPERIORE IN A. S., COMUNICA AL COMANDO SUPREMO LE DECISIONI ADOTTATE PER LO SCHIERAMENTO A DIFESA DELLA TRIPOLITANlA

COMANDO GENERALE DELLA LIBIA

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SE1JENTRIONALE

N. 01/ 1677 di prot. Op.

Al Comando Supremo Stato Maggiore Generale

Il 13 febbraio 1941 Roma

Rispondo ai telegrammi 6330/0p. c 6341 / 0p.

Premetto:

Primo: Divisione cc Ariete >> ha solo carri armati leggeri di modesta azione bellica contro mezzi inglesi.

Secondo: Divisioni sa Armata sono prive battaglioni mitraglieri e mezzi anticarro e con scarsa artiglieria ed in parte senza.

Terzo: Disponibilità automezzi per movimento Divisioni è ridotta oggi a ZOO efficienti con i quali si può provvedere solo al trasporto di due reggi· menti di fanteria. Per conseguenza sono state costrette a spostarsi per sea· gLion i successi vi.

Quarto: Terreno dove è desiderato schieramento forze è piano senza appigli wnici, percorribile in tutti i sensi da mezzi meecaru z7ati, dove quindi fanteria statica e senza armi adatte è alla mercè del nemico meccanizzato, senza la possibilità di ostacolarnc il movimento.

Quanto sopra sconsiglierebbe lo spostamento nella zona desertica delle forze della sa armata nelle condizioni in cui sono attualmente. Ma per ottemperare agli ordini superiori cd aderire ai desideri tedeschi, visi i anche i termini degli accordi intervenuti a Roma (foglio. n. 6339/ 0p. dell'Il corr.), ho deciso:

l o - dislocare la Divisione cc Pavia » a Sirte, in rinforz o a quello sbar· ramento; la Divisione cc Ariete » nella zona el Tamed - Buerat - Gheddahia; la Divisione cc Bologna » a capisaldi lungo la litoranea, per collegamento tra la cc Pavia » e la cc Ariete » Tutte queste unità rinforzate dalle artiglierie e pochi mezzi anticano, alle dipendenze del X corpo d'armata, con relative truppe e servizi. Questa dislocazione risponde anche ai desideri del Gen. Rommel;

37 1

zo - inviare la Divisione cc Brescia >> (tuttora senza artiglieria) sulla linea T arhuna - Cussabat, per completare lo sbarramento in atto a Homs, al comando del Generale Della Bona;

3° - a Garian il nucleo di elementi mobili con mezzi anticarro;

4 ° - a Zellat una colonna autocarrata, in attesa dell'arrivo colà dei distaccamenti che ripiegano da Gialo ed Aug ila.

In tal modo lo schieramento delle forze, sinteticamente, è il seguente:

a) massa d'arresto nella zona Sirte - Buerat: X corpo d'armata (3 divisioni);

b) linea prudenziale: Homs - Tarhuna;

- campo trincerato di T ripoli: sempli ce vigi lanza;

- nucleo di protezione al Garian;

- normale copertura verso ovest.

Tutti questi elementi (b) alle dipendenze dell'Ecc. Generale Spatocco.

c) Sahara libico: forze normali; colonna autocarrata spostata da Hon a Zellat, alle dipendenze del Ten. \.,olonnello Leo.

Con queste disposizioni ritengo aver adempiuto all'ordine datom i. Non mi nascondo, però, che anche in questo schieramento è possibile, se non facilissimo, al nemico che avanzi in forze, l'aggiramento e la penecrazione fino a Tripoli.

Spero però che sia una situazione transitoria, perchè col giu ngere dei mezzi progressivamente miglioreranno le condizioni e si potrà, se gli arrivi giungeranno in tempo, dare tale consistenza e movimento alle truppe da modificare la situazione fino a capovolgerl a e non mancherò certo di ap· profittarne.

Il Generale designato d'Armata Comandante ltalo Garibaldi

37 2

Grandi Unità

Nel corso della prima offensiva britannica andarono perduti, da parte italiana: l Comando di Armata (103); 3 Comandi di Corpo d'Armata (XX. X.Xll, XXIII); l Comando di Gruppo Divisioni libiche; 5 Divisioni di fanteria ((( Sirte n, cc Catanzaro n, '' Ci rene n, cc Marmarica ,, e cc Sabratha ll, tranne il Comando e alcuni elementi di quest'ultima); 3 D i,•isioni cc.nn. (<t 3 Gennaio n, cc 28 Ottobre n, « 23 Marzo n); 2 Di,·isioni libiche (1 3 e 23 ); l raggruppamento oasi meridionali.

Le particolari circostanze di guerra non hanno consentilo eli conoscere, con esattezza, il numero dei morti e dei feriti durante la prima offensiva britann ica in Africa Settentrionale: per alcune unit à, infatti, è stato possibile acce rra rl o soltanto parzialmente, mentre per altre non si è pot u to disporre di alcuna noti zia al riguardo.

Quant o si conosce è frutto di informazioni, raccolte dopo la battaglia, nei campi di prigionia britannici, dai comandanti delle Grandi Unità o da capi di stato maggiore, attraverso l'imerrogatorio di ufficiali c soldati dci singoli reparti; altri dementi inoltre (sempre approssimativi) si sono potuti desumere da relazioni di ufficiali che ricoprivano incarichi di,·ersi (comandanti, capi ufficio, medici) nelle unità che presero parte ai combattimenti.

373
Allegato 32 PERDITE

BATTAGLIA DI SIDI EL BARRANI (9-10 dicembre 1940)

Raggruppamento

l a divisione libica (2) ? ? ? ?

