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LA BATTAGLIA NEL SUD BENGASINO
(5 • 7 fEBBRAIO 1941)
Gli ordini emanati per la giornata del 5 febbraio
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Il mattino del giorno 5 la situazione delle truppe del Gebel era quella segnalata dal Generale Cona al Comando di Armata, con il seguente messaggio:
5 febbraio 1941
Novità ore 8. 10° reggimento bersaglieri, gruppo « Co/pani », (t VII gruppo 75/46 già Ùl zona Ghemines. Segue gruppo «Allegri • il quale più mobile addestrato et armato ha ordine di proseguire su Soluch. Raggruppamento « Mo ech • alle ore 5 sfilava con la testa per Bengasi. Raggruppamento « Pasquali » già a Coefia. VI btg. carri M 13 che chiude la marcia, alle ore 6 passava per T ocra. Brigata corazzata in movimento verso Regima - Generale Cona.
Il Comandante del XX corpo d'armata, in relazione alla possibilità di un incontro co n le forze avversarie, segnalate (il giorno 4) in movimento da M sus verso ovest e sud-ovest e confermate in avanzata su An telat (il reparto del genio non a veva potuto effettuare lo sbarramento di mine avendo .trovato la già occupata dal nemico) modificava ancora le dipendenze delle forze del Gebel per la marcia da Ghe mines ad Agedabia asseg nando al Gen. Della Bona i l 10o reggimento bersaglieri ed il nucleo celere «Allegri » e al Gen. Bergonzoli il VI btg. carri M 13.
Tra le ore 9 e le 10, impar tiva i seguenti ordi ni verbali al Gen
Della Bona:
- assumere il comando dei reparti già in sosta a Ghemines : R aggruppame n to motorizzato « Moech »; Raggruppamento motori zzato « Colpani »; 10° reggimento bersaglieri autotrasportato; nucleo celere « Allegri » ;
- occupare con dette truppe Agedabia e organizzarla a difesa allo scopo di dar tempo alle re9tanti truppe della lOa armata di sfilare verso la Sirte, sotto la protezione di Agedabia;
- valersi, per tale difesa, anche delle truppe del presidio di Agedabia, alle dipendenze del Col. Aimone Cat, ma non interferire negli ordini che qu esti, quale comandante del settore territoriale di Agedabia, aveva ricevuto precedentemente dal Comando Superiore della Libia (1).
Al Gen. Bergonzoli, invece, comunicava per iscriHo:
CoMANDO XX CoRPo o'ARMATA
UFFICIO 0P.ERAZIONI
All'Ecc. Bergonzoli e, per conoscenza:
Al Comando lOa armata
Al Generale Della Bona
Al Generale Villanis
Bengasi, 5 febbraio 1941
Nella previsione che presto il Corpo d'armata prosegua movimento su Agedabia è opportuno che sia iniziato movimento ripiegamento delle vostre truppe prima ancora ddl'imbrunire in modo da dimintJire la distanza tra esse e le altre truppe del Corpo d'armata dirette verso sud. La Brigata corazzata sarà la retroguardia del Corpo d'armata. Il movimento a sud di Bengasi dovrà essere iniziato in ogni caso dopo l'avvenuto sfilamento del Raggruppamento che est a Coefia. Poco ad est di Bengasi troverete VI btg. carri M 13 il quale passa senz'altro alle vostre dipendenze. Preavviso che tappa notturna sarà regolata da Voi in base alla situazione e alle possibilità logistiche della Brigata corazzata. Rifornimento carburanti a Lete. L'ordine di brillamento delle interruziot1i di Regima è di vostra competenza.
Il Generale di Corpo d'Armata Coman da nte Ferdinando Cona
(l) Queste notizie sono tratte dalla relazione del Gen. Della Bona. Il Gen. Cona nella su3 relazione, dice: « Tra le 9 e le 10, furono dati i seguenti ordini ... al Gen. Della Bona per fonogramma e verbalmente percbè le unità 3Ì suoi ordini proseguissero da Ghernines su Agedabia >>.

In mattinata tul!ti gli uomini de11 '85o e 86o rgt. fanteria che erano stati autotrasportati a Ghemines, venivano avviati, su autocarri, ad Agedabia, che raggiun gevano senza opposizione da parte nemica (1). La precedente comunicazione trasmessa alle ore 9 al Gen. Bergonwli veniva integrata successivamente dai seguenti ordini:
CoMANDO XX CoRPo o'ARMATA
Fonogramma a mano
N. 801 di prot.
All'Ecc. Bergonzoli
5 febbraio 1941 - ore 14
Situazione che .sta .sviluppandosi impone il più .sollecito movimento per raggiungere Agedabia ove già aliquote questo Corpo armata .sono .state avviate. Truppe vostri ordini pertanto dovranno iniziare movimento al più presto possibile coprendo con un plotone, l'ultimo itz arrivo del VI btg. carri M 13, l'abitato di Bengasi .sino alle ore 19,30. Durante vostto .spostamento verso Agedabia Gen erale Bignami terrà occupaziotJe Scdeidima sino notte inoltrata. Corpo armata durante notte tutto in marcia su Agedabia.
5 febbraio 1941 -ore 15,20
All'Ecc. Generale Bergonzoli
N. 803 Op. - Seguito mio 802/0p. odierno. Chieste informazioni a Comando Armata comunica che ordine ripiegamento truppe a .sbarramento fisso Regima deve essere dato da V.E. Stesso Comando informa che per lo .sgombero ten. col. Crispini già dispone di 14 autocarri dei nuclei mobili. Il materiale che non potrà essere tra.sp01·- tato dovrà essere distrutto. Prego anche di facilitare tale sgombro fruendo, come già comunicato, anche di qualche posto disponibile presso unità dipendenti da V.E. - Generale Cona.
(l) Questi due reggimenti, già di presidio in località varie della zona Derna · Berta - ChauJan, in dipendenza dell'ordine generale di ripiegamemo emanato il 29 gennaio, avevano effettuato, parte su automezzi, parte con lunghe marce. il mo\·imenro sino a Barce, testa della linea ferroviaria per Bengasi e Soluch. Da Barcc avreb bero dovuto, secondo gl'intendimenti del Comando IO" armata, raggiun gere: Bengasi, per ferrovia e, Tripoli, via mare. Mancata tale possibilità, i vari battaglioni furono diretti, parte. in treno, su Soluch, parte, su automezzi o a piedi, su Ghemines. Tutti i reparti che poterono essere auto· carrati a Ghemincs, raggiunsero la Tripolitania senza opposizione nemica; quelli che si attardarono a Soluch in attesa degli automezzi occorrenti per il loro tr asporto, furono coinvolti nella sorte delle altre forze attaccate dal nemico, e, isolatamente, sopraffatti.

Lo sbarramento fisso di Re gima era costituito da una compagnia fucilieri, una compagnia libica, 3 plotoni mitraglieri, una lbatleria da 75, 4 sezioni da 20 e 3 nuclei mobili che disponevano di 14 autocarri.
L'azione nemica contro l'avanguardia e il grosso della colonna
Le unità che erano a rrivate il mattino del 5 a Ghemines non avevano potuto riprendere subito la marcia su Agedabia per scarsità di carburanti. Verso le ore 13, dopo che l'Inrtendenza d'Armata e!)be modo di far giungere l'occorrente, il nucleo motorizzato «Allegri» e il 10° reggimento bersaglieri pavtirono in avanguardia.
I Raggruppamenti « Moech » e« Colpani » invece ricevettero l'ordine di sostare a Ghemines; si sarebbero mossi in un secondo tempo, diotro disposizione diretta del Corpo d'Armata.
La situazione delle truppe alle 14,30 venne notificata dal Gen. Tellera al Comando Superiore A.S. con il seguente telegramma: c Gruppo "Allegri " e 10o rgt. bersaglieri nei pressi Agedabia. Gruppo "Moech" e gruppo "Colpani " zona Ghemines pronti a muovere. Gruppo "Pasquali " presso Bengasi. Truppe Bergonzoli con Brigata corazzata iniziato ripiegamento da Regima. Situazione ancora buona>> (schizzo 22).

