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BATTAGLIA DI SIDI EL BARRANI E RIPIEGAMENTO SU BARDIA

(9-16 OICEMBRf 1940)

Primi sin tomi L'8 dicembre una colonn a tattica, fornita dal caposaldo di Alam el Tummar est, si univa ad altra, proveniente dal caposaldo di Ras el Dai, ed entrambe procedevano verso sud est allo scopo di costringere il nemico a svelarsi. Nessuna reazione si ebbe da parte avversaria, nemmeno dopo effettuati alcuni concootramenti di tiro con una batteria da 105/28 su posizioni che si rite n evano occupate dai britannici.

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La sera dell'8 dicembre (tra le 21 e le 24) navi i·nglesi sottoponevano ad intenso bombardamento le zone di Sidi el Barrani e dell'Dadi el Maktila; con correvano all'operazione, con bombe incendiarie, formazioni di bombardieri. n bombardamento interrompeva le comu. . . ntCaZIOfil.

Alle ore 1,30 del 9, il Comandante della 2a divisione libicache fin dalla sera precedente aveva avuto notizie dal Gen. Maletti di movimenti di automezzi in direzione di Bir Enba -telegrafava al Comando Gruppo Divi sioni: « Una insolita prolungata attività aerea nemica sul cielo di Alam Nibeua - Ras el Dai - Alam el Tummar sembra tenda mascherare movimenti me zzi meccanizzati e induce formulare ipotesi che nemico progetti azione settore Alam Nibeua - Ras el D ai» (1).

Nelle prime ore della notte anche il Maresciallo Graziani aveva la sensazione dell'imminenza di un attacco nemico. Alle ore 3,00 raccomandava al Comando 103 armata massima vigilanza cd ordinava al Comandante della V squadra aerea (Gen. Porro) di predisporre, per le prime luci dell'alba, l'intervento a massa dell'aviazione lungo la direttrice tBir Enba - Garnawaiyat, prescrivendo di non cifrare, per guadagnar tempo, le relative disposizioni.

( l ) Nella relazione del Generale O' Connor si legge: << Nulla era stato eviscoperto durante la notte. Il rumore dei ncstri velivoli, che avevano avuto l'ordine di volare continuamente sopra la zona, deve aver soffocato il rumore dei nostri carri armati che si avvicinavano 11

I combattimenti di Alam- Nibeua ( schizzo 13)

Dalle ore 3,00 alle ore 5,00 fu esplicata una intensa attività di pattuglie nemiche nel settore di Alam Nibeua. Il fuoco di fucileria e di mitragliatrici venne controbattuto dai nostri che, a partire dalle 6,45, agirono anche con il fuoco d'artiglieria sui mezzi meccanizzati avversari. Al II battaglione del 4° reggimento carrista che trovavasi fuori della cinta di Alam Nibeua, veniva, intanto, ordinato di tenersi pronto ad agire, anche d'iniziativa.

Alle 6,40 il Comando del Raggruppamento « Maletti » non riteneva ancora necessario nè il concorso di artiglieria da Alam el Tummar, concordato da tempo con il Comando della 2a divisione libica, nè l'intervento di una colonna celere che la stessa Divisione < teneva in potenza in quel caposaldo.

Alle ore 7,00, un pesante bombardamento si abbatteva sulle difese , sui Comandi e sui centri di collegamento delle nostre posizioni. Le nostre batterie da 105/28 effettuavano fuoco di controbatteria e di interdizione.

Il Comando del Raggruppamento nel comunicare la situazione ai Comandi superiori, tramite la 2a divisione libica (1), chiedeva l'intervento dell'aviazione d'assal.to contro le rilevanti forze meccanizzate ed il concorso di una colonna celere.

Verso le 7,30, carri del predetto battaglione attaccavano i mezzi corazzati nemici, che agivano sul fronte occidentale del caposaldo, ma, in pochi minuti, venivano travolti dalle ondate di carri pesanti inglesi che irrompevano nel caposaldo stesso da nord e da ovest; tutte le nostre a11tiglierie sparavano corrtro le colonne motocorazzate nemiche : gli autocarri colpi'tÌ si -arrestavano in preda alle fiamme, i carri armati, invece, non riportavano danni di rilievo e proseguivéltllo nella loro azione.

(l) Nella notte sul 9 « tra le ore 1,00 e le ore 3,00 giungeva l'ordine .al Raggruppamento di passare alle dipendenze del Comando Gruppo Divisioni libiche >> (relazione del capo eli S. M. del R aggruppa mento libico « Maletti », in data IO mar zo 1943).

cc Alle ore 13,30 del 9 il Comando dell'Armata comunicava di aver posto alle dirette dipender12e del Comando Gruppo Divisioni libiche ii Raggruppamento « M aletti » (relazione del Gen. di C. A. Sebastiano Gallina, in data 3 giugno 1943).

A !Le ore 14 il Raggruppamento cc M aletti » per ordine dell'Armata, era passato alle dipendenze del Cen. Gallina >) (relazione del Gen. Spatocco, in data 19 dicembre 1940).

Mentre forze del Raggruppamento « Maletti contrastavano valorosamente il nemico ad Alam Nibeua, reparti corazzati della 7a divisione britannica (IV Brigata), procedevano verso nord, prendendo con tatto con il caposaldo orientale della Divisione e raggiungendo, poi, la litoranea tra Bug-Bug e Sidi cl Barrani; carri ar m ati del 7o r eggimento (R.T.R.) muovevano verso il caposaldo di Alam el Tummar ovest e la V Brigata di fanteria indiana si portava su nuo ve posizioni di attacco in prossimità dei capisaldi di Alam el Tummar; l'artiglieria avversaria muoveva a nch'essa verso posizioni ravvicinate da cui poter battere i nuovi obiettivi.

Alle 11 ,45 cessava ad Alam Nibeua l'ultima resistenza. Fra i cadu ti era il Generale Maletti.

Ordini dati dal Comando Gruppo Divisio ni libich e e dal Comando XXI corpo d'armata nelle prime ore del 9 dicembre

Nel frauempo la colonna celere richiesta dal Gen. Maletti e che il Gen. Pescatori aveva diretto sul Alam el Iktufa, giunta in detta località, apprendeva da elem enti del Raggruppame nto sfuggiti alla cattura, la caduta di A lam Nibeua e la comunicava ad Alam el Turnrnar. Il Comandante della 2a divisione libica, che aveva avuto anche notizia delle formazioni corazzate nemiche procedenti su Sauani el Khur e Bug-Bug, proponeva al Comando Gruppo Divisioni di far ripiegare il presidio di Alam el Thtufa su Alam el Tummar sotto la protezione della colonna celere, poichè una sua difesa in posto non avrebbe potuto sostenere con successo l' u rto delle preponderanti forze nemiche. Il Gen. Gallina autorizzava il movimento.

Il Comandante del XXI corpo d'armata, che, nelle prime ore d el m attino, ave va tentato, invano, di collegarsi con il Ra ggruppam ento c: Maletti », fu in formato, verso le ore 8,00 dalla Divisione « Catanzaro», che mezzi meccanizzati - respi nti dalla nostra artiglieria davanti al caposaldo di Alam el Rimth - si era no diretti, in parte verso la Litoranea, in parte verso occidente; ebbe notizia, alla stessa ora, dalla Divisione « Cirene », che autoblindo nemiche si trovavano fra q. 199 e q. 223, di fronte alla posizione di Alam el Rabia, che era stata anche investita da fuoco di artiglieria.

In conseguenza ordinava:

-a l Comando della Di visione « Catanzaro », meHendogli a disposizione il LXIII btg. carrista dislocato a J3ug-Bug, di bloccare il transito verso Sidi el Barrani; di spingere elementi verso sud incontro alla colonna rifornimenti della « Cirene » che, come di consueto, era partita alle 'prime luci aHa volta di Bug-Bug; di ricercare il collegamento con il Raggruppamento « Maletti » ;

- al Comando della Divisione « Cirene » di costituire ed approntare a q. 236 una colonna mobile, utilizzando tutti gli automezzi efficienti.

Alle ore 9,30, appresa dal Comando lOa armata la critica s1tuazione del Raggruppamento « Maletti » - situazione confermata alle 10,45 -il Geo. Spatocco faceva presente che, la mancanza di mezzi celeri, la notevole distanza di Alam Nibeua dai capisaldi delle Divisioni « Catanzaro » e « Cirene », la limitata consistenza della colonna mobile costituita dalla Divisione « Cirene » (1), non avrebbero consentito di recare un valido e tempestivo aiuto al Raggruppamento; comunicava inoltre che elementi meccanizzati avversari erano stati rilevati attorno ad Alam el Rimth e ad est di Bir er Rabia ed altre forze in regione Bir Enba. Alle Divisioni « Catanzaro » e « Cirene » poi, prescriveva di reagire alla pressione avversaria con puntate, a piccolo raggio, di distaccamenti misti. Alla Divisione « Catanzaro» ordinava, inoltre, di concentrare a Bug-Bug tut'ti gli elementi sparsi nella zona per costituirvi, insieme a due battaglioni di fanteria e due gruppi di artiglieria richiesti all'Armata, un forte presidio.

I combattimenti di Alam el Tummar

(schizzo 13)

Già alle 11,25 le prime salve di artiglieria si sui capisaldi di Alam el Tummar. Un'ora più tardi il bombardamento nemico, intensificatosi, sconvolgeva le postazioni di alcune batterie e provocava scoppi di depositi munizioni e incendi. Distaccamenti corazzati del 7o reggimento carri armati (R.T.R.), diretti sul <:aposaldo di Alam el Tummar ovest- sede del comando della 2a divisione libica - impegnavano dapprima la testa e il fianco sinistro della colonna celere ripiegante da Alam el Iktufa; attaccavano, poi, rl fronte sud-ovest e quello nord-ovest di Alam el Tummar gravit<l!ndo con le forze a nord-ovest.

(l) La colonna mobile de lla Divisione « Cirene n potè raggruppare soltanto le seguenti forze: l btr. d a 20, 2 pl. pezz i d a 47, l sez. fuci lonì Solothou<rn, l pl. mitraglieri, l pl. ftr. bombardieri, l b tr da 75/ 27.

L'attacco, carat1erizzato da armonica azione aereo-terrestre, incontrava un'accanita e tenace resistenza ed una così violenta reazione di fuoco d'artiglieria da risultare, almeno in un primo tempo, contenuto e respinto. Esso, per altro, veniva rinnovato da forze corazzate del 7" R.T.R. e dalla V Brigata indiana, operanti in stretta cooperazione con artiglieria e aviazione.

Alle 15,30 giungeva al comandante del caposaldo di Alam el Tummar il seguente ordine del Comando della Z:' divisione libica:

« A Maggiore Zaniboni

« Con XV battaglione et maggiore numero possibile artiglierie et IX battaglione carri raggiunga caposaldo n . l (l) per contrattaccare forti reparti nemici entrati nel caposaldo. Parta immediatamente.

Generale Pescatori »

Alle 16,20, mentre si stava per iniziare il movimento con tutte le forze a disposizione, la massa dell'artiglieria nemica concentrava con simult<l'neità il suo tiro sul caposaldo.

L'azione veniva accelerata; il battaglione carri sfilava sulla sinistra; i reparti avanzavano su larga fronte e profondità; una batteria da 77/28, lasciata in posizione sul lato nord-ovest del caposaldo per l'appoggio al contrattacco, tirava incessantemente.

Il sollevarsi di nubi di polvere verso il limite est del caposaldo divisionale- alla distanza di circa un chilometro e mezzo- preannunciava il probabile intervento nell'azione di carri nemici; contemporaneamente aveva inizio un intenso fuoco di mitragliatrici diretto su tutte le formazioni libiche, in particolare sui reparti più avanzati.

J...a limitazione delle perdite su quel terreno piatto senza nessuno ostacolo alla vista e al tiro era legata alla rapidità del movimento. E questo veniva compiuto ardi·tamente in piena corsa fino a distanza ravvicinata.

La veemenza dell'attacco induceva il nemico a ripiegare disordinatamente nel caposaldo divisionale precedentemente occupato, mentre il comando della Divisione, già catturato, veniva caricato celermente su un automezzo e portato oltre il caposaldo, verso ovest.

Ma a frenare e rompere il coraggioso attacco dei libici Ìlnterveniva una grossa formazione di carri armati pesanti contro la quale quasi inutile si rivelava il sacrificio dei nostri carri L che affrontavano quelli nemici con bravura, mentre i nostri pezzi anticarro, le mitra- gliere da 20 mm., i pezzi da 65 mm. avevano ben scarso effetto sui «cruiser» britannici che ponetravano nelle nostre formazioni distruggendo i reparti i quali, frazionati in piccoli gruppi, reagivano anche con bottiglie di benzina contro i mezzi corazzati attornianti.

I libici persistevano nella tenace, vana resistenza anche dopo la cattura del proprio comando.

Verso ie ore 18 tutto era finito. Anche Alarn est cadeva nelle mani del nemico.

Il caposaldo di Ras cl Dai veniva impegnato da poche forze , mentre il grosso della colonna attaccante proseguiva su Sidi el Barrani. Sul fronte della Divisione « Cirene » si accentuava il tiro di artiglieria; pattuglie di autoblindo e carri leggeri dalle quote 199 e 223 si avvicinavano alle posizioni di Bir er Rabia, mentre numerosi automezzi erano avvistati dall'osservatorio di Alarn cl Rabia sulla pista di Qabr el Mahdi.

Tentativo di manovra Nelle prime ore del pomeriggio della stessa e successive misure difensive ordinate dal Maresciallo Graziani giornata del 9 il Generale Gallina, allo scopo di rafforzare l'organizzazione difensiva di Sidi el Barrani e di comprendere in essa i pozzi di Sauani el Dirin , unica risorsa idrica della regione, aveva comunicato al Comando lOa armata chesalvo ordini in contrario - nella notte avrebbe fatto ripiegare su Sidi el Barrani la l a divisione libica.

Il Maresciallo Graziani non approvava il movimento e, basandosi sulle notizie pervenute al Comando Superiore (allegato 2), emanava le seguenti disposizioni:

« Telegramma - 9 f XII f 1940 - via filo.

«N. 01 /3202 Op. 9 dicembre ore 16,40. Confermo ordine prima divisione libica rima11ga et resista sul posto Raggruppamento M a/etti si raccolga dietro 2a libica facendo fronte sud-ovest et collegandosi con D ivisione 3 gennaio. In tal modo si crea robusto triangolo fra Barrani, Alam el Tummar et M aktila con forze adeguate. Rifornimenti non mancano. Resistendo validametzte si permette sviluppo manovra per ristabilire situazione contenendo Ìtlfiltrazione nemica. Intanto mandate subito automezzi at Divisione Cirene per metterla itz condizioni di realizzare manovra su fianco nemico. Prego ricevuta.

Graziani »

Il Maresciallo Graziani inoltre, essendogli apparsa grave la infiltrazione di mezzi meccanizzati sulla strada ad ovest di Sidi el Barrani, verso le ore 13,00 aveva ordinato al Comando IOa armata di predisporre un contrattacco verso ovest da parte della Divisione « 3 Gennaio >> , al fine di ripristinare il collegamento con la Divisione « Catanzaro ».

M.a la Divisione « 3 Gennaio » non aveva la possibilità di effettuare il contrattacco. Essa, infatti, non disponeva di sufficienti automezzi e una sua autocolonna di viveri ed acqua inviata, come al solito nella natlte, a Bardia per i rifornimenti, era stata a·t>taccata di sorpresa e catturata. Inoltre, quando l'ordine del Maresciallo Graziani pervenne al Comando della Divisione (ore 15.00) si presentava, ormai, come problema di preminente importanza la difesa della base logistica di Sidi el Barrani.

Il Comando dell ' Armata, da parte sua, non riusciva a racimolare che una cinquantina di autocarri per l'azione della Divisione « Cirene :-> avendo già impegnato gli altri per inviare rinforzi alla Divisione « Catanzaro» (1).

Per altro il contrattacco della « 3 Gennaio » non sarebbe stato tempestivo nè di alcun rendimento pratico in quanto la situazione appariva critica su tutto il fronte e precipitava, ormai, rapidamente. Il Maresciallo Graziani, quindi, lasciava il Gen. Gallina arbitro di agire com<" meglio credesse. Questa autorizzazione veniva comunicata dal Comando Armata al comandante del Gruppo Divisioni libiche, alle ore 18.00.

Indi, il Maresciallo Graziani, allo scopo di esaminare la situazione con il Gen. Gariboldi, si recava a Bardia presso il Comando 103 armata.

L'esame della situazione, sulla base delle ultime notizie fornitegli dal Gen. Gariboldi, e la constatazione che ogrni concetto di manovra si trovava paralizzato dalla deficienza di mezzi (l'Armata aveva impegnato tutti gli autocarri e il Comando Superiore non aveva alcuna possibilità di fornirgliene), inducevano il Maresciallo a prendere, alle ore 6.00 del giorno 10, le seguenti decisioni intese a mettere in efficienza lo sbarramento dell'Halfaya ed a porre la piazza di Tobruch nelle migliori condizioni per resistere, in caso di aggiramento da sud:

(l) Furono destinati in rinforzo alJa Divisione << C atan za ro ll : d ue btg. cc.nn. d ella Di v-isione cc 28 Ottobre )) ; due gruppi d 'artiglieria (l da 75 e l d a 100) e i l XX b att aglione carri L. ,,

- Gr. Divisioni libiche: riunire a Sidi el Barrani, in rinforzo alla Divisione « 3 Gennaio », tutti i repar.ti libici del Raggruppamento « Maletti » e della 2a divisione libica e resistere in posto con l'appoggio dell'aviazione;

- D ivisione « Catanzaro»: saldarsi col caposaldo di Bug-Bug per contenere la spinta del nemico lungo la rotabile;

- Divisione « Circnc » : rimanere, per intanto, in posto;

- XXIII corpo d 'armata (Divisioni « Marmarica » e 2a cc.nn. « 28 Ottobre »): si stemarsi a difesa sul ciglione di Sollum, dall 'H alfaya, a Ca puzzo e Sidi Ornar;

- Brigata cora zzata c battaglione libico di Marsa Lucch (unico disponibile): portarsi in giornata a Bardia per costituirvi difesa mobile;

- Divisione « Sirte » : portarsi a Tobruch;

- 25° raggruppamento artiglieria da 149/13: portarsi a Tobruch, passando alle dipendenze del XXII corpo d'armata;

- una Division e dalla Tripolitania: trasferir si immediatamente in Cirenaica.