2a

4a

(l) La relazione del Capo di S. M. del raggruppammento fornisce l'elenco nominativo degli ufficiali morti e feriti. Per quanto riguarda i militari di truppa il numero dei morti e feriti è valutato in circa 2.100. Il Capo ufficio sanità del ra ggruppamento, a sua volta, scrive: « I morti sepolti da mc furono 254 di cui 16 ufficiali; i feriti curati da noi furono oltre 700. I nostri morti, dichiarati dagli Inglesi, sono 800; non si sa però se tale cifra si riferisca solo a quelli sepolù dagl i Inglesi o se essa comprenda anche quelli scpolù da noi »

(2) Non si hanno notizie sulle perdite della P divisione libica. Soltanto il comandante del Vf gruppo art. della Divisione indica, in un rapporto del maggio 1941, le perdite del proprio reparto in 75 morti (3 ufficiali) e 106 feriti (6 ufficiali).

(3) Le perdite si riferiscono al periodo 26 giugno · Il dicembre 1940. Esse furono comunicate in data imprecisata dal Comandante della Divisione al Gen. Gallina Comandante del Gruppo Divisioni libiche e da quesù riportate in una relazione del 7 giugno 1943.

(4) Non si hanno noùzie sulle perdite subìte dalla 4a divisione cc.nn. cc3 Gennaio » e dalla Divisione cc Catanzaro >> .

(5) Tali perdite sono riferite al periodo 8-19 dicembre 1940 ; esse vennero segnalate dal Comandante del XXI corpo d'armata in un rapporto del 19 dicembre 1940.

374
Grandi
Ufficiali Sottufficiali e truppa morti feriù morti feriù
Unità
Maletti (l) ......... 19 38 80{) 1300
2fj 32 1327 804
divisione libica (3)
(4) . . ......... ? ? ? ? Divisione « Ci rene >> (5) 2 8 20 104
divisione cc.nn. cd Gennaio » (4) ..... ? ? ? ? Divisione cc Catanzaro >>

DIFESA DI BARD/A ( 16 dicembre 1940-5 gennaio 1941 )

Grandi Unità

D ivisione cc Marmarica >>

Divisione cc Cirene >> (2) 16

la divisione cc.nn. cc 23

Marzo » (3) ? ? ? ?

za divisione cc.nn. (( 28

Ottobre n (3) . . . .. ? ? ? ?

( l ) Dati approssimativi, raccolti durame la pr1g10nia dal Generale co mandante della Divisione e da ufficiali dei vari reparti e segnalati - in una rel azione datata 8/ 1/ 46 - come cc presume perdite su bite dalla Divisione d u rante la battaglia di I3ardia ».

Il Capo ufficio operazioni della stessa Divisione, in una relazione datata 15 maggio 1946, fornisce l elenco nominativo di 24 ufficiali morti e 27 uf. ficiali feriti.

(2) Questi << dati approssimativi >> , riferiti alla Divisione « Cirene ll, sono fomi ti, com e cc pres un te perdi te», dal Comanda nte de lla Divisione cc M armarica » che ebbe la « Cirenc >> alle sue dipendenze nei giorni 3 · 5 gennaio. Essi sono accompagnati dalla seguente annotazione: cc Dati raccolti nel gennai o 194 1, sul piroscafo inglese Tacliva durante il viaggio Suez - Bombay, da ufficiali dei vari reparti della Divisione cc Cirene >> e confermati, di massima , dal Direttore di sanità del XX I C. d ' A., trattenu to dagli Inglesi a Bardia per il risanamento de l campo di battaglia>>.

P eraltro il Comandante la Divisione cc Cirene >>, in data 28 giugno 1941, i ndicava, come cc perdite approssimative >> subite dalla Divisione nella battaglia di Bardia (3 - 5 gennaio), secondo le prime informazioni raccolte sul posto : ufficiali: morti 21, feriti ?; truppa: morti 358; feriti 485.

(3) Non si ha nn o notiz ie sulle perd ite subite dalla 18 d i visione cc.nn. cc 23 Mano » e dalla za divisione cc.nn. cc 28 Ottobre " ·

375
Ufficiali Sottufficiali e truppa morti feriti moni feriti
(l) 28 73 1.000 1.980
65 659 1.622
l

DIFESA DI TOBRUCH (7-23 gennato 1941 )

Grandi Unità Ufficiali Sottufficiali e truppa morti feriti morti feriti --

Divisione <C Sirte » (l ) 18

30

300 900

Truppe del settore di copertura ? ? 450 1.350

Truppe di C. d'A. (2) l (XXll)

Truppe varie in rin- l forzo l

(l ) Dati tratti da una relazione in data 7 ottobre 1946 del Gen. D ella Mura, Comandante dd la Divisione 11 Sine >• . Nella relazione è scritto che le perdite <<da un computo sommario su interrogatori rh olti ai •ari el e· menti rientrati dalla prigionia si possono così calcolare n.

(2) In una memoria, compi lata in prigionia dal capo di S. M. del XXII C. d 'A. in collaborazione con alcuni ufficiali del Comando, è detto che non si posseggono elementi suffic ienti per add i venire ad un co mputo, sia pure appossimativo, delle perdite subite dalla guarnigione di Tobruch (Divisione « Sirte >> compresa). Perdite che, tenuto conto dd le cifre fornite da alcuni comandanti di reparto, della notizia contenuta nel bollettino nemico del 23 gennaio (essere già stati sgombrati a quella data circa 2000 feriti ), di altre testimonianze che facc\·ano ascendere a oltre 600 i feriti intrasportabili rimasti per lungo tempo ne gli ospedali da campo di Tobruch, furono •aiutate in oltre 3000 con il 25% di morti.