Il Comando della Divisione « Sabratha » seguiva il movimento del 10° reggimento bersaglieri, risaliva la colonna e, prima d elle ore 15, ne raggiungeva la !testa, quasi all'altezza di Sidi Gibrin; precedendo le truppe si pontava, quindi, ad Agedabia per rendersi conto della difesa in atto e per le predisposizioni del caso in vista dell'arrivo dell'autocolonna.
Mentre impartiva gli ordini per lo schieramento al Comando del 10° reggimento bersaglieri il Gen. Della Bona appre ndeva da un bersaglie re motociclista che carri armati i nglesi, apparsi improvvisamente sulla rotabile a circa 30 chilometri da Agedabia, avevano attaccato la colonna in movimento e le avevano precluso l'ulteriore deflusso.
Il nucleo motorizzato « Allegri » marciando in testa alla colonna era stato, infatti, attaccato da autoblindo nemiche all'altezza del km 35 da Agedabia. Schierati i suoi mezzi di fuoco, aveva reagito vio- lentemente e dopo aver subito poche perdite (3 feriti) e catturato l autoblindo e 2 prigionieri aveva raggiunto Agedabia, con parte dci suoi elementi verso le 15,30 (1). sul luogo dello scontro, i n seguito ad ordine del Gen. Della Bona, per riprendere contatto con l'autocolonna e concorrere al forzamento dell'anello che si era appena chiuso, si spingeva oltre il km 40, ma incontrati lungo la strada soltanto autocarri distrutti o in fiamme , rientrava nella notte in Agedabia.
Diversa fu la sorte del 10° reggimento bersaglieri. Attaccato, circa le ore 14,30, a cavaliere della rotabile (tra il km 44 e il km 42) da una grossa formazione di autoblindo (40 unità circa) il bantaglione di testa (XXXIV) subiva gravi perdite. Intervenuti successivamente gli altri 2 btg. (XVI e XXXV), il combattimento si estendeva sul fianco sinistro protraendosi fino al calar della notte. Autoblindo e batterie nemiche riuscivano a colpire gran parte degli automezzi incolonnati sulla strada. Accertata la distruzione quasi .totale degli automezzi, i resti del reggimento si dirigevano, nella notJte, a piedi, verso Zuetina. Raggiunsero nelle prime ore del pomeriggio del 6 la ridotta (ove erano confinate numerose famiglie di sudditi greci, maltesi e ebrei e dove erano anche affluiti profughi di Bengasi) ed ivi vennero catturati alle 18,30.
La ripresa del movimento del grosso fu decisa alle 15,30.
Il Comando di Armata a tale ora ordinava al Gen. Cona (in Bengasi) di proseguire « a tutta velocità» e disponeva che i Raggruppamenti « Colpani » e « Moech » abbandonassero Ghemines e ripiegassero rapidamente ve rso sud, che il Raggruppamento « Pasquali » si ·trasferisse ad Agedabia con la massima quantità possibile di acqua e benzina. Metteva, infine, a disposizione del Gen. Cona il gruppo « Bignami », che alle ore 15 aveva comunicato di essere a contatto con numerose autoblindo.
Il gen. Cona impartiva i seguenti ordini :
5 febbraio - ore 15,45
«Ordini dati telegraficamente al Gen. Bignami (passato alle dipenden z e del XX corpo d'armata) ad ore 15,45.
(l) « Comando Divis-ione Sabratha a Comando N ami. - A utob/ìndo ati· versarie fatto azioni disturbo su rotabile verso km 35 ore 15,30 circa. Gruppo cc Allegri >> intervenuto habet catturato una autoblindo et due prigionieri. G e· naale D ella Bona. Z.O. 5-2-194 1 - Ore 16 " ·

«XX corpo d'armata deve muovere su Agedabia, in modo da raggiunger/a al più presto: alcune unità di esso sono già in quella zona, altre in movimento. Vostre truppe terranno la posizione di Sceleidima sino alle ore 20; quindi ripiegheranno per Soluch su Agedabia coprendosi in retroguardia. Mov imento avverrà con probabilità prima della Brigata corazzata proveniente da El Regima, la quale pertanto costituirà retroguardia del Corpo d'm·mata tenendo a sua volta il VI btg. carri M 13 come coda della retroguardia. - Gen. Cona».
Alle ore 17,30, dopo che il Gen. Tellera aveva dato istruzioni e consegne alle autorità civili e religiose che rimanevano a Bengasi, il Comando di Armata lasciava la città insieme con il Comando dd XX corpo d'armata.
Mentre ciò avveniva « la situazione del XIII Corpo br:ittannico era, in riassunto, la seguente (1): a) la 6a divisione australiana stava incalzando duramente il nemico - 60a divisione (2) - in ritirata luogo la costa fra Derna e Barce (3); b) il distaccamento settentrionale della 7a divisione corazzata si andava attestando sulla strada principale ad ovest di Soluch dopo aver superato la resistenza nemica a Sceleidima (4); c) la IV brigarta corazzata stava avvicinandosi a Beda Fomm; d) il distaccamento meridionale della 7a divisione corazzata fin dalle ore 12 si trovava a cavaliere delle due strade principali a sud-ovest di Beda Fomm, con pattuglie corazzate, tanto a nord che a sud; e) il resto della 7a divisione corazzata si ttrovava nella zona di Antelat; f) il Comando avanzato del Xlii cor-po d'armata stava marciando o si trovava a Msus » .

Frattanto il Gen. Della Bona, da Agedabia, aveva confermato al Comando di Armata la presenza di autoblindo nemiche ad Antelat:
{l) Gen. W avell - Rapporto citato.
(l) Divisione << Sabratha ».
{3) Nel pomeriggio del 5 le truppe italiane erano tutte oltre Barcc.
(4) Il presidio di &eleidima lasciò Io sbarramento, come da ordine ricevuto, poco dopo le ore 20.
5 febbraio 1941- ore 15,50
« Generale Della Bona segnala da Agedabia.
«Aviazione Col. Aimone Cat segnala: ore 12 circa 100 mezzi tra autocarri e autoblindo in zona Antelat. - Cap. Tirelli >>.
Verso le 19, alcuni ufficiali del Comando Divisione « Sabratha », sfuggiti all'accerchiame111to, riferivano al Comando XX corpo d'armata sugli eventi del 10° reggimento bersaglieri.
La piccola autocolonna dei due Comandi (Armata e XX corpo d'armata) faceva una breve sosta a Ghemines; ripresa la marcia, incontrava autocarri e autobus carichi di militari e civili, che, già diretti ad Agedabia, erano 1tornati indietro per sottrarsi ali' azione di autoblindo e carri armati nemici. Oltrepassato il Raggruppamento « Pasquali» all'altezza del bivio di Sidi Amed el Magrum, superata la zona di un recente scontro (automezzi in fiamme o abbandonati) e raggiunto - circa le ore 20,30 - il km 55, veniva bloccata sulla rotabile dalla coda del Raggruppamento << Moech » ferma, da circa 3 ore, perchè la testa della colonna - Raggruppamento « Col pani»aveva urtato contro ingenti forze nemiche.
Quasi alla stessa ora (20,30), il Ra ggruppamento «Bignami » iniziava il movimento per inserirsi nella colonna del Corpo d'armata; da notare che questa unità, nel pomeriggio, era stata sottoposta a fuoco di artiglieria nemica ed aveva respinto qualche carro che si era avvicinato allo sbarramento di Sceleidima. Il Raggruppamento arrivava a Soluch dopo che ne era già partito il battaglione mitraglieri « Brescia», raggiungeva la camionabile alle ore zero del giorno 6 e si inseriva nella colonna principale, dietro al Raggruppamento « Pasquali» , con il III gruppo del lOo reggimento artiglieria (2 batterie) e con personale e materiali dello sbarramento di Sceleidima, che era stato possibile caricare sugli autocarri disponibili.
Dal XXI battaglione carri M 13 il Raggruppamento si era allontanato, in base agli ordini ricevuti, a cagione della limitata velocità di marcia del reparto che giunse poi a Soluch alle ore 4 circa e sulla rotabile verso le ore 6.

La marcia della Retrogu ardia Libia Orientale (R.L.O.)
Il movimento del Raggruppameillto « Bergonzoli » (R.L.O.) dalla zona el Abiar - Bengasi a quella a sud di Ghemines ebbe inizio verso il tramonto, dalle seguenti località:
- Raggruppamento « Crucillà » e VI btg. carri M 13 da Bengasi;
- Comando della R.L.O. da Benina;
- Raggruppamei1Jto « Piana», Brigata corazzata, gruppo« Ferrara>> da el Abiar.
La Brigata corazzata, oltrepassata Regima, doveva far saltare le interruzioni e portare con sè quel presidio.
Il movimento lungo la pista el Ahiar - Benina era reso difficile soprattutto dai tornanti della pista stessa in corrispondenza del gradino di Regima, ove il breve raggio di curvatura obbligava le artiglierie a lunghe e manovre. Il !terreno adiacente, essendo roccioso, non consentiva alcun movimento di automezzi fuori strada.
Il movimento sulla rotabile, a sud di Bengasi, era ostacolato e rallentato dalla ingente quantità di autoveicoli d'ogni specie che il frettoloso abbandono della città aveva riversaJto sulla strada.
Comunque, Ghemines veniva raggiunta:
- alle ore 22 dal Raggruppamento « Crucillà >> (1),
- alle ore 23 dal V I lbtg. carri M 13 (1),
- alle ore 24 dal Comando della R.L.O.,
- nelle prime ore del 6 febbraio dal Raggruppamento «Piana»,
- alle ore 10 dalla Brigata corazzata e dal gruppo «Ferrara».
Durante questa prima fase del ripiegamento la R.L.O. non ebbe molestie nè terrestri n è aeree, da parte del nemico.

Nessuna comunicazione le giunse sugli sviluppi della situazione fino alla mezzanollte.
(l) I due reparti, ragg iun to Gbemine-s, avevano ordine di andarsi a di · sporre ad est dell'abitato (verso Soluch) per proteggere il ripiegamento del Raggruppamento cc Bignami l> da Sceleidima.
Gli ordini del Comando XX Corpo d'Armata e del Comando Armata la sera del 5 febbraio (schizzo 16 h)
Al km 55 d ella Litoranea il Gen . Cona, vagliate la situazione e le possibilità operative dell'avversario contro le nostre forze incolonnate sulla strada a sud di Ghemines, considerava l'opportunità di riunire gli elem enti esistenti in Agedabia, per muovere con essi verso nord, all'alba del giorno 6. Questa azione, quand'anche effettuata con poche forze, avrebbe costituito a suo avviso una sorpresa per l'avversario e avrebbe potuto m odificare la situazione.