Intendimenti operativi britannici per la giornata del 9 dicembre

Dalla documentazione storica britannica sulle operazioni in Africa Settentrionale ed, in particolare, dal rapporto del Generale Wavell, risulta il piano secondo il quale si sarebbe dovuto sviluppare (e si sviluppò) l'attacco allo schieramento italiano nella prima giornata dell'offensiva inglese (9 dicembre 1940):

- penetrazione della 7a divisione corazzata e della 4a divisione indiana nell'intervallo e si9tente tra le posizioni italiane di SofafiAlam el Rabia (Divisione c Cirene ») e quelle di Alam Nibeua (Raggruppamento « Ma letti »);

- con inizio all'alba, attacco delle posizioni di Alam Nibeua da ovest con la XI brigata della 4a divisione indiana appoggiata dal 7o reggimento carri armati (R.T.R.}, mentre repar·ti della 7a divisione corazzata avrebbero protetto l'attacco opponendosi ad un eventuale intervento di nostre forze provenienti da nord;

- controllo, da parte del gruppo di sostegno della 7a divisione corazzata, delle nostre forze schierate sulle posizioni di Sofafi allo scopo di opporsi ad un eventuale loro intervento nei combattimenti;

- conquistéllte le posizioni di Alam Nibeua, un'altra Brigata (la V) della 4a divisione indiana, pure appoggiata dal 7• reggimento carri armati (R.T.R.), doveva attaccare, da ovest, i capisaldi di Alam el Tummar (2a divisione libica) ;

- impegnare, con le forze del presidio di Marsa Matruh, le unità italiane (l a divisione libica) schierate ad El Maktila allo scopo di impedire che esse potessero accorrere in altre zone minacciate dall'attacco britannico.

L e posizioni di Alam Nibeua ed Alam el Tummar costituivano, dunqu e, gli obiettivi della prima giornata operativa (9 dicembre).

Se si fossero raggiunti tali obie,ttivi, l'indomani si sarebbe dovuto procedere alla conquista di Sidi el Barrani per poi il successo mediante una spinta, il più profonda possibile, verso ovest.

Questo piano d'azione per la prima giornata di offensiva comportava un movimento preliminare di 100 - 130 chilometri per raggiungere, con quasi tutte le unità operanti (erano escluse le forze del presidio di Marsa Matruh), la zona di Bir Enba; tale distanza (trattandosi di moto-meccanizzati) doveva essere percorsa in due notti successive.

L'attacco contro la base di Sidi el Barrani (schizzo 14)

Alle prime luci del giorno 10, camionette, autoblindo e carri armati inglesi avanzavano da sud contro il centro della Divisione « 3 Gennaio >> schierata spalle al mare attorno a Sidi el Barrani. Era la V brigata indiana motorizzata (4a divisione), rinforzata dalla XVI brigata britannica e appoggiata dal T reggimento carri armati (R.T.R.).

Le nostre batterie, allo scoperto, benchè sottoposte al fuoco delreagivano, secondo gli ordini ricevuti, soltanto quando il nemico giun se a distanza di tiro inferiore ai 2.000 metri e il loro preciso intervento riusciva ad arrestare la prima ondata motorizzata infligge ndole gravi perdite.

Mentre si combatteva sul fronte sud, la IV brigata corazzata (7a divisione), che si ,trovava fin dal mattino del 9 nella zona a sud-ovest di Sidi el Barrani, investiva da occidente le nostre posizioni a cavaliere della strada di Bardia. Tutte le nostre bocche da fuoco, dal 47 al 105, tentavano, invano, di arrestare la massa corazzata: i carri irrompe- vano sui pezzi mitragliandoli da presso. Gli elementi della difesa non sopraffatti resistevano, tuttavia, tenacemente sulle posizioni, profondendo ogni en ergia e prodigandosi in atti di valore. Per poter fronteggiare le fanterie avanzarrti si facevano accorrere sul posto truppe distolte dal settore est di Sidi el Barrani.

Alle ore 10.00 i combat-timenti divenivano più accaniti sul fronte sud: le truppe che presidiavano la linea, nel ·tratto attaccato, erano travolte. Nondimeno, nelle prime ore del pomeriggio, il nemico esitava ancora a penetrare in forze nel caposaldo.

Il Comando della lOa armata - sulla base di radiogrammi inglesi intercettati dalla Divisione « 3 Gennaio » e che testualmente dicevano: «Attacco nostro respinto. Ovunque forte resistenza. Riprenderemo ore 14 »; e più tardi: «Resistenza sempre seria: attacco ore 16 » - era in grado di conoscere l'ora in cui l'attacco sarebbe stato rinnovato. Alle ore 15 avvertiva a mezzo radio il Comando Gruppo Divisioni libiche che gli Inglesi avrebbero ripreso alle ore 15.45 e che il Comando dell'Armata avrebbe fatto intervenire la nostra aviazione.

Nel frattempo, 2 battaglioni e 2 gruppi di artiglieria della l a divisione libica ripiegati da El Maktila su Sidi el Barrani venivano schierati :

- i due battaglioni, nel settore est della << 3 Gennaio » in so- . stituzione di alcuni reparti della Divisione cc.nn. destinati a rinforzare altri s&t:ori;

- un gruppo di artiglieria, ad ovest di Sidi el Barrani per battere le provenienze da Bug-Bug;

- un gruppo di artiglieria, a sud per le provenienze da Alam el Tummar.

Erano in corso i movimenti per lo schieramento di questi reparti quando i Britannici - che nel frattempo avevano occupato a sud della rotabile per Bug-Bug un costone con andamento est-ovest e che, malgrado la modestia della sua al<titudine, consentiva un certo dominio sulle posizioni della difesa - scatenavano il nuovo preannunciato attacco. Il fuoco dell'artiglieria nemica era violento; tutte le comunicazioni venivano interrotte. Il tiro celere delle nos tre batterie investiva la piccola altura dalla quale carri armati nemici, ripartiti in tre nuclei su ampio semicerchio di 4-5 chilometri, muoveva no con direzioni concentriche di attacco. Le nostre batterie, che avevano fino allora eseguito concentramenti di g ruppo, iniziavano il fuoco contro i singoli carri giunti a circa 1000 metri di distanza: qualche torretta saltava; qualche carro si fermava o usciva dalle formazioni. I carri incrociatori però, anche colpiti, continuavano ad avanzare, lenti ma sicuri, perchè la loro spessa corazzatura non poteva essere perforata dalle granate ordinarie impiegate dalla nostra artiglieria: erano una quindicina e, facendo fuoco con tutte le loro armi, varo no fin sui pezzi (l ). I difensori, benchè superati, persistevano ostinaotamente nella difesa.

Alle 17 }e fanterie britanniche, dilagando entro Sidi el Barrani, venivano a contatto col ridotto difensivo costituito n ella zona del porto e del faro, ove si trovavano il Comando Gruppo Divisioni biche e il Comando della Divisione « 3 Gennaio » ; il presidio del dopo impari breve lotta, veniva sopraffatto.

Resisteva ancora, sul fronte est, a cavaliere della rotabile, a tro chilometri dalla zona del porto, un troncone della difesa di Sidi el Barrani presidiato da una legione cc.nn. della « 3 Gennaio » e da reparti della l a divisione libica. Schierata tra Sauani el Dirin e la strada per Marsa Matruh, la l a divisione libica che, nella nobte, era riuscita a ripiegare a scaglioni da El Maktila senza che i Britannici se ne accorgessero, resisteva sulla nuova linea che veniva attaccata nel pomeriggio del 10, mentre si svolgeva l'azione contro Sidi el Barrani

Attorno agli ultimi difensori si rinnovavano, nella noae e il giorno successivo, gli attacchi (schizzo 14) Le nostre batterie, rimaste a corto di munizioni , erano costrette ad economizzare, fin dal tino, i loro colpi. Contro la l a divisione libica, premuta dalla nigione di Marsa Matruh , operavano anche autoblindo e carri venienti da Sidi el Barrani (2) Verso le ore 10,30 del giorno 11, il Coma.ndo veniva coinvolto nella cattura dei battaglioni che proteg-

(l) Nel citaro r apporto de l Gen. Wa ve ll si legge: << Questo attacco venne sferrato alle 16,15 dal zo Queen's '(XVI br-igata britannica) sulla destra, e dal 2° Cameron flighianders (XI hrigara indiana) sulla sinistra e fu sostenuto dal fuoco deltartiglieria, da alcuni carri armati del 7o R.T.R. e da un attacco del l 0 R.T.R. (carri irzcrociaton) a nord della strada Sidi el Barrani - Bug-Bug. L'attacco ebbe successo e Sidi el Barrani cadde nelle nostre mani al crepuscolo in.rieme a molti prigionieri e cannoni 11

(l) Nel rapporto del Gen. O ' Connor è detto: << Ad ej·t, la colonna di Marsa M atruh 11on era riu;cita ad impedire che il nemico si ritirasse da El Maktila e questo distaccamento, da quanto si potè apprendere, si rifugiò tra El Maktila e Sidi el Barrani. Tuttavia la colonna di Matruh era entrata ora in contatto col 6o reggimento di carri armati ed imieme con esso aveva compiuto un attacco notturno al chiaro di luna 11 gevano i pozzi. Gli ultimi reparti ad oriente di Sidi el Barrani, cedevano nelle prime ore del pomeriggio.

A Ras el Dai il superstite caposaldo della za divisione libica veniva sopraffatto il giorno 12. Ripiegame nto delle Divisioni « Catanzaro » e « Cirene » ( schizzo 14 )

Il nemico che la sera del 9 aveva tentato qualche infiltrazione fra i capisaldi della Divisione « Catanzaro • tenuti dal 141 o fanteria si limitò, durante la notte, ad effettuare tiri di disturbo.

I due battaglioni cc.nn., i due gruppi di artiglieria e il XX btg. carri L , inviati dal Comando lOa armata in rinforzo alla difesa del centro logistico di Bug-Bug (v. pag. 107 nota) avevano già iniziato lo schieramento a cavaliere della rotabile all'altezza di q. 52, quando giunse l'ordine di sbarrare le provenienze da est e di saldare la dìfesa del presidio di Bug-Bug con lo schieramento della Divisione. Il Comando del XXI corpo d'armata, considerato che le posizioni di Alam el Rirnth costituivano un debole saliente verso il nemico, autorizzava il Gen. Amico ad arretrarne le truppe, sempre che ciò non fosse sconsigliato da persistente pressione avversaria (schizzo 14).

Nella giornata del 10, reparti meccanizzati avversari si infiltravano fra i capisaldi della Divi sione, ma ripiegavano sotto la loro reazione di fuoco lasciando sul terreno una trentina di mezzi fra carri armati, autoblindo ed autocarri.

La sera dello stesso giorno: il Capo di S. M. dell'Armata trasm etteva al Comandante della Divisione «Catanzaro» il seguente ordine che veniva successivamente comunicato al Comando XXI corpo d'armata per la Divisione « Ci rene » (l) :

«Comando Superiore Forze Armate A.S., ordina ripiegare con tutte forze settore, co1t soli automezzi disponibili, durante questa 110tte, verso Sollum, con sosta domani Bir Tishdida. lnutilizzare artiglieria non trasportabile ma curare sorpresa. Assicurare con parola Roma. - Garibo ldi ».

(l) Da questo momento il Comando del XXI C. A. che seguì le sorti della Di\·isiooe cc Cirene >> , non ebbe altri contatti con la Divisione cc Catan· zaro n (relazione del Gcn. Spatocco, in data 19 dicembre 1940).

La rottura di contatto col nemico avveniva senza particolari difficoltà. Fu possibile portare via le artiglierie, ad eccezione di 4 pezzi da 77 J non però tutte le munizioni).

Verso le 8,30 del giorno 11 i primi scaglioni della Divisione «Caraggiu ngevano la zona di Bir Tishdida (schizzo 14). Alla protezione durante la sosta, il Comandante d ella Divisione provvedeva con un dispositivo di sicurezza impostato sullo schieramento a: blocchi - delle al."tiglierie, delle armi controcarro e di parte dei bauaglioni di ogni scaglione in movimento - tra la nuova strada ultimata in novembre dai nostri reparti e la pista situata tre chilometri a nord della strada stessa; il lato est dello schieramento controllava le provenienze da Bug-Bug, il lato ovest quelle da Sollum.

Il Comandante d ella Divisione, al suo giungere in posto, faceva avvertire i comandanti di scaglione, che la sosta sarebbe stata breve e che all'imbrunire sarebbe stato ripreso il movimento. Alle ore 12 circa, con l'arrivo dell'ultimo scaglione, la Divisione completava, indisturbata, il primo tempo del movimento. Qualche autoblindo nemica dava, alla stessa ora, segni di attività.

Alle ore 14,30, un nostro aereo sorvolava a bassa quota le posizioni e lanciava il segue nte messaggio del Maresciallo Graziani: « Comando Armata vi ha comunicato questa tzotte dì fermarvi ove siete solo per concedervi riposo nella marcia. Nessutzo scopo tattico ha dutzque vostra sosta. Ricognizione aerea dice che numerosi mezz i meccanizzati procedono da Sidi el Barrani verso ovest. Necessita perciò che voi riprendiate subito marcia inserendovi nello schieramento mare- Halfaya Armata vi invierà stesso ordine. Non perdete tempo

Pochi minuti dopo, improvvi samente, l'attività del nemico si accentuava fino a culminare in una azio n e violenta a massa di auto-blindo e carri armati su tutto il fronte.

L 'impari lotta sostenuta dalla D ivision e fu da questa essenzialmente imperniata sull'impiego dell'artiglieria, che r appresentava l'unica possibilità di reazione contro i mezzi meccanizzati nemici; e l'artiglieria si prodigava con generosa fermezza fino al sacrificio, infliggendo al nemico « perdite piuttosto dure in carri armati» (1).

(l) Dal citato rapporto del Gen. o· Connor.

Circa alle ore il Comandante della Divisione ordinava ai reparti non ancora travolti di portarsi verso la strada per aprirsi un varco in direzione di Sollum.

Giunta la notte, i superstiti intraprend evano una faticosa marcia lungo la spiaggia. Solo una parte degli uomini della Divisione e del gruppo di formazione schieratosi il 10 a protezione della base di Bug-Bug, riusciva però a raggiungere, con poco materiale, le nostre linee.

La Divisione « Cirene » che, nella notte sul 10 e durante lo stesso giorno 10, aveva respinto, dalle posizioni di Bir Sofafi est, Bir er Rabia e Qabr el Mahdi vari tentativi di attacco (schizzo 14), ricevette l'ordine di ripiegamento verso le ore 24 (1). Il Gen . Spatocco verbalmente ordinava che:

- l'operazione si effettuasse di sorpresa;

- avesse inizio alle ore 4 del giorno 11 e cioè subito dopo il tramonto della luna;

- la scarsissima disponibilità di mezzi di trasporto venisse esclusivamente utilizzata per il trasporto delle armi e delle munizioni;

- il movimento avvenisse agli ordini del Gen. D e Guidi, interessando, in effetti la Divisione « Cirene » ;

- di massima esso si effettuasse in due scaglioni, dovendo il 157° ftr. (che occupava le posizioni di Alam cl Rabia e di q. 236) funzionare da retroguardia.

Il movimento, iniziatosi nella notte fuori del contatto col nemico (2), disturbato durante la gio rnata d ell'H da reiterati bombardamenti e mitragliamenti aerei, fu reso lento e penoso anche dalla asprezza del terreno e dal sopraccarico dei soldati che portavano a spalla le armi pesanti ed il munizionamento e trainavano a braccia i pezzi di accompagnamento, controcarri e contraerei (3).

( l ) cc L'ordine dell'Armata, giunto inintelligibile nella seconda parte, fu finito di decifrare alle ore 0,30 del giorno Il » (relazione del Gen. Spatocco, in data 19 dicembre l94D).

(2) Il Gen. O' Connor nel citato rapporto scri\·e : « Gli ussari, i quali avet1ano ricevuto l'ordine di eseguire delle ricognizioni ad ovest di Sofafi, in seguito ad un malinteso ritornarono a Bir Enba nel corso della notte, col risultato che il nemico durante la no/le riuscì a svignarsela ed a raggiungere all'alba del mattino l'accampamento di Halfaya House >> (schizzo 14).

(3) La Di\·isione cc Cirene >> fu costretta ad abbandona re, per insufficienza di automezzi c mancanza di trattori, i pezzi della batteria da 100 e della baL-

Verso le ore 14, i primi elementi della Divisione « Cirene raggiunsero il caposaldo avanzato d ella Divisione « Marmarica a Neqb Mad'an ove trovarono gli autocarri della colonna rifornimenti che, come da ordini ricevuti, si erano raccolti, in primo tempo, sull'Halfaya, da dove, immediatamente scaricati, erano stati mandati incontro ai reparti in marcia per aiutarli nel trasporto delle armi.

Anche in prossimità di tale caposaldo, violente azioni di bombardamento e mitragliamento causavano, alle truppe in marcia, sensibili perdite.

Alle ore 20, per venne alla Divisione l'ordine di riprendere, a mezzanotte, insieme col presidio di Neqb Mad'an, il ripi egamento verso l'Halfaya.

Anche questa marcia, effettuata sotto il vento freddo ed impetuoso, si compì regolarm ente. La Divisione respinse con azione di fuoco, nei pressi di Alam Battuma (a 10 chilometri dall'Halfaya), un attacco condotto da mezzi m eccanizzati nemici sul suo fianco sinistro, e giunse in posto dopo aver percorso 60 chilometri in 36 ore (i reparti di Bir er Rabia circa 75 km.).

Il giorno 13 la « Cirene completò e perfezionò il suo schieramento occupando il settore compreso tra la pista H alfaya- Gabr bu Fares ed Halfaya- Musaid.

Nel frattempo, unità corazzate nemiche avanzavano per Sofafi in direzione nord-ovest.

Concorso d elle n ostre forze aeree alle operaz i oni

La nostra avtazwne partecipava alla battaglia con le limitazioni imposte dalle condizioni atmosferiche e dalle violente tempeste di sabbia. La sua efficienza risentì sensibilmente anche dei danni subiti dai campi.

Il giorno 9, una formazione di assalto spezzonava un forte nucleo di mezzi meccanizzati ad est di Alam Nibeua; un'altra di apparecchi da caccia effettuava sei attacchi mitragliando mezzi meccanizzati tra Abd el Sulam c Alarn el Rimth; assente nel cielo di teria da 75 del l2o reggimento artiglieria, quelli della b:meria da 77 della g.a.f. e di una batteria dd Ili gruppo da 75/ 27 del Zio raggruppamento art. di C. d'A. (in rinforzo alla Divisione).

Alam el Tummar potè fare solo una fugace apparizione, il giOrno 10, a Sidi el Barrani.

Oltre le precarie condizioni atmosferiche, che ne rendevano difficoltoso l'impiego, sull'efficacia del contributo delle forze aeree incideva soprattutto la disponibilità di velivoli del tutto inadeguata alle esigenze della battaglia, come appare dal messaggio del Comando Superiore A.S. del 10 dicembre sera, riportato a pag. 87.

Tuttavia, n ei giorni 11 e 12 e nonostante che la tempesta di sabbia infuriasse su tutti i campi, la nostra aviazione svolgeva intensa attività in azioni di bombardamento, assalto e caccia tra Sidi el Barrani e Bir Enba ed a protezione dei movimenti delle Divisioni « Catanzaro» e « Cirene » : le perdite inflit<te all'avversario e quelle subite da noi risultavano dal seguente messaggio del Maresciallo

Graziani:

M .P.A. su tt-ttte le MM.PP.AA. (via filo) - cifrato

Stamage - Roma

« 01 / 3324 Op. dicembre 12 ore 20. Seguito 01/3323. Comunico perdite subite da aviazione dal 9 a stasera: 12 apparecchi abbattuti in combattimento, 14 distrutti da incursiotzi aeree con 21 morti et 30 feriti, 15 velivoli damzeggiati per incidenti di volo dovuti at ma1rcanza visibilità per sollevamenti sabbia. Perdite inflitte al nemico: apparecchi abbattuti sicuramente 18 et 8 probabili. - Graziani».