COMBATTIMENTI IN ZONA DERNA - MECHILI

XX Corpo d'Armata (l) Raggruppamento I3ergonzoli:

· limitatamente ai com· battimenti di Dcma limitatamente alla Brigata corazzata nei J combattimenti in retrog

( l) Il sottocapo di S. M. del XX C. d'A. in riferimento ai combattimenti del giorno 6 febbraio, scrive: <<nostre perdite: tutti i carri dd VI batta· glione; circa il 50% degli automezzi in fiamme; un ceminaio di morti c oltre 400 ferì ti )).

(2) Le perdite della Brigata corazzata si riferiscono al periodo 9 dicem· bre 1940 - 7 febbraio 1941 e sono ricavate da una relazione del suo Coman · dante, Gen. Valentino Babini, il quale indica i nominativi degli ufficiali caduti e fornisce elementi circa le presunte perdite di sottufficiali c truppa sopra citate, limitatamente ai battaglioni carri I e Il M 11 e III e V M 13.

(l) Valutazione del Comandante di presidio relati va a tutto il periodo dell'offensiva britannica. Lo stesso Comandante del presidio in una relazione datata 28 novembre 1946, fornisce, in particolare, l'elenco nominati,·o di 63 caduti (l ufficiali) seppelliri, dopo il combattimento del 21 marzo 1941 insieme ad altri 21, non identificati.

377
RJPIEGAMENTO DAL GEBEL E BATTAGLIA NEL SUD BENGASINO
Gran<H Unità
(2) . . . . ·l Ufficiali morti feriti 500 450 29 28 Sottufficiali e truppa morti feriti 52 80
uardia
GIARABUB Grandi Unirà ____ U
l Sottufficiali
truppa morti feriti 1- morti feriti Truppe di (l) 400
PRESTDIO DI
f_f 1 i._ ci ali __
e
,.

INDICI

l

INDICE ANALffiCO DELLA MATERIA

Panorama militare del 1940 Pag. 3

Situazione nel Vicino e Medio Oriente

)) 6

DALL'OCCUPAZIONE DI SIDI EL BARRANI

ALL'INIZIO DELLA PRIMA OFFENSIVA BRITANNICA

(16 settembre - 9 dicembre 1940)

Sosta a Sidi el Barrani Pag. Il

La preparazione dell'avanzata oltre Sidi e l Barrani

Forze italiane e britanniche in A .S. ai primi di ottobre 1940

Organizzazione difensiva britannica il 1• ottobre 1940

Scambio di idee su un eventuale concorso di forze tedesche nelle operazioni in Egitto

Scambio d i note tra Mussolini, Badoglio e Graziani per l'offensiva da Sidi el Barrani a Marsa Matru h

li pensiero del Capo d i S.M. Gene r ale sulle operazioni in Egitto

Direttive del Capo del Governo per le operazioni in A.S . dopo la d ichiarazione di guerra alla Grecia. Nuova linea di condotta strategica

S ituazione automezzi in A .S. ( IO novembre 1940)

Attività operativa di colonne motorizzate ottobre- novembre 1940

Orientamento operativo e movimenti negli Alti Comandi nel periodo settembre- dicembre

Nuovo raggruppamento delle nostre forze in vista di future operazioni

Attività informativa ed ipotesi sulle intenzioni nemiche (primi di dicembre 1940)

Intend imenti operativi britannici secondo documenti inglesi

INTRODUZIONE
CAPITOW I
)) 12 )) 13 )) 23 )) 25 )) 29 )) 35 )l 44 )) 50 )) 52 )) 57 )l 59 )) 64 )) 66

CAPITOLO II

NATURALE E FORZE CONTRAPPOSTE

Il teatro delle operazioni

Possibilità operative

Lavori di fortificazione

Schieramento e consistenza delle forze contrapposte nello scacchiere libico- egiziano ai primi di dicembre 1940

Valutazione delle forze contrapposte .

Sistemazione delle Grandi Unità in prima schiera

CAPITOLO III

BATTAGLIA DI SIDI EL BARRANI

E RIPIEGAMENTO SU BARDIA (9 - 16 dicembre 1940)

Primi sintomi

l combattimenti di Alam - Nibeua

Ordini dati dal Comando Gruppo Divisioni libiche c dal Comando XXI corpo d'armata nelle prime ore del 9 dicembre

I combattimenti di Alam el Tummar

Tentativo di mano vra e successive misure difensive ordinate dal Maresciallo Graziani

9

L'attacco contro la base di Sidi el Barrani .

Ripiegamento delle Divisioni « Catanzaro >> e « Cirene »

Concorso delle nostre forze aeree alle operazioni

Nuovi provvedimenti per fronteggiare la situazione e ripiegamento dalle posizioni dcii'Halfaya

Intendimenti operativi britannici per
giornata
la
del
dicembre
Possibilità di trarre rinforzi dalla 5 armata e di apprestare a difesa P ag. 71 )) 74 )) 76 )) 77 )) 91 )) 93 Pag. 101 )) 102 ) ) 103 )) 104 )) 106 )) 108 )) 109 )) 112 )) 115 ) ) 117 il ciglione di Derna >> 125 Ripiegamento dello schieramento avanzato su Bardia >> 127 Forze britanniche che parteciparono alla battaglia >> 129

CAPITOLO IV

DIFESA E CADUT A DI BARDIA

(16 dicembre 1940 - 5 gennaio 1941)

Pensiero del Maresciallo Graziani sulla situazione, orientamenti del Comando Supremo, movimenti negli Alti Comandi in Libia

La piazzaforte di Bardìa

Le azioni contro Bardia dall'Il dicembre 1940 al 2 gennaio 1941

Precis-.zioni del Maresciallo Graziani sulla situazione alla data del l " gennaio 1941

Forze contrapposte a Bardia il 1• gennaio 1941

battaglia di Bardia (3 - 5 gennaio 1941): la giornata del 3

La giornata del 4

La giornata del 5 .

operativi del nemico per l'attacco a Bardia

per la battaglia di arresto sulla linea Derna- Berta - Mechili

Attività dci nostri organi informativi >> 164

Sviluppo delle trattative per il concorso delle forze corazzate germaniche in A.S.