Mentre si concretavano le modalità esecutive per l'attuazione di tale tentativo, giun geva notizia che i reparti del presidio di Agedabia, in seguito ad ordine del Comando Superiore, avevano già iniziato il ripiegamento sulla Sirtica.
In merito a questo ripiegamento nella relazione del Gen. Cona si legge: «Sull'autenticità dell'ordine del Comando Superiore di ritirata nella Sirtica, sono stati espressi fondati dubbi in quanto tale ordine, richiesto più tardi sia al Comatzdo Superiore, sia al Comando Presidio di Agedabia, non ftJ mai esibito:..
Dalla documentazione in possesso dell'Uffi cio Storico risulta cht:, la stessa sera del 5, il Maresciallo Graziani, informato dal Comando Armata della presenza di 50 autoblindo nemiche in zona Antelat, dell'ordine impartito al Comando del territorio sud cirenaica di rinforzare quel presidio e della situazione delle varie colonne ripieganti alle 14,30 (situazione ritenuta dal Gen. Tellera « ancora buona »), orientava (ore 19) il Comandante del territorio sud cirenaica sul probabile obiettivo nemico (la Litoranea) e gli ordinava di prendere tutlte l e misure del caso e di sorve gliare attentamente tutte le provenienze, specie verso nord e nord-est.
Il Comando Armata aveva, a sua volta, ordinato al col. Aimone Cat di resistere sul posto con le proprie truppe in attesa del reg gimento bersaglieri e del nucleo « Allegri » che sarebbero gi unti verso le ore 14 e sarebbero stati seguiti dall'intero XX corpo d'armata.
La decisione di ripiegare sarebbe stata presa a tarda sera secondo questo telegramma del col. Aimone Cat: « Intercetta zioni nemiche davatto ore 20 notizia molti cannoni et armi. Ultimi elementi sfuggiti, ahhandotwndo strada verso mare, tratzsìtati Agedahia ore 22. Cotl i 12 autocarri a disposizione e con autocarri nuclà et squadroni efficienti disposto per ritiro 5 batterie su el Agheila. Agedabia bombardata violetJtemente ore 22. In iziata marcia ore 24. Giunto el Agheila ore 5. Gen. Della Botla giutzgerà ... Sirte » .
In un successivo rapporto dello stesso giorno 6 al Comando Super iore, il col. Aimone Cat precisava che verso le ore 23, rientrato Jl gruppo «Allegri», vista la situazione irreparabile e dato che il Gen. Della Bona gli aveva lasciata libertà d'azione, aveva deciso di ripiegare, inviando a Marada il nucleo di el Agheila in attesa delle forze di Gialo, alle qual i aveva ordinato di ripiegare su el Agheila per Marada.
Il Gen. Della Bona, a sua volta in una relazione in data 31 ' agosto 1941 confermava nei seguenti termini:

«Prima di dare il via (alle truppe del presidio) me ne tornai col mio solo capo di S. M. allo sbarramento posto alle prime case di Agedabia, e constatato che nulla più arrivava a nord, diedi - era passata la mezzanotte - il nulla osta alla colonna Aimone Cat per la partenza per el Agheila :. .
Comunque, la situazione appariva allora particolarmente difficile e non suscettibile di miglioramento immediato, perchè le forze nemiche motorizzate e corazzate avevano piena possibilità di manovra su ltUtlto il terreno circostante la strada, mentre le nostre, montate su automezzi, erano legate a1la rotabil e. Per di più, una moltitudine disordinata di militari di enti diversi e di civili si era &ammischiata alla colonna in marcia, provocando confusione e difficoltà : erano militari di truppa appai'tenti alle più svariate unità, alle compagnie lavoratori e ai servizi d'illltendenza; era personale dell'aviazione e della marina; erano uomini, donne e bambini provenienti da Bengasi su ltorpedo ni e automezzi di ogni tipo.
Circa le ore 22, mentre in testa alla colonna alcune batterie in posizione fuori della strada svolgevano azioni di sbarramento e di arresto, il Comandante del XX corpo d'armata inviava ordini al Gen. Bergonzoli e al Gen. Bignami perchè spedissero subito avanti un battaglione carri M 13 o, almeno, una compagnia.
Il Comandante dell'Armata approvava le disposizioni prese e prescriveva che :
- se i carri armati fossero giunti prima delle ore 4 del 6 febbraio, si sarebbe attaccato con essi per aprirsi la via verso Agedabia;
-in caso contrario si sarebbe assunto, col (avorc dell'oscurità, un dispositivo di fermata protetta, schierando i mezzi di fuoco e dislocando gli automezzi fuori strada.
D etto dispositivo veniva attuato a partire dalle ore 3,30.
La giornata del 6. L'azione contro il grosso della colonna

Nella notte buia, agitata da forte vento proveniente dal mare e da raffiche di pioggia battente, il nemico non svolgeva alcuna attività. Alle 7,30 del mattino, giungevano al km 55 (ove si trovava il Comando del XX corpo d'armata) i carri del VI ·batJtaglione insieme al Comandante dell'Armata che, con la propria autovettura, si era portato verso Ghemines per verificare e sollecitare l'esecuzione dell'ordine predetto.
Il Gen. Tellera, che non aveva potuto raggiungere il XXI btg. carri M 13, decideva di rinnovare il tentativo di aprirsi la strada per Agedabia col solo appoggio del VI batJtaglione, senza attendere le altre truppe del Gen. Bergonzoli e, in particolare, la Brigata coraz.. zata, la quale non avrebbe avuto la possibilità di arrivare che nel tardo pomeriggio.
L 'attacco contro i mezzi corazzati nemici schierati sul costone del km 52, normale alla « Balbia ,, veniva iniziato senza indugio, con una compagnia carri in testa allo schieramento, una compagnia, su ciascun fianco e una a 1tergo. Dopo breve combattimento, i carri nemici si dileguavano &a le ondulazioni del terreno e la marcia dei nostri poteva riprendere lungo la rotabile, sulla quale gli automezzi andavano via via incolonnandosi. Il battaglione carri precedeva schierato su una fronte di 700 - 800 metri; seguivano il Raggruppamento « Col (1), i Comandi della 10° armata e del XX corpo d'armata, i Raggruppamenti c Moech :) e La sicurezza sul fianco sinistro era affida:ta ad un battaglione libico che muoveva a cavaliere di una ondulazione del terreno ad oriente della (j: Via Balbia :) e ad essa parallela (schizzo 22 c).
Oltrepassata la zona dei combatJtimenti, tra i chilometri 45 e 42, e gi unti verso il km 40 (ore 10,30) la colonna veniva investita, improvvisamente, sul fianco da fuoco di artiglieria, mentre autoblindo e carri armalti irrompevano sulla testa.
Il brusco arresto dava luogo ad ostruzioni e frammischiamenti di autoveicoli. Lo sbandamento di elementi non combattenti, in cerca di salvezza verso il mare, causava confusione in taluni reparti. Qualche ballteria riusciva, tuttavia, a prendere posizione a cavaliere della strada ed apriva il fuoco, mentre i carri armati del VI battaglione, che per minore velocità di marcia erano rimasti alquanto indietro, raggiungevano nuovamente la colonna e muovevano al contrattacco.
La loro azione non aveva però successo, in quanto preponderanti forze nemiche (carri armati, artiglieria e mezzi controcarro), già in posizione sulle alture che circondavano da sud e da est la zona della Bottega Araba, li mettevano fuori combattimento quasi tutti, in breve l!:empo
Fallito questo tentativo, non rimaneva che cercare di resistere sul posto in atJtesa che giungesse la Brigata corazzata con le altre truppe del Gen. Bergonzoli.

