L'Insediamento Messapico I Messapi, popolo indigeno dell’attuale Salento, le cui origini si perdono, come già visto, nel mito e nella leggenda, occuparono ininterrottamente la penisola salentina dal IX secolo a.C.1 fino al 267/266 a.C. quando, con la conclusione del bellum sallentinum, furono assoggettati dai Romani, con il conseguente avvio del cosiddetto processo di romanizzazione. La Messapia può essere definita, da un punto di vista culturale, come la regione dove era parlato il messapico; a partire dai ritrovamenti epigrafici che attestano l’uso di questa lingua, è possibile delimitare un territorio che si estendeva sui territori delle attuali province di Brindisi, Taranto (in parte) e Lecce, presentando nel suo complesso realtà fisiche differenti che permettono di suddividerlo in tre diversi comprensori: Settentrionale (tra Egnazia, Torre S. Sabina e Porto Cesareo), Centrale (tra la parte terminale delle Murge e la prima parte delle Serre Salentine), Meridionale (tra la congiungente Gallipoli-Otranto ed il promontorio di S. Maria di Leuca). Le fasi principali che definiscono la nascita, lo sviluppo ed il decadimento della civiltà messapica sono definite dall’interfacciarsi dei messapi con altre popolazioni: quelle egee nelle fasi iniziali, con la civiltà romana nel periodo di declino; e possono chiaramente ricondursi alle fasi storiche di età del bronzo finale (XIII-VIII sec a.C.), età arcaica (VI-V sec a.C.), età classica (V-IV sec a.C.) ed età ellenistica (IV-I sec. a.C.). Come già citato, furono proprio i contatti commerciali che gli indigeni intrattenevano con il mondo balcanico ed egeo che permisero, probabilmente, l’apprendimento di nuove tecniche e la ricezione di impulsi necessari all’avvio dei processi di evoluzione e di definizione sociale. Il periodo tra la fine del VIII secolo a.C. ed il VII fu caratterizzato dalla fondazione della colonia spartana di Taranto, che ebbe una notevole influenza sulla civiltà messapica, comportando una prevedibile disarticolazione negli abitati. Il sistema insediativo e la struttura interna dei centri Genesi Storica
messapici hanno subìto delle sostanziali modifiche attorno alla metà del VI secolo a.C., fase in cui si denota una maggiore complessità della società indigena; si assistette così alla formazione di estesi insediamenti proto-urbani che raggrupparono i piccoli villaggi precedentemente sparsi sul territorio. Per quanto riguarda il sistema insediativo, l’età classica si caratterizzò per il ritorno ad esperienze abitative disperse nel territorio. Si tratta di dirette conseguenze, probabilmente, delle vicende belliche che hanno visto contrapporsi i Messapi ai Tarantini. Ciò comportò una reazione della popolazione indigena che, nel 470 a.C., riuscì ad arginare le mire espansionistiche di Taranto. A seguito di questi eventi bellici i contatti commerciali tra la Messapia e Taranto subirono un brusco rallentamento per tutto il V secolo a.C., mentre gli ottimi rapporti fra i Messapi ed il mediterraneo orientale si riconfermano eccellenti, come attestato sia nell’archeologia che nell’antica tradizione letteraria. In età ellenistica la penisola salentina subì il processo di ellenizzazione che perdurò fino al 272 a.C., anno della caduta di Taranto ad opera di Roma che, come precedentemente citato, nel decennio successivo (267-266 a.C.) a seguito del bellum sallentinum, assoggettò i Messapi aprendo una nuova stagione politico-culturale e dando il via ad un completo riassetto territoriale. Analizzando lo sviluppo dei Messapi sul territorio si possono rilevare degli insediamenti nell’entroterra e, legati ad essi, numerosi centri costieri. La mappa stessa permette di constatare che questi centri, indipendentemente dalle dimensioni, erano equamente distribuiti con un perfetto equilibrio tra il versante adriatico e quello ionico. L’insediamento di Roca Vecchia è proprio uno di questi. Studiando tale ambito la prima evidenza nella quale ci si imbatte è il perimetro che delimita l’insediamento di Roca, che cinge una porzione di terra affacciata, per un lato, su
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