CAPITOLO v

DIFESA E CADUTA DI TOBRUCH (6 - 23 gennaio 1941)

Apprestamenti difensivi a Tobruch prima e dopo l'inizio della guerra

Azioni nemiche contro Tobruch prima dell'investimento della « piazza>>

Forze contrapposte a Tobruch il 20 gennaio 1941

Concetto di difesa del Comando « piazza >> di T obruch

Attacco alla « piazza >> di Tobruch: 21 gennaio .

La lotta sulla seconda posizione di resistenza. L 'azione della riserva.

del Comando della << piazza >>

La
Situazione generale
caduta
Provvedimenti del Comando Supremo csrenatco Orientamenti operativi del Graziani e del Comando SuPag. 133 )) 137 )) 141 )) 142 )) 143 )) 145 )) 149 )) 151 )) 153 )) 154 )) 157 premo dopo la caduta di Bardia » 158 Disposizioni del Maresciallo
Intendimenti
in A.S. e particolare nello scacchiere dopo la
di Bardia .
Graziani
>> 160
» 165
Cattura
Pag. 169 )) 177 )) 179 )l 184 )) 185 )) 188

Le

del 22 e del 23

giornate
gennaio Considerazioni sulle operaz ioni dal 9 dicembre 1940
23 gennaio
Piano britannico per l'investimento della « piazza >> di Tobruch
VI COMBATTIMENTI IN ZONA DERNA - MECHILI. SGOMBERO DI DERNA (23 - 30 gennaio 1941) Caratteristiche del terreno e primi apprestamenti difensivi nella zona Pag. 193 )) 194 )) 200 Derna- Berta - Mechili Pag . 203 Di rettive e disposizioni per l'organizzazione a difesa della zona Derna - Berta - Mechili » 205 Direttive operati ve per la difesa della zona Derna · Berta · Mechili » 206 Forze contrapposte il 23 gennaio 1941 » 208 La presa di contatto » 212 I combattimenti nella piana di el Ftéiah, sull' Dadi Derna zona di Mechili nei giorni 23, 24 e 25 gennaio La giornata del 26 . La giornata del 27 . Lo sgombero di Derna Attività dci giorni 29 c 30 gennaio L'ordine di ritirata generale .
VII e nella RIPIEGAMENTO DELLE FORZE ITALIANE DAL GEBEL ACHDAR (1-4 febbraio 1941) Ordini emanati per il ripiegamcnto Nuovi quesiti del Comando Supremo germanico in riferimento all'invio del Corpo corazzato tedesco in A.S. dopo il ripiegamento )) 213 )) 219 )) 221 )) 225 )) 228 )) 230 Pag. 237 delle nostre forze da Derna e Mcchili . » 243 La giornata del 4 febbraio >> 247 Situazione delle forze italiane la sera del 4 febbraio >> 252 n terreno della battaglia )) 254 Forze contrapposte all'inizio della battaglia (5 febbraio) » 254
al
1941
CAPiTOLO
CAPITOLO

Intendimenti oper:ltivi del nemico

Visione schematica della battaglia

CAPITOLO VIII

LA BATTAGLIA NEL SUD BEJ\'GASINO (5-7 febbraio 1941)

Gli ordini emanati per la giornata del 5 febbraio .

L'azione nemi ca contro l'avanguardia c il grosso della colonna .

La marcia della Retroguardia Libia Orientale (R.L.O.)

Gli ordini del Comando XX C. d'A. e del Comando Armata la sera del 5 febbraio

La giornata del 6. L'azione contro il grosso della colonna

L'azione contro la Retroguardia Libia Orientale .

Deviazione della R.L.O . verso Zuetina

La giornata del 7 febbraio

La nostra aeronautica durante il ripiegamento dalla linea DernaBerta - ;\lechili

L'avanzata britannica si arresta alla Sirtica .

ORDINI E DIRETTI VE PER LA DIFESA DELLA TRIPOLITANIA.

ATTIVITA' NEL SAI-IARA LIBICO ED A G l ARABUB

Ordini del Comando Superiore e direttive di massima del Comando Supremo: 6 febbraio 1941

Proposte del Maresciallo Graziani al Comando Supremo: 9 febbra io Conferma delle direttive emanate dal Comando Supremo

L'azio ne contro Murzuch e gli altri presidi del Fezzan ( Il - 13 gennaio)

Le operazioni nell'oasi di Cufra (3 1 gennaio- 15 febbraio 1941) .

Le operazioni nel settore Giarabub (24 dicembre 1940 - 15 febbraio 1941 )

CAPITOI.O IX Pag. 257 )) 259 Pag. 263 )) 266 )) 270 )) 271 )) 273 )) 275 )) 277 )) 278 )l 280 )) 281
x CONSIDERAZIONI Considerazioni Come avvenne la ritirata Pag. 285 )) 286 )) 290 )) 293 )) 294 )) 295 Pag. 299 )) 303
CAPITOLO

INDICE DEI PIU' IMPORTANTI DOCUMENTI RIPORTATI NEL TESTO

Direttive del Primo Ministro Churchill al Gen. Ismay intese a rafforzare il Medio Oriente (13 ottobre 1940) . Pag. 7

Il S.l.M. precisa che l'idea di una controffensiva in A.S. è vivamente incoraggiata da Washington. L'obiettivo dovrebbe essere l'esercito nord -africano dell'Italia >> 8

Sistemazione difensiva realizzata dai britannici a Marsa Matruh: notizie tratte dalla pubblicazione del Ministero delle Informazioni inglese: << La d istr uzione di un esercito. La prima campagna libica (settembre 1940 - febbraio 1941 ) » >> 24