Allora il Geo. Tellera, come già aveva fatto la sera precedente, si recava di persona a solleciJt:are e indirizzare il movimen:to dell'unica un1tà idonea a contrapporsi ai mezzi contro i quali la colonna aveva urtato; mo01tava un carro armato per risalire lo stretto e profondo schieramento ormai immobilizzato, ma si scontrava, durante il percorso, con una formazione corazzata n emica impegnata contro nostri elementi e veniva ferito mortalmente.
Verso le ore 12, l'avversario riusciva a chiudere anche da nord il cerchio di fuoco attorno allo scaglione investito.
In siffatta situazione, par.te del Ra ggruppamento « Pasquali » ed elementi del Raggruppamento « Moech » dirottavano per la pista verso Zuetina, che corre tra il mare e la Litoranea, ma erano fermati, battuti e dispersi dal nemico che, ormai, si era saldamente insediato con le sue unità corazzate e le sue artiglierie sulle alture della zona tra la Bottega Araba ed il mare.
A cavaliere della rotabile reagivano all'azione nemica: in testa alla colonna, le batterie del Raggruppamento «Col pani», che riuscivano a me!Jtere io posizione alcuni pezzi; al centro della colonna, le batterie da 75/27 del Raggruppamefllto « Moech ». Una resistenza si localizzava anche nella casa cantoniera presso il km 45 ove si erano raccolti, insieme ad alcuni ufficiali generali, nuclei di militari dei Raggruppamenti << Colpani e Moech », molJti dei quali feriti; n e aveva assunto il comando il Gen. Villanis del Comando Armata. Tale resistenza cessava verso le ore 14, dopo esaurite le scarse munizioni dei pochi pezzi schierati nei pressi della cantoniera stessa.
Questi avvenime01ti concludevano i combattimenti nella zona dei chilometri 40 - 45. Il nemico quindi si limitava a sorvegliare, con autoblindo, il campo di battaglia, per impedire qualunque tentativo di nostri reparti di proseguire su Agedabia, mentre, con altre forz.e corazzate, muoveva verso nord attraverso il .terreno adiacente alla rotabile, per attaccare i successivi scaglioni della colonna in ripiegamento.
Fra i km 55 e 60, l'avversario, con improvviso attacco, investiva sul fianco sinistro il Raggru ppamento «Bignami :. : p er correndo n ei due sensi, a brevissima distanza, il terreno al lato della strada e, facendo fuoco continuo con le mitragliatrici, n e arrestava il movimento e, serrandolo sempre più dappresso, ne disgr egava la compagi n e rendendo vana ogni sua reazione.
L'azione co n tro l a R etrogu ard i a Libia O ri entale
Il Gen. Bergonzoli, all'alba del 6, aveva presso di sè a Ghemines solamente gli elem enti del Comando Retroguardia Libia Orientale e il Raggruppamento « Piana>; la Brigata corazzata e il gruppo « Ferrara> avevano appena oltrepassato Bengas i. Da est non era segnalata la presenza del n emico; da sud, ancora nessuna notizia. Alle 8, il Comandante decideva di i niziare il movimento col Raggruppamento « Piana » ad andatura lenta, per dar tempo alla Brigata corazzata di serrare sotto. Alle 10, la testa della retroguardia era circa 25 chilometri a sud di Ghemines fiancheggiata, sul lato sinistro, dal XXl ba&aglione carri, prove niente da Sceleidima - Soluch. Il col. Piana, avuta notizia che la colonna del Generale Cona era stata investita, accelerava il movimento. Improvvisamente, autoblindo e carri armati a ttaccavano lo scaglione; artiglierie già in posizione lo batJtevano da ogni parte. Il XXI battaglione carri M 13 che, d ' ini ziativa, si era portato sulle alture ad est della rotabile, subiva il primo urto nemico e veniva pressochè distrutto ; il suo Comanda01te cadeva sul campo. Tutte le armi del Raggr uppamento motorizzato (mitragliere da 20, pezzi da 47/32 e da 75/27) che stava per sup erar e una sellet!ta, facevano fro nte all'attacco che le forze corazzate britanniche rinnovarono du e volte con manovra alternata ad azioni di fuoco; quindi il nemico ripiegò.
Giungeva allora al posto di medicazione d el Raggruppamento una autovet tura con il Gen. Tellera fer ito ( l).

Verso m ezzogiorno, il Gc n. Bcrgonzoli decideva di riprendere la marcia col seguente dispositivo (schizzo 22 d):
- grosso della Retroguardia: scaglionato sulla rotabile, con le armi e le artiglierie pronte ad entrare in azion e in tempo minimo;
(l) Accompagnato da un uffi ciale medico, in autoambulanza, al più Yicino ospedale da campo, vi modva l'indomani, 7 febbraio, verso le ore 6,30.
- sicurezza: in testa, alcune pattuglie di motociclisti e le armi controcarro del I gruppo misto del Raggruppamento « Piana » ; sul fianco esposto, un doppio fiancheggiamento di mezzi corazzati; in coda, le armi controcarro del gruppo « Ferrara »;
- impedimenta e servizi: avviati lungo la pista costiera chè porta a Zuetina.
Non appena iniziato il movimento verso sud, gruppi di carri armati nemici apparvero a distanza di 2 - 3 chilometri. L'attacco, appoggiato da artiglieria, si accese in coda alla Retroguardia. La pronta reazione delle nostre batterie e l'inizio di un contrattacco da parte di nostre formazioni corazzate, indussero i carri nemici ad allontanarsi; alcuni di essi rimasero tuttavia immobilizzati e gli equipaggi vennero catturati.
Dopo un paio di chilometri di marcia, veniva investito il centro della formazione: qualche nostro carro era colpito, ma l'assalto veniva egualmente respinto e il nemico, per la terza volta, ripiegava verso est.
Il quarto attacco della giornata, sferrato circa le ore 16, contro la testa della formazione e sussidiato da un'azione concomitante verso la coda della colonna, fu il più violento per intensità e durata. Invariata la condotta: breve, ma intensa preparazione di artiglieria e contemporanea irruzione di carri da più direzioni, a ondate successìve.

Il Raggruppamento «Piana», presso il km 55, scavalcata una colonna di automezzi fermi che ingombrava la strada e il terreno circostante, prendeva nuovamente posizione fronte a sud, sud-est; la Brigata corazzata serrava sot1to e prolungava, con le proprie artiglierie, lo schieramento del Raggruppamento; i carri M 13 del batJtaglione fiancheggiante contrattaccavano i carri nemici. Però, altre ondate di mezzi corazzati sopravvenivano a rinforzo di questi e l ' azione si faceva più serrata mentre le batterie sparavano a zero. Il nemico, mantenendo la pressione sul nostro fianco sinistro, concen trava le forze provenienti da sud tra la rotabile e il mare, dando alla Retroguardia Li:bia Orientale la sensazione di essere ormai tagliata fuori dalle altre unità del Corpo d'armata.
A questo punto, il Gen. Bergonzoli decideva di agire a più largo raggio sul .fianco del nemico con una adeguata aliquota di carri della Brigata corazzata: dopo una serie di violenti scontri, al cader della notte, l'avversario si disimpegnava, ripiegando verso sud.
Deviazione della Retroguardia Libia Orientale verso Zuetina
Verso le ore 18 il Comandante la Retro' guardia Libia Oriental e, co n siderato che l'accerchiamento delle sue unità da nord, da est e da sud era già in atto, ritenuto che le probabilità di successo, in uno scontro decisivo, erano minime, per la sproporzione delle forze, per la tattica dell'avversario che riusciva ad immobilizzarci senza lasciarsi agganciare, per l'ora ormai avanzata, sentito anche il parere del Gen. Babini, decideva :
«Al Ge11erale Babini - Al Colonnello Pirma - Al Ten. Col. Crispitzi c: 88 - 6-2- 1941 -ore 17. - I combattimenti di oggi mi hamzo convinto che il nemico ha tagliato le comunicazioni dirette con Agedabia per la Litoranea. Ogni tentativo di raggiungere l'obiettivo per tale via resterebbe infruttuoso, come ha dimostrato il combattimento del pomeriggio. Ho deciso di raggiungere Agedabia per la pista a mare. Il Raggruppamento «Piana.. schiererà tutte le sue artiglierie mlle attuali posizioni e aiuterà, con azione vivace contro i mezzi mecc.lnizzati e le autoblindo nemiche, l'azione della Brigata corazzata che marcerà in testa, iniziando il movimento alle ore 18. Vostra Signoria, assolto il compito, cercherà di raggiungermi per la stessa strada.Gen . Bergon zoli ».
Il movimento del grosso si effot!tuava su due colonne: una, di destra, costituita dai carri residui del III e V battaglione, da una btr. 65/17, una compagnia cannoni da 47/32 e du e sezioni mitragliere da 20 m.m.; una, di sinistra, costituita dal 12• re ggimento art. con altri elementi autotraspontati. La colonna di destra, incontrando il nemico, doveva impegnarsi a fondo mentre, quella di sinistra, doveva cercare di infiltrarsi fra le maglie dello schieramento avversario e procedere verso Agedabia.
La marcia della colonna di d estra era resa oltremodo lenta dal cattivo stato della pista, dall'in g rombro dei servizi disseminati lungo il percorso, dalla pioggia e dal buio; verso la m ezzanotte, la testa aveva copento appena una ventina di chilometri c poco dopo, essa era bloccata da una rete di campi minati. Le incognite della situazione e del terreno, i risultati incerti e contradditori dell'esplorazione e della ricognizione, inducevano il Comandante a non avventurarsi in ulteriori movimenti e ad attendere l'alba per affrontare, in condizioni di schieramento più il nemico che, nel frattempo , era riuscito ad inserirsi tra la Brigata corazzata e il Raggruppamento « Piana l) alla Retroguardia Libia Orientale:

La colonna di sinistra, riusciva in parte a infiltrarsi tra le formazioni nemiche e a farsi strada tra l'ammasso di materiali abbandonati: atJtraverso campi di concentramento di prigionieri e col gruppo da 100 e una batteria da 20 mm. raggiungeva Agcdabia.
I resti del Ra ggruppa mento «Piana» (pochi autocarri, pochi pezzi, poche munizioni), assolto il proprio çompito, si dirigevano verso il mare per raggiungere la Brigata corazzata. Nella nott:e buia, arrivati in terreno dunoso, alcuni autocarri si arenavano, altri si disperd evano nella oscurità ed era no da un distaccamento nemico.
La giornata del 7 fcb- Alle prime luci d ell 'alba, la ricogrnz10ne braio confermava l'esistenza verso sud di tutta una rete d i zone minate. Il Gen. Bergonzoli in conseguenza, scartava l'idea di proseguire per Zuetina e decideva di puntare verso sud-est con tutti i mezzi disponibili, nella speranza di aprire una breccia nel dispositivo n emico che, n ella notte e nelle prime ore del mattino, aveva attaccato ed eliminato il nucleo di R cgima, il Raggruppamento c: Piana», il II gruppo da 75/27 del 12° reggimento artiglieria ed i servizi della Brigata corazzata.