Il Comando Supremo interessava lo Stato Maggiore dell'Aeronautica, perchè esaminasse la di inviare nello scacchiere libico adeguati rinforzi di reparti da bombardamento e di offesa in picchiata. Le nostre disponibilità in Patria non consentivano, però, di provvedere con la celeri tà che le contingenze richiedevano.

Soltanto ii1S dicembre, quando cioè era già stata investita Bardia, veniva disposto l'invio di 50 veivoli da caccia, come risulta dal seguente messaggio:

« Dispaccio in partenza a mezzo telecifra

« Diretto a: Supercomatzdo A.S.l.

« Testo: 4687 j OP. 15 dicembre ore 11 ,40 per Eccelle1tza Graziani.

«Disposto invio immediato 50 apparecchi da caccia. Martedì aut mercoledì mattina saranno sul posto. Mu ssolini

Nuovi provvedi men ti per fro nteggiare la tuaz.iion e e to da lle posizioni

l'Halfaya

Mentre si combatteva nella zona di Sidi el Barrani, le Divisioni « Marmarica », cc.nn. << 28 Ottobre » e cc.nn. « 23 Marzo» si organizzavano a difesa sulla linea dell' H alfaya; nel contempo le « piazze» di Bardia e bruch venivano potenziate con zione di rinforzi. In particolare:

- nel pomeriggio del giorno 9, la za Divisione cc.nn. « 28 Ottobre» - che, a partire dal giorno 5, aveva riunito a Sollum quasi tutti i propri reparti, già dissemina·ti per lavori stradali da Sidi el Barrani a Berta (l) - riceveva l'ordine di organizzare, con le forze a disposizione, uno sbarramento sulla sinistra della Divisione « marica », dal passo dell'Halfaya al mare, 4 km a sud-est di Sollum bassa;

- il mattino del giorno 10 la l " divisione cc.nn. « 23 dislocata all'Dadi el Mrega, riceveva l'ordine di un presidio a Sidi Ornar (2) e di sistemarsi a capisaldi sulla linea ciglione di Sollum Musaid - Bir - Uàar - Ridotta Capuzzo.

Il giorno 11, il Comando Superiore A.S . disponeva:

- l'avviamento a Tobruch di quattro gruppi d'artiglieria (3) di un battaglione fanteria e di un battaglione comp lementi libici;

- l'assegnazione a Bardia e Tobruch di tutti i pezzi da 47/32 ancora disponibili nei magazzini (4);

- l'assegnazione alla 10" armata della Brigata corazzata;

- l'avviamento del battaglione carri M 13 al ciglione di Soll um i n corrispon denza degli sbocchi delle strade di Sollum e dell'Halfaya.

Nel la stessa giornata, il Maresciallo Graziani affidava il comando della piazzaforte di T obruch al Gen. Pitassi Mannella ai cui ordini poneva, così, oltre le truppe del XXII corpo d'armata, tutte quelle dislocate nella c: e le altre che vi sarebbero giunte nei prosstmi g10rru.

(l) Il mattino del 9 mossero da Sidi el Barrani verso Sollum i due ultimi battaglioni. L'autotrasporto fu sorpreso dal fuoco di mezz i corazzati nemici provenienti da surl e subì perdite.

(2) Al presidio di Sidi Ornar Yenivano destinati un btg. cc.nn , un pl. da 47/ 32, una sezione da 20 mm., due pl. mitraglieri, un gruppo obici da 100/ 17 su due batterie.

{3) Uno da 75/46 da Cirene, due da 105/ 28 da ·Barce, uno da 75 / 27 in parre da Bengasi e in parte da Barce.

(4) Esistevano allora nei magazzi ni 38 pezzi; ne furono destinati 18 a To· bruch e 20 a Bardia.

La zona Sollum - Halfaya veniva sottoposta a violenti bombardamenti da navi inglesi incrocianti nel golfo di Sollum. La reazione di una batteria da 120/35 da Sollum e di al,tra da 149/35, aveva poca efficacia, per i limiti di gittata del tiro e la scarsa visibilità che ostacolava l'osservazione; nè si poteva reagire con aerosiluranti perchè gli unici sei esistenti in Libia erano stati danneggiati sul campo di el Adem da un violento bombardamento.

Il mattino del 12 l'azione avversaria, iniziatasi nel corso del movimento della Divisione « Cirene », si estendeva lungo il reticolato di confine. Il Maresciallo Graziani temeva che l'intero fronte avanzato potesse venir travolto e poichè era convinto che il nemico fosse in grado di aggirare per l'alto le posizioni dell'Halfaya ed investire, così, la poco munita «p iazza» di Bardia c successivamente quella di Tobruch, ordinava:

- alla 5a armata di mettere nella massima efficienza il campo trincerato di Tripoli ritirandovi tutte le truppe mobili, lasciando però inalterato il sistema di copertura alla frontiera occidentale e invariate le disposizioni già impartite per l'invio della Divisione « Sabratha ». a D erna;

- al Comando genio di preparare varie interruzioni sulla strada per Bengasi.

Nella stessa giornata si recava ad Agcdabia per esaminare personalmente la difesa di quella zona e rientrava poi alla sua sede di comando.

Il mattino del 12 dicembre il Maresciallo Graziani con il seguente messaggio notificava la situazione al Comando Supremo:

« M.P.A. su tutte le MM. PP. AA (via filo), cifrato.

« Stamage - Roma.

« 01/33 18 Op. 12 dicembre ore 10,30. Segue mio 01/3313 . Est confermata rottura Divisione « Catanzaro » che in parte habet ripiegato su linea Halfaya, in parte resiste ancora serrata da tutte le parti at Bir Tishidida. Divisione « Cirene » habet continuato suo rÌ·· piegamento dall'alto su Divisione « M armarica » Ìtl ordine fitw at questa mattina. l ntercettazio ni danno: l o) che 73 corazzata bis habet avuto ordine da Comando i11glese occupare Sollum; 2°) che at ore

8,45 est cominciato movimento direzione nord-ovest at cavaliere pista

Sofafi - Halfaya et cioè at tergo « Cirene » Ricognizione aerea dà nello stesso momento che massa valutata circa 200 mezzi corazzati seguita da altra habet in effetto iniziato celere movimento verso Halfaya allo evidente scopo investire Divisione « Cirene ». Si deve presumere in conseguenza che nemico voglia superare resistenza dall'alto per proseguire poi verso Sollum urtando contro schieramento Divisioni« 23 Marzo» et« 28 Ottobre». Nella giomata di ieri ho fatto affluire at detto schieramento rinforzi artiglieria et ultima riserva corazzata at mia disposizione cioè btg. carri armati M/13. Se anche questa manovra nemica riesc..e est da presumere successivo investimento «piazza» Bardia che est scarsamente munita. Dopo di che non rimarrebbe che estrema resistenza «piazza>> Tobruck ove tutti mezzi che est stato possibile riunire sono stati schierati come già detto ieri. Flotta inglese scorazza liberamente sul mare. Stamane travasi davanti Ras Azz ez. Aviazione continua at essere quasi impossibilitata agire da avverso tempo. Minaccia travolgimento intero fronte Cirenaica est palese. Ho dato disposizioni at 5a armata Tripoli mettere massima efficienza quel campo trincerato ritirandovi tutte truppe mobili et lasciando sistema copertura frontiera occidentale inalterato. Genio prepara interruzioni su strada per Bengasi. Dopo questi ultimi avvenimenti che possono prevedersi imminenti riterrei mio dovere anzichè sacrificare mia inutile persona sul posto, portarmi a Tripoli, se mi riuscirà, per mantenere almeno alta su quel Castello la bandiera d'Italia, attendendo che Madrepatria mi metta in condizioni di continuare ad operare. Da me fino all'ultimo soldato abbiamo coscienza profonda aver fatto tutti sforzi per resistere dopo quelli compiuti da me per far comprendere at Roma quali fossero le reali condizioni di questo teatro di operazioni ed i mezzi necessari per poter/e ampiamente fronteggiare senza mettere l'uomo col fucile et con scarsissimi mezzi anticarro in condizioni di sosten ere la lotta della pulce contro l'elefante . Sia detto questo at mia memoria testament aria e perchè og nuno assuma di fronte alla storia la responsabilità in proprio di quello che oggi qui accade. - Graziani».

Mezzi corazzati nemici si affacciavano intanto davanti al presidio confinario di el Garn ul Greìn ed a quello di Sidi Ornar confermando nel Maresciallo Graziani il convincimento che l'avversario volesse, co n un aggiramento a largo raggio, penetrare nel nostro teràtorio per tagliare le comunicazioni .tra Bardia e Tobruch.

In relazione a tale minaccia il Comandante Superiore in A.S. alle ore I l del giorno 12 ordinava :

- di presidiare la c: piazza l) di Bardia co n la Divisione cc.nn. « 28 Ottobre >> (ordine modificato più tardi) e di lasciare le Divisioni « Marmarica », « Circne » e P cc.nn. « 23 Marzo» sulle posizioni già occupate;

- di trasferire 2 compagnie carri M 11 da Sollum e tutta la Brigata corazzata da Bardia a Sidi Azeiz, a protezione del :fianco esterno della stessa «piazza » di Bardia;

- al Gen. Mario Bignami, comandante d ella base di Bengasi (I), di predisporre per la prima difesa delle posizioni dell'Uadi Derna allo scopo di impedire, o quanto meno ritardare al massimo, eventuali infiltrazioni di mezzi m eccanizzati nemici (2).

Successivamente, alle ore 16 dello stesso giorno 12, disponeva:

- il riordinamento dei comandi, in relazione allo schieramento assunto dopo il ripiegamento della « Cirene » ponendo -a decorrere dalle ore 6.00 del giorno 13 - le Divisioni l a cc.nn. « 23 Marzo » e za cc.nn. « 28 Ottobre » alle dipendenze del XXIII corpo d'armata (Gen. Bergonzoli) e le Divisioni « Marmarica » e « Cirene » alle dipendenze del XXI corpo d'armata (Gen. Spatocco);

- che il Gen. Amico, comandante della Divisione « Catanzaro», assumesse il comando della «piazza» di Bardia ed il Gen. Babini quello della Brigata corazzata che rimaneva a disposizione dell'Arma ta;

- lo spostamento a Tobruch del Comando 10° armata, facendo pervenire al Gen. Garibaldi le seguenti direttive:

« N eli'attuale situazione, a Voi ben nota, il compito affidato all'Armata è di resistere sulle posizioni che occupa e di assicurare il possesso delle piazzeforti di T obruch e Bardia.

« Sono specialmente da temersi tentativi di mezzi corazzati tlemici operanti sull'ala destra dell'A1·mata per avvolgerla e staccar/a dalla piazza di Bardia. Predisponete, pertanto, qualche elemento mobile in acconcia posizione per manovrare.

(l) Il Gen. Mario Bignami veniva incaricato della difesa dell'D ad i Dern a fino all'arrivo del Gcn. Mario della Bona, comandante della D h·isione ((Sabrarha ».

(2) Forze a disposizione del Gen. Bignami: element i della Divisione (( Sabratha » (primo scaglione in arrivo il 16); due compagnie motociclisù (in arri vo dalla Tripoli tania il l4 o il 15); tre gruppi di arùglieria (2 da 105/28 ed l da 75/ 27) del zoo artiglieria d i C.A. (i n arrivo da Barce e da Jkngasi nella giornata del 13); un battaglione complementi libici (anch'esso a Bengasi); unità della difesa c.a. di Derna, da impiegare tutte anche per azione controcarro.

« Vintervento dei mezzi aerei sarà, da oggi, richiesto direttamente da codesto Comando a quello della squadra aerea che vi dovrà aderire nei limiti delle sue massime

Mussolini a tarda sera telegrafava: «Come sempre e più di sempre conto su di Voi. Fra Bardia e T obruch vi sono cannoni ed uomini sufficienti per infrangere l'attacco nemico. Anche il nemico è sottoposto ad usura. Tempo migliore permetterà impiego aviazione su larga scala. Infondete a tutti, dai generali ai soldati, incrollabile decisione delle ore supreme».

Alle ore 19, del giorno 12 il Comandante del XXIII corpo d'armata, nel segnalare alcune infiltrazioni di mezzi meccanizzati sulla strada tra Halfaya e Musaid, comunicava di aver preso misure per eliminarle impiegando anche le compagnie carri M a sua disposizione.

Il Maresciallo Graziani, considerato il pericolo che l'accentuarsi di tali infiltrazioni avrebbe rappresentato per tut:to lo schieramento avanzato (« Cirene « Marmarica », « 28 Ottobre», « 23 Marzo e riconosciuta la necessità di una azione unitaria nel quadrilatero Ridotta Capuzzo - Sollum - bivio H alfaya - Halfaya, attribuiva il comando di tutte le 4 Divisioni al Generale Bergonzoli cui , nella notte, inviava direttamente nuovi ordini dandone conoscenza al Gen. Gariboldi. Graziani confermava la consegna di resistere fino all'estremo fr a Bardia - Sidi Azeiz - Ridotta Capuzzo - Sollum - H alfaya per stroncare ogni tentativo nemico di sfondare in direzione di Bardia e affidava inoltre alla Brigata corazzata a Sidi Azeiz la difesa del f ianco destro di Bardia e l'eventuale opposizione a nuclei nemici che riuscissero ad infil·trarsi tra i varchi di Sidi Ornar e Bir esc Sceferzen.

Il mattino del 13, nel dare notizia di q uanto sopra al Comando Supremo, il Comando Superiore A.S . aggiungeva che il nemico, a contatto con i nostri sulla linea dell' H alfaya, ma n ifestava qualche difficoltà.

I n risposta Musso lini dava le seguenti direttive (1):

«Non preoccupatevi del fronte verso la Tunisia. Lasciate soltatJto presidi della G .a.F. Portate tutto quanto vi è di efficiente della sa armata verso la Cirenaica. Nel caso di rottura della linea attuale di- fendete fino all'estremo il campo trincerato di Tobruch rimettendo in piena efficie n za i fossi anticarro. Nel caso che atzche questo desse organizzate con quatzto vi verrà da potlente tma difesa pale di Bengasi. Passata la sorpresa ed esauritosi col progressivo lontanarsi dalle basi impulso nemico vi sono possibilità che vi metteratlno, Maresciallo, di documentare ancora una volta le vostre grandi qualità di soldato e di stratega ».

(l) Telegramm a partito alle ore 13,25 del giorno 13, arrivato alle ore 16.

Venuto poi a conoscenza delle consegne di resistenza a oltranza date dal Maresciallo gli esprimeva, ancora una volta, la sua piena fiducia.

Nel corso della giornata, contrattacchi effetrtuati con carri M ed L, con il concorso dell'aviazione, dcttero un certo respiro al nostro schieramento avanzato. Il Maresciallo Graziani, considerata, insieme coi generali Gariboldi, Porro, Tellera e Pitassi Mannclla, la lità che nuclei corazzati nemici moventi da Sidi Ornar e Bir esc Sceferzen, raggiungessero, con aggiramento a grande raggio, le trovie di Tobruch - che giudicava assolutamente necessario dere - decideva di spostare la Brigata corazzata nella zona di Ain el Gazala ponendola a disposizione del Gen. Pitassi.

Lasciava, quindi, Tobruch (ove sin dalla sera precedente si era spostato il Comando della 10a armata) per raggiungere, col suo mando tattico, Cirene .

Il giorno 14, il Comando Superiore A.S. aveva la sensazione che le previsioni della vigilia dovessero realizzarsi con ritmo travolgente (schizzo 15).

Alle 8,45, una colonna di un centinaio di mezzi meccanizzati procedeva , infatti, da Sidi Azeiz verso la Litoranea che rag giungeva alle 10 al bivio di Marsa Lucch. Alle 13,30, pattuglie nemi che ravano il ciglione verso Gambut (a m età strada tra Bardia e Tobruch). A sera, alcuni gruppi di mezzi meccanizzati erano nei pressi di Sidi Bu Amud (25 km ad est di Tobruch). Intercettazioni varie, nel corso della giornata, faceva no presumere che l'azione offensiva si sarebbe sviluppata, quasi sicuramente, seguendo l'andamento del Trigh Capuzzo che portava ad aggirare la piazza di Tobru ch.

In base a questi elementi, ritenuto che il n emico non intendesse insistere nell'attacco del nostro sdùeram ento avanzato Halfa ya puzzo, nè investire la piazza di Bardia, ma bensì penetrare damente n elle nostre retrovie verso T obruch e più ad occidente ancora, il Maresciallo Graziani decideva:

- l'immediata occupazione della stretta di Ain el Gazala con tutta la Brigata corazzata e due battaglioni motorizzati della Divisione « Sirte » per sbarrare la Litoranea e il T righ Capuzzo nel caso si verificassero infiltrazioni lungo la rotabile tra Tobruch e Ain el Gazala o lungo il Trigh Capuzzo verso Mechili;

- l'occupazione a difesa del ciglione di Derna (completandovi lo schieram ento delle artiglierie) e l'esecuzione di interruzioni stradali e di sbarramenti lungo la Litoranea (l);

- l'esecuzione di co ntrattacchi con mezzi autoportati partenti specialmente da Halfa ya e da Bardia, come estremi tentativi per ritardare la marcia delle colonne nemiche (2);

- l'occupazione a difesa della testata dell'Uadi Bacur (Val Bordone) a sbarramento della rotabile Barce - Tocra;

- lo sgombero su Derna e in zona più ad ovest dei campi di aviazione avanzati;

- lo sgombero dei magazzi ni d'intendenza da Derna su Bengasi;

- l'occupazione (col primo scaglione della Divisione « Sabratha e due compagn ie motociclisti in arrivo da Tripoli) dei bivi di el Agheila e Marada per sbarrare possibili sbocchi sulla litoranea a mezzi meccanizzati nemici provenienti da Gialo e Marada.

Il Generale Bergonzoli, a sua volta, in conseguenza della crescente pressione dei mezzi corazzati nemici, iniziata alle ore 6 del giorno 14 contro i capisaldi della « 28 Ottobre» e della « Marmarica », e della situazione creatasi ad ovest di Bardia (ricognizioni aeree avevano rilevato forti concentramenti di mezzi meccanizzati nemici a Sidi Azeiz) decideva di arretrare lo schieramento a va nzato sulla linea Sollum alta - Bir Uaar - Capuzzo - Ponticelli, per economizzare le forze e facilitarne i rifornimenti da Bardia. Alle Divisioni « 28 Ot- tobre » e « Marmarica » ordinava, nelle prime ore del pomengg10, di procedere al ripiegamento delle truppe.