Lettera del Gen. Marras, Addetto Militare a Berlino, in data 3 settembre 1940 sul pensiero del Gen Jodl in merito alla funz ione nùlitare del Mediterraneo e al problema del concorso di forze tedesche per le operazioni in Egitto . >> 26

Messaggio del Maresciallo Graziani allo Stato Maggiore dell'Esercito sull'impiego di unità corazzate tedesche con organico riveduto e co rretto (25 settembre 1940) >> 29

Nota del Capo del Governo sullo svilu ppo ulteriore delle operazioni in Egitto (5 ottobre) >> 30

Il Capo di S.M. Generale informa il Maresc iallo Graziani che il Duce, esaminato il suo promemoria, gli lascia tutto il tempo che ritiene necessario per una conve ni ente preparazione ( 18 ottobre) >> 34

Val utazione delle forze avversarie esistenti in Egitto il 23 ottobre 1940 (documento riepìlogativo del S.T.M ) >> 37

Sintomi premoniwri di una prossima offensiva britannica (documento del S.l.M. in data 25 ottobre) . >> 40

Dispaccio del Capo di S.M. Generale al Comandante Superiore FF. AA . Africa Settentrionale circa l'obietti vo da conseguire (Marsa Matruh) e lo scopo dell'occupazione (29 ottobre) . » 44

Lettera al Maresciallo Graziani nella qua le Mussolini considera che la lunga sosta a Sidi el Barrani è giovata di più, anzi, esclusivamente al nemico (26 ottobre) . » 45

Lettera con la quale il Duce del fascismo, Capo del Governo, riconferma al Maresciallo Graziani, la sua piena fiducia ( l • novemb re 1940) . Pag. 46

Lettera al Maresciallo Badoglio del Maresciallo Graziani il quale comunica la sua arde nte volontà di ri prendere l'avanzata ma precisa, nel contem po, che i mezzi di cui dispone non sono sufficienti ( 14 novembre 1940) 11 48

Considerazioni de l Geo. Gallina concernenti l'anività delle Colonne Celeri >> 55

Nuovo raggruppamento delle nostre forze in vista di future operazioni (25 novembre 1940) •• 59

Il Comando Superiore FF.AA. A.S. invita il Comando IO" armata ad esaminare la convenienza di ridurre il vuoto esistente tra il Raggruppamento << Maletti >> e la Di,· « Cirene n allo sco po di evitare possibili infiltrazioni di mezzi meccanizzati nemici (27 novembre 1940) >> 61

Il Gen. Gariboldi vice com.te superiore c com.te interinale della 10" armata, esprime il suo parere circa la costituzione di un nuovo caposaldo tra il gruppo u Maletti n e la Oi\'isione « Cirene 11 (5 dicembre 1940) " 62

Il S.l.M. con telegramma del 6 dicembre 1940 segnala al Comando Superiore A.S. indizi di una prossima attuazione degli intendimenti operativi britannici nel deserto occidentale e notizie c he farebbero escludere la predetta ipotesi " 65

T elegramma del Maresciallo Graziani allo Stato Maggiore Generale sulla situazione delle forze aeree ( IO dicembre 1940 ore 19,30) . 1> 87

Misure difensive ordinate dal Graziani alle ore 16,40 del 9 dicembre 1940 >> 106

Il Maresciallo Graziani comunica allo S.M. Generale le perdite subi te dall'aviazione (12 dicembre 1940) . " 116

Mussolin i informa il Graziani di a\·er disposto l'invio immediato di SO apparecchi da caccia ( 15 dicembre 1940) . " 116

Messaggio del Maresciallo Grazi:mi allo Stato Maggiore Generale. 1'\'otifìca la situazione e dichiara che la minaccia di un tra,olgimenro dell'intero fronte cirenaico Ì! palese (ore 10,30 del 12 dicembre 1940) . » 118

O i retti ve del Ma resciallo Graziani al Gen . Gariboldi per lo spostamento della l0" armata . » 120

Telegramma di risposta di Mu sso lif'i: « Come sempre e più di se mpre conto su di voi ... Tempo migliore permetterà impiego aviazione su larga scala 11 (12 dicembre 1940) 11 121

Direttive di Mussolini al Maresciallo Graziani: « Difendete fino all'estremo il campo trincerato di Tobruch Organiz7ate una difesa campale di Bengasi 11 (ore 13,25 del 13 dicembre 1940) " 121

Mussolini ordina al Gen. Cona di mettere in allarme e di completare l'occupazione della « piazza >> di Tripoli e delle opere d ifensive verso il confine tunisino ( 14 dicembre 1940) . P ag. 124

Mussolini approva le disposizioni adonate nello scacchiere libico egiziano (15 dicembre 1940} >> 125

Mussolini precisa i motivi che lo indussero a dare l'ordine di messa in allarme della « piazza >> di T ripoli ed au torizza a prendere dalla 5& armata quanto occorre per fare del confine di Derna la zona di arresto definitiva dell'avanzata nemica (ore 19,25 del 15 dicembre 1940) >> 125

Il Maresciallo Graziani comunica allo Stato Maggiore Generale che continuerà a trarre da Tripoli tutto il possibile ma fa presente che la disponibilità di automezzi si riduce a poche centinaia (15 dicen1bre 1940)

Il Maresciallo Graziani comunica allo Stato Maggiore Generale che la messa a difesa del ciglione di Derna è in atto ma che il ciglione stesso è aggirabile per varie strade ( 1S dicembre 1940) .