- il nucleo comando (15 motociclette, una autoblindo, 4 mitr. da 20 mm.);
- 7 carri L del LX battaglione;
- 35 carri M 13 del III e V battaglione.
Il movimento di queste forze veniva subito ri levato dall'avversario che intensificava il fuoco d 'artiglieria. Appena raggiunta la via Balbia, all'altezza del km 38, al fuoco di artiglieria si aggiungeva quello di numerose armi controcarro: i primi nostri carri M 13 che attaccavano quelli nemici già individuati, erano subilto colpiti ed immobilizzati. La nostra retroguardia, logora, esausta, del tutlto sprovvista di artiglieria, si <trovava, evidentemente, di fronte alla massa del Corpo corazzato britannico.
Nel raggio di poche centinaia di metri si profilavano alcune alture dunose che, apparentemente non occupate dal n emico, sembrava offrissero un buon dominio tattico: il Comandante della retro guardia ordinava di far massa in quella direzione, per un estremo tentativo di sfondamento o, quanto meno, per un'estrema resistenza. Il concentramento verso le dune dei superstiti mezzi corazzati veniva effettuato con larghi movimenti da nord-ovest a malgrado l'opposizione di numerosi carri britannici; la posizione veniva raggiun ta verso le ore 8, ma il nemico era in agguato sul rovescio e la sua artiglieria iniziava immediatamente un violento fuoco su rutta la zona.
« La difesa fu messa a dura prova - scrive il Gen. O' Connori carri armati italiani penetrava11o fino al gran quartiere della Brigata fucilieri, prima che fossero respinti con gravi perdite, inflitte loro, soprattutto, dalle batterie controcarro: questo era realmente la fine».

Nelle pieghe del 1terreno, ·tra la « Via Balbia » e le aLture dunose, trovavansi co ncentramenti di soldati italiani (ormai prigionieri), con numerosi civili (operai, donne, bambini) catturati nei due giorni precedenti, guardati da sentinelle inglesi, che si allontanavano all'avvicinarsi dei nostri (Raggruppam ento c Bergonzoli » ): il tiro a zone del nemico, diretto contro le formazioni corazzate, si abbatteva anche su di loro.
Esaurita ogni possibilità d'azione, co n siderato che un'ulteriore resistenza si sarebbe risolta in un inutile massacro di vite umane, il Gen. Bergonzoli ordinava di cessare il fuoco.
Si com piva così il destino della Brigata corazzata; gli ultimi carri venivano catltUrati col Geo. Bergonzoli, contemporaneamen te al Comando e ad elementi del XX corpo d'armata che, in quella locali tà, erano stati impegnati il giorno precedente (1).
(l) ll Gen. W avd ncl suo rapporto, più volte ciraro, così riassume gli av· ,·enimenri del 6 e del 7 febbraio:
(( Fin dalle prime ore del mollino del 6 febbraio, cominciaro110 ad apparire le colonne principali ru:miche, e duri combattimenti si svolsero per tu/lo il gi()NJO, perchè gruppi nemici susseguentisi, compreso un grande numero di carri armati, tentavano di passare a forza attraverso la 4a brigata corazzata, rinforzata pùì tardi dalla 7a ( l • R.T.R.). 84 di essi vennero messi fuori combattimento du · rante gli scon tri di quel giorno. Al cader della notte, la situazione era immutata. La situazione del nemico era disperata, con UTUl caotica maua di veicoli inchiodati su una lunghezza di almeno 20 miglia sulle strade fra le nostre Brigate corazzate del sud e il distaccamento settentrionale ru:lla ::ona di Soluch, che ora cominciava a convergere verso sud-ovest. T a/uni gruppi nemici avevano però cercato di sfuggire alla 43 brigata corazzata, marciando attraverso la zona delle duru: fra la strada principale ed il mare. Specialmente tm gruppo com -
La lOa armata italiana aveva cessato di esistere.
Erano riusciti a sottrarsi alla cattura soltanto 7000 nazionali e 1300 libici con 460 armi automatiche, 60 mortai, 13 pezzi da 20 mm., 17 da 47/32, 9 da 65/17, 20 da 75/27 e 20 da 100/ 17.
Il Comando del Medio Oriente annunciava di aver catturato 130.000 prigionieri, 400 carri armati e 1200 cannoni.
Il numero dei prigionieri alquanto arrotondato (1), comprendeva, verosimilmente, una notevole aliquota di militari feriti e di civili; fra i carri armati, erano staiti inclusi i carri L ed i carri M inefficienti e utilizzati come centri di fuoco.

La nostra aeronautica durante i l ripiegamento dalla linea DernaBerta - Mechili
Iniziatosi il rapido ripiegamento delle nostre 1truppe dalla linea Derna - Berta - M echili, si impose lo sgombero dei campi di aviazione di Maraua, Apollonia e Barce e il trasferimento della c caccia > e della c ricognizione» nella zona a sud di Bengasi volo: 27 giungevano in Tripolitania, 3 rimanevano danneggiati nel trasporto. Si dovevano invece sacrificare, in vari campi, numerosi S 79 che, inefficienti, non potevano levarsi in volo. In un campo civetta, predisposto presso Benina per ivi attirare l'offesa nemica, erano raccolti numerosi S 81, Breda 88 e Ca 310 fuori uso o radiati .
Il continuo, prolungato logorìo de gli uomini e dei m ezzi, inducevano poi il Comandante della V squadra aerea a lasciare in Cirenaica un comando .tattico con la forza effettiva di un gruppo da 'bombardamento e di due gruppi da caccia, mentre egli stesso si dedicava in posto, al ricupero degli apparecchi (il più prezioso dei nostri materiali): i 35 Cr 42, da revisionare, venivano imbarcati a Bengasi su 2 piroscafi dirotti in Italia; altri trenta apparecchi da caccia, con motori in condizioni precarie, e riparabili in ditta, erano rimessi, provvisoriamente, in efficienza, tanto da poter essere trasportati in posto di carri armati fortemente appoggiati da fanteria, attaccò ript:tutamt:nte il distaccamento meridionale, rinforzato ora da una terza batteria a cavallo, durante la notte 6-7 febbraio e il primo mattino del 7 febbraio. ln tutto nove attacchi furono sferrati contro la za brigata fucilieri e bt:nchè una volta dei carri armati riuscissero a penetrare nella zona della compagnia di riserva, tutti vennero respimi. Questi attacchi nemici furono condotti con considerevole energia, ma mancavano di coordinazione. ll } 0 R.T.R. (7a brigata corazzata), era stato posto ai comando del distaccamento meridionale al mattino del 7 febbraio, ma non arrivò in tempo per prendere parte a questo combattimt:nto. Poco dopo falba del 7 febbraio un ultimo tentativo fu fatto da 30 carri armati nemici pt:r sfondare. Quando esso definitivamente fal/1, il generale Bergonzo/i si arrese ».
(l) Il 2 marzo, in un invito alla resa lanciato al presidio di Giarabub, il Comando britannico ne annunciava 115.000.
DallO giugno 1940 alS febbraio 1941, la V squadra aerea (esclusi i reparti dell'aviazione d'osservazione aerea per l'Esercito e dell'aviazione da ricognizione per la Marina e i reparti aereo-sahariani) aveva perduto 564 velivoli, di cui, circa 200, per offese del nemico in volo ed al suolo ed i rimanenti per incidenti di volo, per vetustà (S 81, Breda 65, Cr 32, Ca 113) e per impossibilità di ricupero durante il ripiegameruto.

L'avanzata britannica L'offensiva britannica si arrestò sulle soglie si arresta alla Sirtica della Sir.tica; l'avversario spinse elementi meccanizzati fino ad el Agheila ma, menomato nella sua efficienza operativa, non osò proseguire verso ovest quando la conquista dell'intero territorio libico avrebbe modificato la situazione strategica in tutto il bacino Mediterraneo.
Fra le ragioni che contribuirono a spegn ere l'impeto offensivo del n emico può indubbiamente annoverarsi la sotrt:razione di forze che il Comando britannico dovette effettuare a favore dello scacchiere balcanico; ma essa non incideva notevolmente sulle unità corazzate schierate sul fronte libico, in quanto si trattava principalmente di unità di trasporto e di la voro e di artiglierie contraeree.
Le unità corazzate si esaurirono, invece, in due mesi di aspri combattimenti, si logorarono per risparmiare gli uomini che seguivano motorizzati: <<La 7a divisione corazzata prese parte a tutte le operazioni al termine delle quali era praticamente ischeletrita >>, scrisse il Gen. Wavell, che però ebbe il privilegio di poter affermare che le perdite britanniche erano state estremamente leggere ed ammontavano a soli 500 morti, 1373 feriti, 53 ,dispersi.
Il Gen. O' Connor si rammaricò, in vece, dell'arresto dell'offensiva: «Spetta alla storia - egli scrisse - svelare se le operazioni sarebbero state fattibili. E' facile la scienza del poi, ma noi eravamo tutti amareggiati che non si fosse tentata l'impresa».
ORDINI E DIRETTIVE PER LA DIFESA DELLA TRIPOLITANIA.
ATTIVITA' NEL SAHARA LIBICO E A GIARABUB
Ordini del Comando Superiore e direttive di massima del Comando Supremo: 6 febbraio 1941