( l) Interruzioni stradali: sui tornanti del ciglione di Derna; s ulla via secon· daria Berta - Martuba; ai ponti dell'Uadi el Cuf; al pon te della strada meri · dionaJc gebelica alJ'altezza del monumento ai caduti di Barce; s ui tornanti deli'Uadi Bac ur; su] ciglione di Regima.

Sbarra menti lungo la Litoranea: ad Agedabia; al bivio el Agheila - Marada; al biv io el Merduma - Marada.

(2) Il Gen. Garibaldi trasmette,·a l'ordine ai Comandi interessati facendo presente al Comando Superiore l'esiguità dei mezzi idonei.

La Divisione « 28 Ottobre» doveva por.tarsi dal passo dell'HaHaya a Sollum alta per costituire un ridotto che assicurasse la difesa di Sollum e della strada Sollum - Bardia nel tratto sino a Musaid esclusa; a Musaid avrebbe preso contatto con lo schieramento della « 23 Marzo » che, a sua volta, sarebbe stata sostituita dalla Divisione « Marmarica » ripiegante dall'Halfaya; la Divisione « Cirene » avrebbe proseguito su Bardia per sistemarsi nel settore Mrega; la « 23 Marzo » doveva schierarsi a Bir el Tafua, col compito di protezione lontana del fronte sud-occidentale della «piazza».

La nostra aviazione impiegò quel giorno tutti gli aerei efficienti contro gli automezzi provenienti da Sidi Azeiz e contro gruppi meccanizzati individuati ad ovest e sud-ovest della stessa località, impegnandosi anche in numerosi combattimenti aerei, a seguito de i quali furono considerati certamente abbatruti undici apparecchi nemici, forse dodici (1). Il movimento delle nostre unità ebbe inizio nelle prime ore della sera dall'Halfaya e da Gabr bu Fares. Il materiale intrasportabile fu di strutto.

L'aviazione avversaria, anch'essa attivissima durante la giornata, provocò gravi danni alla sussistenza di Bardia, e abbattè 6 nostri bombardieri.

Il nemico, dopo la mezzanotte, effettuò un violento ed intenso bombardamento navale ed aereo sui capisaldi già sgombrati.

A tarda sera del giorno 14, Mussolini, con il seguente messaggio, ordinava di mettere in allarme la « piazza » di T ripoli e lo schieramenrto al confine runisino: ·

« Diretto a Eccellenza Cot1a Comandante lnt. saArmata- Tripoli e, per cot1oscenza: Supercomando A.S.J.

Trasmesso il 14-12-1940- Ore 21

(l) Nel r:tpporro del Gcn. O'Connor si legge: '' La colonna non arrivò a Sidi dopo illet1ar wle con il risultato essa venTU! scorta dalla ricognizione aerea e più tardi fortemente bombardata ad intervalli durante tutto il resto del giorll(). Questo fu il più duro bombardamento della campagna essendo sta ta sottoposta la colonna a ben 20 bombardamenti durante la giornata. u in proporzione alla delf attacco furono oltrem<XIo liel1Ì, e chi le subì maggio rmente fu /'Il • u.rsari " ·

Testo: 4676/0P. Mettete immediatamente in allarme et completate occupazione «piazza» T ripoli et opere difensive verso confine tunisimo. Assicurate. - Mussolini >>.

L•indomani col seguente telegramma al MaresciaJlo Graziani, Mussolini approvava le disposizioni adottate nello scacchiere libicoegiziano:

Arrivato 15/12/40 - h. 13,20

Partito 15/ 12/40 - h . 11,35

«Comando Superiore FF.AA. A .S. Cirene .

« 162924 - 162925. - Le disposizioni che avete preso mi convinco1zo che la partita può avere un epilogo diverso da quanto sperano gli Inglesi et soprattutto !asciatemi ammirare la vostra serenità et quella delle truppe la cui azione è seguita con suprema emozione et speranza da tutto il popolo italiano. Soprattutto vz' confermo ordine difesa ad oltranza «piazze» Bardia et Tobruk. Nemico deve essere costretto al rallentamento et alla sosta. 300 uomini del Presidio di Narwik resistettero per oltre un mese agli assedi di diecimila nemici. Maresciallo Graziani il passato est passato quel che conta est l'avvetJ.ire et la sal>vezza della Cirenaica. - M ussolini » .

Possibilit à di trarre rinforzi dalla sa armata e di apprestare a difesa il ciglione di D erna

Poche ore dopo Mussolini comunicava al Maresciallo Graziani i motivi che lo avevano indotto ad ordinare (v. pag. 124) l'allarme della <<piazza» di T ripoli ed Impart iva ulteriori direttive:

« Dispaccio in partenza a mezzo telecifra.

« D iretto a E ccellenza Graziani - A .S.l.

<< Trasmesso il 15 dicembre 1940, arrivato ore 19,25 .

«Testo 4688 / 0P. seguito 4676/ 0P. del 14 corrente. Ordine di messa in allarme «piazza» T ripoli era in relazione colla crisi governativa scoppiata improvvisamente a Vichy et dalla quale non ci era possibile comprendere movimenti et portata. Entrata F landin nel go verno disperde aut allontana minacce . Potete, quindi, se necessario, prendere dalla quinta armata quanto vi occorre per fare, nella peggiore delle ipotesi, del ciglione di Derna, a mio avviso et per conoscenza personale, imuperabile, la zotza di arresto definitivo della avanzata nemica. - Mussolini » .

11 Maresciallo Graziani, la sera dello stesso giorno 15, informava il Comando Supremo, dei provvedimenti disposti per fronteggiare la situazione:

« Stamage - Roma.

« 01/3392 Op. 15 dicembre ore 23,30 At 4676 op. del 14 corrente et 4688 odierno. Sta bene. Se avessi at disposizione i mezzi di trasporto necessari per addensare tutta saarmata per intero nel tempo utile sulla fronte cirenaica superando i 1500 km. che me ne dividono lo farei senz'altro. Ma tutta la disponibilità di automezzi con i qtta!t Tripoli può effettuare trasporti si riduce a poche centinaia. Con essi si sta autotrasportando Divisione « Sabratha » at blocchi et che attualmente si sta schierando tra Agedabia- Agheila- Marsa Brega per sbarrare possibili sbocchi autoblindo nemiche da Gialo aut M arada at interdizione movimenti nostri tra Cirenaica et Tripo!itania , il che significherebbe tagliare in due la Colonia libica. Giomi scorsi infatti una formazione autoblindo si presentò di fro11te at Augila - Gialo proveniente dalle oasi egiziane di D akla aut da Siwa il che dimostra che esiste in quei settore una 01·ganizzazio ne idonea at effettuare ciò che potrebbe apparire inverosimile. Continuerò at trarre da Tripoli tutto il possibile. - Grazia ni ».

« Stamage - Roma.

« Ol /339 4 Op . 15 dicembre ore 23,30 At 4688. Come già comunicato in precedenti rapporti messa at difesa ciglione Derna est già in atto. Questo ostacolo naturale fortissimo di per sè stesso fino alla testata del fosso formato dallo Uadi Derna; est aggirabile per la strada M artuba - Berta et per l'altra M echili - Chaulatl nonchè per la M echi/i - Ez Z eiat - Zauia M sus - Betzina direttametzte su Bengasi. Si sta facendo perciò tutto il possibile per evitare aggiramento per la Martuba - Berta perchè per sbarrare tutti gli sbocchi ci vorrebbe tma intera armata. Et con i mezzi corazzati et motorizzati inglesi vi est oramai da aspettarsi ripeto lo itwerosimile. Essi sono itzoltre manovrati, condotti et impiegati con eccezionale maestria et audacia dal 11emico - Graziani :P.

Durante la giornata del 15, contrariamente alle previsioni, le forze nemiche - sot?toposte ad intensa offesa dalle nostre formazioni aer ee - non riprendevano l'avanzata. La nostra ricognizione aerea non rilevava neppure i gruppi di mezzi meccanizzati che si erano spinti, il giorno prima, sino a Sidi Bu Amud.

Mezzi meccanizzati continuavano invece ad affluire in direzione di Halrfaya, alta e bassa, di Gabr bu Fares e di Sidi Ornar, mentre Bardia veniva sottoposta a continuo martellamento aero-navale.

Nelle prime ore del pomeriggio, il Gen. Bergonzoli informava il Comando lOa armata che mezzi meccanizzati nemici, appoggiati da artiglieria, avevano attaccato la Divisione << 23 Marzo » a Bir el Tafua (quasi sulla cinta di Bardia), che altri erano stati segnalati e battuti nei pressi di Sollum, altri ancora erano stati avvistati risalenti la strada di Halfaya; che in questa situazione - tenuta presente l'interruzione delle comunicazioni tra Bardia e Tobruch e la scarsità di viveri e carburanti - riteneva opportuno effettuare il ripiegamento su Bardia di tutti gli elementi avanzati e ne chiedeva l'autorizzazione.

Il Gen. Benti proponeva al Comando Superiore di approvare la proposta, precisando però che essa dovesse essere attuata «soltanto per necessità veramente improrogabile ». Il Maresciallo Grazianiconsiderando , invece, che i mezzi nenùci incuneatisi fra Capuzzo e Bardia avrebbero potuto tagliar fuori tutte le truppe del Gen. Bergonzoli e che la « piazza >> di Bardia senza adeg ua<to presidio non avrebbe potuto opporre seria resistenza agli attacchi avversari - ordinava l'immediata approvazione della proposta.

Nelle prime ore del 16, le truppe del settore di Bardia ultimavano il loro ripiegamento nella piazzaforte sotto la protezione di carri M. Il Movimento delle D ivisioni << Marmarica » e « 23 Marzo» veniva disturbato dal nemico soltanto con aerei (1).

(l ) Nella citata relazione del Gen. O' Connor è d erro: a il 14, la 7a Brigata corazzata si mosse verso la zona Capuz zo - Sollum ccm l'ordìne di impedire alle for ze nemiche raccolte in quella zona, di ritirarsi nella cerchia della difesa di Bardia. Durante la giornata la Brigata riuscì a prevenire ogni movimento ma, durante la secotula notte, il nemico riuscì a pas.rare attraverso la strada principale di Bardia in modo che col sorgere del sole si trovava entro le difese della fortezza. QueJ!O scacco venne attribuito alla diffusa avversione delle unità carazzate a compiere operazioni notturne H

Il ritiro del nostro schieramento Capuzzo - Sollum lasciava senza sostegno le truppe scaglionate lungo il reticolato di confine. I presidi di Bir esc Sceferzen, Maddalena e el Gari ul Grein (3 compagnie fucilieri, 4 plotoni mitraglieri, l batteria cannoni da 75/27, 4 pezzi da 65/17, 8 pezzi c.c. da 47/32, 12 c.a. da 20 mm. ) ricevevano, pertanto, l'ordine di ripiegare su Giarabub ed effettuavano il movimento (tra il 16 e il 19) sotto la direzione del comandante di detto caposaldo il quale già disponeva di l compagnia fucilieri, l compagnia libica automitr., 4 compag ni e libiche mitr. da posizione, 2 pezzi da 65/ 17, 6 pezzi c.c. da 47/32, 4 mitragliere c.a. da 20 mm.

Il presidio di Sidi Ornar - accerchiato fin dal giorno 13 - veniva, invece, sommerso nel pomeriggio del 16 da un attacco combinato di aerei e forze meccanizzate sostenute da artiglieria.

La nostra aviazione dava il suo efficace contributo alle operazioni con azioni particolarmente onerose (1). Tre nostri aerosiluranti attaccavano navi inglesi che dal mattino tenevano sotto tiro Bardia, colpivano e probabilmente affondavano un incrociatore di 6000 tonnellate.

Nella stessa giornata del 16, il Comando Superiore A.S.:

- limitava la giurisdizione del Comando 10a armata alla zona compresa tra la piazza di Tobruch e quella di Bardia, tenendo il rimanente territorio alle proprie diretrte dipendenze;

- ordinava al Comando Superiore R. Marina in Libia e all'Intendenza di fare ogni sforzo per approvvigionare la piazza di Bardia, via mare; ·

- adoMava i seguenti provvedimenti per dare consistenza a ll'organizzazione difensiva della zona Derna- Berta- M echili :

. avviamento a Derna del 10° reggimento bersaglieri, del V battaglione carri (giunto il giorno 13 dall'Italia) e di tre batterie della Marina (u na da 152/45 e due da 102/35) per la difesa costiera c co ntraerea; avviamento a Berta del primo scaglione della « Sabratha » giunto ai bivi per Marada (2);

( l ) 3 nostri S. 79 c l Ghibli furono abbattuti in fi ;1mme; l caccia non rientrò.

(Z) Dove,·a essere nella funzione di sbarramento ai suddetti bi,·i dal succcssi,·o scaglione, il cui ar rivo era pre,·isto in giornata.

. occupazione della ridotta di Mechili con elementi anticarro e contraerei (pezzi da 47/32 o mitragliere da 20 m m. );

. spostamento a Mechili della Brigata corazzata che doveva lasciare ad Ain el Gazala soltanto un nucleo di carri M e qualche m itragliera da 20 mm. per proteggere da incursioni di autoblindo la zona dei campi di aviazio ne.

Forze br itannich e che parteciparono alla battaglia ( l )

Delle forze britanniche dislocate nel Deserto Occidentale Egiziano sembra che abbiano partecipato alla battaglia di Sidi el Barrani (2):

- la 7a divisione corazzata su:

. 11 o reggime nto di cavalleria corazzato « Ussari »,

. due Brigate corazzate (IV e VII) di 3 reggimenti ciascuna, un gr uppo di rincalzo costituito dal 60o fucilieri e da una Brigata fucilieri con artiglieria ippotrainata;

- la 4a divisione indiana su tre Brigate (V e XI indiana e XVI britannica) (3);

- truppe di Corpo d'Armata:

. 7o reggim ento ca rri armati (Royal Tanks RegimentR.T.R.) dotato di 48 carri « [ » (4},

. l reggim ento carri medi,

. l reggimento carr i pesan ti,

. il presidio di Marsa Matruh (Gen. Selby, con 1800 uomi ni).

Totale approssimativo indicato dal Gen . W ave Il: 31 mila uom ini , 120 cannoni, 275 carri armati, 60 autoblindo.

( l ) Il Comando britannico era così costitu ito:

- Gen. Wa vell, comandante delle forze del Medio O riente;

- Gen.Wilson, comandante dello scacchiere egiziano;

- Geo. O ' Connor, comandante de lle forze dd Deserto Occidentale operanti in Cirenaica.

'Durante l'offensiva il Gen. O' Connor passò alle dirette dipendenze del Gen. W avcll che seguiva da vicino le operazioni.

(2) Rapporto del Gen. O ' Connor.

(3) La 4a divisione indiana verrà ritirata dal fronte dopo la battaglia di Sidi el Barrani per essere inviata in Africa Orientale. Sarà sostituita nella terza decade di dicembre dalla 6a didsione australiana.

(4) Il ] 0 R.T.R è chiamato Il reggimento ., nel ra ppo rto del Gen. o· Connor battaglione in quello del Gen. W ::well.

Il grosso della 73 divisione corazzata era dislocato a cavaliere della strada Marsa Matruh - Siwa (tratto Marsa Matruh - Bir Kena ys) a circa 100 chilom etri dal nostro schieramento, la 43 divisione indiana era dislocata tra lo Uadi Naghamish e Ma'aten Baqqush. In quest'ultima località era sistemato il quartier generale delle forze del Deserto Occidental e e quello del 202° gruppo della R.A.F. Nella zona ad est di Baqqush si trovava una Brigata n eozelandese, che il Comando britannico stabilì di sostituire con la 16'1 brigata della 6a divisione australiana.

DifESA E CADUTA DI BARDIA

(16 DICEMBRE 1940 • 5 GENNAIO 1941)

P ensiero del Maresciallo Graziani sulla si-

Il 16 dicembre ve niva seg nalata una forte massa di mezzi corazzati nemici in zona Bir Enba.

Il ma tti no del 17 la ricognizione aerea r ilevava più in particolare: tuazione, orientamenti del Comando Supremo, movimenti negli Al ti Com andi in Libia - forti nuclei di mezzi corazzati attorno a Gabr bu Fares, BirChreigat, Bir Zigdin;

- paM:u g li e di autoblindo spiegate a ventaglio verso Bardia (da Bir Tafua a Sidi Azeiz) e verso Sidi Ornar e Sceferzen;

- una colonna di mezzi corazzati in movime nto tra Bir Sofafi e Bir H abata.

Dal complesso di q ueste notizie sembrò al Comando Superiore

A .S. di poter dedurre che l'avanzata della massa corazzata ne mica , forse per il logo rìo de i suoi mezzi ed anche per necessità logistiche, avesse subito un tempo di arresto

Il Maresciallo Graziani, che giudicava la sosta dell'offensiva britannica di breve durata e preludio a nuove operazioni tendenti ad elim inare le piazzeforti di Bard ia e di Tobruch e procedere quindi a l la integrale co nquista della Cirenaica, i n un rapporto al Duce (allegato 3) ed in un telegramma al Gen. Guzzoni (1), Sottocapo di S. M. Generale (allegato 4), inviati risp ettivamente il 17 e 18, rappresentava la situazione militare al nono giorno dell'offensi va soffermandosi sulle ulteriori possibi lità operative del n emico e su lle nostre possibilità difensive.

Le sue considerazioni possono così riassumersi:

- le due < piazze » - per la loro scarsa consistenza fortifica - toria e per l'isolamento cui sarebbero state in breve costrette dalle soverchianti forze rterrestri, aeree e navali d ell 'avversario - non avrebbero potuto ch e adempiere ad una semplice funzione ritardatrice: c'era da chiedersi perciò se n on convenisse tentare di raccogliere le truppe di Bardia in Tobruch in modo da conferire a quest'ultima piazza una maggior e robu stezza U n a eventuale decisione in tal senso doveva essere presa prima che l'intercettazione delle comunicazioni tra Bardia e Tobru ch divenisse definitiva ed insuperabile;

(l) Il designato Alfredo Guzzoni, già comandante dd l.t 4a armata al fronte al pino occidentale, era stato nomjnato Sottosegretario di Stato per la g11crra e Sottocapo di S. M. Generale il 29 novembre 1940.

- dopo la caduta dell e du e piazzeforti il n emico avrebbe potuto attaccare il ciglione di D erna, sul quale si stavano schierando tutte le forz e e i m ezzi ancora di sponibill in Cirenaica, oltre la D ivisione « Sabratha :) proveniente dalla Tripolitania. Non era però da escludere che, trascurando il ridotto D erna - Berta ed aggirando il Gebel, per le strade che si dipar to no da Mecbili, l'avversario puntasse direttamente su Bengasi - Soluch ed Agedabia ;

- per prevenire tale eventualità erano stati adottati provvedime nti vari: rinforzato il settore Agedabia - Gialo - Augila; occupati in forza i bivi p er M arada sulla L itora n ea; collocate armi anticarro a Mechili; disposto che le forze affl uenti dalla Tri politan ia - ad eccezione della Divi sion e « Sabratha :) - si concentrassero a Ben gasi. Le forze impiegate erano però esig ue e per di più non atte - tranne il nuovo bat'l:aglio n e carri M 13 - a sostenere il comb attimento contro reparti m eccanizzati;

- gli ultimi avvenimenti avevano dimostrato che, nel particolare ambiente nor d-afr icano, una Di visione corazzata valeva di più di una intera Armata e che il nostro armamento controcarro non era sufficiente ad arrestare l'attaèco, specie se questo era preparato ed appo ggiato dall'azione m assac rante d el bombardamento aereo.