Stralcio della relazione del Gen. Wavell concernente gli intendimenti operativi britannici per l'attacco a Bardia

Direttive del Maresciallo Graziani per la battaglia di arresto sulla linea Oerna - Berta - Mechili (9 gennaio 1941)

Il Gen. Tellera comunica al Maresciallo Graziani la situa zione della « piazza >> di Tobruch (l• gennaio 1941) . (in nota)

Il Gen. Pitassi Mannella rappresenta al Comando della 10"' armata la situazione della « piazza >> di Tobruch (ore 14,30 del 21 gennaio 1941).

Piano di attacco britannico della « piazza » di Tobruch

Direttive operative per fronteggiare l'eventualità di un attacco a Mechili (10 gennaio 1941)

Costituzione di una riserva mobile alle dipendenze del Comando Superiore A.S. (22 gennaio 1941)

Arretramento de lle truppe dalla zona di Mcchili (26 gennaio 1941)

Delusione dell'avversario per il tempestivo movimento della Brigata corazzata italiana (Relazione del Gen. O' Connor)

Direttive del Maresciallo Graziani in vista di probabili sviluppi della situazione (ore 9 del 27 gennaio 1941) .

Mussolini preannunzia l'invio di 100 aerei .

Decisione del MaresciaUo Graziani di evacuare naio 1941)

(in nota) Derna (29 gen-

Il Maresciallo Graziani ordina la ritirata generale e ne informa il Comando Supremo (telegramma ore 13 del 31 gennaio 1941 ) .

)) 126 )) 126 )) 153 )) 160 )) 174 )) 190 )) 200 )) 207 )) 211 )) 220 )) 222 )) 223 )) 224 )) 226 )) 231

Il Maresciallo Graziani comunica l'ordine di ritirata al Comando della 10"' armata (fonogramma ore 13 del 31 gennaio 1941).

Quesiti rivolti dal Gen. von Rintelen, addetto militare presso l' Ambasciata tedesca, al nostro Comando Supremo per incarico del Comando Supremo Germanico (2 febbraio 1941)

Risposta del Comando Supremo italiano ai quesiti formulati dal Comando Su premo tedesco (3 febbraio 1941) .

Complemento di risposta del Comando Supremo italiano ai quesiti del Comando Supremo tedesco (3 febbraio 1941) .

Telegramma dell'Addetto Militare italiano a Berlino circa il pensiero del O.K.W. di inviare in A.S. un Corpo corazzato agli ordini del Gen. Rommel (5 febbraio 1941)

Il Comando del XX C. d'A. modifica l'ordinamento delle forze (4 febbraio 1941 )

Il Comando del XX C. d'A. fissa dipendenze e movimento dei reparti (4 febbraio 1941 )

Il Comando 10" armata ordina il ripiegamento su Agedabia di tutte le unità del Gebel (o re Il , 1O del 4 febbraio 1941)

Il Comando 10"' armata ordina al Gen. Cona che il movimento per Agedabia abb ia inizio la notte del 4 (ore 13 , lO del 4 febbraio 1941)

Il Gen. Cona comunica al Comando 10a armata che, causa la grande distanza, non è possibile il movimento sino ad Agedabia ma soltanto sino a Bengasi {4 febbraio 1941) .

Il Gen. Tellera aderisce a quanto prospettato dal Gen. Cona (ore 13,25 del 4 febbraio 1941)

Il Comando armata informa le unità dipendenti che la nostra aviazione ha segnalato reparti nemici a Zaniet Msus (ore 19,30 dd 4 febbraio 1941)

Tl Gen. Cona segnala la situazione al Comando di Armata (5 febbraio 1941 ore 8)

Disposizioni per il ripiegamento impartite al Gen Bergonzoli dal comandante del XX C. d'A. (5 febbraio 1941)

Il Gen. Cona sollec ita il Gen. Bergonzoli perchè il ripiegamento su Agedabia sia il più rapido possibile (5 febbraio 1941 ore 14) .

Il Gen. Cona comunica al Gen . Bergonzoli alcune modalità del ripiegamento (5 febbraio 1941 ore 15,20)

Ordini del Gen. Cona al Gen. Bignami per la difesa di Sceleidima ed il successivo ripiegamento su Agedabia (5 febbra io 1941 ore 15,45)

Il Gen. Della Bona segnala da Agedabia presenza autoblindo nemici in zona Antelat (o re 15 ,50 del 5 febbraio 1941) .

389 Pag. 237 )) 243 )) 244 )) 245 )) 246 )) 247 )) 248 )) 249 )) 250 )) 250 )) 250 )) 252 )) 263 )) 264 )) 265 )) 265 )) 267 )) 269

Telegramma del Col. Aimone Cat relativo all'ordine di ripiegamento sulla Sinica

Nulla osta del Gen. Della Bona per il ripiegamento ad Agheila

Disposizioni del Gen. Bergonzoli al Gen. Babini, al Col. Piana, al T en. Col. Crispini (6 febbrnio 1941 ore 17) .

Il Maresciallo Grazi:mi conferma al Comando Presidio di Agheila l'ordine di r ipiegare immediatamente su Siete (6 febbraio 1941 ore 18, 15)

Direttive del Maresciallo Graziani per la difesa della Tripolitania

Telegramma con il quale il Maresciallo Graziani chiede a Mussolini di essere esonerato dall'incarico di Comandante

Superiore in
Settentrionale (in nota) Pag. 271 )) 272 )) 277 )} 285 )) 288 )) 289
Africa

INDICE DEI DOCUMENTI ALLEGATI

(l numeri in corsivo e tra parentesi indicano le pagine del testo dove gli allegati sono citati)

l. Specchio dei convogli arrivati in Egitto - via mar Ro sso - dalla metà di agosto alla metà di ottobre ( 38 - 39) P ag. 312

2. Comunicazione del Gen Gallina relativa alla situazione nel suo settore alle ore 15,15 del 9 dicembre 1940 (l 06) . » 314