Svanita ogni possibilità di recuperare altre truppe dalla Cirenaica, il Maresciallo Graziani, già nel pomeriggio del 6, aveva ordinato:
6 febbraio 1941
« Comando Presidio Agheila
« 01/1519/0p. Per col. Aimone Cat. 6 febbraio ore 18,15. Ricevuto promemoria mezzo Della Bona. Confermo mio ordine 01/ 151 6 et cioè ripiegamento totalitario immediato da Agheila su Sirte senza attendere elementi Gialo per quali sarà provveduto in secondo tempo. Ricuperate anche N ufilia. Autocarri che vi invio ora sono saliti at trenta che prevedo giungeranno nella nottata . In attesa questi autocarri cominciate subito ad avviare Sirte quanti pit't elementi potete. Stazione radio deve funzionare fino all'ultimo momento. Assicurate. - Graziani>>.
N ello stesso pomeriggio del giorno 6, inolue, il Comandante Superiore in A.S. aveva disposto che :·
- il Gen. Gariboldi, tùtimata la sua missione a Sirte (v. pag. 242), affidasse al Gen. Cotronei il comando di quello sbarramento avanzato di « arresto temporaneo>> a protezione del ripiegamento delle forze da el Agheila;
- lo stesso Generale Garibaldi, prima di rientrare a Tripoli, compisse personalmente una ricognizione della posizione del Mergheb verso sud, in vista della costituzione in sito di un robusto sbarramento;
- il Gen. Della Bona assumesse il Comando del presidio di Homs e provvedesse al riordinamento degli ufficiali e delle truppe in sosta ed alla disciplina del personale militare in transito.
Lo stesso giorno, tenuto conto dello sviluppo che avevano preso gli avvenimenti nonchè degli intendimenti operativi britannici secondo le ultime notizie raccolte al Cairo dal S.l.M. - proseguire l'offensiva in Libia sino ad impossessarsi di Tripoli ed eliminare ogni base italiana delle coste africane del Mediterraneo (allegato 25)- il Comando Supremo emanava- a firma di Mussolini to 26) - le direttive operative che qui di seguito si sintetizzano:
- effettuare la difesa della Tripolìtania il più lontano possibile da Tripoli allo scopo di tenere gl'Inglesi lontani dal porto dove dovevano sbarcare i rinforzi a noi necessari; di avere la possibilità di proteggere più efficacemente le basi aeree; di costringere gl'Inglesi a combattere col deseril:o alle spalle;
- lasciare poche forze a difesa della piazza di Tripoli ed in copertura alla frontiera occidentale (si riteneva poco probabile una azione in forze dalla Tunisia);
- impiegare le unità motomeccanizzate italiane e tedesche
- fìnchè possibile per intere Divisioni - sempre offensivamente: in primo tempo, nelle difese ritardatrici della Sirte; in secondo tempo, quale riserva di manovra per agire sul fianco e sul tergo del netruco;
- tenere presente l'importanza delle oasi di Socna e di Zcllat, per l'azione che, a1ttraverso esse, gl'Inglesi avrebbero potuto sviluppare sul fianco e sul tergo del nostro schieramento;
- curare la sorveglianza e la difesa costiera e disporre sbarramenti di mine specie nel tratto Misuralta - Homs;
-far battere dall'aviazione, quanto più intensamente e continuamente possibile, le più importanti basi della Cirenaica per rallentare l'avanzata degli Inglesi.
Proposte del Maresciallo Graziani al Comando Supremo: 9 febbraio

Alle diret1ive del Comando Supremo il Maresciallo Graziani rispondeva (allegato 27) che esse si riferivano soprantutto alla si'tuazione che si sarebbe realizzata con l'arrivo delle Grandi Unità in affluenza, ma che, tenuto conto dei mezzi di cui disponeva in quel momento, aveva impa11tito le seguenti disposizioni (l):
(l) Per la toponom ascica vds. schiz zo I.
- costituzione di un settore Sirte con funzione di primo arresto;
- con le truppe defluite dalla Cirenaica, costituzione di un forte caposaldo sulla linea del Mergheb, ad Homs, a sbarramento della Litoranea e della strada per Gussabalt;
- impiego della Divisione «Ariete» in riserva mobile, con il compito di manovrare sul fianco e sul tergo del nemico da Tarhuna per Gussabat, da Beni Ulid per Zliten (l);
- impiego delle Divisioni di fanteria della Tripolitania nel campo trincerato di Tripoli.
N el contempo, il Comandante Superiore in A. S. metteva in rilievo che :
- il terreno tra Sirte e Homs non presentava alcun appiglio tattico;
- il nemico avrebbe potuto facilmente ripetere la consueta manovra di infiltrazione ed aggiramento;
- non si poteva contare sulle difficoltà logistiche che l'avversario avrebbe incontrato perchè la larga di mezzi meccanizzati gli offriva la possibilità di superarle;
- Sirte poteva, topograficamel1'te, paragonarsi a Sidi el Barrani e, pertanto, un forte schieramento avanzato a Sirte sarebbe stato esposto alla stessa fine dallo schieramento avanzato di Sidi el Barrani;
- il terreno verso Misurata e Zliten, con gli appigli offerti dalle oasi, offriva buone possibilità per una guerriglia con mezzi autoblindati;
- la linea del Mergheb, avendo sufficiente robustezza naturale, consentiva possibilittà di contromanovra o di manovra a seconda
(l) Consistenza della Divisione « Ariete » il 9 febbraio: l rgt. carristi (32°) su 3 btg. carri L;
1 rgt. bersag lieri (8°) su 3 btg. (l motociclisti, 2 autoportati); l rgt. artiglieria (132 ); l cp del genio; 2 autoreparti; servizi: con un totale (cons.iderando reintegrati i mezzj perduti per incidenti al piroscafo « Du.isburg JJ) di 278 ufficiali, 5.400 sottufficiali e truppa, 760 automezzi, 117 carri L (dei quali 24 lanciafiamme), 24 cannoni da 75/ 27, 16 cannoni da 47/ 32; 16 cannoni da 20 mm.; 20 cannoni da 37/45, 103 mototricicli, 600 motocicli (i mezzi perduti non ancora sostituiti il 9 febbraio erano: 40 autocarri, 38 motocicli, 80 motocicli biposto, 2 autofficine, l autosoccorso, 2 pezzi da 47/ 32, 5 stazioni R.F. 3/ C). che il n emico intendesse aggirarla o, invece, investirla per il complesso stradale Tarhuna- Homs.

Per concludere, sintetizzava così il propno concetto operativo:
« Trattenere il nemico sino a che possibile nella Sirtica non preoccupandosi di dover perdere alfine Misurata e Zlìten. Attrarlo sotto il caposaldo di Mergheb. Attaccarlo a tergo o sul fianco allorquando lo abborderà. Contrattaccarlo qualora intendesse, invece, (1).
Affermava infine, che per trattenere il nemico nel fratrt:empo, si doveva far conto soltanto sull'aviazione, che era invece inefficiente.
L'indomani, il Maresciallo Graziani, nel documento qui di seguito riportato, fissava le sue ultime direttive operative per il Comandante della sa armata, il Comandante della V aerosquadra, il Generale lflltendente e il Comandante Superiore Genio:

«Riassumo e preciso le direttive cui deve essere informata la nostra azione per contrastare l'eventuale avanzata nemica verso ovest: l o - funzione del presidio di Sirte: mantenere il contatto col nemico e trattener/o il a lungo possibile ritardatJdone con ogni mezzo la marcia; qualora premuto da forze soverchianti, disimpegnarsi opponendo successive resistenze a cavaliere della Litoranea.
(l) Nel Memoriale del Graziani si legge il seguente commento: cc In sostanza io pensavo:
-o gli Inglesi arrivano ad Agedabia in condizioni di forze, mezzi e rifornimenti tali da gettarsi subito su Sirte, ed allora inviar loro incontro delle truppe quali erano quelle tre Divisioni ancora rimaste nel campo trincerato di Tripoli, prive di salmcrie, munite scarsamente di automezzi, depauperate già di molte armi passate alla HP armata, senza alcun ausilio di mezzi corazzati, significava esporle ad un sicuro inutile sacrificio e tanto valeva tenerle alla mano per un impiego migliore; cc Di questo dispo-sitivo io prevedevo però l'evoluzione al giungere delic unità corazzate tedesche come è chiaramente enunciato nel mio [elegramma 01 / 1580 del 9 febbraio che dice testualmente: in rif/(:ttono soprattutto la .ritua:::ione si avrà a//orchè saranno giunte le grandi unità in affluenza. Intanto, tenuto conto dci di cui oggi si dispone, ho impartito disposizioni già in atto... ».
-o g l'Inglesi, al contrario, giungono ad Agedabia in condizioni di non poter procedere innanzi se non con piccoli elementi eli esplorazione e sono costretti ad una sosta per riordinamento ed allora è sufficiente il dispositivo da me inizialmente fissato.
Forze a disposizione: tutte quelle oggi presenti a Sirte, compreso lo intero 2o reggimento artiglieria edere;
2o - funzione dello sbarramento Homs - Gussabat, in atto di costituzione con le truppe defiuite dalla Cirenaica: arrestare l'avanzata nemica sia verso Tripoli e sia verso Tarhuna;
3° - compito della Divisione corazzata « Ariete»: teneni pronta a manovrare sul fianco del nemico qualora dovesse abbordare lo sbarramento Hom s - Gussabat. Pertanto si concentri subito a Tarhuna unitamente a qualche arma controcarro che il Comando della S" Armata riterrà possibile sottrarre ai settori di copertura (Tripoli, Z uara e N alut);
4° - compiti del campo trincerato di Tripoli: mettersi nella massima efficienza possibile e studiare la costituziorle di qualche colotma mobile - con solo mezzi di fuoco - per. eventuale manovra fuori del campo trincerato;
5o - compito dell'aviazione, di vitalissima importanza in questa fase: tenere sotto continuo controllo i movimenti del nemico sulla Litoranea e ritardarne con ogni mezzo la eventuale
Inviava infine un messaggio al Comandante del presidio di GiarabubJ ultima fiaccola di resistonza ancora accesa nel deserto Marmarico, !asciandolo libero di regolarsi a seconda delle contingenze.
L'Il, lasciava la Libia rientrando in volo in Italia (1).
(l) Fin dal giorno 8, il MaresciaUo Graziani aveva domandato di essere esonerato da ogni in<:arico con il seguente te1egramma: << Duu, gli ultimi av· venimcnti hanno fortemente depresso i miei nervi e le mie forze, tanto da non conseruirmi di tenere più il comando nella pienezza delle mie facoltà. Se per falso semimento di amor proprio tacessi, mi sentirei grandemente colpevole. Ho cercato in tutti i modi di far comprendere la verità. Non sono stato ascoltato. Sono sicuro che una nuova energia potrà rendere assai pir't di me nella fase risolutiva delle operazioni, che qui si preparano n
1n considerazione dei motivi addotti, aveva accettato le dimissioni. Con lettera in data 14, accettava anche le dimissioni del Maresciallo Grada C apo di S. M dell'Esercito.

Conferma delle diret- L'Il febbraio, Mussolini - considerato che, rive emanate da l Comando Supremo dopo i recenti avvenimenti, non era da escludere da parte dei Britannici un'avanzata verso Tripoli, per gli evidenti vantaggi di carattere strategico che ne sarebbero loro derivati - indicava al Generale Guzzoni (allegato 28) i provvedimenti da adontare in am:esa che le nostre forze fossero potenziate:
« ...effettuare uno schieramento che si presti alla resistenza e permetta la manovra;
- preparare campi di mine;
- chiedere all'aviazione uno sforzo immediato e dì massa (non inferiore a 500 velivoli fra italiani e tedeschi) che agisca, sul campo strategico bombardando incessantemente i porti della Cirenaica e sul campo tattico contro colonne avanzanti.
«Nell'attesa che le forze te"estri siano pronte all'azione è solo con l'arma aerea che si può e deve eliminare la minaccia su Tripoli ».
In linea di massima confermava così le precedenti direttive, emanate in data 6 febbraio (allegato 26 ).
Conseguentemente, il Comando Supremo studiava il possibile schieramento delle forze (allegato 29) e indicava:

- la posizione Misurata - U. Sofeggin - Mizda, come la più idonea per una batlaglia d'arresto;
- la zona di Tarhuna come la più adatta per mett:ere la Divisione « Ariete » in condizioni di poter essere avviata in qualsiasi settore per manovrare negli intervalli dei capisaldi costituiti dalle Divisioni o sventare qualsiasi 1tentativo di sbarco tra Misurata e T ripoli.
Nel contempo segnalava l'opportunità di rinforzare convenientemente i presidi di Sirte, Zella e Socna, dando loro compito di resistenza a oltranza; aggiungendo che, ad ultimato sbarco del Corpo corazzato tedesco, la posizione principale si sarebbe potuta spostare più avanti- per esempio sulla linea U. Bei el Chebir- Bu Ngemdislocando il Corpo ,tedesco nell'oasi di Socna.
Lo stesso giorno 11 il Comando Supremo, vagliate le diff icoltà rappresentate dal Maresciallo Graziani, le considerava gravissime, ma eccessive, forse perchè le direttive del Duce contrastavano con gli orientamenti già in atto nello scacchiere. .Pe11tanto, ritenuto che, limitando la difesa al campo trincerato di Tripoli , non si sarebbe potuto avere uno schieramento di reparti aerei adeguato per una efficace azione operativa dell'aviazione, il Comando Supremo così concludeva :
- la Tripolitania non può essere difesa con le sole forze in posto; necessita il rinforzo, almeno, del Corpo corazzato tedesco, di previsto invio;
- compi1to immediato delle forze in posto è di guadagnare il tempo occorre01te perchè i rinforzi arrivino; necessita perciò guadagnare tempo anche nella Sirte ed il più avanti a costo di sacrificare qualche unità;
- ridursi alla difesa del campo trincerato non servirebbe a nuJla.
In relazione a ciò, lo stesso Comando Supremo confermava al Comando Superiore FF.AA. Africa Settentrionale le direttive emanate, il giorno 6, precisando che il grosso delle forze doveva essere schierato il più avanti possibile (almeno oltre Misurata) e che azioni ritardatrici dovevano essere effettuate nella Sirtica, anche ad oriente di Sirte, allo scopo di guadagnar tempo per l' arrivo dei rinforzi (aerei, corazzati e motorizzati) e spazio per lo schieramento dei reparti aerei. Nel contempo, si assicurava che l'aviazione avrebbe ripreso la sua completa efficienza al più tardi entro dieci giorni con un complesso di circa 350 apparecchi italiani e tedeschi.
Lo stesso giorno, venivano diramate le direttive concordate per l'impiego delle truppe 1tedesche in Libia.
L'indomani partiva dall'Italia per la Libia una Missione ted esca per esaminare la situazione e determinare in posto, d'accordo col Gen. Gariboldi , le posizioni da occupare da parte del Corpo corazzato tedesco destinato in Libia.
La Missione, presieduta dal Geo. Rommel, Comandante, ed accompagnata dal Gen. Roatta, Capo di S.M. dell'Esercito, esprimeva (allegato 30) il seguente giudizio:
- la Tripolitania può essere tenuta soltanto portando la difesa avanti all'altezza di Sirte, in modo che il n emico debba agire nel deserto e la nostra aviazione abbia la possibilità di ostacolarlo partendo da campi molto vicini situati fra Sir.te e la regione di Misurata;

- una difesa sulla linea Homs - Gussabat - Tarhuna consentirebbe al nemico di costituire basi al di qua del deserto mentre il nostro schieramento aeronautico risulterebbe molto meno efficace. La Missione ammetteva che lo schieramento avanzato comportava dei rischi e pertanto si impegnava a far accelerare l' afflusso delle unità germaniche. Faceva, però, presenrt:e che nel caso fosse decisa la difesa sulla linea arretrata Homs - Tarhuna la questione doveva essere nuovamente sottoposta al Fiihrer
La valutazione della Missione tedesca corrispondeva alla visione operativa del nostro Comando Supremo.
Il Gen. Roatta esponeva detto punto di vista al Gen. Gariboldi il quale, tenuto conto degli accordi intervenuti a Roma, pur confermando le difficoltà di mezzi e di terreno già messe in evidenza dal Maresciallo Graziani, decideva (allegato 31):
- di dislocare la Divisione «Pavia » a Sirte, in rinforzo a quello sbarramento; la Divisione «Ariete» nella zona Tamed Hassan
- Buerat - Gheddahia; la Divisione «Bologna » a capisaldi lungo la Litoranea, per collegamento tra la « Pavia » e l' c Ariete >;
- di completare lo sbarramento di Homs con l'invio della Divisione c Brescia • sul la linea Tarhuna - Gussabat;
- di inviare a Garian un nucleo di elementi mobili con mezzi controcarro; di inviare a Zellat una colonna autocarrata, in attesa dello arrivo dei distaccamenti, in ripiegamento da Gialo ed Augila.
In sintesi, adottava il seguente schieramento:
- massa di arresto nella zona Sirte - Buerat;
- linea prudenziale: Homs - Tarhuna;
- campo trincerato di Tripoli, semplice vigilanza;
- nucleo di protezione al Garian;
- normale copertura verso ovest;
- Sahara libico: forze normali, colonna autocarrata a Zellat.
Il Comando Supremo approvava le disposizioni prese.
I primi elementi del Corpo corazzato .tedesco - che risultò composto di una Divisione leggera (rinforzata da un reggimento carri armati) e di una Divisione corazzata - sbarcarono a Tripol i all'alba del 15.
La situazione delle forze contrapposte il 15 febbraio è riportata nello schizzo 23.