Il Generale Cavallero, che il 6 dicembre aveva sostituito il Maresciallo Badoglio nella carica di Capo di Stato Maggiore Generale, comunicava, lo stesso giorno 18, al Maresciallo Graziani che il Duce, esamina ta la situazion e, Io lasciava arbitro di fissare le mod alità dell'azione, tenendo presente però la necessità di ritardare quanto più possibile l'avanzata del nemico, logorandolo e che, a tal fine, poteva giovare il prolungamento della resistenza anche a Bardia.

L'indomani, 19 dicembre, lo informava che:

- poteva disporre del battaglion e carri M 13 sbarcato a Tripoli con il lO o re ggimento bersaglieri;

- due battaglioni carri M 13 (80 carri) sarebbero giunti a Tripoli entro il mese (l );

- era stato disposto l'invio a Tripoli di un reggimento di artiglieria motorizzata;

- si era chiesto alla Germania l'urgente invio in Libia d i una Di visione corazzata.

Il Gen. Cavallero, infatti, aveva preso contatto con il Gen. Von Rintelen, capo della Missione militare germanica presso il Comando Supremo italiano, e l'aveva pregato di prospettare all'Alto Comando tedesco il nostro desiderio di poter disporre di una Divisione corazzata, come elemento di manovra e di contrattacco in Libia.

Il Gen. Guzzoni, il giorno 20, ribadiva l'argomento per rappresentare la necessità che l'intervento germanico fo sse immediato c per soggiungere che il concorso alleato ·sarebbe stato ancora più gradito se realizzato con l'invio di due Divisioni. Informato, poi , che le Divisioni corazzate potevano esser pronte a partire entro 10 - 12 settimane, ma che il Gen. Keitcl aveva dimostrato qualche perplessità circa il loro invio, non soltanto per le difficoltà dei trasporti mari ttimi, ma anche perchè contrario ad un eventuale non adeguato impiego delle speciali unità in una situazione difensiva, il Gen. Guzzon i assicurava che per i trasporti era ormai in atto il sistema d ei grossi convo gli e che se nza dubbio le unità corazzate sarebbero state impiegate nella ripresa offensiva.

La questione veniva ancora prospettata nei gio rni 30 e 31 dicembre a Berlino, da una Missione militare italiana composta dai ge nerali Favag rossa, Fautilli e Gandin, incaricata di esaminare, con l'ALto Comando germanico, questioni gene ral i di carattere operativo e di trattare (Ge n. Favagrossa in particolare) la cessio ne di m ateriali bellici per il nostro Esercito. Nell'occasio ne, il Gen. Jodl disse che i T edeschi erano pronti a interven ire ovunque fosse stato utile, ma in situazioni tali da non compromettere il lo ro grande prestigio ; circa l'invio delle Divisioni corazzate germaniche in Libia precisò che occorreva attendere le decisioni del Fi.ihrer che era allora a Berchtes gaden.

Dopo i provvedimenti adootati il 16, prolungandosi la sosta dell'offensiva britannica, il Maresciallo Graziani, allo scopo di perfe- zionare l'organizzazione della resistenza intesa ad arrestare il nemico su linee di difesa successive:

( l) Il VI btg. carri M 13 e 36 carri sfusi per costituire in posw il XXI giunsero a Tripoli il 17 gennaio c, a Bengasi, il Z2 qu ando T obruch era già caduta.

- costituiva il settore esterno di Bengasi col compito di impedire eventuali infiltrazioni nemiche, specialmwtc da Mechili, c provvedere all'apprestamento di tre sbarramenti: all'Dadi Bacur, allo sbocco El Abiar - Regima, e allo sbocco di Sceleidima. Ne affidava il comando al Gen. Cotronei (l);

- muniva el Agheila di mezzi di difesa contro eventuali infiltrazioni di reparti meccanizzati sulla Litoranea ; poneva quel presidio alle dipendenze del Comandante del territorio sud-cirenai co con sede ad Agedabia (colonnello Aimone Cat).

Nei giorni 21 e 22, poi, per migliorare l'azione di comando in vista degli eventuali sviluppi d ella situazione, disponeva che:

- il Gen. Tellera (2) assumesse il comando della 10° ar mata (i n sostituzione del Gen. Berti);

- il comando stesso si trasferi sse a Luigi di Savoia, lasciando a Tobruch , presso il Comando della «piazza», già assu nto dal Gon. Pitassi Mannella, un suo organo di collegamento;

- il Gen. di Brigata Miele (3) assumesse la carica di Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale;

- il Gen. Cona (4), chiamato dalla Tripohtania, ass um esse il comando dello schieramento Derna - Berta - Mechili {a Mcchili doveva dislocarsi - come già ricordato - la Brigata corazzata al comando del Gen. Babini per chiudere gli sbocchi verso Bengasi e per essere in grado di concorrere ad una eventuale battaglia tra Berta e Derna).

Mussolini, approvando le disposizioni adottate, invitava i l Maresciallo Graziani ad esaminare l'opportunità di rinforzare la Bri- gata corazzata - che aveva un compito essenziale - con il battaglione carri armati giunto a Tripoli e confermava ripetutamente al Maresciallo stesso e al Gcn. Bergonzoli che le piazze di Bardia e Tobruch dovevano resistere ad oltranza.

(l ) Il Gcn. Ettore Cotronei era Capo della Segreteria militare del Comando Superior e Forze Armate A.S.

(2) Il Gen. di C. A. Giuseppe Tellera era Capo di S. M. del Comando Superiore Forze Armate A.S.

(3) Il Gen. Al1ghiero Miele era addetto al Comando Superiore Forze Ar· mare A.S.

(4) Il Gen. Ferdin ando Cona comanda\·a il XX corpo d'armata dislocato tra Tripoli e Zuara.

La piazzaforte d i Bardia (schizzo 16) le opere dovevano, secondo il progetto, avere carattere semipermanente, con postazioni nella massima parte scoperte.

L'organizzazione difensiva del fronte a .terra di Porto Bardia era stata studiata per proteggere dall'azione dei piccoli calibri la rada e gli speciali impianti che facevano di Bardia un importante centro idrico avanzato, verso il confine cirenaica - egiziano.

La cinta fortificata era costituita da una fascia di capisaldi comprend enti ognuno una duplice serie di piccoli ridotti.

La fascia, profonda in m edia circa 400 metri, doveva essere circondata all'esterno da un fosso anticarro di notevoli dimensioni, potenziato da altre difese passive.

L'intera organizzazione difensiva comprendeva 14 capisaldi, che avrebbero dovuto avere un totale di 113 opere, delle quali 43 sulla linea esterna, con uno sviluppo complessivo di circa 32 chilometri.

Quando l'Italia entrò in guerra l'organizzazio ne difensiva di Bardia aveva raggiunto uno stadio che le conferiva carattere poco più che campale e risultava armata solo in parte: mancava, in particolare, l'ostacolo anticarro ed era quasi inesistente l'armamento controcarro. Sei settimane più tardi, in armonia con l 'andamento favorevole assunto dal conflitto, venivano sospesi i lavori di for.tificazione, lasciando in auto soltanto quelli relativi all'attrezzatura logistica, consistenti, essenzialmente, n ella costruzione e nel riattam en to di strade, piste ed opere idriche.

Alla data del l o dicembre presidiavano la piazzaforte circa 2.500 uomini di fanteria g.a.f. (guardia alla frontiera). Numerose artiglierie e pezzi controcarro erano stati, però, rtolti da Bardia, per essere asseg nati, in rinforzo, alle Grandi Unità della lOa armata operanti in territorio egiziano {l). Alla stessa data la difesa costiera della piaz-

(l) Erano state assegnate due btr. da 149/ 35 e un a btr. da 105/ 28 al XX1II

C.A.; due cp. da 47/ 32 alla Divisione (( Marmarica »; una cp. da 47/ 32 e una btr. da 65/ 17 alla 13 divisione libica; una btr. da 65/ 17 alla 23 di\'isione libica; un plotone da 47/ 32 alla Oi,isione cc.nn. (( 23 Marzo"· zaforte disponeva di una batteria da 120 mm. della Marina e la difesa contraerei di due batterie da 75/27-06.

All'inizio dell'offensiva britannica la «piazza» era, in sostanza, un campo 'trincerato, il cui perimetro presentava un reticolato discontinuo, un fosso anticarro non completo, campi minati pochi e molto intervallati, armamento controcarro quasi inesistente, munizionamento deficÌitario (appena 40 cartucce perforant i per arma autom<l!tica).

I tra-trti di perimotro, a nord e a sud di Bardia, che corrispondevano alla zona costiera solcata da numerosi uidian, risultavano n<l'turalmente più forti; quello fronte a sud aveva anche un raddoppio che rispondeva al conce1lto di consentire uno schieramento avanzato di ar·tiglieria verso il ciglione di Sollum. Il tratto verso ovestsud-ovest risultava più debole e più esposto alle incursioni dei mezzi meccanizza·ti.

Alla data del l 6 dicembre, tutte le forze di Bardia e cioè le 4 Divisioni che vi erano appena affluite, i superstiti della Divisione «Catanzaro», i reparti della g.a.f., i servizi e gli enti già dipendenti dall'Intendemza, passavano alle dipendenze dirette del XXIII corpo d'armata (Gen. Bergonzoli). Il Comando del XXI corpo d'armata cessava di funzionare (1).

Il Comando della « piazza » alle unità della g.a.f. che presidiavano la fascia di capisaldi della cinta fortificatacontinuava ad esser tenuto dal Gen. Amico al quale veniva affidata anche la difesa costiera e controaerea.

Il Gen. Amico, comandante della Divisione <<Catanzaro», aveva assunto il comando della « » il giorno 13, in seguito ad ordine del Comando Armata. Lo stesso giorno aveva impartito i primi ordini per fronteggiare la situazione determinata dal successo britannico.

Il giorno 14 era stato autorizzato ad avviare a Tobruch una colonna di cammelli e salmerie del Gruppo Divisioni libiche (circa 400 uomini tra nazionali e indigeni con un migliaio di quadrupedi) (2). Gli sgomberi, dopo il 14, furono limitati a circa 250 uomini della Divisione «Catanzaro», una ventina di civili e alcuni elementi indigeni che erano ancora nella « piazza » (3).

( l) Il Gen. Spatocco c parte degli ufficiali del Comando venivano destinati in Tripolitania in vista di altro impiego.

(2). La colonna muovendo lungo la costa - evitando cioè la Via Balbia e il Tdgh Capuzzo - riuscì a raggiungere Tobruch dopo 5 giorni di marcia.

(3) Detto personale fu sgombrato con motovelieri vuoti, di r.i.torno a Tobruch.

Il campo trincerato di Bardia venne riparrtito in 3 settori: settore orientale « M rega »;

---. sottore centrale << Ponticelli »;

- settore occidentale « Gerfan » .

H fronte a terra prese.(]tava due .tratti ben distinti: uno sulla sinistra dell'Dadi Maa•tred, il cui terreno non si prestava all'impiego di uni.tà meccanizzate; l'al·tro, ltra l'Uadi Maa:tred e l'Uadi Mrega, il cui terreno di piatta pianura, non inciso da profondi uadi, offriva ampie possibilità di movimento ad unità meccanizzate. Le opere sul fronte a terra erano rappresentate dai capisaldi Sidi Hasan e Souta ; quelle sul fronte a mare, dai capisaldi Maatred e Tut u-Fahan. Un raddoppio, alla base del saliente, collegava l'estrema destra del caposaldo Souta con il caposaldo a mare Tut u-Fahan. Particolarmente delicato e pericoloso risultava il vertice del saliente, corrispondente alla zona di saldatura fra i capisaldi Sidi Hasan e Souta.

Il settore « Ponticelli » comprendeva 4 capisaldi: Zauia, Bir Regima, Scemma e Garridia. Il perimetro di questi capisaldi si sviluppava su terreno pianeggiante ed era esposto, perciò, alle incursioni di mezzi meccanizzati; altro inconveniente per la difesa era costituito dal costone di Got Garaa el Far, che, lie vemente sopraelevato sul terreno antistante le opere, non consentiva di osservare i movimeDti dell'avversario a distanza superiore a 2-3 chilometri dai capisaldi.

11 settore « Gerfan », come il settore << Mrega », costituiva un saliente (sul lato nord della «piazza») ed aveva anch'esso un tralito di cinta in corrispondenza d ella zona costiera solcata dall'uadi Atiga; comprendeva i capisaldi Bu Rim, Scegheila, Sidi Brahim, Atiga e Raheb; quest'ultimo, degradante sul mare, dispone va soltanto di una opera che, peraltro, non era presidiata.

I predetti setl:ori erano così ripartiti fra le singole Grandi Unità:

- settore « Mrega »: Divisione « Cirene »;

- sebtore « Ponticelli » : Divisione « Marmarica >> ; resti della Divisione «Catanzaro» furono ripar•tÌJti fra 1 van settori.

- settore « Gerfan »: Divisione cc.nn. « 23 Marzo » ed, in seconda schiera, la Divisione cc.nn. « 28 Ottobre » che, inoltre, costituiva «riserva generale mobile» a disposizione del Comando di Corpo d'Armata.

IO. - A.S.

Le Divisioni approntarono l'organizzazione difensiva a par,tire dal giorno 16.

Lo schieramento delle artiglierie fu attuato contemporaneamente alla costituzione dei capisaldi arretrati, affidati, nei tre settori, all e Divisioni in essi dislocate, le ar>tiglierie dovevano poter svolgere preminentemente azione controcarro, pure soddisfacendo le necessità della contropreparazione, dello sbarramento e della repressione.

Si diede subiJto inizio ai lavori necessari, per aumentare l'efficienza difensiva della linea esisten;te, per costituire i capisaldi della seconda posizione, per mettere in opera un certo guantitativo di mine giacenti nei depositi di Bardia, per sgombrare il modesto fosso anticarro che, il giorno 16, era completamente pieno di sabbia, per r imettere in efficienza il reticolato in moLti tratti sconvolto. Si procedette anche all'organizzazione dei collegamenti e dell'osservazione, alla costituzione di unità mobili destinate al contratrt:acco, all'organizzazione dei servizi.

Peraltro, a causa della scarsezza dei mezzi e del tempo limitato a disposizione, i risultati non potevano essere che modes·ti: venivano raccolti in zone lontane e trasporta·ti a spalla i sassi occorreruti per la costruzione di muretti (larghi almeno un metro) nei capisaldi della seconda posizione; la fascia di mine B 2 (distanti 2-5 metri l'una dall'altra), completata davanti al reticolato, poteva esser rimossa con facilità e non assicurava l'arresto dei carri armati; i lavori di svuotamento del fosso anticarro, effettuati con i pochi attrezzi disponibili, erano quasi annullati dal vento che riportava nel fosso la poca sabbia sgomberata (dei 32 chilometri di perimetro, soltanto 20 erano protetti da ostacoli anticarro); il reticolato, riattato alla meglio e deficient:e di paletti, premU!lliva contro sorprese notturne da parte di elementi di fanteria, ma non poteva costituire ostacolo a mezzi corazzati.

Le disposizioni relative all'organizzazione del fuoco, tendenti, di massima, ad impiegare rutti i calibri nel tiro controcarro, non potevano rimuovere l'eccezione della non idoneità a tale tiro per il cannone da 120 e per l'obice da 100.

L'approntamento di bombe incendiarie (bombe a mano facenti sistema con botrt:iglie di benzina) fu rallentato dalla scarsa fiducia che il rudimentale mezzo ispirava e che, in effotti, diede un ben scarso contributo alla difesa contro i mezzi corazzati.

Un campo di atterraggio di for:tuna fu allestito entro la «piazza» in sostituzione di quelli preesistenti troppo soggetti all'osservazione e alle offese nemiche.

L'organizzazione della difesa costiera risultò costituita dai seguenti mezzi:

- un complesso binato da 120 (già installato sul cacc1a «Euro»);

- due pezzi contraerei da 40 della Marina;

- due batterie da 75/ 27 mod. 06;

- due nuclei mobili e postazioni fisse di mitragliatrici Schwarzlose nei tratti più accessibili della costa;

- una riserva mobile costituita da due squadroni di cavalleria (gruppo «Vittorio Emanuele ») armati di mitragliatrici Schwarzlose. La situazione viveri, sufficiente alle necessità di vita per una trentina di giorni (con razione ridotta a metà di quella ordinaria), migliorò lievemente con l'arrivo di due motovelieri dai quali fu sbarcato un certo quantitativo di farina e di scatolette di carne; furono, questi, gli unici rifornimenti di viveri che giunsero a Bardia, sino alla caduta della « piazza ».

Le azioni co n tro Bar- Subito dopo l'occupazione di Sidi el Barrarli, dia dall ' 11 dicembre nei giorni dall' Il al 14 dicembre, gl'Inglesi 1940 al 2 ge nnaio 1941 bombardarono ripetutamente con aerei la << piazza n di Bardia. Le prime azioni ebbero per obiettivo l'abitato e i magazzini di sussistenza e del genio e distrussero oltre 70.000 scatolette di carne, grandi quantitativi di farina e depositi di generi c materiali vari (latte in scatola, tabacchi, oggetti di vestiario, materiali del genio).

L'abitato venne fatto sgombrare il giorno 14; vi rimasero soltanto pochi comandi territoriali.

Dopo il ripiegamento delle Divisioni dalla linea dell' Halfaya (15 dicembre), squadriglie di bombardieri britannici si alternaron o sul campo trincerato di Bardia fino alla vigilia dell'attacco, con intervalli più o meno lunghi, in azioni di distruzione sulle opere e sui materiali e in azioni di tormento sui lavo ratori, facilitate di giorno dall'assenza della n ostra caccia e dalla scarsa efficienza della difesa contraerea, favorite di notte dal plenilunio : gli effetti furo no notevoli.

Anche unità navali bombardarono la piazza nei giorni 17, 18, 19 e poi ancora il 28, il 31 dicembre ed il l o gennaio 194 1. Nessuna reazione aeronavale fu possibile da parte nog.tra.

Il naviglio sottile avversario, incrociando al largo, bloccava praticamente il porto di Bardia. Talvolta il Comandante della « piazza» cercò di valersi di motopescherecci per trasportare materiali e personale da Bardia verso Tobruch e da Tobruch verso Bardia, ma più di un moto veliero andò perduto nel tentativo di eludere il blocco.

A partire dal giorno 22, si intensificò il movimento na vale n ella rada di Sollum, dove i Britannici effettuarono lo sbarco di materiali, di armi e di rifornimenti di ogni specie.

Le azioni terrestri ebbero inizio con ricognizioni da parte di elementi blindati, prevale ntemente nel settore « Ponticelli »; successivamente, dopo completato lo schieramento attorno alla « piazza» {il 20 dicembre l'accerchiamento era ultimato), le ricognizioni divennero puntate offensive di entità progressiva crescente e precedute da brevi, ma intense, azioni di artiglieria.