3. Situazione militare generale al nono giorno dell'offensiva (17 dicembre 1940) (133 - 142 ) >> 315

4. Telegramma del Maresciallo Graziani al Gen. Guzzoni Sottocapo di S.M. Generale, sulle ulteriori possibilità operative nemic he e difensive italiane (l 33 - 205) >> 3 18

S. Principali materiali inviati in A.S. dal 16 settembre al IO dicembre 1940 (157). >> 319

6. Proposta del Gen. Guzzoni a Mussolini per l'invio in Libia delle Divisioni << Ariete Jl e << Trento l> (l 57) >> 320

7. Rapporto del Maresciallo Grazi ani al Duce sulla situazione militare dopo la caduta di Bardia (l 58 - l 64) . >> 322

8. Proposta del Gen Guzzoni al Duce di opporre resistenza al nemico con le sole truppe già sulle linee difensive e di costituire una massa di manovra « attorno alla 5"' armata >> ( l 59) » 327

9. T elegramma di Mussolini al Maresciallo Graziani in merito al potente diversivo auspicato come elemento di alleggerimento della pressione britannica in Libia (l 59- l 64) . >> 330

IO. Forze della cc piazza » di Tobruch nei giorni 9 c IO dicembre 1940 (173) )) 331

Il. Consistenza e necessità della <<p i azza >> d i Tobruch prospettate dal Gen. Berti al Maresciallo Graziani (l 7 3) >> 335

12. Il Maresciallo Graziani conferma al Gen. Berti la consegna di difesa ad oltranza della <<piazza >> d i Tobruch (l 7 4 ) >> 337

13. Chiarimenti del Gen . Berti al Maresciallo Graziani m mer ito alle proposte relative alla situaz ione della « pi azza » di Tobruch ( l 74) >> 338

14. Costituzione del raggruppamento motorizzato della Div. c< Sabratha >> alla metà di gennaio (21 O) " 340

15. Situazione della forza il 17 gennaio 1941 nel settore Berta-Mechili (XX corpo d'armata) (210) Pag. 341

16. ll Maresciallo Graziani comunica al Comando Supremo di aver disposto l'arretramento della Brigata corazzata e preso i provvedimenti per lo sgombero della popolazione da Derna a Bengasi (217) » 342

17. Direttive del Geo. Tellera, comandante della 10• armata, per la difesa di Derna (218) >> 344

18. Direttive del Comando della 10" armata sui criteri d'impiego delle truppe per fronteggiare il probabile attacco nemico co ntro il fronte Derna- Berta - Chaulan (224) » 345

19. Giudizi e considerazioni verbali del Maresciallo Graziani sulla situazione in una riunione del 29 gennaio 1941 a Berta (226) >> 349

20. Modalità de l ripiegamento dal Gebel emanate dal Comando della 10"' armata (238) » 353

21. Progetto sommario di raccolta delle forze nelle oasi di Gialo concordato col Col. Aimone Cat (239- 252) >> 355

22. Direttive del Comando della 10" armata per la prosecuzione del ripiegame nto nella notte dall'l al 2 febbraio 1941 (239) >> 356

23. Disposizioni del Comando della 10" armata per l'ulteriore ripiegamento del giorno 2 e della notte sul 3 febbraio (24/) >> 358

24. Disposizioni operative del XX C. d'A. (4 febbraio 1941 ) (251) >> 360

25. Promemoria del S.l.M. al Capo di S M. Generale circa gli intendimenti operativi britannici in Libia (286) >> 362

26. Direttive del Comando Supremo al Maresciallo Graziani in merito alla difesa della Tripolitania (286- 290) >> 364

27. Comunicazione del Maresciallo Graziani al Comando Supremo circa disposiz ioni impartite alle grandi unità della Tripolitania (286) » 366

28. Direttive di .Mussolini al Gen. Guzzoni concernenti i provvedimenti da adottare per le operazioni in A S. (290) >> 368

29. Note del Comando Supremo relative al possibile sc hieramento delle forze in Tripolitania (290) >> 369

30. Esito della Missione Rommel in A.S. Comunicazione del Generale Roatta al Comando Supremo (291) >> 370

31. Il Gen. Gariboldi, comandante superiore in A.S., comunica al Comando Supremo le decisioni adottate per lo schieramento a difesa della Tripolitania (292) >> 371

32. Perdite ( 31 O) >> 373

39 2

INDICE DEGLI SCHIZZI contenuti nel Tomo II

(con riferimento alle pagine del testo dove sono citati)

Segni convenzionali riportati sugli schizzi (i n vigore nelle FF. AA. italiane durante la seconda guerra mondiale).

Schizzo - Bacino del Mediterraneo: pag. 6.

H 2 - Prima offensiva britannica - Visione d'insieme delle operazioni (9 dicembre 1940 - 7 febbraio 1941) entro testo: pagg. 9 - 286293 - 295 (ti ,

,, 3 - Forze italiane il l " ottobre 1940: pagg 13 - 295 (nota).

n 4 - Forze aeree italiane il l " ottobre 1940: pag. 21.

,, 5 - Forze britanniche il 15 ottobre 1940: pagg. 22 - 42.

,, 6 - Organizzazione difensiva britannica il l " ottobre 1940: pag. 23.

,, 7 - Azioni di colonne italiane motorizzate (ottobre- novembre 1940): pagg. 52 - 53.

'' 8 - Teatro delle operazioni: pagg. 71.

,, 9 - Ambiente naturale e possibili tà operative: pagg. 74.

,, IO - Forze i taliane il 1• dicembre 1940: pagg. 77 - 82.

,, Il - Forze aeree italiane il l " dicembre 1940: pag. 84.

,, 12 - Forze britanniche il l " dicembre 1940: pagg. 87.