L'azione contro Murzuch e gli altri presidi del F ezzan ( 11 - 13 gennaio)
Murzuch, sede di tenenza dei carabinieri, era presidiata da l compagnia mi•traglieri da posizione e disponeva di 3 velivoli tipo « Ghibli». D alla tenenza dei carabinieri dipendevano, oltre la locale stazione, quelle di Traghen, Umm el Araneb, Zuila, el Gatrun, Tegerhi, Bend Beia e il posto fisso di Uan el Chebir (1).
L'li gennaio, Murzuch veniva attaccata da una trentina di autoblindo cui un fuoruscito libico faceva da guida.
Il presidio, col to di sorpresa, reagiva, ma il nemico riusciva ad incendiare l'aviorimessa e a distruggere i 3 aerei (2).
Duraillte l'azione si ebbero, da parte nostra, 3 nazionali morti .tra cui il comandante, 4 feriti e 2 prigionieri nazionali, 6 libici morti e 5 feriti; da pante nemica, 6 morti tra i quali il colonnello comandante francese (col. d'Ornano) e alcuni feriti.
Compiuta l'incursione, la colonna motocorazzata nella via del ritorno investiva Traghen e Umm el Araneb e, successivamente, il 13, in concorso con mezzi cammellati, el Gartrun e Tegerhi. Soltanto a Traghen aveva successo, vi callturava il brigadiere e il carabiniere, unici nazionali colà distaccati, e si impossessava della cassaforte conteneillte il cifrario.
Gli attacchi n emici e le segnalazioni del S. l.M. che lasciavano intra vedere l'eventualiJtà di nuove minacce da par.te di truppe degolliste contro le oasi della Tripolitania, avevano indo tto il Comando Supremo e il Comando Superiore A. S. a considerare la possibilità di un potenziamento del Sahara. Il Gen. Gariboldi inviava a
·
(l) Per la toponomastica vds. schizzo l.
(2) Nella già citata pubblicazione britannica dal titolo << La distruzione di un esercito}), è detto:

•<< Alla vigilia del Natale 1940 una spedizione composta di ufficiali e uomini scelti della Brigata deLLa Guardia e da una pattuglia di neo-zelandesi, partiva dal Cairo con obiettivo M urzuch ...
« Passando a nord di Cufra raggiungeva, il 7 gennaio, le pendici settentrionali delle montagne del Tibesti.
<< Grazie ad un accordo prevenn:vo ebbe luogo un incontro col capo dei Francesi Liberi che, un migliaio di miglia più a sud, aveva il comando del territorio sulle spande occidentali del Lago Tchad.
<< Rinforzato da un distaccamento fra11cese arrivato, a dorso di cammello, attraverso le montagne, il gruppo di incursori si diresse verso nord attraverso un paese desertico, e, compiendo un ampio giro allo scopo di evitare di essere scoperto, arrivò alle porte del gra7l forte in pietra di Murzuch prima che il TU:mico avesse dei sospetti sulla prese7lza degli assalitori· ))
B. Zellat una piccola colonna celere, costituita di elementi da H un e disponeva che:
-2 battaglioni libici e 2 batterie da 20 mm. fossero avviati a Hun, a disposizione del Comando del Sahara, non appena la disponibilità degli automezzi lo avesse consenJtito;
-a disposizione dello stesso Comando fossero passati gli elementi in ripiegamento dalle oasi di Augila - Gialo;
- fossero studiati provvedimenti intesi ad aumentare ill concorso dell' aviazione in eventuali operazioni in quei terriltori, con mezzi aerei adatti (Superaereo avrebbe potuto mettere a disposizione soltanto alcuni Cr 42 con lanciabombe alari).
Le operazioni nell'oasi di Cufra (3 1 gennaio15 febbraio 19 41)

Nel Sahara bbico orierutale si annidano le oasi di Cufra, costituite da un'oasi centrale (Cufra propriamente dem:a) e da altre tre scaglionate in direzione nord-ovest (Rebiana, Bzema, T azerbo ), le quali compr endevano una popolazione di circa 6.000 abitanti, di diverse provenienze (Tebù, tuaregh, arabo-berberi, cirenaici).
L'oasi di Cufra era di particolare interesse per noi perchè sede di una organizzazione aeroportuale per i collegamenti con l'Africa Orientale.
Interessava altresì al nemico che, per Cufra, mediarute impiego di colonne di automezzi dotati di particolare autonomia, poteva collegare, attraverso il deserto, l'Egitto col Fezzan.
Il presidio di Cufra era costituito da 2 compagnie mi,traglieri da posizione, una compagnia sahariana (« Cufra ») ed una batteria sahariana da 20 mm.
Il 31 gennaio, un nostro plotone sahariano in ricognizione verso sud si scontrava, nei pressi di Maaten Bisciara, con un distaccamento nemico di 11 automezzi; lo attacca va, distruggeva 3 automezzi e ne catturava un quanto con a bordo il comandailJte della colonna (1).
D a documenti .trovati addosso ai prigionieri si apprendeva che una grossa colonna, preceduta da elementi celeri, era in marcia per
(l) Clayton, lo stesso che aveva condotto l'incursione su Murzuch attaccare il presidio di Cufra. Trattavasi, infatti, di una colonna di «Francesi Liberi» che avanzando al comando del colonnello Ledere in dir ezione nord-est da Faia - via T ecro e Maatan es Sarra - aveva raggiunto la colonna motocorazzata britannica, di ritorno da Murzuch, per attaccare, con essa, la guarnigione italiana di Cufra.
A rinforzare la difesa dell'oasi venivano inviati 3 velivoli: con il loro concorso il presidio respingeva una puntata effettuata dal nemico con mezzi meccanizzati nella notte sull'8 febbraio (1).
Le operazioni nel settore Giarabub (24 dicembre 1940-15 febbraio 1941)
Il settore di Giarabu b comprendeva il locale presidio c quelli di Sceferzen, Maddalena , Uescechet el Heira e el Garn ul Grein, i quali avevano compito di difesa in posto e di vigilanza della frontiera tra Sceferzen e Ain el Gsebaia - circa 250 chilometri di fronte - (2).
Il 16 dicembre, come già ricordato, mentre le ltruppe del settore di Barclia ultimavano il loro ripiegamento nella piazzaforte, il ten. col. Castagna riceveva l'ordine (v. pag. 128) di far ripiegare su Giarabub le truppe degli altri presidi del settore. Il ripiegamento era ultimato la sera del 18.

Alla data suddetta, erano dislocate in Giarabub e n elle sue adiacenze le seguenti forze: 4 compagnie g.a.f.; 5 compagnie libiche; una compagnia cannoni da 47/32 su 14 pezzi; un plotone ge nio libico; una batteria da 77/28 su 4 cannoni; una sezione da 65/17 su 2 cannoni; una batteria da 20 mm. (16 personale per il collegamento radio e telefonico; un ospedaletto da campo; un magazz ino sussistenza.
Complessivamente 1.350 nazionali e 750 libici.
La difesa (schizzo 24) dotata di un campo di atter ra ggio, era organizzata su:
- una posizione di resistenza avente un perimetro di 4 chilometri, cintata da una fascia esterna di roticola:to c protetta, in qualche tratto, da campi minati e da fosso anticarro,
( l) A causa dell'indisponibilità di velivoli adatti allo scopo non fu più oltre possibile portare al lontano presidio ulteriori aiuti. n l marzo il comando della ridotta capitolò dopo aver comunicato che avrebbe distrulto la stazione.
(2) Per la toponomastica vds. schizzi l e 3.
- posti di vigilanza ad Ain Melfa, Bahar el Arrascia e Baharia, - posti di sbarramento a Garet el Barùd, Garct: Cuscet el Gazal, Garet en Nuss e Gara del Diavolo.
Dopo il ripiegamento dei presidi di frontiera, l'aviazione nemica intensificò la sua attività specialmente con azioni di e spezzonamento a bassa quota.
Le operazioni terrestri si iniziarono il 24 dicembre contro i posti di vigilanza e di sbarramento: il presidio di Giarabub reagiva con azioni di colonne celeri.
Nel combattimento del 31, che seguiva ad una puntata avversaria contro le posizioni di Garet el Barud e si protraeva fino al tardo pomeriggio, venivano catturati 2 carri radio britannici.
Con essi cadevano nelle nostre mani documenti e carte topografiche che erano inviati al Comando d'Armata.
Occupata Bardia, il nemico lanciava su Giarabub manifestini intimando la resa: in essi, dopo annunciata la cattura di numerosi prigionieri a Sidi el Barrani e Bardia era detto·: << Ogni vostra resistenza è inutile. Volete essere schiacciati dai nostri carri da 80 tonnellate? L'Impero non perdona. Arrendetevi ». Il presidio rispondeva intensificando l'attività delle colonne celeri.
Durante l'ulteriore offensiva britannica in Cirenaica, difficoltà notevoli venivano superate per assicurare i rifornimenti al lontano presidio che occorreva tenere in piedi il più a lungo poss1bile, per stroncare il manifesto intendimeillto britannico di agire a largo raggio per Siwa- Giarabub - Gialo e colpire alla sua base la Cirenaica; eventualità sempre tenuta presente dal Comando Superiore A. S.
Con marconigramma in data 8 febbraio, però, il Maresciallo Graziani, nella impossibilità di ulteriormente soccorrere Giarabub, lasciava il ·ten. col. Castagna libero di regolarsi a seconda delle contingenze . Esclusa la possibilità di un ripiegamento su Agedabia, già occupata dal nemico, lo esortava a resistere fino ad esaurimento viveri e chiedere, quindi, l'onore delle armi (1).