Precisazioni del Ma- Il l o ge nnaio 194 1, il Maresciallo Graziani resciallo Graziani sulla si tuazione alla d ata d el l o gennaio 1941 prospettava ancora, in un rapporto diretto al Capo di Stato Maggiore Generale, la situazione, da lui ritenuta grave, nonostante che il protrarsi della sosta nelle operazio ni avesse concesso un certo respiro per organizzare l'apparato difensivo.

Ribadiva i concetti già esposti nel rapporto pa11ticolaregg i ato diretto al Duce il 17 dicembre (allegato 3) ed, in particolare, illustrava la situazione delle « piazze:. di Bardi a e T obruch e dello schieramento difensivo Derna - Berta - Mechili.

In sintesi:

- Bardia aveva forze sufficienti per contrastare un a:otacco nemico, non aveva però la possibilità di compiere azioni manovrate fuori della cinta ed era quindi, a scadenza più o meno lunga, destinata a cadere, se non altro per esaurimento, non essendovi alcuna possibilità di rifornir la;

- Tobruch, assai debolmente presidiata, era riusCÌita a costituire piccole colonne celeri per contrastare l'attività esplorativa dei mezzi meccanizzati nemici, ma questi reparti, di ben scarsa efficienza c con limitato raggio .d'azione, avevano finito col sottrarre mezzi di fuoco a quelli già insufficienti della « piazza »;

- lo schieramento Derna - Berta - Mechili disponeva di forze esigue con limitata mobilità, mentre avrebbe dovuto essere tanrto con- sistente e mobile da poter arrestare con la manovra, appoggiata a zone di ostacolo od a punti fortificati, l'eventuale penetrazione nemica verso il Gebel Cirenaica e la piana di Bengasi.

Seguivano notizie sui più recenti provvedimenti adottati. La Brigata corazzata, unico mezzo di manovra dotato di soli 25 carri M 13 efficienti, era stata dislocata a Mechili, con nuclei esploranti ad Ain el Gazala e Tmimi, per contrastare eventuali infiltrazioni nemiche ad ovest di Tobruch: le sue possibilità, evidentemente limitate, non consentivano una valida reazione contro un attacco a massa di mezzi corazzati. .Piccoli presidi, fissi e mobili, erano stati collocati in punti di obbligato passaggio del Gebel cirenaica ed agli sbocchi nella piana di Bengasi; la difesa di Agedabia e gli sbocchi da Marada sulla Lìtoranea (el Agheila e più ad ovest) erano stati potenziati. Infine, per contrastare una possibile puntata in forze sulle retrovie di Tobruch, era stato disposto l'invio ad Ain el Gazala del 10° reggimento bersaglieri e del V battaglione carri M 13; questa decisione, che privava il Comando Superiore dell'unica riserva, si era resa necessaria per impedire al nemico di tagliare le comunicazioni tra Denna e Tobruch e, soprattutto, di piombare su Ain el Gazala stessa e Tmìmi dove erano dislocati i campi di aviazione più avanzati.

Il Maresciallo Graziani si doleva infine che la mancanza di forze corazzate lo costringesse a subire l'iniziativa del nemico ed avvertiva che, persistendo tale inferioòtà, una volta sommerse le « piazze » di Bardia c Tobruch c perduti, con esse, 70.000 uomini e 700 cannoni, la sal vezza della Libia sarebbe rimasta affidata solo alle poche truppe dello schieramento Derna - Berta - Mechili.

Forze contrapposte a Bardia il l o gennaio

1941

Il l o gennaio 1941, la « piazza » di Bardia era presidiata dalle Divisioni « Marmarica >>, in piena efficienza, « Cirene » molto provata e priva di numerosi mezzi controcarro, « 28 Ottobre>>, con effettivi ridotti a poco più della metà, « 23 Marzo>>, con effettivi ridotti a circa un quarto, dalla g.a.f. (circa 2.500 uomini) ed infine, dai resti della Divisione «Catanzaro» .

In totale, potevano calcolarsi presenti a Bardia, agli ordini del Gen. Bergonzoli, circa 45.000 uomini con 430 bocche da fuoco di vario calibro, dal pezzo da 20 mm. a quello da 149/35 (1), 12 carri M 13 (una cp. del III btg.) e 25 carri L efficienti dei battaglioni XX e LXII.

La difesa poteva contare dunque su una densità teorica di circa 13 bocche da fuoco per chilometro di fronte , da opporre ai mezzi corazzati avversari. Il Comando della lOa armata aveva anche disposto, fin dal 16 dicembre, ultimati gli afflussi, che a Bardia, sul fronte a terra, venisse schierato il maggior numero possibile di armi controcarro e di artiglierie, scaglionate in adeguata profondità.

Secondo quanto allora risultava al nostro Servizio Informazioni, le forze britanniche che, il l o gennaio, fronteggiavano la piazzaforte, erano costituite della 7a divisione corazzata, della 6a divisione australiana, di imprecisate di artiglieria, della XVI brigata di fanteria britannica, di reparti motorizzati francesi e di un battaglione di ciprioti. La 7n divisione corazzata risultava largamente dislocata ad ovest di Bardia( in zona Marsa Lucch- Bir el Hamza - Amseat); elementi di un' altra Divisione corazzata (supposta 7a bis) a sud della piazza; la 4a divisione indiana nella fascia costiera del golfo di Sollum; la 2a divisione n eo-zel andese in zona nord di Bir Chreigat. Altre unità erano segnalate in afflusso (schizzo 16).

Il gen. Wavell così precisa le truppe disponibili per l'attacco:

7a divisione corazza·ta;

6"' di visione australiana (2);

XVI brigata di fanteria britannica;

VII battaglione R.T.R., ridotto a 26 carri armati;

( l) Le artiglierie della piazza erano cos ti tuite da:

- unità in organico: 44° rgt. art. « Marma rica 45° rgt art. <c Oirene ZOlo rgt. art. << 23 Marzo >1 (mancante di un gruppo da 75/ 27); 202° rgt. art. cc 28 O ttobre )) (ddotto a pochi elementi); 21 ° rgt. art. di C.A.; raggruppa· mento art. g.a.f. di Bardia;

- unità d i rinforzo: un gr. da 105/ 28 del 10° rgt. art. di C.A.; una btr. del 1/ 43° art. div. ftr .; art. g.a.f. della piazza di Tobruch, g ià di rinforzo alla l(}'"\ armata e ripi egata in Bardia (due gr. da 75/ 46 c.a., una btr. da 75/ 27 C.K.); btr. cc Espero >> Mari na d a 120 mm.; btr. M da 102 c.a. Muniz.ionamento esistente il 9 dicembre 1940 a Bardia:

71.298 colpi da 100/ 17,

33.329 colpi da 105/ 28,

19.500 colpi d a 149/ 13,

4.350 col pi granate a palletta.

(2) Su 3 Brigate: XVI, XVII e XIX.

I battaglione Fuòlieri Reali del Nothumberland: battaglione mitraglieri; artiglieria di C. A.: un reggimento da campagna e uno di artiglieria di medio calibro.

Due squadroni del reggimento di cavalleria australiana divisi<r nai e erano stati dirottati per sorvegliare Giarabub.

Compito della 73 divisione corazzata - scrive sempre il Gen. Wavell - era quello d'impedire che rinforzi giungessero dal nord a Bardia o che truppe della ripiegassero verso nord. Per conseguenza le truppe di attacco co n sistevano in circa 20.000 uomini, 9 122 cannoni e 26 carri armati.

-La battaglia di Bardia (3 -5 gennaio 1941): la giornata del 3

La notte sul 2 gennaio, gli aerei nemici intensificarono il bombardamento della « piazza di Bardia e nelle prime ore del mattino unità navali parteciparono all'azione; durante :tutta la giornata del 2 e nella notte del 3 i bombardamenti terrestri ed aerei continuarono pressochè ininterrot!ti.

L'attacco ebbe inizio alle 7,30 del giorno 3, dopo una poderosa preparazione di fuoco terrestre, navale ed aereo, durata due ore. Si sferrò, con l'ausilio di n ebbiogeni, nella zona di saldatura tra il settore « Gerfan presidiato dalla Divisione « 23 ed il settore « Ponticelli », presidiato dalla Divisione « Marmarica ».

I mezzi corazzati n emici percorsero veloce mente la breve distanza che separava il rilievo di Got Garza el Far (base di partenza dell'attacco) dalla filiforme linea delle mine B 2; superarono agevolm ente il fosso e il reticolato, forzarono la difesa tra i capisaldi Bu Rim e Garridia e giunsero sulla seconda posizione, ove si divisero in due masse: l' una, si diresse nel settore « Gerfan », l'altra, più forte, riusciva - eliminando successivamente, con at:tacchi da nord e da est, il caposaldo di saldatura della Divisione « Marmarica » e quello immediatamente a sud - a sfondare nel tratto nord del settore « Pon<ticelli » e a puntare sul Comando di Corpo d'Armata minacciando, sul rovescio, tutto lo schieramento divisionale . Dall'interno dei carri si lanciava, ad alta voce, in italiano, l'invito ad arrendersi.

Il Gen. Bergonzoli, non appena ebbe notizia dello sfondamento (circa le ore 9) e saputo che erano stati travolti i due capisaldi di des:tra della seconda posizione del settore « Ponticelli » (difesi dalla compagnia mitraglieri e dal I battaglione del 11 6° r eggimento fanteria), ordinava:

- al Comandartte del 116° reggimento fanteria di preparare un contrattacco. A tal fine gli inviava tutti i mezzi corazzati e con•trocarro di cui disponeva il XXIII C.A. (u na cp. carri M 13, alcuni pezzi da 47/32 e da 20 mm. montati su autocarro ed un nucleo mitraglieri, al comando del Capo Ufficio Operazioni del Comando di C.A.);

- al Comandante la Divisione « 28 Ottobre» di inviare:

. due batterie cannoni da 75/27 nella zona dell'Dadi el Bardi;

. il CXXXV btg. cc.nn., la cp. ca nnoni controcarro da 47/32 e il LX battaglione carri L (12 carri efficienti) nel settore «Ponticelli :., a disposizione del Comando di C.A.

Informava quindi il Comando Superiore della gravità della situazione chiedendo l'urgente intervento dell'aviazione e possibilmente una sortita da Tobruch (1).

Ma i carri britannici investivano, nel frattempo , più a sud, a],tri due capisaldi della seconda posizione della Divisione « Marmarica :. e, co n essi, ii Comando del 116° reggimento fanteria che, circondato, poteva soltanto segnalare che la direzione Uadi el Garridia - Bir el Garridia, era la più redditizia per contrattaccare, con i nostri m ezzi corazzati, sul fianco sinistro delle formazioni nemiche.

L'azione dei nostri carri armati però, veniva stroncata da un violento fuoco di artiglieria; i carri britannici, seguiti da truppe a piedi (XVI brigata), riprendevano l'avanzata ver so gli uidian el Bardi ed el Garridia.

In questa situazione il Gen. Bergonzoli - che, preve nendo di pochi minuti l'azione nemica era riuscito, con gran parte degli ufficiali del Comando, a ripiegare sulla sede del Comando « piazza :. sistemato nello stesso Dadi el Garridia, 500 metri più a nord ·adotJtava i seguenti provvedimenti:

- dislocava il CXXXV btg. cc.nn. e le du e batteri e della Divisione « 28 Ottobre » a sbarramento della rotabile e del vallone dell'Dadi el Garridia;

( l ) Pochi apparecchi poterono partire, verso le 11 , a causa della sabbia sol· levata da vento impetuoso c l' incessante azione del nemico che tenne per molte ore i nostri campi sotto intenso bombardamemo. Nessun aiuto fu possibile por· rare da Tobruch.

- affidava a uno degli squadroni del gruppo « Vittorio Emanuele » il compito di arrestare le infiltrazioni già verificatesi nell'Dadi el Bardi e, all'altro, quello di rinforzare la difesa costiera allo sbocco dell'Dadi el Garridia;

- informava il Comandante la Divisione << Marmarica >> (Gen. Tracchia) che il nemico era riusci.to a separare le forze dei settori « Ponticelli » e « Mrega » dal resto delle forze della «piazza», che anche il settore << Mrega » passava, ai suoi ordini, e che non doveva fare più assegnamento sul concorso della Divisione « 28 Ottobre» per il contrattacco.

Nel frattempo gruppi di carri, proseguendo la loro azione da nord, sgretolavano i fragili centri di resistenza della prima posizione: dopo Bu Rim e Garridia era la volta di Scemmas e Bir Regima.

Mentre nel settore della Divisione « Marmarica » il nemico eserci:tava il massimo sforzo, penetrando in profondità, negli altri settori, il mattino del giorno 3, si svolgevano le seguenti azioni:

- sul fronte della Divisione « Cirene » truppe australiane della XVII brigata appoggiata da ar:tiglieria mobile, attaccavano le opere dei capisaldi della g.a.f. Souta e Sidi Hasan, riuscendo ad occuparne quattro; due di esse venivano, però, riconquistare, dopo aspra lotta, da un battaglione lancia:tosi al contrattacco;

- sul fronte della Divisione << 23 Marzo», perduti il caposaldo e le artiglierie di Bu Rim, si combatteva a 3 - 400 metri dal Comando di Divisione che si spostava all'opera 72 del caposaldo Atiga.

Inoltre repar•ti della Divisione « 28 Ottobre », che costituiva << riserva generale», venivano impiegati contro forze nemiche che, dal settore « Pon:ticelli », tendevano al mare puntando sui magazzini e sui depositi della «piazza».

Alle ore 12 del giorno 3 l'intero 116° reggimento fanteria era completamente travolto dalle unità nemiche e lo schieramento della Divisione « Marmarica » si riduceva alle forze del 115° reggimento fanteria il cui I battaglione, con altri reparti, presidiava l'impor.tante sbarramento « Ponticelli >> situato sulla strada asfaltata che da Bir et Tafua conduce a Bardia. Il Comandante della Divisione rinforzava lo sbarramento con ll supersti:ti carri L del LXII battaglione e dislocava il proprio posto comando presso il 115° reggimento fanteria.

Le forze nemiche dilagavano nelle nostre posizioni: mezzi corazzati bri·tannici, appoggiati dall'artiglieria, operando su ampia fron- te, si infil.travano dappertutto investendo comandi ed osservatori, interrompendo collegamenti. Troppi obietJtivi e tutti da battere immediatamente si presentavano alle nostre bam:erie che, così erano costrette a disperdere il fuoco limi.tandone l'efficacia. L'aviazione britannica, padrona del cielo, bombardava e mitragliava a bassa quota e le forze navali cannoneggiavano dal mare senza tregua.

Nelle prime ore del pomeriggio, le azioni si intensificavano. 11 nemico attaccava il caposaldo del I/115° che sbarrava la grande strada Lrtoranea. I carri, franltUmati i muretti a secco, penetravano nel caposaldo, schiacciavano le due mi:tragliere da 20 mm. e si avventavano sul II gruppo del44• reggimento artiglieria schierato immediatamente a sud e contro i pochi centri di fuoco çiella: g.a.f. e del LXII battaglione miltraglieri che ancora resistevano. Alle ore 15, anche l'attiguo caposaldo del 115° reggimento fanteria, rinforzat o dal III gruppo del 44• reggiment o artiglieria, veniva travolto. Erano ancora in piedi, con il Comando del115• reggimento fanteria, gli ultimi due capisaldi della D ivisione « Marmarica » (II e III del 115•), tra l'Dadi Scemmas e l'Uadi Halgh el Ahmar; il Comando della Divisione « Marmarica » si trasferiva presso quello della Divisione « Cirene ».

L'azione proseguiva violenta verso sud, nel settore « Mrega », contro la Divisione « Cirene ». L'artiglieria nemica concentrava tiri sul caposaldo tenuto dai battaglioni I e II del 157• reggimento fanteria e dal II gruppo del 45° reggimento arti glieria, mentre numerosi aerei bombardavano le difese circostanti per impedire eventuali spostamentti di forze. Le nostre batterie facevano fuoco contro i carri armati senza riuscire ad arrestarli; solo qualcuno di essi, colpito ai cingoli, era fermato; gli al,tri sgretolavano la difesa e penetravano nel caposaldo.

La Divisione era così privata del pilastro fondamentale che dava sicurezza al fianco destro del suo schieramento e sbarrava la via dell'Dadi ove si •trovavano il Comando di Divisione e quello di settore.

La sirtuazione, la sera del giorno 3, poteva così riassumersi:

- settore « Mrega » (Divisione « Cirene ») :

. persi il caposaldo di destra (I e II battaglione del 157° reggimento fanteria) ed un gruppo artiglieria da 120, schierato a tergo dello stesso caposaldo;

. decimato il III gruppo da 100/17 del 45° rgt. ar.t., schiera:to, con funzioni di collegamento di fuoco, 1tra i capisaldi a nord del « raddoppio»;

. perse le opere 7 e 13; circondati i capisaldi Souta e Sidi H asan presidiati da reparti della g.a.f.;

- settore « Ponticelli » (Divisione « Marmarica »):

. in possesso del nemico quasi tutto il settore; resistevano ancora soltanto due capisaldi, tra l'Uadi Scemmas e l'Uadi el Ahmar;

- settore « Gerfan » (Divisione cc.nn. « 23 Marzo »):

. persi il caposaldo avanzato e le artiglierie di Bu Rim; sconvolto da violento fuoco di artiglieria il caposaldo di Scegheila.

La Divisione cc.nn. « 28 Ottobre» era schierata sulle posJzloni dell'Uadi el Hareiga; suoi elementi erano schierati allo sbarramento della casa cantoniera di q. 135, sulla grande strada asfaltata per Tobruch; il CXXXV battaglione cc.nn. combatteva nella zona Uadi el Garridia - cimitero di Bardia - Bardia bassa.

La giornata del 4 I violenti combautimenti del giorno 3 avevano ridotto la disponibilità di munizioni d'artiglieria; inoltre veniva a mancare l'acqua per i reparti ed i viveri scarseggiavano: il Generale Bergonzoli cercava di prendere provvedimenti al riguardo e, a tal fine, nella notte sul 4, faceva partire alcune colonne per rifornire le unità; colonne che, purtroppo, non giungevano a destinazione.

Il mattino del 4, nel settore « Ponticelli », i due capisaldi, presidiati dai battaglioni II e III del 115o reggimento fanteria, venivano investiti da rep;u;ti australiani, appoggiati da carri (risultarono poi appartenere alle Brigate australiane XVI e XIX); dopo accaniti combattimenti i capisaldi erano costretti a cedere, sopraffatti dalla potenza dei carri armati nemici.

SucceSSivamente, nel settore « Mrega » (Divisione « Cirene »), venivano attaccati i due capisaldi presidiati dai battaglioni I e III, rispettivamente del 158 ° e del 157 ° reggimento fanteria: anche qui, la fanteria australiana, sostenuta dai carri armati ed appoggiata da un viole nto fuoco di artiglieria, pur incontrando seria difficoltà nella strenua resistenza dei nostri, perveniva alla conquista dei capisaldi. I superstiti ricevevano l'ordine di sistemarsi a difesa dell'uadi di q. 145.