,, 13 - Attività operativa del 9 dicembre 1940: pagg. 93 <•l - 102 - 104.

>> 14 - Attività operativa dci giorni IO, li c 12 dicembre 1940: pagg. 109- Ili- ll2 - ll3 - ll4 .

11 15 - Attività operativa dci 14 dicembre 1940: pag. 122.

>> 16 - Schieramento delle Forze italiane a Bardia la sera del 2 gennaio 194 1 - Attacco britannico e caduta della piazza (3-5 gennaio 1941): pagg. 137 - 144 - 271.

<•l Nelle pagine 286 - 293 - 295 schizzo 2 anzichè l bl Nella pag. 93 leggasi sc:hino 13 anzichè 12

394

Schizzo 17 - Situazione delle Forze italiane il 6 gennaio 1941 e delle Forze britanniche il 13 gennaio 1941 : pag. 155.

» 18 - Schieramento delle Forze italiane a Tobruch - Attacco britannico e cad u ta della piazza (23 gennaio 194 1): pagg 169 - 183185 - 188.

>> 19 - Dislocazione delle Forze italiane e organizzazione difensiva nella zona Derna- Berta (23 gennaio 1941): pagg 203 - 204206 - 214.

>> 20 - Situazione italiana il 25 gennaio 194 1 : pagg. 21 O - 218.

» 21 - Ripiegamento delle truppe italiane dal Gebel - Visione d 'in sieme: pagg . 237 - 252 - 259.

» 22 - La battaglia del Sud bengasino (5 -7 febbra io 1941): pagg . 266273 - 275.

» 23 - Situazione delle Forze contrapposte il l 5 febbraio 1941 : pag. 292.

>> 24 - Presidio di Giarabub - Organizzazione difensiva il IO febbraio 1941: pag. 295.

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

Arma aeronautica

Amm irag lio

Australia New Zealand Army Corps

Africa Orientale Italiana

Procedura complementare di avvicinamento

Armata italiana in Russia

Artiglieria

Africa Settentrionale

Africa Settentrionale Italiana

bersaglieri

bauaglione

batteria

Corpo d'Armata

contraereo

calibro

capitano

Capo di Stato Maggiore

Capo d i Stato Maggiore Generale

Capitano di vascello

controcarro

camice nere

Carabinieri Rea li

Cacciatorpediniere

confronta

corrente mese

colonnello

Comando

A A. Amm. ANZAC A.O.I. A.P.C. ARMIR Art. A.S. A.S.I. bers btg. btr. C.A.; C. d'A. c.a. cal. Cap. Capo di S.M Capo di S. M.G. Cap. Vasc. c.c. cc.nn . CC.RR . CC.T T. cfr. c.m. col.; Col. Com .

Gen.

Gen. brig.

GG.UU.

G.U.

gr.

Gr. S.

Gr. T.

Intendenza A.S.

Km

L.R.D.G.

Magg.

M.A.I.

Ma r.

Marilibia mitr.

M.\1.PP.AA.

Compagnia

Complementi

Console

compagnia

Comando Superiore

Comando Superiore Africa Settentrionale

Comando Superiore Forze Armate

Corpo di spediz ione italiano in Russia

Capo di Stato Maggiore Generale

Comando Tattico

Divisione

est

Eccellenza

Forze Armate

Forze Armate Africa Settentrionale

fanteria

Guardia alla Frontiera

Generale

Generale brigadiere (esercito britannico)

Grandi Unità

Grande Unità

gruppo

Gruppo Siluranti

Gruppo Trasporti

Intenden za Africa Settentrionale

chilometro

Long Range Desert Group (unità speciale dell'Esercito britannico)

Maggiore

Ministero Africa Italiana

Maresciallo

Comando Marina della Libia

mitragliatrici

Massime precedenze assolute

Com p. Compi. Cons. cp. c.s. C.S.A.S.
Div.
C.S.F.A. c.s.r.R. C.S.M.G. C.T.
E. Ecc. FF.AA.
FF.AA. A.S.
e g.a.f.
Ftr. G.a.F.

S.M. Marina

S.M.R .E .

Sottocapo di S.M .

Stamage

Superaereo

Superesercito

SupcFlibia

Supermarina

T.

Massima precedenza assoluta

Osservazione aerea

Oberkommando der Wehrmacht (Comando Supremo delle Forze Armate Germaniche)

Operazioni

Opera citata

plotone

posta militare

protocollo

quota

Regio, Regia

Royal Air Force (Aviazione britannica)

Regio Corpo Truppe Libiche

Raggruppamento esplorante corazzato

Ricognizione aerea

Retroguardia Libia Orientale

Ricognizione marittima

Ricognizione strategica terrestre

Sua Eccellenza

Sud - Est

Sezione

Servizio informazioni militari

Stato Maggiore

Stato Maggiore dell'Esercito

Stato Mag giore Marina

Stato Maggiore Regio Esercito

Squadrone - squadriglia

Sottocapo di Stato Maggiore

Stato Maggiore Generale

Stato Maggiore Regia Aeronautica

Stato Maggiore Regio Esercito

Comando Superiore Forze Armate della Libia

Stato Maggiore Regia Marina

Tonnellata

M.P.A. O.A. O.K.W. Op. Op. cit. p!. P M. prot. q. R. R.A.F. R.C.T.L. R.E.Co. Ric. R.L.O. R.M. R.S.T. S.E. S.E.
Sez. S.l.M s.M. S.M. E.
sq.
397

Sistema difensivo T ripoli- Azizia- Garian

telegramma

uadi

Unità di fuoco

vedi

vedasi

Vostra EcceUenza

Valor Militare

Zona di operazioni

T .A.G. tel. u. Unfoc v. Vds. V.E. V.M. z.o.

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