Contemporaneamente l 'artiglieria investiva le posizioni della Divisione « 28 Ottobre » ; mezzi meccanizzati apparsi a nord dell'Dadi el Gerfan si dirigevano verso la cantoniera di q. 135, ma, battuti dall'artiglieria, deviavano nel settore « Ponticelli » c procedevano, quindi, verso Bardia, ove era già stato sopraffatto il CXXXV battaglione cc.nn.

Sempre nel settore « Gcrfan », alle ore 14 lo sbarramento della cantoniera di q. 135 era, nuovamente, attaccato in forze dal nemico che riusciva a superarlo, nonostante il violento fuoco di armi automatiche e controcarro opposto dalla difesa; i nostri, soltanto in parte, potevano ripiegare sulle posizioni dell'Dadi el Hareiga. Ciò consentiva all'avversario di agire a ,tergo dei capisaldi, situati ad ovest della rotabil e di q. 135 - q. 147, i quali, appoggiati dalle artiglierie da 75/27 e da 100/17 potevano protrarre la lotta sino alle ore 16,15; con la caduta di essi veniva a cessare la resistenza degli ul,timi combatenti della Divisione « 28 Ottobre».

Quasi contemporaneamente (circa le ore 16) nella zona della « 23 Marzo » veniva fiaccata la resistenza dei battaglioni cc.nn. arretrati CXXIX c CXXX:lll; il caposaldo avanzato di Sccgheila, martellato fin dal mattino dall'artiglieria in posizione a Bu Rim, era stato, poco prima, costretto a cedere.

In questa situazione, il Gen. Bergonzoli raggiungeva il caposaldo

Atiga (l) ove, chieste cd avute- via radio - notizie sulla situazione nel settore « Mrega », ordinava di resistere con le forze e i mezzi ancora disponibili. Poi, i collegamenti cessavano definitivamente: le radio erano quasi tutte distrutte, le poche rimaste avevano esaurite le pile, i fili telefonici erano spezzati. I bombardamenti avevano sconvolto ogni cosa e, perciò, non rimanevano che i porta ordini, i quali, peraltro, par,tivano e non tornavano pcrchè uccisi, feri'ti o catturati.

Frat'tanto il cerchio si stringeva sempre più attorno alla « Cirene » : quest'isola di resistenza non poteva durare a lungo. Il n emico intuendolo, a sera mandava un parlamentare a consigliare la resa per evitare, il giorno successivo, un inutile spargimento di sangue. Dopo rapida consuhazione 'tra i generali Tracchia e De Guidi, il parlamentare veniva rimandato con un rifiuto: la resistenza sarebbe stata continuata a oltranza.

(l) Afflui,•ano al caposaldo Atiga anche il Gen. Amico, il Luog. Gcn. Argentino e il Cons. Gen. Grillo (comandante e vice-comandante della za divisione cc.nn. « 28 Ottobre ))).

Erano circa le ore 21 del giorno 4 e le nostre urutà ancora valide erano rappresentate:

- dal caposaldo del II btg. del 158° reggimento fanteria;

- da una parte del III gr. da 100/17 del 45 ° reggimento artiglieria;

- dal LXIII btg. mitraglieri che, peraltro era molto provato;

- da un gruppo di artiglieria da 149/35;

- dalle opere dei superstiti capisaldi della g.a.f., contro i quali l'avversario aveva già sferrato attacchi, penetrando in qualche opera e venendo respinto da altre.

La giornata del 5 Nella notte sul 5, l'aviazione nemica continuava il martellamento sulle difese che ancora resistevano; il mattino, dalle 8 alle 10, il fuoco di numerose batterie di medio calibro e pesanti si abbatteva sugli ul,timi difensori all'estremo nord e all'estremo sud della «piazza».

A nord, nella zona della « 23 Marzo», dopo aver subilto una violenta azione di fuoco sull'opera 72, il caposaldo Atiga, che ancora resisteva, era attaccato da numerosi carri armati britannici: circonda1:o da ogni parte ed investito dal fuoco violento e dalla massa d'ur·to dei mezzi corazza•ti, era sopraffatto dopo strenua ed impari lotta.

A sud, il caposaldo del II btg. del 158° reggimento fanteria, e il Comando Divisione << Cirene » venivano investiti da un violento fuoco di artiglieria nemica; reagivano il III gr. da 100/17 del 4So rgt. art., con le poche bocche da fuoco che aveva ancora efficienti, e le altte residue avtiglierie del se13tore « Mrega » che disponevano degli uJ,timi colpi. Quindi il nemico dilagava con i suoi carri armati, schiacciando i mitraglieri nelle opere del << raddoppio ».

La battaglia era finita.

T re ore più tardi, alcuni centri delle opere avanzate Souta e Sidi Hasan sparavano le ultime cartucce sul nemico che li circondava da due giorni.

U Gen. Bergonzoli, deciso a sottrarsi alla prigionia, percorreva a piedi, da Bardia a Tobruch, circa 120 chilometri e riusciva a sfuggire alla cattura attraverso gravi peripezie, trafilando, di notte, negli schieramenti nemici ed occul•tandosi durante il giorno; lo seguiva un nucleo di ufficiali e truppa che si assotltigliava durante il cammino, a causa dello sforzo, lungo e gravoso.

Il concorso aereo alla difesa di Bardia, sia per la numerica e qualitativa della caccia avversaria, sia per il logorio e la stanchezza dei nostri equipaggi in volo sin dal 9 dicembre, non potè essere adeguato alle necessità del momento.

Nelle condizioni di schieramento in cui era staJta posta l'aviazione della V Squadra, non riuscì materialmente possibile continuare a fornire ai difensori di Bardia quell'appoggio che non era cer-to mancato alle truppe dal 9 al 20 dicembre; e ciò specialmente per la caccia che, date le distanze dei campi di schieramento, riusciva solo a giungere a Bardia con rapide puntate offensive, senza possibilità di proteggere, con crociere di una certa durata, le truppe accerchiate e sottoposte a reiterati bombardamenti aerei.

Il Comandante della piazzaforte invocò spesso l'aiuto aereo e ancor più spesso lamentò: <<nostri aerei assenti». Anche i bollettini inglesi rilevarono l'insufficiente concorso aereo nella difesa di Bardia. Ma è pur vero che in condizioni assai difficili l'aviazione disponibile si prodigò molto generosamente.

Il concorso aereo, in obbedienza agli ordini del Comando Superiore A.S., si sviluppava con bombardamenti sulla base di Sollum; con bombardamento e siluramento di navi in azione contro Bardia o in movimento al largo della baia di Sollum; con il wtragliamento, spezzonamento e bombardamento dei mezzi meccanizzati ad ovest di Bardia; con puntate offensive dei reparti caccia ed assalto (spinte fino a Bardia) contro i mezzi meccanizzati e le batterie degli attaccanti (I).

La mancanza di mezzi corazzati e la presenza di uno sbarramento nemico sulla linea Marsa Luch - Gam but sconsigliavano di por.tare aiuti da Tobruch a Bardia.

A tale riguardo Graziani nel suo Memoriale scrive: «Fin dal primo inizio dell'attacco, pur sapendo benissimo quale fosse la situazione dei nostri mezzi, esaminai ancora una volta con i miei diretti collaboratori - Gen. Miele e Col. Sorrentino (2) - e col Coma11dante la 103 armata (Gen. Tellera) la possibilità di compiere un tentativo

(l) Complessivamente, daJ lo al 5 gennaio, furono compiute 38 azioni per concorso alla difesa di Bardia nelle quali furono impiegati complessivamente 242 velivoli disperato per accorrere in aiuto di Bardia. L'unanime conclusione fu che tale tentativo non avrebbe avt4to alcuna possibilità di successo e si sarebbe risolto, in ultima analisi, in un'inutile perdita di mezzi prez iosissimi. E cosl dovemmo tutti assistere, con animo straziato, all'agonia della resistenza di Bardia, protrattasi sino al 5 gennaio in condizioni che lo stesso nemico definì atroci».

(2) Il Col. Rosario Sorrentino era Capo Ufficio Operazioni del Comando Superiore FF.AA. Africa Settentrionale.

Intendimenti operativi del nemico p er l'attacco a Bardia

Anche per le operazioni contro Bardia del gennaio 1941 , documenti storici o rapporti ufficiali di Comandanti britannici hanno consentito di venire a conoscenza, oggi, del concetto operativo applicato dalle forze inglesi per l'investimento della «piazza», il mattino del 3 ge nnaio 1941.

I l Comando briltannico considerava la « piazza » di Bardia come il pilastro della difesa italiana in Cirenaica; riteneva che la difesa sarebbe stata imperniata, sul fuoco di aptiglicria in quanto la fanteria, disponendo di un armame nto non adeguato, non avrebbe potuto opporre una seria resistenza: « molto si era potuto sapere con fotografie dall'aereo e da documenti catturati , sulla difesa di Bardia » (1).

Il compito di effettuare l'attacco alla piazzaforte fu affidato al Gen. Mackay, comandan.te d ella 6a divisione australiana, che poteva disporre di un battaglione di carri Mark II d'accompagnamento (carri da 26 tonn.).

La massa dell'artiglieria britannica sarebbe stata costituita da 2 reggimenti di artiglieria australiani, 2 reggimenti artiglieria di corpo d'armata e da 16 bocche da fuoco di vario calibro della 7a divisione corazzata.

In merito agli intendimenti britannici per la prima giornata di attacco (3 gennaio 194 1), nella relazione del Gen. Wavcll è scritto:

« Utl battaglione di fanteria della Brigata australiana, seguito a breve distanza da elementi del genio, doveva attaccare, all'alba, in un tratto ad occidente di Bardia dove gli ostacoli anticarro era1zo addossati ai reticolati. Appoggiato da un violento concentrametlto di fuoco d'artiglieria, il battaglio1le doveva conquistare e mantwere una testa di ponte, mentre il g enio atJrebbe eliminato gli ostacoli anticarro in cinque punti diversi.

« Carri armati e fanteria dovevano quindi penetrare nella cinta e procedere verso sud-est su largo fronte fino a raggiungere la strada Bardia - Capuzzo e l'orlo della scarpata che sovrasta Bardia . Dopo di àò, reparti della XVII brigata australiana dovevano irrompere nel perimetro a sud del punto di entrata iniziale e spingersi ancor più verso sud-est, per cotltenere le forze avversarie presùliantì le più forti posizioni all'estremità meridionale della <piazza ». L'attacco sarebbe poi stato sfruttato, operativamente, in dire z ione est e nord-est verso Bardia.

<Durante lo svolgimento di queste operazioni dovevano essere effettuate azioni dimostrative in punti distanti da di attacco: dalla r divisione corazzata a nord della breccia d'irruzione; da reparti della XVII brigata australiana, non impegnati direttamente nell'attacco, a sud dell'apertura stessa.

«La zona sette12trionale della strada Bardia - T obruch doveva essere sottoposta a violento bombardamento navale ed aereo>>.

Situazione generale in A. S. e particolare n ello scacchiere cirenaico dopo la caduta di

Caduta Bardia, rimane vano in Libia sei Divisioni di fanteria, una Brigata corazzata, e truppe varie non indivisionate. Dette forze erano così dislocate: Bardia

- nella «piazza» di Tobruch: una Divisione (« Sirte ») ed elementi vari : complessivamente, 22.000 uomini e circa 400 bocche da fuoco;

- nella zona Derna - Berta - Mechili: una Divisione in afflusso (« Sabratha »), rinforzata da alcuni gruppi di artiglieria e la Brigata corazzata: complessivamente, 20.000 uomini, 250 bocche da fuoco, 60 carri medi;

- nella zona Barce - Bengasi - Agedabia: poche forze e scarse antiglierie;

- nel campo trincerato di Tripoli: oltre agli elementi della g.a .f., le Divisioni « Pavia», «Brescia» e «Bologna», ognuna delle quali rinforzata con elementi della «Savona », ma priva dei battaglioni mitraglieri e delle artiglierie, cedute al settore di Derna;

- nel Sud cirenaico: i presidi delle oasi di Giarabub, Cufra e Gialo;

- nei territori del Sud tripolino: presidi di sicurezza;

- alla frontiera occidentale: la copertura.

La situazione particolareggiata delle unità e dei reparti nello scacchiere cirenaico, alla caduta di Bardia, e le direttrici di penetrazione ritenute più probabili alla stessa data dallo schizzo 17.

In considerazione dell'impor•ta nza decisiva che ebbero nella battaglia, è opportuno un particolare cenno ai reparti carri armati, dall'inizio dell'offensiva britannica alla situazione esistente dopo la caduta di Bardia.

All'inizio dell'offensiva britannica, il Comando Superiore A.S. disponeva di:

- sette battaglioni carri L (IX - XX - XXI - LX - LXI - LXII

- LXIII);

- due battaglioni carri M 11 (I e II del 4o rgt. carrista);

- un battaglione carri M 13 (III dd 32o rgt. carrista).

Il 13 dicembre era sbarcato a Tripoli il V battaglione carri M 13.

Dal 9 dicembre 1940 al 5 ge nnaio 1941 , andarono perduti 1 seguenti battaglioni:·

IX carri L , in rinforzo alla 23 divisione libica;

XX carri L, in rinforzo alla divisione «Catanzaro •;

LXI carri L, in rinforzo aJia «piazza 1} di Bardia ;

LXII carri L, in rinforzo alla Divisione « Marmarica »;

LXIII carri L, di prortezione ai magazzini avanzati di Bug-Bug;

II carri M. 11, in rinforzo al Raggruppamento « Maleoti ».

Nello stesso periodo venne pure perduta una compagnia del III battaglione carri M. 13, a disposizione del Comando XXIII corpo d'armata.

Nella prima decade di gennaio 1941, dopo la caduta di Bardia, la situazione era la seguente:

Brigata corazzata così costituita:

- raggruppamento carri (col. Antonio Triviali):

III battaglione carri M. 13: carri 24,

V battaglione carri M. 13: carri 37,

LX battaglione carri L.: carri 28;

- reggimento artiglieria « Savona » su: l gruppo da 100/ 17 (2 batterie) : pezzi 8, l gruppo da 75/27 (2 batterie): pezzi 8, l gruppo contraereo da 75 CK.: pezzi 8, mitragliere da 20 mm.: pezzi 6;

- battaglione bersaglieri: ridotto, per le perdite subite, ad una compagnia motociclisti, 5 autoblindo, 3 camionette con fuciloni Solothourn;

- l compagnia cannoni c.c. da 47/32;

- l sezione di 4 {uciloni Solothourn su motocarrelli;

- l nucleo genio trasmettitori; l battaglione carri M. 11 , ridotto a soli 5 carri, ad Ain el Gazala, per proteggere il campo d 'aviazione; 35 carri del bantaglione, immobilizzati per avaria e mancanza di par.ti di ricambio, erano a Tobruch per revisione.

- stazione zaptiè di el Mechili con 2 mitragliatrici.

XXI battaglione carri L, in rinforzo alla c: piazza di Tobruch.

La situazione delle forze aeree non si presentava più rosea di quella delle forze corazzate.

Il 5 gennaio, il comandante della V squadra aerea aveva inforformato il Comando Superiore di non essere più in grado di svolgere operazioni offensive.

Il numero dei velivoli dispo nibili era di 60 apparecchi da caccia, compresi 13 G. 50 ancora a T ripoli ; 40 da bombardam ento; 4 siluranti; 2 d a ricognizione strategica; 74 da osservazione e 6 di assalto; totale 18 6 ( l ).

In data 10 ge nnaio, il Capo di S. M. dell 'Aeronautica impar,tiva al Comandante della V squadra aerea direttive ge nerali per l'impiego dei reparti della Squadra.

In esse era d etto che, in dipendenza dei recenti eventi ed in conseguenza della vera ecatombe di apparecchi verificatasi, non era assolutamente possibile ripristinare, non già la superiorità aerea, ma neppure una « inferiorità sopportabile »; pertanto, era indispensabile che i reparti aerei della V squadra fossero impiegati essenzialmente nella lonta contro l'aviazione avversaria; lotta che doveva essere condotta in base a criteri ben precisi:

(l) Dall'inizio dell'offensiva britannica al 10 gennaio erano stati i m-iati in Libia 125 apparecchi tra caccia e bombardamento.

- per il bombardamento: le azioni dovevano essere effettuate solo di notte contro bersagli importanti (flotta, basi rifornimenti, camp i d'aviazione, ecc.);

- per la caccia: l'attività doveva essere spiegata essenzialmente in voli di crociera sul territorio bengasino; doveva essere dato il massimo impulso alla caccia notturna;

- per i sìluratzti: l'impiego, data la scarsa disponibilità di si luri, doveva essere improntato alla più rigida economia.

Il Capo di S.M. dell 'Aeronautica invitava, pertanto, il Comandante della V squadra a svolgere opportuno interessamento presso il Comando Superiore Forze Armate A.S. per ottenere che i reparti aerei fossero impiegati secondo i predetti criteri tenendo presente che non sarebbe stato possibile, in avvenire, provvedere ad una eventuale nuova ricostituzione delle dislocate in A.S.; concludeva comunicando che poteva prevedersi prossimo l'afflusso di « una sessantina di apparecchi da caccia, dieci "picchiatelli " e quat<tro Cant 2 1007 bis».

Provvedimenti del Co- Tn merito alle difficoltà che i ncontravano le mando Supremo nostre maggiori autorità militari per far fronte, nell'autunno 1940, alle più urgenti richieste di materiale da parte del Maresciallo Graziani, è stato fatto qualche cenno in precedenza, •trattando delle direttive del Capo del Gove rno dopo la dichiarazione di guerra alla Grecia e della consistenza ed efficienza degli automezzi in Africa Settentrionale.

Tuttavia, dopo l'occupazione di Sidi el Barrani , i rifornimenti alle forze in A.S. non erano mancati, anche se insufficienti ed inadeguati.

Nell'allegato 5 sono elencati i principali m ateriali inviati in Libia dal 16 settembre (occupazione di Sidi el Barrani) al 10 dicembre 1940 (inizio della offensiva britannica); fra essi sono compresi: 1589 autocarri, 73 trattori caterpillars o simili, un battaglione carri M 13 (37 carri), 215 pezzi di artiglieria.

Il 4 gennaio 1941 , quando Bardia era virtualmente caduta, il Gen. Guzzoni presentava un « Appunto per il Du ce» (allegato 6) nel quale, presa in esame la situazione in A.S. e quella dell'Esercito in gene rale, proponeva di effettu are il trasporto in Libia della Divi- sione corazzata « Ariete • e della motorizzata indipendentemente dall'invio di Divisioni corazzate tedesch e Ciò per dare al Maresciallo Graziani i mezzi per agire offensivamente o, quanto m eno, per difendere la Cirenaica.

Il Capo del Governo, mentre accoglieva la proposta, disponeva l'invio dei seguenti comandi, rep arti, mate r iali e personale:

- per la costituzione in posto (coi battaglioni carri esistenti n ello scacchiere e col 10• reggimento bersaglieri) di una Divisione corazzata:

. un comando di reggimento carrista;

. battaglione M 13 (VI) (l);

. 36 carri dello stesso tipo, senza equjpaggi ( l );

. un reggimento di artiglieria a trai no m eccaruco su 3 grupp1 (l);

- per la ricostituzione della sa Armata:

. un r eggim ento artiglieria di C. A. su 3 gruppi da 105/28;

. 4 gruppi da 75/13 a traino meccanico; person ale, tratJtori ed automezzi per un reggimento artiglieria di C. A. e per un reggimento artiglieria divisionale da armare coi pezzi disponibili in Tripolitania.

Nel 'tempo stesso, avvc1:1tiva il Maresciallo Grazia ni che il trasporto di questi m ezzi e delle D ivisioni « Trento» e sarebbe stato reso len:to anche dalla scarsa potenzialità di sca rico del porto ed esprimeva l' avviso che un ulteriore indebolimento delle G randi Unità della 53 armata avrebbe potuto compromettere fortem ente la difesa della Tripolitania. ·

Orientamenti operativi del Maresciallo Graziani e del Comando

Supremo dopo la cadu ta di Bardia

Il 6 gennaio, il Maresciallo Graziani inviava un particolareggiato rapporto al Duce (a?legato 7) nel quale - in sintesi - affermava c he T obruch non avrebbe resistito meglio e più a lungo di Bardia; che l' u ltima partita si sarebbe giuocata, probabilmente a scadenza molto prossima, nella zona fra Derna, Be11ta e Mechili; che solo un m iracolo o un potente diversivo su altre fron ti avrebbe potuto evitarci questa eventualità; che ad occiden te della postztOne

(l) Invio già annunciato, il 18 dicembre, dal Gen. Cavallero.

Derna-Berta-Mechili nessun' altra resistenza poteva essere opposta al nemico sino a Tripoli; che il destino della Libia dipendeva ormai dalla « volontà» dell'avversario, ma che l'arrivo tempestivo dall'Italia di mezzi adeguati avrebbe potuto ancora capovolgere la situazione.

La situazione creatasi in A.S. con la caduta di Bardia era diversamente valutata dallo Stato Maggiore e da Mussolini. Lo Stato Maggiore riteneva di dover far fronte alla pressione britannica costituendo, con m ezzi adeguati, una massa di manovra da impiegare a seconda delle circostanze. Mussolini basò, invece, il proprio orientamento sul diversivo auspicato da Graziani.

Il 7 gennaio, in un « Appunto per il Duce» il Gen. Guzzonico nsiderata la capacità difensiva delle predisposte successive difese, inevitabilmente deboli e basate sull'impiego a spizzico delle forze, te nuta presente la possibilità di manovra della con siderevole massa di forze meccanizzarte dell'avversario - ravvisava l'opportuniltà di fr enare l'avanzata inglese con le sole truppe già affluite sulle linee difensive predisposte e di provvedere alla costituzione di una massa di manovra « attorno alla 53 armata » con gli elementi che sarebbero stati avviati per la ricostruzione dell'Armata stessa e con le Grandi Unità nostre e tedesche di previsto invio. Circa le modalità d'impiego erano fatte varie ipotesi (allegato 8).

Tali orientamenti vennero sintetizzati in una bozza di telegramma (accl uso all' appun·to stesso) da ·trasmettere al Maresciallo Graziani; telegramma che però non ebbe seguito.

Il giorno 9, il Capo del Governo informava, invece, il Maresciallo Graziani (allegato 9) che era in corso il potente diversivo auspicato, come elemento di alleggerimento della pressione inglese i n Libia: la Germania stava, cioè, trasportando in Rom ania un numero di Divisioni imponente, rtale da immobilizzare la Turchia ed eliminare anche la Grecia se quest'ultima non fosse stata eliminata dalle unità italiane operanti in Albania.

Al lume di questi fallti, bisognava quindi imporre il massimo logoramento possibile alle forze corazzate inglesi attorno a Tobruch, per guadagnare il rtempo necessario perchè la minaccia tedesca alle basi britanniche d el Mediterraneo orientale apparisse agli Inglesi in tutta la sua imponenza ed immediatezza.

Disposizioni del Maresciallo Graziani per la battaglia di arresto sulla linea D erna - Ber- ta- Mechili

Il giorno 9 gennaio, il Maresciallo Graziani impartiva le disposizioni per la battaglia dì arresto sulla linea Derna - Berta - Mechili:

N. 3 di prot. R. P. Ciretze, Com. tattico , 9 gennaio 1941

Argomento: Direttive per la battaglia di arresto.

Ali' Eccellen za il Comatzdante la 101 armata

All'Eccellenza il Comandatzte la squadra aerea P

All'Eccellenza il Comandante il XX corpo d'armata Militare

Al Getzerale Comandante Superiore del Genio

Al Generale Intendente e, per conoscenza:

Al Comandante Superiore R. Marina in Libta l. - Situazione nemica alla data di oggi.

Gli elemetzti della 7a divisione corazzata hanno preso contatto con il margine orientale e meridionale della piazza di Tobruch, dove le artiglierie stamzo procedendo ai tiri di inquadramento, merztre due divisioni del corpo australiano stanno serrando a portata dt attacco.

Accenni di movimenti di elementi meccanizzati verso il margine md-occidentale della piazza. D al che si dedtlce che, fino a questo momento, nelle zone di Acroma, Bir Haclzeim ed adiacenze non si tratta che di pura e semplice esplorazione e ricognizione delle vie di accesso, con la sensaz ione netta che il nemico proceda con molta cautela, mancando, a quanto pare, di notizie precise sulla nostra organizzazione Dema-Berta-Mechi/i .

II. - Funzione del si9tema Derna-Berta-Mechili.

Deve essere considerato il Grappa della Libia e vi si deve rip etere il miracolo del Grappa, e cioè vi si deve arrestare il nemico, cou la decisione incrollabile nei comandanti e gregari di morire sul posto piutJto9to che di cedere.

Questa convinzione deve essere radicata in tutti, dal comatzdarzte all'ultimo gregario; tutti devono tener presente che la caduta del sistema Derna-Berta-Mechili significa l'invasione della Libia, ciò che non deve verificarsi, a quahmque costo. lll. Disposizioni. a) l capisaldi di Derna, Berta, Ghegab, Chaulan e Mechili devono essere organizzati in modo da poter sviluppare una duplice funzione: presidio fisso per la difesa in posto - specialmente contro mezzi meccanizzati - e perni di azione per la manovra delle colonne mobili. b) Attuale schierametlto delle artiglierie attorno a Berta dà la impressione di voler difendere quel centro come fine a se stesso. Ordino, pertanto, che sia modificato nel senso che le batterie schierate fronte ad ovest siano messe in condizioni di agire verso sud-est - sa/dandosi ai capisaldi degli Eluet, che vanno ampliatiper impedire gli accessi su Ghegab, il cui superamento ha valore altrettanto vitale di Berta agli effetti dello sbocco dei mezzi meccanizzati sulla Gebe/ica meridionale. Pertanto, in rapporto anche alla facilità del terretlo di accesso su Ghegab, è in quella direzione che il Comando XX corpo d'armata deve soprattutto orientare l'azione dei nttclei mobili. c) Per quanto si riferisce a T mimi, ordino altresì che la colonna M oricca sia smistata senz'altro come segue:

Bisogna, perciò, mettere in campo tutti i valori morali e scuotere i nervi di tutti quanti e le coscienze addormentate o depresse se ve ne fossero. Ogni atteggiamento, ogni orientamento contra ri o deve essere giudicato alla stregua del disfattismo.

Tener presente che Berta, Ghegab e M echi/i rappresentano sopratutto gli elementi fondamentali del sistema perchè i due primi lo sbocco sulle due straù gebeliche, nord e sud, l'altro Mechili, la via di afflusso stt Bengasi per le piste predesertiche.

- 10° reggimento bersaglieri motorizzato - con batteria da 20 e compagnia da 47 - sia raccolto fra Ghegab e Berta, potendo rappresentare una buona unità di manovra a dispo sizione del Comando dell'Armata;

- V battaglione carri M 13 sia assegnato alla Brigata Babitli che radunerà cosl tutti i mezzi corazzati, acquistando maggiore consistenza e possibilità di azione manovrata contro i mezzi similari nemzc1; d) Per mettere la V squadra aerea in condizione di concorrere alla battaglia con maggiore potenza possibile, ordino che il campo del Fteiah ftmzioni fino all'ultimo e, se necessario, si sacrifichi su l posto. Pertanto, le batterie a protezione di detto campo, schierate ad oriente dell'Dadi Derna, debbono restare in posto anche esse fino all'ultimo.

- il nucleo esplorante già ad Ain d Gaza/a - una batteria da 20, tm plotone motociclisti e 5 carri M l l - deve perlustrare la strada da Tmimì - Dema per controbattere eventuali infiltrazioni di mezzi meccanizzati nemici e ritardarne la avanzata. Non bisogna dare al !llemico la sensazione che si lasci aperta la strada TmimiDerna. Detto nucleo esplorante deve essere mobilitato ed affidato ad un comandante energico e deciso.

IV. - Affiussi di forze: a) Dalla Tripolitania:

- entro /'11 corrente: 5 batterie da 65/17, rimanente aliquota della Divisione « Sabratha », un battaglione libico, 2 compagnie lanciafiamme, una compagnia motomitraglieri libica; b) Dalla Madrepatria.

- fra il 19 ed il 22 corrente: 4 battaglioni mitraglieri, 10• reggimento artiglieria d f. (su 2 gruppi da 75/27) e l 5 autoblindo.

Sono in via di afflusso la Divisione corazzata «Ariete» e la motorizzata « Trento», oltre due carri M 13.

E' prossimo, inoltre, l'arrivo di notevoli contingenti aerei, da caccia e da bombardamento.

Se riusciremo a resistere sul sistema Derna-Berta-Mechili fino al momento in cui tutti i mezzi di cui sopra potranno essere a nostra disposizione, ci arriderà con certezza la vitrt:oria.

V. - l Comandi della zona di Barce e del settore di copertura di Bengasi hanno già avuto i mezzi per dar vita alle rispettive organizzazioni arretrate.

VI. - Il Comando Superiore Genio concmtri tutti gli sforzi ed i mezzi sul sistema Derna-Berta-Mechili, in modo da creare il maggior numero possibile di ostacoli al movimento dei mezzi meccanizzati nemici.

VII. - In conclusione

La resistenza che si prepara ad opporre la <<piazza» di T obruch con la serenità e la fermezza che il suo Comandante dimostra attraverso anche alle comunicazioni telefoniche, ci dà la garanzia che avremo a disposizione il tempo per migliora re la nostra situazione attuale Pertanto, la battaglia di arresto, senza contare quanti siamo o quanti non siamo, deve essere data sull'asse Berta-M echili con appoggio d'ala a sinistra, Derna, che ha buone possibilità di resistenza anche se isolata, una volta saltate le interruzioni.

Tutti debbono imprimersi profondamente nel cuore che

- sulla Derna-Mechili o si vince o si muore;

- su di essa si gioca il nostro onore e la salvezza della Libia.

VIJI. - Il presente ordine deve essere diffuso solo verbalmente, restandone comunque vietata la diramazione per iscritto, anche solo in stralcio. Pertanto, i comanclanti cui è diretto ne daranno visione ai sottordini e questi , a loro volta, lo diffonderanno a voce, per la parte di rispettiva competenza .

Prego ricevuta.

Il M aresciallo d'Italia Comandante Superiore FF.AA. A. S.

Graziani

Mussolini approvava le disposizioni daJte dal Maresciallo Graziani, auspicando: «alla vostra parola d'ordine devono segwre e seguiranno i fatti, conto come sempre su Voi» .

Il Gen . Tellera dalle ricognizioni che andava compiendo traeva sempre maggior convinzione che il nemico non avrebbe potuto procedere nella regione del Gebel con soli mezzi motorizzati e che la difesa dell'altipiano, organizzata e sviluppata sul tipo della guerriglia, si presentava moLto promettente e capace di tenere assai bene e lungamente, anche nella dannata ipotesi di un avvolgimento del fianco dalla parte desertica (1).

Attività dei nostri organi informativi

Le importanti previsioni co ntenute nel telegra mma di Mussolini (allegato 9), trasmesso da Roma il 9 gennaio, lo stesso giorno nel quale il Maresciallo Graziani emanava le predette disposizioni per la battaglia di arresto, avrebbero dovuto trovare immediaJta conferma attraverso lo spostamento di unità britanniche dall'Egitto verso la Grecia; spostamento che, determinato dal diversivo ipotizzato dal Maresciallo Graziani (allegato 7), avrebbe attenuato le capacità di offesa del nemico ed arrecato sollievo alla nostra precaria situazione.

Il nostro Servizio Informazioni, controllando, con azione capillare, le diverse correnti ed i diversi punti dei quali si serviva il nemico per far affluire nuove forze allo scacchiere libico-egiziano, forniva sempre, al Comando Superiore in A. S., valide notizie, attraverso le quali si poteva pervenire ad una valutazione attendibile della situazione avversaria.

Ed il S.l.M., non solo, purtroppo, non confermava le cirtate previsioni, ma forniva le seguenti notizie, circa l'arrivo di nuove forze destinate ad accrescere la potenzialità britannica nello scacchiere libico-egiziano: '

- 12 gennaio: « Risultano sbarcati Egitto, primi corrente mese, circa 4000 australiani oltre 200 carri armati et 200 aerei di produzione americana ... »;

14 gennaio: « Risulta che 8 corr. est transitata per Cairo una Divisione corazzata riserva di cui at nostro S. 1109 del 3 corrente »;

- 16 gennaio: « Altri 100 aerei da bombardamento produzione americana .tipo Glen Mat1tin dovrebbero affluire prossimamente in Egitto... Secondo notizie da accertare giorno 17 dovrebbe partire da Gibilterra convoglio con armi e munizioni diretto pfobabilrnente Egitto»;

- 16 gennaio: «Convoglio in partenza Gibilterra prob:tbilmente giorno 17... .trasporterebbe anche !truppe e secondo altra notizia sinora non controllata sareb be diretto Cirenaica per azioni sbarco»;

- 18 gennaio: « Rece ntemente sarebbero affluiti campi aviazione Suez et Marsa Matruh 120 aeroplani da bombardamento provenienti Irak »;

- 21 gennaio: « Si precisa che truppe inglesi trasportate convoglio 20 piroscafi giu nto Suez 2 corrente ammontavano 10.000 uomini circa. Oltre quanto segnalato, detto co n voglio avrebbe tra- sportato: 60 carri armati pesanti, 180 autoblindo, 200 carri leggeri Ironside, 200 cannoni piccolo calibro e m edio ca libro, 19.000 casse munizioni. Ritiensi piroscafi abbiano proseguito in parte per Grecia ».

S viluppo delle trattative per il concorso di forze corazzate germaniche in A. S.

Il Comando Supremo germanico, intanto, per poter decidere se l'invio di forze tedesche a Tripoli fosse ancora possibile, chiedeva un nuovo giudizio dello Stato Maggiore Generale italiano, sulla situazione terrestre, aerea e navale. L'8 gennaio il Comando Supremo italiano comunicava:

- la situazione se non era disperata era certo, grave, tanto da non potersi escludere la perdi!ta della Cirenaica e, in prosieguo di tempo, anche della Tripolitania;

- era difficile fare previsioni circa i tempi;

- si ravvisava l'opportunità di predisporre la preparazione del Corpo corazzato tedesco salvo a deciderne l'avviamento in base alla situazione che si sarebbe delineata ad approntamento effettuato (nel gi ro di un mese);

- migliorando la situazione e consentendolo il grado di appro ntamento del Corpo germanico, il traspo111:o di una Divisione tedesca poteva essere inserito tra quello della Divisione corazzata « Ariete» (p rovvista di soli carri armati leggeri), che avrebbe avuto inizio a giorni, e quello della Divisione motorizzata « Trento».

Il giorno 10, la Missione militare tedesca a Rom a comunicava al Comando Supremo che il Fiihrer aveva disposto l'approntamento di una unità germanica provvista di carri armati, adatta per il rinforzo della difesa della Tripolitania. Tale unità poteva essere trasferita in Tripolitania, ove il Comando italiano lo ritenesse ancora desiderabile, a seguito della Divisione corazzata e della Divisione motorizzata italiana.

Mentre di ciò veniva informato il Maresciallo Graziani, si interessava il Ge n. Marras (l) perchè rappresentasse al Comando germanico l'opportunità che l'unirtà corazzata comprendesse un gruppo esplorante forte di qualche centinaio di autoblindo e che fosse inviata in A. S. anche una unità di arresto per guarnire il lato est del campo trincerato1 di T ripoli.

( l) Addetto Militare presso l'Ambasciata d·ltalia a Berlino.

Il g1orno 19, Mussolini si incontrava a Berchtesgaden con il Fiihrer che lo intratteneva, particolarmente, sul prossimo intervento della Germania in Grecia.

Lo stesso giorno il Gen. Guzzoni, in un colloquio col Maresciallo Keitel e col Gen. Jodl, dopo aver esposta la situazione operativa della Libia (imminenza dell'atrt:acco su Tobruch e decisione del Maresciallo Graziani di attuare l'estrema difesa della Cirenaica sulla linea Derna-Berta-Mechili), comupicava che e rano già in atto i rtrasporti per rimettere in efficienza le 3 Divisioni della 53 armata e per l'invio delle Divisioni c Ariete:) e .c Trento • e confermava che il trasporto dell'unità tedesca poteva essere opportunamente inserito in quello delle due predette Divisioni italiane.

Il Gen. Jodl precisava che l'unità designata era la ssa leichte Division: divisione leggera che aveva la seguwte composizione:

- Comando divisione;

- gruppo esplorante su due compagnie autoblindo, una compagnia motociclisti, una compagnia armi pesanti;

- tre gruppi cacciatori di carri che disponevano, ciascuno di tre compagnie di 9-12 pezzi controcarro da SO e da 37 mm. e complessivamente di 30 carri armati mod. 3 con carrelli adatti per trasporto in terreni sabbiosi;

- due battaglioni mitraglieri motorizzati dotati di armi controcarro ed, ognuno, di una compagnia pionieri; tali unità disponevano di mezzi di traspo11to corazzati;

- un gruppo mi sto contraereo con pezzi da 88 e da 37 mm.;

- 15 colonne di rifornimento; complessivamente: 9300 uomini, 2000 autoveicoli, 111 pezzi controcarro.

Lo stesso Gen. Jodl soggiun geva che tale unità:

- poteva essere ulteriormente modificata e ampliata a sçconda delle eventuali proposte del suo Comandante, già in ricognizione in Libia;

- sarebbe stata pronta ad imbarcarsi dal 15 febbraio in poi e per il suo trasporto erano n ecessari, approssimativamente, 45 giorni, 240 rtreni ed erano disponibili, inoltre, 12 piroscafi tedeschi;

- secondo il desiderio del Fiihrer venisse subito portata al fuoco in Libia, là dove il Maresciallo Graziani avrebbe ritenuto più opportuno.

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